Giallorossi superati: Neres gol, il Napoli vince ed è primo. Gasperini scivola a -1 dalla vetta

LEGGO (F. BALZANI) – Alla fine ha prevalso la paura di cadere piuttosto che la voglia di volare. La Roma perde così la sfida scudetto col Napoli e scivola in terza posizione al termine di una prova incolore e senza veri pericoli verso la porta di Milinkovic-Savic se non un tiro di Baldanzi all’ultimo respiro.

Alla squadra di Conte è bastato così solo il gol al 36′ di Neres in contropiede ma nato da un sospetto fallo di Rrahmani su Koné che Massa ha giudicato sul pallone come altri interventi rivedibili. Al netto di questo però la Roma ha faticato troppo a costruire gioco soffrendo anche le ripartenze di Lang e compagni. Nel primo tempo Svilar si è prodigato in un’uscita provvidenziale e in una parata reattiva proprio su due tentativi dell’olandese mentre la Roma si è fatta vedere solo con un tiro strozzato di Mancini. Bocciato Ferguson scelto da Gasp per riempire la zona centrale dell’attacco. Nella ripresa entra prima Baldanzi, poi Dybala e Bailey. Ma la sostanza non cambia e la Roma riesce a far sospirare un Olimpico strapieno solo con un tiro dello stesso Baldanzi nel finale respinto alla grande da Milinkovic Savic.

A esultare è Conte che agguanta il Milan in vetta alla classifica mentre la Roma scivola a -1 dalla vetta in compagnia dell’Inter. Niente drammi quindi. Stanca, forse impaurita ma sicuramente sottotono la Roma che in questo novembre aveva impressionato per tenuta atletica e tecnica però fatica a vincere i big match proprio come era successo nelle ultime stagioni.

«Se andiamo a vedere hanno tirato poco anche loro – chiarisce però Gasperini -. Era una partita bloccata, non abbiamo approcciato con la giusta energia. Forse abbiamo pagato la partita di giovedì in Europa League. Non eravamo lucidi, abbiamo fatto girare la palla lentamente. Purtroppo siamo arrivati stanchi e incerottati a una partita così difficile. Il fallo su Koné? Queste scivolate vengono sempre fischiate, ma anche noi eravamo messi male sul contropiede».

Pronti a tutto, anche a niente

IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) – Eccoci. Ci siamo. Siamo pronti a vivere questa partita che assomiglia a tutto un anno. La sensazione è questa: c’è emozione ma non c’è paura di vivere quello che ci aspetta, anzi. Vogliamo farlo, vogliamo più che far vedere al Napoli campione e al vecchio carrozzone del calcio con media mainstream annessi e con noi poco connessi, far vedere a noi stessi quello che siamo. Abbiamo voglia di sapere quello che ci aspetta, ma non è ansia. Abbiamo studiato, stiamo studiando. Siamo preparati, ci stiamo preparando e stanotte ci tocca un esame che non ci darà in qualsiasi caso alcuna laurea, ma nemmeno, in ogni caso, alcuna bocciatura. E stasera siamo galvanizzati nel metterci alla prova. Almeno dobbiamo esserlo, ma la sensazione è proprio questa: siete più forti? Siete i campioni? Siamo incompleti? Non siamo all’altezza di quello che pure noi stiamo costruendo? Può darsi. Ma vediamo. Giochiamocela anche perché noi non lo facciamo a caso e non ci affidiamo ad alcuna metafisica. […] Ci siamo, insieme allo splendido quadro dei romanisti all’Olimpico. Pensate che l’anno scorso mentre il Napoli vinceva il suo secondo campionato negli ultimi tre anni, noi stavamo a raccogliere in rete il pallone di Gabrielloni all’ultimo minuto, due punti sopra la B, mentre stanotte siamo due punti sopra a quelli che portano lo Scudetto. Si è lavorato. Si sono scelti gli uomini giusti. Roma-Napoli è questo cimento, questo sentimento di pienezza e di sfida, tanta speranza, tanta voglia di Roma. E talmente denso di significati che tutto il romanzo che accompagna questa sfida passa in secondo piano. Siamo dentro al presente, non stiamo aspettando niente tranne che le 20:45. Siamo qua con la bandiera della Roma ad aspettar… Anche perché siccome stavolta ci stiam preparando, prima o poi, il nostro anno arriverà.

(ilromanista.eu)

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Dybala ha fame: la Joya ora è pronta a trascinare il gruppo

Una partita che profuma di alta quota, di quelle che ti rimangono addosso anche dopo il triplice fischio: Roma-Napoli, capolista contro campione d’Italia, l’outsider che ha deciso di prendersi il campionato contro il gruppo di Conte che vuole il bis. In mezzo a tutto questo c’è Paulo Dybala. L’uomo copertina, il volto più riconoscibile e più atteso di una Roma che corre forte, sogna più forte ancora e adesso ha bisogno di lui. Dybala oggi è molto più di un fuoriclasse: è il timone di una squadra che sa soffrire ma deve saper colpire, soprattutto negli scontri diretti. Gasperini gli ha cucito addosso un ruolo nuovo: falso 9, riferimento tecnico ed emotivo. Solo contro il Parma è tornato sulla trequarti. Segno che la qualità, in qualunque casella la metti, trova un modo per venire fuori. E pensare che nel 2022 poteva essere un’altra storia. Il Napoli arrivò davvero vicino a portarlo al Maradona. Poi arrivò la Roma di Mourinho e il resto è già noto. I numeri dicono che gli Azzurri non sono la sua vittima preferita: l’ultima sua vittoria risale all’aprile del 2021. Curioso pensare che all’Olimpico in giallorosso contro il Napoli abbia giocato appena dieci minuti. Poi c’è un dato che racconta bene la sua grandezza: quinto tra i giocatori in attività per presenze in Serie A e secondo miglior marcatore tra gli attivi, dietro solo ad Immobile. Ma c’è una verità che pesa: con la Roma, quest’anno, i gol sono ancora pochi. Due totali, uno solo in campionato. Ecco perché oggi servirà tutto: la classe, il dribbling, la visione, i colpi da Joya. Ma anche quella fame da bomber che Gasperini gli chiede a grande voce. Sognare lo Scudetto è possibile, sì, ma per farlo serve il miglior Dybala.

(corsport)

Cuori agitati

Che Roma sarà senza il suo fuoriclasse in panchina? Qui non si tratta di una disistima nei confronti di Tullio Gritti, ma, di una stima smisurata per Gian Piero Gasperini. […] Il timore è che senza il suo capo a bordocampo, la squadra non riesca a rendere la squadra non riesca a rendere come al solito. Cuori agitati in sintesi. Nessuno deve però dimenticarsi che per la Roma quella di stasera sarà la partita più importante dell’anno. Per questo, la tensione popolare, l’attesa eccitata e nervosa della piazza viene accompagnata da un brividino lungo la schiena a ogni minimo segnale negativo legato all’appuntamento. Roma che tifa Roma aspettava da una vita una serata come questa e poco importa se sia ancora la giornata numero 13. Non si fanno calcoli, però, la classifica è quello che è ed è impossibile non guardarla. […] Roma e Napoli sono partite da basi diverse assai: Gasp ha passato luglio e agosto a lamentarsi per i pochi acquisti, Conte invece si è lagnato per i troppi volti nuovi. Da qualche settimana, però, la Roma ha svoltato mettendo al primo posto una qualità insospettabile: l’imprevedibilità. Niente di casuale, tutto studiato a tavolino con l’obiettivo di non regalare mai sicurezze agli avversari. Il tutto alimentato da una condizione atletica visibilmente gasperiniana. Al punto che la Roma brilla di più quando va a frequenze forsennate. Pur avendo vinto in Europa League, Gasp ha bacchettato i suoi: troppi errori tecnici, contro il Napoli dovremo sbagliare molto meno. Complicato ipotizzare come se la giocherà contro Conte, perché con lui niente è scontato. L’unica cosa certa è che nulla è certo… Tranne la sua squalifica.

(corsport)

Carnevale: “Roma-Napoli potrebbe rappresentare una svolta per le due squadre. Gasperini? Una garanzia”

Andrea Carnevale, ex calciatore di Roma e Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel giorno del big match tra le sue ex squadre e si è soffermato proprio sulla partita che andrà in scena stasera allo Stadio Olimpico.

Cos’è stata, Roma, per Andrea Carnevale?
«Ho un ricordo bellissimo e loro, i tifosi, hanno di me lo stesso ricordo, anche se sono incappato in un anno non felice per la questione doping. Ma la città mi ha sempre sostenuto e ho un grande rimpianto».

Quale?
«Quello di non aver vinto come ho fatto a Napoli. Abbiamo perso una finale di Coppa Uefa contro l’Inter, ma io non ero in campo. Assieme al Mondiale, quell’esperienza è stata il punto più basso della mia carriera. Non l’avrei mai immaginato. Ma Roma è dentro di me, mi piace ricordare la Curva Sud che è straordinaria e in generale una tifoseria pari a quella di Napoli per passione e cuore».

Che valore ha Roma-Napoli?
«Sono due squadre in lotta per lo scudetto, la Roma è prima e il Napoli, dopo due scudetti in tre anni, è sempre lì che può competere per il quinto. Dopo le tante vittorie delle squadre del Nord, ora le ambizioni si sono spostate al Sud ed è bello vedere due città così importanti, a cui sono legatissimo, giocarsi tutto per un sogno».

La Roma?
«Può essere la sorpresa, certo, d’altronde Gasperini è una garanzia. Però c’è l’incognita attaccante. Dovbyk credevo potesse esplodere, lo avevamo seguito anche all’Udinese tanto tempo fa, invece non è ancora riuscito a emergere e ora è infortunato. Forse il vero Dovbyk neppure l’abbiamo mai visto in Serie A. Aspettiamo di capire anche Ferguson che tipo di crescita avrà. Se uno dei due attaccanti dovesse venir fuori, allora anche la Roma sarebbe da scudetto».

Per ora è prima, vince e convince.
«Sta facendo cose straordinarie e Gasperini si dimostra allenatore bravissimo che non a caso ha vinto l’Europa League con l’Atalanta. Vedo in campo una squadra spumeggiante, dinamica, che vince con energia, che ti viene ad aggredire nella tua metà campo con brillantezza e corsa. Ripeto, nel calcio mai dire mai. Quindi Napoli e Milan favorire per lo scudetto e subito dopo la Roma, ma oggi con l’incognita centravanti».

Roma-Napoli, palla al centro: un giocatore potenzialmente decisivo per i giallorossi?
«Dico Soulé, che sta decidendo molte partite giocando anche alla Dybala come esterno che però vede la porta e incide».

(corsport)


Un pronostico?
«Troppo presto per parlare di sfida scudetto ma per entrambe l’appuntamento dell’Olimpico potrebbe rappresentare una svolta. La Roma perché vola sulle ali dell’entusiasmo e vuole confermarsi leader del campionato, il Napoli perché è reduce da due vittorie e ha forse accantonato il momento buio. Sarà una bella partita, ne sono convinto».

Una sorpresa vedere i giallorossi lassù?
«Ho cambiato idea sulla Roma da quando è arrivato Gasperini. E’ uno dei migliori in assoluto in Italia, insieme ovviamente a Conte, che in qualsiasi situazione conduce la squadra sempre fino in fondo. E’ una bella cosa vedere queste due squadre nelle primissime posizioni, segno che forse la geografia calcistica sta cambiando, come mi auguro».

Lotteranno entrambe per lo scudetto?
«Nella mia griglia avevo inserito Napoli e Milan in prima fila, subito dopo Inter e Roma. Previsioni rispettate in pieno. Gasperini prima o poi inciderà, bisogna concedergli tempo».

La Roma è senza centravanti, Gasperini si affida a Dybala “falso nueve”.
«Non gli mancano soluzioni, quante volte abbiamo visto giocare la sua Atalanta senza il numero nove di ruolo? Gasp è un tecnico particolare, dà una fisionomia ben definita alle formazioni che allena e come persona sa gestire bene le pressioni che ruotano intorno a un gruppo importante».

Cosa ha di più il Napoli e cosa la Roma?
«Conte dispone di un parco attaccanti notevole pur orfano di Lukaku, eppure fino alla scorsa settimana faceva fatica a trovare il gol. Le cose sembrano migliorare con il nuovo schema tattico e l’inserimento di Lang e Neres sulle fasce. Hojlund non si discute e Lucca ha bisogna di fiducia e tempo per ambientarsi. I giallorossi sul piatto mettono la fantasia di Dybala, il sinistro imprevedibile di Soulé, sono deficitari sotto rete ma in compenso vantano una difesa che è tra le migliori d’Europa e che sta diventando il marchio di fabbrica di Gasperini».

(Il Mattino)

Nela: “Roma-Napoli non è decisiva. Gasperini? Stupito dalla disponibilità che ha dai calciatori”

LIBERO – Sebino Nela, leggendario difensore della Roma, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna del quotidiano e tra i vari temi trattati si è soffermato sul big match di stasera contro il Napoli (in cui giocò dal 1992 al 1994). Ecco le sue dichiarazioni.

Una Roma locomotiva, un Napoli discontinuo ma in ripresa. Che sfida sarà?
«Un’ottima partita: grandi allenatori, bel gioco di entrambe. Non la vedo decisiva per la stagione, ma chi vincerà prenderà forza e consapevolezza».

Quale zona del campo sarà decisiva?
«Gasperini punta molto sugli esterni, Conte gioca in maniera diversa. C’è spirito di sacrificio, lo dimostra come Hojlund tornava a difendere contro l’Atalanta. Mi ha sorpreso la riconferma di McTominay, nei giallorossi invece ci sono stati evidenti miglioramenti tra i veterani, tipo Mancini e Cristante».

Un’altra bella sfida sarà in porta, dove Svilar e Milinkovic-Savic spiccano finora assieme a Maignan. Chi preferisce?
«Dico Svilar, è cresciuto tantissimo: sicurezza, letture, personalità. Non è un caso che su di lui girino voci di mercato».

Alla Roma manca il bomber, Gasperini ha parlato di “provare nuove soluzioni davanti”: cosa le stupisce più di lui?
«La disponibilità che ha dai singoli. Gasp ti fa lavorare davvero: intensità alta, velocità di pensiero e di gioco. La squadra ha capito subito cosa chiedeva, e sa anche reagire nei momenti di difficoltà».

A Roma giocò 11 anni: un pezzo di vita.
«Ci arrivai perché il presidente del Genoa mi vendette senza dire nulla. Lì appresi il “senso di appartenenza”. Mi è sempre piaciuto stare dalla parte dei più deboli, e insieme ai compagni siamo cresciuti. La gente passò dal chiamare il club “Rometta” a rispettarlo. Ancora oggi le persone ricordano lo formazione dello Scudetto del 1983 piuttosto che quella del 2001. Il campionato perso all’Olimpico contro il Lecce nel 1986 fu il più grande rammarico, perché era praticamente nostro. Anche più della finale di Champions persa contro un Liverpool straordinario».

A Napoli ci andò quasi all’improvviso.
«Sarei rimasto a Roma fino alla fine, ma per questioni interne dovetti farlo. Mi volle Ottavio Bianchi. La squadra era forte, ma rischiava di retrocedere. Alla fine ci salvammo e l’anno dopo andò meglio».

Roma-Napoli, festa all’Olimpico per i 60 anni di Aldair: giro di campo nel prepartita

Giornata speciale per Aldair. Il leggendario difensore della Roma compie oggi 60 anni e festeggerà questo grande traguardo in modo davvero unico. Come rivelato dall’edizione odierna del quotidiano, il brasiliano sarà presente allo Stadio Olimpico per il big match di stasera contro il Napoli e nel prepartita effettuerà un giro di campo per ricevere l’applauso dei tifosi giallorossi.

(corsport)

Aldair: “Roma è amore, fede e vita. Gasperini può fare grandi cose, bisogna credere nello scudetto”

CORSPORT – Aldair, leggenda della Roma, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna del quotidiano nel giorno del suo sessantesimo compleanno. Tra i vari temi trattati si è soffermato sulla sua avventura nel club giallorosso e sul big match di oggi contro il Napoli. Ecco le sue parole: «Questa città è tutto per me. Amore, fede, vita. Non potevo che festeggiare qui il grande traguardo».

Uno in particolare?
«Due, in realtà. Il Mondiale che ha dato felicità a un intero Paese, e lo scudetto perché ha scatenato un popolo. Romanisti e brasiliani si somigliano tanto, per questo è stato facile, 35 anni fa, scegliere la Capitale».

Tredici anni d’amore, ma ci sono stati del momenti in cui la Roma è sembrata più lontana?
«Una volta mi cercò il Tottenham, un’altra volta invece l’Inter, con cui firmai addirittura un pre-contratto. Nel 1999 non riuscivo più a sostenere gli allenamenti di Zeman, ma Sensi si infuriò perché voleva che restassi. Mi propose un triennale contro il biennale dei nerazzurri. Rimasi e fu una fortuna per tutti».

Il rapporto con Franco Sensi?
«Bello, sincero. Quando si trattava di parlare del contratto, a volte era un po’ duro: non voleva perdermi per nessun motivo. Ma a livello personale è stato sempre gentile con me».

Roma-Napoli?
«Sarà una partita favolosa, tatticamente interessante, tra due squadre aggressive e piene di qualità. Difficile fare pronostici, il sogno naturalmente è uno solo e a tinte giallorosse».

Wesley?
«È bravo, è già cresciuto moltissimo. Aspettiamo però a paragonarlo ai big brasiliani del passato. Deve migliorare la fase difensiva, ma è un giocatore dal grande futuro».

Mancini e Ndicka?
«Mi piacciono entrambi, insieme sono fortissimi perché si completano. Ndicka mi somiglia di più, è veloce e scaltro negli anticipi, ma anche Mancini è forte».

Gasperini?
«È bravissimo, capace. La piazza era diffidente all’inizio, ma i risultati ottenuti gli hanno permesso di lavorare in serenità. Può davvero fare grandi cose alla Roma».

Il domandone finale sulla Roma e lo scudetto…
«Bisogna crederci. Bisogna sempre puntare al massimo, specie quando sei davanti a tutti in classifica. Fuori da Trigoria magari è meglio veicolare un altro messaggio, fanno bene a tenere il profilo basso, ma dentro devono convincersi di poterci riuscire. Le altre squadre stanno tutte li, non vedo una favorita o qualcuno nettamente più forte della Roma. È un campionato equilibrato al vertice e la Roma ha la possibilità di arrivare più in alto di tutti».

Si può volare: giochiamocela

[…] Nel calcio i numeri riassuntivi raramente ti dicono la verità sulle partite. La Roma ad esempio ha perso tre gare, due contro Inter e Milan, nelle quali avrebbe meritatamente raccolto un pareggio. Eppure oggi la testa mi porta ad un ragionamento: in 17 partite, tra campionato e coppa la Roma non ha mai pareggiato neppure quando avrebbe meritato, con tre rigori consecutivi sbagliati, quasi un sortilegio. Deve per forza cambiare l’andazzo e contro il Napoli, potrebbe anche uscire un pari. […]

La Roma è la squadra che ha fatto più punti nell’anno solare 2025. Non è il valore assoluto della rosa che fa la differenza, pur con alcune evidenti eccezioni, ma è il momento magico di forma che ci fa scoprire e riscoprire vecchi e nuovi talenti, decisivi nelle situazioni chiave. Perfino il problema del bomber mancante è stato affrontato positivamente aggirando il problema e portando a segnare 14 giocatori diversi. […]

Noi siamo soddisfattissimi di quello che abbiamo visto finora, ma stasera non vogliamo pareggiare e mai perdere, tanto più contro i campioni d’Italia. Una vittoria contro una grande ci serve, per consolidare l’autostima.

(Il Messaggero – P. Liguori)