Indizi da Glasgow: meno possesso, più dribbling e palloni in area per Ferguson. Per una maxi-vittoria in trasferta che mancava da quasi 2 anni

LAROMA24.IT – Glasgow per rivedere la luce, in senso strettamente metaforico viste le abitudini meteorologiche del posto. Ma la Roma torna dalla trasferta di Europa League avendo ritrovato gol, vittoria e la conseguente cucchiaiata di morale in vista del rettilineo finale del 2025 che la vedrà incrociare in ordine Como e Juventus, due dirette avversarie, e il rigenerato Genoa di De Rossi.

Nella gara di ieri la Roma ha toccato diverse “prime volte”. A partire da quella più rincuorante, la doppietta di Ferguson: l’attaccante non segnava più di un gol in una partita da oltre 2 anni, quando ne rifilò 3 al Newcastle nel settembre del 2023. Quelli di ieri, intanto, sono serviti a piegare la partita e regalare una vittoria in trasferta con 3 gol di scarto, come non succedeva da 44 trasferte, dall’1-4 al Monza del marzo 2024, un anno e 9 mesi fa.

Oltre ai numeri ritardatari, la partita di ieri ne ha offerti altri che suonano come indizi. Il primo: per la prima volta in stagione la Roma si è ritrovata con meno del 50% di possesso, il 43% per l’esattezza. E questo, per le preferenze delle squadre di Gasperini, non è per forza un aspetto negativo, consentendo di poter creare situazioni pericolose in transizione, dunque a seguito di una riconquista. Un aspetto che in Europa viene più facile alla Roma rispetto alla Serie A: se i dati di PPDA (passaggi concessi all’avversario) sono sovrapponibili, 8,9 fuori dall’Italia, primato in Europa League, e 9,8 in A, dietro solo al Como, quello che cambia è l’effetto di quel pressing. In Italia, la Roma riesce a convertire in tiri successivi soltanto l’11,34% di quelle riconquiste (terz’ultimo posto), lo stesso dato in Europa s’impenna al 20,59%, con 14 conclusioni arrivate a seguito di azioni di pressing, meno soltanto del Feyenoord nella seconda competizione europea. Come quella che dallo strappo di El Aynaoui ha portato al palo colpito da Ferguson. I vaccini e le precauzioni su possibili transizioni in Serie A sono più alti rispetto a quanto accade fuori, con partite più aperte a forti rovesci da un lato all’altro del campo in Europa.

Ieri, in più, altri due dati hanno favorito maggiori tassi di pericolosità offensiva: il più netto riguarda il 71,4% di dribbling completati o in generale di superamento degli avversari, quello che nel gergo statistico anglofono viene racchiuso nella dicitura “take-ons”. Una percentuale enorme per le abitudini della Roma che, fin qui, in stagione era arrivata a toccare al massimo il 55,6% contro il Pisa. Questo, di conseguenza, ha permesso alla Roma di rifornire il proprio riferimento offensivo al meglio che poteva: 7 i palloni toccati da Ferguson all’interno dell’area di rigore, il numero più alto per l’attaccante di proprietà del Brighton quest’anno. 7, tra l’altro, è anche il record per Dovbyk che l’ha registrato due volte: entrambe in Europa League anche per lui, contro Viktoria Plzen e Rangers. Al massimo, in Italia, all’ucraino sono spettati 5 palloni in area di rigore, contro il Verona. Quando finì 2-0, con la firma (anche) di Dovbyk. Meno possesso, più recuperi efficaci, più palloni in area per i propri attaccanti. Gli indizi da Glasgow, magari, serviranno alla caccia al tesoro anche per la Serie A.