A febbraio tornerà la Coppa Italia e la Roma sarà attesa dal Milan a San Siro per i quarti di finale. Data e orario sono stati ufficializzati oggi: i giallorossi saranno di scena mercoledì 5 febbraio con calcio d’inizio alle 21. Atalanta-Bologna, invece, si giocherà il giorno prima, sempre con fischio d’avvio alle 21.
Roma: occhi su Sogliano in caso di addio a Ghisolfi
La posizione di Florent Ghisolfi non pare più salda dopo appena una sessione di mercato, quella estiva, che ha visto la proprietà elargire investimenti importanti che, in parte, sono già stati rinnegati come nel caso di Le Fée, pagato 23 milioni e ceduto in prestito, con obbligo di riscatto, la scorsa settimana al Sunderland.
E ora i Friedkin potrebbero guardare nuovamente al panorama dei ds, con l’indiscrezione che arriva dal quotidiano veronese di un interesse per Sean Sogliano, dirigente di punta dell’Hellas Verona. In questi giorni si ratificherà il passaggio di proprietà da Setti agli americani della Presidio Investors, con Italo Zanzi che sarà Ceo degli scaligeri. A quel punto Sogliano si siederà con la nuova proprietà che intende comunque lasciargli un ruolo centrale anche nel futuro, già assicurato da un contratto fino al 2026.
(L’Arena)
Bivio Frattesi. Deve chiedere lui la cessione
“Frattesi non ha chiesto assolutamente la cessione, è un bravo ragazzo e un bravo professionista. Poi è chiaro che questo è un mercato in cui possono arrivare richieste, ma noi non vogliamo vendere nessuno. Se poi un giocatore manifesta l’intenzione di voler cambiare aria, cerchere-mo di ascoltarlo. Per adesso però non ci sono gli elementi per dire che Frattesi voglia cambiare squadra”. Il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta, prima di Venezia-Inter ha cercato di gettare acqua sul fuoco sulla delicata situazione del centrocampista nerazzurro. Tutavia la telenovela del mercato invernale sembra solo all’inizio. Trasmesse le prime puntate, si attende nei prossimi giorni ìl seguito della storia, visto che nonostante le parole proferite dai vertici nerazzurri ufficialmente – e ufficiosamente — soprattutto la Roma continua a sognare il ritorno del figliol prodigo. Con i gial-lorossi che vogliono sfruttare la volontà del calciatore di scendere in campo con continuità. Certo, servono sempre 45 milioni, in teoria non un centesimo di meno, con Ranieri che dovrà farsene una ragione, visto che l’Inter vuole solo cash. Pellegrini è stato bocciato perché non rispecchia i desiderata societari di età e stipendio, mentre Cristante resterebbe comunque un’operazione slegata e in prestito. Per una sorta di toppa che però sinora non scalda proprio nessuno a Milano. (…)
(tuttosport)
Roma-Frattesi a fari spenti. L’Inter aspetta
Mezz’ora in campo nella sfida contro il Venezia ma a tener banco su Frattesi non è tanto la prestazione (più ombre che luci) quanto il suo futuro tra Inter e Roma. Da Venezia e Bologna le so-cietà hanno provato a gettare acqua sul fuoco per evitare di dare ulteriore risalto alla situazione, ma di fatto entrambi i club sono consapevoli che il capitolo Frattesi è ancora tutto da scrivere. Perché dietro le quinte e lontano dai riflettori il diesse Ghisolfi e l’agente del centrocampista, Giuseppe Riso, stanno lavorando sull’offerta da presentare all’Inter e con il passare dei giorni sono sempre più convinti di riuscire a trovare la chiave per chiudere l’affare in questa finestra di mercato. (…) Quarantacinque milioni di euro, leggermente trattabili (fino a 40), per lasciarlo andare. Perché la società nerazzurra – ed è un altro messaggio diretto alle parti – non ha alcuna necessità o voglia di cedere Frattesi, Inzaghi è contento di averlo (almeno fino a giugno) e non ci saranno sconti per chi contatterà ufficialmente Ausilio. (…) La proposta sarà quindi di un prestito oneroso con l’obbligo di riscatto vincolato a determinate condizioni, con il possibile inserimento di Cristante in prestito per sei mesi se la società non dovesse ricevere altre offerte di trasferimento a titolo definitivo per il suo mediano. (…)
(corsport)
Bologna-Roma, la moviola dei quotidiani: dubbi sul contatto Miranda-Saelemaekers
La Roma esce dal Dall’Ara con un pareggio, in una gara fortemente indirizzata da due calci di rigore. Al limite della sufficienza la prestazione dell’arbitro Abisso, che gestisce comunque bene il match. Dubbi sul contatto Miranda-Saelemaekers del primo tempo, con i giallorossi che hanno recriminato il penalty. Serve il Var, invece, per il calcio di rigore concesso alla squadra di Ranieri nel finale.
LA GAZZETTA DELLO SPORT – VOTO 5,5
Lascia perde e non vede troppe provocazioni. E con check o video, i rigori sono del Var. Miranda-Saelemaekers: dubbio. Al 33′ Miranda impatta il piede di Alexis: il dubbio da rigore resta. Nel primo tempo grazia Mancini (su Dominguez) e Pellegrini (su Holm e Ndoye). Al 17′ s.t. braccio ravvicinato di Koné: rigore con check-Var che fa il paio con quello assegnato per braccio di Lucumi (con video assistenza) nel finale di gara. Entrambi sanno più di palla ravvicinata e inattesa: nel mondo di oggi è rigore, ma…
CORRIERE DELLO SPORT – VOTO 6
Partita buona per Abisso, macchiata dal rigore non visto [e dato dopo OFR] nel finale. Di contro, il rigore fischiato al Bologna è davvero bello, arbitralmente parlando, riesce a tenerla anche come accettazione dei giocatori. Qualcosa la sbaglia (oltre al rigore non visto, il giallo a Miranda è inesistente], ma Rocchi può essere soddisfatto. Lucumì tocca il pallone con Il braccio destro largo (cerca di spingere Ndicka), posizione sempre punibile, dall’inizio, il colpo di tacco del giallorosso non può essere un parametro: Abisso non lo vede, Sozza al VAR si: OFR e penalty, sul quale non ci sarebbe stata ribattuta [palo, traversa o parata: finiva li]. Ok il rigore al Bologna: testa di Holm, Kone tocca il pallone con la mano che è sopra la linea del le spalle e dunque in posizione innaturale e sempre punibile. Nella stessa azione, dopo un’iniziale trattenuta reciproca, c’è un placcaggio di Pellegrini a Odgaard, sarebbe stato rigore anche quello. La Roma si lamenta per il contatto Miranda-Saelemaekers: c’è, con la punta del piede sullo scampino, ma è un tocco leggero. Trattenuta reciproca ad inizio ripresa fra Holm e Pellegrini, quest’ultimo che va giù facile: nulla.
IL RESTO DEL CARLINO – VOTO 6
Al 34′ il contatto tra Miranda e Saelemaekers in area rossoblù è quasi invisibile: rigore mai. Al 65′ invece l’arbitro coglie il braccio largo di Konè sull’inzuccata di Holm: rigore sempre. Può alimentare la solita discussione il braccio galeotto di Lucumì sul tacco di Ndicka che nell’overtime manda l’arbitro alla moviola inducendolo a concedere il pe-nalty. Classico rigorino da (funesti) tempi del Var.
IL ROMANISTA – VOTO 5,5
Poteva fare peggio, ma anche meglio. Rosario Abisso arbitra con una discreta autorità la gara fino al 33′ quando non si accorge del rigore su Saelemaekers. Sì, perché lo diciamo forte e chiaro: nel calcio che abbiamo imparato a guardare e a giocare da bambini il tocco di Miranda sul belga che lo anticipa in area di di rigore difficilmente lo consideravamo rigore. Eppure da quando la tv è entrata nelle case degli spettatori e soprattutto da quando c’è il Var, eccome se è rigore. C’è un tocco lieve, dicono, e ci sta. Ma siamo alle solite, è uno di quei rigori che si vede concedere. Al Var, però, Sozza e Serra tacciono. C’è una nuova linea a non concederli? Non sarebbe male tracciarla a inizio campionato, semmai, e non a metà per falsarlo meglio. E andiamo ai due rigori invece concessi, falli di mano “moderni”: al 18′ della ripresa sul risultato di 1-1 arriva un fallo di mano di Manu Koné che salta col braccio alto per contendere il pallone a Holm e contemporaneamente Pellegrini abbraccia Odgaard. Pochi dubbi, ma il rigore viene concesso subito da Abisso. Che deve arrivare al Var in pieno recupero, dall’altra porta, in pratica all’ultima azione, quando su azione d’angolo Lucumi spingendo Ndicka stoppa col braccio largo la palla. Rigore per la Roma. Buona la gestione delle sanzioni: 4 gialli per i padroni di casa e uno, per Mancini, per i giallorossi.
IL PUNTO DEL LUNEDÌ – SORRENTINO: “Il digiuno di vittorie in trasferta è diventato una gestazione” – D’UBALDO: “La Roma non finisce mai”
La Roma rimanda la vittoria in trasferta e a Bologna agguanta il pari solo nel finale. “Il digiuno di vittorie in trasferta è diventato una gestazione, dato che arriverà a toccare almeno i nove mesi. La flemmatica esultanza di Dovbyk, cuore di ghiaccio al 98′, è l’istantanea finale di una serataccia, un’altra. Ma ormai di questa Roma si sa dolorosamente tutto”, scrive Andrea Sorrentino sulle colonne de Il Messaggero.
Una Roma che, comunque, non molla mai, come scrive Guido D’Ubaldo del Corriere dello Sport: “Claudio Ranieri allunga la serie positiva (otto punti nelle ultime quattro partite), dopo essersi preso un brutto spavento, ma l’allenatore non ha mai smesso di crederci, chiedendo in continuazione alla squadra di andare avanti, di cercare il risultato, anche quando si era bloccati sullo 0-0”
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
T. CARMELLINI – IL TEMPO
Impossibile toglierlo dopo quel gol al derby che spianato la strada al successo contro la Lazio. Impossibile non dargli una nuova chance postuma al lungo periodo in panchina che aveva trasformato il capitano giallorosso in un oggetto misterioso. Tante le perplessità del popolo romano. Ieri sono arrivate le risposte, perché dopo la rete rifilata ai biancocelesti (e bisogna dire a onor del vero che anche nella stracittadina dopo l’eurogol poco altro), Pellegrini è tornato quello opaco e distratto che aveva costretto Ranieri a metterlo in panchina. (…) Insomma, era un falso allarme, quel gol non ha messo ancora la crisi alle spalle perché Lorenzo resta la copia sbiadita di quello forte e reattivo che si era guadagnato la fascia da capitano della Roma.
A. SORRENTINO – IL MESSAGGERO
(…) A proposito di mediocrità, le mille luci del derby calano di botto intorno alla Roma, che il suo pareggio lo festeggia grassamente visto come si era messa a Bologna; però il digiuno di vittorie in trasferta è diventato una gestazione, dato che arriverà a toccare almeno i nove mesi. La flemmatica esultanza di Dovbyk, cuore di ghiaccio al 98′, è l’istantanea finale di una serataccia, un’altra. Ma ormai di questa Roma si sa dolorosamente tutto: è una squadra che si accende solo a sprazzi, magari se l’occasione proprio lo richiede (a San Siro col Milan o con la Lazio), ma non ha il passo per affermarsi davvero a gioco lungo, in definitiva non ne ha le qualità. Se Dybala è meno che sublime, o addirittura ordinario come al Dall’Ara, in attacco si fa notte, e appena cala la tensione emotiva si prendono imbarcate in contropiede da briè. villo; insomma per Ranieri i problemi rimangono, pendenti come l’anima triste di Pellegini a cui il derby ha giovato ben poco. Intanto, Ranieri ha preso la Roma otto partite fa a +4 sulla terz’ulti-ma e adesso è a +6, quindi si deve procedere ancora con cautela massima, perché quest’anno la metà classifica è vicinissima alla zona calda: estate parati, direbbe un boy scout. (…)
I. ZAZZARONI – CORRIERE DELLO SPORT
Alla Roma è mancata a lungo la testa, mentre al Bologna è mancato e non manca proprio nulla, e da settimane. Lontano dall’Olimpico la Roma si perde da aprile, la vittoria e troppo spesso anche la prestazione non le riescono: ieri s’è fatta irretire dalla squadra di Italiano che ha giocato una signora partita, mostrando una consapevolezza di sé, una fiducia e una fluidità decisamente superiori. (…) Roma, comunque in progresso rispetto a Como (non ci voleva molto), si è retta su Mancini (tosto su Dominguez), N’Dicka, Koné e, nel primo tempo, su alcune giocate di Dybala; Saelemaekers ha segnato il quarto gol nelle ultime sei par-
tite, ma si è fatto di nebbia in copertura, mentre Pellegrini è stato spesso esterno alla manovra: è importante che ritrovi in fretta la brillantezza perduta e la testa giusta. Da Dovbyk Ranieri sì aspetta una maggiore protezione del pallone, tale da consentire alla squadra di ripartire evitando squilibri come quelli che hanno permesso a Dominguez un paio di ripartenze in superiorità. (…)
G. D’UBALDO – CORRIERE DELLO SPORT
La Roma non finisce mai. Agguanta il pareggio al 98′, dopo essere passata in vantaggio e aver poi rischiato di perdere. Il rigore di Artern Dovbyk ha rimesso le cose a posto, Claudio Ranieri allunga la serie positiva (otto punti nelle ultime quattro partite), dopo essersi preso un brutto spavento, ma l’allenatore non ha mai smesso di crederci, chiedendo in continuazione alla squadra di andare avanti, di cercare il risultato, anche quando si era bloccati sullo 0-0. (…) La Roma non ha avuto la feroce concentrazione del derby, nel primo tempo non è riuscita a sfruttare le occasioni che ha avuto in contropiede e dopo il gol del vantaggio ha commesso due errori gravissimi uno dietro l’altro per i quali ha rischiato dì perdere, consentendo al Bologna di ribaltare il risultato. (…) Pellegrini è stato troppo falloso, poche giocate indovinate, un passo indietro preoccupante dopo il derby. Ranieri lo aveva rimesso dentro a sorpresa e il capitano riuscì ad essere determinante, con il gol che sbloccò subito la partita contro la Lazio. Ieri è rimasto nell’ombra fino alla sostituzione. L’allenatore ha dimostrato anche con i cambi di voler cercare il risultato fino alla fine. Non ha tolto Dovbyk, gelido dal dischetto, al sesto gol stagionale. Lo spirito della Roma deve essere questo, non mollare mai e provare sempre a giocare per fare risultato.
T. DAMASCELLI – IL GIORNALE
(…) Il pareggio della Roma a Bologna all’ultimo rigore premia eccessivamente la squadra di Ranieri involuta nel ritmo di gara e nelle idee di gioco, la squadra resta incompiuta con 5 punti in meno della modesta scorsa stagione nella quale la staffetta Mourinho-De Rossi non aveva portato nulla oltre il sesto posto. (…)
U.TRANI – CORRIERE DELLO SPORT
La Roma rischia al Dall’Ara. Il pari (2-2) – a fine recupero – su rigore non oscura comunque il film della partita. Immagini che – almeno per chi conosce il comportamento in campo di questa Roma – sono state viste più volte in stagione. (…) Giallorossi, dunque, recidivi. Perché questo è il vizio che la Roma non riesce proprio a cancellare dal suo dna. Questione di testa, concentrazione limitata, e non solo di natura tattica. E comunque la conferma che la rosa – in gran parte dei suoi protagonisti – non ha la giusta conoscenza di come prevenire il ribaltone avversario. La fragilità del sistema di gioco giallorosso resta evidente e a prescindere dal valore della rivale di giornata (e dalla strategia del suo allenatore). Il paradosso sta nell’idea di calcio di chi guida attualmente la Roma: prendere gol in contropiede con uno come Claudio Ranieri in panchina fa effetto. Non sembra possibile, ma è così. Il difetto va estirpato perché, soprattutto in trasferta, sarà sempre difficile conquistare i tre punti, come certificato dall’inizio della stagione: solo 6 i punti presi fin qui fuori casa in 10 viaggi (solamente il Venezia dì Eusebio Di Francesco, in serie A, ha fatto peggio), raccolto esclusivamente di pareggi, i primi tre nelle quatto partite di Daniele De Rossi. Va trovato qualche accorgimento: ad esempio, quando i giallorossi si scoprono devono saper leggere meglio la situazione. Non si possono lasciare dietro giocatori come Hummels e NDicka, abbandonati alloro (lento) destino senza avere accanto qualche interprete rapido. (…)
Punto e basta: la Roma perde un’altra occasione
Poteva essere la settimana giusta, quella della svolta. Perché i pareggi di Lazio, Milan e Atalanta contro i non irresistibili Como, Cagliari e Udinese, avevano regalato quella ventata di aria fresca che, sommata al successo nel derby, doveva rappresentare il trampolino di lancio per una seconda parte di stagione ricca di speranza. Per cosa? Se non era lecito chiederselo prima, figuriamoci adesso, dopo l’incredibile pareggio al 98’ di Bologna che lascia la Roma nel limbo di coloro che son sospesi a 24 punti dopo 19 partite ma a 8 lunghezze dalla Fiorentina (sesta) che oggi potrebbe allungare vincendo a Monza. (…) In effetti non si capisce se tirare un sospiro di sollievo per un pari ormai insperato oppure essere arrabbiati per quei sette minuti di blackout nella ripresa dopo il vantaggio di Saelemaekers che hanno rovinato una prestazione fino a lì più che sufficiente. Di certo c’è che senza la speranza è difficile trovare l’insperato. E sarà così da qui in avanti anche per Ranieri, costretto suo malgrado a galleggiare nell’anonimato, al di là delle dichiarazioni buoniste nel post-gara. Perché la Roma somiglia sempre di più a Penelope e alla sua tela: quando pensi che tutto sia rientrato nei binari, che finalmente sia stata intrapresa la strada giusta, eccola lì sbandare di colpo lasciandoti l’amaro in bocca e costringendo l’allenatore a ricominciare da capo. (…)
(Il Messaggero)
I VOTI DEGLI ALTRI – Dovbyk “glaciale” – Saelemaekers “poteva essere l’mvp…” – Dybala “fumoso”
La Roma, a Bologna, agguanta il pareggio in extremis ed evita una sconfitta che sarebbe stata immeritata. Decisivo nel 2-2 finale Artem Dovbyk, freddo nel realizzare dal dischetto: “Fin dalle prime battute riprende dal gioco di sponde che tanto ha fruttato nell’ultima gara. Si trova la palla sulla testa a pochi metri dalla porta quasi senza accorgersene e non può imprimere forza, poi serve una gran palla a Dybala non sfruttata. Quando la potenziale occasione arriva sui suoi piedi, tentenna troppo e perde l’attimo. Ma si carica il peso massimo del rigore a tempo scaduto. Glaciale.” (Il Romanista). Aveva sbloccato le marcature Alexis Saelemaekers, al secondo gol consecutivo: “Poteva essere l’mvp della gara visto l’ennesimo e importante gol. La palla persa sul pareggio bolognese è sanguinosa e già nel primo tempo aveva rischiato per una dormita in area. Reclama un fallo da rigore: il contatto sul suo piede c’è, resta più di qualche perplessità” (Il Tempo).
Gara insufficiente per Paulo Dybala: “Gioca a tutto campo, sembra poter decidere ma è la partita che decide per lui. Fumoso” (Gazzetta dello Sport). In ombra Lorenzo Pellegrini: “Ahi, ci risiamo. Ha un’intuizione sul gol di Saelemaekers ma nel complesso fatica. E la trattenuta su Odegaard che spinge Abisso a fisciare il rigore senza neppure aspettare il Var è molto vistosa” (Corriere dello Sport).
LA MEDIA VOTI DELLE PAGELLE DEI QUOTIDIANI (La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport, Il Messaggero, Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Tempo, Il Romanista)
Svilar 6,21
Mancini 6,00
Hummels 6,07
Ndicka 6,14
Saelemaekers 6,28
Koné 5,71
Paredes 6,00
Angelino 6,14
Pellegrini 5,21
Dybala 5,21
Dovbyk 6,57
Pisilli 6,12
El Shaarawy 6,00
Celik 5,75
Baldanzi NG
Zalewski NG
Ranieri 5,93
LA GAZZETTA DELLO SPORT
Svilar 6
Mancini 6
Hummels 6
Ndicka 6
Saelemaekers 6
Koné 6
Paredes 6
Angelino 6
Pellegrini 5,5
Dybala 5,5
Dovbyk 6
Pisilli 6
El Shaarawy 6
Celik 5,5
Baldanzi ng
Zalewski ng
Ranieri 6
CORRIERE DELLO SPORT
Svilar 6
Mancini 6
Hummels 6,5
Ndicka 6
Saelemaekers 6,5
Koné 5,5
Paredes 6
Angelino 6,5
Pellegrini 5
Dybala 5
Dovbyk 7
Pisilli ng
El Shaarawy ng
Celik ng
Baldanzi ng
Zalewski ng
Ranieri 6
IL MESSAGGERO
Svilar 6
Mancini 6
Hummels 6
Ndicka 6
Saelemaekers 6
Koné 5,5
Paredes 6
Angelino 6,5
Pellegrini 5
Dybala 5
Dovbyk 6,5
Pisilli 6
El Shaarawy 6
Celik 5,5
Baldanzi 6
Zalewski 6
Ranieri 5,5
CORRIERE DELLA SERA
Svilar 65
Mancini 6
Hummels 6
Ndicka 6,5
Saelemaekers 6,5
Koné 6
Paredes 6
Angelino 6
Pellegrini 5
Dybala 5
Dovbyk 7
Pisilli ng
El Shaarawy ng
Celik ng
Baldanzi ng
Zalewski ng
Ranieri 6
LA REPUBBLICA
Svilar 6
Mancini 5,5
Hummels 6
Ndicka 6,5
Saelemaekers 6,5
Koné 5,5
Paredes 5,5
Angelino 6
Pellegrini 5
Dybala 5
Dovbyk 7
Pisilli ng
El Shaarawy ng
Celik ng
Baldanzi ng
Zalewski ng
Ranieri 6
IL TEMPO
Svilar 6,5
Mancini 6
Hummels 6
Ndicka 6
Saelemaekers 6
Koné 5,5
Paredes 5,5
Angelino 5,5
Pellegrini 5
Dybala 5
Dovbyk 6
Pisilli 6
El Shaarawy 6
Celik 6
Baldanzi ng
Zalewski ng
Ranieri 5,5
IL ROMANISTA
Svilar 6,5
Mancini 6,5
Hummels 6
Ndicka 6
Saelemaekers 6,5
Koné 6
Paredes 7
Angelino 6,5
Pellegrini 6
Dybala 6
Dovbyk 6,5
Pisilli 6,5
El Shaarawy 6
Celik 6
Baldanzi ng
Zalewski ng
Ranieri 6,5
Dovbyk su rigore pareggia al 98′ A Bologna arriva un punto d’oro
LEGGO (F. BALZANI) – Un’altra trasferta al cardiopalma che non basta a infrangere il tabù ma porta un punto d’oro all’ultimo respiro. La Roma a Bologna acciuffa il pareggio al 98′ grazie a un rigore di Dovbyk dopo aver subito la rimonta dei padroni di casa. Nel primo tempo i giallorossi non hanno mostrato la fame da derby svegliandosi solo nel finale quando Dybala si è divorato un gol a pochi passi. Prima era stata la squadra di Italiano a rendersi più pericolosa con Dallinga e uno scatenato Dominguez. La ripresa si è aperta nel segno dell’ex. Al 58′ Saelemaekers ha trovato l’angolo giusto sfruttando una trattenuta timida dell’altro ex Skorupski. Quarto gol per il belga, mai ha segnato di più in carriera in una stagione. La Roma sembrava sul pezzo tanto da andare vicina subito al raddoppio, ma il Bologna con due ripartenze in 7′ ha ribaltato. Prima con Dallinga poi con Ferguson che ha realizzato il rigore causato dal mani di Koné. Ranieri è corso ai ripari: dentro Pisilli, Baldanzi ed El Shaarawy. Nel finale la Roma ha provato l’assalto ottenendo un altro fallo di mani evidente di Lucumì. Dal dischetto è andato Dovbyk che ha realizzato freddamente riscattando una prova incolore. «Non capisco di cosa si lamentano, i rigori c’erano entrambi – è sbottato Ranieri – Nel primo tempo forse c’era anche un colpo su Saelemaekers che è stato magari giudicato più leggero». Poi sul match: «Nel primo tempo dovevamo giocare con più brio, giravamo con la palla tra i piedi ma non avevamo la velocità di esecuzione che piace a me. Ma la squadra non molla e quando i ragazzi lottano fino in fondo sono sempre soddisfatto». E’ anche tempo di mercato e il nome bollente è quello di Frattesi. «Leggo delle cose, ma non c’è nulla di definito – ammette Ranieri -. Detto questo non si possono spendere tutti quei soldi onestamente». La Roma spera in un ulteriore sconto da parte dell’Inter ed è disposta ad arrivare a 35 milioni. Il piano B porta a Reitz mentre in attacco torna di moda Kalimuendo.
Tra errori e rigorini: Roma e Bologna mancano l’obiettivo
Annibale Frossi – 125 partite con l’Ambrosiana-Inter tra il 1936 e il 1942, poi allenatore e giornalista commentatore teorizzava che il risultato perfetto fosse lo o-o perché privo di errori. A lui sarebbe piaciuto poco questo Bologna-Roma 2-2, in cui tutti i gol sono venuti da sbagli e disattenzioni. Un pareggio che non permette agli emiliani di avvicinare davvero la zona Europa e che fa fare un passo indietro ai giallorossi dopo la vittoria nel derby di sette giorni fa che poteva cambiare la stagione. Il Bologna ha avuto più di un’occasione per chiudere la partita, ma anche e soprattutto per l’egoismo di Orsolini non è arrivato il 3-1. Ranieri ha provato a cambiare le carte, facendo entrare 5 giocatori dalla panchina tra il 78′ e 1’84’. Il pareggio è arrivato in pieno recupero, con un altro rigore (visto dalla Var) per fallo di mano di Lucumì su Ndicka, salito in area avversaria per l’ultimo disperato assalto su calcio d’angolo. Due penalty simili, di quelli che i difensori detestano, dicendo che a calcio non si può giocare con le braccia attaccate al corpo come dei pinguini. Ma questo è il regolamento e Abisso lo ha applicato. (…)
(corsera)