ROMA-LAZIO: dove vederla in tv, le probabili formazioni e le quote

Il 2025 della Roma si apre con il botto: alle ore 20:45 il calcio d’inizio del Derby della Capitale, valido per la diciannovesima giornata di Serie A. I giallorossi si trovano al decimo posto in classifica con 20 punti mentre i biancocelesti sono quarti a quota 35.

Pochi dubbi di formazione per mister Ranieri, il quale è intenzionato a riconfermare la formazione vista contro il Milan: Svilar in porta, trio difensivo composto da Ndicka-Hummels-Mancini, linea di centrocampo formata da Angelino-Paredes-Koné-Saelemaekers e il duo Pisilli (in vantaggio su El Shaarawy) e Dybala alle spalle di Dovbyk.

DOVE VEDERE ROMA-LAZIO IN TV E IN STREAMING

Roma-Lazio sarà trasmessa in esclusiva sulla piattaforma DAZN. Per vedere la partita in diretta è necessario connettersi all’app Dazn tramite Smart tv collegata alla connessione internet, console di gioco (Play Station e Xbox) oppure Google Chromecast, Amazon Fire Stick Tv e TIMVISION BOX. Inoltre coloro che sono abbonati anche a Sky potranno seguire il match sul canale 214 attivando ‘Zona DAZN’.

LE PROBABILI FORMAZIONI

ROMA: Svilar; Mancini, Hummels, Ndicka; Saelemaekers, Koné, Paredes, Pisilli, Angelino; Dybala, Dovbyk.

LAZIO: Provedel; Marusic, Gila, Romagnoli, Nuno Tavares; Guendouzi, Rovella, Dele Bashiru; Isaksen, Castellanos, Zaccagni.

LE QUOTE

ROMA-LAZIO 1 X 2
EUROBET 2.40 3.05 3.05
SISAL 2.50 3.10 3.00
PLANETWIN365 2.51 3.05 2.99
SNAI 2.45 3.00 3.10

 

Lega Serie A, De Siervo: “Complimenti ad Abdulhamid, si è già distinto in Italia. Auguro a lui e alla Roma di poter giocare la prossima Supercoppa”

Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della finale di Supercoppa Italiana tra Inter e Milan e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla possibilità di giocare alcune partite del campionato in Arabia Saudita e sul terzino della Roma Saud Abdulhamid. Ecco le sue parole:

Ritorno della Supercoppa in Italia da escludere?
“Non vogliamo escludere l’Italia, potremmo farlo anche per meno soldi. Non è un tema di soldi: si fa una valutazione solo in base a questo, ma il tema è la costruzione di un mercato e di una relazione. Non basta una partita, ma una relazione costante nel tempo: siamo venuti qui 7/10 volte in un anno. Qui creiamo academy, aiutiamo le società a sviluppare talenti. Lavorare con realtà importanti come i nostri club, votati alla creazione di talento, è un elemento che a loro interessa: questa interazione, se noi stiamo chiusi nel nostro Paese pensando ai nostri tifosi, che sono la nostra forza, non facciamo una buona gestione della property intellettuale della Serie A nel complesso”.

In Italia è arrivato anche un giocatore saudita, Saud Abdulhamid alla Roma.
“Gli faccio i complimenti. E’ giovane e si è già distinto in Italia. È il primo di una generazione di ragazzi sauditi che giocherà all’estero, il nostro calcio è formativo e lo è stato per tanti Paesi. Saud è un bell’esempio di quello che può essere, auguro a lui e alla Roma di poter disputare la prossima Supercoppa italiana”.

Sarà possibile da qui a nove anni vedere una partita di Serie A qui in Arabia Saudita?
“Ci stiamo lavorando da cinque anni, vorremmo imitare NFL e NBA che lo fanno da anni. Le partite dello sport americano continuano a crescere in maniera significativa: avviene per consentire a loro di aprire nuovi mercati in Europa. Sono fiducioso sul fatto che sarà possibile, sarebbe un fatto rivoluzionario che per ora non è possibile: c’è stato un contenzioso sul tema già nel 2019, ci sono stati dei passi avanti significativi. Resto ottimista, penso che si potrà giocare in futuro: non credo che sia corretto giocare più di una partita a stagione lontano dall’Italia e non credo possa essere una partita importante come per esempio avverrà domani col derby. Penso che sarà una partita ‘normale’ di campionato, non una top perché vanno rispettati i nostri tifosi. Ma stiamo parlando di una partita a campionato, intendiamoci”.

Ritiene possibile ospitare in Italia una partita di Saudi League?
“Al momento no, ma nel contratto c’è un’opzione per una partita tra vincente Serie A e vincente Saudi League. È complicato organizzarla in base ai rispettivi calendari: è tutto definito, anche gli importi, ma quest’anno non c’è stata la possibilità di organizzarla perché non c’erano finestre libere”.

Avete una deadline per organizzare la Supercoppa 2026 e decidere sul format?
“La situazione del calendario internazionale farà fatica a migliorare, il contesto globale lo conoscete. Giocare qui in questa stagione è meglio che giocare in altre, gennaio è funzionale per una serie di ragioni logistiche. Penso che rimarremo legati al format a quattro squadre, penso che possa interessare varie squadre attualmente in lizza per partecipare”.

Instagram, Aldair e il ricordo della stracittadina: “Oggi l’emozione del Derby della Capitale. Forza lupi” (FOTO)

Oggi alle ore 20:45 andrà in scena allo Stadio Olimpico l’attesissimo Derby della Capitale, valido per la diciannovesima giornata di Serie A. Su Instagram Aldair, leggenda del club giallorosso, ha condiviso un ricordo dei ‘suoi’ Roma-Lazio: “Oggi l’emozione del Derby della Capitale. Forza lupi”, il messaggio che accompagna i numerosi scatti delle partite.

 

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Roma Femminile, Spugna: “Contro la Fiorentina sempre partite tirate. La Supercoppa è un obiettivo” – Haavi: “Daremo tutto per vincere” (VIDEO)

Alessandro Spugna ed Emilie Haavi, rispettivamente allenatore e attaccante della Roma Femminile, hanno rilasciato alcune dichiarazioni alla vigilia della finale di Supercoppa Italiana contro la Fiorentina, in programma domani alle ore 15:30. Ecco le loro parole.

SPUGNA IN CONFERENZA STAMPA

Il 2025 si apre con una finale, che gara si aspetta?
“Se penso alla finale, soprattutto dell’anno scorso, è chiaro che è stata una partita tiratissima, una partita stranissima, che ci aveva visto sotto al 75′ di due gol, quindi una partita difficilissima da recuperare, recuperata, poi con i supplementari e abbiamo alla fine vinto ai rigori. Storicamente sì, con loro sono quasi sempre state partite molto dure, molto difficili. Sicuramente quest’anno hanno cambiato molto l’atteggiamento, è una squadra molto più aggressiva, secondo me anche più qualitativa. Mi aspetto una partita, come tutte le finali, dove non c’è tanto da speculare, c’è da provare a vincerla, quindi noi proveremo a fare questo. Chiaro che dovremmo cercare di avere un atteggiamento importante in possesso palla, perché noi siamo una squadra che se ha il dominio della gara, il dominio della partita, possiamo creare situazioni favorevoli e in questo ci abbiamo lavorato. Abbiamo sprecato tanto nella prima parte di stagione e non vogliamo più sprecare così tante situazioni favorevoli, quindi dovremmo cercare di avere un dominio della partita e un possesso palla importante. Se riuscissimo a fare questo, secondo me, avremmo tante opportunità per fare gol. Però è chiaro, come dico sempre, nelle finali le motivazioni da parte di tutte e due le squadre sono altissime. Si parte col botto, si parte con un primo titolo. Non so se questo primo titolo può condizionare anche l’altra parte di stagione, perché è chiaro che se vinci avrai grande morale, che ti porta subito un atteggiamento bello verso tutto quello che ci aspetterà. Ci siamo preparati bene, cercheremo di portare a casa il titolo, perché è un obiettivo e quindi vogliamo raggiungerlo”.

Cosa si aspetta dal calciomercato di gennaio?
“Siamo assolutamente convinti che questa rosa sia forte, una rosa di giocatrici importanti. Penso sia sotto gli occhi di tutti, che abbiamo avuto qualche problema legato agli infortuni, quindi tante giocatrici importanti in questa prima fase di stagione non ci sono state. Per cui il primo rinforzo vero è recuperare le calciatrici che non abbiamo avuto. Non avere per tante settimane, per tanti mesi, Evelyne Viens, Alayah Pilgrim, nell’ultimo periodo non abbiamo avuto Emilie, adesso c’è anche Di Guglielmo che ha qualche problema, non è stato semplice. Nomino anche Lukasova e Valdezate che praticamente non hanno mai partecipato, dato che si sono fatte male subito. Quindi, se le contiamo tutte queste assenze sono tante. La prima cosa che mi aspetto non è dal mercato, ma è il recuperare bene queste calciatrici. Dal mercato, come abbiamo sempre fatto, se c’è la possibilità di fare qualcosa che è un qualcosa di migliorativo rispetto a quello che abbiamo, sicuramente proveremo a farlo e lo faremo. A noi il mercato di gennaio ci ha sempre portato qualcosa di importante. Haavi è una testimone di questo, Pilgrim è un’altra a essere arrivata nel mercato di gennaio. Quindi, se ci sarà la possibilità di fare qualcosa di importante lo faremo. Però, continuo a ripetere, per me questa è una rosa forte, quest’anno un po’ di sfortune l’abbiamo avute rispetto al passato. Ci mancano tante giocatrici, poi sei obbligato a tirare il collo alle altre. Quando si gioca ogni tre giorni, e più o meno sono sempre le stesse che giocano, arriva un momento dove poi fanno fatica anche loro. La rosa disposizione che avevamo in mente, non l’abbiamo mai avuta. Quindi la cosa più importante in questo 2025, in questi mesi, è avere la rosa disposizione. Poi se arriva qualcosa di nuovo, ben venga, magari sarà qualcosa di migliorativo rispetto a quello che abbiamo”.

Sente maggiore pressione attorno a questa finale?
“La pressione è quella delle finali, ci sta, qui la pressione c’è sempre, ma è un bene che ci sia. Noi queste pressioni ce le vogliamo prendere. Quando ci sono queste pressioni vuol dire che stai giocando per qualcosa di bello, di importante. L’anno scorso sì, non siamo partite bene. L’anno scorso non abbiamo giocato bene nella Supercoppa, o in finale. Quest’anno dobbiamo approcciare in maniera diversa. L’anno scorso secondo me è stato brava la Juve, più che non bravi noi. Quindi quest’anno dobbiamo cercare di essere molto bravi, molto concentrate, molto attenti. Sappiamo che è una partita molto importante perché è una possibilità di prendere subito il titolo. In una stagione dove forse l’anno scorso, non dico che avevamo già vinto il campionato, però eravamo posizionati in una maniera molto vantaggiosa, quest’anno non lo siamo e quindi questa è una possibilità in più di poter portare da subito un titolo a una stagione che è magari un pochettino più difficile rispetto alle precedenti”.

HAAVI IN CONFERENZA STAMPA

Durante questo ultimo periodo in cui tu sei stata infortunata, come hai visto la Roma da fuori? Nello spogliatoio avete ben chiaro come ripartire nel nuovo anno?
“Abbiamo avuto degli infortuni, che sono quasi sempre le stesse che hanno giocato. Hanno dato tutto, abbiamo dato tutto, sicuramente potevamo anche fare meglio soprattutto in campionato. Contro il Wolfsburg ho visto una squadra che ha giocato bene 60′, poi è chiaro che eravamo un po’ stanche. Contro il Galatasaray è stata una partita in cui avremmo dovuto vincere con più scarto, avremmo potuto chiudere la partita prima, ma abbiamo vinto e vincere ci dà sempre fiducia. Poi per la Supercoppa io penso che siamo pronte. Vogliamo iniziare l’anno con un trofeo, è il nostro obiettivo. Vincere un trofeo subito, secondo me, ci dà anche fiducia per il resto della stagione. In questo momento potrebbe essere importante per noi. Vogliamo dare tutto e siamo pronte”.

Come stai? Cosa ti aspetti da questo 2025?
“Il mio è stato un infortunio un po’ particolare, diciamo. Ho preso un po’ di tempo per recuperare, è stato un bene per me. Ero un po’ spaventata, ci ho messo un po’ di giorni per prendere fiducia con la gamba. Adesso sto bene. Sono pronta e voglio fare ancora meglio nel 2025”.

Ti senti favorita in questa finale?
“C’è una finale, una partita secca è sempre difficile. Affrontiamo anche una squadra, come ha detto il mister, forte e anche completa. Soprattutto davanti sono forti. Sappiamo che dobbiamo stare attente, dobbiamo stare concentrate. Se lo faremo, secondo me, c’è la possibilità di vincere. Faremo di tutto, anche perché vogliamo iniziare il nuovo anno con un trofeo e portarlo a casa”.

La finale di Supercoppa potrà indirizzare, magari positivamente, anche il resto della stagione attuale?
“Come ho detto prima, vogliamo iniziare l’anno nel modo migliore. Sicuramente vincere un trofeo e portarlo a casa sarebbe magnifico. Come ha detto anche il mister, è stata una stagione un po’ più complicata rispetto all’anno scorso e noi vogliamo fare tutto per far iniziare bene l’anno. Sarà una partita difficile, ma siamo pronte, abbiamo fatto più di una settimana insieme e ho buone sensazioni”.

SPUGNA AI CANALI UFFICIALI DEL CLUB

“Ci siamo riallenate dopo tanto tempo, con 15 giorni di lavoro intenso e bello. Questo ha fatto sì che tutto il gruppo si ricompattasse nel modo migliore, visto che giocando ogni tre giorni non avevamo avuto la possibilità di farlo. Ci siamo preparate bene e al meglio per questa sfida”.

Che partita sarà contro la Fiorentina?
“La Fiorentina sta facendo un bel percorso, è una squadra aggressiva e di qualità. Sono forti e da rispettare. Contro le viola sono state sempre partite tirate, come l’ultima finale di Coppa Italia. Poi ovviamente le finali sono partite secche e possono avere più fasi”

Cosa significherebbe vincere la Supercoppa italiana?
“Intanto avremmo un titolo in più, questa partita è un obiettivo che ci siamo prefissati dall’inizio della stagione. Partire con un trofeo ci darebbe anche più trasporto in vista dei prossimi impegni”.

Il cuore di una città: sempre

IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) – Del cosiddetto derby non parlo. Non solo perché basterebbero due parole (non sono quelle che state pensando voi), ma perché come dicono gli allenatori “non c’è bisogno di prepararlo”. Oppure cantate l’inno e sappiate che è stato composto nel 1974, nell’anno in cui proprio gli altri vincevano lo Scudetto. […]

Il pubblico romanista supera tutto con l’amore, detto a fine 1974, con la Lazio Campione e la Roma che era rimasta al suo Scudetto del ’42. Detto senza social, senza foto, post o pose da scattare, immortalare, condividere. Senza ritorni narcisistici, ma detto perché era vero, detto, e cantato, col cuore. La Roma per me è sempre stata un’enorme prova di sincerità, di veracità talmente grande da superare orpelli, qualsiasi messa in ghingheri, e falsità e strumentalizzazioni volte a sminuire questa quasi arrogante prova di sentimento che è il romanismo. La Roma è stata lo stile di un popolo, non un dress code.

La Roma è sempre stata veramente una grande passione popolare, talmente grande da superare opportunismi, particolarismi, interessi, risultati. La Roma è sempre stata Roma. […] Chi tifa la Roma sente che sta avendo a cuore il cuore di questa città. Ed è così, e questo, qualsiasi cosa succederà, nessuno ce lo potrà mai strappare dal petto.

Pellegrini, Napoli in pressing

[…] Lorenzo Pellegrini soffre in questo momento il peso delle difficoltà della Roma e la tensione con la tifoseria (una parte) e il suo rendimento non è all’altezza delle sue qualità, condizionato dall’aspetto psicologico che non riesce proprio a cambiare. La situazione inevitabilmente ha attirato l’attenzione degli altri club, soprattutto del Napoli. […]

Il ds azzurro Manna (che monitora sempre Fazzini) è in pressing sul giocatore per fargli accettare la destinazione. Il Napoli non vuole il prestito secco ma ha la volontà di puntare su di lui nel presente e nel futuro: a fine stagione gli azzurri sarebbe pronti a riscattarlo per continuare con lui anche nei prossimi anni. Lorenzo sta aspettando di capire le mosse della Roma – non ama certo restare in panchina – e intanto sta chiedendo informazioni sulla squadra al suo grande amico Spinazzola. Il Napoli spinge, la situazione potrebbe sbloccarsi in un modo o nell’altro già la prossima settimana.

Intanto la Roma continua a monitorare la situazione Frattesi (la richiesta dell’Inter è alta,
45-50 milioni) e studia la pista che porta a Mika Marmol, difensore del Las Palmas. […]

(corsport)

Dal Brasile alla Finlandia fino a Creta: il cuore romanista batte in tutto il mondo

“La Roma non si discute si ama”, una frase che accompagna da sempre i tifosi giallorossi e che anche Ranieri ha voluto ricordare l’altro ieri. Il derby è l’evento più atteso e non solo per chi abita nella Capitale. Da Tokyo a New York i Roma Club sono in tutto il mondo. […] In America probabilmente guarderanno il derby anche i Friedkin. A Roma c’è Ed Shipley, braccio destro di Dan. […]

Non mancherà all’Olimpico Juha Ahtinen, il tifoso finlandese, diventato una star sui social. Sempre in viaggio per portare in giro il suo striscione: “L’anno scorso ho visto 82 partite allo stadio considerando anche la Primavera e la Femminile. Ho fatto più 245.000 chilometri”. […] L’amore per la Roma non conosce confini ed arriva anche in Brasile. “Grazie a Falcao tanti brasiliani si sono avvicinati ai colori giallorossi”, spiega Maurizio Spina uno dei tanti romanisti che abitano nel Sud America.

[…] E tra i tanti romanisti nel mondo anche Michalis avrebbe meritato di vedere questo derby. Il bambino di 7 anni che seguiva la squadra da Creta è morto il 2 gennaio dopo una lunga malattia. L’anno scorso era stato ospite a Trigoria. Un abbraccio fin lassù.

(Il Messaggero)

È un esame di maturità

È stata una settimana di passione, ma quella da derby. Ovvero il Giubileo dei romanisti e dei laziali. Lasciamo che i tifosi vengano a noi, hanno detto i club. E il popolo a frotte e a migliaia ha invaso il Tre Fontane e Formello, bramoso di un solo tipo di indulgenza: una vittoria benedetta e subito, stasera. Ma col ritorno del derby in notturna dopo sei anni, ora servirà un’ulteriore prova di maturità del pubblico; tutti dovranno dimostrarsi degni dello spettacolo, speriamo bene. […] A leggere le formazioni a luglio, avremmo detto che la Roma era la migliore, ma quasi cinque mesi di stagione ci hanno detto il contrario, senza contare che la Lazio ha vinto 4 delle ultime 6 sfide. Quindi lo sforzo sommo, a livello psicologico, lo deve compiere la Roma, che deve rovesciare gli equilibri veri o presunti, ma con un peso in più: lei, molto più della Lazio che è a +15 e in zona Champions, non può permettersi una sconfitta. I numeri degli allenatori stridono: Ranieri ha vinto 4 derby su 4, Baroni è al suo esordio. […] C’è un solo fuoriclasse nei 22 di partenza, Paulo Dybala: se lui è lui, la Roma si apre come un pavone che fa la ruota, altrimenti è buio. La Lazio ha un collettivo migliore, ma panchina corta.

(Il Messaggero – A. Sorrentino)

Qui il merito non conta più

[…] Il derby è maledetto come sa esserlo il calcio: non vincono gli schemi e nemmeno i più bravi in assoluto, ma i più bravi a interpretarlo. Quelli con più voglia, più determinazione, più coraggio, più disperazione, più palle. E anche più fortuna, perché no? Il derby è l’essenza del calcio esclusivamente per le emozioni, anche violente, che sa trasferire, e non solo da noi, in Italia. Lo è ovunque. Per anni molti allenatori hanno provato a convincerci che si tratta di una partita come un’altra poiché vale tre punti, un punto o zero punti come tutte le 38 del campionato. Ma il derby non è la partita degli allenatori, è quella della gente. E per la gente il derby vale 57 punti, la metà dei 114 complessivi, visto che di derby se ne giocano due all’anno, a parte le appendici di Coppa Italia.

Nessuno può sapere come finirà il derby di questa sera: posso garantire però che se una tra Roma e Lazio festeggerà, avrà tutto il diritto di farlo, e a quel punto l’analisi del valore oggettivo delle squadre e delle prestazioni non sarà così importante. […]

(corsport – I. Zazzaroni)

Di Biagio: “Pellegrini? Deve fare molto di più ma c’è un problema di comunicazione e valutazione. Mancini potrebbe essere l’allenatore ideale per la Roma”

IL ROMANISTA – Luigi Di Biagio, ex calciatore di Roma e Lazio, ha rilasciato un’intervista al quotidiano a tinte giallorosse e tra i vari temi trattati si è soffermato sul Derby della Capitale, in programma oggi alle ore 20:45. Ecco le sue parole.

Cos’è il derby?
«Il derby è tanto, ma voglio dirti subito una cosa: ricordatevi tutti che quando vado a vedere Roma-Lazio io tifo Roma, va bene? Siccome questa è la domanda del secolo non mi chiedete più per chi tifo: io tifo Roma e basta».

Ne hai giocati nove senza mai vincerne nemmeno uno…
«Una cosa che mi è rimasta dentro anche perché non riuscivo mai a giocarli bene, con questa bugia che fossi laziale facevo una fatica enorme. La verità è che tengo molto più io alla Roma che tanti altri che si vantano di esserne tifosi. Ti sto dicendo qualcosa di importante che mi pesa tantissimo, perché avrei voluto dimostrare molto di più soprattutto nei derby, cosa che non mi è riuscita. A Milano dove non li sentivo nella stessa maniera, ho giocato bene e fatto diversi gol. La Lazio è la squadra alla quale nella mia carriera ho segnato di più, se le avessi fatto tre gol nel derby sarei stato l’uomo più felice al mondo. La speranza è che stavolta si possa ripartire tutti insieme e ritrovare quell’entusiasmo che meritano i tifosi, la Roma deve tornare almeno tra le prime sei, così non va bene».

Pellegrini?
«Quello che sta succedendo a Lorenzo mi colpisce al cuore perché lui praticamente è mio figlio. Io dico che c’è un problema di comunicazione e valutazione nei suoi confronti, ma lui può e deve fare molto di più. Per me è una mezzala, ma è talmente intelligente e forte che può giocare dietro la punta, davanti, in mezzo al campo. Perché parlo di un problema di comunicazione? Perché il rapporto con la tifoseria in realtà non è mai sbocciato, non so per quali motivi, ma se fai dieci partite bene e non vieni mai valorizzato e una male e vieni fischiato alla prima palla che tocchi, c’è qualcosa che non torna a livello empatico. Togliendo questa stagione, Pellegrini ha fatto 45 gol e 35 assist in quattro anni, ma ogni giocata negativa diventa un caso. Per dire, a Como è entrato sullo 0-1 a venti minuti alla fine, ha provato a fare una filtrante, è arrivato il secondo gol e sembra che la Roma abbia perso per colpa sua. Per me bisognerebbe proteggere un po’ di più i giocatori, Ranieri ha talmente tanta esperienza che sicuramente sta cercando di fare del suo meglio. Un allenatore vive di sensazioni e di situazioni proprio al minuto, nessuno sa come si allena Pellegrini, cosa si sono detti con Claudio. Però so quanto Lorenzo tenga alla Roma e so quello che ha fatto per non andare via quando in momenti migliori lo volevano tante squadre. Quali? Le più forti d’Europa, ti dico solo questo e mi fermo. Poi, ripeto, deve dare di più e non cercare scusanti perché è il capitano della Roma, un riferimento importante per tutti e ha delle responsabilità. Mi permetto di dire queste cose perché Lorenzo sa che rapporto abbiamo, il bene che gli voglio e quello che penso di lui».

C’è qualcosa che Daniele De Rossi ha sbagliato da allenatore della Roma?
«Ho parlato con Daniele, qualcosa mi ha raccontato, qualcosa no e certe cose ce le teniamo per noi. Penso che alla fine i risultati facciano sempre la differenza. Forse ha pagato che tra l’anno scorso e questo, le cose non stessero andando troppo bene, ma la domanda è: perché tre anni di contratto? Forse ha detto qualcosa che ha infastidito i Friedkin, forse pesavano la sua personalità e il legame con i tifosi, non so. Evidentemente c’è qualcosa che sfugge a tutti quanti, qualcosa che non sappiamo».

Mancini può essere l’uomo giusto l’anno prossimo?
«Roberto lo vedo bene in tante situazioni, l’ho sentito in questi giorni ed è sempre carico, ottimista, visionario. Quando parla di alcune squadre ha il sole negli occhi, Roma compresa perché è una squadra forte che può fare molto meglio, sicuramente giocare un buon calcio. Potrebbe esserne l’allenatore ideale, me lo auguro per tanti motivi».

Se ti dico Totti, cosa rispondi?
«Che è il stato calciatore italiano più completo con cui abbia giocato. Tra i più forti secondo me insieme a Baggio, Del Piero, Vieri, ma Francesco è stato il prototipo del giocatore moderno vent’anni prima. Ecco, mettiamola così: a livello di assist-man, bomber, personalità, carisma, probabilmente è stato il numero uno».

Ma si dice che non fosse un leader.
«In campo lo era assolutamente, ragazzi non scherziamo. In partita aveva una leadership impressionante senza parlare, sapevi che c’era, aveva carisma, voleva la palla, non aveva paura di niente. Anche Pirlo fuori dal campo non diceva una parola, non ti accorgevi nemmeno che ci fosse, ma se mi chiedi se lui e Totti sono stati dei leader la risposta è assolutamente sì».

 

Capello ha provato a fermarti quando sei andato all’Inter?
«Il primo mese sembravo suo figlio, mi diceva: “Aiutami con Candela che vuole andare via, aiutami perché faremo una grande squadra”. Considera che io e Delvecchio stavamo andando al Chelsea da Vialli e che anche Aldair era in parola con l’Inter, ma ho fatto quello che mi chiedeva. Poi di giovedì sera, il sabato iniziava il campionato, mi chiama Lele Oriali che già mi voleva portare al Bologna due anni prima e mi dice: «Verresti all’Inter?» Cado dalle nuvole, gli chiedo perché mi stia facendo questa domanda e lui mi risponde “Perché so che sei sul mercato”. Te la faccio breve, il venerdì sera sono a Milano, mi hanno venduto senza nemmeno farmi una telefonata, né Capello, né Sensi. Dicevo a mia moglie: ma è possibile che stia andando a Milano? È la prima volta che racconto questa storia, ho sofferto tantissimo perché non volevo andare via e invece… alla seconda di campionato c’è Roma-Inter e tutto lo stadio mi fischia dandomi del traditore. Nessuno dalla Roma si è sentito in dovere di avvisarmi, zero assoluto. Mamma mia, è stata una cosa orrenda».

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