Calciomercato Roma, Gollini sempre più vicino: chiusura nel weekend e contratto fino al 2027. Operazione da 1 milione di euro

Gollini alla Roma si fa sempre più possibile. La proposta dell’Al Shabaab, che si era avvicinata al portiere, non ha convinto il 29enne del Genoa. Nel weekend, allora, viene data in chiusura la trattativa con la Roma con un contratto fino al 2027 che legherà Gollini al club giallorosso.


Come aggiunto dalla giornalista Eleonora Trotta di calciomercato.it, Gollini è sempre più vicino al trasferimento alla Roma.


Come fa sapere il giornalista Lorenzo Canicchio, l’operazione che porterà Gollini alla Roma si aggirerà sul milione di euro.

AS Roma, i Friedkin rinviano di un anno l’aumento di capitale: aggiunti 130 milioni

Zitti zitti i Friedkin non hanno chiuso l’aumento di capitale della As Roma fino a 520 milioni di euro previsto entro il 31 dicembre 2024 e l’hanno rinviato di un anno, stabilendo che il nuovo apporto di capitale in una o più tranches potrà avvenire fino a raggiungere un massimo di 650 milioni di euro, quindi 130 milioni di euro oltre le originarie previsioni.

L’attuale capitale sociale della As Roma risulta sottoscritto e versato per 93.942.205,19 euro ma è largamente insufficiente rispetto alle condizioni patrimoniali della società. Secondo l’ultimo bilancio della squadra di calcio della capitale al 30 giugno 2024 dopo avere registrato una perdita operativa di 81,3 milioni di euro il patrimonio netto consolidato della As Roma risultava essere negativo di 407,7 milioni di euro. La Romulus and Remus investments Llc, controllata dalla Need dei Friedkin, negli ultimi due anni ha erogato alla società 322,5 milioni di euro di finanziamenti (235 milioni nel 2022-23 e 90 milioni nel 2023- 24) a cui si sono aggiunti fino a metà dicembre altri 10 milioni di euro, ma gran parte di queste somme sono state utilizzate per il rimborso del prestito obbligazionario emesso nel 2019.

Per fare fronte al grave squilibrio patrimoniale i proprietari americani della squadra di calcio della capitale nell’ultimo anno hanno deciso di convertire 110,076 milioni di euro di debiti della società verso i soci (quindi verso i Friedkin) in riserva azionisti in conto futuro aumento di capitale della società. Questa voce, dopo precedenti scelte simili, ammonta oggi in bilancio a 505,427 milioni di euro. […]

(open.online)

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Tancredi: “Lo Scudetto nel 1983? Quella squadra era costruita per trionfare. Forse con il VAR avremmo vinto la Coppa dei Campioni e qualche campionato in più…”

ASROMA.COM – Franco Tancredi, ex portiere della Roma, ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali del club nel corso del podcast “Serie A Preview” e ha ricordato tutti i momenti vissuti con la maglia giallorossa tra cui la vittoria dello Scudetto nel 1983. Ecco le sue parole.

Sei ancora un mito per tutte le generazioni dei tifosi della Roma…
“Sono orgoglioso e felice di essere stato un portiere che ha fatto il bene di questa eccellente società. Non finirò mai di ringraziarvi, soprattutto la società e il presidente Dino Viola. Abbiamo fatto qualcosa di importante, ma ci è mancato qualcosina per entrare nella storia e mi riferisco alla Coppa dei Campioni. Mi è rimasta sul groppone quella finale”.

Il percorso di quella squadra è stato splendido…
“Sì perché è stato programmato tutto. Ci è mancato poco, è stato un percorso mirato a partire dalla vittoria della Coppa Italia fino alla finale della Coppa dei Campioni. Quella sera mi è mancato qualcosa… Inoltre avevamo dei rigoristi fantastici come Maldera, Cerezo, Pruzzo. Siamo stati sfortunati e la fortuna serve”.

Hai scoperto di essere diventato un giocatore della Roma alla radio?
“Sì. Ero con mia moglie e mia suocera, il mercato chiudeva alle 18 e io ero seguito da diverse squadre. Quando sentimmo l’offerta della Roma eravamo tutti felici, c’era anche la possibilità di stare vicino casa e inoltre mi affascinava venire a giocare nella Capitale. Questo è stato un colpo di fortuna”.

Hai giocato 288 partite con la Roma, di cui 258 consecutive…
“Ci tengo tantissimo. Ho giocato quasi sempre e devo ringraziare anche Liedholm, il quale mi ha aiutato tantissimo e mi ha dato la possibilità di arrivare ad alti livelli. A volte sentivo la necessità di riposare, ma lui non voleva. Ha avuto grande coraggio perché mise fuori squadra Paolo Conti, che reputo un grande portiere. Ha scelto me e non mi ha più tolto. Va detto che si facevano 30 partite e non 38 in un campionato”.

Ti vedi ancora con i tuoi ex compagni di squadra?
“Sì, io sono entrato da 6/7 mesi ed è veramente fantastico. Ci divertiamo e andiamo a mangiare sempre al ristorante per ritrovarci. Con noi viene anche Bruno Giordano. Parliamo di calcio e a Giordano ricordo sempre che gli ho parato un rigore al derby (ride, ndr).

Segui ancora il calcio?
“Sono aggiornato e vedo con piacere, anche se è un altro calcio. C’è tutta un’altra tensione e situazione, ora i calciatori girano parecchio. Fanno i professionisti, i calciatori non hanno più la possibilità di avere un giorno libero e giocano sempre. Sono dei piccoli Superman, giocano tantissimo e lo fanno a grandi livelli e velocità”.

Con il calcio di oggi avresti almeno il doppio delle presenze…
“Prima c’era il portiere titolare e poi la riserva fissa, mentre ora spesso si alternano nelle coppe”.

Quando viene nominato il Genoa ai tifosi della Roma viene solo un ricordo: 8 maggio 1983, Roma Campione d’Italia.
“L’abbiamo voluto, il presidente Viola e Liedholm l’avevano programmato. Forse avremmo potuto fare qualcosa in più in campionato se ci fosse stato il VAR, perché il gol di Turone era valido. E forse anche la Coppa dei Campioni, perché non fu fischiato il fallo su di me per la regola del vantaggio… La cosa più bella dopo la partita di Genova è quando siamo arrivati a Ciampino e c’era tutta la gente in piazza, c’era un entusiasmo incredibile. Abbiamo meritato quello Scudetto e ammazzato sul piano del gioco e della personalità. Quella era una squadra fatta per vincere, anche gli avversari hanno riconosciuto la nostra grandezza”.

Avete regalato una gioia incredibile ai tifosi della Roma.
“Come posso dimenticare lo striscione fatto per me quando tornai all’Olimpico con la maglia del Torino nell’ultimo anno in cui ho giocato a calcio? Ti ripaga di tutti i sacrifici che hai fatto, è indimenticabile quello striscione e lo porto sempre nel mio cuore. Mi ha emozionato, la maggior parte delle emozioni che ho provato nella vita le devo a questa città e questa società. Poi sono diventato preparatore dei portieri e ho girato il mondo, ma non c’è paragone con ciò che è stato fatto nel 1983.

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Roma Under 17: in prova Condinho, attaccante classe 2008 dell’Union Saint-Gilloise

La Roma Under 17 è a caccia di rinforzi in vista del futuro e l’ultimo nome arrivato al centro sportivo ‘Fulvio Bernardini’ di Trigoria è Condinho Dos Santos Ntemo. Come rivelato dal portale, il centravanti classe 2008 di proprietà dell’Union Saint-Gilloise è stato in prova nella Capitale dal 13 al 16 gennaio. Il giovane attaccante è dotato di una struttura fisica pazzesca, dato che è alto ben 187 centimetri.

(gazzettaregionale.it)

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Sole spento

LR24 (AUGUSTO CIARDI) Tornare nel calcio elitario. Nel calcio che conta. Sotto i riflettori, al piano attico, con vista panoramica mozzafiato. Gli intenti sono manifestati da Claudio Ranieri, che non parla a caso ma mette in prosa ciò che il ventriloquo Friedkin trasmette ai suoi dirigenti (al suo dirigente e consigliere). La Roma da troppo tempo fa la muffa nel sottoscala. Un anno fa si spegneva il faro Mourinho, e attenzione, nota a margine dedicata ai beoti che sono pronti vomitare bile e a dare l’assalto perché stiamo nominando Mourinho, parliamo, ma molti non capiranno, del faro mediatico che un personaggio come lui monta quando sposa un progetto.

Da un anno la Roma è crollata nella classifica dell’interesse al pari di quanto è crollata nella classifica del campionato. Un’ecatombe mediatica e sportiva che somiglia a una caporetto. Conseguenza? Da mesi fanno più notizia la Fiorentina e il Bologna che la Roma. Un tempo per guardare la sintesi delle partite gli appassionati di calcio avevano a disposizione, dopo le ore venti, soltanto Domenica Sprint e La Domenica Sportiva. Ecco, fossimo a fine anni ottanta o a inizio anni novanta, per vedere la sintesi della Roma avremmo dovuto aspettare quasi i titoli di coda. E se la partita in questione fosse stata Roma-Genoa di stasera, la sintesi sarebbe durata quaranta secondi. Oscurantismo calcistico.

Lo stadio continua a riempirsi, sold out o meno, che si giochi il venerdì o la domenica pomeriggio, ma il calcio del terzo millennio, che sta attento anche all’orario in cui i club pubblicano i post di condoglianze sui social, registra una Roma che non fa notizia, che non dà spunti per le prime pagine. Una Roma poco competitiva in campo e mai virale fuori dal campo. Quattro anni fa l’eco dell’annuncio di Mourinho travolgeva i cinque continenti. Poi ci fu il frastuono degli ingaggi di Dybala e Lukaku. Ma attenzione, si può fare notizia e calcio anche senza Mourinho, Dybala e Lukaku. Servono però i risultati. A cui si arriva grazie ad allenatori di grido, e possibilmente con calciatori che non contribuiscano soltanto a mantenere alto il livello della mediocrità sportiva a cui la Roma si è oramai assuefatta. E che ha disarmato gran parte di una piazza che nei primi cinque mesi di stagione si è spesso approcciata alle partite con rassegnazione.

Dan Friedkin deve riaccendere i fari sulla Roma. È di vitale importanza. Questo è l’unico indotto virtuoso da curare. La Roma non può permettersi di stare nel seminterrato del campionato. Non può avere meno visibilità sul mercato del Como che spende e spande. L’indifferenza uccide chi vive sotto i riflettori. Che da troppo sono spenti. Può considerarti il più bravo e il più bello. Se non hai riscontri, se non hai seguito, se non fai parlare di te mai, né per virtuosismi né per vizi, sei un flop. Senza se e senza ma. Senza appello. E la Roma oramai non fa più notizia manco quando perde.

In the box – @augustociardi75

Nuovo stadio, a metà febbraio arriva il progetto

IL ROMANISTA (A. DE ANGELIS) – Tutto procede per il verso giusto ed entro poche settimane potremo vedere il progetto definitivo per il nuovo stadio della Roma a Pietralata. Sembrano infatti risolte le questioni principali che stavano rallentando l’iter progettuale, su tutte quelle relative alla viabilità e alla mobilità.

In questi ultimi mesi sono proseguiti incessantemente i tavoli tecnici che hanno visto coinvolti gli incaricati del Comune di Roma e quelli della società giallorossa. Sarà interessante capire quali soluzioni saranno state trovate per permettere al 50% dei tifosi di raggiungere lo stadio con i mezzi pubblici (come previsto dalla delibera di pubblico interesse), come pure quelle relative ai parcheggi, o ancora come far coesistere l’impianto con le realtà circostanti, su tutte l’Ospedale Pertini su via dei Monti Tiburtini. Non preoccupa invece la problematica sollevata sulla presenza di un bosco urbano, su cui la Procura ha aperto un fascicolo. […]

La data buona in questo senso resta quella fissata (tra mille indiscrezioni e mai ufficialmente) già in passato, ovvero la seconda metà di febbraio. Data che permetterebbe anche di insediare nel frattempo il nuovo amministratore delegato della Roma (si continua a puntare su Alessandro Antonello dell’Inter), che potrebbe così presentare il progetto come primo atto della sua nuova avventura.

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Righetti: “Allegri? L’Arabia fa gola ma non credo andrà lì”

RADIO ROMANISTA – Ubaldo Righetti, notoriamente vicino a Massimiliano Allegri, ha commentato così le ultime indiscrezioni che vedrebbero l’ex allenatore della Juventus, accostato anche alla Roma, in procinto di accordarsi con l’Al Ahli per la prossima stagione: “No, alle 8.30 di questa mattina mi sembra che non sia vero. Ma ci siamo solamente sentiti per messaggio, doveva accompagnare il figlio a scuola. Se facciamo un discorso sulla Serie A dove potrebbe andare? Alla Juve no, l’Inter ha Inzaghi che non credo se ne andrà. Al Milan hanno impostato un lavoro a lungo termine con Conceicao e non credo abbia un gran rapporto con Ibra. A Napoli no, c’è Conte e anche senza di lui, non so se è convinto. So che c’era stata la Lazio qualche anno fa, ma al momento se analizziamo c’è la Roma e basta.

Ha continuato poi Righetti: “Ovviamente prende in considerazione l’estero, ha anche accelerato i corsi di inglese. Il Real Madrid? Non lo so, lui una volta l’ha rifiutato. Ogni momento comunque può essere quello giusto, non so cosa gli passi per la testa. Il panorama in Italia è quasi chiuso, e c’è questa situazione in Arabia che fa gola a tutti: guarda Pioli”.

Lazio-Udinese: scommesse anomale, indagato Okoye

Un’indagine della Procura di Udine scuote l’ambiente calcistico. Sullo sfondo c’è un flusso di scommesse anomale riferite a una delle partite dell’Udinese giocata durante lo scorso campionato. Nel registro degli indagati sono finiti il portiere bianconero Maduka Okoye, venticinquenne tedesco naturalizzato nigeriano, e Diego Giordano, imprenditore quarantenne, titolare della pizzeria Biffi di via Poscolle. Un locale quasi giornalmente frequentato dai giocatori e, occasionalmente, dai dirigenti dell’Udinese. L’accusa nei confronti dei due indagati è quella di truffa. Non è escluso che nelle prossime settimane possa aumentare il numero delle persone inquisite.

A far scattare l’indagine è stata una segnalazione giunta dalla Sisal per una serie di scommesse per importi rilevanti legata all’ammonizione dell’estremo difensore bianconero durante la partita tra Lazio e Udinese dell’11 marzo 2024. Un match vinto dai bianconeri per 2 a 1. Okoye venne ammonito dall’arbitro al diciannovesimo della ripresa per perdita di tempo. Un gesto normale per guadagnare qualche minuto quando la propria squadra vince, che diventa sospetto se però qualcuno, su quel cartellino, scommette del denaro. A rilevare la concretizzazione del sospetto è stata la Sisal, attraverso l’algoritmo creato proprio per individuare le anomalie nelle giocate, società che ha quindi segnalato la singolarità delle scommesse alle autorità competenti. È così che ha preso il via l’indagine che, su tutto, punta a verificare i rapporti intercorsi tra il calciatore e l’imprenditore prima della partita, e anche se tra loro ci sia stato un accordo per far andare a buon fine le puntate.

Gli indagati sono venuti a conoscenza dell’attività della Procura alla fine di dicembre. Okoye si è affidato all’avvocato Maurizio Conti, mentre Giordano al legale Vincenzo Cinque. La Procura ha dato mandato al personale della questura di Udine di eseguire gli accertamenti necessari.  In particolare ci sono state delle perquisizioni negli immobili frequentati dagli indagati alla ricerca delle ricevute delle giocate, ed è stato copiato il contenuto delle chat dei telefoni cellulari per scovare eventuali intese. Da quanto è emerso potrebbe esserci stato un accordo verbale tra le parti siglato durante uno dei tanti momenti conviviali ai Biffi, poi concretizzatosi in uno dei punti Sisal della città qualche giorno prima della partita tra Lazio e Udinese.

Chi indaga sta cercando anche di capire se la vicenda abbia coinvolto la criminalità organizzata, se si sia trattato di un caso isolato oppure di un tassello di un puzzle più ampio e diffuso.

I difensori di Okoye e di Giordano ostentano tranquillità. «La vicenda sta assumendo contorni più grandi di quelli che ha – è il commento di Cinque –. Il fatto contestato è totalmente insussistente». Per il legale dell’imprenditore il fatto contestato, e cioè l’ammonizione del portiere durante la partita dell’Olimpico, rappresenta un normale episodio di gioco, non diverso da altri che avvengono ogni domenica, che, tra l’altro, non ha avuto ripercussioni sul risultato finale.  «Il mio cliente è sereno – sono le parole dell’avvocato di Okoye, Conti –, al momento opportuno forniremo tutti i chiarimenti del caso. La questione è piuttosto delicata».

In questa fase di indagine la società bianconera resta alla finestra, nell’attesa di chiarire i contorni della vicenda, che potrebbe chiudersi con un nulla di fatto e quindi con un’archiviazione, o con un rinvio a giudizio.

(Messaggero Veneto)

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Serie America: così il calcio italiano si è arreso agli yankee

[…] Con la cessione del Verona agli americani di Presidio Investors sono diventate 11 le proprietà straniere in Serie A: più della metà. A fare la voce grossa sono le società a guida nordamericana, già 9, quasi la metà del totale. […] Le nuove proprietà guardano al medio-lungo termine e hanno una priorità condivisa: avere uno stadio moderno, funzionale, che sia attivo tutti i giorni.

[…] Chi compra, lo fa per un motivo: le condizioni d’acquisto. Oggi non si compra, si investe, e farlo in Italia conviene più che altrove. Il modello è quello americano ma i manager che gestiscono il club sono quasi sempre italiani. […] Le proprietà americane hanno fatto fronte comune anche in Lega Serie A, alleandosi con le grandi con cui condividono una strategia più manageriale hanno sovvertito l’equilibrio che storicamente premiava il gruppo guidato da De Laurentiis e Lotito.

(La Repubblica)

Saelemaekers: Ghisolfi vuole chiudere subito

La Roma insiste per Saelemaekers. Mentre il procuratore è segnalato a Milano, per discutere con il Milan proprietario del cartellino, Ghisolfi si è già confrontato con lo staff rossonero la scorsa settimana. L’intenzione è sistemare la questione in anticipo, quanto prima, per non far alzare il prezzo e la concorrenza. […]

Con il Milan è in ballo lo scambio definitivo con Tammy Abraham, decisivo per Conceiçao anche a Como con l’assist per Leao: i due club devono però accordarsi sulle valutazioni.

(corsport)