Dovbyk è ancora in dubbio. Mannini e Romano rinnovano

Con uno Shomurodov così, Dovbyk può guarire con calma. Ieri, alla ripresa degli allenamenti, l’ucraino ha lavorato ancora a parte a causa del fastidio all’adduttore che lo ha tenuto ai box contro Porto e Monza. Il suo ritorno in gruppo è previsto per venerdì, ma la sua presenza contro il Como resta in bilico. Più probabile rivederlo con l’Athletic. (…) Ieri i Primavera Mannini e Romano hanno prolungato il loro rapporto con la Roma rispettivamente fino al 2028 per l’esterno e al 2027 per il difensore. (…)

(gasport)

Claudio mantiene la promessa: Angeliño terzino fa la differenza

Nel 2025 la Roma ha ripreso a volare e tra i protagonisti principali della rinascita giallorossa c’è Angeliño. Dopo una carriera passata in giro per il mondo dal New York City al Manchester City, ha finalmente trovato la stabilità che ha sempre cercato nella Capitale. Arrivato poco più di un anno fa è stato il penultimo acquisto di Pinto e il primo alla corte di De Rossi. Il riscatto è arrivato a maggio dopo che ha convinto tutti nei mesi passati in prestito. Costo dell’operazione con il Lipsia? Cinque milioni di euro. Una cifra bassa per i tempi che corrono e il Galatasaray si sta mangiando le mani per averlo scaricato con troppa fretta. Quest’anno è il secondo calciatore di movimento con più minuti giocati in rosa dopo Ndicka (3.154). Titolare con De Rossi, Juric e Ranieri ma la svolta è arrivata dopo l’esonero del tecnico croato che lo faceva giocare la maggior parte delle volte come centrale di sinistra (eredità di Daniele). Un ruolo che non gli ha permesso di esprimere al meglio le sue potenzialità. E le differenze adesso si vedono. (…) Con Sir Claudio in panchina – che al suo arrivo promise di non schierarlo più centrale – ha messo a referto 3 gol e 4 assist. Con Juric zero reti e un solo passaggio vincente. Le grandi occasioni create sono passate da 1 a 8. E i passaggi chiave a match da una media di 1.75 a 2. Resta invariata la precisione dei cross, ma con Ranieri è aumentato il numero (da 3.83 a partita a 4.48). Un cambio di rotta evidente e la Roma ha finalmente trovato un terzino decisivo. (…)

(Il Messaggero)

Alla faccia della normalità

IL TEMPO (L. PES) – Normalità. Sembra banale ma forse è la cosa che mancava di più all’ambiente Roma prima dell’arrivo di Ranieri. Anche se di normale, alla fine, c’è poco in questa terza avventura in giallorosso. L’«aggiustatore» come lo chiamano in Inghilterra è riuscito ancora una volta nella sua missione, anche se la strada è ancora lunga e la stagione ha tanto da dire. Ma tornando alla mente a tre mesi fa, quando il tecnico di San Saba si è seduto per la terza volta sulla panchina giallorossa, e guardando la situazione di oggi il mondo è cambiato e la Roma è tornata a sorridere. I sorrisi del tecnico, quelli di Dybala e quelli dei ragazzi che hanno giocato meno in questi mesi ma ora decidono le partite. Da Soulé a Shomurodov passando per Baldanzi. La rinascita di Angelino riproposto nel suo ruolo e, al momento, tra i migliori in Europa tra gli esterni e la restaurazione di Hummels e Paredes. Quelle cose semplici, o normali, appunto, che hanno riportato i giallorossi a competere per le posizioni che meritano. Da Como (ultimo ko in campionato dello scorso 15 dicembre) al Como (prossimo avversario do-menica all’Olimpico) Dybala & Co. non si sono più fermati ottenendo dieci risultati utili consecutivi e portandosi a soli due punti dal sesto posto. In particolare i numeri delle ultime dieci giornate sono da record. Nessuno ha fatto tanti punti quanti quelli della squadra di Ranieri. Per la precisione 24, una media da scudetto che ha conosciuto un’accelerata importante nel 2025 con due pareggi e sei vittorie di cui tre consecutive negli ultimi tre turni dove la Roma non ha subito nemmeno un gol. La situazione di fine novembre era disastrosa, ma Sir Claudio ha saputo toccare le corde giuste prima di tutto a livello mentale (basti pensare alla leggerezza con cui gioca Dybala) e poi passando alle scelte forti. Pellegrini spedito in panchina e Cristante diventato una riserva dopo anni da titolare inamovibile. La pazienza e il tempo concesso ai più giovani e le diverse fasi della gestione della rosa. Dalla ricerca dell’undici-tipo tra fine 2024 e l’inizio del nuovo anno fino al graduale inserimento delle «riserve» che ora, a detta del tecnico, spingono per giocare e lo mettono costantemente in difficoltà durante la settimana. Settimana che in questa occasione tornerà ad essere «lunga» visto che contro la squadra di Fabregas (squalificato) si giocherà domenica. Ieri a Trigoria la seduta i scarico alla quale non ha preso parte N’Dicka per un permesso accordato dall’allenatore (come svelato nel post gara col Monza) e Dovbyk ha lavorato a parte. Oggi giorno di riposo per la squadra che riprenderà a lavorare domani. Nel frattempo un brutto infortunio per Le Fée che rischia dalle tre alle sei settimane di stop a causa di un problema al tendine del ginocchio sinistro. Giallo, invece, sulla data e l’orario del match col Cagliari all’Olimpico del 16 marzo. La gara è fissata alle 15 ma nella mattinata la Capitale e il Foro Italico ospiteranno la Maratona di Roma. Dalla Lega nessuna ipotesi di spostamento e la Prefettura è fiduciosa che tutto possa essere svolto nei tempi tra la fine della corsa e l’inizio del match.

Ranieri aspetta il Como e corteggia Fabregas: “Diventerà uno dei top”

«Io sto già pensando al Como, che ci ha battuti all’andata. Stanno bene, Fabregas tra 3-4 anni sarà uno dei top allenatori». L’investitura di Ranieri è arrivata direttamente alla fine di Roma-Monza ma spiega al meglio la mentalità riportata da Ranieri a Trigoria. Nonostante i dieci risultati utili consecutivi, non c’è spazio per sedersi sugli allori. L’Europa è alla portata e la sfida contro il Como diventa un crocevia importante verso le zone alte della classifica. Gli uomini di Fabregas sono la sorpresa migliore di questo inizio 2025. Dopo un grande mercato di gennaio (quasi 50 milioni spesi), la squadra ha iniziato a rispondere sul campo dopo le difficoltà di inizio stagione. (…) La trappola è dietro l’angolo, come dimostrato a dicembre scorso. Ranieri lo sa, tra pretattica e complimenti, ha già avvisato i suoi calciatori dei pericoli del Como. Gli elogi a Fabregas sono sinceri e chissà che non possano rappresentare un indizio di mercato. La Roma prosegue la ricerca del suo nuovo allenatore, con Ranieri che smentisce un altro anno in panchina nonostante le speranze di Ghisolfi. Lo spagnolo è il profilo perfetto per il progetto giovane e sostenibile, pubblicizzato dai Friedkin a più riprese. L’ostacolo più grande è però rappresentato dagli interessi economici di Fabregas nel Como e dall’ambizione attuale del club. Giovane, ricco e organizzato. Non un top club, ma un piccolo gioiello della Serie A. E probabilmente le vere sirene che possono far vacillare Fabregas sembrano localizzate tra il nord di Londra e Barcellona. (…)

(La Repubblica)

I quattro gol al Monza sono la rivincita del gruppo

Dicono: ora la Roma è un’altra squadra. Errore. C’è un’altra di troppo. Nel senso che ora la Roma è una squadra. Prima, nel periodo tattico e tecnico dell’oscurantismo juriciano, la Roma tutto era stata meno che logica volendo usare un termine soft. Hummels e Paredes in panchina, l’Angelino adesso miglior esterno sinistro del campionato veniva impiegato da difensore centrale a sinistra, Koné era considerato un prospetto, Dybala un fuoriclasse a intermittenza, i dissapori all’interno dello spogliatoio erano all’ordine del giorno. Poi è arrivato il sor Claudio Ranieri. Il pragmatismo fatto persona. Ha rimesso i giocatori giusti al posto giusto, si è appellato al suo romanismo che ha diffuso nel gruppo, ha chiesto di giocare a calcio, ha riunito il gruppo al motto tutti per uno, uno per tutti, ha riallacciato il feeling con una tifoseria che non aspettava altro dopo mesi di interrogativi senza risposta e pensieri cattivi. (…) Una Roma capace di essere comunque una squadra anche se il terzetto offensivo, tanto per dire, diceva Soulé, Baldanzi e Shomurodov. È evidente la voglia del gruppo di prendersi una rivincita rispetto a tutto quello che è stato detto nei primi quattro mesi della stagione, l’obiettivo è quello di riprendersi l’Europa che negli ultimi anni è stata il giardino di casa della Roma. Sono tutti meriti del sor Claudio. Al punto che molti oggi auspicano una conferma di Ranieri sulla panchina giallorossa anche per la prossima stagione. (…) E allora Ranieri, all’ennesima domanda sul suo futuro, stavolta ci ha dato pure il suo prescelto per ereditare la sua panchina giallorossa: Cesc Fabregas. Nei confronti dello spagnolo, suo prossimo avversario, elogi da numero uno. E allora, visto che a indicare il nuovo allenatore dovrà essere lui, come non pensare che Fabregas sia in pole position per il futuro?

(La Repubblica)

Nessuno vola come la Roma. E ora Ranieri sogna l’Europa

“Il secondo tempo di Como mi ha scioccato, non voglio più vedere quella Roma lì”. Era il 15 dicembre scorso e Claudio Ranieri masticava amaro, subito dopo la sconfitta per 2-0 in casa dei lariani. Da quel pomeriggio ad oggi sono passati esattamente 73 giorni, quasi due mesi e mezzo. Eppure sembra tutta un’altra era, quasi come se fossero due Rome totalmente diverse tra di loro. Quella era una squadra che faticava ancora a togliersi di dosso le tossine negative dell’esperienza Juric, questa è un gruppo che vola spedito verso mete inaspettate, considerando – appunto – che in quel periodo lì si parlava di una Roma in lotta per la zona salvezza. Ed invece oggi lo scenario è completamente diverso, con i giallorossi tornati a ridosso della zona che porta alle coppe europee. (…) In queste dieci gare, infatti, i giallorossi hanno portato a casa 7 vittorie e tre pareggi, per un totale di 24 punti su 30. E considerando che i pareggi sono arrivati contro Milan e Bologna fuori casa e Napoli all’Olimpico, a conti fatti si può essere ancora più soddisfatti. Nello stesso arco temporale nessuno in Italia ha infatti fatto meglio della Roma. (…) Il lavoro di Ranieri è eccezionale e può diventarlo ancora di più se si butta un occhio al calendari: Como in casa, Empoli fuori, Cagliari in casa e Lecce fuori. Insomma, a fine marzo e prima del tour de force finale, la Roma potrebbe trovarsi in una situazione di classifica ancora più interessante di quella attuale. Ed allora l’imperativo è continuare così e centrare domenica l’undicesimo risultato utile consecutivo. (…)

(gasport)

Angelino e Saelemaekers, gol e assist due frecce d’oro nell’arco di Ranieri

LEGGO (F. BALZANI) – Due fasce d’oro per una Roma che nel 2025 ha raccolto meno punti solo del Bayern Monaco in Europa. Nell’arco di Ranieri ci sono due frecce sulle fasce come non se vedevano da anni: Angelino e Saelemaekers. Lo spagnolo e il belga hanno portato in dote finora 8 gol e 10 assist in tutto oltre a un imponente doppia fase. Una ricchezza che negli anni si era persa considerati i flop dei vari Karsdorp, Vina, Santon e Bruno Peres. Se Angelino è stato un colpo di mercato a tutti gli effetti (è costato 5 milioni) per Saelemaekers bisognerà trattare col Milan. E in questo caso molto dipenderà dal futuro di Conceiçao. Contro il Monza i due folletti di Ranieri sono andati entrambi i gol, pronti in vista della rimonta che attende la Roma in campionato. Un bel pezzo di strada in realtà Sir Claudio l’ha già percorsa. Nel 2025 la sua Roma ha ottenuto 20 punti frutto di 6 vittorie e 2 pareggi. Meglio, appunto, ha fatto solo il Bayern con 22. Un dominio che in serie A va avanti dalla 17° giornata. Da quel momento, quindi dopo la sconfitta di Como all’andata, Ranieri ha ottenuto 24 punti. Uno in più dell’Inter, 3 più di Napoli e Juve. La domanda nasce spontanea: visto il successo perché Claudio non resta anche il prossimo anno in panchina rinviando il ruolo da dirigente? Dubbi spazzati via dallo stesso Ranieri e dimostrati dalle manifestazioni di interesse del club per Gasperini che non rinnoverà con l’Atalanta. I primi contatti risalgono già a un mese fa ma necessiteranno di ulteriori approfondimenti in queste settimane. Tra i nomi graditi però ci sono anche Sarri e quel Fabregas che domenica verrà all’Olimpico. Annunciati ieri, infine, i rinnovi per i giovani Mannini e Romano e a breve arriverà la fumata bianca anche per Paredes e Svilar.

Pietralata rallenta: tempi più lunghi. E i costi adesso sforano il miliardo

(…) Con Pietralata, i Friedkin vogliono invece vincere questa partita infinita dello stadio della Roma, una sfida che il compianto Dino Viola iniziò a giocare addirittura nel lontano 1987. Ma i Friedkin riusciranno davvero nell’impresa di portare a casa il grande sogno giallorosso? Due giorni fa, infatti, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha spostato la data di un altro anno, parlando di ”ipotesi” inaugurazione dell’impianto nel 2028, un anno dopo il centenario del club, l’anno in cui tutti – club e Comune in primis – sognavano invece di giocare la prima partita nella nuova casa giallorossa. (…)  Nel frattempo ,però, i costi continuano a lievitare e oramai anche il muro del miliardo di euro sembra essere stato ampiamente abbattuto. Nella sua prima stima, quella effettuata ai tempi dello studio di fattibilità presentato oltre due anni fa (era il 3 ottobre 2022 quando il Ceo dell’epoca Pietro Berardi si presentò in Campidoglio con un voluminoso faldone color arancio) i costi erano di circa 570 milioni di euro. Poi la guerra in Ucraina e la situazione geopolitica a livello internazionale ha prodotto un aumento dei costi vivi, non solo delle materie prime. (…) . Il problema è che la Roma deve concludere ancora gli scavi archeologici, basilari per la presentazione del progetto stesso. Scavi che in questo momento sono fermi sia per la pioggia di questi giorni, sia per i problemi emersi ultimamente (come – ad esempio – il ricorso dell’autodemolitore di via degli Aromi accolto la scorsa settimana dal Tar del Lazio). Se tutto dovesse filare liscio e gli scavi riprendere a breve, a correre ci vorrebbe almeno un mesetto. Poi la stesura definitiva del progetto e il via di tutto l’iter amministrativo, prima della posa della prima pietra. Ecco perché anche il 2028 a molti sembra quasi una chimera.

(gasport)

Casting per la panchina, Ranieri vota Fabregas: “Sarà un top del futuro”

Gasperini, Conte, Fabregas, Sarri, Allegri, Montella, Farioli e Ancelotti. Una lista “tutti i gusti” come in estate dal gelataio. Il particolare sorprendente, però, è che non stiamo parlando di una squadra in crisi, che perde una partita dopo l’altra e comincia per tempo a chi mettere sulla panchina nella prossima stagione. Parliamo della Roma guidata da Claudio Ranieri, che nelle ultime 10 giornate di campionato ha conquistato più punti di tutti: 24 contro i 23 dell’Inter (non calcolando la sconfitta a Firenze perché era il recupero della quattordicesima) e i 21 del Napoli. (…) La “sparata” di Gasperini dopo l’eliminazione in Champions – il tecnico ha ancora un anno di contratto ma ha chiarito che in ogni caso non rinnoverà con l’Atalanta – ha aperto la possibilità di un addio anticipato. Secondo Tuttomercatoweb.com la dirigenza giallorossa avrebbe avviato i primi contatti con il tecnico per capire la sua disponibilità a realizzare un progetto con i giallorossi. (…) Quello di Gasp, però, è un nome abbastanza divisivo. Ranieri ha speso belle parole per Fabregas, che sarà il suo prossimo avversario in campionato: “Io sto già pensando al Como, che all’andata ci ha battuti (è stata l’ultima sconfitta della Roma in serie A, il 15 dicembre 2024; ndr). Fabregas tra tre o quattro anni sarà uno dei top allenatori“.

(corsera)

Assalto ai Fedayn: inchiesta su 33 ultrà serbi per il simbolo rubato

 Avevano pianificato e portato a termine una spedizione punitiva in stile paramilitare, utilizzando un b&b come base e scegliendo tre rotte diverse per non essere identificati alla frontiera, ma hanno perso un cellulare: adesso 33 ultrà serbi della Stella Rossa sono indagati per rapina e lesioni. (…) Un’inchiesta durata due anni, coordinata dal sostituto procuratore Erminio Amelio, individua gli e ricostruisce le rotte, le vie di fuga, i nascondigli utilizzati dagli ultrà del gruppo Delije per portare a termine l’agguato che il 4 febbraio 2023, in piazza Mancini, è culminato con il furto dello striscione al gruppo giallorosso dei Fedayn Roma 1972. Lo striscione verrà incendiato, insieme ad altri stendardi, come sfregio, il 18 febbraio sugli spalti dello stadio Maracanà a Belgrado. I ragazzi del gruppo Quadraro sono tornati presto al loro posto in curva Sud. Intanto la procura ha avviato l’inchiesta, riuscendo a individuare i picchiatori e a geolocalizzare, tramite le celle telefoniche, tutti i loro spostamenti in Italia. L’indagine prende le mosse dai dati contenuti nello smartphone di un ultrà serbo, ritrovato sull’asfalto in piazza Mancini quando ormai la rapina era già consumata. I Delije erano arrivati in Italia giovedì 2 febbraio da tre aeroporti diversi: Bergamo Orio al Serio, Trieste e Napoli. Prima di convergere su Roma, una componente va a Milano ad assistere alla partita di basket Olimpia Milano-Stella Rossa. All’aeroporto di Bergamo affittano due auto. Un altro gruppetto scende verso Roma da Trieste, mentre il terzo manipolo va a far visita agli ultrà del Napoli. Le sentinelle serbe a Roma sono quattro. Si sistemano in un b&b nel quadrante Est. Al mattino del 4 febbraio i 33 ora sotto inchiesta si ritrovano a Roma. Fanno un sopralluogo in piazza Mancini, studiano il parcheggio. E decidono dove posizionare le due auto per garantirsi la fuga più comoda. Messo a punto ogni particolare, i Deljie si allontanano dalla piazza, per tornare alla carica a fine partita. I serbi agiscono a colpo sicuro, caricano nel parcheggio, travolgono tutti accanendosi sul ragazzo che sta posando in macchina la sacca con gli striscioni. Rimangono le immagini dalle telecamere comunali e un video girato dai residenti: riprende la fuga dei Delije. Conclusa l’azione i serbi s’incamminano verso il lungotevere, sparpagliandosi. L’uomo con la sacca rubata monta su un’auto, che si confonde nel traffico dei tifosi romanisti. Unica concessione, grazie ai contatti con la criminalità serba su Roma, la restituzione ai Fedayn dello striscione “Brigata Roberto Rulli”, in memoria del fondatore scomparso nel 1990.

(La Repubblica)