Allegri contro Gasperini: un romanzo lungo 35 anni

Sono passati 17 anni dalla prima volta che si sfidarono in panchina. Allora era la nona giornata del campionato ’08-09, il primo da allenatore in Serie A per Massimiliano Allegri. Il tecnico livornese guidava il Cagliari e a Marassi affrontò il Genoa di Gian Piero Gasperini, forte già di un’annata nel massimo torneo italiano, terminato con un sorprendente decimo posto con una squadra neopromossa. […] Allegri contro Gasperini rappresenta oggi la sfida con più precedenti fra i tecnici attualmente in attività in Serie A: si è imposto 13 volte Allegri, 6 Gasperini, 10 i pareggi. […] Oggi la vita di Allegri è ripartita con ben altro spirito rispetto a come era terminato il bis in bianconero. La seconda esperienza al Milan è cominciata meglio di quanto potesse pensare e, nonostante le tante assenze che stanno condizionando questo ciclo di partite del mese di ottobre, il Diavolo è in piena zona Champions, dove tutti a Casa Milan sperano di essere anche a fine stagione. Non potrebbe andare meglio anche per Gasperini. Il mercato non gli ha regalato tutto quello che sognava – vale anche per Allegri, parzialmente ripagato nell’ultime settimana di agosto dall’arrivo di Nkunku e il pupillo Rabiot -, ma il tecnico dopo l’epopea a Bergamo sta volando nella Capitale. È primo, contro ogni pronostico, e sta puntellando il percorso con un vestito per lui inedito: pochi gol, figli di un attacco a lui poco congeniale per caratteristiche tecniche, ma difesa di ferro (solo 4 reti incassate). Entrambi hanno giocatori che farebbero comodo al rivale: Gasperini farebbe carte false per un attaccante esterno da mettere a sinistra come Leao o Nkunku; ad Allegri manca un ariete come Dovbyk (che infatti avrebbe preso a fine mercato per Gimenez) o Ferguson, ma siamo certi che accoglierebbe a braccia aperte anche Dybala che lui fece diventare “grande” a Torino. In ballo domani ci saranno tre punti fondamentali: Allegri per l’aggancio, Gasperini per l’allungo. La storia di sfide fra i due è lunga 17 anni, ma il filo che lì unisce è un romanzo lungo oltre 35 anni e parte da Pescara, con un minimo comune denominatore: Giovanni Galeone. […] Gasperini e Allegri hanno poi avuto un altro paio di esperienze simili: da giocatori sono passati entrambi da Pistoia, mentre in panchina hanno vissuto due tappe fondamentali a Torino: Gasperini ha iniziato la sua lunga carriera da allenatore nel settore giovanile della Juventus; Allegri in bianconero è diventato…Allegri.

(Tuttosport)

Julio Baptista: “Tradito dalla Roma. Troppe critiche su di me”

GASPORT – Julio Baptista, ex giocatore della Roma, tra le altre squadre, si è raccontato ai taccuini del quotidiano sportivo. Ecco alcuni passaggi della sua intervista:

Julio, partiamo dalla sua avventura italiana. A pochi giorni dal suo arrivo morì il presidente della Roma Franco Sensi. Che ricordi ha?
«Mi trovai a portare la sua bara sulle spalle. Totti mi spiegò che Sensi era la Roma. E piangeva. Lui, come tanti altri. Era una forma d’amore che raramente avevo visto in una tifoseria, mi impressionò».

Il primo anno le cose sono andate bene. Un bel feeling con Spalletti, il gol al derby, la rovesciata con il Torino.
«Ne ho fatte tante di grandi giocate eh! Scherzi a parte sì, è stata una buona stagione. Per Spalletti sarei andato in guerra, mi aveva messo al centro del suo gioco. Gli devo tanto».

Un flash sul derby? Era il suo primo, subito in gol sotto la Sud.
«Fu pazzesco. Cross di Totti, incornata mia e gol. Vincemmo così. Ricordo la gente in delirio. A Roma sono pazzi … in senso buono. Ma la rete nel derby per me vale quella segnata al Camp Nou contro il Barcellona. Anche lì, fui decisivo».

La sua esperienza a Roma, però, si chiuse tra difficoltà e critiche. Come andò?
«Mi sono sentito un po’ tradito, a dir la verità. Stavo bene, andavo in nazionale ed ero il migliore in campo. A Roma, invece, non giocavo. Ranieri non mi vedeva molto. E non mi ha mai preso da parte per darmi una spiegazione, mai un chiarimento. Peccato. Andai via perché avevo bisogno di nuovi stimoli».

Se si cerca il suo nome su YouTube, si vede come venga associato a telecronache cult dei suoi errori in giallorosso. Quel “Julio vattene via” è diventato famoso tra i tifosi. L’ha mai visto?
«No e non me ne frega niente. Ho letto e sentito tante cazzate su di me. lo ero in un periodo di difficoltà, dove non avevo fiducia e non riuscivo a essere il giocatore di sempre. Capisco il voler diventare ‘famosi’, ma ci vuole un po’ di rispetto. Molta gente, soprattutto in Italia, si permette di parlare senza sapere».

Nel complesso, come giudica la sua esperienza in giallorosso?
Se la guardo a 360 gradi dico che sono state annate importanti, certo mi spiace non aver vinto lo scudetto e aver chiuso così. Sembra che alcune persone si ricordino più degli errori che dei gol in rovesciata. Le sembra giusto? Forse andrebbe detto a qualcuno di fare meglio il suo lavoro e di veicolare meglio le informazioni…».

Veniamo alle sliding doors. Ce ne sono almeno un paio da raccontare, entrambe in direzione Milano. La prima fu colpa di un desiderio di Galliani…
«Era il 2007, venivo da due anni così così tra Madrid e Londra. So che il Milan mi voleva. Alla fine, però, presero Pato e io andai alla Roma. E pensare che a maggio di quell’anno vinsero la Champions…».

(Gasport)

Florenzi: “Roma, sei bella. Scudetto? Se i giallorossi restano lassù possono dire la loro”

GASPORT – Alessandro Florenzi, doppio ex di Roma e Milan, due squadre che si affronteranno domani sera in campionato, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo. Alcune delle sue risposte:

Due istantanee, una per maglia
«In maglia Roma l’esordio, nel 2011. Ma anche i quarti di Champions contro il Barça, una partita così non l’ho vissuta mai: per lo stadio, per com’eravamo perfetti noi, per la gara che venne fuori. In maglia Milan nessun dubbio: il pomeriggio di Sassuolo, quello dello scudetto».

    Milan-Roma: chi si gioca di più?
    «Il Milan. Ha come obiettivo dichiarato di tornare in Champions League ma può sicuramente ambire a qualcosa in più. La Roma ci arriva già da capolista, gioca bene e i numeri per adesso sono dalla sua…».

    Una Roma così se l’aspettava?
    «Ho sempre pensato che la Roma avesse una rosa molto forte, ma da un certo punto di vista è una sorpresa. Assimilare il gioco di Gasperini e il livello di preparazione fisica che impone in così poco tempo non è facile, e questo mi fa pensare che ci siano margini di miglioramento».

    Lotta scudetto, il suo ranking.
    «Favorite Inter e Napoli, alla pari. Ma è una lotta aperta, la classifica andrà guardata in primavera. Se la Roma resta lassù può dire la sua, il Milan ha una sola competizione e ci resterà sicuro, e non scordiamoci della Juventus che per me avrà tanti benefici dal cambio di allenatore».

    Milan e Roma, lo stesso problema: il centravanti.
    «Alla base c’è sempre un problema di fiducia, quando uno non ne ha può tendere ad autosabotarsi. Poi sono casi diversi: il centravanti del Milan si chiama Santi Gimenez, davanti alla porta ci arriva, ha tante occasioni e gli manca tanto così, un granellino di
    sabbia, per sbloccarsi. Alla Roma invece il centravanti non si sa chi è, ed è un po’ lo stesso problema che ha la Juve. Non è un ruolo banale: è come il portiere, devi sapere chi è il titolare. La mancanza di certezze può influire sull’annata di un calciatore
    ».

    L’ambiente di Roma: valore aggiunto o peso sulle spalle?
    «Non scherziamo, un valore aggiunto. Ho i brividi mentre lo dico: immaginate cosa sarebbe l’Olimpico senza la pista di atletica…Darebbe alla squadra almeno 6-7 punti in più ogni stagione».

    Gabbia, Bartesaghi, Pisilli, Pellegrini…com’è giocare con addosso la maglia che ti ha forgiato?
    «Quattro ragazzi speciali. Pellegrini è un amico, Pisilli l’ho visto crescere, a Matteo e Davide credo di aver dato qualcosa al Milan. Giocare per la “tua” squadra può darti di più, ma sono oneri e onori. Hai più pressione, ma se la sai gestire allora ti fa veramente volare».

    Dybala brilla. La Roma lo vuole così continuo

    Almeno 15 gol. Del resto, ad alzare l’asticella è stato proprio Gian Piero Gasperini, subito dopo la fine di Sassuolo-Roma. E lo ha fatto parlando esattamente di Paulo Dybala, di questo Dybala qui, scintillante e fisicamente brillante come poche altre volte da quando è sbarcato a Roma. […] D’altronde, dopo un inizio di stagione altalenante – anche a causa dei postumi dell’infortunio della scorsa stagione e di un ritorno con un paio di “stop and go” – Dybala ora sembra aver trovato una continuità quasi inattesa. Quella di domani sera sarà infatti la sua quarta partita consecutive in cui partirà dal via, dopo quelle giocate contro Inter (77 minuti), Sassuolo (66, «ma potevo tenerlo in campo anche di più», le parole di Gasp) e Parma (90). […] Dybala a Milano dovrebbe giocare ancora una volta come punta di sinistra, in quel 3-4-1-2 con Cristante incursore che è stato la mossa vincente sia a Reggio Emilia (contro il Sassuolo) sia nel secondo tempo con il Parma. In quella posizione lì Dybala si trova più vicino alla porta di quando gioca invece da trequartista. […] Tra l’altro, il Milan è un avversario “comodo” per Dybala, uno di quelli che gli ha sempre portato fortuna. […] Ma molto più in generale, considerando che i rossoneri sono l’avversario maggiormente affrontato in carriera dall’argentino (27 partite, con 15 vittorie, 6 pareggi e 6 sconfitte), ma anche una delle sue vittime preferite. Al Milan, infatti, Paulo ha già segnato in tutto dieci reti, facendogli male anche con 6 assist. […] Ecco, allora Dybala proverà a migliorare anche questi numeri, considerando che in campionato, da quando è a Roma, contro i rossoneri non ha mai perso (una vittoria e tre pareggi, nelle due sconfitte del 2023/24 era out per infortunio). Tenendo ancora la Roma ben salda in vetta.

    (Gasport)

    Leao recupera. Il Milan spera nei suoi colpi

    Ieri a Milanello non c’era il sole, ma ci ha pensato il sorriso raggiante di Rafa Leao a mettere tutti di buonumore. Il portoghese è tornato ad allenarsi in gruppo, dispensando abbracci e risate ai compagni, come testimoniato pure dagli scatti postati immancabilmente sui social. Uno in particolare lo ritrae al fianco di Christopher Nkunku, con Leao che su Instagram ci ha aggiunto l’emoticon della stretta di mano. Cenno di intesa in vista della sfida di domani sera con la Roma? […] Martedì il dolore aveva condizionato i suoi 45′ a Bergamo, impedendogli di scattare come suo solito e convincendo quindi Massimiliano Allegri a sostituirlo all’intervallo proprio con Nkunku. […] Così, si potrebbe vedere per la prima volta dal 1′ la coppia Rafa-Nkunku. I due, infatti, sono stati insieme in campo solo a partita in corso, 16′ in casa della Juventus e 14′ contro il Pisa. Martedì sera Leao, come tutto il Milan, ha sofferto molto il pressing asfissiante dell’Atalanta nel primo tempo. La Roma ha l’indice PPDA, che misura la pressione sulla manovra avversaria, più basso della Serie A. In sostanza, è la squadra che pressa di più in campionato. Ma non quando in contemporanea sono in campo sia Soulé che Dybala. […] Il portoghese, grazie allo strapotere fisico e alla genialità tecnica, è in grado di accendersi dal nulla, ma pure di perdersi in un bicchiere d’acqua quando è chiamato a mettersi la squadra sulle spalle. Proprio la storia dei suoi incroci contro la Roma è indicativa. Nell’ultimo incrocio a San Siro con i giallorossi, Rafa era fermo ai box. L’1-1 finale costò poi la panchina a Paulo Fonseca. […]

    (Gasport)

    Koné è il barometro di Gasp. Con lui la Roma ha trovato una seconda “lavatrice”

    Neanche un minuto. Mai. Perché se c’è un giocatore insostituibile nel centrocampo della Roma quello è proprio Manu Koné. Tanto che Gian Piero Gasperini – appunto – in queste prime nove partite di campionato non solo non gli ha fatto saltare neanche una partita, ma lo ha tenuto in campo sempre, dall’inizio alla fine, senza mai fargli tirare il fiato. Per riposare – si fa per dire – ci sono state le tre partite di Europa League, dove il francese ha giocato rispettivamente 69 minuti a Nizza, 21 con il Lilla e 45 contro il Viktoria Plzen. Ma in campionato, no, lì per Koné è vietato prendersi pause. E la cosa avrà ovviamente un seguito anche domani sera, a San Siro, dove Manu è la principale certezza della mediana giallorossa. […] Una continuità la sua mai avuta prima in giallorosso, visto che lo scorso anno con Juric era finito anche in panchina («Grande talento, ma deve ancora lavorare. Ci sono giocatori che in campo rispondono meglio di lui», le parole del tecnico croato), mentre Ranieri ogni tanto qualche piccolo “spiraglio” di fiato glielo concedeva. Del resto, Koné è l’unico in casa giallorossa in grado di dare energia e intensità in ogni situazione di gioco, di “ripulire” ogni pallone sporco e di renderlo immediatamente giocabile, quasi come se avesse una bacchetta magica. L’ultimo che a Roma faceva un lavoro così è stato l’olandese Kevin Strootman, quello prima dell’infortunio, che Rudi Garcia definì la «lavatrice giallorossa». […] Ed allora domani Koné avrà il compito come sempre di cucire il gioco, di trasformare l’azione da difensiva in offensiva e di cercare di dare
    più elasticità possibile alla fase di transizione di Gasperini. Ma anche di arginare gli inserimenti offensivi di Youssouf Fofana, uno che quando c’è da affondare il colpo ci mette muscoli e forza fisica. E quello con il centrocampista rossonero sarà anche un bel duello, tutto francese, tra due che si sono passati il testimone anche in nazionale. […]

    (Gasport)

    Oltre 74.000 a San Siro per la sfida con i giallorossi

    Sarà un San Siro sold out quello che domani sera farà da cornice a Milan-Roma. Il club rossonero prevede che i tifosi presenti saranno oltre 74.000 e dunque rimarranno vuoti pochissimi posti, quasi tutti nel settore ospiti dove comunque i
    romanisti presenti saranno oltre 3500. […] In tribuna autorità anche i rossoneri non al top della condizione, da Pulisic a Rabiot passando per Tomori, Gimenez e Jashari: lo svizzero non andrà in panchina perché la sua condizione non è al massimo, ma spera di essere a disposizione sabato a Parma.

    (Gasport)

    Juventus, è ufficiale: Spalletti è il nuovo tecnico

    La Juventus ha ufficializzato l’ingaggio di Luciano Spalletti come nuovo allenatore del club. Il club bianconero ha pubblicato un comunicato sul proprio sito ufficiale per annunciare l’arrivo del tecnico toscano.

    Luciano Spalletti è il nuovo allenatore della Juventus: il tecnico toscano ha firmato un accordo fino al 30 giugno 2026.

    Nato a Certaldo, in provincia di Firenze, nel 1959, Spalletti ha intrapreso la carriera da allenatore 30 anni fa dopo aver indossato da calciatore tra le altre la maglia dello Spezia e dell’Empoli. Proprio nella società toscana ha iniziato la sua esperienza in panchina, vincendo una Coppa Italia Serie C e conquistando poi spazio in Serie A, riuscendo a imporsi come uno degli allenatori più innovativi del campionato italiano.

    La consacrazione arriva con l’Udinese nei primi anni 2000, con cui raggiunge tre anni consecutivi l’accesso alle competizioni europee e nel campionato 2004/05 conquista la prima storica qualificazione in Champions League per il club friulano, che lo porta poi nelle quattro stagioni successive alla Roma, con cui vince due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana.

    Dal 2009 al 2014 Spalletti ha guidato lo Zenit San Pietroburgo, con cui ha vinto due campionati, una coppa e una supercoppa di Russia, prima di rientrare in Italia sedendo nuovamente sulla panchina della Roma prima e su quella dell’Inter poi. Campione d’Italia al termine della stagione 2022/23 con il Napoli, il tecnico toscano è poi stato il ct della Nazionale Italiana fino allo scorso giugno.

    Un profilo di competenza ed esperienza che siamo lieti di accogliere nella famiglia bianconera: benvenuto alla Juventus e buon lavoro, mister!

    (juventus.com)

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    Infortunio Ferguson: si tratta di trauma distorsivo con interessamento capsulo legamentoso

    Gara sfortunata per Evan Ferguson contro il Parma. L’irlandese è stato lanciato dal 1′ da Gian Piero Gasperini contro la squadra di Cuesta, ma un infortunio lo ha costretto a uscire dal campo dopo pochi minuti. L’attaccante questa mattina ha effettuato una risonanza magnetica: si tratta di un trauma distorsivo alla caviglia destra con interessamento capsulo legamentoso.

    ROMA-PARMA: le pagelle. SVILAR “Monumento” 7 – DOVBYK “L’essenziale è visibile agli occhi” 7 – HERMOSO “Pulito” 7

    LAROMA24.IT – La Roma torna in vetta. Suona bene, soprattutto quando la prestazione lascia intravedere tanto potenziale ancora inespresso. I tre punti di oggi, arrivati di fronte ai tifosi giallorossi e di questi tempi non è poco, portano la firma di Svilar, Hermoso e Dovbyk. Il primo ha tenuto la Roma in piedi, il secondo ha firmato il vantaggio e il terzo l’ha chiusa. Un, due, tre: punti. Gasperini ha trovato la chiave giusta nella ripresa, dopo aver sperimentato (ancora) nella prima parte di gara. Qualche certezza in più, nel bene e nel male.

    SVILAR 7 – Due interventi, uno decisivo sull’1-0, quando poteva riaprirsi tutto. Monumento.

    HERMOSO 7Pulito, molto più del solito. Prestazione migliore fino a questo momento, a prescindere dal gol che ha stappato e indirizzato il match.

    MANCINI 6.5 – Tra i migliori. Come da indicazione del mister si propone con continuità ed efficacia in avanti, addirittura sfiora l’assist per Dybala. Poi giganteggia finché rimane in campo. Attaccante ombra. DALL’85’ GHILARDI SV – Benvenuto. Si schiaccia un po’ troppo in occasione del gol del Parma.

    NDICKA 6 – Gara solida dell’ivoriano, impiegato anche al centro, con profitto e senza sbavature.

    CELIK 6.5 – Come quinto non riesce a esaltarsi o a mettere in mostra le sue qualità maggiori, comunque positivo. Suo malgrado offside sul tiro di Soulé.

    CRISTANTE 6.5 – Tanta sostanza in mezzo al campo, anche quando Gasperini lo alza alla ricerca delle trame di domenica. Come un ariete nel gol di Dovbyk.

    KONE 6.5 – Afferra tutti i palloni che passano dalle sue parti, strappa anche con qualità. Polpo.

    WESLEY 6 – Nel finale cresce, anche come frequenza di giocate. Presente, senza le bollicine viste contro il Sassuolo. DALL’85’ RENSCH SV – Disorientato e disattento sul gol del Parma.

    SOULE 6 – Celik e il regolamento gli negano la meritata gioia del primo tempo, durante il quale è stato il più attivo dei suoi. Cala nel secondo tempo quando viene spostato a sinistra. DAL 73′ DOVBYK 7 – Entra per chiudere il match e missione compiuta, con un gol da bomber vero. L’essenziale è visibile agli occhi.

    DYBALA 6.5Cresce con il passare dei minuti. Primo tempo tutt’altro che indimenticabile, ma dalla traversa nel finale dà l’idea di essere in crescita. Disegna il corner per Hermoso, poi con le maglie avversarie aperte si esalta.

    FERGUSON SV – Alla prossima. DAL 7′ BAILEY 5 – In campo a sorpresa, anche per lui forse, prestazione insufficiente e sconclusionata. Fuori dal match dal punto di vista tattico. Sbaglia un gol clamoroso, fortunatamente per lui era fuorigioco. DAL 45′ EL AYNAOUI 6.5Utile, molto. Fa respirare la squadra e si fa trovare sempre a disposizione del compagno in difficoltà, coprendo tanto spazio alle spalle dell’alta trequarti giallorossa.

    GASPERINI 6.5 – Le scelte iniziali non pagano, anzi. Inizia con una punta di peso, poi appena può mette Bailey: scelta sbagliata, ma lo capisce da solo e anche in fretta, visto che lo leva alla fine del primo tempo. Si affida allo schema vincente contro il Sassuolo, di nuovo, e così porta a casa anche questa. Forse questa è la strada giusta, ma a lui piace, e purtroppo deve, cercare anche strade alternative. Altro mattone, altri tre punti.