LUCAS GOURNA-DOUATH: il mediano “a sorpresa” che studia da campione

LAROMA24.IT (Paolo Rosi) – Nelle ultime ore di un calciomercato frenetico, la Roma ha piazzato un colpo a sorpresa, assicurandosi le prestazioni di Lucas Gourna-Douath. Il mediano francese classe 2003, proveniente dal Red Bull Salisburgo, arriva nella capitale per rinforzare il centrocampo giallorosso. L’operazione è stata condotta dal direttore sportivo Florent Ghisolfi nelle ultime ore del calciomercato invernale. La dirigenza capitolina ha affondato il colpo in extremis, riuscendo a completare tutte le pratiche proprio negli ultimi minuti e portando a casa un profilo giovane e di grande prospettiva. Il nome è rimasto nascosto fino alle ultime ore, ma nel mese di gennaio era stato segnalato anche l’interesse del Milan.

Gourna-Douath arriva a Roma, secondo quanto segnalato da Fabrizio Romano, in prestito con diritto di riscatto fissato a 18 milioni di euro, che potrebbe diventare obbligatorio al verificarsi di determinate condizioni. Il giocatore era stato acquistato a luglio 2022 per 13 milioni di euro dal Salisburgo, che lo aveva prelevato dal Saint-Étienne. Il giocatore ha scelto di indossare anche a Roma il numero 27, che portava già al Salisburgo.

L’ascesa rapida tra Francia e Austria

Nato a Villeneuve-Saint-Georges, nel nord della Francia, il 5 agosto 2003, Lucas Gourna-Douath è un nazionale francese con i genitori originari della Repubblica Centrafricana. Fin da giovanissimo, Gourna-Douath ha intrapreso la trafila delle giovanili con la nazionale francese, dimostrando il suo valore in ogni categoria. A partire dall’Under 16, con cui ha collezionato 11 presenze, passando per l’Under 17, con cui ha segnato anche un gol in 4 presenze, l’Under 19 (11 presenze) e, attualmente, l’Under 21 guidata da Thierry Henry, con cui ha esordito il 17 ottobre 2023 e totalizzato 3 presenze.

Inizia prestissimo la sua avventura calcistica nelle giovanili dell’AS Lieusaint, per poi trasferirsi nel 2012 all’US Sénart-Moissy, nel 2017 nelle giovanili dell’US Torcy e approdare infine nel 2018 all’AS Saint-Étienne. È qui che si mette in mostra, attirando l’attenzione degli scout europei.

Dopo un rapidissimo percorso nelle giovanili dei Verts, nel 2020, a soli 17 anni, fa il suo debutto in Ligue 1. Nonostante la giovane età, il centrocampista dimostra personalità e grande qualità, diventando un punto fermo della squadra e raccogliendo 30 presenze al suo primo anno tra i professionisti. L’anno successivo, stagione 2021/22, si conferma, ottenendo 31 presenze in Ligue 1. Le sue prestazioni non passano inosservate e, nell’estate del 2022, il Red Bull Salisburgo decide di puntare su di lui, facendolo diventare l’acquisto più costoso della storia del club austriaco.

In Austria, Gourna-Douath conferma le ottime impressioni, diventando un perno del centrocampo del Salisburgo. Nel corso della sua esperienza in Austria, il francese ha dimostrato di essere un centrocampista completo, capace di coniugare interdizione, visione di gioco e capacità di inserimento. Nonostante un rendimento in crescendo, il suo percorso nel Salisburgo non è stato esente da qualche critica, soprattutto per una discontinuità a volte mostrata nell’arco della stagione. In questa stagione comunque ha già collezionato 23 presenze complessive, distribuite tra Champions League (6 presenze), Bundesliga (11 presenze), Coppa d’Austria (2 presenze) e qualificazioni per la Champions (4 presenze), realizzando 1 gol e 2 assist. Nello specifico, 1 gol e 1 assist sono arrivati in Coppa d’Austria e 1 assist in Bundesliga.

Nonostante la giovane età, Gourna-Douath ha dimostrato di non tirarsi indietro, diventando un punto di riferimento per la squadra e prendendo seriamente il suo ruolo: “Noi calciatori dobbiamo essere consapevoli di avere un privilegio molto speciale. Io stesso sono un grande appassionato di calcio e cerco di essere rispettoso con tutti e di essere un buon idolo. Potete fare affidamento su di me, dentro e fuori dal campo!” ha dichiarato in passato il giocatore.

Gourna-Douath: un centrocampista studioso

Lucas Gourna-Douath è un centrocampista moderno, dotato di un grande atletismo e di una notevole resistenza. È in grado di coprire ampie zone di campo, recuperando palloni e rilanciando l’azione con passaggi precisi. La sua abilità nel Gegenpressing, ovvero la capacità di recuperare immediatamente la palla dopo averla persa, lo rende un giocatore prezioso per qualsiasi squadra. Dotato di una buona tecnica di base, può agire sia come mediano di interdizione che come box-to-box, coprendo le due fasi di gioco.

Il giocatore è stato paragonato a N’Golo Kante e Paul Pogba, nonostante i tre abbiano caratteristiche piuttosto differenti. Tuttavia, la sua capacità di interpretare il ruolo di mediano, con grande senso della posizione e abilità nell’intercettare le linee di passaggio, lo potrebbero far somigliare al primo; la sua struttura fisica e le sue incursioni offensive potrebbero ricordare, invece, le movenze dell’ex centrocampista della Juventus. Gourna-Douath ha espresso in passato la sua ammirazione per questi due giocatori, sottolineando però che cerca di “avere vari idoli, non importa se giocano nel mio stesso ruolo o meno. Mi piacciono i giocatori su cui si può fare affidamento per guidare una squadra, come Vincent Kompany, Patrick Vieira o Claude Makelele, per esempio“.

Caratteristiche di Gourna-Douath (fonte: fotmob.com)
Caratteristiche di Gourna-Douath (fonte: fotmob.com)

Gourna-Douath è un giocatore molto attento e meticoloso, un vero “giornalista“, come lo hanno ribattezzato in passato. Un soprannome che, come ha rivelato lui stesso, nasce dalla sua grande passione per il calcio e dalla sua ossessiva ricerca di informazioni su giocatori e partite: “Mi chiamano così perché so tutto sui giocatori e le partite, e in generale so analizzare bene il calcio. Fin da bambino ho saputo quasi tutto, e mi informo il più possibile. Leggo molti libri, sul calcio ovviamente, ma anche su altri argomenti. Quelli sugli allenatori come Pep Guardiola o Jürgen Klopp sono quelli che mi piacciono di più, oppure quelli sui giocatori come Olivier Giroud. Mi piace anche vedere cosa dicono nei loro libri atleti di altri sport, come Kobe Bryant o LeBron James, perché mi aiuta a crescere nella mia carriera. È importante per la mia conoscenza e per il mio sviluppo personale“. Ma il giovane centrocampista ha raccontato di essere anche una persona allegra e sempre pronta a mettersi in gioco: “Non sono timido e non mi nascondo, né con la palla né nella vita. Penso che questa sia una qualità necessaria per arrivare al top” ha dichiarato, dimostrando una grande fiducia nel futuro.

Dati alla mano: l’impatto di Gourna-Douath in campo

Entrando più nel dettaglio, le statistiche di Gourna-Douath evidenziano alcune caratteristiche chiave che lo rendono un prospetto estremamente interessante. Innanzitutto, il francese si distingue per un elevatissimo numero di tocchi (99° percentile rispetto agli altri centrocampisti), il che sottolinea la sua importanza nel gioco di costruzione della squadra, fungendo da vero e proprio metronomo per il centrocampo. Altra caratteristica notevole è la sua presenza difensiva (93° percentile), dove spiccano ben 4.33 tackle/intercetti a partita, testimoniando la sua abilità nel recuperare palloni e nel proteggere la difesa. A ciò si aggiunge una buona efficacia nei duelli aerei (40° percentile), dove mostra una buona presenza e capacità di imporsi nel gioco aereo. Gourna-Douath si distingue anche per l’impegno nella costruzione del gioco, con ben 70 tocchi a partita, di cui 23 nel terzo difensivo, 40 nel terzo mediano e 7.5 nel terzo offensivo, a dimostrazione di come sia un centrocampista completo, che partecipa attivamente in tutte le fasi di gioco. Nonostante non sia un grande realizzatore, il suo indice di passaggi completati è del 90%, indicando la sua precisione nella distribuzione del pallone, inoltre, effettua 4.85 passaggi chiave a partita, evidenziando la sua abilità nel creare occasioni per i compagni. Infine, un dato che testimonia ulteriormente le sue qualità è il fatto che nella scorsa stagione è stato miglior centrocampista Under 21 al mondo per intercetti in rapporto al possesso palla (PAdj Interceptions), un primato che certifica la sua capacità di leggere le azioni avversarie e di recuperare palla in modo efficace.

Heatmap stagionale di Gourna-Douath (fonte: sofascore.com)
Heatmap stagionale di Gourna-Douath (fonte: sofascore.com)

Cosa può dare Gourna-Douath alla Roma

L’arrivo di Gourna-Douath sembra un ottimo affare per la Roma. Il centrocampista francese è un giocatore giovane e di grande prospettiva, con un’esperienza internazionale già consolidata, viste le 21 presenze in Champions ad appena 21 anni. La sua duttilità tattica, che gli permette di giocare sia come mediano che come interno, lo rende un elemento molto prezioso per la rosa giallorossa.

Alto 185 centimetri, il francese è un giocatore di grande forza fisica, ma allo stesso tempo dotato di una buona tecnica di base. Preferisce giocare con il piede destro, ed è abile sia in fase di interdizione che di costruzione. È un vero recuperatore di palloni, capace di intercettare le azioni avversarie con la sua grande intelligenza tattica. Possiede anche un buon dribbling e una buona visione di gioco, che gli permettono di essere liberarsi dalle situazioni di pressing ed essere un pericolo anche nell’organizzazione di gioco nella metà campo avversaria. Il suo punto di forza principale rimane comunque la capacità di recuperare il pallone e far ripartire l’azione.

La sua resistenza e la sua capacità di effettuare corse lunghe lo rendono prezioso nelle transizioni, sia offensive che difensive. Pur non essendo propriamente un “cecchino” da fuori area, si inserisce spesso tra le linee avversarie, giocando praticamente a tutto campo. Il suo arrivo permetterà a Ranieri di avere più opzioni in mezzo al campo, offrendo al tecnico giallorosso la possibilità di alternare i moduli di gioco o far rifiatare qualcuno dei titolari, prendendo magari il posto di Paredes in cabina di regia o di un intermedio per aggiungere agonismo alla formazione.

La sua giovane età e il suo grande potenziale fanno di Lucas Gourna-Douath un acquisto importante per il futuro della Roma. La sua tenacia, la sua grande intelligenza tattica e le sue doti atletiche lo rendono un giocatore capace potenzialmente di fare la differenza. La speranza dei tifosi giallorossi è che possa diventare un punto fermo del centrocampo, così come è riuscito a fare in brevissimo tempo il suo connazionale Manu Koné.

Milan-Roma a Piccinini: 5 vittorie e 2 sconfitte con il fischietto di Forlì per i giallorossi

Sarò Marco Piccinini della sezione di Forlì il fischietto di Milan-Roma, quarto di finale di Coppa Italia. Nessun precedente con i giallorossi in questa stagione, l’ultimo risale allo scorso anno, ovvero la vittoria per 4-1 in casa del Monza. Il bilancio totale parla di 5 vittorie e due sconfitte per i giallorossi. Celebre il precedente di due stagioni fa in casa della Cremonese, quando Mourinho si scagliò contro il IV uomo Serra con strascichi anche in Procura Federale.

 

La Roma sfida il tabù Porto: i risultati altalenanti, l’idea di calcio di Anselmi e il bomber Omorodion

LAROMA24.IT (Emanuele Polzella) – Sarà il Porto l’avversario della Roma ai playoff di Europa League. La partita di andata si giocherà il 13 febbraio alle ore 21 all’Estádio do Dragão, mentre il ritorno andrà in scena il 20 febbraio alle 18:45 allo Stadio Olimpico.

Sorteggio sfortunato per i giallorossi, chiamati a sfatare un tabù dato che nei tre precedenti incroci europei sono sempre stati eliminati: ottavi di finale di Coppa delle Coppe 1981/82 (sconfitta per 2-0 all’andata e pareggio per 0-0 al ritorno), preliminari di Champions League 2016/17 (pareggio per 1-1 all’andata e sconfitta per 0-3 al ritorno) e ottavi di Champions League 2018/19 (vittoria per 2-1 all’andata grazie alla doppietta di Nicolò Zaniolo e sconfitta per 3-1 al ritorno: la sconfitta costò la panchina a Eusebio Di Francesco e al suo posto venne chiamato proprio Claudio Ranieri). Da sottolineare come questa sia stata l’ultima partita disputata dalla Roma nella massima competizione europea. Il precedente più recente, invece, risale al 28 luglio 2021, quando le due compagini si affrontarono in amichevole nel ritiro precampionato e la partita terminò 1-1 con le reti di Mancini e Vitinha.

La stagione del Porto tra cambi in panchina e risultati deludenti in Portogallo e in Europa

La stagione 2024/25 è una sorta di anno zero per il Porto, dato che in estate si è concluso il regno di Sergio Conceicao dopo ben 7 anni alla guida della squadra. A prendere il posto dell’attuale tecnico del Milan è Vítor Bruno, proprio il vice di Conceicao. L’esordio ufficiale sulla panchina dei Dragões è da sogno: vittoria ai tempi supplementari per 3-4 nella finale di Supercoppa di Portogallo contro lo Sporting. In seguito a un inizio positivo, il Porto incassa alcune sconfitte inaspettate e il 20 gennaio, dopo il pesante ko per 3-1 contro il Gil Vicente, arriva l’esonero. La società promuove temporaneamente dalle giovanili José Tavares e lo sceglie come allenatore ad interim prima di ingaggiare dal Cruz Azul Martín Anselmi. Proprio ieri il nuovo tecnico ha esordito sulla panchina del Porto vincendo 0-1 in casa del Maccabi Tel Aviv.

Per quanto riguarda il campionato, il rendimento è altalenante e ad oggi si trova al terzo posto in classifica a pari punti con il Benfica a quota 41 (frutto di 13 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte) e a -6 dallo Sporting capolista. In Europa League è ancora più incostante e termina la first phase in diciottesima posizione con appena 11 punti. Analizzando la campagna europea, spiccano il pareggio casalingo per 3-3 contro il Manchester United, l’inatteso ko per 3-2 contro il Bodø/Glimt e la sconfitta per 2-1 allo Stadio Olimpico contro la Lazio con gol di Pedro al 92′.

Alla scoperta dell’allenatore e della rosa del Porto: chi deve temere la Roma?

Partendo dall’allenatore, Martín Anselmi è un seguace del calcio del ‘Loco’ Marcelo Bielsa e ha la possibilità di osservare i suoi allenamenti da vicino ai tempi dell’Athletic Bilbao: “Qualunque cosa accada, noi tifosi di Bielsa lo difenderemo – le sue parole in un’intervista a Olé –. È come una religione”. In seguito a una lunga gavetta si mette in mostra alla guida dell’Independiente del Valle (Ecuador) e vince ben cinque titoli. Successivamente nel gennaio del 2024 arriva la chiamata del Cruz Azul (Messico) e dopo appena un anno approda per la prima volta in Europa per guidare il Porto.

La sua idea di calcio si basa principalmente su due pilastri: la costruzione dal basso e il possesso palla. Ritiene fondamentale la tattica e l’avere una strategia efficace (“La strategia senza tattica è un percorso più lento verso la vittoria. La tattica senza strategia è il rumore che precede la sconfitta”, la didascalia che compare sotto un suo post su Instagram) e nella conferenza stampa di presentazione da allenatore dei Dragões ha subito mostrato grande fiducia e un pizzico di arroganza: “Ho chiesto al presidente di costruire un’altra vetrina in sala trofei”.

In carriera ha alternato la difesa a tre e a quattro, anche se negli ultimi due anni il modulo più utilizzato è stato il 3-4-2-1. All’esordio sulla panchina del Porto, in occasione della sfida contro il Maccabi Tel Aviv, ha però sfoggiato il 3-4-3. Da capire quindi se confermerà tale schieramento oppure seguirà le orme dei predecessori, i quali hanno sempre optato per il 4-2-3-1. I Dragões spiccano per la grande capacità offensiva (42 reti segnate in 19 giornate di Liga Portugal e 13 in 8 gare di Europa League), mentre in Europa hanno mostrato particolari punti deboli in difesa (11 gol subiti, mentre la Roma ne ha incassati soltanto 6).

Nonostante non si tratti del grande Porto degli anni passati, nella rosa figurano calciatori di assoluto livello a partire dal portiere Diogo Costa, noto per la sua incredibile capacità nel parare i rigori (tre penalty respinti contro la Slovenia a EURO2024 e primo portiere nella storia a parare tutti i rigori avversari nel corso della lotteria di una gara a eliminazione diretta di Europei o Mondiali). In difesa ci sono l’ex Udinese Nehuen Perez e Tiago Djaló, il quale questa estate fu a un passo dalla Roma e svolse addirittura le visite mediche per i giallorossi prima del dietrofront definitivo. Tra i centrocampisti spiccano per qualità, precisione nei passaggi e classe Alan Varela, Stephen Eustaquio, Nico González (scuola Barcellona e autore di 7 gol) e Fabio Vieira, mentre sugli esterni massima attenzione a Pepê. La stella è un vecchio obiettivo di mercato della Roma, ovvero Samuel Omorodion Aghehowa: il bomber spagnolo e attuale capocannoniere della squadra era stato valutato dai capitolini prima dell’arrivo di Artem Dovbyk. Il ventenne sta disputando una super stagione e in 25 presenze ha messo a referto ben 18 reti tra tutte le competizioni (13 in 15 partite di campionato e 5 in 7 gare di Europa League), per una media di un gol ogni 108 minuti.

La buona notizia per la Roma potrebbe però arrivare dal mercato con la cessione di Galeno, vice capocannoniere del Porto (12 centri): l’ala offensiva è infatti a un passo dall’Al-Ahli per circa 50 milioni di euro. Intanto oggi il club portoghese ha annunciato gli acquisti dell’esterno William Gomes e del terzino João Moreira, entrambi provenienti dal San Paolo. In uscita, invece, è ufficiale l’addio di Wendell, trasferitosi proprio nel club brasiliano.

Jan Jurgec, dallo Scudetto Under 17 alla vittoria in partitella con Dybala: ecco chi è il classe 2007 aggregato oggi da Ranieri

All’indomani della vittoria per 1-2 contro l’Udinese, la Roma è tornata ad allenarsi al centro sportivo ‘Fulvio Bernardini’ di Trigoria per iniziare la preparazione in vista del match contro l’Eintracht Francoforte, valido per l’ottava giornata della first phase di Europa League e in programma giovedì alle ore 21.

Con Gianluca Mancini ed Evan Ndicka impegnati nella seduta di scarico e Mario Hermoso vicino all’addio, Claudio Ranieri era a corto di difensori centrali e in occasione dell’allenamento odierno ha deciso di chiamare il giovane Jan Jurgec, in forza nell’Under 18.

Nato il 13 marzo 2007 in Slovenia, cresce nel settore giovanile del Maribor e si trasferisce ufficialmente nel club giallorosso il 24 luglio 2023. La società capitolina lo presenta come nuovo centrocampista (“Benvenuto nel nostro Settore Giovanile a Jan Jurgec, centrocampista sloveno classe 2007 proveniente dal Maribor”), ma sia nell’Under 17 (con cui ha vinto lo Scudetto nella stagione 2023/24) sia nell’Under 18 gioca da difensore centrale e oggi indossa la maglia numero 4. In questa stagione ha collezionato 10 presenze sotto la guida dell’allenatore Marco Ciaralli ed è nel giro della nazionale slovena Under 17, con cui ha debuttato il 22 agosto 2023 (1-1 contro l’Italia).

In seguito ad alcune coincidenze, ovvero la trattativa avanzata tra Roma e Bayer Leverkusen legata al trasferimento in prestito di Hermoso e la Primavera impegnata oggi alle ore 18 nel Derby della Capitale contro la Lazio, Jurgec è stato ‘prestato’ alla prima squadra e si è subito messo in mostra: il difensore fa infatti parte del team che ha vinto la consueta partitella al termine dell’allenamento ed era in squadra con GolliniAbdulhamid, Zalewski, Paredes, Soulé e Dybala.

LR24

PIERLUIGI GOLLINI: l’identikit del portiere diviso tra Inghilterra e Italia

LAROMA24.IT (Matteo Morale) – Dopo l’acquisto di Devyne Rensch e in controtendenza con i bisogni della Roma, il secondo acquisto della campagna invernale giallorossa è un portiere. L’esperienza di Mathew Ryan nella Capitale, infatti, è durata meno di 6 mesi. L’estremo difensore australiano, scontento delle poche presenze, si è voluto rimettere in gioco altrove. La carriera del trentaduenne “giramondo”, dunque, proseguirà in Francia. Il Lens ha sborsato 800 mila euro e si è aggiudicata le prestazioni del classe 1992. Per sostituirlo Florent Ghisolfi ha scelto Pierluigi Gollini, ex Napoli e Atalanta, che arriva dopo la deludente esperienza al Genoa di questa prima parte di stagione.

La carriera di Pierluigi Gollini divisa tra Inghilterra e Italia

Nato a Bologna il 18 marzo 1995, ma originario di Poggio Renatico (paese in provincia di Ferrara), Pierluigi muove i primi passi nella SPAL, dove attira l’interesse di diversi club italiani. Ad aggiudicarsi la corsa al giovane portiere è la Fiorentina, che nel 2010 grazie all’intervento di Pantaleo Corvino (all’epoca ds della Viola) lo convince a trasferirsi a Firenze. Nel 2012, però, arriva la chiamata del Manchester United, club a cui è difficile dire di no, soprattutto a 16 anni. Come raccontato da Gollini stesso in una vecchia intervista, la chiamata dei Red Devils è arrivata in maniera inaspettata: “Mi chiamarono i miei genitori dicendomi: ‘Veniamo a trovarti a Firenze, andiamo a cena’. A un certo punto mio padre ha tirato fuori un biglietto da visita dello United e lì ho capito. Era qualche mese che mi chiedeva se me la sentissi di andare all’estero, scherzandoci sopra”. Il trasferimento in Inghilterra, però, manda su tutte le furie Corvino, che alza un polverone mediatico facendo pubblicare un comunicato sul sito della Fiorentina: “Il Direttore Sportivo Pantaleo Corvino, preso atto delle dichiarazioni del giocatore Pierluigi Gollini e sorpreso da questa decisione, coglie l’occasione per ringraziare i calciatori Fazzi, Madrigali, Capezzi, Bernardeschi e Lezzerini che hanno, di contro, scelto di confermare il loro legame con la Società Viola, non lasciandosi incantare dalle false sirene inglesi degli ultimi giorni. Perché dati alla mano, su circa 150 giocatori che hanno scelto di andare a giocare nei club oltremanica, NESSUNO e sottolineo NESSUNO è riuscito a emergere nelle loro rispettive prime squadre”.

Sebbene lo sfogo dell’attuale direttore sportivo del Lecce si sia rivelato vero, dal momento in cui Gollini non riuscì mai a debuttare in Premier League e raccolse solo qualche presenza nelle giovanili dei Red Devils, comunque potersi confrontare tutti i giorni con campioni del calibro di Ryan Giggs e Rio Ferdinand rimane un’esperienza che segna per sempre la carriera di un giovane calciatore: “Mi ha aiutato, sono diventato uomo prima del tempo”. Nel 2014 il classe 1995 saluta Manchester e si trasferisce all’Hellas Verona a parametro zero. Il 24 settembre dello stesso anno, fa il suo esordio tra i professionisti nel 2-2 arrivato contro il Genoa. Chiuderà poi l’annata con 3 presenze e 5 gol subiti. La stagione 2015/2016 è quella della svolta. Sfruttando l’esclusione dalla rosa del portiere Rafael, si guadagna il posto da titolare mettendo a referto 26 presenze e 2 clean sheet. La buona stagione disputata da Gollini, però, non servirà ad evitare la retrocessione in Serie B dell’Hellas Verona.

Durante il calciomercato estivo si fa sotto l’Aston Villa che sborsa 5 milioni di euro e, l’8 luglio del 2016 lo aggrega alla formazione allenata da Roberto Di Matteo. L’avventura in Championship, seconda divisione inglese, durerà “solo” 20 partite (17 gol subiti e 6 clean sheet) perché nel gennaio del 2017 arriva una nuova chiamata dalla Serie A, più precisamente dall’Atalanta. La Dea in quell’inizio di campionato stava stupendo e aveva chiuso il girone di andata al sesto posto in classifica. Il 29enne puntò molto sul progetto dei bergamaschi e accettò di buon grado il prestito (con diritto di riscatto) alla corte di Gian Piero Gasperini. Gollini, durante i suoi 4 anni all’Atalanta, diventerà una delle colonne portanti del miracolo sportivo compiuto dalla Dea. La stagione 2016/2017 i nerazzurri la chiuderanno al quarto posto, piazzamento che all’epoca valeva l’accesso all’Europa League, dando inizio ad una favola che ad oggi si è trasformata in una certezza. A giugno del 2018 l’Atalanta decide quindi di esercitare il diritto di riscatto fissato a 4,5 milioni di euro e accoglie a titolo definitivo il portiere nato a Bologna.

Partito come riserva dell’albanese Etrit Berisha, è la stagione 18/19 a consacrare definitivamente Gollini. L’ex Hellas inanella una serie di prestazioni superlative e, tra parate e clean sheet, aiuta l’Atalanta a chiudere la Serie A al terzo posto, conquistando l’accesso ad una storica Champions League. Il 18 settembre del 2019 compie il suo esordio nella massima competizione europea, nella sconfitta per 4-0 sul campo della Dinamo Zagabria. La stagione 2019/2020 si rivelerà però sfortunata per il portiere originario di Ferrara. Durante l’ultima giornata di campionato contro l’Inter, infatti, Gollini riporta la rottura del crociato e ritornerà in campo solo a marzo dell’anno successivo. Nel frattempo è Marco Sportiello a rubargli la scena e a rilegarlo a portiere di riserva. Il dualismo con l’attuale estremo difensore del Milan peserà enormemente sulla sua crescita e soprattutto incrinerà anche il rapporto con l’Atalanta. La Dea, non convinta a pieno dal proprio reparto portieri, a luglio del 2021 deciderà di puntare sul promettente Juan Musso, arrivato dall’Udinese per 20 milioni di euro, determinando la fine dell’esperienza di Gollini a Bergamo dopo ben 112 presenze e 38 clean sheet.

A partire dal mese di luglio dello stesso anno, inizierà la girandola dei prestiti che lo porterà a vestire le maglie di Tottenham, Fiorentina, Napoli (con cui vincerà anche uno scudetto) e Genoa. In nessuna di queste squadre ricoprirà il ruolo di portiere titolare e l’unica gioia sarà appunto il tricolore vinto con i partenopei nel 22/23. La squadra allenata da Luciano Spalletti dominerà il campionato italiano, staccando di 16 punti la Lazio seconda. Gollini approderà in terra campana solo a gennaio del 2023 dopo aver interrotto in anticipo il prestito alla Fiorentina: “I primi sei mesi a Firenze sono stati duri e non avevo più voglia di giocare. Ho vissuto dei momenti difficili che mi hanno fatto perdere la passione. Stavo male a livello mentale, proprio per l’ambiente, le persone che ho trovato. Non mi era mai capitato di essere preso in giro, il calcio è sempre stata la mia vita”. Quest’estate, invece, è stato il turno del Genoa che aveva deciso di puntare sul 29enne dopo la cessione di Josep Martinez all’Inter. Inizialmente, Alberto Gilardino schiera “Pier” (come lo chiamano i suoi amici) con continuità, ma, un infortunio all’anca lo costringe a fermarsi dopo appena 7 giornate di campionato. Durante il suo periodo di degenza, però, a Genova cambia tutto. Il tecnico campione del mondo viene esonerato e al suo posto arriva Patrick Vieira. Il francese lancia l’ex wonderkid della Juventus, Nicola Leali, che si comporta fin troppo bene. Infatti, quando Gollini torna disponibile, ad inizio novembre, si ritrova nuovamente relegato in panchina.

Il cambio di gerarchia tra i pali, porta il Genoa a fare delle considerazioni sui vantaggi di tenere in rosa un portiere di riserva in prestito. È qui che si inserisce la Roma. Florent Ghisolfi, una volta appresa la volontà di Ryan di giocare di più, ha subito preso contatti con l’Atalanta. La Dea ha acconsentito al trasferimento a titolo definitivo nella Capitale e ovviamente anche il Grifone non si è opposto ad interrompere anticipatamente il prestito del classe 1995. Gollini diventa quindi un nuovo giocatore della Roma, sperando che almeno lui abbia compreso di avere davanti un portiere come Mile Svilar.

Tra le grandi passioni di Gollini non si può non citare il rap. Negli ultimi anni sempre più sportivi hanno deciso di cimentarsi nella carriera all’interno del panorama musicale provando a far uscire alcuni singoli o addirittura album interi, tra tutti Moise Kean e Rafael Leao. Post ritiro poi, alcuni calciatori hanno anche trasformato la musica nella loro professione, tra cui l’ex romanista Pablo Daniel Osvaldo e l’ex Porto Jackson Martinez, Il nuovo portiere giallorosso è stato uno dei primi ad approcciarsi a questo ambiente. Nel 2018, infatti, sotto lo pseudonimo di “Gollorius”, ha pubblicato la canzone “Rapper coi guanti” decidendo di devolvere tutto il ricavato in beneficenza. Il singolo ha ricevuto anche molti consensi (oltre 590mila ascolti su Spotify e 1,1 milioni di visualizzazioni su Youtube) tanto da pubblicare a giugno del 2022 una seconda traccia: “Champions Dream” in collaborazione con il rapper Vegas Jones.

Le caratteristiche tecnico-tattiche: ecco cosa Gollini può dare alla Roma

Sebbene i tanti infortuni abbiano condizionato la sua carriera, Florent Ghisolfi ha puntato su uno dei profili migliori per rapporto qualità-prezzo. Gollini, infatti, conosce già molto bene la Serie A e, oltre ad essere un ottimo portiere, ha la personalità giusta per continuare ad insidiare Mile Svilar. Il serbo non è di certo un giocatore in grado di perdere la concentrazione nei momenti cruciali, ma, una sana competizione con l’ex Atalanta può tenerlo costantemente stimolato. L’estremo difensore arrivato dal Genoa sa di essere una riserva, ma proverà comunque a giocarsi le sue carte.

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, Gollini fa dell’altezza uno dei suoi punti di forza. Essendo 1,94 (Svilar si ferma a 189 cm) riesce con rapidità a chiudere lo specchio della porta al tiratore, basando il suo stile di gioco su quello dei portieri di calcio a 5. Spesso e volentieri, infatti, la maggior parte delle parate del 29enne arrivano tramite situazioni più ravvicinate. Negli anni, poi, ha aumentato anche la sua abilità nel piazzamento, che all’inizio della sua carriera gli ha creato non pochi problemi.

In più occasioni si è dimostrato poco reattivo sui tiri da fuori e su alcune uscite alte, in cui tende a respingere il pallone piuttosto che a bloccarlo. Si è, però, sempre rivelato un portiere affidabile durante la fase di costruzione. La squadra di Claudio Ranieri non è costretta a partire dal basso, vedere il derby contro la Lazio in cui i due gol sono stati propiziati proprio dai lanci lunghi di Svilar, ma Gollini ha dimostrato una grande intelligenza tattica nel mettere in condizione il compagno servito e, questo può rappresentare un’opzione in più.

Il portiere appena arrivato dall’Atalanta, sembra ispirarsi molto all’estremo difensore del Bayern Monaco, Manuel Neuer. La poca staticità in mezzo ai pali e la predisposizione alle uscite basse con tecniche simili a quelle usate dal tedesco, lo diversificano dal restante dei portieri della scuola italiana. Inoltre, abituato alla difesa alta utilizzata dall’Atalanta, ha più volte dimostrato di avere coraggio e tempismo giusto per bloccare i contropiedi, nel momento in cui gli avversari si sono trovati a saltare la linea del pressing, uscendo dalla sua area di rigore e neutralizzando il pericolo.

Non è noto sapere quante possibilità abbia di dimostrare le sue doti con la maglia della Roma, ma, i giallorossi si sono assicurati un portiere affidabile e con tanta esperienza (come dimostrano le oltre 200 presenze in carriera, di cui 24 in campo europeo).

DEVYNE RENSCH: dal no al PSV al sì alla Roma. L’identikit

LAROMA24.IT (Matteo Morale) – Dopo un corteggiamento durato mesi, la Roma ha finalmente chiuso il colpo Devyne Rensch. Il terzino classe 2003 era in scadenza di contratto con l’Ajax, e, non ha voluto rinnovare. Florent Ghisolfi, che già in estate aveva tentato l’approccio con i Lancieri per il 22enne, ha approfittato della situazione e ha colto al volo l’opportunità di portarlo nella Capitale. In estate, la valutazione fatta dal club di Amsterdam era di 15 milioni di euro. Passati 5 mesi, però, le condizioni contrattuali e soprattutto la volontà del calciatore non hanno permesso alla squadra allenata da Farioli di tirare troppo la corda sul prezzo.

Rensch lascia l’Ajax a titolo definitivo per 5 milioni di euro più un ulteriore milione di bonus e, si lega al club giallorosso fino al 2029. L’olandese ha scelto di vestire la maglia numero 2, lasciata libera dal connazionale Rick Karsdorp, accasatosi al PSV in estate.

La carriera di Devyne Rensch

Nato da una famiglia di origini surinamesi il 18 gennaio del 2003 a Lelystad, città situata sull’isola di Flevopolder, Devyne Fabian Jairo Rensch muove i suoi primi passi nel VV Unicum. Nel 2016 entra a far parte del rinomato settore giovanile dell’Ajax, che lo recluta dopo che il 22enne era stato scartato da un’altra superpotenza del calcio olandese: il PSV. L’episodio è rimasto impresso al calciatore, che ad Ajax Tv ha raccontato: “Ho fatto prima uno stage con il PSV, ma sono stato escluso. Poi mi hanno offerto cinque allenamenti con l’Ajax e ci sono volute solo due sessioni prima che dicessero che mi volevano. Forse il PSV si sbagliava”.

Partito dall’Under 13 del club di Amsterdam, Rensch riesce a mettersi in mostra in ogni categoria del settore giovanile dei Godenzonen, fino alla definitiva chiamata in Prima Squadra arrivata nella stagione 20/21. Durante la sua ultima annata in Primavera, inoltre, il classe 2003 riesce a vincere anche il premio di miglior giocatore dell’Accademy. Il primo anno tra i grandi, Rensch lo passa diviso tra lo Jong Ajax, squadra Under 21 del club che attualmente milita nella seconda divisione olandese, e le apparizioni in Eredivisie sotto la guida di Erik ten Hag. L’ex allenatore del Manchester United, crede molto nel terzino  classe 2003 e gli concede l’opportunità di esordire anche in Europa League nell’andata degli ottavi di finale contro il Lille (gara vinta 1-2 dai Lancieri). Conclude la stagione con 38 presenze (di cui 27 con la Prima squadra) 6 gol, 4 assist e i suoi primi trofei da professionista: la Coppa d’Olanda vinta in finale contro il Vitesse e il campionato (concluso al primo posto a +16 dal PSV).

Nella stagione 21/22 continua a ritagliarsi uno spazio importante all’interno della formazione titolare (29 presenze condite da 1 gol e 2 assist) e riesce anche ad esordire in Champions League. L’Ajax perde ben due finali (Supercoppa e Coppa d’Olanda) contro i rivali del PSV, ma riesce a trionfare nuovamente in campionato, terzo trofeo della carriera di Rensch. L’annata 22/23 si apre con la cessione di Noussair Mazraoui al Bayern Monaco, che da dunque modo al 22enne di diventare il titolare della fascia destra, collezionando 36 presenze, 3 gol e 1 assist. Se da una parte c’è Rensch che vive un momento d’oro, dall’altra l’Ajax attraversa un periodo negativo. La maggior parte dell’ossatura della squadra creata durante il ciclo ten Hag era stata ormai smontata e il club si è trovato costretto a ripartire da zero.

La crisi dell’Ajax non termina con l’annata 23/24, anzi, la situazione peggiora. I Lancieri attraversano una stagione complicatissima, 3 allenatori cambiati e fuori da tutte le competizioni nazionali ed europee. L’inizio in Eredivisie è tragico (5 punti nelle prime 8 partite) e solo un filotto di risultati positivi arrivato nelle ultime giornate ha permesso a Rensch e compagni di concludere il campionato al quinto posto. Le prestazioni del terzino olandese, però, non calano e il classe 2003 riesce a mettere a referto 6 assist e 2 gol in 38 presenze.

Per la stagione corrente la dirigenza dell’Ajax ha deciso di puntare Francesco Farioli, giovane tecnico italiano cresciuto sotto gli insegnamenti di Roberto De Zerbi. Dall’arrivo del tecnico classe 1989, i Lancieri si sono completamente rilanciati e anche Rensch ha trovato il giusto spazio per essere considerato uno dei punti fermi (fino ad ora 26 presenze, 1 gol ed 1 assist). Nonostante una titolarità fissa e un legame con l’Ajax che durava dal 2016, il terzino olandese ha preferito cambiare aria. Con un contratto in scadenza nel 2025, il classe 2003 sin da quest’estate ha attirato l’interesse di molti club. Il club di Amsterdam, però, sperando di poter convincere il calciatore a firmare un nuovo accordo, ha sparato alto. La trattativa con la Roma non nasce 1 settimana fa, bensì durante la sessione di calciomercato estiva. I primi approcci di Ghisolfi con il calciatore sono iniziati già lo scorso luglio, periodo in cui i Lancieri chiesero 15 milioni di euro ai giallorossi. La volontà di Rensch era però chiara: voleva andar via e l’Ajax si è dunque trovato costretto a monetizzare dalla sua cessione in questa sessione di calciomercato.

La perdita del 22enne olandese ha suscitato parecchi pareri contrastanti in patria. Se per Farioli la cessione di Rensch è un duro colpo per il suo Ajax: “Vorrei che rimanesse qui. Chiudiamo l’aeroporto per non farlo partire. Si allena e gioca bene, ma è anche mio compito come allenatore proteggere i giocatori in certe situazioni. Il mio desiderio è tenerlo per il resto della stagione, ma ci sono tante cose che succedono intorno a lui. Se non lo faremo, perderemo un giocatore chiave”, c’è chi invece l’ha presa decisamente peggio. È il caso del campione ex Milan Marco Van Basten che lo ha aspramente criticato: “Con tutto il rispetto, non è un giocatore particolarmente bravo. Non ha alcuna abilità calcistica. Con la palla, non ha idee. Senza palla, sbaglia sempre. Commette un errore a partita”. 

Ma non finisce qui. Grosse critiche sono arrivate anche da parte di Aad de Mos, ex allenatore dell’Ajax dal 1982 al 1985: “Rensch è un ragazzo che sa solo costruire il gioco e attaccare ma non sa difendere. È sempre pronto all’errore, quindi non capisco cosa veda in lui la Roma”. Questi giudizi non trovano, però, fondamento se si osservano le statistiche del giovane olandese. O qualcuno non ha digerito questo “tradimento” nei confronti dei Lancieri, oppure, i dati raccolti in questi anni nascondono delle lacune che solo chi lo ha osservato da vicino può aver notato. La speranza è ovviamente riposta nel reparto scout della Roma e nell’eventuale crescita che il ragazzo può raggiungere nella Capitale.

Le caratteristiche tecnico-tattiche: ecco cosa Rensch può dare alla Roma

Il colpo Rensch non è assolutamente da sottovalutare. Prima di tutto, è solamente un ragazzo di 22 anni che conta già 156 presenze totali in una squadra del calibro dell’Ajax. Il classe 2003 ha già esperienza in campo europeo ed è un colpo funzionale per il presente e per il futuro. Negli ultimi anni, il ruolo del terzino destro a Roma è diventato un tabù e, dopo aver sottovalutato l’esigenza in estate, Ghisolfi ha saputo rimediare chiudendo l’acquisto dell’olandese. Inoltre, per evitare un impatto con una realtà più grande di lui,  Rensch avrà a disposizione quest’ultima parte di stagione per potersi adattare alla Serie A e alla piazza giallorossa.

Alto 181 centimetri e di piede destro, ciò che in primo luogo colpisce di Devyne Rensch, è la sua duttilità. Nel corso della sua carriera, infatti, il giovane difensore ha ricoperto ben 5 ruoli: terzino destro, esterno destro, difensore centrale, mediano e terzino sinistro. Il suo stile di gioco non trova similitudini con le caratteristiche tecniche appartenenti ai terzini moderni. Da Rensch, infatti, non ci si può aspettare l’esplosività o la predilezione al dribbling di Spinazzola, bensì si potrebbe paragonare ad Angelino: un terzino molto utile in fase di costruzione, dotato di un’ottima tecnica di base e, sebbene non sia un velocista, con la capacità di offendere.

Spesso cerca la sovrapposizione e l’inserimento in area, caratteristica che gli ha permesso di mettere a segno 10 gol e 12 assist con la maglia dell’Ajax giocando da terzino. La specialità della casa in fase difensiva, invece, è la scivolata. L’olandese non ha paura di intervenire in tackle e si è dimostrato molto bravo anche negli anticipi e negli intercetti (con una media di circa 3,5 a partita). Ha una discreta percentuale di successo anche nei duelli aerei, ma, pecca nella lettura di qualche situazione di gioco (come negli uno contro uno).

Il ruolo a lui più congeniale è sicuramente quello di terzino destro in una difesa a 4, ma, può essere benissimo adattato sia come braccetto di una difesa a 3 o come terzino sinistro. Da esterno a tutta fascia, invece, ha disputato solo 2 partite in carriera, ma, avendo ancora 22 anni, Claudio Ranieri potrà plasmarlo a suo piacimento per schierarlo anche in quella zona di campo. Il tecnico della Roma si ritrova in casa un vero e proprio jolly della difesa e adattabile ad ogni modulo con cui i giallorossi sono scesi in campo in questi ultimi anni. Il suo acquisto potrebbe tornare utile anche il prossimo anno, soprattutto, se l’allenatore che la famiglia Friedkin sceglierà, vorrà tornare a giocare a 4.

Chi è Alessio Marcaccini: ecco il portiere dell’U18 convocato con l’AZ

Domani sera la Roma sarà di scena in Olanda dove affronterà l’Az-Alkmaar in Europa League. I giallorossi arrivano a questo match con la grana portieri. Con l’addio di Ryan e l’infortunio di Renato Marin, infatti, Claudio Ranieri, oltre a  Mile Svilar e Giorgio De Marzi, ha deciso di convocare per la prima volta anche Alessio Marcaccini, attuale portiere dell’Under 18.

Classe 2008, arriva in giallorosso nel 2017 dalla Pescatori Ostia. Ai tempi della scuola calcio inizia a giocare in mezzo al campo ma la svolta arriva nel 2016, quando, durante un torneo giocato a Fiumicino, fu provato in porta dall’allora tecnico Jacopo Ercolani. Marcaccini dimostra fin da subito il proprio talento e da lì non abbandona più i guantoni. In giallorosso si dimostra uno dei portieri più interessanti della sua generazione, venendo convocato stabilmente nelle nazionali giovanili.

In questa stagone ha collezionato 10 presenze nel campionato Under 18, subendo 12 reti e collezionando due clean sheet. Nel corso della passata stagione, invece, è stato convocato diverse volte anche in Primavera, senza mai però esordire. La Roma punta fortemente su di lui, tant’è che lo scorso 14 ottobre ha prolungato il suo contratto con i giallorossi fino al 2027.

Difficilmente domani scenderà in campo, ma per la prima volta potrà assaporare l’atmosfera europea con i colori della squadra che tifa fin da bambino.

Sozza torna dopo il 5-1 di Firenze. L’ultima vittoria è lontana più di un anno

Simone Sozza arbitrerà per la 12a volta la Roma in carriera che diventerà, al termine della sfida con l’Udinese, la squadra più diretta in carriera. Il più recente degli 11 precedenti è il 5-1 con cui si concluse Fiorentina-Roma, con il rigore concesso alla Fiorentina che varrà il 2-0 condito da diverse proteste. Nella ripresa verrà anche espulso Hermoso ma qui la decisione non pare contestabile. Prima ancora Sozza aveva arbitrato il 2-2 a Napoli con De Rossi nella passata stagione e la sconfitta per 1-0 in casa della Juventus con Mourinho a fine 2023. L’ultimo successo della Roma, quindi, risale all’ottobre del 2023, col 4-1 della Roma sul Cagliari allenato da Ranieri. In totale: 6 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte con la squadra giallorossa.

Soltanto 2, invece, i precedenti dell’Udinese ed entrambi terminati con una sconfitta per i friulani: 0-1 con la Salernitana nel 2022 e, due stagioni prima, ko per 2-0 in casa del Parma.

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Secondo incrocio tra la Roma e Zufferli: unico precedente il ko contro l’Empoli e il mancato rigore su Shomurodov

Sarà Luca Zufferli l’arbitro di Roma-Genoa, partita valida per la ventunesima giornata di Serie A e in programma domani alle ore 20:45 allo Stadio Olimpico. Per il fischietto della sezione di Udine sarà la diciottesima gara del massimo campionato italiano in carriera e sarà il secondo incrocio con i giallorossi dopo la sconfitta casalinga per 1-2 contro l’Empoli. In occasione di quella sfida (secondo turno della Serie A 2024/25), l’arbitro si rese protagonista in negativo di un episodio: nei minuti di recupero Paulo Dybala colpisce il palo, la palla arriva a Eldor Shomurodov, il quale viene sbilanciato da Emmanuel Gyasi con una trattenuta prima di calciare. Arbitro e VAR lasciano correre, ma restano davvero tantissimi i dubbi sulla mancata concessione del rigore.

Sono due, invece, i precedenti con il Genoa: la vittoria per 1-0 nella stagione 2022/23 contro il Modena (Serie B) e la sconfitta per 2-1 in casa del Frosinone nell’annata 2023/24.

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DEVYNE RENSCH: chi è? (VIDEO)

LAROMA24.IT – Il nome di Devyne Rensch è rimasto sottolineato sulla lista dei giocatori interessanti che immaginiamo appesa nelle stanze della direzione sportiva a Trigoria. A rivelare la trattativa già nella scorsa estate è stato proprio il classe 2003 dell’Ajax che lo scorso ottobre ha raccontato: “Stavamo negoziando, ma alcune cose sono cambiate all’interno del club. Anche la situazione con me è cambiata”. 

Compirà 22 anni il prossimo 18 gennaio Devyne Rensch che è già alla quinta stagione in prima squadra con la maglia dell’Ajax e proprio nell’anno del debutto sfidò la Roma in Europa League nel 2020/21, giocando da titolare l’andata ma rimediando un’ammonizione che gli farà saltare il ritorno all’Olimpico.

Struttura longilinea che fanno sembrare anche più estesi i suoi 181 centimetri complessivi per via di un baricentro relativamente alto, Rensch quest’anno, con l’arrivo di Farioli, si è stabilizzato da terzino destro dopo un’alternanza nella passata stagione con il ruolo di centro destra in una difesa a 3.

Terzino, olandese, scuola Ajax, e il pensiero più comune va subito a un giocatore di abilità offensiva magari macchiata da una sbadataggine difensiva. In realtà Rensch non mostra evidenti lacune difensive seppur risolva un numero alto di duelli difensivi tramite tackle scivolati, come si può ammirare ripetutamente nel video sopra. È 22°, in Eredivisie, per numero di tentativi di dribbling avversari contrastati, riportando una percentuale superiore al 70%. Il dato scende se si calcolano gli intercetti difensivi, posizionandolo al 56° posto nel campionato olandese, un po’ a testimoniare la predisposizione a recuperare tramite contrasto più che per letture difensive.

La struttura non gli garantisce un’elevata rapidità mentre su distanze più lunghe, in velocità, mostra i migliori spunti, sovrapponendosi spesso, sia internamente che esternamente, per rifinire l’azione con cross prevalentemente nei pressi della linea di fondo campo. Quello che più attira è la capacità di utilizzare entrambi i piedi, utilizzati quasi indifferentemente sia in conduzione che per rifiniture o finalizzazione mentre il dato sull’alto numero di passaggi realizzati pare riconducibile allo stile di gioco portato dall’allenatore italiano, tra i principali esponenti del calcio posizionale. Non è comunque un giocatore da spiccate doti offensive, probabilmente oscurate anche dalla presenza, sulla corsia opposta, di Hato, classe 2006 e tra i talenti più luminosi dell’ultima nidiata dell’Ajax.