Per l’attacco si scalda Arena: Dybala torna ad allenarsi

Ecco il centravanti per Gasperini: Antonio Arena, 16 anni compiuti il 10 febbraio e prima punta della Primavera. Arrivato in estate dal Pescara, l’allenatore lo ha dovuto inserire nel gruppo che prepara il match di Cagliari. Piena emergenza in attacco: Dybala ha lavorato a parte, Ferguson sente il solito dolore alla caviglia e a riposo Baldanzi. Possibile nuova convocazione per Arena: è già andato in panchina nella prima trasferta di campionato a Pisa.

(corsera)

Il tormentone del “9”: Gasp aspetta Dybala

Paulo Dybala è mezzo e mezzo, Tommaso Baldanzi ha la febbre, Evan Ferguson è in difficoltà ed ecco che per Gian Piero Gasperini si ripropone il problema del nove: insomma chi gioca a Cagliari? Verrebbe da dire Paulo anche se è tornato a Trigoria solo ieri e non si è neanche allenato con il gruppo. L’irlandese è quello più pronto e in settimana ha svolto con continuità ogni seduta, ma, ancora non convince a pieno. […] La Joya è l’eterno atteso, un solo gol in campionato in nove presenze. A Reggio Emilia contro il Sassuolo aveva dato segnali di risveglio, salvo poi infortunarsi di nuovo con il Milan. […] Anche Baldanzi da falso 9 è una soluzione, ma, allo stesso tempo è lo specchio del problema numero uno che Gasp sta affrontando da inizio stagione, sperando che qualcuno a gennaio si faccia venire un’idea per risolverlo. A Cagliari in pole per occupare quel ruolo c’è Dybala, poi Baldanzi e infine Ferguson. E giovedì c’è la trasferta in Europa League contro il Celtic. Turnover, ma, senza esagerare.

(Il Messaggero)

Celik verso il rinnovo. Poi i 2027

A Trigoria si lavora sottotraccia. La Roma vuole blindare i suoi protagonisti, costruendo un nucleo solido per il presente ed il futuro. E i nomi caldi sono tre: Celik, Mancini e Cristante, tre pilastri della squadra di Gasperini. Arrivato nel 2022, Celik ha attraversato un percorso travagliato. Con Mourinho, De Rossi e Juric, non era mai riuscito ad incidere. La svolta è arrivata con Ranieri che lo ha spostato a braccetto. Gasp ha confermato questa trasformazione e la sua duttilità è diventata una preziosa arma, ed ora il turco ha attirato l’attenzione di diversi club. La Roma, però, non vuole privarsene: Massara ha già avviato i contatti con il suo entourage e presto toccherà anche a Mancini e Cristante, in scadenza nel 2027: entro la fine dell’inverno dovrebbero essere ufficiali.

(corsport)

Le tre vie per il bomber: crisi Corinthians, Yuri Alberto ora è un’occasione

Una cosa è certa: la Roma vuole rinforzare l’attacco durante il mercato di riparazione. Massara sta studiando le soluzioni per capire come arrivare ad almeno uno dei tre obiettivi. Il primo segnale è arrivato, perché tutti e tre hanno detto sì alla Roma: Joshua Zirkzee, Yuri Alberto e Fabio Silva. La pista che porta al giocatore del Manchester United è la più irta di ostacoli. I Red Devils non aprono al prestito e gli agenti del ragazzo chiedono commissioni alte. Come se non bastasse poi, Amorim perderà anche Diallo e Mbeumo per la Coppa D’Africa e ironia della sorte, l’olandese ha anche segnato nell’ultima giornata. L’affare è complicato, ma, si può fare.

Yuri Alberto è molto più di un’ipotesi: è un’opportunità. Il Corinthians vive un momento economicamente disastroso. Un debito complessivo sopra i 400 milioni e una richiesta di proroga di 180 per saldare i 30 milioni di debiti scaduti. Il club ha perfino ritardato la tredicesima ai dipendenti. Un quadro drammatico che rende difficile trattenere i giocatori. Il giovane attaccante potrebbe quindi andar via per una trentina di milioni. La Roma ha riallacciato i contatti e studia un prestito oneroso con obbligo di riscatto. Infine, Fabio Silva, che piace da quest’estate. Il portoghese ha giocato con il contagocce al Borussia Dortmund e i giallorossi possono inserirsi: prestito secco con un diritto di riscatto che si trasforma in obbligo in caso di Champions League. Tre strade, tre profili diversi ed una certezza: Gasperini chiede un centravanti e i Friedkin sono pronti ad investirci.

(corsport)

Zirkzee, il club fa sul serio: Tel resta in pole per la fascia

La svolta è più vicina. La Roma torna a bussare alle porte della Premier sperando di essere più fortunata. Gennaio è vicino e il ds Massara in questi giorni farà i primi passi ufficiali in vista del mercato di riparazione. In primis per Joshua Zirkzee, che ha dato il suo gradimento al ritorno in Italia. Ora c’è da convincere il Manchester United che non ha aperto al prestito. L’altra via conduce a Mathys Tel del Tottenham, profilo apprezzato sia da Gasperini che dal dirigente giallorosso. La prima alternativa invece è Giacomo Raspadori per il quale non si è andati oltre un sondaggio, mentre, è complicata la pista che porta a Yuri Alberto. Il tecnico ha chiesto ai Friedkin almeno due acquisti e a quanto pare sarà accontentato.

(gasport)

Ferguson si gioca tutto: Evan vuole la Roma. Nuove reti subito o sarà ceduto

La sfida di Cagliari segnerà una linea di confine: dove può spingersi la Roma con Evan Ferguson titolare? E fino a che punto Bailey e Dybala sarebbero in grado di prendere le redini dell’attacco a gara in corso? A quarantotto ore da una nuova occasione di rilancio, il tecnico Gian Piero Gasperini si avvicina al match con i rossoblù con più di un dubbio. […] Un’ultima chiamata in attesa delle decisioni di gennaio sul mercato: ecco perché l’ex Brighton si giocherà tutto all’Unipol Domus per convincere la Roma. Il momento della verità è arrivato. E con Soulé e Pellegrini trequartisti con cui dialogare, l’irlandese vorrebbe riannodare il filo del gol dopo l’acuto con la Cremonese. […] L’apporto che Ferguson è chiamato a dare diventa fondamentale in un momento in cui la Roma si appresta ad iniziare un ciclo intenso di partite, ben 9 in 35 giorni, in cui i giallorossi si giocheranno campionato, Europa League e Coppa Italia. Gasperini ha lavorato sulla preparazione per dare il massimo fino a fine gennaio.

(gasport)

Un mese di fuoco: Roma tra campionato e coppe. Gasp si gioca tutto in dieci gare

LEGGO (F. BALZANI) – Si parte in Sardegna e si finisce in Piemonte. Domenica inizia il tour de force della Roma. Quaranta giorni di fuoco e ghiaccio che vedranno i giallorossi impegnati in 10 sfide decisive tra campionato e coppe. Una partita ogni 4 giorni per la squadra di Gasp chiamata subito a rialzarsi dopo il ko col Napoli di domenica scorsa e costretta a fare affidamento anche su quei giocatori fin qui impiegati meno. Si parte a Cagliari dove Gasp spera di avere Dybala (tornato ieri a svolgere differenziato dopo l’influenza), ma rischia di perdere Baldanzi anche lui febbricitante. Torna quindi in ballo Ferguson chiamato a dare un reale segnale di risveglio mentre a centrocampo El Aynaoui lamenta un fastidio al ginocchio ma stringerà lo stesso i denti. Poi tutte di un fiato: Celtic, Como, Juve, Genoa, Atalanta, Lecce e Sassuolo prima della doppia sfida col Torino tra coppa Italia e campionato. Spiccano ovviamente le sfide con Juve, il ritorno di De Rossi all’Olimpico e quello di Gasp a Bergamo. Ma decisiva sarà anche la sfida di Glasgow per riprendere in pieno il treno delle prime otto del girone di Europa League. Un mese verità per le ambizioni della Roma che a partire dal 16 dicembre dovrà fare a meno di Ndicka ed El Aynaoui causa coppa d’Africa. Gasperini dovrà affidarsi quindi a quei giocatori che fin qui sono sotto la soglia dei 400 minuti: Ghilardi, Ziolkowski, Rensch, Pisilli, Baldanzi ed El Shaarawy su tutti. E conta di recuperare al 100% Dybala e Bailey fin qui visti più in infermeria che in campo. Nel frattempo spera di avere regali natalizi dal mercato di riparazione.

Il Pisa vuole Baldanzi per rinforzare la trequarti

Alla finestra c’è anche il Pisa. A gennaio i nerazzurri toscani vogliono rafforzarsi soprattutto dalla cintola in sù con almeno due elementi: si un centravanti, ma anche, e forse soprattutto, una truquartista in grado di agire anche da seconda punta. Uno come Baldanzi, insomma. (…) I toscani si sono messi alla finestra in attesa di capire l’evoluzione del mercato della Roma. (…) Il Pisa qualche carta da giocare ce l’ha: intanto la Roma vuol far crescere il suo talento facendolo giocare e i nerazzurri sono fra i club che possono garantire il minutaggio maggiore. Gli osservatori stanno seguendo da tempo Tourè e Angori. Non per l’immmediato. Non servono ai giallorossi nella corsa scudetto e il Pisa non è troppo disponibile a lasciarli partire a gennaio. Ma a giugno una discussione potrebbe essere anche intavolata.

(corsport)

Addio Venturi, scoprì Bergomi e Del Piero

Ha lanciato Alex Del Piero e Beppe Bergomi, è stato uno dei capitani storici della Roma e fu il primo azzurro a vestire la maglia della Nazionale pur giocando in Serie B. Al mondo del calcio Arcadio Venturi ha dato tanto, forse più di quel che ha ricevuto. Un campione di un’epoca lontana ma anche un grande scopritore di talenti. Arcadia martedì ha salutato tutti a 96 anni, nella sua Vignola dove da anni era soprannominato “il romano”. Perché da quella città aveva preso anche l’accento e perché quando parlava della Capitale gli si illuminavano gli occhi. Venturi, infatti, ha vestito per 9 stagioni la maglia giallorossa, collezionando 290 presenze (101 da capitano) e 18 gol tra 111948 e 111957. Compreso l’anno in cui la Roma scese in B e in cui Arcadia conquistò la maglia della Nazionale, un fatto inedito ai tempi. (…) Nell’Inter, infatti, ricoprì per 23 anni diversi ruoli tra cui quello di talent scout. Tra i gioielli scoperti spicca Beppe Bergomi, legato a Venturi anche per averlo avuto come allenatore in seconda per 5 anni quando sulla panchina nerazzurra c’era Trapattoni. (…) Nei suoi tre anni alla Juve l’ex centrocampista ebbe il tempo di scoprire e segnalare un certo Del Piero. L’illuminazione avvenne il 126 ottobre 1991, durante una partita Primavera tra Inter e Padova. «Ha un fisico non eccezionale, ma diventerà un fenomeno», disse Venturi. Non si sbagliava.

(gasport)

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Florenzi: “L’addio alla Roma? Ci sono state tante incomprensioni ma non ho mai litigato con nessuno”

GASPORT – È vero che la vita è un viaggio, ci sono sempre posti in cui torni volentieri. Quelli di Alessandro Florenzi hanno più terra che prato dove far scorrere la palla, grida di bambini e palazzoni tutt’intorno. LÌ ha dato l’addio al calcio qualche mese fa con un video fatto col cuore, li ha cominciato la sua avventura. «I miei gestivano un campo sportivo ad Acilia, vicino a Roma. Quando uscivo da scuola andavo dietro ai container che facevano da spogliatoio, c’era uno spiazzetto sterrato dove passavo le mie giornate con un pallone, il triplice fischio me lo dava mia madre quando urlava che chiudevamo e dovevamo tornare a casa. Ero un bambino felice, ero piccoletto e tutti mi chiamavano Sandrino». (…)

Un bambino felice e di talento. La volevano sia Lazio che Roma.

«I miei mi fecero: scegli tu, il posto in cui ti senti più a tuo agio. E appena uscito da Trigoria dissi subito: “Voglio giocare qui” . Mica pensavo che ci avrei passato quasi tutta la carriera…».

Il suo nome compare in 1039 titoli della Gazzetta, il primo: «Florenzi, la Roma ha il nuovo Pizarro».

«Giocavo vertice basso del centrocampo a tre e a quei tempi “Pek” dettava legge, rubavo da lui movimenti e giocate. Un altro che adoravo era Fabregas. Poi di ruoli ne ho fatti tanti, ero la gioia dei fantacalcisti, mi compravano e vincevano».

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Florenzi uomo dei gol belli. Segnò in rovesciata al Genoa, Totti disse: «Se ne faccio uno così, smetto».

«Francesco può dire tutto, ha segnato reti indimenticabili, da questo punto di vista non posso manco pensare di paragonarmi a lui».

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Florenzi core de’ nonna.

«Nonna Aurora non era mai venuta allo stadio, il giorno prima della partita col Cagliari (21 settembre 2014, ndr) le dissi: ‘Se segno vengo su ad abbracciarti, non me ne frega niente’». La cosa che mi rimane ancora impressa è lo sguardo di De Rossi quando sono rientrato in campo e l’arbitro mi ammoniva. Si avvicinò e mi disse: “Hai fatto una cosa veramente incredibile. Ma se ora fai qualche cavolata e prendi un altro giallo, ti ammazzo davanti a tutti” . Mi si gelò il sangue, quando parlava Daniele parlava uno sconforto… Dopo la partita siamo scoppiati a ridere».

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Nei suoi anni la Roma ha sempre sfiorato la vittoria senza mai coglierla. Come mai?

«Non lo considero un demerito nostro, con Garcia e Spalletti ci siamo arrivati a un passo, eravamo attrezzatissimi. Ma ce la giocavamo con una Juve che faceva 100 punti a campionato…».

Non si lasciò benissimo con l’ambiente Roma.

«Ci sono state tante incomprensioni, ma non ho mai replicato a tutte le cose dette su di me. Ho sempre voluto far parlare il campo portando rispetto alla maglia: l’ho sudata fino all’ultima goccia, e su questo nessuno potrà mai dire niente. Ci tengo a dire che non ho mai litigato con nessuno, e quando incontro i tifosi mi ricordano con affetto».

I cinque più forti con cui ha giocato?

«Tolti, Ibrahimovic, Neymar, Mbappé e Di Maria. Io sto in panchina e applaudo».

Il più matto?

«In senso buono Nainggolan, lui vale per cinque. Vive in maniera incredibile, sempre al massimo. Uno fuori dal campo può fare quello che vuole, l’importante poi è quello che fa dentro. E lui lo vedevi con quella grinta, quella ferocia, quella voglia di aiutare i compagni… Ecco, se devo andare in battaglia mi porto Radja».

(…)