RAI RADIO 1 – Fabio Capello, ex allenatore della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione radiofonica ‘Radio Anch’io Sport’ e si è soffermato sul lavoro di Claudio Ranieri sulla panchina giallorossa. Ecco le sue parole: “Ranieri è una persona anziana che sta dando dei consigli a tutti quanti, viene ascoltato e recepito dai giocatori perché tocca le corde giuste. Ranieri è l’uomo adatto per riportare serenità alla squadra, ai giocatori e ai tifosi. Sta dimostrando di capire molto di calcio, i risultati sono una logica conseguenza. Non è l’età da criticare. Tante volte, in questi casi, si dice che un allenatore è bollito. Era bollito Ancelotti che ora al Real sta vincendo tutto, era bollito Ranieri che sta facendo bene a Roma. L’esperienza è una qualità importante”.
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Derby: evitato il contatto tra tifosi fuori dall’Olimpico. Daspo per un biancoceleste
Evitato il contatto tra due gruppi di tifosi fuori dallo Stadio Olimpico dov’è iniziato l’afflusso per il derby di stasera. Dopo l’ingresso all’interno dello stadio dei gruppi riconducibili alle due componenti ultras, si è registrata la presenza di due gruppi, pari a 300 persone, in piazzale ponte Milvio e nei pressi del bar River.
In entrambi i casi, molti dei componenti aveva il volto travisato, indossando caschi e oggetti atti ad offendere. Lo schieramento delle Forze di Polizia a delimitare il confine delle aree rispettivamente destinate a ciascuna tifoseria, così come già pianificato dalla Questura, ha consentito di impedire l’avanzare del gruppo dei tifosi romanisti, così come dei sostenitori laziali, ciascuno dei quali è rimasto nella posizione iniziale. Sequestrati coltelli, lance, spranghe e bombe carta ad entrambi i gruppi ultras nei servizi preventivi in vista del derby di stasera tra Roma e Lazio. Denunciato un tifoso laziale del gruppo autore delle coreografie. Durante le attività di bonifica sono stati trovati e sequestrati – su entrambi i fronti delle tifoserie ultras – numerosi oggetti atti ad offendere e contundenti. Tra questi aste in plastica modificate con punte metalliche taglienti, coltelli da cucina, mazze da baseball, mazze di legno, alcune delle quali anche abbinate a botti ad elevato potenziale. Numerosi sono anche i coltelli che sono stati trovati all’interno di alcune aiuole, in particolare nell’area nord dello stadio.
Durante le fasi di accesso della tifoseria laziale all’interno dello stadio per l’allestimento della coreografia nel settore Curva Nord, un supporter biancoceleste è stato trovato in possesso di un cacciavite e un altro oggetto atto ad offendere. Per questo il ventenne è stato denunciato e sottoposto a Daspo.
Lega Serie A, De Siervo: “Complimenti ad Abdulhamid, si è già distinto in Italia. Auguro a lui e alla Roma di poter giocare la prossima Supercoppa”
Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della finale di Supercoppa Italiana tra Inter e Milan e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla possibilità di giocare alcune partite del campionato in Arabia Saudita e sul terzino della Roma Saud Abdulhamid. Ecco le sue parole:
Ritorno della Supercoppa in Italia da escludere?
“Non vogliamo escludere l’Italia, potremmo farlo anche per meno soldi. Non è un tema di soldi: si fa una valutazione solo in base a questo, ma il tema è la costruzione di un mercato e di una relazione. Non basta una partita, ma una relazione costante nel tempo: siamo venuti qui 7/10 volte in un anno. Qui creiamo academy, aiutiamo le società a sviluppare talenti. Lavorare con realtà importanti come i nostri club, votati alla creazione di talento, è un elemento che a loro interessa: questa interazione, se noi stiamo chiusi nel nostro Paese pensando ai nostri tifosi, che sono la nostra forza, non facciamo una buona gestione della property intellettuale della Serie A nel complesso”.
In Italia è arrivato anche un giocatore saudita, Saud Abdulhamid alla Roma.
“Gli faccio i complimenti. E’ giovane e si è già distinto in Italia. È il primo di una generazione di ragazzi sauditi che giocherà all’estero, il nostro calcio è formativo e lo è stato per tanti Paesi. Saud è un bell’esempio di quello che può essere, auguro a lui e alla Roma di poter disputare la prossima Supercoppa italiana”.
Sarà possibile da qui a nove anni vedere una partita di Serie A qui in Arabia Saudita?
“Ci stiamo lavorando da cinque anni, vorremmo imitare NFL e NBA che lo fanno da anni. Le partite dello sport americano continuano a crescere in maniera significativa: avviene per consentire a loro di aprire nuovi mercati in Europa. Sono fiducioso sul fatto che sarà possibile, sarebbe un fatto rivoluzionario che per ora non è possibile: c’è stato un contenzioso sul tema già nel 2019, ci sono stati dei passi avanti significativi. Resto ottimista, penso che si potrà giocare in futuro: non credo che sia corretto giocare più di una partita a stagione lontano dall’Italia e non credo possa essere una partita importante come per esempio avverrà domani col derby. Penso che sarà una partita ‘normale’ di campionato, non una top perché vanno rispettati i nostri tifosi. Ma stiamo parlando di una partita a campionato, intendiamoci”.
Ritiene possibile ospitare in Italia una partita di Saudi League?
“Al momento no, ma nel contratto c’è un’opzione per una partita tra vincente Serie A e vincente Saudi League. È complicato organizzarla in base ai rispettivi calendari: è tutto definito, anche gli importi, ma quest’anno non c’è stata la possibilità di organizzarla perché non c’erano finestre libere”.
Avete una deadline per organizzare la Supercoppa 2026 e decidere sul format?
“La situazione del calendario internazionale farà fatica a migliorare, il contesto globale lo conoscete. Giocare qui in questa stagione è meglio che giocare in altre, gennaio è funzionale per una serie di ragioni logistiche. Penso che rimarremo legati al format a quattro squadre, penso che possa interessare varie squadre attualmente in lizza per partecipare”.
Di Biagio: “Pellegrini? Deve fare molto di più ma c’è un problema di comunicazione e valutazione. Mancini potrebbe essere l’allenatore ideale per la Roma”
IL ROMANISTA – Luigi Di Biagio, ex calciatore di Roma e Lazio, ha rilasciato un’intervista al quotidiano a tinte giallorosse e tra i vari temi trattati si è soffermato sul Derby della Capitale, in programma oggi alle ore 20:45. Ecco le sue parole.
Cos’è il derby?
«Il derby è tanto, ma voglio dirti subito una cosa: ricordatevi tutti che quando vado a vedere Roma-Lazio io tifo Roma, va bene? Siccome questa è la domanda del secolo non mi chiedete più per chi tifo: io tifo Roma e basta».
Ne hai giocati nove senza mai vincerne nemmeno uno…
«Una cosa che mi è rimasta dentro anche perché non riuscivo mai a giocarli bene, con questa bugia che fossi laziale facevo una fatica enorme. La verità è che tengo molto più io alla Roma che tanti altri che si vantano di esserne tifosi. Ti sto dicendo qualcosa di importante che mi pesa tantissimo, perché avrei voluto dimostrare molto di più soprattutto nei derby, cosa che non mi è riuscita. A Milano dove non li sentivo nella stessa maniera, ho giocato bene e fatto diversi gol. La Lazio è la squadra alla quale nella mia carriera ho segnato di più, se le avessi fatto tre gol nel derby sarei stato l’uomo più felice al mondo. La speranza è che stavolta si possa ripartire tutti insieme e ritrovare quell’entusiasmo che meritano i tifosi, la Roma deve tornare almeno tra le prime sei, così non va bene».
Pellegrini?
«Quello che sta succedendo a Lorenzo mi colpisce al cuore perché lui praticamente è mio figlio. Io dico che c’è un problema di comunicazione e valutazione nei suoi confronti, ma lui può e deve fare molto di più. Per me è una mezzala, ma è talmente intelligente e forte che può giocare dietro la punta, davanti, in mezzo al campo. Perché parlo di un problema di comunicazione? Perché il rapporto con la tifoseria in realtà non è mai sbocciato, non so per quali motivi, ma se fai dieci partite bene e non vieni mai valorizzato e una male e vieni fischiato alla prima palla che tocchi, c’è qualcosa che non torna a livello empatico. Togliendo questa stagione, Pellegrini ha fatto 45 gol e 35 assist in quattro anni, ma ogni giocata negativa diventa un caso. Per dire, a Como è entrato sullo 0-1 a venti minuti alla fine, ha provato a fare una filtrante, è arrivato il secondo gol e sembra che la Roma abbia perso per colpa sua. Per me bisognerebbe proteggere un po’ di più i giocatori, Ranieri ha talmente tanta esperienza che sicuramente sta cercando di fare del suo meglio. Un allenatore vive di sensazioni e di situazioni proprio al minuto, nessuno sa come si allena Pellegrini, cosa si sono detti con Claudio. Però so quanto Lorenzo tenga alla Roma e so quello che ha fatto per non andare via quando in momenti migliori lo volevano tante squadre. Quali? Le più forti d’Europa, ti dico solo questo e mi fermo. Poi, ripeto, deve dare di più e non cercare scusanti perché è il capitano della Roma, un riferimento importante per tutti e ha delle responsabilità. Mi permetto di dire queste cose perché Lorenzo sa che rapporto abbiamo, il bene che gli voglio e quello che penso di lui».
C’è qualcosa che Daniele De Rossi ha sbagliato da allenatore della Roma?
«Ho parlato con Daniele, qualcosa mi ha raccontato, qualcosa no e certe cose ce le teniamo per noi. Penso che alla fine i risultati facciano sempre la differenza. Forse ha pagato che tra l’anno scorso e questo, le cose non stessero andando troppo bene, ma la domanda è: perché tre anni di contratto? Forse ha detto qualcosa che ha infastidito i Friedkin, forse pesavano la sua personalità e il legame con i tifosi, non so. Evidentemente c’è qualcosa che sfugge a tutti quanti, qualcosa che non sappiamo».
Mancini può essere l’uomo giusto l’anno prossimo?
«Roberto lo vedo bene in tante situazioni, l’ho sentito in questi giorni ed è sempre carico, ottimista, visionario. Quando parla di alcune squadre ha il sole negli occhi, Roma compresa perché è una squadra forte che può fare molto meglio, sicuramente giocare un buon calcio. Potrebbe esserne l’allenatore ideale, me lo auguro per tanti motivi».
Se ti dico Totti, cosa rispondi?
«Che è il stato calciatore italiano più completo con cui abbia giocato. Tra i più forti secondo me insieme a Baggio, Del Piero, Vieri, ma Francesco è stato il prototipo del giocatore moderno vent’anni prima. Ecco, mettiamola così: a livello di assist-man, bomber, personalità, carisma, probabilmente è stato il numero uno».
Ma si dice che non fosse un leader.
«In campo lo era assolutamente, ragazzi non scherziamo. In partita aveva una leadership impressionante senza parlare, sapevi che c’era, aveva carisma, voleva la palla, non aveva paura di niente. Anche Pirlo fuori dal campo non diceva una parola, non ti accorgevi nemmeno che ci fosse, ma se mi chiedi se lui e Totti sono stati dei leader la risposta è assolutamente sì».
Capello ha provato a fermarti quando sei andato all’Inter?
«Il primo mese sembravo suo figlio, mi diceva: “Aiutami con Candela che vuole andare via, aiutami perché faremo una grande squadra”. Considera che io e Delvecchio stavamo andando al Chelsea da Vialli e che anche Aldair era in parola con l’Inter, ma ho fatto quello che mi chiedeva. Poi di giovedì sera, il sabato iniziava il campionato, mi chiama Lele Oriali che già mi voleva portare al Bologna due anni prima e mi dice: «Verresti all’Inter?» Cado dalle nuvole, gli chiedo perché mi stia facendo questa domanda e lui mi risponde “Perché so che sei sul mercato”. Te la faccio breve, il venerdì sera sono a Milano, mi hanno venduto senza nemmeno farmi una telefonata, né Capello, né Sensi. Dicevo a mia moglie: ma è possibile che stia andando a Milano? È la prima volta che racconto questa storia, ho sofferto tantissimo perché non volevo andare via e invece… alla seconda di campionato c’è Roma-Inter e tutto lo stadio mi fischia dandomi del traditore. Nessuno dalla Roma si è sentito in dovere di avvisarmi, zero assoluto. Mamma mia, è stata una cosa orrenda».
KONÈ: “Il derby sarà una battaglia. Mai pentito di aver scelto la Roma, possiamo arrivare in fondo in Europa League”
IL ROMANISTA – Manu Koné ha rilasciato un’intervista al quotidiano a tinte giallorosse che sarà pubblicata domani e distribuita nell’edizione gratuita all’Olimpico. Questa un’anticipazione delle parole del centrocampista francese dal titolo “Mai pentito di aver scelto la Roma. Il derby sarà una battaglia, Ranieri un grande”.
Sul connazionale Guendouzi che domani sarà avversario nel derby: “In campo non ho amici, non faccio sconti a nessuno. Possiamo arrivare in fondo in Europa League”.
Proprio sul derby, Koné ha detto: “Ne ho giocati altri, ma tra squadre rivali e non un derby di città come questo. Per me sarà la prima volta, capisco che è qualcosa di enorme, ma veniamo da una bella prestazione. Cercheremo di fare del nostro meglio”.
Juric, altra sconfitta: il Southampton crolla in casa, 0-5 contro il Brentford
Altra sconfitta per Juric e il suo Southampton, questa volta però particolarmente pesante. La squadra allenata dall’ex tecnico giallorosso è crollata in casa, davanti ai propri tifosi: clamoroso 0-5 contro il Brentford. La classifica rimane disperata: la squadra di Juric ha soltanto 6 punti, con la penultima a quota 14.
— Southampton FC (@SouthamptonFC) January 4, 2025
Lazio: recuperati Noslin e Lazzari. Striscione a Formello: “Senza paura, la Nord vi guarda le spalle” (FOTO)
Baroni recupera due pedine in vista del derby di domani. Oggi pomeriggio la Lazio è scesa in campo per l’allenamento a porte aperte alla vigilia della stracittadina di domani e il tecnico biancoceleste ha recuperato Noslin e Lazzari, entrambi considerati in dubbio. Anche Castrovilli si è allenato con il gruppo.
A Formello i tifosi biancocelesti hanno esposto uno striscione che recita: “Senza paura ragazzi, la Nord vi guarda le spalle!”.
Striscione esposto dai ragazzi della Nord a Formello🩵🦅 pic.twitter.com/JiN2qdOrMG
— AllRoundLazio (@AllRoundLazio) January 4, 2025
Sabatini: “I Friedkin sbagliano a non affidarsi a dirigenti come Baldissoni. La Roma si guardi le spalle, la sconfitta nel derby sarebbe pericolosa per la classifica”
IL NEWYORKESE – Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma, ha rilasciato un’intervista al portale e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla sua avventura sotto la presidenza di James Pallotta e sul Derby della Capitale. Ecco le sue dichiarazioni.
Lei ha lavorato a Roma con una proprietà americana, sotto la presidenza di James Pallotta. Ad oggi tante proprietà americane sono sbarcate in Italia.
«La proprietà americana della Roma rappresentata da Pallotta potrei definirla la più europea, italiana, di quelle che ci sono state dopo: Pallotta è entrato subito nel contesto, ha voluto vivere in mezzo alla gente, capiva i problemi e se non li capiva se li faceva spiegare. A distanza di anni posso dire che Pallotta è stato un presidente americano ma molto vicino alla cultura italiana e al calcio europeo».
Eppure ricordo che all’epoca si rimproverava a Pallotta di non essere mai a Roma e di delegare tanto…
«Pallotta delegava ma se lo poteva permettere, perché aveva dirigenti di grande sensibilità e conoscenza, compreso me. Veniva spesso a Roma e incontrava spesso anche i tifosi. È stato un presidente importante. In quell’epoca l’ho anche un po’ sottovalutato ma lui non ha mai osteggiato operazioni di mercato, non ha mai chiesto cose che non potevano essere realizzate, ha sempre difeso gli allenatori e i dirigenti quindi è stato un ottimo presidente».
Pensa di essere stato più tutelato come dirigente di quanto non lo siano oggi i dirigenti di due società facenti capo a proprietà americane, Milan e Roma?
«Io sono stato molto rispettato ed è stata molto rispettata la mia autonomia, in questo senso sono stato molto fortunato, fortunatissimo. Oggi non è che non vengono tutelati i direttori sportivi: li hanno cancellati. Le nuove proprietà americane o i fondi americani non vogliono più il direttore sportivo: vogliono far loro con i loro scouting che si portano dietro». […]
Ivan Zazzaroni ai nostri microfoni ha detto che i modelli oggi vincenti delle proprietà americane in Italia sono quelli in cui il management è stato affidato a dirigenti italiani, come Atalanta e Inter. Anche Walter Sabatini pensa che sia questa la strada?
«Questa sarebbe la strada più consigliabile. Le faccio un esempio: Mauro Baldissoni è stato un grande direttore generale della Roma, bastava che i Friedkin l’avessero chiamato e tutti i guai che sono successi quest’anno nella gestione tecnica del gruppo non ci sarebbero stati. Appoggiarsi a qualcuno così è una cosa che i Friedkin non hanno fatto e sono certo che sia stato un errore». […]
Però è un dato di fatto che oggi le proprietà di Roma e Milan, Friedkin e Cardinale, non sono amate dai tifosi.
«Non è un segreto che i tifosi si vogliono sentire partecipi: una sensibilità evoluta coglie questa esigenza, soprattutto a Roma. Le squadre non sono delle proprietà ma della gente, e a Roma la gente ama la squadra, tanto che l’Olimpico fa il tutto esaurito tutte le partite. Ma questo privilegio non è stato sfruttato al massimo, perché la partecipazione, la gioia e l’entusiasmo dei tifosi vanno anche convogliati, invece non è successo né alla Roma né al Milan». […]
Ricordo che con Pallotta fu proprio lei a decidere di interrompere il rapporto…
«Decisi io perché Pallotta aveva chiesto a Franco Baldini di fare il suo consulente personale e non c’è nessun direttore sportivo che può accettare una soluzione come questa: tu fai il ds e combatti contro il mondo intero e il tuo presidente ha un suo consulente personale… Allora a che serve il direttore sportivo? Sia bene inteso, non ci sono colpe da parte di Baldini, che aveva solo accettato un’offerta, ma quando è successo io ho ringraziato e me ne sono andato». […]
Guardando avanti, domenica scenderanno in campo Roma e Lazio nel derby capitolino, lei che è stato dirigente di entrambe le squadre che partita si aspetta?
«Il derby è sempre derby, inutile chiarire l’importanza di una partita simile. Quello che posso dire è che in questo momento il risultato del derby di Roma determinerà effetti importanti. La Lazio sta vivendo un momento magico e perdere il derby sarebbe un colpo molto deludente per tutta la popolazione laziale, alla luce dello splendido campionato che stanno disputando i biancocelesti: una sconfitta rischierebbe di rappresentare un freno per una squadra lanciata. Per quanto riguarda la Roma il discorso è molto diverso perché un risultato negativo inciderebbe in maniera pericolosissima nella classifica, perché la Roma si deve guardare alle spalle: mi dispiace doverlo dire ma è una questione aritmetica. La Roma si deve guardare le spalle e deve vivere e affrontare il derby per il risultato».
Parlare di Roma che rischia di andare in Serie B non le sembra un esercizio retorico? Alla luce del valore della rosa intendo, rispetto alle competitor che lottano per non retrocedere. Per lei è un rischio concreto?
«Ma il calcio è una tragedia, io questo l’ho anche scritto, e come tragedia a volte procura danni irreparabili. Non credo neanche io, valutando il valore assoluto delle squadre, che la Roma possa rischiare però a volte le partite si perdono in maniera del tutto imprevedibile, per un episodio, un calcio d’angolo, un autogol, una situazione non controllabile. Allora speriamo…».
“Stronger Together”: una Befana giallorossa per i bambini della Parrocchia Sant’Atanasio (FOTO)
Una Befana speciale, tinta di giallorosso, quella che l’AS Roma ha voluto far trascorrere ai bambini di una delle tante parrocchie della Community romanista. Per iniziare il 2025 con il piede giusto e ribadire l’impegno sociale del Club sul territorio, i dipendenti dell’AS Roma hanno organizzato il primo appuntamento annuale del programma di volontariato “Stronger Together” avviando una raccolta interna di giocattoli – a cui hanno aderito anche i calciatori della prima squadra – da donare per questa occasione ai bambini della Parrocchia Sant’Atanasio, nel quartiere di Pietralata. Il 3 gennaio, alla presenza della Vice Presidente del IV Municipio Annarita Leobruni, una delegazione giallorossa guidata dalla mascotte Romolo ha poi provveduto alla consegna dando vita ad un anticipo di Epifania con una tombolata e l’immancabile distribuzione di dolciumi romanisti, gentilmente offerti dal licenziatario Icam, che sono stati donati anche ad altre parrocchie della Capitale. Una tradizione, quella della Befana in giallorosso, che si rinnova e che conferma la volontà dell’AS Roma di restituire alla propria Community l’affetto e l’attenzione che riceve incessantemente nel corso della stagione. Come una grande famiglia.
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(asroma.com)
Caicedo: “Il derby di Roma? Ne ho vissuti tanti, ma quello della Capitale è unico perché ti entra dentro”
RADIO LAZIALE – Felipe Caicedo, ex calciatore della Lazio, è intervenuto alla trasmissione della radio romana “Diario di Bordocampo” per parlare del derby di domenica. Ecco le sue parole.
Sul rapporto coi tifosi romanisti su X
“Non so perché si arrabbino tanto sinceramente. Lo sfottò ci sta, fa parte del calcio. Anche loro lo fanno con me, è così. Ci facciamo due risate, poi finisce lì”.
Sul derby di Roma
“Sono stato in diversi paesi, ma il derby a Roma è unico. Ho vissuto il derby di Manchester, di Milano, di Barcellona. Però a Roma si vive diversamente. Vai al ristorante e al supermercato e ti parlano del derby anche due-tre mesi prima. Ti entra proprio dentro. Inter-Milan è un derby pesante, ma non si vive. È una bella partita da giocare, da vedere, ma non è la stessa di quello di Roma”.
Sui battibecchi in campo
“Io e Fazio in campo ci dicevamo cose poco carine, non mi stava simpatico. Litigavamo però solamente in campo. Credo che fuori sia un bravo ragazzo”.