Bologna-Roma, la moviola dei quotidiani: dubbi sul contatto Miranda-Saelemaekers

La Roma esce dal Dall’Ara con un pareggio, in una gara fortemente indirizzata da due calci di rigore. Al limite della sufficienza la prestazione dell’arbitro Abisso, che gestisce comunque bene il match. Dubbi sul contatto Miranda-Saelemaekers del primo tempo, con i giallorossi che hanno recriminato il penalty. Serve il Var, invece, per il calcio di rigore concesso alla squadra di Ranieri nel finale.


LA GAZZETTA DELLO SPORT – VOTO 5,5

Lascia perde e non vede troppe provocazioni. E con check o video, i rigori sono del Var. Miranda-Saelemaekers: dubbio. Al 33′ Miranda impatta il piede di Alexis: il dubbio da rigore resta. Nel primo tempo grazia Mancini (su Dominguez) e Pellegrini (su Holm e Ndoye). Al 17′ s.t. braccio ravvicinato di Koné: rigore con check-Var che fa il paio con quello assegnato per braccio di Lucumi (con video assistenza) nel finale di gara. Entrambi sanno più di palla ravvicinata e inattesa: nel mondo di oggi è rigore, ma…


CORRIERE DELLO SPORT – VOTO 6

Partita buona per Abisso, macchiata dal rigore non visto [e dato dopo OFR] nel finale. Di contro, il rigore fischiato al Bologna è davvero bello, arbitralmente parlando, riesce a tenerla anche come accettazione dei giocatori. Qualcosa la sbaglia (oltre al rigore non visto, il giallo a Miranda è inesistente], ma Rocchi può essere soddisfatto. Lucumì tocca il pallone con Il braccio destro largo (cerca di spingere Ndicka), posizione sempre punibile, dall’inizio, il colpo di tacco del giallorosso non può essere un parametro: Abisso non lo vede, Sozza al VAR si: OFR e penalty, sul quale non ci sarebbe stata ribattuta [palo, traversa o parata: finiva li]. Ok il rigore al Bologna: testa di Holm, Kone tocca il pallone con la mano che è sopra la linea del le spalle e dunque in posizione innaturale e sempre punibile. Nella stessa azione, dopo un’iniziale trattenuta reciproca, c’è un placcaggio di Pellegrini a Odgaard, sarebbe stato rigore anche quello. La Roma si lamenta per il contatto Miranda-Saelemaekers: c’è, con la punta del piede sullo scampino, ma è un tocco leggero. Trattenuta reciproca ad inizio ripresa fra Holm e Pellegrini, quest’ultimo che va giù facile: nulla.


IL RESTO DEL CARLINO – VOTO 6

Al 34′ il contatto tra Miranda e Saelemaekers in area rossoblù è quasi invisibile: rigore mai. Al 65′ invece l’arbitro coglie il braccio largo di Konè sull’inzuccata di Holm: rigore sempre. Può alimentare la solita discussione il braccio galeotto di Lucumì sul tacco di Ndicka che nell’overtime manda l’arbitro alla moviola inducendolo a concedere il pe-nalty. Classico rigorino da (funesti) tempi del Var.


IL ROMANISTA – VOTO 5,5

Poteva fare peggio, ma anche meglio. Rosario Abisso arbitra con una discreta autorità la gara fino al 33′ quando non si accorge del rigore su Saelemaekers. Sì, perché lo diciamo forte e chiaro: nel calcio che abbiamo imparato a guardare e a giocare da bambini il tocco di Miranda sul belga che lo anticipa in area di di rigore difficilmente lo consideravamo rigore. Eppure da quando la tv è entrata nelle case degli spettatori e soprattutto da quando c’è il Var, eccome se è rigore. C’è un tocco lieve, dicono, e ci sta. Ma siamo alle solite, è uno di quei rigori che si vede concedere. Al Var, però, Sozza e Serra tacciono. C’è una nuova linea a non concederli? Non sarebbe male tracciarla a inizio campionato, semmai, e non a metà per falsarlo meglio. E andiamo ai due rigori invece concessi, falli di mano “moderni”: al 18′ della ripresa sul risultato di 1-1 arriva un fallo di mano di Manu Koné che salta col braccio alto per contendere il pallone a Holm e contemporaneamente Pellegrini abbraccia Odgaard. Pochi dubbi, ma il rigore viene concesso subito da Abisso. Che deve arrivare al Var in pieno recupero, dall’altra porta, in pratica all’ultima azione, quando su azione d’angolo Lucumi spingendo Ndicka stoppa col braccio largo la palla. Rigore per la Roma. Buona la gestione delle sanzioni: 4 gialli per i padroni di casa e uno, per Mancini, per i giallorossi.

IL PUNTO DEL LUNEDÌ – SORRENTINO: “Il digiuno di vittorie in trasferta è diventato una gestazione” – D’UBALDO: “La Roma non finisce mai”

La Roma rimanda la vittoria in trasferta e a Bologna agguanta il pari solo nel finale. “Il digiuno di vittorie in trasferta è diventato una gestazione, dato che arriverà a toccare almeno i nove mesi. La flemmatica esultanza di Dovbyk, cuore di ghiaccio al 98′, è l’istantanea finale di una serataccia, un’altra. Ma ormai di questa Roma si sa dolorosamente tutto”, scrive Andrea Sorrentino sulle colonne de Il Messaggero.

Una Roma che, comunque, non molla mai, come scrive Guido D’Ubaldo del Corriere dello Sport: “Claudio Ranieri allunga la serie positiva (otto punti nelle ultime quattro partite), dopo essersi preso un brutto spavento, ma l’allenatore non ha mai smesso di crederci, chiedendo in continuazione alla squadra di andare avanti, di cercare il risultato, anche quando si era bloccati sullo 0-0”


Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


T. CARMELLINI – IL TEMPO

Impossibile toglierlo dopo quel gol al derby che spianato la strada al successo contro la Lazio. Impossibile non dargli una nuova chance postuma al lungo periodo in panchina che aveva trasformato il capitano giallorosso in un oggetto misterioso. Tante le perplessità del popolo romano. Ieri sono arrivate le risposte, perché dopo la rete rifilata ai biancocelesti (e bisogna dire a onor del vero che anche nella stracittadina dopo l’eurogol poco altro), Pellegrini è tornato quello opaco e distratto che aveva costretto Ranieri a metterlo in panchina. (…) Insomma, era un falso allarme, quel gol non ha messo ancora la crisi alle spalle perché Lorenzo resta la copia sbiadita di quello forte e reattivo che si era guadagnato la fascia da capitano della Roma.


A. SORRENTINO – IL MESSAGGERO

(…) A proposito di mediocrità, le mille luci del derby calano di botto intorno alla Roma, che il suo pareggio lo festeggia grassamente visto come si era messa a Bologna; però il digiuno di vittorie in trasferta è diventato una gestazione, dato che arriverà a toccare almeno i nove mesi. La flemmatica esultanza di Dovbyk, cuore di ghiaccio al 98′, è l’istantanea finale di una serataccia, un’altra. Ma ormai di questa Roma si sa dolorosamente tutto: è una squadra che si accende solo a sprazzi, magari se l’occasione proprio lo richiede (a San Siro col Milan o con la Lazio), ma non ha il passo per affermarsi davvero a gioco lungo, in definitiva non ne ha le qualità. Se Dybala è meno che sublime, o addirittura ordinario come al Dall’Ara, in attacco si fa notte, e appena cala la tensione emotiva si prendono imbarcate in contropiede da briè. villo; insomma per Ranieri i problemi rimangono, pendenti come l’anima triste di Pellegini a cui il derby ha giovato ben poco. Intanto, Ranieri ha preso la Roma otto partite fa a +4 sulla terz’ulti-ma e adesso è a +6, quindi si deve procedere ancora con cautela massima, perché quest’anno la metà classifica è vicinissima alla zona calda: estate parati, direbbe un boy scout.  (…)


I. ZAZZARONI – CORRIERE DELLO SPORT

Alla Roma è mancata a lungo la testa, mentre al Bologna è mancato e non manca proprio nulla, e da settimane. Lontano dall’Olimpico la Roma si perde da aprile, la vittoria e troppo spesso anche la prestazione non le riescono: ieri s’è fatta irretire dalla squadra di Italiano che ha giocato una signora partita, mostrando una consapevolezza di sé, una fiducia e una fluidità decisamente superiori.  (…) Roma, comunque in progresso rispetto a Como (non ci voleva molto), si è retta su Mancini (tosto su Dominguez), N’Dicka, Koné e, nel primo tempo, su alcune giocate di Dybala; Saelemaekers ha segnato il quarto gol nelle ultime sei par-
tite, ma si è fatto di nebbia in copertura, mentre Pellegrini è stato spesso esterno alla manovra: è importante che ritrovi in fretta la brillantezza perduta e la testa giusta. Da Dovbyk Ranieri sì aspetta una maggiore protezione del pallone, tale da consentire alla squadra di ripartire evitando squilibri come quelli che hanno permesso a Dominguez un paio di ripartenze in superiorità. (…)


G. D’UBALDO – CORRIERE DELLO SPORT

La Roma non finisce mai. Agguanta il pareggio al 98′, dopo essere passata in vantaggio e aver poi rischiato di perdere. Il rigore di Artern Dovbyk ha rimesso le cose a posto, Claudio Ranieri allunga la serie positiva (otto punti nelle ultime quattro partite), dopo essersi preso un brutto spavento, ma l’allenatore non ha mai smesso di crederci, chiedendo in continuazione alla squadra di andare avanti, di cercare il risultato, anche quando si era bloccati sullo 0-0.  (…) La Roma non ha avuto la feroce concentrazione del derby, nel primo tempo non è riuscita a sfruttare le occasioni che ha avuto in contropiede e dopo il gol del vantaggio ha commesso due errori gravissimi uno dietro l’altro per i quali ha rischiato dì perdere, consentendo al Bologna di ribaltare il risultato. (…) Pellegrini è stato troppo falloso, poche giocate indovinate, un passo indietro preoccupante dopo il derby. Ranieri lo aveva rimesso dentro a sorpresa e il capitano riuscì ad essere determinante, con il gol che sbloccò subito la partita contro la Lazio. Ieri è rimasto nell’ombra fino alla sostituzione. L’allenatore ha dimostrato anche con i cambi di voler cercare il risultato fino alla fine. Non ha tolto Dovbyk, gelido dal dischetto, al sesto gol stagionale. Lo spirito della Roma deve essere questo, non mollare mai e provare sempre a giocare per fare risultato.


T. DAMASCELLI – IL GIORNALE

(…) Il pareggio della Roma a Bologna all’ultimo rigore premia eccessivamente la squadra di Ranieri involuta nel ritmo di gara e nelle idee di gioco, la squadra resta incompiuta con 5 punti in meno della modesta scorsa stagione nella quale la staffetta Mourinho-De Rossi non aveva portato nulla oltre il sesto posto.  (…)


U.TRANI – CORRIERE DELLO SPORT

La Roma rischia al Dall’Ara. Il pari (2-2) – a fine recupero – su rigore non oscura comunque il film della partita. Immagini che – almeno per chi conosce il comportamento in campo di questa Roma – sono state viste più volte in stagione. (…) Giallorossi, dunque, recidivi. Perché questo è il vizio che la Roma non riesce proprio a cancellare dal suo dna. Questione di testa, concentrazione limitata, e non solo di natura tattica. E comunque la conferma che la rosa – in gran parte dei suoi protagonisti – non ha la giusta conoscenza di come prevenire il ribaltone avversario. La fragilità del sistema di gioco giallorosso resta evidente e a prescindere dal valore della rivale di giornata (e dalla strategia del suo allenatore). Il paradosso sta nell’idea di calcio di chi guida attualmente la Roma: prendere gol in contropiede con uno come Claudio Ranieri in panchina fa effetto. Non sembra possibile, ma è così. Il difetto va estirpato perché, soprattutto in trasferta, sarà sempre difficile conquistare i tre punti, come certificato dall’inizio della stagione: solo 6 i punti presi fin qui fuori casa in 10 viaggi (solamente il Venezia dì Eusebio Di Francesco, in serie A, ha fatto peggio), raccolto esclusivamente di pareggi, i primi tre nelle quatto partite di Daniele De Rossi. Va trovato qualche accorgimento: ad esempio, quando i giallorossi si scoprono devono saper leggere meglio la situazione. Non si possono lasciare dietro giocatori come Hummels e NDicka, abbandonati alloro (lento) destino senza avere accanto qualche interprete rapido. (…)

Punto e basta: la Roma perde un’altra occasione

Poteva essere la settimana giusta, quella della svolta. Perché i pareggi di Lazio, Milan e Atalanta contro i non irresistibili Como, Cagliari e Udinese, avevano regalato quella ventata di aria fresca che, sommata al successo nel derby, doveva rappresentare il trampolino di lancio per una seconda parte di stagione ricca di speranza. Per cosa? Se non era lecito chiederselo prima, figuriamoci adesso, dopo l’incredibile pareggio al 98’ di Bologna che lascia la Roma nel limbo di coloro che son sospesi a 24 punti dopo 19 partite ma a 8 lunghezze dalla Fiorentina (sesta) che oggi potrebbe allungare vincendo a Monza. (…) In effetti non si capisce se tirare un sospiro di sollievo per un pari ormai insperato oppure essere arrabbiati per quei sette minuti di blackout nella ripresa dopo il vantaggio di Saelemaekers che hanno rovinato una prestazione fino a lì più che sufficiente. Di certo c’è che senza la speranza è difficile trovare l’insperato. E sarà così da qui in avanti anche per Ranieri, costretto suo malgrado a galleggiare nell’anonimato, al di là delle dichiarazioni buoniste nel post-gara. Perché la Roma somiglia sempre di più a Penelope e alla sua tela: quando pensi che tutto sia rientrato nei binari, che finalmente sia stata intrapresa la strada giusta, eccola lì sbandare di colpo lasciandoti l’amaro in bocca e costringendo l’allenatore a ricominciare da capo. (…)

(Il Messaggero)

I VOTI DEGLI ALTRI – Dovbyk “glaciale” – Saelemaekers “poteva essere l’mvp…” – Dybala “fumoso”

La Roma, a Bologna, agguanta il pareggio in extremis ed evita una sconfitta che sarebbe stata immeritata. Decisivo nel 2-2 finale Artem Dovbyk, freddo nel realizzare dal dischetto: “Fin dalle prime battute riprende dal gioco di sponde che tanto ha fruttato nell’ultima gara. Si trova la palla sulla testa a pochi metri dalla porta quasi senza accorgersene e non può imprimere forza, poi serve una gran palla a Dybala non sfruttata. Quando la potenziale occasione arriva sui suoi piedi, tentenna troppo e perde l’attimo. Ma si carica il peso massimo del rigore a tempo scaduto. Glaciale.” (Il Romanista).  Aveva sbloccato le marcature Alexis Saelemaekers, al secondo gol consecutivo: “Poteva essere l’mvp della gara visto l’ennesimo e importante gol. La palla persa sul pareggio bolognese è sanguinosa e già nel primo tempo aveva rischiato per una dormita in area. Reclama un fallo da rigore: il contatto sul suo piede c’è, resta più di qualche perplessità” (Il Tempo).

Gara insufficiente per Paulo Dybala: “Gioca a tutto campo, sembra poter decidere ma è la partita che decide per lui. Fumoso” (Gazzetta dello Sport). In ombra Lorenzo Pellegrini: “Ahi, ci risiamo. Ha un’intuizione sul gol di Saelemaekers ma nel complesso fatica. E la trattenuta su Odegaard che spinge Abisso a fisciare il rigore senza neppure aspettare il Var è molto vistosa” (Corriere dello Sport).

LA MEDIA VOTI DELLE PAGELLE DEI QUOTIDIANI (La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport,  Il Messaggero, Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Tempo, Il Romanista)

Svilar 6,21
Mancini 6,00
Hummels 6,07
Ndicka 6,14
Saelemaekers 6,28
Koné 5,71
Paredes 6,00
Angelino 6,14
Pellegrini 5,21
Dybala 5,21
Dovbyk 6,57

Pisilli 6,12
El Shaarawy 6,00
Celik 5,75
Baldanzi NG
Zalewski NG

Ranieri 5,93


LA GAZZETTA DELLO SPORT

Svilar 6
Mancini 6
Hummels 6
Ndicka 6
Saelemaekers 6
Koné 6
Paredes 6
Angelino 6
Pellegrini 5,5
Dybala 5,5
Dovbyk 6

Pisilli 6
El Shaarawy 6
Celik 5,5
Baldanzi ng
Zalewski ng

Ranieri 6


CORRIERE DELLO SPORT

Svilar 6
Mancini 6
Hummels 6,5
Ndicka 6
Saelemaekers 6,5
Koné 5,5
Paredes 6
Angelino 6,5
Pellegrini 5
Dybala 5
Dovbyk 7

Pisilli ng
El Shaarawy ng
Celik ng
Baldanzi ng
Zalewski ng

Ranieri 6


IL MESSAGGERO

Svilar 6
Mancini 6
Hummels 6
Ndicka 6
Saelemaekers 6
Koné 5,5
Paredes 6
Angelino 6,5
Pellegrini 5
Dybala 5
Dovbyk 6,5

Pisilli 6
El Shaarawy 6
Celik 5,5
Baldanzi 6
Zalewski 6

Ranieri 5,5


CORRIERE DELLA SERA

Svilar 65
Mancini 6
Hummels 6
Ndicka 6,5
Saelemaekers 6,5
Koné 6
Paredes 6
Angelino 6
Pellegrini 5
Dybala 5
Dovbyk 7

Pisilli ng
El Shaarawy ng
Celik ng
Baldanzi ng
Zalewski ng

Ranieri 6


LA REPUBBLICA

Svilar 6
Mancini 5,5
Hummels 6
Ndicka 6,5
Saelemaekers 6,5
Koné 5,5
Paredes 5,5
Angelino 6
Pellegrini 5
Dybala 5
Dovbyk 7

Pisilli ng
El Shaarawy ng
Celik ng
Baldanzi ng
Zalewski ng

Ranieri 6


IL TEMPO

Svilar 6,5
Mancini 6
Hummels 6
Ndicka 6
Saelemaekers 6
Koné 5,5
Paredes 5,5
Angelino 5,5
Pellegrini 5
Dybala 5
Dovbyk 6

Pisilli 6
El Shaarawy 6
Celik 6
Baldanzi ng
Zalewski ng

Ranieri 5,5


IL ROMANISTA

Svilar 6,5
Mancini 6,5
Hummels 6
Ndicka 6
Saelemaekers 6,5
Koné 6
Paredes 7
Angelino 6,5
Pellegrini 6
Dybala 6
Dovbyk 6,5

Pisilli 6,5
El Shaarawy 6
Celik 6
Baldanzi ng
Zalewski ng

Ranieri 6,5

Dovbyk su rigore pareggia al 98′ A Bologna arriva un punto d’oro

LEGGO (F. BALZANI) – Un’altra trasferta al cardiopalma che non basta a infrangere il tabù ma porta un punto d’oro all’ultimo respiro. La Roma a Bologna acciuffa il pareggio al 98′ grazie a un rigore di Dovbyk dopo aver subito la rimonta dei padroni di casa. Nel primo tempo i giallorossi non hanno mostrato la fame da derby svegliandosi solo nel finale quando Dybala si è divorato un gol a pochi passi. Prima era stata la squadra di Italiano a rendersi più pericolosa con Dallinga e uno scatenato Dominguez. La ripresa si è aperta nel segno dell’ex. Al 58′ Saelemaekers ha trovato l’angolo giusto sfruttando una trattenuta timida dell’altro ex Skorupski. Quarto gol per il belga, mai ha segnato di più in carriera in una stagione. La Roma sembrava sul pezzo tanto da andare vicina subito al raddoppio, ma il Bologna con due ripartenze in 7′ ha ribaltato. Prima con Dallinga poi con Ferguson che ha realizzato il rigore causato dal mani di Koné. Ranieri è corso ai ripari: dentro Pisilli, Baldanzi ed El Shaarawy. Nel finale la Roma ha provato l’assalto ottenendo un altro fallo di mani evidente di Lucumì. Dal dischetto è andato Dovbyk che ha realizzato freddamente riscattando una prova incolore. «Non capisco di cosa si lamentano, i rigori c’erano entrambi – è sbottato Ranieri – Nel primo tempo forse c’era anche un colpo su Saelemaekers che è stato magari giudicato più leggero». Poi sul match: «Nel primo tempo dovevamo giocare con più brio, giravamo con la palla tra i piedi ma non avevamo la velocità di esecuzione che piace a me. Ma la squadra non molla e quando i ragazzi lottano fino in fondo sono sempre soddisfatto». E’ anche tempo di mercato e il nome bollente è quello di Frattesi. «Leggo delle cose, ma non c’è nulla di definito – ammette Ranieri -. Detto questo non si possono spendere tutti quei soldi onestamente». La Roma spera in un ulteriore sconto da parte dell’Inter ed è disposta ad arrivare a 35 milioni. Il piano B porta a Reitz mentre in attacco torna di moda Kalimuendo.

Tra errori e rigorini: Roma e Bologna mancano l’obiettivo

Annibale Frossi – 125 partite con l’Ambrosiana-Inter tra il 1936 e  il 1942, poi allenatore e giornalista commentatore teorizzava che il risultato perfetto fosse lo o-o perché privo di errori. A lui sarebbe piaciuto poco questo Bologna-Roma 2-2, in cui tutti i gol sono venuti da sbagli e disattenzioni. Un pareggio che non permette agli emiliani di avvicinare davvero la zona Europa e che fa fare un passo indietro ai giallorossi dopo la vittoria nel derby di sette giorni fa che poteva cambiare la stagione. Il Bologna ha avuto più di un’occasione per chiudere la partita, ma anche e soprattutto per l’egoismo di Orsolini non è arrivato il 3-1. Ranieri ha provato a cambiare le carte, facendo entrare 5 giocatori dalla panchina tra il 78′ e 1’84’. Il pareggio è arrivato in pieno recupero, con un altro rigore (visto dalla Var) per fallo di mano di Lucumì su Ndicka, salito in area avversaria per l’ultimo disperato assalto su calcio d’angolo. Due penalty simili, di quelli che i difensori detestano, dicendo che a calcio non si può giocare con le braccia attaccate al corpo come dei pinguini. Ma questo è il regolamento e Abisso lo ha applicato. (…)

(corsera)

Frattesi non punge più: spinge per andarsene. Ma la Roma prende tempo

In quel “se fossi in lui continuerei qui..”, pronunciato ieri a Venezia da Simone Inzaghi con cipiglio, pure con una punticina di malcelato fastidio, c’è dentro un mondo scrive . Tutto il mondo di Davide Frattesi, centrocampista con il mal di pancia in questo inizio 2025 interista. C’è dentro il giocatore che scalpita per tornare a Roma e non sembra avere la testa pienamente sintonizzata sul nerazzurro, almeno a quanto visto in Arabia e in Laguna. (…)  Il prezzo è presto fatto ed è pure variabile: l’Inter chiede 45-50 milioni ai giallorossi, meta ambita da Frattesi, ma si sale fino a 70 per il Napoli, proprio per evitare di rinforzare una diretta concorrente. In più, il club apre a modalità di pagamento differite (prestito oneroso con obbligo di riscatto), ma esclude la possibilità di inserire contropartite per abbassare la cifra. L’ipotesi di Bryan Cristante sarebbe considerata solo come prestito secco e separato, giusto un modo per tamponare l’eventuale emorragia in mezzo fino a giugno. (…)

(gasport)

Mancini: “Bravi a recuperare, assurdo però prendere due gol in pochi minuti”

È stato il primo, Gianluca Mancini, a rendersi conto del tocco di mano di Lucumì in pieno recupero e a richiamare l’attenzione dell’arbitro Abisso, che poi è stato richiamato al Var. “Io mi adeguo alle regole – sembra quasi giustificarsi – e in campo ho detto all’arbitro che era fallo. Da difensore con il Var è complicato, il contatto con l’attaccante lo devo avere, è difficile saltare con le braccia intorno al corpo”. Lo stato d’animo è altalenante. “Ci sono rammarico e un po’ di frustrazione perché siamo andati in vantaggio e ci siamo fatti sorpassare. Ma siamo stati bravi a non mollare e siamo riusciti a riprenderla”. (…)

(corsera)

Lasciate stare Ranieri: la Roma deve crescere con Sir Claudio dirigente

IL TEMPO (L. PES) – Guai a permettere al morbo che troppe volte ha afflitto la Capitale di espandersi. Un’arte molto diffusa quanto pericolosa: l’accontentarsi. Claudio Ranieri ha riportato entusiasmo, identità e soprattutto risultati nei suoi primi due mesi della terza avventura da allenatore della Roma, ma, per dirla alla sua maniera, «lasciatelo stare». Si perché soprattutto dopo l’euforia della vittoria nel derby in molti già invocavano un bis in panchina anche nella prossima stagione per Sir Claudio, che a ottobre compirà 74 anni. Ma non è l’età il problema centrale. Bensì quella nebbia giallorossa che troppe volte ha offuscato la vista di tanta gente al minimo risultato positivo. La missione del tecnico di San Saba è chiara: salvare questa stagione (e ci sta riuscendo alla grande anche se ancora manca l’acuto in trasferta) e iniziare a lavorare con i Friedkin per il futuro nelle vesti di dirigente. E questo dovrà accadere, senza uscire dallo spartito. Ovviamente, dal canto suo, semmai la proprietà dovesse chiedergli di fare un altro anno alla guida della squadra non rifiuterebbe, ma questo significherebbe aver incassato tanti «no» dagli allenatori contattati. Un epilogo che non farebbe iniziare con i migliori auspici anche la prossima stagione, dopo averne buttata già una. Ma questa idea, ad oggi, non viene minimamente accarezzata a Trigoria nonostante Ranieri si diverta a scherzarci su. La ricerca del nuovo allenatore continua e lui sarà garanzia di competenza e passione per la Roma. Ora che finalmente i Friedkin hanno inserito un uomo di calcio, oltre che tifoso, in società, sarebbe un peccato non ricominciare a cosrtuire per vincere.

Avanti per Frattesi ma senza spese folli

IL TEMPO (M. CIRULLI) – La Roma si prepara a formalizzare la prima offerta all’Inter per Frattesi. I giallorossi sono pronti ad avviare le trattative con i nerazzurri per riportare nella Capitale il centrocampista. Questa settimana sarà cruciale per Ghisolfi, che intende avviare i primi contatti ufficiali con la dirigenza interista per formulare una proposta concreta. L’Inter valuta il suo cartellino intorno ai 45 milioni, cifra considerata eccessiva dalla Roma. I giallorossi, infatti, non sembrano disposti a soddisfare le richieste economiche dell’Inter e puntano a ridurre il costo dell’operazione inserendo una contropartita tecnica: il profilo individuato da Ghisolfi è quello di Bryan Cristante, che sembra aver ormai concluso il proprio ciclo nella Capitale. L’offerta che dirigente francese potrebbe presentare a Marotta si baserebbe su una cifra vicina ai 30 milioni di euro, dilazionati in più anni, più il cartellino dell’ex centrocampista dell’Atalanta. Un ulteriore elemento che potrebbe inoltre agevolare il trasferimento è la figura dell’agente Giuseppe Riso, che è anche il procuratore di Frattesi. Nella giornata di ieri, si è giocata una «partita parallela» rispetto a quelle disputate dalle due squadre contro Venezia e Bologna. Allo stadio Penzo, il presidente dell’Inter, Marotta, ha parlato proprio del futuro di Frattesi. «È un grande professionista – ha dichiarato ai microfoni di Dazn – Non ha chiesto assolutamente la cessione. Noi non vogliamo vendere nessuno, ma se un giocatore manifesta la volontà di cambiare, siamo pronti ad ascoltarlo. Per ora, però, non ci sono elementi concreti che facciano pensare che Frattesi voglia lasciare l’Inter». Nonostante queste dichiarazioni, la situazione in campo sembra raccontare una realtà diversa. Frattesi, infatti, è partito dalla panchina anche nella sfida contro il Venezia, nonostante le assenze di Calhanoglu e Mkhitaryan, subentrando solamente dopo un’ora di gioco. Inzaghi ha giustificato la scelta parlando della normale concorrenza in una grande squadra come l’Inter. «Conto tantissimo su Davide – ha dichiarato a fine gara – È pienamente coinvolto nel progetto. Lo vedo lavorare bene e abbiamo avuto un’ottima chiacchierata, a differenza di chi sostiene che ci fossero tensioni. Senza l’infortunio di Mkhitaryan, avrebbe probabilmente giocato titolare, ma è entrato molto bene. Certo, vorrebbe più spazio, ma è consapevole della concorrenza. Siamo felici di averlo con noi e per i tifosi è già un beniamino. Se fossi in lui, resterei all’Inter». Poche ore dopo, è stata la Roma a replicare in questa «guerra a distanza». A prendere parola è stato Ranieri, che ha sottolineato come le richieste economiche dell’Inter siano eccessive per le attuali strategie del club giallorosso: «Non spenderemo cifre così elevate per un centrocampista. Dobbiamo coprire più ruoli. Se vogliamo migliorare dobbiamo prendere giocatori da Roma, altrimenti non ha senso acquistare solo per il gusto di farlo». Il tormentone di mercato è appena iniziato.