Capello: “La Roma? Ha qualità e un allenatore che è un martello. Troppo lo scudetto, ma con dei rinforzi può essere una sorpresa” (VIDEO)

Dal Festival dello Sport, Fabio Capello analizza l’inizio della Serie A e, parlando della lotta scudetto, inserisce anche la Roma di Gian Piero Gasperini tra le possibili contendenti. Intervistato da Tuttomercatoweb, l’ex tecnico giallorosso ha elogiato il lavoro svolto finora a Trigoria. “È troppo pensare che la Roma possa essere da scudetto? Penso di sì”, ha dichiarato Capello. “È una squadra che ha giocatori di qualità come Soulé e Dybala e un allenatore che è un martello e sa dove vuole arrivare”.

Secondo l’ex allenatore, per fare il definitivo salto di qualità, la Roma avrebbe bisogno di intervenire ancora sul mercato: “Con dei rinforzi nei ruoli precisi potrebbe essere una delle sorprese”. E ha aggiunto: “Non parlava (Gasperini, ndr) di attaccanti ma di altre posizioni. Un allenatore sa quale sia il potenziale davanti e sa dove rinforzarsi”.

(tuttomercatoweb.com)

Koné, parla un suo ex allenatore: “Faceva chilometri per venire agli allenamenti. Ha lottato” (VIDEO)

Un ragazzo determinato che ha “lottato” per arrivare al top. È il ritratto di Manu Koné che emerge dalle parole di Marc Moesta, suo allenatore ai tempi del Paris FC, intervistato in Francia. L’allenatore, che ha avuto il centrocampista della Roma nel suo gruppo dieci anni fa, ha ripercorso le origini del giocatore, sottolineando come le sue qualità di oggi fossero già evidenti in passato. “Era un giocatore atletico, con capacità di percussione che lo rendevano complementare agli altri”, ha ricordato Moesta.
Il ritratto che emerge è quello di un ragazzo che ha fatto sacrifici per inseguire il suo sogno. “Faceva molti chilometri per venire agli allenamenti”, ha raccontato Moesta. “Veniva con il suo zaino di scuola direttamente alla seduta. Ripartiva la sera dopo le 20 per tornare a casa. So che a volte era complicato per lui fare i compiti e destreggiarsi con il calcio, ma questo dimostra la sua determinazione e la sua motivazione”.
Un’ascesa, quella fino alla nazionale francese, che ha sorpreso molti, ma che è frutto di un carattere d’acciaio. “Ha avuto un percorso delicato a Tolosa, alcuni avrebbero potuto mollare. Lui non ha mollato, ha lottato. (…) Ha sorpreso molte persone, ma siccome è un gran lavoratore, per lui sono arrivati solo risultati positivi”.

(rmcsport.bfmtv.com)

VAI AL VIDEO ORIGINALE

Irlanda, Ferguson: “Ho avuto un problema prima dell’ultima partita ma ora sto bene ed ho recuperato” (VIDEO)

Alla vigilia del match di qualificazione ai Mondiali tra Irlanda e Portogallo, Evan Ferguson ha parlato in conferenza stampa insieme al ct islandese Hallgrimsson. L’attaccante della Roma ha ribadito di star bene nonostante il problema che lo aveva costretto a saltare il match contro la Fiorentina. Ecco le sue parole.

Domani giocherai per la prima volta contro Cristiano Ronaldo, era un tuo idolo?
“Si, credo che crescendo e guardandolo con gli occhi di un bambino lo sarebbe stato per tutti. È un gran giocatore”.

Come stai?
“Sto bene, stiamo tutti bene. Ho avuto un problema prima dell’ultima partita e non sono stato in grado di giocare, ma, con un po’ di tempo e un po’ di trattamenti al centro di allenamento ho recuperato”.

L’endorsment a sorpresa di Totti: “Tifo Campobasso” (VIDEO)

Simpatico siparietto tra Francesco Totti e i due comici Corrado Nuzzo e Maria Di Biase.

A margine di un evento organizzato da Amazon Prime Video, Maria Di Biase ha scherzato con l’ex Capitano giallorosso parlando della sua fede calcistica: “Non ti temo, io tifo Campobasso“. Pronta la risposta di Totti: “Anche io tifo Campobasso. Ho un mio amico che lì fa l’allenatore, Zauri“.

Il riferimento è a Luciano Zauri, ex difensore tra le altre di Lazio e Atalanta e oggi allenatore del Campobasso.

Endorsment a sorpresa di Totti, anche se la sua fede giallorossa non è sicuramente in discussione.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Campobasso Football Club (@campobassofc)

Julio Sergio: “Enzo era un ragazzo incredibile, impossibile spiegare la sua forza. È venuto per portare un messaggio: la vita non va sprecata, ma va vissuta”

Toccanti parole da parte di Julio Sergio, che al sito di Gianluca Di Marzio ha scritto una lunga lettera parlando della malattia del figlio Enzo, scomparso lo scorso 27 luglio. “Quando ho sentito quelle parole mi è crollato il mondo addosso. Ero suo padre. Era mio figlio. Ma in quel momento ti rendi conto di cosa significhi amore incondizionato. Da papà avrei voluto che restasse ancora con noi, ma lasciarlo andare era la cosa migliore per lui, era la sua volontà. Enzo manca tutti i giorni. Il suo ricordo vive in ogni cosa che facciamo. Il ricordo di lui, di ciò che abbiamo fatto assieme, di ciò che eravamo. È stata una battaglia lunga cinque anni. Era il 2020. Enzo aveva forti mal di testa. Poi si sono aggiunti anche dei problemi di equilibrio. Sono iniziate le visite, tante visite. Tutte senza risposta. Un consulto con una pediatra ha cambiato tutto. “Questa situazione non è normale, deve fare una tomografia”. Lo ricordo bene quel giorno. L’esame era iniziato alle 5 di pomeriggio. Alle 8 di mattina del giorno successivo era già in sala operatoria per il suo primo intervento alla testa. Da quel momento abbiamo combattuto. Abbiamo combattuto tutti i giorni, ogni giorno. Il 27 luglio scorso Enzo se n’è andato per un’infiammazione ai polmoni durante l’ultima radioterapia. Il sistema immunitario non rispondeva più. Nell’ultimo periodo la malattia si era aggravata. Era provato. Il venerdì era stato indotto in coma farmacologico. Sapevamo che non si sarebbe più risvegliato. Eravamo lì con lui, al suo fianco come sempre. Aveva ancora battito, ma non sarebbe tornato da noi. La domenica ci ha lasciati.” (…)

Julio Sergio ha poi raccontato il coraggio incredibile di Enzo: “Era un ragazzo incredibile. Non ha mai pianto, nonostante da anni non avesse una vita normale. Aveva smesso di svilupparsi fisicamente, non aveva più i capelli dietro alla testa. Non posso immaginare cosa abbia significato tutto questo per lui. È stato capace di crearsi il suo mondo, di trovare una sua forza interiore. Mi torna in mente una nostra chiacchierata. “Enzo, dovrei avere io la tua malattia. Non è giusto”. “No papà, tu devi pensare a mamma e a mia sorella”. Questo era Enzo. Coraggio, amore, positività. Forse è per questo che questi anni, nonostante spesso gli sviluppi fossero negativi, sono stati miracolosi. Penso sia stato l’unica persona in grado di reggere sei trapianti e non sentiva i dolori comuni che un medulloblastoma comporta.” (…)

I momenti dopo la diagnosi: “I pensieri nella testa erano tanti. Continuavano a passare, incessanti e pesanti. Mi chiedevo se potessi avere qualche responsabilità per quanto era successo, il perché proprio a noi. Mi domandavo per esempio se la separazione tra me e sua mamma potesse aver influito. Con il tempo ho capito che ci sono variabili che non puoi controllare, come la malattia. Arrivano e basta. L’unica cosa che puoi fare è accettarlo e combattere. Stavo male, la mia vita era cambiata per sempre, ma non farcela non era un’opzione. Non lo era per Enzo, per mia figlia, per la mia famiglia. Se avessi mollato, tutto sarebbe crollato. È una consapevolezza che ti fa scoprire una forza interiore che prima non avresti mai immaginato di avere. E quella forza ti aiuta a rimanere in piedi anche dopo la sua morte.Ho pianto. Ho pianto tanto in questi anni. Mi aiutava a sfogarmi. Con lui poche volte, non me lo potevo permettere. Quando vivi esperienze di questo tipo, ci sono dei momenti in cui fai fatica ad andare avanti e crolli. Ho da tempo uno psicologo e da poco anche uno psichiatra. Senza il loro aiuto è dura reggere. E anche la fede mi ha aiutato tanto a capire che non esiste una spiegazione per tutto e alcuni fattori sono fuori dal nostro controllo. Questa presa di coscienza mi donato un po’ di pace.” (…)

Il ricordo di Enzo: “Enzo è stato un grande. Non si possono spiegare a parole la sua forza e la sua bellezza. Mi ha trasmesso tanto. Mi ha insegnato il valore delle cose, il senso della vita. Nella frenesia della nostra quotidianità ci dimentichiamo di ciò che conta: l’amore, le persone al nostro fianco, fare del bene agli altri. Enzo mi ha aiutato a capire questo. È venuto per portare un messaggio: la vita non va sprecata, ma va vissuta. Senza l’oggi non c’è il domani. Bisogna vivere il presente.Porto con me il suo sorriso e la sua incondizionata voglia di vivere. È sempre con me. Lo vedo e lo sento in ogni attimo. È nelle mie giornate e nelle mie preghiere. E ogni tanto ci parlo. Quando ho momenti difficili gli chiedo una mano, so che mi può aiutare. Il dolore non se ne andrà mai. Enzo non c’è e non ci sarà più. So che ci rivedremo tra qualche anno.

(gianlcucadimarzio.com)

LEGGI L’INTERVISTA INTEGRALE

Gasperini ospite all’evento Mercedes presso il Circolo Canottieri Roma (FOTO e VIDEO)

Serata conviviale per Gian Piero Gasperini. Il tecnico della Roma è stato infatti ospite di un evento esclusivo di Mercedes-Benz. La location scelta per la serata è il Circolo Canottieri Roma. Come testimoniato da uno scatto della serata, l’allenatore giallorosso ha partecipato all’evento, prestandosi a foto con gli altri ospiti presenti.

 

 

Gasperini: “Il mio calcio? Ho capito di aver fatto scuola in Europa”. Domani l’intervista al Corriere dello Sport. E sui social scherza con Zazzaroni (VIDEO)

Domani, sulle pagine del Corriere dello Sport, i tifosi giallorossi potranno leggere le parole del tecnico Gian Piero Gasperini, intervistato dal direttore Ivan Zazzaroni. Un appuntamento, come annunciato dallo stesso quotidiano, in cui l’allenatore ha parlato per oltre un’ora del suo mondo: dal rapporto con i Friedkin alla “sua” Roma, dalla sfida con l’Inter agli obiettivi futuri.

Ad anticipare l’intervista, un video pubblicato sul profilo Instagram del giornale, che mostra un siparietto tra Gasperini e Zazzaroni a Trigoria. Nel filmato, il tecnico scherza con il direttore, ripetendo la promozione dell’intervista consigliata da Zazzaroni: “Domani, leggendo il Corriere dello Sport, c’è un’intervista a un grande Gasperini”. Zazzaroni continua lo scherzo e rilancia : “Gasperini che tra tre anni rinnova il contratto…”. “Questo non posso dirlo” replica il tecnico, e Zazzaroni chiude: “Ci siamo molto divertiti e quando smette lui smetto anch’io. Promesso”.
“La Roma che ho in testa” è il titolo scelto per l’intervista, che promette di svelare pensieri e aneddoti inediti, come una riflessione sul suo stile di gioco: “Il mio calcio? Ho capito di aver fatto scuola in Europa”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Corriere dello Sport (@corrieredellosport)

Nesta, retroscena sulla Roma: “Mio padre rifiutò i giallorossi, la mia famiglia è lazialissima. Ne andiamo fieri”

Alessandro Nesta, allenatore ed ex giocatore della Lazio e del Milan, è ospite del podcast di Gianluca Gazzoli. L’ex difensore ha svelato un retroscena che lo riguarda, relativo a un rifiuto alla Roma: ““Mio padre rifiutò la Roma, e ne andiamo fieri. La mia famiglia è lazialissima. Giocavo nel Cinecittà quando avevo 7 o 8 anni, una società affiliata alla Roma. Ma mio padre lesse sul Corriere dello Sport che la Lazio faceva i provini e mi disse che con la Roma non dovevo andare: dovevo provare con la Lazio“.

10 numeri da conoscere sulle doppiette giallorosse (VIDEO)

Sono passati 35564 giorni fra la prima doppietta della storia della Roma, firmata da Enrico Cappa, e l’ultima, quella di Dybala contro il Porto in Europa League. Il club giallorosso ha pubblicato sul proprio sito un articolo con dieci curiosità sulle doppiette della storia del club.

“Il 9 ottobre 1927 la Roma vince 3-1 contro l’Hellas Verona al Motovelodromo Appio, nella terza giornata della Serie A Divisione Nazionale. I gol li segnano Cappa (due) e Fasanelli. Essendo la prima stagione nella storia del Club, quella di Cappa è a tutti gli effetti la prima doppietta giallorossa in gare ufficiali. Negli anni a venire ne seguiranno tantissime altre.

Ecco 10 numeri da conoscere sulle doppiette romaniste.

35564 – I giorni tra la prima e l’ultima doppietta in ordine di tempo nella storia della Roma. Da Enrico Cappa in Roma-Hellas Verona di campionato a Paulo Dybala in Roma-Porto di Europa League.

565 – Sono le doppiette realizzate nella storia della Roma in gare ufficiali.

531 – Le partite giallorosse – tra campionato, coppe nazionali e competizioni europee – con almeno una doppietta segnata.

454 – Le vittorie ottenute dalla squadra giallorossa nelle 531 partite delle doppiette.

342 – Le partite ufficiali in casa con almeno una doppietta segnata.

189 – Le partite ufficiali in trasferta con almeno una doppietta segnata.

165 – I giocatori ad aver realizzato almeno una doppietta con la maglia giallorossa.

50 – Le squadre avversarie italiane ed europee ad aver subito almeno una doppietta dalla Roma.

10 – I calciatori romanisti andati in doppia cifra di doppiette: Totti 52, Dzeko 19, Manfredini 18, Volk 16, Pruzzo 15, Amadei 13, Da Costa 12, Delvecchio 12, Montella 12, Balbo 11.

1 – La stagione in cui la Roma non ha segnato alcuna una doppietta in gare ufficiali, nel 1965-66 con Oronzo Pugliese in panchina”.

(asroma.com)

VAI ALL’ARTICOLO

Vierchowod: “Bello vedere la Roma prima in classifica. Le rivali hanno giocatori di maggiore qualità, ma non si può mai sapere…”

TUTTOMERCATOWEB.COM – Pietro Vierchowod, ex difensore della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni in occasione del Festival dello Sport a Trento e tra i vari temi trattati si è soffermato anche sul rendimento della squadra giallorossa. Ecco le sue parole.

Che effetto fa vedere la Roma in testa alla classifica?
“Bello, con la Roma ho vinto lo scudetto nell’82’. Poi dopo tanti anni i giallorossi lo hanno rivinto e ora si aspetta il quarto”

Può lottare per il titolo?
“Ci sono squadre davanti che hanno giocatori di maggiore qualità rispetto a quelli della Roma, ma non si può mai sapere. Facendo tutto il girone di andata in testa alla classifica ti viene anche la fiducia e puoi dare qualcosa in più che prima non davi”.

E il Milan?
“Le tre squadre davanti sono lì e se la possono giocare. A gennaio-febbraio, quando ci sarà un calo di forze, penso che la squadra con più qualità possa distaccare le altre”.

VAI ALL’INTERVISTA ORIGINALE