MANCINI: “I fischi dei tifosi della Lazio mi danno la carica”

IL TEMPO – Gianluca Mancini, difensore della Roma e vicecapitano della squadra, ha rilasciato un’intervista al quotidiano a tre giorni dal derby, partita nella quale ha già lasciato il segno. Ecco un’anticipazione:

Ormai è tanti anni che sto a Roma, è una partita particolare. Non c’è un avvicinamento diverso per ogni derby, ma è una settimana particolare, si sente subito dagli allenamenti, è nei pensieri da quando ti svegli fino ad andare a letto. Durante la giornata fai una cosa e pensi ‘devo stare attento, c’è il derby’. Ti fa vivere una situazione diversa e l’avvicinamento alla partita ti porta carica e voglia di far bene. Dopo la mia esultanza dell’anno scorso se ci saranno fischi saranno normali. Quando sei in campo non ci pensi. Anche nei derby precedenti c’è stato un po’ di accanimento nei miei confronti, c’è sempre stato questo sentimento ma la vivo in maniera serena. Anzi, i fischi mi danno quella carica in più di stare per concentrato

HUMMELS: “La Lazio è forte, vogliamo vincere per iniziare a ridurre il gap” (FOTO)

IL MESSAGGERO – In vista del derby di domenica Mats Hummels ha rilasciato un’intervista al quotidiano romano che sarà in edicola domani. Questa un’anticipazione delle parole del centrale tedesco: “Ho visto diverse partite della Lazio anche per cercare di capire il divario in classifica. Sappiamo che sono forti. Chi mi preoccupa in particolare? Non porrei l’accento sul singolo perché è una squadra che si basa sul collettivo, hanno tanti calciatori che vanno in gol e a essere onesti meritano il vantaggio che hanno. Domenica però vogliamo vincere per iniziare a ridurre il gap. Sono convinto che se ci riusciamo possiamo ancora arrivare sopra a loro”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Il Messaggero (@ilmessaggero.it)

Lo strano viaggio per arrivare all’undici tipo

[…] La cronaca ci racconta che CR3 fino alla partita contro il Parma è stato costretto a studiare, a provare, a sperimentare, a testare la sua nuova squadra proprio come si fa in luglio. Ranieri, però, non ha potuto giocare amichevoli: è stato obbligato a fare subito sul serio con un gruppo che non conosceva a fondo e che era in enorme difficoltà. Ci ha impiegato un po’ di partite poi, contro il Parma, ha scelto la sua Roma. E, di fatto, l’ha confermata in casa del Milan. Dimostrando, al di là di ogni sua dichiarazione, di essere arrivato al punto di voler/poter fare affidamento (soltanto) su una dozzina di elementi. Una scelta forte, ma assolutamente ponderata. Questo non significa che la rosa si è drasticamente ridotta a 12-13 giocatori, ma che adesso c’è una Roma A e una Roma A bis. […]

(corsera – M. Ferretti)

Stramaccioni: “Esagerate le critiche a Pellegrini, è un leader nato. Addio? Il posto migliore è sempre la Roma”

IL MESSAGGERO – Andrea Stramaccioni, ex allenatore delle giovanili della Roma e attualmente opinionista di DAZN, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna del quotidiano e tra i vari temi trattati si è soffermato su Lorenzo Pellegrini. Ecco le sue parole.

Andrea, in che periodo alla Roma ha avuto Pellegrini e Romagnoli?
«Stagione 2010-11. Erano aggregati sotto età con gli Allievi Nazionali. Romagnoli è un classe
1995 e Pellegrini ’96; entrambi, ma in misura diversa, si allenavano con i ’94 che allenavo io».

Il loro talento si capiva fin da ragazzi?
“[…] Lorenzo, a sua volta, appariva di intelligenza calcistica superiore, vedeva il gioco, ne capiva prima l’evoluzione e aveva un gran bel piede per finalizzare».

Che carattere mostravano in gioventù?
“[…] Lorenzo era amatissimo da tutti i compagni. Lo sentivi poco, ma poi in campo si faceva notare con i suoi numeri e le sue giocate”.

Quanto pesa giocare una gara così da tifosi?
«Vale doppio, nel bene e nel male. Tutto si amplifica perché la gente ti identifica ancora di più come responsabile di ciò che accade. In certi momenti ne paghi il prezzo”.

Il fatto di essere leader quanto pesa a entrambi?
«Sono due leader nati, che sanno farsi rispettare, ma soprattutto voler bene da tutti i compagni. Sono positivi anche nei momenti molto negativi».

Come arrivano al prossimo derby?
«Con stati d’animo diversi. La Lazio sta facendo un grande campionato, gioca bene e ha armonia. La Roma invece ha avuto mesi travagliati e tante delusioni. Pellegrini ha perso la titolarità e non arriva di sicuro al derby in ‘pole position’, ma anche se subentrasse darà tutto».

Come starebbe Lorenzo al Napoli?
«E’ forte e starebbe bene ovunque. Anche se il posto migliore dove lo vedo è sempre la Roma. Alcune critiche sono state esagerate e frutto della rabbia per il momento di tutta la squadra».

Ranieri è in grado di tirare fuori il suo meglio?
«Certo. Ranieri ha inizialmente coccolato Lorenzo con le parole – vedi il paragone con Lampard – ma poi spesso lo ha lasciato in panchina. Questo è il comportamento di un allenatore esperto che vuole recuperare un ragazzo che vive un momento difficile”.

Come vede questo derby in arrivo?
«Calcisticamente parlando, la Lazio sta globalmente meglio, ma la Roma, fra Parma in casa e Milano, mi è piaciuta e ha ritrovato la sua stella, perché Dybala è stato stratosferico”.

La Roma insiste per Frattesi

[…] Sull’altra sponda del Naviglio sta per scoppiare un malumore improvviso. Davide Frattesi è stanco di essere considerato una riserva di lusso e perciò fatica a restare insensibile davanti al corteggiamento insistente della Roma. Del resto i giallorossi che dovranno sfoltire la rosa non si opporranno a una partenza di Lorenzo Pellegrini e anzi sono pronti a inserire il cartellino del capitano per arrivare alla mezzala nerazzurra. Beppe Marotta sarebbe anche disposto a trattare la cessione di Frattesi pagato 27 milioni più 6 di prestito (versati però con il cartellino di Mulattieri) ma a fronte di un corrispettivo che riconosca il valore del giovane, nel giro della Nazionale. E non certo accettando uno scambio tout court. […]

(corsera)

Operazioni uscite: Betis su Le Fée

[…] Serve operare sul mercato, rinforzando la rosa e allo stesso tempo cedendo quei giocatori che non rientrano più nei piani di Ranieri. Uno su tutti, Enzo Le Fée, arrivato in estate per 23 milioni e adesso vero e proprio oggetto misterioso e riserva fissa. Ranieri non lo ritiene in questo momento all’altezza, motivo per cui Ghisolfi sta pensando a un prestito fino alla fine della stagione per cercare di farlo giocare con regolarità. Su di lui ci sono gli occhi del Betis Siviglia che secondo la stampa spagnola avrebbe già avuto un contatto con l’entourage del francese che ha dato disponibilità al trasferimento. Si lavora sulla situazione, chissà magari anche inserendo un diritto di riscatto che potrebbe fare molto comodo alla Roma per reinvestire una ventina di milioni sul mercato della prossima estate.

[…] Ad andare via potrebbero essere Shomurodov (cercato sia dal Cagliari che dall’Empoli), Dahl, Sangaré ed Hermoso che sembrerebbe essere finito nel mirino del Fenerbahce di Mourinho. […] Tra i nomi in uscita c’è anche quello di Nicola Zalewski che a quanto sembra non rinnoverà il contratto in scadenza a giugno e potrebbe decidere di accettare o la corte di qualche club nel mercato inverale (potrebbe esserci il Marsiglia di De Zerbi) oppure di firmare per una squadra e trasferirsi a giugno da svincolato. […]

(corsport)

Stallo Arthur col Betis Siviglia: la carta Le Fée

[…] È il caso di Arthur Melo e del Betis Siviglia, che fino a poche ore fa sembravano quasi promessi sposi e che ora rischiano di veder sfumare il matrimonio a un passo dall’altare. Da giorni gli andalusi sono al lavoro per ingaggiare un centrocampista e la scelta era ricaduta sul brasiliano, da tempo ai margini della Juventus. Tanto che il club bianconero aveva subito dato il via libera alla cessione in prestito con diritto di riscatto. L’ultimo step da raggiungere riguardava lo stipendio del regista (5 milioni all’anno che per 6 mesi sono 2.5 netti e circa 4.5 lordi), ebbene da qualche giorno le parti sono ferme sul mancato accordo relativo alla ripartizione dell’ingaggio. […] In questa fase di stallo a Capodanno si è inserita la Roma. Gli spagnoli, infatti, hanno trovato l’intesa pure con Enzo Le Fée, in uscita dai giallorossi, e puntano a chiudere con la stessa formula impostata con la Vecchia Signora: prestito con diritto di riscatto, ma lo stipendio del francese pesa la metà di quello di Arthur. […]

(tuttosport)

Frattesi agita l’Inter: si vede alla Roma

Dopo un anno e mezzo di Inter, Davide Frattesi gioca ancora troppo poco. E non ci sono neppure i segnali che la situazione possa cambiare almeno in futuro. […] La novità di questi giorni è che l’entourage di Frattesi si starebbe muovendo non solo per la prossima estate, ma anche per l’immediato. Insomma, il giocatore farebbe le valigie anche subito. Anche perché un’idea su dove potrebbe trovare lo spazio tanto desiderato esiste già nella sua testa. Ed è la Roma, ovvero la squadra dove ha concluso la sua traiettoria giovanile iniziata nella Lazio e club a cui, evidentemente, è ancora legato. Chiaro che Ranieri accoglierebbe a braccia aperte Frattesi. Si tratterebbe di un rinforzo di assoluto livello, capace anche di accendere la piazza. […] Dando fede anche alle recenti parole di Marotta, l’Inter non sbarrerebbe la porta all’uscita di Frattesi, qualora dovesse chiedere in maniera diretta di andare a giocare altrove. Ma le condizioni le detterebbe comunque il club di viale Liberazione. E, a proposito del centrocampista romano, la prima è proprio la sua valutazione, anche perché, come riportato sull’ultimo bilancio, l’investimento per portarlo a Milano è stato di quasi 32 milioni. Evidentemente, sotto quella cifra non si scende. Anzi, è probabile che le richieste nerazzurre arrivino anche a quota 40. E allora la Roma ha quel tipo di disponibilità? No. Sarebbe difficile anche studiare un prestito, visto che l’Inter
avrebbe comunque la necessità di dare a Inzaghi un sostituto. […]

(corsport)

Shevchenko: “Dovbyk? Ha pagato la crisi della Roma. Ora mi aspetto una grande seconda parte di stagione”

IL MESSAGGERO – Andriy Shevchenko, ex attaccante del Milan e commissario tecnico dell’Ucraina, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna del quotidiano e tra i vari temi trattati si è soffermato sull’avventura di Artem Dovbyk alla Roma. Ecco le sue parole.

Come giudica Dovbyk nella Roma?
«Il club ha avuto un inizio di stagione complicato, rendendo questi sei mesi un’esperienza difficile anche per lui. Tuttavia, è un giocatore molto motivato, con un bagaglio di conoscenze preziose acquisite all’estero. Riuscirà a trovare il suo ritmo e ci aspettiamo da lui prestazioni costanti e solide nella seconda parte della stagione».

RANIERI: “Con i Friedkin la Roma lotterà per lo scudetto. E sentirò Totti”

GASPORT – Un po’ allenatore, un po’ dirigente. Ma soprattutto molto cuore giallorosso. Claudio Ranieri, l’uomo che è riuscito a placare una tempesta che sembrava poter portare via qualsiasi cosa.

È appena finito il 2024 e ci si è tuffati nell’anno nuovo. Bilancio e aspettative?
“Il bilancio è positivo, salvare il Cagliari è stato bello. Poi pensavo di aver smesso e invece è arrivata la Roma. Quando subentri c’è sempre un po’ di sbandamento, il morale dei giocatori non è a mille. Ho cercato di ridargli entusiasmo e sorriso, non servono despoti… Pian piano ci stiamo compattando: abbiamo fatto bene ,ma non ancora come vorrei. La strada nel calcio sempre in salita”.

Quanto manca per arrivare lì dove vorrebbe arrivare?
“Manca, manca… In Inghilterra dicono che Roma non è stata costruita in una notte. Nessuno ha la bacchetta magica. Mi è stato chiesto di riportare le cose al loro posto, facendo anche da consigliere. Me lo avevano già chiesto al Chelsea, ma avevo detto di no. In Inghilterra non ho le conoscenze che ho qui per fare le cose per bene. Roma è la mia vita, ora ho più esperienza, sono vaccinato a tutto. E poi ho il sogno da bambino, quello di chi andava in Curva Sud. E mi piace il doppio ruolo, tra allenatore e dirigente”.

Come ci si divide in due ruoli tra di loro molto diversi?
“Ci si organizza: da allenatore vedo i giocatori anche per chi verrà. Tutto e subito non si può, alcuni campioni bisogna anche crearseli. Sono convinto che i nostri giovani siano buoni. Ora se diventeranno campioni lo può dire solo un indovino, ma hanno le qualità per essere giocatori importanti”.

Come giovani si riferisce a Pisilli?
“Lui è bravo, ma ci sono pure Baldanzi e Soulé, che sono convinto che presto sboccerà. I giovani vanno supportati, aiutati. E invece si sono trovati in mare aperto, da soli. E anche qui dobbiamo migliorare. Per questo ho puntato su gente esperta come Hummels, Paredes, Pellegrini, Cristante e Mancini, sono loro che devono tracciare la strada. Se i giovani sono intelligenti, fanno tesoro di questo e imparano. Ecco, diciamo che io mi sento il martello della società per fare le cose in una certa maniera”.

Pisilli e Svilar, però, sono ancora entrambi in attesa del rinnovo di contratto
“Da allenatore e da consigliere ho suggerito di mettersi d’accordo, di chiudere il prima possibile la questione. È bene che i ragazzi siano sereni e che sappiano che la società conta su di loro”.

Prima parlava di Hummels, Dybala e Paredes, che con lei sono rinati
“Sono tre campioni del mondo. Nel calcio non esiste un sistema vincente, sono i giocatori ad essere vincenti. È stato logico ripartire da loro”.

Pellegrini invece fatica a ripartire
“È la questione che mi sta più a cuore. Lorenzo è un ragazzo meraviglioso e un professionista esemplare. Ma è un romano atipico, non esterna le emozioni, in questo siamo simili. Resta però uno dei migliori centrocampisti italiani, lui e Lampard mi hanno segnato tanti gol. Ora deve rimettere il sorriso, ma serve anche l’aiuto dei tifosi. Invece sembra che oramai sia stato condannato. Se si riprenderà? Non lo so, lo spero”.

Dopo la partita di Milano ha detto di volersi tenere stretto Dybala
“In generale non voglio gente non felice. Paulo è un campione: se lui vuole restare, deve restare. Il contratto? Non spetta a me, ma alla presidenza decidere se rinnovare o spalmare. A me tocca la valutazione tecnica e capire se può essere un giocatore valido per il nuovo allenatore. E questo Dybala lo è”.

Si è posto un obiettivo?
“Arrivare il più in alto possibile. Abbiamo sbagliato a Napoli e il secondo tempo a Como. Per il resto sono contento. Anche con l’Atalanta abbiamo fatto una buona partita, poi i cambi hanno fatto la differenza. Loro stanno lì da 9 anni, io qui da un mese”.

Il modello Atalanta può “vivere” a Roma?
“Difficile, le aspettative sono diverse. Nei primi 5 anni il presidente Percassi diceva sempre: ‘Dobbiamo salvarci’, facendo il lavaggio del cervello ai tifosi. All’inizio pure Gasperini ha faticato, poi la squadra è salita. La Roma può fare una cosa del genere? No. La Roma deve fare cosa ha chiesto il presidente: tornare tra le prime per andare in Champions League e poi cercare di competere per lo scudetto. Tu a Roma puoi parlare di salvezza quest’anno che sei partito male, ma già dal prossimo devi lottare per andare in Europa”.

Ci racconta il suo rapporto con i Friedkin?
“Molto chiaro, come sempre con i miei presidenti: io lotto al massimo per l’idea che mi viene affidata, poi se cambia impazzisco. È successo e me ne sono andato, mi sono sentito tradito. Il nostro invece è un rapporto bellissimo, ci sentiamo spesso. E loro si informano, vogliono sapere”.

È vero che gli ha detto: “Siete sicuri di non voler riprendere De Rossi”?
“No, di Daniele non ho parlato, loro mi hanno detto che si sono lasciati in ottimi rapporti. È vero invece che su Dybala gli ho detto che se sta bene, deve giocare e che non accettavo intromissioni. E non ci sono state”.

Dove deve crescere Dovbyk?
“Nella cattiveria e nella determinazione. Artem è un ragazzo molto sensibile. Era abituato a giocare in modo diverso, ma ora cominciamo a capirci. Forse non ha segnato tanti gol, ma le occasioni se le crea. Lasciamolo in pace, con i gol arriverà la fiducia”.

Oggi parte il mercato, dove avete bisogno?
“Dobbiamo valutare bene tutto. È un mercato difficilissimo, abbiamo delle idee, ma non tutti ti danno i giocatori. Con 2-3 innesti sarei felice”.

E se alla fine i Friedkin decidessero di darle la squadra in mano per un altro anno?
“Non lo so, io vado di pancia e di cuore. Bisognerebbe vedere. Dentro di me ora ho questa missione, fare bene con la Roma ed aprire i miei orizzonti. Non ci penso ad un altro anno, ma non ci pensavo nemmeno quando ho lasciato Cagliari. Non avevo smesso perché mi sentissi scarico. Dentro di me il fuoco c’è sempre, ma volevo vedere il mondo”.

Domenica c’è il derby, come si sta preparando?
“Il derby è una gara che si prepara da sola. L’allenatore deve fare l’equilibratore, è una partita che sentono in tantissimi, dobbiamo stare sereni. Sarà una sfida difficile, la Lazio è in un momento splendido: gioca bene, crea tanto, sta dove si merita. Sa essere compatta, ha creato problemi a tutti”.

Ma lei ne ha vinti 4 su 4
“È acqua passata, io guardo sempre al domani. E noi ora stiamo sotto 15 punti, questa è la realtà”.

Sta pensando di riportare dentro Totti?
“Devo capire che cosa può e vuole fare Francesco, arriverà il giorno che glielo chiederò. Al Milan Maldini è stato preso in considerazione, ma ora c’è Ibra e non penso possano coesistere. Poi c’è Del Piero che può fare qualsiasi cosa. Noi attendiamo di capire da Francesco cosa vuole fare”.

È mai stato vicino alla Nazionale italiana?
“Sì, c’è stato un momento. Albertini mi ha detto spesso: ‘Sei stato l’unico che mi ha detto di no’. E sapete perché? Perché di mezzo c’era sempre la Roma, che per me è una cosa speciale”.

Si può vincere una coppa?
“Ci proveremo, non lasciamo nulla di intentato. Sono stato un giocatore da battaglia, ce l’ho sempre messa tutta. Se tu lotti fino infondo, anche le avversità riesci ad aggirarle. Io non credo molto nella fortuna e nella sfortuna, credo nel lavoro”.

A fine stagione sarà contento se?
“Se i programmi saranno stati portati a termine”.