IL TEMPO (GAB. TUR) – «Se il mio lavoro non sarà all’altezza, me ne andrò». Alla fine del primo anno da responsabile dell’area tecnica della Roma, Florent Ghisolfi non ha paura di assumersi le proprie responsabilità. L’ex Nizza ha rilasciato alcune dichiarazioni all’emittente televisiva francese After Foot di RMC Sport, partendo dalle emozioni che si vivono nella sponda giallorossa della Capitale. «La Roma è un club diverso, c’è una passione incredibile che consuma le persone» – ha spiegato il francese – «Non voglio sminuire il Lens, ma la Roma è qualcosa di speciale». Passione, però, che secondo il direttore sportivo giallorosso rende più com-plicato il lavoro all’interno del club capitolino: «Qui non è facile creare un progetto stabile, poter lavorare a lungo termine. È proprio quello che stiamo cercando di fare in questo momento. Il nostro lavoro non dà frutti domani, non si fa in pochi giorni. Siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo nel lavorare per la Roma». Un altro tema toccato da Ghisolfi riguarda l’identità ritrovata nella società, soprattutto da quando Ranieri ha preso il posto di Juric in panchina: «Il mister conosce il club e la città, porta serenità. Abbiamo anche fatto tornare persone che hanno questo senso di appartenenza, come Balzaretti ad esempio”. L’obiettivo del ds giallorosso è chiaro: «Voglio strutturare un’organizzazione forte, che funzioni anche senza di me. Se riuscirò a restare dieci anni alla Roma, sarò l’uomo più felice del mondo»
Autore: FedericoL
Al Meazza c’è Dybala ma non i tifosi. Ghisolfi: «Qui si fanno richieste folli»
Riparte da San Siro la rincorsa al quarto posto. Senza tifosi al seguito, ma con Paulo Dybala in tribuna che seguirà la partita contro l’Inter. (…) L’idea dell’allenatore è quella di inserire un centrocampista e scegliere il 3-5-2. Koné è sicuro del posto, le altre due posizioni se le contendono Cristante, Paredes e Pisilli. In caso di 3-4-2-1 scalpita Pellegrini per
giocare al fianco di Soulé. Davanti Shomurodov insidia Dovbyk. (…) Ai microfoni di RMC Sport ha parlato Florent Ghisolfi: «Sono stato accolto molto bene a Roma, anche se a volte le richieste sono un po’ folli. Voglio dimostrare di meritare questa opportunità. Se il mio lavoro non sarà all’altezza, me ne andrò»
(Il Messaggero)
La finale di Claudio tra l’arte di difendersi e il dovere di attaccare
Diciassette, tutte d’un fiato. Senza una sconfitta, che nei primi mesi della stagione era pure una brutta abitudine: 12 vittorie e 5 pari, questo il gran passo della Roma di Claudio Ranieri, arrivato come il Salvatore per la terza volta nella sua lunga carriera. Un trend da scudetto, una specie di miracolo, vista la rosa non all’altezza – per ammissione dello stesso sir Claudio -per i grandi obiettivi. La Roma è arrivata alla meta un po’ stanca, a spinta. Ma proprio ora c’è bisogno di tirar fuori quello che non si ha (più), serve un’altra impennata: vincere a San Siro domani. Impresa non impossibile, forse solo improbabile. Non ci voleva l’Inter come prima avversaria di questo decisivo rush finale, che prevede per i giallorossi le sfide con Fiorentina, Atalanta, Milan e Torino. (…) Domani a San Siro servirebbe una vittoria per restare agganciati al treno, e la Roma proverà ad ottenerla, consapevole dei limiti fisiologici di questo finale di stagione, comunque sorprendente per i giallorossi. Calciatori come Paredes, Saelemaekers e Angelino sono in flessione, lo spagnolo ad esempio ha giocato sempre e non ha un sostituto all’altezza, così come Ndicka. L’assenza di Dybala comincia a farsi sentire, anche perché là davanti Ranieri può schierare solo Dovbyk o Shomurodov, senza mai poterli utilizzare insieme (e gli piacerebbe pure) vista la mancanza di alternativa in corsa. Non sono queste le migliori condizioni per sperare in un exploit. La differenza può farla l’a-spetto psicologico: è vero che per la Roma è l’ultima occasione per sperare in un posto in Champions, ma nessuno – in caso di insuccesso – sarebbe nelle condizioni di criticare l’operato di Ranieri; l’Inter invece si gioca molto di più, sapendo benissimo che una sconfitta comprometterebbe la vittoria dello scudetto. (…)
(Il Messaggero)
Una vittoria su 12 contro le big. Per l’Europa serve di più
Il problema è iniziato con Paulo Fonseca, sei anni fa, per poi proseguire con José Mourinho, Daniele De Rossi e Ivan Juric. Sembra quasi una maledizione o anche solo un virus che ha contaminato Trigoria e non ne vuole sapere di andar via. Sta di fatto che anche uno dal cammino dorato come Claudio Ranieri non ne è risultato immune, con la Roma che fatica (e quanto…) negli scontri diretti anche sotto la sua gestione. Un malessere continuo, che ha contraddistinto il cammino di tutti gli ultimi allenatori giallorossi. (…) Considerando le prime nove squadre della Serie A, quelle che arrivano dalla vetta occupata da Inter e Napoli fino al Milan, la Roma finora ha giocato 12 scontri diretti. Vincendone – appunto – solo uno, il derby di andata. Per il resto sei pareggi e 5 sconfitte, con una media punti di 0,75, la peggiore in assoluto tra le prima nove, se si eccettua appunto il Milan, l’unica formazione capace di fare peggio dei giallorossi. In vetta a questa speciale «classifica avulsa» c’è il Napoli con una media di 1,87, seguito dalla Fiorentina (1, 64). L’Inter, prossimo avversario dei giallorossi, è quinta, ma ha comunque una media di 1,43 a partita, di fatto quasi il doppio dei giallorossi. Ma se è inutile piangere sul lat-te versato, è anche vero che per la Roma adesso c’è l’obbligo di cambiare marcia. Perché se vuole centrare un posto nell’Europa del prossimo anno (Champions, Europa League o Conference che sia) i giallorossi hanno bisogno di invertire rotta. Già, perché le prossime 4 partite sono proprio degli scontri diretti: Inter fuori, Fiorentina in casa, Atalanta fuori e Milan in casa. (…)
(gasport)
Roma, il rebus dei calendario per avere un posto in Europa
La Roma, a cinque giornate dalla fine del campionato, deve guardare non solo i propri risultati ma anche a quelli degli altri. La lotta per un posto in Europa è più affollata che mai e c’è il rischio concreto che i giallorossi possano restare fuori dalle coppe. La chiave? Gli incastri, tra Coppa Italia e Conference, che potrebbero ridefinire il numero delle italiane qualificate. Al momento, la squadra di Claudio Ranieri è settima, posizione che garantirebbe la qualificazione alla prossima Conference League. Ma il quadro, ricostruito in maniera approfondita da «Cronache di spogliatoio», resta in divenire. E non mancano i rischi. Se il Milan, attualmente al no-no posto, dovesse vincere la Coppa Italia, accederebbe di diritto all’Europa League. In quel caso, la settima classificata del campionato verrebbe automaticamente esclusa da ogni competizione europea. A fame le spese, a oggi, proprio la Roma. Una variabile fondamentale sarà la Fiorentina, che è in semifinale Conference League, contro il Betis. Se i viola dovessero vincere il torneo, scatterebbe per loro l’accesso automatico all’Europa League. Un bene per l’Italia, che potrebbe mantenere 8 squadre nelle coppe come quest’anno, ma solo a condizione che la Fiorentina finisca dopo il settimo posto. Se invece dovesse finire sesta o ancora più su, la vittoria in Conference non sbloccherebbe un posto extra e si tornerebbe al consueto schema delle sette qualificate. (…)
(corsera)
Sfide incrociate
IL TEMPO (L. PES) – Destini incrociati, vecchi obiettivi e possibili nuove sinergie. Inter-Roma di domani non è solo una sfida decisiva per i destini di entrambe, i nerazzurri in ottica scudetto mentre i giallorossi per sperare nella Champions, ma anche un incrocio tra società che spesso nella storia hanno dato vita a scambi di mercato con nomi importanti. L’asse tra la Capitale e Milano si è aperto ufficialmente già a gennaio con l’arrivo alla Pinetina di Zalewski in prestito con diritto di riscatto fissato a 6.5 milioni (dopo il rinnovo fino al 2026 del contratto del polacco), ma potrebbe ampliarsi e prendere direzioni inaspettate. L’Inter ha puntato sull’esterno lanciato da Mourinho (anche se a farlo esordire fu Fonseca nel finale della sua ultima stagione romanista) e l’intenzione lo scorso inverno era quella di riscattarlo, motivo per il quale la Roma ha dato l’assenso al rinnovo-ponte per altri dodici mesi. Ghisolfi e la coppia Marotta-Ausilio hanno aperto i dialoghi anche per un’operazione molto piu complessa poi non andata in porto: il ritorro in giallorosso di Davide Frattesi. «Costa troppo» aveva detto Ranieri nei primi giorni del mercato, e in effetti aveva ragione. Ma il gradimento per il centrocampista, cresciuto nel settore giovanile di Trigoria, viene da lontano, da quanto già Pinto provò a strapparlo proprio alla concorrenza dell’Inter che però lo costrinse alla resa. Il basso minutaggio della prima parte di stagione aveva fatto muovere il suo procuratore che già negli ultimi giorni della sessione estiva aveva provato a intavolare uno scambio con un altro suo assistito, ovvero Cristante. Proprio l’ex atalantino era rien-trato in qualche discorso di inizio 2025 che però non è mai decollato. Ma non è affatto da escludere che la Roma possa tornare alla carica nel prossimo mercato per rinforzare il centrocampo. Cristante è un profilo che a Inzaghi non dispiace e permetterebbe di aggiungere centimetri alla mediana nerazzurra. Ma nel mirino dei campioni d’Italia in carica potrebbe finire anche capitan Pellegrini. L’addio alla Roma sembra ormai inevitabile e a Milano il centrocampista potrebbe trovare un ambiente ideale per il rilancio. A dodici mesi dalla scadenza del contratto che lo lega al club giallorosso il suo valore di mercato non è più così alto. E dopo i tentennamenti di gennaio spazzati via dal gol nel derby Napoli e Inter possono tornare di moda per il numero sette. Sfida cruciale ma anche occasione per incontrarsi e magari gettare le basi per qual-che operazione estiva. Inter-Roma, d’altronde, ha sempre regalato spettacolo principalmente in campo, ma anche fuori.
La Roma tratta con Svilar ma per il portiere si muove anche lo United
Nessuna clausola, ma anche nessun accordo. Almeno per ora. Alla vigilia della sfida di domani contro l’Inter a San Siro — dal risultato dipende la corsa Champions della Roma di Ranieri — il rinnovo di Mile Svilar resta la priorità in casa giallo-rossa. Ma per blindare uno dei calciatori più importanti della rosa serve che tutti i tasselli si incastrino alla perfezione. Soldi, progetto tecnico, centralità. (…) I colloqui sono in corso, i contatti tra le parti sono costanti. Chi siede al tavolo delle trattative garantisce che non è mai stata avanzata la richiesta di inserire la clausola rescissoria. Il dialogo resta concentrato su durata, ingaggio e ruolo tecnico. Non su meccanismi di uscita anticipata. La richiesta iniziale è di circa 4 milioni di euro bonus compresi, in linea con il recente rinnovo di Paredes (3,5) e parametrato agli ingaggi dei calciatori più forti della rosa: Ndicka, Pellegrini, Dovbyk, tutti con contratti tra i 3,5 e i 4 milioni annui. La società, dal canto suo, ha fatto sapere di voler prolungare l’attuale contratto — da circa 1 milione di euro l’anno, in scadenza nel 2027 — premiando con un adeguamento il rendimento del portiere belga. Ma la distanza tra domanda e offerta resta ampia. (…) L’interesse per Svilar, nel frattempo, non manca fuori dai con-fini italiani. Il Manchester United sta valutando alternative ad André Onana in vista della prossima stagione e il nome del portiere giallorosso è finito sui taccuini degli osservatori. Il Bayern Monaco, che dovrà raccogliere l’eredità di Manuel Neuer, vorrebbe affiancare al 2lenne Jonas Urbig, un portiere giovane ma di alto profilo. E Svilar, belga come l’allenatore Kompany, sembra il nome giusto. Anche il Chelsea e il Manchester City, in caso di addio di Ederson (che ha appena cambia-to agente scegliendo Julio Cesar), valuta diverse soluzioni tra i pali. (…)
(corsera)
Dovbyk, buona prima stagione. Ma manca contro le big
Ha già segnato più di Pruzzo e Dzeko, di Balbo e Voeller, di Guaita e Prati. Anche più di Salah, 15 gol nella prima stagione. Dovbyk, con le sue 16 reti, è nella top ten degli esordienti in giallorosso; e gliene basterebbe un’altra per salire al 5° posto di questa classifica comandata dal 1929 da Volk a quota 24. (…) Ora la Roma avrà 4 scontri diretti consecutivi. All’andata, contro l’Inter, il numero 11 non inquadrò mai la porta: 2 tiri, entrambi di testa, finirono fuori. Domani a San Siro, e poi contro Fiorentina, Atalanta e Milan, l’obiettivo di Dovbyk è chiaro: sbloccarsi contro le grandi.
(corsera)
Instagram, Hummels e la chiacchierata con Salah-Eddine: “Dibattiti seri” (FOTO)
Ufficiale: Atalanta-Lecce si giocherà domenica 27 aprile alle 20.45
Atalanta-Lecce, precedentemente prevista per venerdì 25 aprile, si giocherà domenica 27 aprile alle ore 20:45. Questo il comunicato della Lega Serie A: “A seguito della tragica scomparsa del sig. Graziano Fiorita, membro dello staff tecnico della società US Lecce, la gara della 34ª giornata del Campionato di Serie A ENILIVE Atalanta-Lecce viene riprogrammata come segue: domenica 27 aprile 2025 ore 20.45”
(legaserie.it)
