RAI RADIO 1 – il direttore sportivo del Como, Carlalberto Ludi, ha rilasciato un’intervista parlando del futuro di Cesc Fabregas e del suo accostamento alla Roma. Le sue parole: “Il nome di Fabregas accostato alla Roma? Non posso parlare della selezione della Roma. Fabregas è un uomo molto focalizzato sul progetto. Abbiamo firmato tempo fa quattro anni di contratto, ne mancano altri tre. Stiamo programmando il futuro: questo non esclude niente ma mi fa sicuramente ben sperare”, queste le parole di Ludi ai microfoni di Radio Anch’io Sport.
Autore: FedericoL
Inter-Roma: la moviola dei quotidiani. Al limite il contatto Ndicka-Bisseck
La vittoria della Roma contro l’Inter, firmata Matias Soulè, lascia qualche polemica per la conduzione di Michael Fabbri. Gara tutto sommato positiva per il fischietto di Ravenna, sul cui giudizio pesa l’episodio nel finale tra Ndicka e Bisseck, al limite la trattenuta del difensore giallorosso: restano forti dubbi.
LA GAZZETTA DELL SPORT – VOTO 5
AL 3′, Mancini trattiene Lautaro in situazione pericolosa: giallo giusto e non da rosso per mancato possesso e difendente in… agguato. AL 6′, gol annullato a Frattesi: fuorigioco. Al 17′ manca il giallo a Koné su Barella: pallone a media altezza, i tacchetti del romanista impattano la tibia dell’interista. AL 45′, giallo a Lautaro per la manata a Mancini che crolla: eccessivo. AL 35′ e al 42′ s.t., in area-Roma, niente fra Ndicka e Dumfries. AL 43′, evidente trattenuta molto prolungata di Ndicka a Bisseck e nel duello non esiste fallo dell’interista. Il romanista si preoccupa dell’uomo disinteressandosi della palla: era rigore.
CORRIERE DELLO SPORT – VOTO 6
Partita complessa per Fabbri, che pure ha tenuto la barra dritta, senza cambiare metro tecnico e disciplinare: corretto fischiare contro Dumfries le trattenute reciproche con Ndicka (e sempre l’interista ad iniziare), c’è più d’un dubbio sulla rischiosa (molto) trattenuta dello stesso Ndicka su Bisseck nel finale. Siamo al limite.
TUTTOSPORT – VOTO 5
Fabbri arbitra bene per lunghi tratti Inter-Roma, una gara in equilibrio per 90 minuti, salvo poi cadere nel finale in oc-casione di un episodio molto contestato. Inizia sin da subito a fischiare e ammonire e questa scelta lo ripaga: il direttore di gara ravennate chiude infatti il match con 20 falli e 3 gialli. Due i cartellini estratti nel primo tempo. Pronti via, subito un’ammonizione (corretta) per Mancini dopo un contatto con Lautaro: è vero che il capitano nerazzurro si lascia andare, ma il difensore lo cintura con due braccia. Allo stesso modo corretto anche ammonire lo stesso numero 10 dell’Inter, che con un gesto di stizza spinge all’altezza della nuca Mancini. Sempre nel primo tempo, poi, è corretta la scelta di annullare il gol del momentaneo vantaggio dei nerazzurri. Nel finale proteste dell’Inter per un possibile calcio di rigore su un contatto tra Ndicka e Bisseck. Un episodio al limite: se guardiamo l’ultima parte dell’azione il tedesco si lascia cadere, ma se si analizza l’azione nella sua interezza il corpo a corpo si trasforma in una trattenuta fallosa. Ndicka (inizialmente dando le spalle al pallone) trattiene con due braccia l’avversario, che è bravo a mettersi davanti e andare in vantaggio. La decisione più corretta sarebbe stata quella di concedere il penalty.
IL TEMPO
Giornata caratterizzata da tante polemiche visto anche l’avvicinarsi degli obiettivi finali e la tensione crescente per la posta in palio. Partiamo da San Siro, dove Fabbri – che comunque non ha sfigurato per tutta la partita – cade nel finale a causa di un contatto dubbio nell’area di rigore giallorossa. Quello tra Ndicka e Bisseck rappresenta infatti un episodio al limite: se si analizza interamente l’azione il corpo a corpo inizialmente corretto si trasforma successivamente in una trattenuta fallosa. Ndicka infatti trattiene per qualche secondo con due braccia il tedesco, che è bravo a mettersi davanti e andare in vantaggio. Comunque rimane un contatto da campo e non da VAR.
IL ROMANISTA – VOTO 5,5
Domenica a fischi alterni per Michael Fabbri. L’esperto fischiettoì della sezione di Ravenna non sfigura nel big match di giornata tra Inter e Roma, nonostante qualche valutazione di campo eccessiva e alcune polemiche (da indirizzare in realtà più al Var che a lui. Il match, tutto sommato corretto, vede subito Fabbri protagonista quando, dopo neanche due giri di lancette, Mancini si perde in marcatura Lautaro e decide di aggrapparsi all’avversario. L’arbitro non ci pensa neanche un secondo e fischia fallo in favore dell’Inter, estraendo il primo cartellino (giallo) dell’incontro. Le altre due ammonizioni sono una per parte: al 45′ nei confronti dello stesso Lautaro, reo di colpire a palla lontana proprio Mancini (l’attaccante poi rischia il doppio giallo nelle proteste reiterate), e al 63 per Koné, intervenuto in ritardo su Frattesi. Pochi fischi, in generale, a favore della Roma.., soprattutto nei contrasti a metà campo. Nel finale, Ndicla protagonista di due contatti in area di rigore romanista. Il primo viene giudicato correttamente da Fabbri come fallo in attacco. Restano dubbi sul secondo, con la trattenuta del 5 ai danni di Bisseck, che cade a quel punto davanti a Svilar. Di Bello non richiama il collega al monitor, tra le proteste dei padroni di casa.
Roma da urlo
La Roma è viva, più che mai. Claudio Ranieri è il solito genio, che ama fingersi normalizzatore. Ma lui ne sa una più del Diavolo, che pochi giorni fa ha schiantato l’Inter nella semifinale di Coppa Italia. Claudio studia, analizza, scova difetti e lavora su quelli, copia; poi sa come caricare i suoi giocatori; recuperare e motivare i più timidi, accantonando quelli che stanno poco bene e che non gli regalano più ciò che chiede. Risultato: La Roma compie un’altra impresa, arriva vittoria contro l’Inter, a San Siro, soffrendo sì, ma fino a un certo punto. Ci pensa l’imprendibile Soulé, stavolta con un gol normale, cogliendo un rimpallo e sbattendo dentro la palla, dopo aver fatto pure l’uomo di fatica a tutta fascia. (…) Claudio sta lì, a pochi metri fermo nel suo “che sarà sarà”, dà indicazioni, comanda e telecomanda, con lo sguardo. Tutti da cinque mesi rispondono presente e non a caso questa Roma è arrivata a 18 partite senza perdere: cinque pareggi e tredici vittorie, uno score da scudetto, sette successi per uno a zero, toccata e fuga. La sua Roma è vero, segna quanto basta evidentemente, ma non subisce gol. (…) Claudio ha vinto la sua partita a scacchi e i giocatori ci hanno messo il cuore. Cahla con Shomurodov addosso si è visto poco; Dimarco si è dovuto preoccupare di Soulé e non il contrario; Cristante ha sbagliato tanto in fase offensiva ma lì in mezzo al campo ha disputato una gara mostruosa. Pellegrini, schierato a sorpresa, ha fatto un primo tempo molto buono poi è evaporato. Koné in regia, una novità ma mica tanto: gioca lì anche in Nazionale. E la sua anarchia è bella, porta la Roma in paradiso. (…)
(Il Messaggero)
Soulé: «L’inizio è stato duro, ma ora mi sono sbloccato»
Soulé si è preso definitivamente la Roma. Il gol a San Siro, dopo quello alla Lazio, è la certificazione del suo definitivo salto di qualità. I 5 gol in campionato hanno portato 3 vittorie e un pareggio (nel derby), ma soprattutto ora ha la fiducia del tecnico, dei compagni e dei tifosi. «All’inizio – le sue parole -non è stato facile. Per fortuna ora il mister mi sta dando fiducia e continuità». (…) Al suo fianco Mancini. «Sapevamo tutti – le sue parole – delle qualità di Soulé, ma sappiamo anche il modo in cui abbiamo iniziato il campionato, poi ci sono stati dei cambiamenti. Non è facile arrivare in una grande piazza e abituarsi a diversi lavori. Ora sta diventando quello dello scorso anno ma in un palcoscenico importante». (…) Lapidario Ndicka sull’episodio con Bisseck in cui l’Inter ha reclamato per un possibile fallo. «Non è rigore, solo un normale contrasto di gioco».
(corsera)
IL PUNTO DEL LUNEDÌ – SORRENTINO: “Ranieri l’allenatore dell’anno” – ZAZZARONI: “La sua Roma raccoglie punti in qualsiasi modo”
Dopo il successo della Roma contro l’Inter firmato Soulè, sulle colonne dei quotidiani si celebra Claudio Ranieri. “Il tocco pratico di Claudio Ranieri che sta reinventando il calcio: fa cose in apparenza senza senso, l’accezione è ovviamente positiva, rispetta alla lettera il lavoro della settimana, ciò che non vediamo. La sua Roma raccoglie punti in qualsiasi modo e con qualsiasi disegno tattico, con la pioggia e con il vento, anche con i due centravanti”, scrive Ivan Zazzaroni sul Corriere dello SPort. Così, invece, Andrea Sorrentino de Il Messaggero: “Un Ranieri quasi 74enne vince a San Siro con la sua Roma ed è per distacco l’allenatore dell’anno, dopo una rimonta da 18 partite senza sconfitte, con 44 punti e 7 vittorie per 1-0”
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
I. ZAZZARONI – CORRIERE DELLO SPORT
Il tocco magico di un professore al diciottesimo risultato utile consecutivo, uno che come la mette giù, gira, funziona. Il tocco pratico di Claudio Ranieri che sta reinventando il calcio: fa cose in apparenza senza senso, l’accezione è ovviamente positiva, rispetta alla lettera il lavoro della settimana, ciò che non vediamo. La sua Roma raccoglie punti in qualsiasi modo e con qualsiasi disegno tattico, con la pioggia e con il vento, anche con i due centravanti. (…) Gli è bastato un solo gol anche a San Siro, come in altre sei occasioni, in questo caso però accompagnato da quattro errori marchiani sotto porta e da una sofferenza che non ha interessato Svilar. Per fortuna non tocca a me stilare le pagelle – mica sono Piantanida -, perché se avessi dovuto esibirmi avrei promosso con voti molto alti i difensori, insieme a Cristante, Soulé e Koné e negato la sufficienza ai due davanti, a Baldanzi, Pisilli e Gourna-Douath, impalpabili nel momento del bisogno. Avrei certamente salvato Pellegrini: due o tre palle giuste le ha servite. (…)
G. D’UBALDO – CORRIERE DELLO SPORT
La vittoria di mister Coraggio. Ranieri, elegante come sa essere anche in panchina, ha vinto a San Siro, alimentando le speranze della Roma di centrare clamorosamente il piazzamento Champions e infrange il tabù dei giallorossi dì non saper vincere contro le grandi. In questo campionato era accaduto solo contro la Lazio all’andata. Come spesso è accaduto in passato l’allenatore di San Saba ha scelto di giocare a specchio contro un’avversaria di prima fascia. Lo ha fatto anche contro l’Inter che rischia dì restare alla fine della stagione con tanti sogni infranti. La scelta della formazione è la dimostrazione che Ranieri è andato a Milano per provare a vincere. Nei cinque dì centrocampo Koné ha fatto il vertice basso, con Cristante e Pellegrini mezzali. (…) Soulé esterno a destra, pron-to a sfruttare di saltare l’uomo, ma senza dimenticare di aiutare in fase difensiva. L’argentino lo ha fatto con grande dedizione, aiutato da CeLik che gli ha coperto le spalle. Mossa che ha fatto saltare subito in piani di un Inter con la lingua di fuori. (…) Ranieri si prepara al gran finale della sua fantastica carriera di allenatore. Ha preso un impegno con i Friedkin per il futuro e tra tanti dubbi l’unica certezza per i tifosi è proprio Sir Claudio.
U. TRANI – CORRIERE DELLO SPORT
A San Siro – contro l’Inter campione d’Italia – vince la Roma che si conosce. Quella della serie di risultati utili, adesso sono 18 partite e 44 punti, 13 successi e 5 pareggi, 31 reti segnate e 9 subite dopo la caduta di Como del 15 dicembre. Quella di Ranieri che hai suoi pregi e i suoi difetti: perché il gruppo giallorosso, a prescindere dagli interpreti schierati in campo e dal sistema di gioco, sa difendere – equilibrata e solida – e al tempo stesso colpire – spietata e pratica – per andare a dama; perché non riesce a piazzare (quasi) mai il colpo del ko per chiudere la partita – sprecando diverse chance -, lasciandola aperta e creando ansia ingiustificata al suo allenatore che vorrebbe evitare di vivere giornate così stressanti (lo ha detto chiaramente il diretto interessato). Ma questa è la Roma che non rinnega le sue caratteristiche proprio nel pomeriggio in cui vince il suo secondo scontro diretto della stagione, l’altro il 5 gennaio contro la Lazio.(…) Il successo di Milano riavvicina la Roma alla zona Champions (meno 2 dalla Juventus quarta, sesto posto e stessi punti, 60, del Bologna quinto che oggi gioca a Udine). Sempre limitandosi a segnare un gol, come accade da sette partite con 17 punti conquistati. (…)
T. CARMELLINI – IL TEMPO
I conti, come sempre, si faranno alla fine. Ma è chiaro che se la Roma che dovrà affrontare le ultime quattro giornate di campionato è quella vista ieri a San Siro (al netto del crollo psicofisico dell’Inter), davvero tutto può diventare possibile: anche quello che oggi, oggettivamente, ap-pare un miraggio. Certo il calendario giallorosso fa paura anche dopo il successo contro l’Inter di Simone Inzaghi visto che nelle ultime quattro partite La Roma dovrà affrontare la Fiorentina (in casa), poi l’Atalanta a Bergamo, quindi il Milan di nuovo all’Olimpico per chiudere la stagione 24/25 a Torino contro la squadra allenata da Vanoli che vorrà salutare i suoi tifosi evitando di fare una figuraccia. Può sembrare un luogo comune, ma davvero mai come in questo caso, Ranieri & Co. si trovano di fronte a quattro finali. Ovvio che il diciottesimo risultato utile consecutivo fanno ben sperare in vista delle ultime sfide di campionato, ma ovviamente non dipenderà solo dalla Roma che, classifica alla mano, parte da dietro rispetto alle sue dirette concorrenti per i posti buoni dell’Europa. Si allunga cosi l’effetto Ranieri (Roma unica imbattuta nel 2025 assieme al Barcellona), con il tecnico che mette un’altra tacca sul suo incredibile ruolino di marcia dimostrando ancora una volta che il problema non era la squadra ma la gestione: a tutti i livelli. Il «normalizzatore» ha colpito ancora e ora la sua carriera da allenatore si può chiudere con questa ciliegina sulla torta: a prescindere da come andrà a finire la qualificazione dei giallorossi alle prossime coppe europee. Il tecnico testaccino ha preso la Roma che stava a tre punti dalla zona retrocessione e l’ha portata fin dove poteva… a un passo dal sogno. I tifosi giallorossi sperano sarà altrettanto bravo il prossimo anno a costruire la «nuova» Roma per la quale bisognerà ripartire dai soliti noti: Soulé e Koné su tutti.
ANDREA SORRENTINO – IL MESSAGGERO
Nella XXX1V giornata che celebra il sorpasso del Napoli sull’Inter grazie all’impresa della Roma a San Siro, vien da pensare a com’è strana la vita, anzi a quant’è divertente e bizzarra la commedia umana. Tredici anni fa, fine marzo 2012, l’Inter esonerava Claudio Ranieri, ritenendolo datato; al suo posto arrivò il giovane Andrea Stramaccioni, il nuovo che avanzava. Che illusi, gli uomini, quando pensano di decidere i destini di altri uomini. È finita che migliaia di partite e 13 anni dopo, un Ranieri quasi 74enne vince a San Siro con la sua Roma ed è per distacco l’allenatore dell’anno, dopo una rimonta da 18 partite senza sconfitte, con 44 punti e 7 vittorie per 1-0; e il bello è che nel dopogara di Dazn, a fargli tanti complimenti ora nelle desti’` di bravissimo commentatore (anzi il migliore di tutti), c’è proprio Andrea Stramaccioni. (…) La Roma ha saputo infierire sulle fragilità di un’Inter in crisi (e pare molto affitata per gli sviluppi dell’inchiesta sui rapporti con gli ultras) perché Ranieri l’ha sorpresa con quattro attaccanti, e la novità di Koné davanti alla difesa. Il fatto poi che l’infortunio di Dybala abbia fatto sbocciare Soulé (decisivo in tutte le ultime partite) ha una spiegazione logica: se ai giovani bravi viene data vera fiducia, senza lasciarli all’ombra di campioni da Sunset Boulevard, i risultati arrivano. (…)
T. DAMASCELLI – IL GIORNALE
Di colpo, il Napoli allunga, va in testa da solo, ringrazia un altro ex juventino, Soulé dopo Orsolini, killer dell’Inter più brutta di mai e gelata dalla doccia scozzese di McTominay al Maradona. (…) Visto il Barcellona grandioso nella finale di coppa del Re contro il Real Madrid, vista l’Inter, sfiancata e nervosa contro la Roma, fino a mercoledì sera soltanto pensieri grigi e molesti, segnali cattivi, crisi di energie fisiche e mentali, batosta contro la squadra giallorossa di un grande Ranieri che continua ad essere trattato come il nonno simpatico, da compatire e poi mettere da parte invece la sua saggezza andrebbe spiegata ogni giorno ai forsennati del cosiddetto calcio spettacolo. (…) Dietro la coppia separata, c’è molta agitazione, la Roma scopre le voglie di champions, la Fiorentina è pronta ad infilarsi, la Juventus ha superato il Monza ma perde per le prossime due trasferte il suo uomo migliore, l’irresponsabile Yildiz (…)
Ranieri: «Stiamo alla grande e diamo il massimo. Champions? Io non prometto mai nulla»
È una vittoria pesantissima, quella ottenuta per 1-0 dalla Roma ieri a San Siro contro l’Inter. I 3 punti consentono alla formazione giallorossa di rimanere attaccata al treno dell’Europa più importante (ora è -2 dalla Juventus quarta), in un finale di campionato che si deciderà al fotofinish. Per Ranieri si tratta del 18° risultato utile consecutivo (13 vittorie) e primo successo -derby d’andata escluso – contro una big. «Non era facile – le parole del tecnico – non avevamo mai vinto contro una delle prime in classifica e lo abbiamo fatto contro una grande squadra. Siamo scesi in campo con la voglia e la determinazione giuste, o comunque di giocarcela alla pari. Stiamo bene fisicamente, quindi era giusto osare». Ha osato, Ranieri, anche nelle scelte mandando in campo una formazione decisamente offensiva. «Era tanto che pensavo al doppio attaccante, ma quando li ho cambiati non avevo uno che potesse fare da punto di riferimento. Con El Shaarawy e Baldan-zi potevo avere sia possesso palla che rapidità per metterli in difficoltà». (…) I tifosi continuano a sognare la Champions, ma Ranieri non si sbilancia. «Sto pensando alla partita con la Fiorentina e non mi piace promettere. Un allenatore (Giovanni Trapattoni, ndc) diceva “non dire gatto se non ce l’hai nel sac-co”, noi lottiamo e vediamo. Stiamo dando il massimo, i ragazzi stanno bene fisicamente e si aiutano uno con l’altro. Se giochiamo come la prima mezzora va bene, poi però la squadra ha voluto portare troppo la palla e la cosa non mi è piaciuto. Se oggi scommetterei un euro sulla Champions? Ho detto che non scommetto. Io lavoro, non ho mai scommesso, da piccolo non giocavo nemmeno la schedina». (…)
(corsera)
Mancini carica: “Abbiamo fatto qualcosa di unico. Avanti così”
In una difesa che concede pochissimo (6 gol subiti nelle ultime 14 gare), Gianluca Mancini è ormai il pilastro. Anche ieri, nonostante un giallo preso subito, ha disputato una gara quasi perfetta: “Queste partite sono fondamentali per restare agganciati al treno. Sappiamo di aver fatto qualcosa di unico, ma non dobbiamo fermarci”. (…)Mancini elogia anche Soulé: “Sapevamo delle sue qualità, ora con il mister sta facendo ottime prestazioni. Ma pensiamo già alla Fiorentina”.
(gasport)
I VOTI DEGLI ALTRI – Soulè “abito da sera alla Scala” – Konè “quando il gioco si fa duro, Manu inizia a giocare”
La Roma sbanca San Siro e trova il diciottesimo risultato utile di fila. A decidere la gara Matias Soulè: “Abito da sera alla Scala. Si prende la Roma sulle spalle con un gol da attaccante. Altra firma da 3 punti in trasferta per l’argentino. È lui l’uomo in più senza Dybala: fenomeno in ascesa”. (Il Tempo). Grande prova per Manu Konè: “Quando il gioco si fa duro, Manu inizia a giocare. Fa il regista moderno e dinamico in grado di ribaltare il fronte di gioco. Vince duelli con Barella e Frattesi, non due qualunque”. (Il Romanista). Bene anche Gianluca Mancini: “Ammonito già al 4′, non si fa condizionare e governa il fortino con un autocontrollo che non sempre ha dimostrato. Sta maturando. Da centrale sembra sempre più sicuro perchè non deve scivolare in fascia. Lautaro non lo spaventa mai” (La Gazzetta dello Sport).
LA MEDIA VOTI DELLE PAGELLE DEI QUOTIDIANI (La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport, Il Messaggero, Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Tempo, Il Romanista)
Svilar 6,36
Celik 6,57
Mancini 7,07
Ndicka 6,93
Soulè 7,64
Cristante 6,71
Koné 7,14
Pellegrini 6,07
Angelino 6,78
Shomurodov 6,14
Dovbyk 5,57
Baldanzi 6,00
Pisilli 5,93
Gourna Douath 6,00
El Shaarawy NG
Rensch NG
Ranieri 7,57
LA GAZZETTA DELLO SPORT
Svilar 6
Celik 6
Mancini 7
Ndicka 6,5
Soulè 7,5
Cristante 6
Koné 7
Pellegrini 6
Angelino 6,5
Shomurodov 6
Dovbyk 5
Baldanzi 6,5
Pisilli 5,5
Gourna Douath 6
El Shaarawy ng
Rensch ng
Ranieri 7
CORRIERE DELLO SPORT
Svilar 6,5
Celik 7
Mancini 7,5
Ndicka 7,5
Soulè 7,5
Cristante 6,5
Koné 7
Pellegrini 6
Angelino 7
Shomurodov 6
Dovbyk 5,5
Baldanzi 5,5
Pisilli 5,5
Gourna Douath 6
El Shaarawy ng
Rensch ng
Ranieri 7,5
IL MESSAGGERO
Svilar 6
Celik 6,5
Mancini 7,5
Ndicka 7
Soulè 8
Cristante 7
Koné 7
Pellegrini 6
Angelino 7
Shomurodov 6
Dovbyk 6
Baldanzi 6
Pisilli 6
Gourna Douath 6
El Shaarawy
Rensch
Ranieri 8
CORRIERE DELLA SERA
Svilar 6,5
Celik 7
Mancini 7
Ndicka 6,5
Soulè 7,5
Cristante 6,5
Koné 7
Pellegrini 6
Angelino 7
Shomurodov 6,5
Dovbyk 5
Baldanzi 6
Pisilli 5,5
Gourna Douath 6
El Shaarawy ng
Rensch ng
Ranieri 7,5
LA REPUBBLICA
Svilar 6,5
Celik 6,5
Mancini 6,5
Ndicka 7
Soulè 7,5
Cristante 6,5
Koné 6,5
Pellegrini 6,5
Angelino 6,5
Shomurodov 6
Dovbyk 5,5
Baldanzi 6
Pisilli 6
Gourna Douath 6
El Shaarawy ng
Rensch ng
Ranieri 7
IL TEMPO
Svilar 6,5
Celik 6,5
Mancini 7
Ndicka 7
Soulè 7,5
Cristante 7
Koné 7,5
Pellegrini 5,5
Angelino 6,5
Shomurodov 6
Dovbyk 6
Baldanzi 6
Pisilli 6,5
Gourna Douath 6
El Shaarawy
Rensch
Ranieri 8
IL ROMANISTA
Svilar 6,5
Celik 6,5
Mancini 7
Ndicka 7
Soulè 8
Cristante 7,5
Koné 8
Pellegrini 6,5
Angelino 7
Shomurodov 6,5
Dovbyk 6
Baldanzi 6
Pisilli 6,5
Gourna Douath 6
El Shaarawy ng
Rensch ng
Ranieri 9
Mago Ranieri, Roma a passo da Champions: “Ma niente promesse”
L’ultimo sorriso vero da queste parti lo aveva colto 17 anni fa, nel 2008, alla guida della Juventus. E allora per onorare l’ultima passerella alla Scala del calcio Claudio Ranieri non poteva scegliere modo migliore. Con una vittoria che cambia il destino delle cose, anche di quelle giallorosse, con la Roma che adesso alla Champions inizia a crederci sempre di più. Del resto, dopo 18 risultati utili consecutivi non potrebbe che essere così. “Ma io continuo a pensare solo alla prossima partita, quella con la Fiorentina, non alla classifica – dice a fine gara l’allenatore della Roma -. Non voglio fare promesse, un allenatore molto famoso (Giovanni Trapattoni, ndr) diceva: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Vedremo alla fine dove saremo, l’importante è non avere recriminazioni. Stiamo dando tutti noi stessi, ma confermo quello che ho già detto la volta scorsa: “Non scommetto un euro sulla Roma”. (…) L’ha vinta mettendo Koné a schermare la difesa, schierando Soulé a tutta fascia e chiedendo a Shomurodov di dar fastidio a Calhanoglu in costruzione. «Avevamo fatto una partita simile a Udine ed era andata bene, anche se con Rensch e Baldanzi. Abbiamo vinto ancora una volta per 1-0, ma va bene anche così, contano i punti. Soulé? Ha capito quello che gli chiedevo, deve essere pratico e rapido nel pensare, anche nel-l’uno contro uno. È sempre im-prevedibile, la sua è una stoffa molto pregiata». E infatti a decidere la partita è stato ancora una volta Matias Soulé, esattamente come già successo a Parma e ad Empoli o nel pareggio esterno contro la Lazio. Solo gol pesantissimi per Mati, tra l’altro anche tutti molto belli. (…) «Ranieri mi ha chiesto di aiutare i compagni e di difendere. Per aiutare la squadra sono disposto a tutto, in diversi ruoli. Dybala? Lui è da sempre un mio idolo, provo a imparare da ciò che mi dice. Io ascolto e replico». Per ora anche molto bene…
(gasport)
Ndicka assicura: «Non è mai rigore». Festeggia anche Dybala: «Siete forti»
Brilla la stella di Soulé a San Siro. Dopo il gol contro la Lazio e l’assist decisivo con il Verona, Matias ha mandato al tappeto l’Inter e si gode il premio di migliore in campo. Un cambio di passo nel 2025 dove ha realizzato .4 reti e due passaggi vincenti. (…) Nei giorni scorsi ha compiuto 22 anni ed ha festeggiato al meglio. (…) Dieci clean sheet sono arrivati con Rarieri in pan-china, anche grazie alle prestazioni di Ndicka e Mancini. L’ivoriano ieri è stato tra i migliori in campo e protagonista del contrasto con Bisseck nel finale: «È un duello d’area di rigore. Non si danno dei rigori così, è calcio per me. Lui è un difensore e lo sa». Evan – come Claudio – ha dedicato la vittoria ai sostenitori giallorossi che ieri non potevano essere presenti sugli spalti: «Siamo tutti contenti, per la classifica e per i nostri tifosi che non sono potuti venire qui. La corsa Champions? Ci sono ancora 4 finali. Mí piace scendere in campo ogni tre giorni e non mi piace aspettare. Per questo facciamo di tutto per andare in coppa. La settimana è lunga. Giocare per la Roma è un piacere». (…) Ha seguito la Roma da casa Dybala che ha dovuto annullare il viaggio a Milano per non perdere nessun giorno d’allenamento (ieri ha svolto terapie). Ma ha mandato un messaggio sui social: «Quanto siete forti». Mercoledì la ripresa.
(Il Messaggero)