Tema stanchezza, risponde Gian Piero Gasperini. Alla vigilia della sfida tra Celtic e Roma, in programma domani sera al Celtic Park, il tecnico risponde in conferenza stampa sul tema stanchezza. “Dipende che tipo di stanchezza intende. Stanchezza fisica no, anche per i parametri che ci sono, ma sicuramente l’espressione delle partite è stata meno efficace di altre volte, però faccio fatica a intuire qual è il tipo di stanchezza se si gioca dopo 4 giorni. C’è anche la stanchezza nervosa, magari dovuta ad altre situazioni, ma sotto l’aspetto fisico e atletico è una squadra che corre fino alla fine“.
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VIDEO – Gasperini: “Attacco? Non siamo mai stati prolifici, probabilmente è una difficoltà strutturale”
Alla vigilia della sfida contro il Celtic in Europa League, in programma domani sera a Glasgow, Gian Piero Gasperini è tornato a parlare dei problemi offensivi della squadra. “Non siamo mai stati molto prolifici, tutto l’anno, probabilmente è una difficoltà strutturale, ma a sprazzi abbiamo avuto ottimi periodi – ha detto il tecnico giallorosso -. Con il Napoli era più difficile, a Cagliari c’erano situazioni non ideali, ma noi non siamo stati capaci di produrre situazioni pericolose, non è una questione di singolo o di un reparto, ma probabilmente come squadra dobbiamo ritornare a una migliore espressione di gioco che ci porta a delle conclusioni più pericolose”.
Celtic-Roma, GASPERINI: “Dybala è pronto, domani spazio a Pisilli. Stanchezza? Fisica no, ma siamo stati meno efficaci. Ferguson ha avuto tante opportunità”. HERMOSO: “Non ho parlato con Folorunsho, si commenta da solo” (FOTO e VIDEO)
Domani alle ore 21:00 andrà in scena allo Stadio Olimpico il delicatissimo match tra Celtic e Roma, valido per il quinto turno della fase campionato di Europa League. Oggi, giornata di vigilia, l’allenatore Gian Piero Gasperini sono intervenuti in conferenza stampa insieme a Mario Hermoso direttamente dalla sala stampa di Celtic Park, alle 18:30 italiane.
LE PAROLE DI GASPERINI
Disse che Dybala avrebbe potuto giocare anche 90′, poi a Cagliari la febbre. Domani è di nuovo pronto per giocare 90′?
“Un giocatore quando è guarito è in condizione di giocare. Dybala ha avuto un contrattempo, quando si supera…si allena da tanti mesi, tutti i giocatori sono in grado di giocare 90′“.
Contro il Napoli e il Cagliari la Roma è tornata poco a tirare in porta. Si tratta di un caso o è preoccupato? Ha chiesto ai suoi di essere più spregiudicati?
“Non siamo mai stati molto prolifici, tutto l’anno, probabilmente è una difficoltà strutturale, ma a sprazzi abbiamo avuto ottimi periodi. Con il Napoli era più difficile, a Cagliari c’erano situazioni non ideali, ma noi non siamo capaci di produrre, non è una questione di singolo, ma di reparto. Come squadra dobbiamo ritornare a una migliore espressione di gioco che ci porta a delle conclusioni più pericolose“.
La Roma ci è apparsa un pochino stanca. Esiste questo tema secondo i vostri parametri o è una nostra impressione?
“Dipende che tipo di stanchezza intende. Stanchezza fisica no, anche per i parametri che ci sono, ma sicuramente l’espressione delle partite è stata meno efficace di altre volte, però faccio fatica a intuire qual è il tipo di stanchezza se si gioca dopo 4 giorni. C’è anche la stanchezza nervosa, magari dovuta ad altre situazioni, ma sotto l’aspetto fisico e atletico è una squadra che corre fino alla fine“.
'Stanchezza? Se si intende fisica direi di no, ma siamo stati meno efficaci di altre volte. Magari può essere nervosa, ma fisico atletico no'#Gasperini #CelticRoma #asroma pic.twitter.com/YSa0oipyfB
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Che idea si è fatto di Ferguson? Pensa di dargli più spazio in Europa?
“Non ci sono antipatie o simpatie. Ci sono le prestazioni. Ferguson ha avuto tante opportunità, a parte quando era infortunato, lo vogliamo aspettare? Certo, è giovane, possiamo aspettare che abbia prestazioni migliori di quelle fornite finora. Non sul piano tecnico. Mario è l’esempio perfetto di questo. Non li conoscevo, ma le sue caratteristiche gli hanno permesso di diventare una colonna portante di questa squadra, non solo per le qualità tecniche, anche di spogliatoio, io mi auguro che sia così anche per Ferguson. Magari quello che non siamo stati in grado di fargli esprimere finora saremo in grado di farlo più avanti“.
'Ferguson? Non ci sono antipatie o simpatie. Parla il campo. Ferguson ha avuto tante chance, ha giocato tante volte, al netto degli infortuni. L'esempio di Hermoso è lampante: il suo modo nello spogliatoio, nel campo con gli avversari gli hanno permesso di essere una colonna…
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Cosa pensa del Celtic? Ha l’opportunità di fare doppietta dopo i Rangers.
“Sono un’ottima squadra, ho visto l’ultima partita, è stata una buona prestazione anche se hanno perso. Non è mai facile giocare in trasferta, in questo stadio meraviglioso che trasuda tradizione e storia. Domani mi auguro sarà una bella partita fra due squadre alla ricerca di quei punti che ora cominciano a pesare“.
In attacco ci sono stati diversi esperimenti: a che punto siamo per arrivare alla soluzione finale?
“Abbiamo avuto delle defezioni, anche lunghe, fra Dovbyk e Ferguson, ci hanno giocato loro, anche Dybala e Baldanzi, spesso per necessità. Quello che ha fatto spesso bene è Baldanzi, anche gli altri in modo alterno. Non è un problema solamente della punta, se abbiamo realizzato poco va generalizzato a tutti quanti, tutti dobbiamo fare meglio. Siamo rimasti all’assist di Mancini per Celik, dobbiamo ripartire da quello“.
Il Celtic con Nancy ha schierato una linea a 3, lei è l’artefice di questa difesa, o che l’ha resa così popolare. Quali sono i vantaggi in fase di impostazione? Cosa ha osservato nella prestazione del Celtic dietro?
“Per la prima volta sono stati bravi, anche i gol sono stati casuali, uno su calcio d’angolo. Hanno interpretato bene la partita, segno che ormai i moduli sono acquisiti, sono i dettagli che fanno la differenza più che il modulo in sé. In passato era l’Atalanta la novità, ora è più diffusa. Non so come giocherà domani il Celtic, però è una squadra che mi piace perché ha fatto una partita molto offensiva, aperta, poi il risultato non è stato positivo ma mi ha fatto un’ottima impressione“.
Lei ci dice che quando c’è la partita non pensa mai alla successiva. Non sappiamo se lunedì avrà Ndicka o El Aynaoui: ha novità? Potrebbe farli giocare perché potrebbe essere l’ultima prima della convocazione?
“Non abbiamo certezze, speriamo di averle domani perché lunedì è vicino. La società sta parlando con la Federazione. Posso dire che giocherà Celik, che è squalificato, vorrei dare spazio a Pisilli, per il resto dobbiamo essere una squadra molto attenta perché domani è una partita vera di Europa. Sul fatto di El Aynaoui, devo vedere se ha superato bene il problema al ginocchio che si sta trascinando e Ndicka può giocare ogni giorno (ride, nda), giocare ogni quattro è relativo“.
'Sui due in procinto di partire per la Coppa d'Africa non abbiamo novità, speriamo domani di averle. In linea di massima giocherà Celik, che sarà squalificato lunedì, e vorrei dare spazio a Pisilli. El Aynauoi devo valutare come si sente dopo il problema che si porta appresso al… pic.twitter.com/ICTSSBkLxB
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LE PAROLE DI HERMOSO
A Cagliari abbiamo visto cosa è successo: hai avuto modo di parlare con Folorunsho?
“Non abbiamo parlato, non spetta a me commentare quello che è successo, si commenta tutto da sé. Spetta alla Lega decidere fino a che punto determinati atteggiamenti sono accettabili”
'Non ho avuto nessun chiarimento nè conversazione con Folurunsho dopo la partita. È un tema delicato. Sono parole pesanti e se ne deve occupare la Lega e chi se ne occupa'#Hermoso #asroma #CelticRoma pic.twitter.com/SXru48IAFg
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Ti sei mai sentito fuori dal progetto?
“Quando sono arrivato qui a Roma, sono arrivato in un momento difficile per il club. Ci sono stati diversi cambi di allenatori, perché ho vissuto dei mesi complicati sia a livello sportivo che personale. Nel mercato di gennaio ho avuto l’occasione di andare a giocare al Leverkusen e quindi ho ritrovato quelle sensazioni di cui un calciatore ha bisogno. Mi sono sentito importante e fino all’infortunio, diciamo, tutto è andato per il meglio. In vista della nuova stagione, era chiaro che, alla luce dei precedenti negativi avuti nella prima parentesi alla Roma, era difficile per me poter pensare di continuare. Mi sembrava anche che il club stesse cercando dei profili diversi e più interessanti per il progetto che avevano intrapreso, ma quando è iniziata la nuova stagione, grazie al mister, grazie a un colloquio che abbiamo avuto già dal primo giorno, in cui io avevo chiesto di avere l’opportunità di fare un precampionato normale, una preparazione, cosa che non avevo potuto fare nella stagione precedente. Il mister mi ha dato questa opportunità, mi ha detto che mi avrebbe giudicato sulla base del lavoro fatto quotidianamente in campo. Gli sono molto grato, mi ha fatto sentire di nuovo quel piacere di allenarmi, di giocare, di affrontare le sfide senza paura. In questo senso, sento che siamo due persone simili, persone che vanno dritte per la loro strada, senza paura, senza timore. Alla luce di tutto questo, spero di poter continuare questo rapporto, questa collaborazione ancora a lungo, e mi pare che anche i risultati si stiano vedendo a livello mio personale e di squadra“.
'Ho sofferto all'inizio a Roma poi a Leverkusen mi sono di nuovo sentito importante. Tornato, pensavo fosse difficile continuare qui, ma grazie al mister e ad un colloquio, in cui chiedevo di poter fare il ritiro intero, sono cambiate le cose. Gli sono grato. Siamo simili nella…
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La cosa che stupiva l’anno scorso, ricordando il calciatore che eri stato a Madrid, è che sembravi diverso. Quest’anno nella Roma abbiamo ritrovato caratteristiche avevi. A parte le differenze fra tecnici, hai trovato caratteristiche comuni tra i due?
“Come è stato detto pochi minuti fa, il mister è stato uno dei primi a introdurre la difesa a 3, per difendere e per impostare, creare lo spazio per centrocampisti e attaccanti, con continui inserimenti. Mi adatto bene a questo calcio, mi piace, con o senza palla. A livello fisico quando sono arrivato non era un buon momento per me. L’affinità con Simeone è la grande capacità di saper trasmettere alla squadra dentro al campo e nello spogliatoio a gruppi di calciatori con lingue diverse, culture diverse, modi diversi di intendere il calcio. Si tratta di un’operazione complessa, è far andare tutti nella stessa direzione“.
Riise: “La Roma può arrivare in Champions, sono fiducioso. L’atmosfera al Celtic Park può essere un fattore”
FOOTITALIA.COM – John Arne Riise, ex terzino sinistro della Roma, ha rilasciato un’intervista al portale e tra i vari temi trattati si è soffermato sul rendimento della squadra di Gian Piero Gasperini e sulla partita contro il Celtic. Ecco le sue dichiarazioni.
Cosa ne pensi della nuova Roma di Gasperini? Riuscirà a qualificarsi per la Champions League?
“Penso che abbia avuto un buon inizio. La sconfitta contro il Napoli è stato un piccolo contrattempo, ma sono abbastanza fiducioso che la Roma possa entrare tra le prime quattro e rimanerci. Penso che questo sia un grande obiettivo. Sono rimasto impressionato dal loro inizio di stagione e spero che possano continuare così”.
Tsimikas e Angelino giocano attualmente sulla tua fascia. Ti piacciono questi giocatori?
“Ad essere sincero, non ero un grande fan di Tsimikas al Liverpool. Ho pensato che fosse positivo che avesse accettato una nuova sfida, perché non ero del tutto convinto che sarebbe riuscito a raggiungere il livello richiesto al Liverpool. È un buon giocatore, ovviamente, ma al Liverpool non è riuscito a esprimersi al meglio ed era ora di cambiare. Mi piacciono entrambi i giocatori, ma spero che possano dare il meglio di loro alla Roma, così come spero che Kerkez possa dare il meglio di sé al Liverpool. Devono dimostrare di meritarsi un posto da titolare alla Roma”.
La Roma è alla ricerca di un attaccante a gennaio. Si parla del futuro di Dybala e Ferguson: li terresti?
“È difficile con Dybala, perché è un grande giocatore. Inoltre Ferguson ha grande potenziale, ma i top club sono sempre alla ricerca di nuovi giocatori e se non rendi al meglio per un periodo di tempo prolungato cercano un sostituto. Non sono ancora del tutto sicuro di Ferguson perché non l’ho visto abbastanza, ma non è stato eccezionale. Dybala, invece, è molto ben inserito lì. Non so se andrà via o meno, ma mi piacerebbe che restasse. Penso però che la Roma dovrebbe cercare dei sostituti, almeno per stimolarli e per avere maggiore competizione. Se non riescono a rendere per un periodo lungo, però, dovranno andarsene”.
Pensi che Ferguson possa tornare in Inghilterra a gennaio? Potrebbe essere il profilo adatto per il Fulham?
“Sarebbe un trasferimento interessante. Se Evan decidesse di lasciare la Roma, dovrebbe andare in un posto dove abbia anche più possibilità di giocare. Si tratta di un buon giocatore e il Fulham potrebbe essere il tipo di squadra in cui potrebbe dare il meglio di sé. Potrebbe trarne vantaggio, perché lì i giocatori vengono seguiti con attenzione. I tifosi gli darebbero tempo. Quindi potrebbe essere un’ottima mossa per lui”.
Celtic-Roma?
“Giocare contro i Rangers è diverso rispetto al Celtic. C’è più pressione quando affronti il Celtic e il pubblico è molto caldo. La Roma arriverà lì e giocherà con uno stile diverso da quello a cui è abituato il Celtic. Contro il Celtic sarà una partita molto veloce. Ma sono abbastanza fiducioso che la Roma possa giocare una grande partita e ottenere un buon risultato contro di loro. Ma una cosa è certa, l’atmosfera al Celtic Park è pazzesca. Questo potrebbe essere un fattore importante per la Roma, perché lo Stadio Olimpico è un grande stadio con una pista di atletica che separa il pubblico dal campo. Il Celtic Park è più chiuso, quindi la pressione può essere un fattore importante”.
La Roma ha ottenuto risultati discreti in trasferta in Europa. Pensi che quest’anno riuscirà a conquistare 6 punti su 6 a Glasgow in Europa League?
“Penso proprio di sì. Penso che la Roma abbia avuto un buon rendimento finora. L’unica cosa che potrebbe essere difficile, secondo me, è capire se riuscirà a gestire lo stile di gioco del Celtic e l’atmosfera dello stadio. So per esperienza che i giocatori del Celtic partiranno dal fischio d’inizio per travolgerti, cercando di creare occasioni e ottenere il sostegno dei tifosi e questo potrebbe essere intimidatorio se non sai come reagire. Ma questa è l’unica cosa che mi preoccuperebbe. A parte questo, sono fiducioso che la Roma possa ottenere la vittoria”.
Evan Ferguson è stato accostato anche al Celtic…
“È difficile per i giocatori che arrivano da un altro paese giocare bene fin da subito. Non sta segnando e al momento sta faticando alla Roma. Forse gli piacerebbe andare al Celtic, non ne sono sicuro. Ma al momento non sta vivendo un grande momento alla Roma. Quindi non mi sorprenderebbe se cercasse di cambiare club e ricominciare da qualche altra parte. È un peccato perché quando ha iniziato la sua carriera tutti erano entusiasti di lui. La gente diceva che sarebbe stato il nuovo Harry Kane, ma ha avuto sfortuna con gli infortuni e non è riuscito a trovare il ritmo giusto nelle ultime due stagioni”.
Nainggolan: “L’addio alla Roma la scelta peggiore della mia vita, ma non potevo fare diversamente. Monchi voleva vendermi in Turchia”
RADIO ROMANISTA – Radja Nainggolan, ex centrocampista della Roma, è stato invitato come ospite nel corso della prima puntata di “S.R.Q.R – Sono Romanisti e Quasi Romani” e tra i vari temi trattati si è soffermato su diversi episodi della sua carriera in giallorosso. Ecco le sue parole.
Juventus-Roma 3-2 del 5 ottobre 2015?
“Fecero bene a mandare Totti ai microfoni perché io avrei fatto di peggio. Quella sconfitta ci tolse energia oltre a causarci un contraccolpo psicologico. Quella sera capimmo che non avremmo mai potuto vincere lo scudetto”.
Il mio stile di vita?
“Avevo bisogno di star bene fuori dal campo per poi ribaltare gli avversari la domenica. Non potevo fare casa-campo e campo-casa, perché non sono uno che va in chiesa. Sono un altro tipo di persona. Spalletti? Lo rispettavo molto sia come tecnico che come uomo. Una volta dormì tre notti a Trigoria con me per evitare che mi distraessi”.
Roma-Barcellona?
“Giocai il ritorno da infortunato e infatti fui sostituito al 77′ ma volevo esserci e i miei compagni mi chiedevano di giocare. De Rossi e Kolarov ci caricarono in settimana e poi fecero un discorso nello spogliatoio prima del fischio iniziale. Manolas? Non ci credeva e fece il gol decisivo. Il calcio è strano davvero. Kostas però ha preso più cazzotti in quell’esultanza che in tutta la sua vita”.
L’addio alla Roma?
“Andar via da qui è stata la scelta peggiore della mia vita ma non potevo fare diversamente per rispetto del mio carattere e della mia persona”.
Monchi?
“Avevo un bel rapporto con lui, addirittura mi chiedeva consigli su chi avremmo dovuto comprare. Poi però, mentre ero in vacanza, un agente mi chiamò dalla Turchia per comunicarmi le offerte che erano arrivate da Galatasaray, Fenerbahce e Besiktas. Io non capivo cosa stesse accadendo e neanche il mio procuratore sapeva nulla. Quando richiamai questo intermediario, mi disse che il direttore sportivo della Roma gli aveva dato mandato di vendermi in Turchia. A quel punto era tutto chiaro. Ho chiamato Monchi e gli ho detto che se voleva che andassi via mi sarei scelto da solo la squadra. E andai all’Inter dove c’era Spalletti. Se avessi saputo che Monchi se ne sarebbe andato dopo sei mesi, sarei anche rimasto. Però questo non potevo prevederlo. Sono fatto così, non posso vivere la quotidianità al fianco di una persona che non stimo e che si è comportato da bugiardo con me. Inoltre, non ero solo io ad avere problemi con lui. La squadra era stata costruita da Sabatini, uno dei più grandi esperti di calcio che abbia mai conosciuto. Monchi voleva vendere tutti, soprattutto Dzeko che era uno dei giocatori più forti. Edin lo voleva cedere in ogni finestra di mercato. Non è normale che un dirigente voglia cedere giocatori così importanti”.
Petrachi: “Parlai con Conte, Gasperini e De Zerbi prima di prendere Fonseca. Proposi a Totti di diventare il mio braccio destro”
DOPPIO PASSO PODCAST – Torna a parlare Gianluca Petrachi. L’ex ds della Roma, in una lunga intervista, ha raccontato interessanti retroscena sulla scelta di Fonseca come allenatore giallorosso. Le sue parole: “Fonseca lo avevo seguito, era un allenatore che mi intrigava. Vedevo che le sue squadre erano codificate. Però nella lista era l’ultimo. Parlai sia con Conte che con Gasperini. Con Antonio c’è stato sempre un legame forte, sarebbe venuto. Poi si confrontò con la proprietà, lo feci parlare con il presidente Pallotta ma alla fine c’era qualcosa che non quadrava. Per me Conte o Gasperini erano due scelte prioritarie, uno era un amico, l’altro un allenatore conoscente ma che stimavo molto e volevo già portare al Torino. Conte ad un certo punto mi disse che la situazione non lo convinceva del tutto, non vedeva quella voglia di vincere, avevamo già visto qualcosa della squadra. Così come con Gasperini, che fu onesto perché aveva ancora un altro anno con la famiglia Percassi e alcune cose nel club non gli piacevano. La terza scelta era De Zerbi, che però aveva già dato la parola d’onore a Squinzi e non lo volle tradire. Poi naturalmente parlammo di Fonseca. Lo incontrai prima, ci furono dei contatti, poi si formalizzò la cosa. Come allenatore mi piace tutt’ora, 70 punti con la Roma non li ha fatti più nessuno dopo di lui. Se avesse avuto più carattere avrebbe fatto meglio” Poi un altro retroscena su Totti: “Se lo avessi avuto accanto forse la storia sarebbe andata diversamente. Gli chiesi di rimanere al mio fianco e di essere il mio braccio destro”
Atalanta, si ferma Bellanova: infortunio muscolare al flessore, da valutare per il match con la Roma
L’Atalanta dovrà fare i conti con l’infortunio di Raoul Bellanova. L’esterno nerazzurro è stato costretto a lasciare il campo dopo appena 16 minuti durante la sfida di Champions League contro il Chelsea, a causa di un problema muscolare al flessore. Il giocatore si è accasciato a terra dopo una corsa sulla fascia ed è stato immediatamente sostituito da Davide Zappacosta, rientrando subito negli spogliatoi.
Le condizioni di Bellanova saranno valutate nelle prossime ore, ma la sua presenza è ovviamente in dubbio per i prossimi impegni, inclusa la sfida di campionato contro la Roma, in programma il prossimo 3 gennaio.
Cucinelli: “Sono tifoso un po’ dell’Inter e un po’ della Juve, ma vorrei lo Scudetto lo vincesse la Roma”
RAI RADIO 1 – Brunello Cucinelli, stilista, imprenditore e re del cachemire, è stato ospite della trasmissione radiofonica. Ecco le sue parole:
“Il calcio? Sono tifoso un po’ dell’Inter e un po’ della Juve, quest’anno però mi piacerebbe lo scudetto fosse della Roma, una squadra che non vince da tanto tempo. Se sono molto amico con Allegri? Si, e vi rivelo una cosa. A Max avevano proposto di andare ad allenare ad Abu Dhabi e mi aveva chiesto cosa ne pensassi. Gli ho detto: tu a casa hai delle belle finestre, vero? Fai così, mettici un grande cartello coi soldi che ti danno e al mattino, quando ti svegli, guarderai quei soldi… E lui ha scelto di non andarci“.
Benfica-Napoli, Mourinho: “Le loro assenze? Non fatemi ridere. Non guardo le partite del campionato italiano”
Alla vigilia della sfida di Champions League del suo Benfica contro il Napoli di Antonio Conte, José Mourinho ha parlato in conferenza stampa. Ecco le parole dell’ex tecnico giallorosso, tra le altre:
“Le assenze del Napoli? Non fatemi ridere con i giocatori che mancano. Non c’è Lukaku? C’è Hojlund. Non c’è Hojlund? C’è Lucca. Non c’è De Bruyne? C’è McTominay. Io ho delle assenze pesanti ma non voglio piangere. La panchina del Napoli è diversa, se vedete chi gioca dimenticate chi manca. E cambiando il sistema di gioco sono diventati una squadra migliore“.
Sul campionato italiano: “Contro lo Sporting abbiamo fatto una buona partita, siamo stati più forti contro un avversario che ha vinto due campionati di fila. Con il Chelsea è stata un’ottima partita, abbiamo perso per un autogol così come in campionato. Abbiamo perso sempre a causa di errori individuali. Nell’organizzazione tattica la squadra è più forte. Meglio il campionato portoghese o quello italiano? Non guardo le partite del campionato italiano, mi concentro sul mio. Generalmente in Italia c’è una cultura tattica altissima, gli allenatori lavorano tutti molto bene sull’aspetto tattico. C’è una cultura importante sulle marcature individuali, una fisicità adattata a questo tipo di gioco“.
Florenzi: “Vorrei rigiocare Roma-Liverpool, ma questa volta con il VAR” (VIDEO)
Alessandro Florenzi, in un’intervista rilasciata ai canali social della World Soccer Agency, è tornato sulla semifinale di Champions League contro il Liverpool del 2018. Le sue parole: “La partita che vorrei rigiocare? Roma-Liverpool ma con il VAR. Sarebbe potuto cambiare qualcosa perché c’era un fallo di mano con rosso e con quel rigore saremmo andati sul 3-2. Mancavano due gol e avevamo 30000 tifosi assatanati dietro. Quella Roma era forte ma non vinceva perché c’era la Juve che faceva 104 punti”.