Stadio, la Roma accelera con il progetto: arriverà a febbraio

Quando i tifosi della Roma, a Capodanno, sono andati a vedere con curiosità il video di auguri del The Friedkin Group sono rimasti piacevolmente sorpresi di trovarci anche il nuovo stadio giallorosso, quello che. dovrebbe nascere a Pietralata.Il 2025 sarà davvero l’anno chiave, quello il cui la Roma dovrebbe finalmente arrivare alla chiusura del cerchio.  Ad iniziare dal progetto definitivo, che al Comune di Roma aspettano con ansia da tempo. E che a Trigoria contano di consegnare al massimo entro la fine di febbraio. Insomma, dovremmo davvero essere vicini al passo finale, dove per passo finale si intende dare la palla alle istituzioni. Dopo la presentazione del progetto, infatti, toccherà alla Conferenza dei Servizi valutarne l’effettiva corrispondenza alle richieste presentate alla Roma nei scorsi mesi. E dopo l’ok conclusivo bisognerà attivare i bandi internazionali per l’appalto dei lavori, di solito sei mesi di tempo. A conti fatti, se tutto dovesse andare veloce potremmo arrivare al sì definitivo a fine anno. (…) Nel frattempo, però, i costi dell’opera sono sostanzialmente raddoppiati, rispetto ai 570 milioni di euro previsti nel corso dallo studio di fattibilità presentato il 3 aprile del 2022. Adesso, di fatto, i Friedkin hanno messo in preventivo una spesa complessiva di circa un miliardo di euro.

(gasport)

Roma, idea Kayode per la fascia destra. A Ranieri piace anche Delprato

[…] Il ds Ghisolfi ha sondato il terreno per Michael Kayode, l’esterno della Fiorentina che fatica a trovare spazio da quando a Firenze è sbarcato Palladino. […] Come rivelato in esclusiva da LAROMA24.IT, i primi contatti tra i due club sarebbero avvenuti prima di Capodanno con la promessa di risentirsi in questo 2025 forti anche di un rapporto positivo dopo l’affare Bove chiuso in estate. Si lavora sulla formula del prestito con diritto di riscatto, ma nelle discussioni potrebbero rientrare anche i nomi di Zalewski e Cristante.

Ma Kayode non piace solo alla Roma. Sull’esterno nato a Novara c’è da diversi giorni anche il Parma che a quel punto, però, potrebbe liberare Enrico Delprato proprio in ottica Roma. In terza fila, sempre parlando di campionato italiano, c’è Zappa del Cagliari. Sondaggi anche all’estero dove piacciono Kiliann Sildillia del Friburgo e Oscar Mingueza del Celta Vigo. In questo caso, però, a frenare l’entusiasmo è la valutazione dei due giocatori: 15 milioni per il primo, 20 di clausola rescissoria per lo spagnolo.

Movimenti anche in uscita dove si registrano passi in avanti nella trattativa tra Betis e Roma per Enzo Le Fée. Il centrocampista francese ha chiesto di essere ceduto e il club spagnolo è disposto a prenderlo in prestito con diritto di riscatto, l’affare potrebbe chiudersi entro la prossima settimana. […] Il sogno è Davide Frattesi (ma serve anche la cessione di Pellegrini), più agevoli le piste che portano a Rocco Reitz del Borussia Mönchengladbach e Matteo Prati del Cagliari. Contatti, infine, tra Zalewski e il Marsiglia anche se il club francese potrebbe decidere di aspettare giugno per prendere il polacco (che come scritto sopra piace anche alla Fiorentina) a parametro zero.

(gazzetta.it)

VAI ALL’ARTICOLO ORIGINALE

Fra i giocatori di calcio della AS Roma è scoppiata la passione per il business. Imitano Paulo Dybala, la star della squadra

Fra i giocatori di calcio della As Roma quest’anno sembra essere improvvisamente scoppiata la passione per il business. […]

Dybala ha fondato a metà luglio del 2023 una società immobiliare, di cui è proprietario al 50% mentre il restante 50 per cento è intestato a Leila Antun, figlia del procuratore del giocatore della Roma, Jorge Antun. La società ha sede nella centralissima piazza del Popolo a Roma e ha già fatto un investimento nel mattone di 206.344 euro. […] Alla fine di quello stesso anno a Milano (dove ha acquistato anche un appartamento che vale circa 1,2 milioni di euro) Dybala ha fondato come unico socio anche La Favorita srl, società che ha per oggetto «l’acquisizione, lo sfruttamento e la gestione, sia a fini pubblicitari che commerciali, in Italia come all’estero, dei diritti patrimoniali legati all’immagine, al nome, alla voce e dei diritti di proprietà intellettuale di sportivi e personaggi dello spettacolo […]».

Nella primavera scorsa Dybala ha poi aggiunto al suo portafoglio da neoimprenditore anche l’8 per cento della Feel Good Plus srl, partecipando a un aumento di capitale a lui riservato, che gli è costato fra azioni e sovrapprezzo 200mila euro tondi. […]

È stata invece fondata il 22 maggio scorso la Newco Investment srl di Roma, su iniziativa di Armando Pasini, designer di gioielli ed orologi che ha un negozio nella centralissima via Condotti nella capitale. Una settimana dopo è stato lanciato un aumento di capitale di 491.150 euro sottoscritto con quote diverse da molti giocatori ed ex giocatori di calcio. Fra loro tre attuali compagni di squadra di Dybala: Lorenzo Pellegrini, Gianluca Mancini e Nicola Zalewski. […]

(Italia Oggi)

Ordine pubblico, non si può sgarrare

Arriva il derby, si mette in moto anche l’ordine pubblico. […] Oggi pomeriggio si terrà un tavolo tecnico, in cui sarà definita la modalità di afflusso all’Olimpico. Sarà presieduto dal questore Roberto Masucci, alla prima stracittadina in questo nuovo ruolo, anche se ne ha già vissute per 15 anni con posizioni diverse in Questura e da vicepresidente operativo e portavoce dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive al Dipartimento della Pubblica sicurezza. […]

Gli ultras dal suo punto di vista non sono un problema, al contrario sono considerati una risorsa dello spettacolo calcio, nel momento in cui si limitano a scenografie e al sostegno della propria squadra. Quando si esce da questi binari, però, la linea diventa severa. […]

L’obiettivo sarà quindi quello di avviare immediatamente «un percorso di collaborazione e dialogo inclusivo di società sportive e tifosi, che si affianchino a una strategia di rigore che proseguirà con assoluta determinazione, anche nell’individuazione degli eventuali responsabili di episodi di intemperanza registrati nei mesi addietro, in alcune occasioni sfociati in azioni di violenza». Un percorso di responsabilizzazione collettiva per fare in modo che il calcio non sia vittima di chi lo sfrutta per delinquere. […]

(corsport)

Cessioni e rinnovi, Ghisolfi al lavoro

[…] Sono diversi i nomi che possono avere del movimento in queste settimane. Oltre a Pellegrini, il cui futuro è ancora tutto da scrivere, nella lista ci sono Hermoso, Le Fée, Dahl, Zalewski, SangaréShomurodov. […] Le Fée ha ricevuto manifestazioni d’interesse da parte del Betis Siviglia (si lavora sul prestito con diritto di riscatto) ma ci sono anche un paio di club francesi che sono pronti a prenderlo fino alla fine della stagione. […] Hermoso ha un’offerta dal Fenerbahce che sta prendendo in considerazione, temporeggiando però in attesa di capire se potranno arrivare anche chiamate dalla Spagna dove tornerebbe naturalmente volentieri. Difficile trovare una sistemazione per Dahl, mentre si lavora con il Valencia per trovare un accordo per Sangaré che la Roma vorrebbe cedere soltanto in prestito senza doverlo lasciare andare a titolo definitivo. Zalewski ha richieste visto che il contratto è in scadenza e si può prendere a un prezzo piuttosto basso adesso, o addirittura a zero il prossimo giugno, Shomurodov invece è cercato da diversi club di Serie A che hanno bisogno di rinforzarsi per lottare per la salvezza: ci pensano Cagliari, Empoli (specialmente in caso di cessione di Fazzini) e Venezia.

Una volta chiuso il discorso acquisti e cessioni per il mercato invernale, la Roma comincerà a lavorare anche sui rinnovi di contratto di Pisilli e Svilar. […] Se ne riparlerà prossimamente, come per i discorsi su Dybala, Paredes e Hummels.

(corsport)

Ok Dovbyk. Gestione per Pisilli

IL TEMPO (M. CIRULLI) – Dopo il bagno di folla di mercoledì scorso al Tre Fontane, la Roma è tornata ad allenarsi ieri tra le mura di Trigoria, a pochi giorni dal derby. Sfruttando l’entusiasmo delle oltre 3000 persone che hanno dato la carica ai giocatori per la stracittadina, Ranieri, nella seconda seduta del 2025, ha ritrovato Dovbyk. Il centravanti ucraino, infatti, non aveva partecipato alla sessione a porte aperte per una gestione programmata dei carichi di lavoro, svolgendo esclusivamente attività in palestra. Tuttavia, ieri si è allenato regolarmente con il resto della squadra, dissipando qualsiasi dubbio sulla sua presenza nel derby. Ancora assente Cristante, che sta recuperando dal colpo alla caviglia rimediato lo scorso 2 dicembre contro l’Atalanta. Non ha preso parte alla seduta neanche Pisilli: il giovane prodotto della Primavera, così come accaduto a Dovbyk due giorni fa, ha svolto lavoro in palestra nell’ambito di una gestione mirata dei carichi di lavoro. Questa mattina, al Fulvio Bernardini, si terrà il terzo allenamento, ultimo prima della rifinitura di domani.

Alle 13, invece, è in programma la conferenza stampa di Ranieri. Durante l’incontro con i giornalisti ci sarà sicuramente spazio per parlare di calciomercato e della sessione invernale appena iniziata. La Roma, con Ghisolfi in prima linea, sarà chiamata a rinforzare la rosa e a piazzare gli esuberi e i giocatori che finora hanno trovato poco spazio. Tra questi spicca il nome di Buba Sangaré. Per il giovane terzino, prelevato in estate dal Levante, si registrano passi indietro nella trattativa per un possibile trasferimento al Valencia. La Roma, intenzionata a puntare sulle potenzialità del classe 2007, era disposta a cederlo a gennaio esclusivamente con la formula del prestito secco, per permettergli di accumulare minuti e esperienza. Tuttavia, il Valencia era interessato ad ingaggiarlo a titolo definitivo o, in alternativa, in prestito con diritto di riscatto, portando a una brusca frenata nella trattativa.

Roma, Frattesi ha la soluzione

Due anni fa, quando sembrava che la Roma dovesse e volesse ricomprarlo dal Sassuolo, sfruttando anche quel 30% di sconto che era previsto nel contratto, Davide Frattesi era così sicuro che l’affare sarebbe andato in porto che rinunciò a ferie lontane per essere pronto in qualsiasi momento. Anche qualche mese fa, quando proprio De Rossi era diventato l’allenatore della Roma, Frattesi aveva dato la sua disponibilità a tornare a casa. […] Tutte le persone vicino a lui sanno del suo sogno: tornare non da promessa ma da giocatore fatto e finito.

[…] Se la Roma lo vuole davvero deve pagarlo: come (prestito con obbligo?) e con quale formula (qualche giocatore nella trattativa?) poi si deciderà con l’Inter. Appare chiaro come l’assegno da staccare sia superiore ai 35 milioni e non troppo si potrà fare con la volontà del giocatore. […]

(corsport)

Napoli, priorità Pellegrini

Il Napoli ha compilato la lista di gennaio da tempo, ha le idee chiare, ha messo in ordine le priorità e le alternative per ruolo: Danilo in difesa, certo; Lorenzo Pellegrini a centrocampo.

[…] Manna ci sta lavorando da un po’, è una questione complicata per i parametri, per un ingaggio che sfiora i 6 milioni con i bonus (4,5 di base), e da qualche giorno anche per una concorrenza che si staglia all’orizzonte: quella dell’Inter. Alle prese con la questione del malumore di Frattesi, a sua volta intenzionato a cambiare aria e finito proprio sul tavolo della Roma. […]

(corsport)

 

Chiesa l’ultima idea della Roma

Sarà mercato vero: con aste, rialzi, delusioni e colpi a sorpresa. Quest’anno la finestra di gennaio per l’acquisto e la vendita dei calciatori in Serie A si preannuncia realmente affollata e agguerrita. […] Il campionato inglese si conferma come quello più ricco e punto di riferimento a livello europeo. Il Liverpool capolista ha visto rientrare Chiesa dopo un lungo infortunio ma in una squadra piena di campioni e il pericolo di rovinare un equilibrio fin qui perfetto potrebbe spingere l’italiano a fare ritorno velocemente in patria: la Roma lo segue con interesse. […]

E’ molto attiva l’altra capolista di A. Il Napoli, dopo una campagna estiva ben mirata e finora fortunata, vuole completare il gruppo a disposizione di Antonio Conte. In arrivo vengono dati l’esterno della Fiorentina Biraghi, il centrocampista offensivo della Roma Pellegrini ed il centrale brasiliano Danilo in uscita dalla Juventus. […] Potrebbe lasciare Firenze il terzino Kayode sulle cui tracce ci sono Como, Parma e Roma. […]

(La Gazzetta del Mezzogiorno)

MANCINI: “I fischi dei laziali mi faranno stare più concentrato. Ranieri ha portato serenità, Hummels è un professore. Pellegrini tiene tantissimo alla Roma”

IL TEMPO – Leader della difesa e vicecapitano giallorosso, Gianluca Mancini si è raccontato a 360° sull’edizione odierna del quotidiano, parlando dell’imminente derby capitolino e in generale di questa prima parte di stagione complicata in casa Roma. Queste le sue parole.

Il 2025 inizia con il derby, quali sono le sensazioni in vista di questa partita?
“E’ una partita particolare. Non c’è un avvicinamento diverso per ogni derby, ma è una settimana particolare, si sente subito dagli allenamento, è nei pensieri da quando ti svegli fino a quando vai a letto. Durante la giornata pensi “devo stare attento, c’è il derby”. L’avvicinamento alla partita ti porta carica e voglia di far bene”.

Nell’ultimo derby ha esultato con una bandiera della curva e si sono scatenate polemiche. Che accoglienza si aspetta?
“Se ci saranno fischi saranno normali. Quando sei in campo non ci pensi. Anche nei derby precedenti c’è stato un po’ di accanimento nei miei confronti, la vivo in maniera serena. Anzi, mi fa stare più concentrato”.

Come ci arriva la squadra?
“Il mister è arrivato e ha portato quella serenità che purtroppo in questo fine 2024 era venuta a mancare. Mi sentivo nervoso, sapevo che non stavo facendo bene il mio lavoro e l’aria dentro lo spogliatoio era pesante. Già guardandolo e vedendolo arrivare dentro lo spogliatoio ci ha fatto buttare un po’ giù la tensione e l’aria adesso è positiva. A parte lo scivolone che abbiamo avuto a Como, abbiamo fatto delle partite buone”.

Il 2024 è stato un anno particolare. Il primo momento difficile è stato l’esonero di Mourinho…
“L’esonero del mister è arrivato in un momento delicato. Eravamo usciti in Coppa Italia con la Lazio, poi la sconfitta con il Milan. Venivamo da un periodo di emergenza, stavo male ma giocavo perché c’era Smalling infortunato e N’Dicka in Coppa d’Africa. L’esonero del mister è stato inaspettato. Una mattina sono andato a Trigoria e ci hanno comunicato che non era più il nostro allenatore. L’ho aspettato fino all’ultimo per salutarlo perché non riuscivo ad andarmene via. E’ stato un saluto abbastanza freddo, eravamo entrambi molto scossi. Però l’ho abbracciato, l’ho ringraziato per quei due anni e mezzo che mi hanno dato una persona e un allenatore splendidi. Nemmeno nei miei sogni da piccolo potevo immaginare di essere allenato da una leggenda come lui”.

Dopo Budapest ha fatto bene a rimanere?
“Non lo so. A inizio stagione lo avevo visto carico e sereno. Poi lui ora ha detto questa cosa (di essersi pentito di essere rimasto a Roma, ndr), magari a mente fredda, ripensando a tutto quello che è successo. Però in quei primi sei mesi sembrava tutto normale, anche se non era il solito Mourinho”.

Poi è iniziata l’era De Rossi, finito con un esonero ancora più inaspettato…
“Da quando è arrivato a gennaio e fino alla partita di Leverkusen abbiamo spinto tanto. In tre mesi abbiamo fatto un percorso importante perdendo solo con l’Inter e facendo una rincorsa difficile per il quinto posto che sarebbe valso la Champions. Dopo quella partita ci è caduto il mondo addosso, perché potevamo fare un’altra finale nel giro di tre anni. Dopo Leverkusen eravamo sotto terra, la gente faceva fatica a fare la doccia, ad andarsene dallo stadio. Io fui l’ultimo ad uscire con Pellegrini, il mister e Spinazzola. Siamo arrivati alla fine della stagione un po’ zoppicando, avevamo finito la benzina. Quest’anno siamo ripartiti con il ritiro, con nuovi giocatori giovani e forti, abbiamo cambiato tanto. Con De Rossi c’era un progetto di tre anni e vederlo andare via dopo quattro giornate è stato un trauma per me, per la squadra, per il gruppo, per i giocatori che erano venuti perché era lui l’allenatore. Ci sono state delle decisioni societarie sulle quali noi calciatori non entriamo nel merito, perché, sembra una frase fatta, ma i calciatori fanno i calciatori, le scelte le prendono i presidenti. Quel giorno è stato un giorno veramente triste, traumatico per il gruppo”.

Ci racconta i retroscena di quei giorni e di quelle riunioni con la società?
“Ci sono state delle riunioni con qualche giocatore, però non ci è mai stato chiesto dell’allenatore. Abbiamo fatto una semplice riunione dove ci veniva chiesto il motivo per la quale in quelle prime quattro partite avevamo fatto solo tre punti. Ai più esperti era stato chiesto se ci fossero problemi nello spogliatoio anche con i nuovi arrivati. Dopo queste riunioni ci siamo confrontati per capire se a tutti erano state chieste le stesse cose, ed è stato così. Dopo un giorno libero tornammo a Trigoria e mentre stavo facendo le analisi del sangue e ho letto sul telefono la notifica che era stato esonerato De Rossi. Siamo rimasti tutti stupiti. Nello spogliatoio tanti nuovi avevano gli occhi spalancati. Noi che stiamo da più tempo qua a Roma abbiamo fatto gruppetto e siamo andati a chiedere spiegazioni, il direttore (Ghisolfi, ndr) e l’ex Ceo ci hanno detto che la decisione era stata presa per il bene della Roma, quello che hanno scritto nel comunicato. Abbiamo detto ai compagni che la decisione era questa e bisognava andare avanti per il bene di tutti e della Roma”.

C’erano avvisaglie di questa crisi tra De Rossi e Souloukou?
“Si vedeva il gruppo che cresceva, che i giocatori arrivavano felici ed entusiasti e De Rossi era carico per il lavoro fatto. Sinceramente non ho avvertito frizioni tra loro, quando due persone sono in conflitto si nota, ma nulla sembrava portare a un esonero così brusco”.

Poi è stato il momento di Juric. Che impatto ha avuto?
“Abbiamo iniziato bene vincendo le prime gare. Juric è arrivato e, come ha detto tante volte lui, ed è la verità, ci ha chiesto come stavamo e noi, schietti e sinceri, abbiamo detto “male”, eravamo delusi e lui ci ha detto: “Mi fa piacere la vostra sincerità”. Si è presentato bene, ha cercato di tirarci su mettendo in pratica il suo modo di giocare. Con una squadra che secondo me non era pronta a questo stravolgimento tattico. Salutandoci dopo l’ultima partita con il Bologna me l’ha confidato: “Potevo magari alleggerire questo modo di pressare uomo contro uomo”. La squadra ha cercato di fare quello che ci chiedeva. Sono stati due mesi di tantissimi bassi e pochi alti che hanno compromesso tanto la classifica. Però ci sono sempre sei mesi da giocare e lo faremo al massimo”.

C’è stato un dialogo con lui per cambiare qualcosa?
“No, il suo credo è rimasto lo stesso. Cercavamo di seguirlo, ma non eravamo pronti a questo stravolgimento tattico. Cambiare tre allenatori nel giro di otto mesi con idee diverse è difficile. Non è una scusa, non è un alibi, ma è molto difficile”.

Cosa è successo nello spogliatoio a Firenze?
“Ci sono state delle discussioni, non mi nascondo. La Fiorentina ci ha massacrati e quando prendi cinque gol da qualsiasi squadra entri nello spogliatoio e sei un fiume in piena, vorresti buttare giù muri. Però poi ci siamo riuniti tutti e ci siamo detti: “Questa è la strada che il mister vuole prendere e andiamo dritti”. Volevamo seguire davvero l’allenatore”.

Dopo quel pesante ko c’è stato un confronto con i tifosi, come lo hai vissuto?
“E’ stato giusto. Uscendo da Trigoria c’erano dei tifosi mi sono fermato dicendogli la verità. In quel momento nessuno di noi calciatori era contro Juric. Ma la discontinuità di quelle settimane ti faceva pensare di non arrivare mai. Quando torni a casa non puoi dire: “Vabbè, a Trigoria è andata così e a casa sono sereno”. Stai male, anche perché ci sono sempre i tifosi che ti vengono dietro, anche se le cose non vanno bene e non riuscire a ripagarli fa stare male”.

Quanto ci ha messo Ranieri per ridarvi serenità?
“Vederlo aprire la porta ed entrare nello spogliatoio mi ha fatto fare un sospiro di sollievo, ha portato serenità a livello tattico e tecnico. Le sconfitte contro Napoli e Atalanta ci hanno dato consapevolezza. Anche le partite con Tottenham e Braga ci hanno portato quella serenità di cui parlavo ed è una cosa importante, come anche la vicinanza del pubblico. Roma è una piazza calorosa, il 60-70% di vittorie in casa passa dai tifosi, perché sentire lo stadio avvelenato a tifare contro di noi non è facile”.

Come hanno vissuti i senatori la contestazione? In particolare Pellegrini e Cristante. Pensi che davvero possano lasciare Roma?
“Sono stati giorni difficili per tutti, non solo per i “senatori”, come li chiamate voi. Non è una parola che ci piace, si sente solo a Roma. Non sei leader perché sei da più tempo alla Roma, qui ci sono leader già dopo sei mesi. Il momento della contestazione è stato brutto per tutti, poi è chiaro che i ragazzi più vecchi come me, Bryan e Lorenzo la viviamo in maniera diversa perché ci sentiamo più responsabili. Sapevamo che i risultati erano brutti e che i tifosi erano liberi di contestare. Se Bryan e Lorenzo andranno via non lo so, penso a me stesso. Posso dire che sono più sereni loro come tutta la squadra. Siamo molto amici, non lo nascondo, gli voglio un bene dell’anima. Spero con tutto il cuore che le cose migliorino per tutti”.

Vede una luce in fondo al tunnel per Pellegrini?
“Lorenzo in allenamento è sempre un esempio, anche se sta giocando meno, si allena sempre al massimo e col sorriso per mettere in difficoltà il mister. E’ pronto per combattere per la sua squadra del cuore alla quale tiene tantissimo, si arrabbierà ma è la verità (ride, ndr)”.

Quali sono gli obiettivi della stagione?
“Facciamo il meglio possibile sapendo che è difficile contro chiunque e la partita di Como lo ha dimostrato. Se abbassi un attimo il livello e ti “addormenti” le prendi da tutti. Quindi viviamo domenica dopo domenica sapendo che dobbiamo dare il 110% senza abbassare mai la guardia”.

Cosa ha portato l’esperienza di Hummels alla squadra e in particolare alla difesa?
“L’ho definito il professore. Abbiamo alcuni anni di differenza, mentre ero in campeggio lui giocava la finale del Mondiale nel 2014. In campo ha delle letture che in pochi hanno. Contro il Tottenham ha fatto una scivolata che io non avrei mai pensato di fare, anzi magari se ci provo mi fischiano sei rigori contro (ride, ndr). Lui invece era sereno, un intervento pulito. Mi sono girato e gli ho detto: “Tu sei pazzo”. Lui rideva”.

Le dà fastidio essere uscito dal giro della nazionale? Ha più sentito Spalletti?
“Dopo l’Europeo non ci siamo più sentiti. Lo ringrazierò sempre per la possibilità di aver partecipato agli Europei anche se non sono andati bene. E’ sempre stato schietto con me e molte volte anche se non mi aveva convocato mi chiamava se c’era bisogno e io ho sempre dato la mia disponibilità. La nazionale è il sogno di ogni bambino. Vediamo cosa accadrà, lui ha sempre detto di non voler chiudere le porte a nessuno”.

Si parla tanto dei nuovi acquisti, come si concilia l’esigenza di risultati con il tempo di ambientamento dei giovani?
“In Italia non c’è tempo. In teoria tutti hanno bisogno di tempo, basta guardare le difficoltà che hanno attraversato Klopp e Arteta in Inghilterra prima di arrivare a grandi risultati. Il tempo dovrebbe esserci ma di fatto non c’è”.

Dopo un’estate difficile ora Dybala sembra tornato sui suoi livelli.
“Paulo non ci ha mai detto di voler andare via. E’ stato importante che sia rimasto, eravamo molto felici. Credo semplicemente che ora stia bene fisicamente, è giusto che quando sta male non giochi. Spero continui ad aiutarci a vincere le partite facendo cose straordinarie come il gol di San Siro”.

Ranieri ha detto che l’obiettivo a lungo termine è di vincere lo scudetto con i Friedkin, cosa ne pensa?
“I presidenti tengono alla Roma, lo dimostrano i fatti. In estate hanno fatto una grande campagna acquisti con giovani importanti che sono la base per il futuro. Sono presenti, quando vengono parlano con noi calciatori. Per arrivare a vincere uno scudetto c’è bisogno di un percorso importante, non è facile quanto a dirlo. Devi costruire una mentalità forte, non a parole, ma con i fatti. Con Mourinho lo abbiamo fatto in Europa con le due finali e la Conference che ci hanno reso una realtà solida in campo internazionale. Vincere quella coppa non era affatto facile, e purtroppo Budapest ci ha impedito di avere quella spinta per arrivare a giocartela per il campionato. Vincere dà consapevolezza, come sta accadendo per l’Atalanta dopo l’Europa League. Nelle coppe abbiamo fatto partite meravigliose, dove dicevi “oggi la Roma vince, non ce n’è per nessuno” e siamo arrivati sempre in fondo. Se avessimo vinto a Budapest avremmo avuto quella fame per lottare per lo scudetto”.

Cosa significa Roma per lei? Vuole chiudere qui la carriera?
“Non ci penso. Mi vivo il percorso che ho fatto da quando sono arrivato, sono grato ai tifosi che mi sostengono, vedo che mi vogliono bene. Il mio modo di fare è genuino sia in campo che fuori, cerco sempre di dare il massimo per questa maglia e per questa gente. Mi danno sempre qualcosa in più per fare bene. Io e la mia famiglia amiamo questa città e sono felice qui. Ho altri due anni di contratto e voglio godermi ogni momento sperando che le cose possano migliorare”.

Si è parlato di Napoli per lei già a gennaio…
“L’ho letto ma non c’è nulla di vero. Il mio procuratore non mi ha mai detto nulla e sa quello che penso”.