Con Sozza quest’anno il 5-1 di Firenze. Per la Lazio 2 vittorie in 6 precedenti

Simone Sozza arbitrerà per la 13a volta la Roma nel derby di domenica sera: fin qui 7 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte il bilancio con i giallorossi. In questa stagione, il fischietto milanese ha diretto il 5-1 con cui la Fiorentina ha battuto la squadra allora di Juric all’andata, non privo di polemiche per alcune decisioni arbitrali, e la vittoria per 2-1 in casa dell’Udinese lo scorso gennaio.

6, invece, i precedenti di Sozza con la Lazio, l’ultimo risalente all’inizio di questa stagione quando la squadra di Baroni vinse per 3-2 in casa del Torino. Il bilancio è completato da 3 sconfitte, con Napoli e Sassuolo in Serie A, col Milan nei quarti della Coppa Italia 2021/22. Un pari, con l’Atalanta, e la seconda vittoria che corrisponde al primo match arbitrato da Sozza con i biancocelesti, 1-3 in casa dell’Empoli.

LR24 

LAZIO-ROMA: arbitra Sozza

Sarà Sozza, della sezione di Milano, a dirigere il derby di Roma in programma domenica sera allo Stadio Olimpico. Con il fischietto classe 1987 ci saranno gli assistenti Perrotti e Rossi, con Doveri come IV uomo. Meraviglia e Di Paolo sono stati designati, rispettivamente, come Var e Avar dell’incontro.

UDINESE – MILAN     Venerdì 11/04 h.20.45

SACCHI

DEL GIOVANE – ROSSI C.

IV:      CREZZINI

VAR:     MARINI

AVAR:       MASSA

 

VENEZIA – MONZA     Sabato 12/04 h.15.00

MARESCA

MOKHTAR – FONTEMURATO

IV:      COLLU

VAR:     DI PAOLO

AVAR:       VOLPI

 

INTER – CAGLIARI     Sabato 12/04 h.18.00

DI BELLO

BERTI – CECCONI

IV:       PERENZONI

VAR:      CHIFFI

AVAR:        PATERNA

 

JUVENTUS – LECCE     Sabato 12/04 h.20.45

ZUFFERLI

VECCHI – BERCIGLI

IV:     ARENA

VAR:     MAZZOLENI

AVAR:     MASSA

 

ATALANTA – BOLOGNA     h.12.30

MARIANI

GIALLATINI – COLAROSSI

IV:      AYROLDI

VAR:     PATERNA

AVAR:     CHIFFI

 

FIORENTINA – PARMA      h.15.00

MANGANIELLO

 SCATRAGLI – MORO

IV:     COSSO

VAR:     LA PENNA

AVAR:      PEZZUTO

 

H. VERONA – GENOA      h. 15.00

MARCHETTI

DI IORIO – YOSHIKAWA

IV:       PERRI

VAR:     GARIGLIO

AVAR:     MAZZOLENI

 

COMO – TORINO     h. 18.00

MARCENARO

BINDONI – BIFFI

IV:     RUTELLA

VAR:      AURELIANO

AVAR:       GUIDA

 

LAZIO – ROMA      h.20.45

SOZZA 

PERROTTI – ROSSI M.

IV:       DOVERI

VAR:      MERAVIGLIA

AVAR:      DI PAOLO

 

NAPOLI – EMPOLI     Lunedì 14/04 h. 20.45

FABBRI

BACCINI – LO CICERO

IV:     RAPUANO

VAR:     PEZZUTO

AVAR:       AURELIANO

 (aia-figc.it)

Calciomercato Roma, interesse per Lucumì. Il difensore piace anche a Napoli e Inter

Jhon Lucumì è finito nel mirino della Roma. Il difensore del Bologna, classe 1998, ha il contratto in scadenza nel 2026 e ha attirato l’interesse, oltre che dei giallorossi, anche del Napoli che si sono uniti ai club che hanno chiesto informazioni come già aveva fatto l’Inter. In questa stagione il difensore colombiano di piede sinistro ha totalizzato 35 presenze tra campionato, Coppa Italia e Champions League.

 

Germania: Voeller rimarrà direttore delle Nazionali tedesche fino a Euro 2028

Rudi Voeller continuerà la sua esperienza con la Germania almeno fino agli Europei del 2028. Confermato all’unanimità dal board della DFB, la federazione tedesca, l’ex attaccante e allenatore della Roma rimarrà direttore della Nazionale tedesca e della sua Under 21 per altri 3 anni.

 

Post Match – Facce della stessa medaglia

LR24 (MIRKO BUSSI) – È stata la mano di Ranieri. Che per l’ultima volta in carriera, almeno a dar retta alle sue intenzioni pubbliche, sta nuovamente mostrando una sensibilità spiccata nel calmare le tempeste e spostare i venti nella direzione favorevole alla propria navigazione. Anche domenica sera, il burrascoso primo tempo è stato mitigato all’intervallo da una scelta dell’allenatore più esperto della Serie A: fuori Hummels, dentro Shomurodov.

Un attaccante per un difensore, nelle sintesi, ha fatto credere a cambi di modulo, modifiche strutturali che in realtà non si sono realizzati. È cambiato molto, nel punteggio e nell’inerzia successiva, senza però stravolgere le interpretazioni generali che la Roma ha mantenuto intatte tra un tempo e l’altro. Infatti la disposizione difensiva giallorossa, nei momenti più bassi, è rimasta la stessa, semplicemente cambiando interpreti. Anche la forma di costruzione, a 4 come nella prima frazione e in molti altri frangenti recenti, si è confermata coerente, almeno fino all’ingresso di Paredes a darne un tocco personalizzato. Semmai, l’aria era cambiata intorno e sotto Dovbyk, grazie al soccorso di Shomurodov. Ed era decisamente più respirabile.

Le intenzioni della Roma, inizialmente, erano diverse rispetto a quelle a cui l’ha costretta la maggior veemenza della Juventus, tanto da ridurre il conteggio del possesso, nei primi 15 minuti, a un disarmante 86%-14% in favore della squadra di Tudor. Nelle prime battute è chiaro che Ranieri volesse rispondere con la stessa briscola alla mano di pressioni uomo su uomo che contraddistingue l’allenatore bianconero.

Ma la sincronia nelle uscite, in particolare nella gestione di Kalulu e Kelly, e la forza nelle marcature, su tutte quella di Hummels su Vlahovic, faceva evaporare presto il tentativo: al 27′, il primo singhiozzo per i tifosi della Roma arriva proprio per lo spavento dovuto a pressioni giallorosse orientate sull’uomo scardinate dai bianconeri fino al colpo di testa di Nico Gonzalez. Sulla costruzione, Kalulu e McKennie riuscivano a verticalizzare per Vlahovic saltando le uscite in pressione di El Shaarawy ed Angelino: qui la marcatura di Hummels mostrava una presa lenta e permetteva così alla Juventus di rovesciarsi verso l’area romanista, dove staccherà pericolosamente Nico Gonzalez.

Messe da parte le ambizioni di aggressività, la Roma più volte si ricomponeva in un blocco più basso a forma di 5-4-1, in cui Soulé ed El Shaarawy sedevano ai lati di Koné e Cristante, con Celik ed Angelino sull’ultima linea. Una struttura di difesa posizionale che resterà intatta anche nel secondo tempo, chiedendo il sacrificio a Soulé, ora quinto di destra con Celik terzo di difesa. Shomurodov, in questa fase, sedeva proprio al lato di Koné, come aveva fatto l’esterno argentino per tutto il primo tempo.

Una maggiore frequenza di costruzione rendeva più visibile il disegno a 4 che componeva la Roma, come più volte ha fatto di recente. Ma era una struttura comparsa anche nel primo tempo, con Mancini che scivolava in ampiezza a destra spingendo Celik più in alto. Nella ripresa, questo succedeva col turco con l’effetto di riportare in posizioni più favorevoli alle sue caratteristiche Soulé.

La modifica sostanziale che aveva portato l’ingresso di Shomurodov era nelle maggiori possibilità di interazioni offensive per Dovbyk. Se nel primo tempo le difficoltà a resistere alle pressioni violente della Juventus avevano reso inaccessibili Soulé ed El Shaarawy, desiderosi di ricevere nei mezzi spazi, la presenza di punte affilate (traduzione: attaccanti disposti su altezze diverse), che garantiva la coppia Shomurodov-Dovbyk favoriva i dialoghi d’attacco.

Basta riavvolgere il nastro al motivo scatenante dell’angolo che sarà poi l’1-1. La chiusura di Kalulu, infatti, è il cerotto su una profondità innescata in seguito a una combinazione tra El Shaarawy, Shomurodov e Dovbyk, accordati in una “diagonalità” inimmaginabile nel primo tempo. Se la fortuna delle marcature individuali è scomporre l’avversario in una serie di uno contro uno, tagliandone i fili delle comunicazioni, quando questi riescono a mettersi in contatto tra gli scalini di quei duelli il campo si fa improvvisamente in discesa. Come avviene al 48′, con Kalulu costretto d’urgenza a suturare in calcio d’angolo la profondità che Dovbyk aveva tracciato per Shomurodov.

L’uscita dal campo di El Shaarawy, al 61′, è quella che modifica, invece, la struttura offensiva romanista. Qui, con Gourna-Douath e Paredes, subentrati a Cristante oltre all’esterno classe 1992, la Roma si mostrava asimmetrica, con una disposizione che non prevedeva più parità tra una corsia e l’altra. A destra, infatti, nei momenti di costruzione (come quello che dà la foto all’articolo) Celik spingeva in alto Soulé mentre a sinistra c’era il solo Angelino a riempire il corridoio più esterno, dato che Shomurodov e Dovbyk rimanevano centrali, rigorosamente affilati, per dar prurito al 2 contro 2 che Tudor concede per natura. Una soluzione utile anche a garantire maggior efficacia per quelle costruzioni dirette a cui, domenica, si abbandonava volentieri la Roma. Facce, modificate, di una medaglia rimasta inalterata tra un tempo e l’altro.

Calciomercato Roma: occhi su Montipò come vice Svilar. In dubbio il futuro di Gollini

Potrebbe cambiare nuovamente il roster dei portieri della Roma nella prossima stagione. Dietro Svilar, in attesa di novità sul rinnovo di contratto, potrebbe cambiare il vice che già quest’anno ha visto inizialmente Ryan, prima dell’arrivo, a gennaio, di Gollini. Ora anche il futuro dell’ex Atalanta pare in dubbio e i giallorossi avrebbero messo nel mirino Montipò. Il portiere del Verona piace anche al Torino, in caso di addio di Milinkovic Savic.

(tuttomercatoweb.com)

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Abraham: “Coinceiçao e Mourinho sono simili. MLS? Ho detto a Pulisic che se arrivasse una possibilità dovrebbe portarmi con lui…”

CBS SPORT GOLAZO – Tammy Abraham ha rilasciato un’intervista in cui risponde al paragone tra Coinceiçao, attuale allenatore al Milan, e José Mourinho, avuto alla Roma: “Giocando con Sérgio e José, posso dire che sono simili. Entrambi credono davvero in ciò che vogliono raggiungere. Sono motivati, grandi lavoratori e vogliono sempre il meglio da te. E lo otterranno, non importa cosa accada. Come giocatori, abbiamo tutti bisogno di quella spinta per dare il massimo. Sono un vincente, voglio vincere, credo che si viva una volta sola. Quindi godetevi sempre il vostro tempo, cercate di giocare con un sorriso sul viso. Io sto vivendo il mio sogno”.

Poi la risposta su un futuro negli USA: “Ho detto a Pulisic che se l’argomento America venisse fuori, dovrebbe portarmi con sé. Non si sa mai, nel calcio. Non si conoscono mai la vita e i piani di Dio, quindi se un giorno dovesse arrivare, sai, assolutamente sì”.

Totti: “De Rossi diventerà un grandissimo allenatore. Gli è mancata solo un po’ d’esperienza a Roma”

Ospite all’International RB Award, a Mosca, Francesco Totti ha toccato vari temi tra cui l’esperienza di De Rossi da allenatore della Roma: “Penso che diventerà un grandissimo allenatore, davvero. Gli è mancata forse solo un po’ di esperienza, ma come faceva a dire di no alla Roma? Ci ha giocato per vent’anni… Ha doti straordinarie, conosce il calcio e può diventare un allenatore eccezionale”.

Su Dejan Stankovic, oggi allenatore dello Spartak Mosca, Totti ha detto: “Lo conosco bene, ci siamo affrontati tante volte e posso dire che è una persona stupenda. Può essere perfetto per qualsiasi squadra”.

Poi su Fabio Capello, ex ct della Russia e campione d’Italia con la Roma nel 2001: “Può piacere o no, ognuno ha la sua opinione, ma Capello è un vincente e questo conta”.

Chiude con un pensiero sui giovani che vogliono giocare a calcio, partendo dall’esperienza del figlio Cristian: “Mio figlio gioca a calcio con piacere, si diverte, ma purtroppo deve portare il peso del nostro cognome. Anche se lui la prende con molta calma. Penso che ogni giovane abbia i suoi obiettivi e i suoi sogni. Molte persone vorrebbero diventare giocatori di Serie A e i giovani hanno bisogno di aiuto. Date loro una possibilità. Anche se alcune persone non riusciranno a raggiungere le vette, succede. Il problema, per molti giovani calciatori, sono i loro genitori. Mandano il figlio a giocare a calcio senza chiedergli la sua opinione. Il bambino lo sente e gioca con forza. Questo è sbagliato. Il calcio deve essere solo divertimento”.

X, la Roma ricorda Di Bartolomei nel giorno in cui avrebbe compiuto 70 anni. Candela: “Auguri Ago” (FOTO)

Agostino Di Bartolomei oggi avrebbe compiuto 70 anni e la Roma lo ha ricordato con un post sui social in cui condivide l’album dedicato a chi viene descritto come “il capitano del secondo scudetto, il simbolo per almeno due generazioni di tifosi che hanno sempre tramandato il suo ricordo e, in generale, una figura che rappresenterà per sempre l’identità romanista”.

SFOGLIA L’ALBUM

 


Tramite una storia pubblicata su Instagram arriva anche il ricordo di Vincent Candela: “Auguri Ago”.

La nuova vita di Ranieri

LR24 (AUGUSTO CIARDI) – Chiariamolo subito. Non andrà in giro per il mondo zaino in spalla tipo Nakata quando abbandonò in tenera età il calcio giocato. La nuova vita è prevista a Trigoria. Ma con panni diversi da quelli indossati per trentacinque anni. Con un ruolo già chiaro ma con un appellativo da definire. Perché anche in questo caso sarà Dan Friedkin a decidere se sulla targhetta sulla porta del suo ufficio si scriverà Consulente, Direttore generale, Consigliere speciale, o semplicemente dirigente. O meglio ancora Ufficio del signor Claudio Ranieri. Perché le competenze sono quelle che immaginiamo da quando ha firmato il contratto a metà novembre. Ranieri magari manco immaginava che le parole post Roma-Juventus provocassero allarmismo. Rispondeva all’ennesima domanda sul suo futuro, a cui con grande schiettezza aveva già risposto in modo definitivo prima di Lecce-Roma.

Non allenerà più, ma come si vocifera in queste ore non c’è in programma di abbandonare la Roma. Perché i tifosi della Roma temono proprio questo. Di restare al buio se lui se ne andasse. la sua nuova vita prevede una quotidianità diversa dalla routine degli ultimi decenni. I viaggi per il mondo? Di sicuro avrà più tempo libero. Questo non vuol dire che farà come Ibrahimovic che stanzia a Milanello nei ritagli di tempo fra una vacanza con la famiglia e un impegno personale. Normale che guardi al futuro con stimolo, curiosità e magari pure con qualche pensiero. Provateci voi a fare qualcosa di diverso dopo decenni di giornate scandite da allenamenti, doppie sedute, riunioni tecniche, ritiri e trasferte.

All’orizzonte non ci sono ipotesi di fratture. Punti da chiarire sì, ma come in ogni campo quando si intraprende una strada che porta al cambiamento. La piazza romanista è incline all’allarmismo, nell’ultimo decennio ha fatto i conti con il doppio addio di Totti, il doppio addio di De Rossi e con quello di Mourinho. Nervi scoperti e sindrome dell’abbandono, che possono essere giustificati. Ma all’ansia legata al nome del futuro allenatore, si può escludere l’agitazione per un addio che non è previsto.

In the box – @augustociardi75