Zola: “Mi aspettavo di più da Pellegrini”

GASPORT – In un’intervista rilasciata alla rosea, Gianfranco Zola ha espresso le sue opinioni su vari temi calcistici, dagli allenatori della Serie A alle previsioni sulle competizioni. L’ex stella del calcio italiano ha condiviso le sue impressioni su giocatori, squadre e allenatori, offrendo un’analisi interessante. Tra i tanti argomenti trattati, Zola ha parlato di alcuni giocatori, compreso uno della Roma, ecco le sue parole:

Quali sono stati i giocatori che l’hanno delusa?

Rafa Leao è un giocatore da cui mi aspetto molto di più di quello che sta facendo. E mi aspettavo qualcosa di più anche da Lorenzo Pellegrini della Roma“.

La Roma è rinata. E se il futuro fosse… Ranieri?

Se sarà vincente è ancora da vedere, ma la stagione in corso potrebbe essere ricordata come una delle più belle ed emozionanti nella carriera di Claudio Ranieri. In pochi mesi, il tecnico ha compiuto un’impresa incredibile: ha preso una Roma depressa e contestata e l’ha trasformata, riportando serenità, gioco, identità e risultati.

Ranieri, forte del suo legame con la città e con i colori giallorossi, ha rivitalizzato giocatori in difficoltà, rilanciato chi era ai margini e valorizzato i giovani. Lo ha fatto con esperienza, saggezza e coraggio, cambiando modulo e scegliendo spesso a sorpresa gli interpreti. (…) Tutto ciò ha creato un’energia che ha ringiovanito lo stesso Ranieri.

Le migliaia di bandiere all’Olimpico contro l’Athletic Bilbao sono state una dimostrazione d’affetto che ha commosso il tecnico. Ranieri, che appare più moderno di tanti allenatori della nuova generazione, ha un contratto da dirigente per i prossimi due anni e avrebbe dovuto traghettare la Roma per poi aiutare la società a scegliere un nuovo allenatore.

(…) Non sarebbe sorprendente se i Friedkin gli chiedessero di restare alla guida della Roma anche il prossimo anno, soprattutto se la squadra dovesse raggiungere un posto in Europa e proseguire il cammino in Europa League. Nel 2025, nessun allenatore ha fatto meglio di lui in Italia. (…) Ranieri è riuscito ancora una volta a ricostruire, e quando lo fa a Roma, il risultato è ancora più speciale. Perché il calcio, alla fine, è anche una questione d’amore.

(gasport)

Lotito sogna l’Europa: “Non temiamo il derby in finale”

IL TEMPO – Il presidente Lotito ha le idee chiare sul momento della Lazio e ne parla all’uscita dal Senato: «Abbiamo costruito una squadra di combattenti e mai reduci. I risultati sono il frutto del lavoro di tutti a partire dai massaggiatori, dai magazzinieri, dai medici e dall’allenatore che è il famoso direttore d’orchestra. Una squadra ottiene risultati se dietro c’è un grande allenatore e una grande società. Isaksen? Ci abbiamo puntato in tempi non sospetti, siamo convinti che sia un grande giocatore. Se temo una finale in Europa con la Roma? Non ho paura di nulla. A memoria ricordo la Coppa Italia del 26 maggio 2013: ben venga una soluzione che porti il calcio italiano in una situazione di evidenza e soprattutto in condizioni tali da far aumentare anche quello che è il ranking. Champions? Adesso non dobbiamo fasciarci la testa, vediamo dove possiamo arrivare. Dobbiamo fare in modo di essere sempre concentrati e giocare partita dopo partita».

L’emergenza Empoli non finisce mai. Squadra dimezzata

Roberto D’Aversa non vuole sentire parlare di emergenza, temendo che possa diventare un alibi per la sua squadra. Tuttavia, la situazione dell’Empoli è obiettivamente critica, con ben undici giocatori indisponibili. Con questi assenti, si potrebbe schierare una formazione potenzialmente competitiva.

(…) L’allenatore ha a disposizione tutti e quattro i portieri, ma le defezioni riguardano ogni reparto. Tra i giocatori di movimento, ipotizzando il modulo 3-4-2-1, si possono elencare assenze importanti in ogni zona del campo.

In difesa mancano Sazonov (rottura del crociato), Ismajli (problema muscolare) e Viti (contusione al ginocchio). A centrocampo sono indisponibili Solbakken (lussazione alla spalla), Anjorin (problema muscolare), Haas (rottura del crociato) e Maleh (problema al legamento del ginocchio). Sulla trequarti, l’Empoli deve rinunciare a Fazzini e Zurkowski. Infine, in attacco manca Pietro Pellegri, out da dicembre per rottura del crociato, dopo un periodo in cui era stato decisivo. Da allora l’Empoli ha ottenuto solo 3 punti con tre pareggi contro Venezia, Bologna e Genoa. Ebuehi, assente da tempo, potrebbe tornare in panchina. Nonostante il tecnico non voglia alibi, l’Empoli si presenterà contro la Roma con una squadra fortemente rimaneggiata.

(gasport)

Mister rimonta

IL TEMPO (L. PES) – L’urlo dell’Olimpico dopo il gol di Shomurodov assomiglia al boato dopo la rete di Dovbyk di qualche giorno fa e ricorda il ruggito dopo le due meraviglie di Dybala contro il Porto. Dal 26 gennaio al 6 marzo la Roma targata Ranieri ha vinto ben quattro volte in rimonta portando a casa sei punti in campionato, una qualificazione agli ottavi in Europa e il primo round contro il Bilbao. E se vogliamo ci sarebbe anche il punto strappato al Napoli nel recupero. Sir Claudio e la rimonta, un idillio che nasce da lontano e che il tecnico si porta dietro da anni come specialità della casa delle sue squadre. L’abilità di leggere le partite, il dono di riuscire ad ottenere sempre il massimo dalla squadra e quel talento nel non mollare mai.

Alla sua prima esperienza in giallorosso da tecnico, nella stagione 2009-2010, le rimonte stagionali furono addirittura undici: sette in campionato, tre in Europa League e una in Coppa Italia. Non certamente un caso che quindici anni dopo a distanza di quasi quattro mesi dal suo arrivo Ranieri sia già a quota quattro, oltre a tre pareggi strappati da situazioni di svantaggio. Un merito che spesso l’allenatore di San Saba dà ai calciatori ma che evidentemente è figlio di una capacità non indifferente di incidere nella psicologia dei suoi gruppi. Difficilmente i giallorossi hanno fatto registrare numeri simili nel riuscire a portare il risultato dalla propria parte in situazioni di svantaggio.

Dato, quello delle rimonte, supportato anche al numero di gol segnati dalla Roma negli ultimi quindici minuti di gioco. Con quello firmato giovedì sera da Shomurodov sono undici di cui cinque oltre il novantesimo. Due volte questi gol hanno portato a due vittorie (Como e Bilbao) e tre volte a un pari (Napoli, Bologna e Tottenham) mentre sei volte sono stati ininfluenti sul risultato finale. Specialista di questa statistica è Dovbyk con tre gol segnati nella parte finale dei match, seguito proprio dall’attaccante uzbeko a quota due.

Indizi che portano a un’evidenza importante. Ovvero che, luoghi comuni sulla fortuna a parte che piacciono a tanti ma sono lontani dalla realtà dei fatti, Ranieri più di tanti altri riesce a convincere i suoi ragazzi, come spesso dice, ad andare sempre il massimo. E questo lo si vede dalla trasformazione di Celik e Shomurodov, dalla continuità di rendimento di Dybala e Mancini fino all’esplosione di Angelino. In questi pochi mesi Sir Claudio è riuscito a portare tutti (o quasi) dalla sua parte rendendo la Roma una squadra difficile da battere e che non si arrende e trovando nell’Olimpico un alleato incredibile. Dieci vittorie, un pareggio e una sconfitta con ben undici risultati utili di fila in casa e una serie aperta di cinque vittorie consecutive generali tra campionato e coppa. Intanto i Friedkin nominano il Ceo dell’Everton annunciando Angus Kinnear mentre a Roma si attende ancora il successore della Souloukou. La testa, per Ranieri e i suoi, però, va subito a Empoli dove domani c’è un’altra sfida fondamentale per la rincorsa in campionato. Prima di preparare la battaglia in Spagna di giovedì. Un passo alla volta, senza mollare mai.

Da scarti a trascinatori: Shomurodov e Celik ora ringraziano Ranieri

La rivincita degli “scarponi”: Shomurodov, Celik, Cristante e Baldanzi ribaltano il Bilbao, regalando l’ennesima emozione ai tifosi della Roma. Sono stati loro, spesso criticati e considerati inadatti, a confezionare una vittoria che ipoteca la qualificazione ai quarti di finale di Europa League.

Questi quattro giocatori, che hanno ricevuto più pernacchie che applausi, etichettati come “pippe”, hanno dimostrato di poter rendere al meglio in una squadra organizzata, con un allenatore capace di valorizzare le loro qualità. Hanno bisogno di fiducia e di un ambiente che li supporti per esprimere il loro potenziale.

Shomurodov è l’emblema di questa nuova Roma di Ranieri, che ha quasi fatto dimenticare un inizio di stagione difficile. (…) Ranieri gli ha dato fiducia e l’uzbeko ha risposto con prestazioni importanti, culminate con il gol decisivo contro l’Athletic Bilbao.

Lo stesso vale per Celik, trasformato da flop a difensore affidabile e decisivo. (…) E ancora Cristante, spesso criticato ingiustamente, e Baldanzi, che nonostante qualche errore, non si tira mai indietro.

La somma di tutto questo è la Roma di Ranieri, una gestione da applausi, in attesa che li meriti anche la società.

(Repubblica)

Mancini salta Empoli, chance per Hummels

Non c’è tempo per festeggiare la vittoria contro l’Athletic perché bisogna pensare già al campionato, con la trasferta di Empoli domani alle 18. È la squadra che alla seconda giornata inflisse una sconfitta a De Rossi. Sarà sicuramente assente Mancini che è squalificato. Al suo posto dovrebbe tornare Hummels, favorito su Nelsson, per una maglia da titolare che ha avuto di recente solo contro il Monza.

(corsera)

Shomurodov, la riserva dal gol facile. Quattro su 5 arrivati da subentrato

Da “Shomu-flop” a “Shomu-gol”: la metamorfosi di Shomurodov è completa. Dopo essere stato eletto giocatore del mese a febbraio, ha deciso la partita contro l’Athletic Club, esultando come Spider-Man che è il personaggio preferito del figlio. (…) Un gol pesante, come quello contro l’Eintracht, che ha fatto saltare il trasferimento al Venezia a gennaio, rivelandosi una fortuna per la Roma.

Arrivato nel 2021, Shomurodov non era mai riuscito a esprimere il suo potenziale, ma con Ranieri è rinato. La differenza è notevole: la sua percentuale realizzativa è aumentata significativamente, passando dal 10% al 14.3%.

(…) Shomurodov si sta dimostrando una valida alternativa a Dovbyk, segnando un gol ogni 164 minuti. È apprezzato per la sua disponibilità e il suo atteggiamento positivo. Il meglio di sé lo sta dando entrando dalla panchina: 4 dei suoi 5 gol stagionali sono arrivati da subentrato. Solo Pedro ha fatto meglio in Serie A. (…)

Considerando che le ultime due vittorie della Roma sono arrivate grazie ai cambi, Shomurodov potrebbe partire titolare contro l’Empoli, squadra che lo aveva cercato a gennaio. L’obiettivo della Roma è ottenere la quinta vittoria consecutiva in Serie A, un traguardo che manca dal 2017.

(Il Messaggero)

Missione Empoli: Soulé per Dybala. E torna Hummels

II San Mames può aspettare perché domani ad Empoli la Roma cerca un’altra vittoria per proseguire la cavalcata in campionato. Le energie consumate contro l’Athletic influiranno sulle scelte di Ranieri che recupera Paredes ma dovrà rinunciare allo squalificato Mancini e concederà un turno di riposo a Dybala e Celik. Il posto dell’argentino dovrebbe essere occupato da Soulé mentre Hummels è in vantaggio su Nelsson in difesa. Brutte notizie, invece, in casa Athletic: oltre allo squalificato Yeray giovedi prossimo mancherà anche Vivian per una lesione al bicipite femorale.

(gasport)

Bruno Conti: “Il grande rimpianto è per Di Bartolomei”

Bruno Conti, tra pochi giorni festeggerà 70 anni. Se chiude gli occhi, qual è il primo ricordo che viene a galla?

«Ho vissuto più di 50 anni di calcio, non è facile. Ma il primo pensiero va a mio padre, a quando sono stato preso alla Roma nel 74 e a casa nostra è arrivata questa notizia: aveva fatto sacrifici per crescere sette figli, quando gli dissi che mi avevano preso non stava più nella pelle. Era un taciturno, non è che parlasse tanto, ma negli occhi vedevo la sua gioia, la sua soddisfazione: suo figlio andava a giocare nella Roma».

(…)

La canzone La leva calcistica della classe ’68 è dedicata a lei o a Di Bartolomei?

«Molti pensavano fosse per me, per quel ragazzino con la maglia numero 7. Ma, come mi ha detto Francesco De Gregori, era dedicata ad Agostino».

Le manca, Di Bartolomei?

«Lo avevo conosciuto prima di arrivare alla Roma: un cugino di mia moglie mi aveva invitato a fare una partita di calcetto a Lavinio, vicino alla mia Nettuno, e c’erano lui, Bruno Giordano e Stefano Di Chiara: non stavo nella pelle, ero romanista da sempre, andavo a giocare una partita insieme a gente che già era la serie A. Ci siamo conosciuti lì, poi il giorno che sono arrivato in prima squadra è stato il primo a accogliermi. E poi è diventato il mio capitano, con tutto quello che abbiamo vissuto insieme: scudetto, finale di Coppa dei Campioni: veramente lo amo».

L’ultima volta che lo ha visto?

«È il mio rammarico. Poco prima che succedesse quello che è successo avevo organizzato una partita al palazzetto dello sport con tutti gli amici dello scudetto per raccogliere fondi per un amico rimasto paralizzato. Venne anche Agostino: era sereno, si rideva, si scherzava, non c’è stato nulla che potesse far pensare, non ci ha fatto capire cosa aveva dentro. Mi è rimasto quel rimpianto».

Ha tanti amici anche fuori dal campo. Uno è Venditti.

«Mi invitò sul palco a un concerto a Nettuno. Negli anni da responsabile del settore giovanile, ogni volta che andavamo a fare una finale, mettevo sul pullman le canzoni di Antonello. La prima volta lo chiamai e c’era sotto la sua musica, portò fortuna, vincemmo. “Ogni volta che parti, mi devi telefonare”, mi disse. Questa cosa l’abbiamo portata avanti per anni».

Lei ha anche allenato la Roma.

«Non l’ho allenata, l’ho traghettata. Nel 2005, il giorno del mio compleanno, ero a Cagliari a trovare i nipotini. Mi telefonò Rosella Sensi. E mi disse: “Abbiamo fatto una riunione e abbiamo pensato a te per guidare la Roma”. Ho capito cosa dovevo fare in quel momento. Ma è stato un anno particolare, ci siamo salvati a Bergamo con un gol di Cassano, avevamo davvero paura di retrocedere. E c’è un episodio…”.

Be’, raccontiamolo.

«Quell’anno morì il Papa e invitarono tutta la squadra in Vaticano. Convocammo i giocatori per dirglielo. Intervenne Cassano: “Ma è obbligatorio venire?”. Io già un po’ arrabbiato, risposi: “Assolutamente no, se non vuoi venire, non vieni”. Dopo un po’ lui fa: “Però se non vengo non vorrei che poi i giornalisti…”. Non vi posso dire quello che gli ho detto, l’ho rovesciato. Ma con Antonio c’è un affetto profondo, ci vogliamo ancora oggi un bene dell’anima».

Con Mourinho che rapporto ha avuto?

«La prima volta che l’ho visto ero a Trigoria, stavo fumando una sigaretta con dei dipendenti. José è passato con questa macchinetta, una golf car. Ci ha visto, ci ha superato, poi mi ha riconosciuto: è tornato indietro per abbracciarmi, mi ha detto che mi aveva visto giocare a Lisbona. Abbiamo avuto un bel rapporto, anche se in quel periodo stavo facendo delle terapie. Quando ha avuto quattro giornate di squalifica è venuto in ufficio: “Bruno, mi farebbe molto piacere se potessi essere vicino alla squadra, in questo periodo”. Lo sento spesso, Ancelotti è un amico comune».

Ecco, Ancelotti: ha mai provato a portarlo alla Roma?

«Ma come potevi portarlo via Carlo dalle società dove è stato? Bayern, Chelsea, Real… certo la battuta gliel’ho fatta, anche l’ultima volta: “Dici sempre che sei della Roma, ma quando vieni ad allenarla?”».

Ci riproverà, a breve?

«Eh, adesso è al Real Madrid, oltre la battutina è difficile andare. Anche se con Carlo ho proprio un rapporto di famiglia. Sono stato a casa sua, con il papà, la mamma, prima di andare in Nazionale ho dormito da lui, siamo stati in vacanza insieme. Quando ha avuto l’infortunio al ginocchio dormivamo nella stessa stanza e mi mettevo sopra questo ginocchio gonfio così per cercare di allungarlo, di stenderlo. È un’amicizia, una di quelle vere». 

(Repubblica)