Post Match – Da Pisa a Firenze

LR24.IT (MIRKO BUSSI) – Era comunque in Toscana, era lo stesso il primo gol di una partita e a metterci la firma ancora Soulé. Così come la Roma aveva colpito a Pisa, lo fa un centinaio di chilometri più in là e poco dopo un mese. A Firenze come quella sera del 30 agosto: ingresso in area con passaggio diagonale da sinistra, lavoro di sponda dell’attaccante, raccolto e impreziosito da Soulé. La rete dell’1-1 di domenica ricorda molto da vicino quella decisiva nello 0-1 di Pisa.

La particolarità del gol di domenica è che arriva in un contesto poco frequente nelle abitudini di Gasperini, al termine di una sequenza di 14 passaggi che ha portato la Roma a monetizzare un attacco posizionale. Raramente, infatti, l’allenatore giallorosso preferisce elaborati così lunghi, tant’è che la Roma è 8a in Serie A, dietro tutte le big, per sequenze da più di 10 passaggi. Preferisce, o preferirebbe, andare dritto al punto, a minacciare l’area di rigore. Ma quel discorso sulla comfort zone di qualche conferenza fa di Gasperini pare trovare forma anche in questo aspetto: la necessità di associarsi, per caratteristiche, dei giocatori offensivi della Roma, ne obbliga ad aumentare la verbosità degli sviluppi offensivi. Pochi, infatti, i giocatori offensivi in dote che possono mettersi in autonomia, tramite dribbling o strappi incisivi, negli ultimi metri di campo.

E allora è necessario legarsi, mettersi in comune. Come avviene nell’1-1 di domenica: da Koné, posizionato in ampiezza, si passa per Dovbyk che mostra quantomeno dedizione nello studio della parte, inarcando il corpo e mantenendo il proprio marcatore alle spalle prima di rifinire con un tocco d’esterno che Soulé trasformerà in assist dopo essersi smarcato centralmente.

Una traccia che verrà riproposta poco dopo, al 27′, stavolta in un contesto di transizione. Dopo il recupero di Koné, la Roma si dispiega nuovamente da sinistra, da dove Baldanzi produrrà un altro passaggio diagonale ancora dalle zolle intorno al vertice dell’area di rigore. Stavolta viene saltato il lavoro di rifinitura dell’attaccante, con Dovbyk che attaccando la porta si trascina in basso i centrali rimanenti di Pioli. Liberando, così, quella zona di finalizzazione all’altezza del dischetto. Dove si è smarcato nuovamente Soulé che calcerà da una posizione ancor più favorevole rispetto a quella dell’1-1.

A Pisa, nell’opera originale, era stato Dybala a far accedere all’area di rigore sempre dai cancelli del vertice sinistro, con un passaggio d’esterno che fu protetto, levigato e poi ridistribuito da Ferguson, sempre per Soulé, protagonista di un altro smarcamento simile a quello visto domenica pomeriggio.

Nelle tre situazionali analizzate, le due di domenica al ‘Franchi’ e quella che valse il jackpot a Pisa, c’è una costante e un’eccezione delle abitudini emerse dalle prime 6 gare della Roma di Serie A. La costante è rappresentata dalla finalizzazione di Soulé: 18 tiri in questo primo scorcio di stagione, di gran lunga il principale “tiratore” romanista, con almeno il doppio delle conclusioni rispetto ad ogni compagno. Il secondo in graduatoria, con 9 tentativi, è addirittura Cristante. Nel dato aggiustato sulla media per i minuti giocati, Dybala ed El Shaarawy hanno più tiri (4,53 e 3,57 contro i 3,34 del numero 18 romanista) ma conferma come l’argentino, alla sua seconda stagione, sia ora l’attore principale dell’attacco romanista.

L’eccezione, invece, è rappresentata dal punto di ingresso: le 3 situazioni messe alla lente, infatti, hanno accessi in area da sinistra, così da facilitare la conclusione per il mancino di Soulé. In realtà, però, la Roma pende a destra: domenica scorsa l’82% degli attacchi è arrivato dalla catena di Celik, Wesley e appunto Soulé. Con 1,16 punti di xG, su 1,42 complessivi, prodotti proprio partendo da destra. Appena il 16% degli attacchi è arrivato da sinistra, soltanto il 3% dal centro. A volte, però, uscire dalle abitudini permette di scoprire scorci migliori.

Real Madrid-Roma: le convocate di Rossettini

Domani alle 18:45 la Roma Femminile allenata da Luca Rossettini scenderà in campo contro il Real Madrid. Le giallorosse saranno impegnate in una sfida di alto livello della fase di campionato di Women’s Champions League. Ecco la lista delle 22 calciatrici a disposizione:

Ecco le 22 giallorosse convocate da Luca Rossettini:

Babajide

Baldi

Bergamaschi

Corelli

Di Guglielmo

Dragoni

Giugliano

Greggi

Haavi

Heatley

Kuhl

Mazzocchi

Oladipo

Pandini

Pante

Pilgrim

Rieke

Soggiu

Valdezate

van Diemen

Veje

Viens

Stadio Roma: al via le operazioni per la rimozione del “solettone” nell’area dell’ex autoricambi

Proseguono i lavori nella zona dove sorgerà il nuovo Stadio della Roma. Come riportato su X dal giornalista Alessio Di Francesco, infatti, sono iniziate le operazioni per la rimozione del “solettone” nell’area dell’ex autoricambi. Nel post ci sono anche due scatti dei lavori in corso.

l duo di Antonio, Gasp partenza top. Max si gode Luka, Cristian l’astuto

Cristian Chivu è stato il primo allenatore di vertice a finire in una buca, con due sconfitte nelle prime tre gare, e ne è riemerso con l’eleganza di 007 dopo uno dei suoi polverosi cataclismi: si è aggiustato i polsini, ha dato una scrollata al papillon, e con cinque vittorie di fila ha fatto sì che l’Inter partisse in Champions come doveva e rimontasse in A come poteva. (…) La sorpresa in panchina finora è lui. In campo, invece, i 515′ giocati da Luka Modric in sei gare hanno fatto fiorire i prati di San Siro e degli altri stadi in cui si è esibito. L’anno scorso per metterne assieme così tanti nel Real dovette unire dodici spezzoni, e questo spiega la gioia che ispira ogni sua giocata, e che a 4o anni suonati esibisce con orgoglio. Luka ha fatto subito ditta con Rabiot, il corridore più intelligente, e Pulisic, l’attaccante più contundente, ma nemmeno lui ha ancora baciato il rospo Leao, ovvero il campione di stoffa purissima rinchiuso nel ragazzo che espone da anni la sua inadeguatezza emotiva. (…) Il Milan ha affrontato fin qui le avversarie peggiori, i suoi 13 punti valgono i 15 di Napoli e Roma. Ma se neanche Allegri riuscirà a svegliare Leao, quest’anno d sono gli attaccanti per farne a meno. Napoli e Roma in vetta, dunque. I campioni hanno allestito una giocata di livello europeo, quel «De Bruyne to Hojlund» che inevitabilmente richiama i cioccolatini belgi per Haaland ai tempi del City. È una sequenza nuova rispetto all’anno scorso, un upgrade che sarà davvero tale quando McTominay ritroverà la vena realizzativa smarrita. (…) Gasperini, vecchia volpe, motiva i suoi segnalando l’ovvia cautela di chi valuta e a livello di lotta scudetto ancora non si fida. In ogni caso, con 6 punti in più sull’anno scorso quella della  Roma è stata la partenza top. (…)

(corsera – P. Condò)

Conte e Gasperini capovolgono l’Italia del calcio

Domina il Centrosud. Dopo sei giornate di Serie A Napoli e Roma sono davanti a tutte, tenendo dietro – seppure a breve distanza – le grandi del Nord. Un evento simile non accadeva dalla stagione 1989-90 (in quella 2013-14 partenopei e giallorossi erano insieme al comando ma dopo quattro turni): un’altra era calcistica con il massimo campionato a 18 squadre e la vittoria che valeva due punti e non tre. Fu l’annata del secondo scudetto azzurro targato Bigon (in panchina) e Maradona, che in rotta con il presidente Ferlaino minacciò di non tornare a Napoli e saltò le prime cinque gare, e della fatal Verona del Milan che costò ai rossoneri il titolo. Oggi i condottieri sono Conte e Gasperini le cui squadre non stanno certo incantando ma vincono: cinque successi in sei gare. E se il primo difende lo scudetto conquistato dopo un duello accesso con l’Inter, il secondo è uscito dalla «comfort zone» atalantina per cercare gloria nella Capitale. (…) L’allenatore della Roma ha aggiunto il «risultatismo» al giochismo, si dice sorpreso del perchè qualcuno non dia credito al suo gruppo che, sue parole, sta crescendo di partita in partita: la bravura di
Svilar e la fortuna – gli errori sotto porta degli avversari Dia, Orban e Gosens nelle ultime gare più i legni colpiti domenica dalla Fiorentina -, fanno dei giallorossi la retroguardia meno battuta d’Europa (due gol subiti) e stanno ovviando alla sterilità dell’attacco. Roba non da Gasp, ripensando alla Dea arrivata ad alti livelli anche in Europa. (…) Gasperini, perfetto finora lontano dall’Olimpico, ha una rosa corta e cambi non all’altezza, dovuti alla scarsa capacità di intervenire sul mercato per i limiti imposti dal Fair Play finanziario ed ecco la mano del tecnico, bravo a organizzare una difesa organizzata, la pressione a tutto campo (un pizzico della sua filosofia calcistica) e a recuperare giocatori già con le valigie – vedi il Baldanzi trattenuto negli ultimi 50 minuti del mercato perchè erano saltati gli altri obiettivi. Ecco le due facce del primato, le grandi del Nord per ora inseguono e dopo la sosta l’Inter farà visita ai giallorossi per tentare il sorpasso. Il Napoli sarà sul campo del Torino di quel Baroni che, segno del destino, fu autore del gol dello scudetto 1990. Il campionato che agli albori, come oggi, vedeva il dominio del Centrosud.

(Il Giornale)

Varrà poco, ma non può valere niente

IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) – Prima, cosa bella. Non bellissima perché è ovvio che adesso non bisogna illudersi, volare, pensare di essere una squadra “fortissimi”, ma restare concentrati, consapevoli di avere una rosa che forse – forse – può ambire al quarto posto, che è troppo presto, che non stiamo giocando benissimo e tutte quelle cose da protocollo che si dicono in questi casi. Però “questi casi” alla Roma non capitano così tanto. E poi un po’ si sanno queste cose no? L’importante è interiorizzarle, strutturarcisi, non dirle. Adesso bisogna saper abitare quella sottile linea (giallo)rossa che rischia di spostarsi tra la presunzione, l’arroganza da una parte e la finta modestia, la mancanza di ambizione, la mediocrità dall’altra. (…) Più che restare sul pezzo e coi piedi per terra, bisogna camminare su questo filo in equilibrio sopra la follia di sprecare la possibilità che abbiamo di essere allenati da un grande tecnico, di una squadra che sembra essere prima di tutto seria (per questo il simbolo del momento è giusto che sia Celik) che non vince da troppo e che ha un popolo – sì, un popolo – che qualsiasi altra squadra di calcio (ma anche qualsiasi forma di governo, qualsiasi religione, qualsiasi etnia) ci invidia. Prima, cosa bella. Manco tanto, però. Nel senso temporale del termine. Perché se guardi a prima guardi all’anno scorso proprio a Fiorentina-Roma. In un anno il tempo si è capovolto: era il 27 ottobre 2024, Fiorentina-Roma 5-1, con Hummels che esordisce con l’autorete, Hermoso espulso, Juric in panchina, Ghisolfi – letteralmente – dietro la scrivania, Lina Souloukou a.d. alla catastrofe. Un anno. Da ottobre a ottobre: 5-1 diventa 1-2. Adesso ci stanno Gasperini, Massara, Ranieri e la Roma vince in rimonta. In un anno esatto è cambiato tutto tranne la… Roma. I titolari di quella partita erano: Svilar, Mancini, Ndicka, Celik, Cristante, Angelino, Dybala e Dovbyk, poi Koné. Cioè in un anno s’è capovolto il mondo ma forse negli 11 era più forte quella squadra sfasciata che questa vittoriosa

Thuram migliora. La sua speranza è recuperare già per la Roma

La speranza è qualcosa, se non tutto. Può persino riparare un muscolo capriccioso in tempi più rapidi del previsto. Ah, quanto conta la spinta mentale. Se non altro, Marcus Thuram ha fissato l’orizzonte come un sognatore scruta la luna piena: punta a recuperare per sabato 18 ottobre, alla ripresa del campionato, e partecipare quindi alla sfida dell’Olimpico contro la Roma. Sarebbero a quel punto passati 18 giorni dall’infortunio capitato nel secondo tempo di Inter-Slavia Praga. Considerando la lesione «di basso grado» alla coscia sinistra, si tratterebbe di una guarigione prodigiosa. Thuram non ha ovviamente potuto rispondere alla convocazione della Francia. Questo è un elemento che lo avvantaggia nel processo di smaltimento del problema muscolare. Ma Chivu lo vuole vedere con calma la prossima settimana, dopo l’amichevole di Bengasi e dopo il weekend libero che concederà alla squadra. Lo staff medico dell’Inter lo sottoporrà a un esame strumentale tra qualche giorno per verificarne i progressi. Solo in base al responso si potrà valutare una road map per il rientro in gruppo. E’ evidente che, a fronte di un’altra lunga serie di partite ravvicinate, non verranno corsi rischi. Thuram sarà convocato solo quando darà garanzie fisiche e atletiche, per evitare il più pericoloso degli autogol: la ricaduta, che potrebbe lacerare la fibra ancora più in profondità. Quindi l’obiettivo è stabilito. Che poi si possa realizzare dipenderà da come il robusto corpo di Thuram reagirà alle terapie, ai massaggi e alle prime sgambate sul campo. (…)

(gasport)

Napoli d’attacco, Roma blindata: Conte e Gasperini parti rovesciate

La geografia del campionato è cambiata, alla sesta giornata comanda il Centro-Sud: Napoli e Roma assieme in cima alla classifica. Le tre grandi del Nord arrancano alle loro spalle. Il Milan terzo è il più vicino, a meno due. Poi l’Inter e la Juve a meno tre. Non è
una novità assoluta, è già accaduto, ma resta l’impressione di uno spostamento d’asse geopolitico. È stato il Napoli a trascinare la Serie A verso Sud, con gli scudetti del 2023 e del 2025. Aurelio De Laurentiis gestisce il club con criteri americani: show business e conti in ordine. Roma, americana nella proprietà, non ha bilanci entusiasmanti, ma ha scelto l’allenatore giusto per accodarsi al Napoli. In due mesi, Gasperini ha trascinato la Roma all’altezza del Napoli di Antonio Conte: non molti l’avevano pronosticato in estate, forse nessuno. (…) . Gasperini non è secondo a Conte nel lamentarsi, ma a questo giro ha ragione, ha diritto al mugugno più del collega . Per causa del fairplay fmanziario, la Roma è stata costretta a fare un mercato francescano e ci è mancato poco che Koné, pilastro del centrocampo, non venisse ceduto. Fin qui, Gasperini è andato oltre le previsioni. Conte ha fatto il suo, è normale che il Napoli campione d’Italia e rinforzato sia primo. Gasperini si è un po’ contizzato e viceversa Conte si è un po’ gasperinizzato. È singolare che la Roma gasperiniana vanti la miglior difesa, appena due i gol subiti, e che il Napoli di Conte abbia preso sei reti: ci saremmo aspettati il contrario. (…) Gasperini, alla Roma, si è dovuto adattare a quel che c’era e a quel che ha ricevuto, non sappiamo quanto abbia approva-to gli acquisti. Sono stati ingaggiati Ferguson, Wesley e Bailey, che però si è infortunato appena arrivato. Dovbyk non è il centravanti ideale di Gasp. Ferguson in campionato è uscito dai radar, a Firenze è rimasto in panchina. L’allenatore si fa andare bene Dybala, in qualche modo lo impiega. Il lavoro più interessante Gasperini lo sta svolgendo su Soulé, l’argentino, che già c’era, sta diventando un po’ quel che era Lookman nell’Atalanta gasperiniana. (…)

(gasport)

Un pieno di Gasp: è la miglior partenza in carriera

Nelle Epistole di Quinto Orazio Flacco si può trovare un verso – «Dimidium facti, qui coepit, habet» – dal quale deriva uno dei più celebri proverbi italiani. La frase, tradotta letteralmente, significa “chi inizia è a metà del lavoro”. Da qui il detto “chi ben comincia è a metà dell’opera”. Gasperini deve averlo ben impresso nella testa, vista la partenza sprint della sua Roma. In pochi, va detto, si aspettavano un avvio così esaltante. Il tecnico, dopo il successo contro la Fiorentina, ha voluto sottolinearlo per lanciare un messaggio a chi non ha creduto nelle qualità dei giallorossi e, chissà, anche nel suo lavoro: «Qualcuno non ci dà credito per stare lassù, ma stiamo facendo risultati e stiamo migliorando. Questa è una vittoria che ci dà fiducia». (…) Gasperini è uscito dalla propria zona di comfort modificando alcuni suoi principi chiave, mentre i giocatori hanno saputo amalgamare le proprie caratteristiche alle nuove tattiche, raggiungendo così le cinque vittorie su sei partite di questo avvio di campionato. Alla Roma non capitava dalla stagione 2017-2018, l’ultima in cui è arrivata la qualificazione in Champions, per Gasperini è invece una vera e propria “prima volta” nella sua lunga e importante carriera da tecnico tra Serie A, B e C. (…)  Il record personale lo ha firmato con i 15 punti su 18 conquistati con la Roma. Un bottino sfiorato soltanto tre stagioni fa alla guida dell’Atalanta (14), mentre tutti gli altri avvii di campionato sono sempre stati più o meno con il freno a mano tirato. Basti pensare che un anno fa raccolse solamente 7 punti per poi chiudere la stagione al terzo posto, l’anno prima invece 12, fino ai 4 nei difficili anni al Genoa e al Palermo. (…) Gasperini adesso professa calma e concentrazione sul lavoro. Ma soprattutto chiede di volare basso, senza pensare agli obiettivi finali bensì ragionando di partita in partita: gli impegni sono tanti e la squadra ha ancora diversi problemi da risolvere, in primis i gol dei centravanti. (…)

(corsport)

L’intervista a Ince, l’amico rapper di Soulè: «Mati pugile come Ali»

CORSERA –  «Destro e sinistro, Mati Soulé». Come nel ritornello cantato dal rapper Ince, ogni volta che l’argentino tocca il pallone, i romanisti sorridono. È successo ancora contro la Fiorentina. Parte il sinistro: gol, dopo il tacco di Dovbyk. Stavolta però niente pugni alzati, niente uno-due da pugile come con il Verona, il gesto promesso al tifoso numero uno: Ince, al secolo Simone Liberatori, classe 2000 di Ciampino.

Ince, come nasce la promessa?

«Qualche settimana fa gli ho mandato un videomessag-gio tramite un giornalista, dicendogli: “Ti ho preso al fan-tacalcio, sei il mio pupillo. Ho una richiesta da farti, esultare, al prossimo gol facendo “destro, sinistro” come nella mia canzone Soulé».

Un colpo di fulmine calcistico: perché proprio lui?

«Mati ha uno stile unico. È un talento puro. Veloce, tecnico, sposta la palla da destra a sinistra come un pugile sul ring. Un Muhammad Ali sull’erba. Invitatemi a Trigoria: voglio abbracciarlo».

Difetti?

«Nessuno. È educato, paca-to… forse dovrebbe fare un po’ più il coatto, ma arriverà anche quello».

Vi siete sentiti?

«Sì, ma solo online. Prima che uscisse la canzone avevo fatto qualche spoiler su Instagram e lui nelle storie mi rispondeva con “vamos fratè!”. Poi ci siamo scritti, mi ha detto di spingere con la musica. So che ha fatto ascoltare il pezzo pure negli spogliatoi».

(…)