IL TEMPO (L. PES) – Cresciuto nella Roma, campione d’Italia col Milan, ma, soprattutto, campione del mondo con l’Italia a Berlino nel 2006. Marco Amelia, ex portiere e oggi allenatore del Sondrio in Serie D, gioca in anticipo la sfida di domani a San Siro tra Milan e Roma. Lui che nella sua carriera è stato allenato sia da Gasperini (al Genoa nella stagione 2009-2010) sia da Allegri nei quattro anni in rossonero.
Milan-Roma è già una sfida per il vertice. Se le aspettava già così in alto a questo punto del campionato?
«Beh, che questa sia una sfida di vertice è sicuramente una cosa positiva. Più che aspettarmelo me lo auguravo, perché c’era un’aria positiva intorno sia al ritorno di Allegri al Milan, che conosceva già l’ambiente, sia all’arrivo di Gasperini, voluto da Ranieri, che poteva dare alla Roma quel qualcosa in più di cui aveva bisogno Credo che non abbiamo visto ancora quello che gli allenatori vogliono».
Ha avuto entrambi gli allenatori durante la sua carriera. Partiamo da Gasperini, quanto c’è di suo in questa Roma e quali ambizioni possono avere in futuro i giallorossi?
«Gasperini sta dimostrando grande intelligenza e ha una grandissima esperienza. È entrato in questa nuova esperienza in punta di piedi e sta piano piano, portando la sua mentalità e la sua idea di gioco, cercando di puntare ai risultati, perché sa bene che a Roma i tifosi si aspettano i risultati. Mi sta piacendo molto».
Che ricordi ha di lui? Quanto è cambiato dopo l’esperienza a Bergamo?
«Credo che lui si migliori ogni giorno, io l’ho avuto quasi 18 anni fa ed è normale che sia migliore rispetto ad allora. Ma già al tempo aveva idee evolute. Oggi a questo aggiunge una grande esperienza maturata negli anni che l’ho portato a fare cose straordinarie, soprattutto a Bergamo».
Allegri è l’uomo giusto per il Milan? Può già lottare per lo scudetto?
«Il Milan è un club a parte, diverso da tutti gli altri. Allegri ne conosce bene i valori ed è dell’uomo giusto per poter lanciare il club e la squadra verso traguardi importanti. Inoltre è un maestro della comunicazione, sia interna che esterna».
A San Siro sarà anche la sfida tra due grandi portieri. L’ha sorpresa questa esplosione di Svilar?
«No, non mi sorprende perché già quando fu preso dalla Roma e non giocava, tutti da Trigoria mi dicevano che fosse un portiere forte che sarebbe diventato poi il portiere titolare sostituendo Rui Patricio».
E Maignan?
«È una continua certezza, un top assoluto nella rosa del Milan».
Allargando il discorso alla Serie A, chi sono le favorite per il titolo?
«Non vedo una favorita per il titolo, sarà una cavalcata continua e ben venga che ci siano quattro-cinque squadre a lottare per il vertice. Sarà un bel campionato».
Dove può decidersi la sfida di domani e chi saranno gli uomini chiave?
«Sarà interessante capire il piano gara e la strategia delle squadre, l’intensità di gioco farà la differenza. In queste partite dove l’equilibrio la fa da padrone saranno i campioni a far la differenza».
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