Eliminazione diretta: un tabù per l’allenatore

Ranieri vuole passare il turno anche per cancellare un tabù. Da 21 anni non passa un turno ad eliminazione diretta (preliminari esclusi) in Europa. L’ultima volta nel 2004, quando col Chelsea fece fuori l’Arsenal nei quarti di Champions.

Poi le delusioni con Valencia (2005, contro lo Steaua), Parma (2007, col Braga), Juve (2009, per mano del Chelsea), Roma (2010, col Panathinaikos) e Inter (2012, con il Marsiglia). Quindi i 2 ko in Roma-Shakhtar (2011) e Siviglia-Leicester (2017), con dimissioni e esonero prima del ritorno.

(gasport)

Svilar conferma: rinnovo fino al 2029 in vista

La notizia la dà direttamente lui, in conferenza stampa. “Sì, abbiamo iniziato a parlarne la scorsa settimana, anche se io penso solo al campo”. La Roma e l’entourage di Mile Svilar, però, finalmente si stanno parlando. […] Sono iniziate le grandi manovre per il rinnovo di un portiere che fa gola a molti club in Europa (soprattutto in Inghilterra) e che attualmente guadagna circa 900mila euro.

Pochi, per uno che da oltre un anno ha un rendimento altissimo. “Io sono grato alla Roma, che mi ha dato l’opportunità di giocare queste sfide in Europa. Non ho mai pensato di andare via. Io vivo molto la partita, a volte succede anche di sbroccare, di arrabbiarsi, capita anche in allenamento. Ma davvero, non ho mai pensato di lasciare questo club”. E allora speriamo che arrivi presto la fumata bianca, con un rinnovo con firma fino al 2029.

(gasport)

Ranieri, resta solo la Coppa: “Serve una grande partita”

Omorodion e Mora, ma non solo. Anche uno stadio caldo, che spinge. […] Claudio Ranieri tutto ciò lo sa bene ed è per questo che non si fida della sfida di stasera: “Il Porto è una squadra forte, arrembante, che ti viene a prendere e ti pressa forte – dice-. Hanno Omorodion, ma anche un fenomeno del 2007 come Mora, che gli fa cambiare passo. Servirà una grande partita”. […] Già, anche se poi queste gare si gestiscono sui 180′ e non è detto che quanto succeda stasera sarà decisivo per il passaggio del turno.

“Ma io voglio una Roma che giochi con naturalezza sia in casa sia fuori, alla stessa maniera – continua Ranieri -. Da questo punto di vista ancora non siamo validi per come intendo il calcio io, ma ci stiamo lavorando su”. […] Ed allora sarà interessante capire se alla fine Ranieri rilancerà davvero Pellegrini, proprio come fece in un’altra sfida chiave, il derby poi vinto per 2-0 con la Lazio, grazie anche ad un gol del capitano. “Lorenzo lo considero un titolare come tutti gli altri del resto. E’ un giocatore importante, che stimo molto. Le panchine? In quei momenti gli ho preferito altri giocatori. So quello che mi può dare”. […]

(gasport)

Assalto all’Europa. Missione Dybala contro il Porto: si deve sbloccare e lanciare la Roma

Per sognare di vincere un trofeo; per sperare di sbarcare poi dall’Europa League alla Champions; per non chiudere virtualmente la stagione a febbraio; […] Non mancano certo le motivazioni alla Roma che stasera gioca l’andata dei playoff di Europa League. […] Claudio Ranieri lo sa e non vuole ripartire con l’idea di dover centrare la qualificazione agli ottavi con un’epica rimonta all’Olimpico. La Roma non vince una trasferta europea dal settembre 2023 (a Tiraspol; il successo contro il Milan nella scorsa stagione fu ottenuto ovviamente nei confini italiani) e forse non è un caso che in Europa League Paulo Dybala non abbia mai segnato in territorio nemico. […]

Dal punto di vista tattico il vero problema della sfida è proprio questo: la gestione dei momenti in cui i portoghesi cercheranno di accerchiare la Roma, sfondando sulle fasce e rifornendo lo spauracchio Omorodion. Il centravanti spagnolo di origini nigeriane ha il vizio di segnare. […] Da quando è arrivato Martin Anselmi, il Porto ha cambiato modulo passando dal 4-2-3-1 al 3-4-2-1 o al 3-4-3. […] Ranieri schiera ovviamente la formazione migliore sul piano tecnico e anche dell’esperienza. Pellegrini dovrebbe vincere il ballottaggio con Pisilli e per il capitano è una bella occasione. La sua tecnica sarà preziosa. […]

(gasport)

Pruzzo: «Cinque gol all’Avellino poi alla fine ci fu il Lecce. Scudetti e mondiali tolti. Per tutti resto il Bomber»

«Retegui? È forte, vede la porta. Fare quattro gol come lui contro il Verona è difficile. Ma non dimenticate che c’è chi in una partita ne ha fatti cinque…». È il 16 febbraio 1986, Roma-Avellino 5-1: 15′ p.t. Pruzzo (rig), 27′ p.t Diaz, 13′ s.t. Pruzzo, 25′ s.t. Pruzzo, 43′ s.t Pruzzo, 45′ s.t Pruzzo (rig). Un gol di testa, due di sinistro, due di destro. Tutto il campionario. Poteva farne anche un paio in più, uno glielo negò il portiere e in un’altra occasione preferì servire Conti. Nella storia della Serie A, solo nove giocatori prima di lui ave-vano fatto 5 gol, l’ultimo Hamrin con la Fiorentina nel 1964. (…)

Roberto, sono passati 39 anni.

«Sembra ieri, che giornata! E che palle il tempo che passa. Ma lo sai che nessuno mi chiama più Roberto? Era rimasta solo mia madre, se per strada sento il mio nome neanche mi giro, da quasi cinquant’anni per tutti sono il “Bomber” , anche per mia figlia».

E allora Bomber, riavvolgiamo il nastro di quella partita e di quella stagione…

«Basta una gara per capire di quale campionato par-liamo: Roma-Lecce. Era la stagione 1985-86, faticammo all’inizio accumulando un distacco dalla Juve di 8 punti, quando la vittoria ne valeva 2. Io nel girone di andata giocai poco e feci appena due gol. Nel girone di ritorno mi scatenai e in 13 partite feci 17 reti, di cui 5 contro l’Avellino. Divenni per la terza volta capocan-noniere con 19 gol davanti a Rummenigge conn , Pl-tini 12 e Maradona 11. Giocavamo un calcio meraviglioso, moderno, a mille all’ora: recuperammo lo svantaggio ma poi alla penultima giornata contro il Lecce già retrocesso… Non me lo far ricordare dai…».

Qualcuno ricamò su quel 2-3, si fantasticò pure di scommesse sul risultato del primo tempo.

«Stronzate. Nello spogliatoio della Roma non si cazzeggiava. C’erano personalità forti, io ero uno dei leader. Se qualcuno avesse fatto qualcosa di sbagliato, non ne usciva vivo. Semplicemente quella partita fa parte delle follie del calcio, quelle che lo rendono imprevedibile e affascinante. Eravamo sicuri di vincere, Lo Bello ci annullò il 2-0 e neanche protestammo. Nel Lecce entrò il portiere di riserva, Negretti, e fece il mostro. Una gara stregata: noi ci finimmo dentro e fu un casino».

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E poi c’è Roma-Liverpool… 

«La Coppa dei Campioni persa in casa ai rigori è la ferita che ancora sanguina dopo 40 anni. Io segnai il gol dell’1-1 nel primo tempo e poi uscii ai 63′ » .

Si disse per problemi di… stomaco.

«Ma quale dissenteria, presi un violento calcio sulle palle, da sotto con la punta dello scarpino: io già correvo poco, dopo quel colpo non riuscivo più a muovermi. Ai rigori io ero fuori, Cerezo uscì per crampi, Maldera era squalificato, Falcao non se la sentì. E sbagliarono Conti e Graziani».

 Il gran rifiuto del “Divino”: l’ha perdonato?

«Sì, certo, anche chi come Paulo Roberto in campo era Divino può avere delle debolezze umane».

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 Ma “Er gol di Turone era boro”, come redta il titolo di un recente e premiato docufilm?

«E me lo chiede? Certo che era buono. Non c’era bisogno del Var. Misi io di testa il pallone in mezzo per l’arrivo di Ramon che veniva da dietro e segnò in tuffo. Era valido: quando lo rivedo mi incazzo».

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Un ricordo di Viola e Liedholm?

«Il Presidente vedeva più lontano di tutti, costruì l Roma tassello dopo tassello. Mi voleva bene, dopo le trasferte tornavo spesso in macchina con lui, la prima cosa che mi chiedeva era: “Come è andato l’arbitro?”. E io anche se non era successo niente: “Una merda, Presidente, questi ci massacrano sempre”. Liedholm era un genio: sapeva scegliere gli uomini, dava serenità e ti faceva credere di essere anche più forte di quello che eri. Una volta, neL 1980 a Napoli perdemmo 4-0, ero giù, non l’avevo mai toccata. E lui: “Roberto, tranquillo, hai giocato bene, per la squadra”. La giornata dopo andammo a vincere a San Siro 4-2, io feci tre gol… Un giorno mi sbagliai e indossai il suo cappotto che era uguale al mio, nelle tasche c’erano corni e amuleti contro la jella».

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Anche Ranieri al funerale di Pellizzaro

Si sono svolti ieri mattina a Brescia i funerali dell’ex preparatore dei portieri della Roma, Giorgio Pellizzaro. Tra i presenti alla funzione anche il mister giallorosso Claudio Ranieri. L’allenatore è stato un compagno di squadra di Pellizzaro ai tempi di Catanzaro e Io ha avuto anche come collaboratore in panchina. Presenti anche altri esponenti del mondo del calcio tra cui Gianni De Blasi e Giovanni Sartorl. L’ex preparatore dei portieri della Roma è venuto a mancare all’età di 77 anni. È stato membro dello staff di Ranieri tra il 2009 e il 2011, alla prima esperienza del tecnico di San Saba in giallorosso. (…)

(corsport)

Mille tifosi a Oporto con la squadra

In casa e in trasferta la Roma non è mai sola. E non è certo una novità, ma è pur sempre una notizia positiva per la squadra, Ranieri, la società e naturalmente per gli stessi tifosi che si vedranno rappresentati al do Dragão da circa mille romanisti che hanno scelto di sostenere la squadra in Portogallo nonostante le tante difficoltà della trasferta. Sia in termini economici, perché i prezzi dei vali sono aumentati e non poco proprio in virtù dell’evento sportivo, sia in termini logistici visto che per i tifosi non sarà passibile partire subito dopo la partita per l’assenza di aerei in tarda serata. Gli ostacoli non hanno spinto i tifosi a rinunciare, la Roma lotterà in campo anche per loro. (…)

(corsport)

Rensch stirato: resta a casa. Pellegrini rischia la panchina

Si ferma Devyne Rensch per un lieve stiramento all’adduttore destro. Ieri non si è allenato con il resto della squadra e oggi non partirà direzione Porto (volo alle ore 16). Stop di almeno una settimana per l’olandese che non ci sarà col Parma e proverà a recuperare per il match di ritorno contro i portoghesi in programma i120 febbra-io. Un problema non da poco per Ranieri che lo aveva inserito in li-sta Uefa – tagliando Salah-Eddine e Gourna-Douath – per la sua duttilità. (…) Torna Mats Hummels dopo la vacanza concessa da Ranieri. Al suo fianco Mancini e Ndicka. In porta Svilar. L’altra certezza è la coppia Koné-Paredes in mezzo al campo. Qualche dubbio in attacco. Dybala non si tocca e vuole trovare il primo gol stagionale in Europa League e il secondo in carriera al Porto. Ha voglio di riscatto Lorenzo Pellegrini dopo tre panchine di fila, ma la sua presenza dal 1′ è ancora in forse. Pronto Pisilli. Ballottaggio tra Dovbyk (in vantaggio) e Shomurodov. (…)

(Il Messaggero)

Shomu-Dovbyk: lo strano duello

Artem Dovbyk o Eldor Shomurodov? «Fatemi prima studia-re il Porto, e comunque non ve lo dirò». Così Claudio Ranieri, che non vuole lasciare indizi sparsi per terra, non sia mai si inchini a raccoglierli il collega argentino, Martin Anselmi, che ha già i suoi problemi per la formazione anti-Roma. Un dubbbio di Ranieri a quanto pare, è il centravanti. Dubbio lecito, se consideriamo che nella prima vera sfida da dentro o fuori, il tecnico della Roma si è presentato a San Siro con Shomurodov titolare. (…) Dovbyk è arrivato in estate, strapagato dalla Roma per essere il centravanti titolare, quello che sposta gli equilibri: Shomurodov è stato acquistato da Pinto nell’estate del 2021, per poi emigrare prima a La Spezia e poi a Cagliari, proprio con Ranieri, senza mai trovare fissa dimora nella Capitale. Eppure nelle ultime settimane è accaduto qualcosa di particolare. Contro l’Udinese e l’Eintracht, a distanza di quattro giorni, Ranieri ha fatto giocare Dovbyk, poi con il Napoli, lo ha tenuto a riposo – si pensava – per averlo fresco con il Milan in coppa Italia. Invece? A San Siro è spuntato Shomurodov nella formazione titolare, per poi lasciare spazio ad Artem nei secondi quarantacinque minuti. L’uzbeko è rimasto in panchina a Venezia, come Pellegrini, che evidentemente, per il tecnico, non si è resettato definitivamente. Una partita che precedeva la sfida decisiva con il Porto (andata del playoff). Eldor fuori e Artem titolare. Perché? In Portogallo giocherà il più fresco, Shomurodov, oppure il reduce da 90 minuti pesanti, Dovbyk? Il dibattito è aperto. La sensazione è che Ranieri si vada a giocare il playoff con il centravanti titolare, anche se tatticamente – come a Milano – si aspetta una partita in cui l’attacco alla profondità e le ripartenze, potranno essere armi decisive contro una squadra che, presumibilmente, proverà ad attaccare. (…) Sui gol non c’è confronto, ovviamente. Tredici per Dovbyk, solo tre per Shomurodov, distribuiti nelle tre competizioni. In Europa la differenza è solo di una rete: Artem ha segnato contro l’Atletico Bilbao e la Dinamo Kiev (con Juric in panchina), Eldor con l’Eintracht il 30 gennaio scorso. Con Ranieri, l’uzbeko, è stato impiegato in Europa solo in quei 23 minuti finali della sfida con i tedeschi, quella con il Porto sarebbe la sua seconda occasione con Claudio, avendo saltato per infortunio le sfide con Tottenham (per infortunio), con Braga e Az Alkmaar. Chi avrebbe mai pensato a un duello trai due?

(Il Messaggero)

La corsa per l’Europa riparte da Porto: Omorodion pericolo numero uno

Tutto sulla coppa. La Roma inizia oggi l’avventura in Portogallo per l’andata dei playoff di Europa League contro il Porto, in programma domani sera (ore 21). Oggi alle 13 è in programma la rifinitura a Trigoria, nel primo pomeriggio la partenza e alle 19.45 ci sarà la conferenza stampa di Claudio Ranieri al Estadio do Dragào. (…) Il Porto sta vivendo una stagione di transizione dopo l’epopea vincente di Sergio Conceicao durata sette anni. Il nuovo presidente, André Villas-Boas, questa estate ha deciso di rivoluzionare il club, affidando la guida tecnica prima a Vitor Bruno, poi da gennaio scorso all’argentino Martin Anselmi. L’ultima sessione del mercato di gennaio ha ulteriormente indebolito la squadra con le cessioni di Gonzalez (Man City) e Galeno (Al-Ahli). Il pericolo numero uno per la Roma si chiama Omorodion, vecchia conoscenza dalle parti di Trigoria. Il ventenne attaccante spagnolo infatti è stato uno dei primi nomi chiesti da Daniele De Rossi alla dirigenza romanista per rinforzare la rosa durante l’ultimo mercato estivo. L’ex allenatore giallorosso aveva individuato nel giocatore dell’Atletico Madrid l’uomo giusto per sostituire il partente Abraham, ringiovanire la rosa e acquistare un sicuro prospetto del calcio mondiale. La richiesta iniziale di 40 milioni di euro ha spaventato i dirigenti giallorossi che hanno virato sul 27enne Dovbyk (pagandolo 36 milioni) e lasciato che Omorodion si accasasse a Porto per 15 milioni di euro. (…) Va verso un’altra panchina capitan Pellegrini, sempre meno centrale nel progetto tecnico di Sir Claudio.

(La Repubblica)