IL TEMPO (F. BIAFORA) – Cagliari, Como, Juventus e Genoa. Con in mezzo la parentesi europea con il Celtic. Sono quattro in 22 giorni gli appuntamenti di campionato residui nel 2025 per la Roma, chiamata a riscattarsi dal ko con il Napoli e a concludere nel migliore dei modi un anno solare che la vede prima nella classifica della Serie A sui dodici mesi. La terza sconfitta per 1-0 in un big match ha infastidito e neanche poco Gasperini, che si aspetta una reazione dalla sua squadra, capace di portare sempre a casa i tre punti dopo ogni ko, tranne in occasione del doppio inciampo consecutivo con Inter e Viktoria Plzen. In una settimana diversa dal solito, con i giallorossi che possono alle-narsi in maniera più appro-fondita senza impegni infrasettimanali, il tecnico lavora sulle lacune dimostrate in questa prima fase di stagione, cercando di proseguire la cavalcata straordinaria iniziata con Ranieri. Al momento La Roma ha uno score di 24 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte nel 2025, con 47 gol fatti e 18 subiti per un bottino di 76 punti (2,3 di media) di cui 49 totalizzati con Ranieri. Secondo, a 7 lunghezze, è il Napoli campione d’Italia, con Inter, Milan e Juventus fermi rispettivamente a 68, 64 e 61 punti. Numeri incredibili pensando a dov’era un anno fa prima dell’arrivo del tecnico testaccino, ora passato dal campo alla scrivania, con il testimone lasciato a Gasp. Capace di imporre le sue idee da subito e di arrivare ad appena un punto dalla vetta dopo le prime 13 giornate. Questa classifica è un risultato soltanto parziale e ovviamente non regala alcun trofeo. Ma di certo testimonia l’ottimo lavoro dei due allenatori e una rosa, che, seppur profondamente migliorabile, ha comunque qualità. Il primo appuntamento in agenda è ora quello in casa del Cagliari, eliminato ieri ai rigori dal Napoli in Coppa Italia. In seguito la Roma volerà in Scozia per l’ultima fatica di Europa League del 2025: ad aspettarla c’è il Celtic, che ha scelto Wilfried Nancy come nuovo allenatore. Si torna quindi a giocare allo Stadio Olimpico nel posticipo del lunedì contro il Como, dove Gasperini spera di avere a disposizione N’Dicka ed El Aynaoui prima della Coppa d’Africa (la diplomazia con le federazioni è in corso). Gli ultimi impegni dell’anno sono infine contro la Juventus a Torino e con il Genoa di De Rossi nella Capitale. Cristante e compagni hanno tutte le carte in regola per mantenere il primato del 2025, cercando di arrivare nel migliore dei modi all’apertura del calciomercato invernale, dove l’obiettivo principale per rinforzare la rosa è Zirkzee, con gli sforzi concentrati pure nel ruolo di esterno. Due pedine che possono dare la giusta carica al gruppo per cercare di ripetere anche il prossimo anno gli stessi risultati.
Categoria: La penna degli Altri
Articoli, inchieste, dossier, reportage, editoriali e altri scritte delle altre testate
Raspadori idea per gennaio, Gasperini spinge per l’affare
LEGGO (F. BALZANI) – La febbre di Dybala e quella voglia di trovare nuovi gol per alimentare il sogno. La Roma a Cagliari punta a tornare in vetta ma forse dovrà farlo di nuovo senza l’argentino ancora bloccato da un forte attacco febbrile. L’ennesimo stop che blocca la voglia di Gasp di ritrovare atleticamente Dybala fin qui con un solo gol in campionato e con un contratto che difficilmente verrà rinnovato. Ma il tecnico in Sardegna si aspetta una reazione e sta pensando di riproporre l’assetto visto già con Sassuolo e Milan: Cristante avanzato con Koné ed El Ayanoui in mediana e una coppia di punte leggere formata da Soulé e Baldanzi. In più Gasp potrà contare sull’effetto trasferta. Fuori casa, infatti, la Roma ha trovato 7 vittorie in 8 partite mentre 4 sconfitte su 5 sono arrivate tra le mura amiche. Un dato in controtendenza per la Roma ma non per il tecnico che preferisce giocare contro squadre che si aprono di più. E Gasperini spera possa aprirsi a breve anche il mercato che in queste ore ha visto salire la candidatura di Giacomo Raspadori. L’azzurro sta trovando pochissimo spazio con l’Atletico Madrid (solo 1 partita da titolare in Liga) e avrebbe già dato il suo gradimento. In estate gli spagnoli lo avevano pagato 22 milioni, ma potrebbero aprire alla formula del prestito con diritto di riscatto. Nella lista di Gasp (ospite insieme a Ranieri ad un evento al Campus Biomedico) resistono i nomi di Zirkzee del Manchester e Tel del Tottenham. La prossima settimana, infine, Angelino si sottoporrà a nuovi test per avere il via libera a tornare ad allenarsi in gruppo.
Cagliari-Roma: in forte dubbio la presenza di Dybala nell’allenamento di domani. Si scalda Baldanzi
Gasperini sperava di utilizzare la settimana senza le coppe di mezzo per ritrovare Dybala nelle migliori condizioni. «Lui e Bailey non possono essere questi», aveva detto dopo la sconfitta col Napoli. Ma l’argentino da due giorni non si allena a causa di un attacco influenzale, ha la febbre alta e la sua presenza nell’allenamento di domani è in forte dubbio. Il ballottaggio con Baldanzi è aperto per guidare l’attacco a Cagliari. […] Nel frattempo, nei prossimi giorni Angeliño svolgerà ulteriori esami per capire come sta procedendo la fase di riatletizzazione. È out da due mesi a causa di una bronchite asmatica che lo fortemente debilitato. Nella giornata di oggi Gasperini e Ranieri sono stati protagonisti dell’evento ‘allenarsi allo sprint attraverso lo sprint’ al Campus Bio Medico.
(ilmessaggero.it)
Gravina: “I club di Serie A sono oggettivamente antagonisti della Nazionale. Impossibile limitare il numero di stranieri nelle rose”
CORSPORT – Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna del quotidiano e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla situazione del calcio italiano. Ecco le sue dichiarazioni.
Dimissioni in caso di mancato Mondiale?
«Non c’è una norma che mi impone di fare un passo indietro, ma delle riflessioni personali le farei. A chi mi dice “vai a lavorare” rispondo: se vado via io, riparte il calcio e vinciamo i Mondiali? Se ne avessi la certezza, sarei il primo a farmi da parte. Per questo sono un uomo sereno».
Si aggrappa all’ottimismo?
«Sì, e lo faccio su basi concrete, reali, su elementi oggettivi come il percorso che ci ha portato fin qui al netto del secondo tempo con la Norvegia. Il pessimismo ci fa sprecare energie, disperderle non aiuta la causa. L’obiettivo è alla portata. Rimbocchiamoci le maniche, impegniamoci tutti insieme. E dico tutti».
Si riferisce ai suoi avversari?
«È innegabile che qualcuno viva la Nazionale come un fastidio».
I giovani non giocano, gli stranieri in campo sono sempre di più, gli investimenti nei vivai e nelle infrastrutture sono un miraggio e le proprietà estere hanno colonizzato il nostro calcio mettendo un impegno emotivo e politico limitato.
«I soldi li mettono, però. Sono tra i pochi che trasformano le risorse in capitale, dando ossigeno al sistema. Per me le cause sono anche altre».
Quali?
«La metodologia sbagliata. Ogni volta che la Nazionale commette un passo falso, immediatamente c’è l’indignazione popolare e si chiedono le teste. Ci sto, è il gioco dei tifosi. Ma noi continuiamo a cercare colpevoli senza renderci conto che la Figc non può imporre certe cose, ma soltanto sensibilizzare».
In che modo?
«Abbiamo ad esempio approvato una norma che permette di scorporare dal numeratore dell’indicatore del costo del lavoro allargato gli ammortamenti e gli stipendi degli Under 23 italiani. Rendiamo conveniente puntare sui giovani azzurri».
Ci si chiede come si possa avere una Nazionale competitiva senza italiani in campo.
«Ne abbiamo 97 selezionabili, il 25% del totale. Novantasette su 20 club di A, vi rendete conto?».
Tornare al passato, con un numero ridotto e definito di stranieri per rosa, è utopistico?
«È impossibile. La Figc può solamente intervenire sugli extracomunitari, come ha già fatto, rispettando le quote assegnate dalla legge Bossi-Fini. È impossibile limitare il numero di stranieri comunitari, è contro le norme Ue che dalla sentenza Bosman in poi prevedono la libera circolazione dei calciatori. Puntare sugli italiani non può essere un obbligo, semmai deve diventare una vocazione naturale. Che si abbina agli investimenti sui settori giovanili e sulle infrastrutture».
La Norvegia ha attuato un programma serio sui giovani.
«Anche noi ci stiamo lavorando».
Non è un po’ tardi?
«La nostra progettualità va avanti dal 2018, nel frattempo siamo diventati campioni d’Europa con l’Under 17 e con l’Under 19 e vicecampioni del mondo Under 20. Stiamo poi avviando un progetto per l’attività di base dai 5 ai 13 anni con due campioni del mondo, Perrotta e Zambrotta, insieme a un maestro come Prandelli. Vogliamo cancellare l’idea di un metodo incentrato solo sulla tattica».
Ma le società di Serie A sono antagoniste della Nazionale?
«Oggettivamente lo sono, anche se involontariamente. Ogni club guarda al proprio tornaconto».
La riforma dei campionati è in agenda?
«Prima di marzo dobbiamo aprire il tavolo».
In tutte le leghe ci sono i “graviniani”, tranne in A. Le ultime elezioni le ha vinte con oltre il 98% dei consensi.
«La riforma dovrà essere radicale. In Italia abbiamo 100 società professionistiche rispetto alle 92 dell’Inghilterra, che ha due livelli di professionismo. Nella nostra Serie B il 35% del turnover surriscalda il sistema e lo indebita. Il concetto di mutualità tra le leghe ha una percentuale altissima in termini di divario. Non può ridursi tutto a “Serie A a 18 sì o no”. Serve il consenso di tutte le leghe».
Ormai si lamentano tutti: si gioca troppo. Ci rimettono lo spettacolo e la salute dei calciatori. Non si potrebbe frenare questo desiderio espansionistico, economico ed elettorale del presidente della Fifa?
«Infantino in questo momento vive in una dimensione mondiale. Sta valorizzando aspetti che il calcio non aveva mai conosciuto prima. Siede ai tavoli per la pace e ha rapporti consolidati con la politica internazionale. L’altra faccia della medaglia è questo motore che viaggia ad altissimi giri sempre. Così rischiamo di fonderlo. Dobbiamo cominciare a ragionare in maniera organica, di sistema, rispettare principi di globalizzazione ma anche le vere regole gioiose del calcio. Non dobbiamo ingolfare così i nostri calendari».
Molti ritengono sia colpa soprattutto delle nazionali.
«Come si fa anche solo a pensare di toglierle? La Nazionale è identità territoriale, fenomeno di aggregazione, ci rende orgogliosi del nostro Paese e ci unisce nella solidarietà quando va male. Sono sentimenti che fanno bene a un popolo».
La sensazione è che Uefa e Fifa abbiano in mente soprattutto il profitto.
«Se fosse questa la direzione, sarebbe una direzione sbagliata».
Femminile, Roma-Juve verso quota 2000 tifosi
La partita dell’anno è dietro l’angolo. Dopo l’invito sparato dai megafoni dell’Olimpico durante l’intervallo di Roma-Napoli, il botteghino del Tre Fontane ha registrato un’impennata di biglietti venduti per Roma-Juventus di sabato pomeriggio (calcio d’inizio alle ore 14.30]: si viaggia verso i 2000 spettatori per la sfida più affascinante della Serie A Women. (…) Le ragazze di Rossettini, nonostante gli infortuni di Haavi e Van Diemen sono prime in campionato con 5 punti di vantaggio sulla Juventus di Canzi (l’allenatore bianconero è squalificato). Insomma, in palio c’è una fatta di scudetto.
(corsport)
Senza Arena l’attacco non punge
La baby Roma viaggia tra alti e bassi. Questo è un momento quanto meno particolare perché la squadra di Guidi ha nello specchietto retrovisore tre giornate senza successi. (…) Il dato è oggettivo: Morucci, Almaviva, Paratici e Forte non sono riusciti a lasciare il segno sotto porta. Qualcosa davanti si è inceppato da quando Arena è volato al Mondiale Under 17. L’ex Pescara ha giocato l’ultima volta titolare a fine ottobre contro il Torino: molto probabilmente rientrerà domenica nella trasferta contro il Cesena.
(corsport)
Shopping per lo Scudetto
È proprio quel momento della stagione, in cui la finestra del mercato invernale si avvicina e gli allenatori, guardando la classifica e soppesando i valori tecnici della rosa, iniziano timidamente a chiedere rinforzi. C’è chi ha raggiunto una posizione in graduatoria inaspettata, come il Milan, e per continuare a coltivare il grande sogno ha necessità di aggiungere in organico una figura che non c’è, come un 9 fisicitato. C’è chi è andato al di là di ogni più roseo pronostico e ora che è lì a un punto dalla vetta, come la Roma, si chiede: perché non introdurre nello spogliatoio un attaccante in grado di fornire più soluzioni offensive al Gasp? (…) Il tecnico, che già in agosto si sarebbe privato di Dovbyk, visto il perdurare delle difficoltà dell’ucraino, ha bisbigliato nell’orecchio di Ricky Massara il nome di Joshua Zirkzee. Ovvio, lo United dovrà accettare di privarsi in prestito dell’olandese (con riscatto condizionato alla qualifica-zione in Champions) e l’agente Kia Joorabchian abbassare le pretese di commissione. Ma i colloqui sono in corso da tempo e il giocatore ha dato il semaforo verde alla destinazione. (…)
(corsera)
Pisilli, cresce l’idea del prestito
Una manciata di partite prima dell’inizio del mercato di gennaio. E tra i nomi di giocatori che il Genoa tiene sotto osservazione c’è quello di Niccolò Pisilli, 21 anni, centrocampista che nella Roma non sta trovando tanto spazio e che potrebbe cogliere al volo la soluzione Genoa. Dove ritroverebbe il suo idolo, Daniele De Rossi. (…) Potrebbero ritrovarsi in rossoblù ma di sicuro prima il Genoa dovrà fare qualche cessione perché la rosa è già ampia. (…)
(Il Secolo XIX)
Silva, rimembri ancora. Fabio in prestito: il Dortmund sta riflettendo
Trigoria non dorme. O meglio: nel suo ufficio, Frederic Massara sembra aver rinunciato al concetto stesso di riposo. Lavoro non-stop, telefonate che si rincorrono, dossier che si accumulano. Il tema è uno soltanto, urgente e pesante come un macigno: trovare un attaccante. Un centravanti vero, capace di rimettere in moto un reparto in crisi di gol e di accompagnare la Roma verso quel salto di qualità che, per quanto sorprendente, sembra davvero a un passo. (…) Detto che Zirkzee resta il primo nome sulla lista — il più affascinante e anche il più complicato — a Trigoria sta tornando di moda un vecchio amore estivo. Al Fulvio Bernardini, infatti, riecheggia di nuovo un nome già trattato a luglio: Fabio Silva. (…) Il portoghese riflette sul futuro, a prescindere dai minuti che raccoglierà nelle prossime settimane per la convocazione di Guirassy – il titolare imprescindibile del Borussia – in Coppa d’Africa. E quando il guineano rientrerà, inevitabilmente Silva dovrà guardarsi intorno in cerca di minuti e opportunità. Magari un prestito, magari la chance di rimettersi in mostra e continuare a inseguire — sognare è gratis — un posto al prossimo Mondiale. È qui che entra in scena la Roma: ipotesi di prestito dal Borussia Dortmund, con possibilità di inserire un diritto di riscatto che diventerebbe obbligo in caso di Champions e presenze. Una formula intelligente, ideale per un mercato di riparazione complicato e dai prezzi altissimi. Massara osserva, valuta, muove i primi passi in silenzio. Il club aspetta segnali dal giocatore. La pista può accendersi. (…)
(corsport)
Wesley, un treno che non fa fermate. Africani in Italia fino al 15: ok della Fifa
La settimana senza le coppe che porta alla trasferta di Cagliari non può non essere un bene, soprattutto per chi da inizio stagione è costretto agli straordinari. E in rosa se si parla di minuti giocati al primo posto c’è Wesley che da febbraio tra Flamengo e Roma non si è praticamente mai fermato. In estate come se non bastasse si è aggiunto il Mondiale per Club oltre al campionato brasiliano che lo ha tenuto impegnato fino al 24 luglio. In totale è sceso in campo per 3820 minuti considerando anche la nazionale. E nelle ultime due partite un po’ di stanchezza si è notata. (…) Sbarcato dal Brasile per rinforzare la fascia destra, si è ritrovato catapultato dall’altra parte senza sfigurare. Ha messo a referto due gol che lo fanno stare sul gradino più basso del podio dei marcatori, un dato che però dovrebbe far più riflettere che sorridere. Tra campionato e coppa solamente in due occasioni non è sceso in campo (Nizza e Lazio) a causa di problemi gastrointestinali. E uno dei fedelissimi di Gasperini e su questo non ci piove, ma il poco riposo è dovuto in maniera particolare ad una mancanza di alternative. Tsimikas non convince. «Liverpool mi manca», ha dichiarato a The Athletic e se le cose non dovessero cambiare a giugno molto probabilmente ci tornerà. Gasp spera di poter riabbracciare al più presto Angelino. È fuori da due mesi a causa di una bronchite asmatica che lo ha debilitato, ma alcune settimane ha ripreso a lavorare con il pallone e sta affrontando una fase di riatletizzazione. Novità sul ritorno in gruppo aniveranno nei prossimi giorni. (…) Chi invece sicuramente non sfiderà la Juventus di Spalletti sono El Aynaoui e Ndicka, ma la Fifa ha comunicato ai club che sarà possibile trattenere i giocatori impegnati con la Coppa d’Africa fino al 15 dicembre, data di Roma-Como. (…)
(Il Messaggero)