Natale in casa Roma: ai dipendenti i buoni carburante

Quest’anno a Trigoria il Natale sarà diverso. I Friedkin hanno deciso di dire addio alla tradizionale festa aziendale, l’evento serale che rappresentava un momento di incontro informale tra dipendenti, staff e squadra. Una scelta che rompe con il passato e che ha lasciato qualche perplessità tra i corridoi del centro sportivo.

(…) Al posto della classica cena-evento, venerdì scorso c’è stato solo un rapido brindisi a Trigoria. Come regalo, a tutti i dipendenti è stato consegnato un carnet di buoni carburante Q8, sponsor del club. Una scelta definita pratica e aziendale, anche se non sono mancate le voci secondo cui si tratterebbe di carnet rimasti inutilizzati dopo il passaggio alla flotta di auto elettriche.

(…) La Roma ha comunicato che l’intero budget solitamente destinato alla festa di Natale è stato devoluto in beneficenza a tre diverse associazioni: Bambino Gesù, Fondazione Telethon e Associazione Andrea Tudisco.

(Repubblica)

Zirkzee e la Roma, febbre a 40 (milioni)

La Roma è pronta a un importante sforzo economico per regalare a Gian Piero Gasperini il centravanti richiesto: Joshua Zirkzee. Il ds Ricky Massara è volato a Londra subito dopo la trasferta di Glasgow per trattare direttamente con il Manchester United.

L’operazione si basa sulla formula del prestito con obbligo di riscatto, gradita anche alla Roma. Il nodo resta la cifra: gli inglesi chiedono 50 milioni di euro, una somma che la Roma non può raggiungere. Tuttavia, grazie al via libera della proprietà, il club giallorosso è disposto a spingersi ben oltre i 30 milioni, avvicinandosi a quota 40, a cui andrebbe aggiunto l’oneroso ingaggio da 5 milioni netti del giocatore.

Nonostante la distanza economica, a Trigoria filtra un cauto ottimismo per tre motivi: il dialogo tra le parti è quotidiano, il giocatore ha già dato il suo gradimento al trasferimento e i giallorossi sono disposti ad attendere la fine di gennaio, come richiesto dallo United per la Coppa d’Africa, a patto di chiudere l’accordo in anticipo.

(…) Qualora l’operazione Zirkzee non dovesse concretizzarsi, la Roma ha già pronto un piano B: l’acquisto di due giocatori, un centravanti (con i nomi di Lucca e Raspadori monitorati) e un esterno offensivo, con Gudmundsson della Fiorentina in cima alla lista.

(corsera)

Gasp e Fabregas: c’è tanto in gioco

Un retroscena di fine maggio rivela un intreccio di mercato che avrebbe potuto cambiare il destino della panchina giallorossa. Mentre Gasperini prendeva tempo, indeciso se lasciare Bergamo, Claudio Ranieri fece un tentativo per portare Cesc Fabregas alla Roma. Lo spagnolo, che aveva già rifiutato il Bayer Leverkusen, disse di no, o meglio, fu il Como a blindarlo, respingendo anche le successive avances dell’Inter. Il resto è storia nota: Ranieri resta, Gasperini accetta la Roma e oggi si ritrova di fronte proprio Fabregas.

È una sfida tra due allenatori che si stimano e che hanno rivoluzionato il calcio con le loro idee. “So che è un allenatore speciale, ha creato una metodologia sua mostruosa”, ha dichiarato ieri Fabregas parlando di Gasperini. Parole che potrebbero tranquillamente descrivere anche il tecnico del Como, elogiato per la personalità e le intuizioni tattiche, come la particolare costruzione dal basso che sta adottando nelle ultime gare.

(…) Anche Gasperini, in quanto a innovazioni, potrebbe scrivere un trattato: dalla marcatura a uomo alla valorizzazione dei talenti, le sue idee hanno fatto scuola. Per questo, la partita contro il Como, oltre a essere una sorta di spareggio Champions, si preannuncia tatticamente affascinante. Gasperini, però, arriva alla sfida con qualche problema in difesa. Celik è squalificato, mentre resta in dubbio la disponibilità di Ndicka, che se non dovesse farcela lascerebbe il posto a Ghilardi. L’arretramento di Cristante resta un’opzione d’emergenza.

(Il Messaggero)

Calciomercato Roma, è Gudmundsson il piano B a Zirkzee. Monitorato anche Raspadori

La Roma ha un piano preciso per rinforzare l’attacco a gennaio e assecondare le richieste di Gasperini. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, la strategia del club è chiara e si articola a seconda delle opportunità che offrirà il mercato.

L’obiettivo principale, la prima scelta assoluta del tecnico, è Joshua Zirkzee. L’attaccante olandese del Manchester United è considerato il profilo ideale, un centravanti quasi dal “tocco brasiliano”, capace di dialogare con i compagni e far ruotare attorno a sé tutto il reparto offensivo. L’operazione, tuttavia, è complessa: i Red Devils hanno investito 65 milioni per il suo cartellino, spingono per un obbligo di riscatto e devono fare i conti con le partenze per la Coppa d’Africa, fattori che complicano un’eventuale cessione.

Per questo, la dirigenza giallorossa ha già pronto un piano alternativo. Se l’affare Zirkzee non dovesse sbloccarsi, la strategia cambierebbe: si punterebbe su un centravanti più classico e “statico”, affiancandogli però un esterno offensivo di grande qualità. In questo scenario, il nome in pole position è quello di Albert Gudmundsson della Fiorentina. L’islandese piace molto a Trigoria perché considerato un giocatore forte e pronto, in grado di calarsi subito nella realtà giallorossa senza lunghi tempi di adattamento. La formula sarebbe quella del prestito. Sulla stessa linea, resta monitorato anche il profilo di Giacomo Raspadori dell’Atletico Madrid.

(gasport)

Dybala più lontano: la Roma deve correre, Paulo è indietro, la svolta non arriva

Chi l’avrebbe mai detto: Paulo Dybala all’inseguimento della Roma. L’argentino, abituato a essere il primattore indiscusso, rischia la quarta panchina consecutiva. Gasperini non fa sconti a nessuno e schiera solo chi sta meglio e chi è più funzionale all’attacco. Gli infortuni e l’influenza hanno rallentato la Joya, che ora si ritrova a essere un’alternativa a Pellegrini, El Shaarawy, Baldanzi e Ferguson.

Con il suo contratto in scadenza a giugno e senza prospettive di rinnovo, il futuro di Dybala sembra lontano da Roma. Non si muoverà a gennaio, ma a fine stagione l’addio appare probabile.

Nel frattempo, la società lavora per rinforzare l’attacco come richiesto da Gasperini. Il sogno numero uno è Joshua Zirkzee del Manchester United. Se l’affare, molto complesso, dovesse andare in porto, la Roma potrebbe anche fare a meno di un altro esterno.

(…) Se invece la pista Zirkzee dovesse sfumare, scatterebbe il piano B: assalto ad Albert Gudmundsson della Fiorentina, giocatore che piace molto per la sua capacità di essere subito pronto. La formula sarebbe quella del prestito, la stessa monitorata per Giacomo Raspadori dell’Atletico Madrid. Tanti scenari aperti, ma una certezza: a gennaio la Roma vuole rinforzare l’attacco, a prescindere dal rendimento di Dybala.

(gasport)

Piove sul bagnato per il Celtic. Il club punta il dito contro il tifo organizzato (e impegnato)

Le prime file del settore caldo del Celtic Park sono rimaste vuote. Un telo verde copriva i seggiolini, rendendo impossibile il loro utilizzo. In tutto lo spicchio di stadio incastonato tra la North Stand e la Lisbon Lions Stand molti spazi sono rimasti vuoti, nessuna bandiera, poche sciarpe. Il match europeo contro la Roma era particolarmente atteso dalla squadra biancoverde di Glasgow, ma la Green Brigade, gruppo organizzato dei tifosi degli Hoops, non c’era. Non per sua scelta. La proprietà del Celtic ha infatti vietato l’ingresso ai suoi membri. Lo scontro con la società ha raggiunto il suo apice, dopo mesi di tensioni, striscioni con scritte “Sack the board
e stendardi contro alcuni membri del consiglio di amministrazione del club. […] Nelle prime partite dopo il divieto, alcuni membri hanno sfidato il ban e sono riusciti a entrare in altri settori dello stadio, tifando e rinnovando il proprio disappunto all’indirizzo della tribuna autorità. Nella partita contro la Roma non è successo. […] Nelle ultime settimane alcuni esponenti della Green Brigade si sarebbero macchiati di alcuni piccoli episodi di violenza e di intimidazioni nei confronti di dirigenti del Celtic o di responsabili della sicurezza allo stadio […]. La versione del tifo organizzato è un’altra: la società vuole silenziare e isolare il gruppo, che però in questa situazione non è solo. Tutt’altro. È supportato da tutta la galassia “celtica”, riunita oggi sotto l’ombrello di un’organizzazione, la Celtic Fans Collective, quasi una sorta di sindacato creato per avere più forza nel confronto con la proprietà. […] Agli inizi di dicembre, centinaia di tifosi hanno marciato fuori dallo stadio per protestare contro l’atteggiamento della dirigenza, rea di essere lontana dalle esigenze della propria fan base e di non ascoltare la voce dei propri sostenitori. E dire che la Green Brigade, attiva da 19 anni, spesso ha qualcosa da dire, a livello politico e sociale. Un impegno che prende forza dalla storia del Celtic, dal suo intrinseco carattere antirazzista. Striscioni contro l’omofobia, contro il razzismo, contro il fascismo (celebre quello srotolato in un Celtic-Lazio, indirizzato alla Curva Nord laziale di estrema destra). Ma il supporto a Gaza e alla Palestina è sicuramente l’esempio più fulgido. Un sostegno che ha origini lontane – da anni i tifosi degli Hoops parlano di genocidio – ma che dopo il 7 ottobre 2023 si è palesato sempre più. L’esposizione allo stadio di decine di bandiere palestinesi da parte dei tifosi del Celtic, nelle settimane successive al pogrom di Hamas, aveva portato il club a bannare centinaia di tifosi per «comportamenti inaccettabili». Anche in quel caso la battaglia è stata aspra. Gli striscioni contro l’Uefa, in cui la si accusava di essere complice del genocidio a Gaza, hanno affollato per mesi la curva degli Hoops. E hanno causato anche una sanzione da parte della stessa associazione internazionale al club. Ed è stato il gruppo organizzato del Celtic a far partire la campagna “Show Israel the Red Card“, poi circolata negli stadi di tutta Europa. Azioni che non sono state gradite dal board del club. […] La classifica nella Scottish Premiership non è disastrosa, gli Hoops sono attualmente secondi, proprio dietro alla squadra di Edimburgo che quest’anno sembra avere intenzioni più che serie. […] E poi c’è l’Europa League, dove a due giornate dalla fine ristagnano all’ultimo posto utile per i playoff con una qualificazione al secondo turno più che in bilico. […]

(Domani)

Petrucci: “NBA occasione per l’Italia. Friedkin? Non sono a conoscenza di un interessamento diretto, ma non bisogna scartare nulla”

IL MESSAGGERO – Gianni Petrucci, presidente della Federbasket, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano. Ecco alcune delle sue dichiarazioni, in particolar modo quelle relative alla Roma

Petrucci, allora è vero che la Nba, ossia il torneo di basket e un marchio tra i più conosciuti del mondo, sbarca da noi?
«Certo, ormai è fatta. Direi anzi che è ufficiale. L’ha detto il commissioner dell’Nba Adam Silver tempo fa. L’hanno confermato da me, l’altro giorno, i vertici europei della Fiba, la federazione mondiale: io e il segretario generale Bertea abbiamo parlato con il presidente Garbajosa e l’executive director Novak. Dal 2027 parte l’avventura della Nba in Europa. Un campionato a 16 squadre, alcune fisse e altre che entrano per meriti sportivi; l’obbligo di partecipare ai propri campionati e i giocatori disponibili per le Nazionali. Con tutte le grandi capitali d’Europa. Quindi anche con Roma, in Italia, oltre a Milano».

Poi eccoci a noi italiani. Si dice che a Milano siano interessati in tanti: Armani basket ma anche l’Inter e il Milan. Poi Roma.
«Di sicuro Roma e Milano sono le uniche due città italiane che rientrano nel progetto. Risulta anche a me che a Milano, e da tempo, si stiano muovendo molte cose, magari
intorno ai nomi che ha fatto lei. Ma anche a Roma abbiamo grandi imprenditori, c’è un interesse concreto. Nella nostra città ci sono realtà importanti, anche se al momento le squadre non sono ai vertici del basket italiano: parlo della Virtus, della Luiss e della Stella EBK che hanno alle spalle proprietà solide. E lo sbarco dell’Nba non può non essere visto come un’opportunità. La cosa sta marciando, vediamo dove arriverà
».

C’è poi la Roma calcio, con il proprietario americano Dan Friedkin che di recente ha tentato di acquistare i Boston Celtics. È possibile vederlo legato al progetto Nba?
«Per quello che so, non sono ancora a conoscenza di un interessamento diretto. Ma certamente è un nome importante e non bisogna scartare nulla».

Ci sarebbe poi anche l’eventualità che a Roma venga a giocare una squadra che già esiste altrove, e che potrebbe cedere il suo titolo sportivo alla franchigia della Capitale. In ogni caso, si pone il problema dell’impianto per ospitare le partite: a Roma per ora non sembra esserci.
«Ho parlato con Sport&Salute, ossia con Diego Nepi e Marco Mezzaroma: mi hanno garantito che il Centrale del Foro Italico, che per inciso fu costruito quando ero presidente del Coni, avrà una copertura entro l’estate 2027. Del resto sul Centrale ha già giocato la pallavolo alcuni anni fa; il basket invece non può svolgersi all’aperto e ci vuole il tetto»

Che budget sarà necessario per sostenere i costi di una squadra nella Nba Europe?
«Servirà senz’altro un investimento di grande livello. Ma il basket è talmente globale ormai, che ne varrà la pena: è uno sport praticato in 215 nazioni al mondo e il primo in più di 40 nazioni. Ormai anche il Sud Sudan ha giocatori nell’Nba, come le Filippine, ed è gente che guadagna 25-30 milioni d’ingaggio. La Finlandia è appena arrivata in semifinale agli ultimi Europei. Tutto il mondo gioca a basket, quasi come il calcio che rimarrà sempre il primo in Italia: superarlo per ascolti e interesse del pubblico, è una pia illusione di altri sport, che magari fanno sorpassi momentanei. Ma quello definitivo non accadrà mai“.

[…]

Fortino Sinigaglia, ma il Como cerca la svolta in trasferta

Fino a una settimana fa la sfida tra Como e Roma sarebbe stata l’incontro tra le due migliori difese della Serie A. Ma i quattro gol presi a San Siro dall’Inter dalla squadra di Fabregas hanno cambiato la situazione, e anche i presupposti della sfida che attende i comaschi all’Olimpico. […] E il Sinigaglia sinora è stato una grande forza per i biancoblu, perché è lì che non hanno mai perso, ed è lì che sinora hanno vinto l’unico scontro con una grande, la Juventus. […] Ma è in trasferta che il Como ha raccolto le sole due sconfitte in questo inizio di stagione. […] Dalla partita di Roma, dunque, ci si attende una reazione importante dopo la caduta di San Siro. Una partita che ha portato con sé anche l’infortunio piuttosto grave di Morata – probabile stop di due mesi – che pur non avendo ancora del tutto ingranato in questo campionato con il Como ha comunque lasciato a Fabregas una sola vera alternativa nel ruolo di punta centrale, il greco Tasos Douvikas, che finora ha sempre risposto piuttosto bene quando è stato chiamato, segnando anche tre gol. […] Importante, oltre a Nico Paz che è il capocannoniere del Como con cinque gol, anche il recupero di Assane Diao, che l’anno scorso fu utilissimo e che in questa prima parte di stagione ha saltato diverse partite per infortunio e non ha ancora segnato. […]

(Gasport)

Lampi di Ferguson: Evan ci riprova

IL TEMPO (L. PES) – Una notte per rinascere. Evan Ferguson ha l’obbligo di provarci. Provare a prendersi quello spazio che in estate molti credevano fosse il suo, riprendersi (o forse prendersi) la fiducia che Gasp finora non gli ha dato. Conquistarsi l’amore della gente di Roma a suon di gol. La doppietta firmata a Glasgow, oltre a una prestazione da protagonista, devono rappresentare il punto di
svolta in un momento chiave della stagione. A pochi giorni dall’inizio del mercato di gennaio quando il suo destino sembrava già segnato verso un ritorno al Brighton prima del tempo, e invece c’è ancora tempo per cambiare. Serve quella continuità che è tremendamente mancata in questi primi mesi. Al Celtic Park ha dimostrato di avere colpi e movimenti da attaccante vero, e adesso Gasperini potrebbe ridargli fiducia già lunedì nel posticipo dell’Olimpico contro il Como. Dybala non è al meglio e Dovbyk può strappare al massimo una convocazione, per questo l’irlandese potrebbe avere la chance di sfruttare il suo momento caldo.

Tutto questo in attesa dei rinforzi che comunque, come sottolineato già in Scozia dal tecnico, dovranno arrivare. Ma il mercato, si sa, difficilmente ha tempi rapidi e ci potrebbe volere qualche settimana per ultimare i colpi giusti (soprattutto alle giuste cifre). Ferguson ha l’obbligo di farsi trovare pronto, forse l’ultima vera chance prima di decisioni forti che potrebbero arrivare a inizio 2026. In Europa, oltre alla serata di grazia del centravanti irlandese, si è rivista una Roma determinata e tonica fisicamente. Con tanti cambi rispetto alla formazione tipo, ma con un’aggressività che era completamente mancata a Cagliari. Tre gol, e potevano essere molti di più tra imprecisioni e centimetri di fuorigioco, che riconsegnano a Gasp una squadra in salute in un momento cruciale per la stagione. Le gare contro Como e Juve in rapi-
da successione diranno molto della ambizioni dei giallorossi in questo campionato e
dopo due brutte cadute c’è bisogno di rialzarsi. Non sarà una sfida semplice quella
contro la squadra di Fabregas, che a livello di ritmo e intensità ha poco da invidiare a qualunque compagine di A, e dopo il 4-0 subito dall’Inter a San Siro arriverà all’Olimpico con quel pizzico di determinazione in più. Determinazione che dovrà necessariamente avere anche la Roma, costretta a tornare a vincere davanti al proprio pubblico se vuole tenere a distanza di sicurezza le inseguitrici per un posto
Champions.

Tra le notizie migliori della trasferta scozzese alcune prestazioni positive delle seconde linee. Su tutti quella di Pisilli, che con la partenza di El Aynaoui avrà per forza di cose più chance di scendere in campo. Risposte positive anche da El Shaarawy, che fisicamente sembra rinato dopo la sosta, e Rensch. L’olandese, in attesa di Angelino, può essere una carta importante soprattutto col Como quando non ci sarà Celik per squalifica. C’è ancora tempo per riflettere sulle scelte per il piemontese con un giorno in più di riposo rispetto al solito. È troppo importante tornare a correre anche in campionato.

Coppa d’Africa: incubo per la Serie A

IL TEMPO (G. TURCHETTI) – La Serie A si svuota per un mese. Saranno ventotto i calciatori che da lunedì lasceranno il campionato italiano per rispondere alle convocazioni delle rispettive nazionali impegnate nella Coppa d’Africa. La competizione che, per quest’edizione, si disputerà in Marocco a partire da domenica 21 dicembre, con la finale in programma domenica 18 gennaio a Rabat. Sei gironi da quattro squadre ciascuno e una fase ad eliminazione diretta a cui accederanno le prime due classificate di ogni gruppo più le quattro migliori terze. Ad aprire le danze sarà proprio il paese ospitante, nella sfida con le Comore. Subito protagonista, dunque,El Aynaoui, il centrocampista della Roma che ha scelto di rappresentare il Marocco anziché la Francia, mentre non è stato convocato Belahyane che resterà a disposizione di Sarri. La squadra giallorossa perderà anche un pilastro della difesa come N’Dicka, il quale proverà a difendere l’incredibile titolo conquistato nel 2023 con la sua Costa d’Avorio. La Lazio, invece, dovrà fare i conti con le assenze di Dele-Bashiru (Nigeria) e forse anche quella di Dia (Senegal), ancora in bilico. La Coppa d’Africa non avrà ripercussioni su Milan, Napoli (Anguissa è infortunato), Inter, Bologna e Juventus. Tra le prime sette squadre del campionato italiano, quindi, solo la Roma e il Como – Diao convocato dal Senegal – avranno giocatori che parteciperanno alla manifestazione. L’Atalanta verrà privata di due pezzi da novanta come Kossounou (Costa d’Avorio) e Lookman (Nigeria). La squadra più «colpita», invece, sarà l’Udinese seguita da Pisa e Lecce. I primi a rientrare saranno coloro che verranno eliminati alla fase ai gironi (terminerà il 31 dicembre). Ancora in bilico la risposta di Marocco e Costa d’Avorio per la permanenza fino al match col Como di lunedì di El Aynaoui e N’Dicka. Il marocchino resta in bilico, l’ivoriano ha buone chance di restare.