L’Europa League ideale per Bologna e Roma

Situazioni e stati d’animo diversi, ma le tre italiane impegnate oggi – tra Europa League e Conference – ripartono con un obiettivo comune: trasformare le Coppe in una grande, grandissima, opportunità. Già, perché non è un’illusione, né uno sfoggio di ottimismo, immaginare davvero che Bologna e Roma riescano ad andare molto avanti in Europa League, fino a guadagnarsi il ruolo di favorite insieme a poche altre partecipanti. (…) Il gol è l’argomento che tiene banco in casa Roma, l’altra nostra rappresentante autorevole in Europa League. Gasperini le ha provate tutte contro l’Inter, partendo da un attacco leggero – con Pellegrini, Dybala e Soulé – per finire con i due arieti di cui dispone, Dovbyk e Ferguson. Soprattutto nella ripresa la squadra ha creato, senza però finalizzare, alimentando il dibattito che si trascina ormai da agosto: ma davvero non si poteva fare di più, o qualcosa di diverso, per migliorare la prima linea? Con il Viktoria Plzen sarà però molto importante provare a risolvere in fretta la pratica, anche per mettersi alle spalle le due ultime sconfitte all’Olimpico. Quella in Coppa, col Lille, ha infatti annacquato la soddisfazione del debutto vincente a Nizza, che sembrava aver già spianato la strada. Bisogna riprendere subito la marcia, perché l’obiettivo dev’essere uno solo: raggiungere la qualificazione diretta, evitando i play off che rischiano di rappresentare una complicazione e affollare ulteriormente l’agenda degli impegni. Anche perché giocare di giovedì ti spezza ancora di più la settimana e avvantaggia la concorrenza. I giallorossi dovranno infatti vedersela domenica con il Sassuolo, che nelle ultime cinque gare ha perso soltanto contro l’Inter e avrà la possibilità di preparare in tranquillità l’impegno. Una complicazione in più per Gasperini, che però non intende concedere alibi ai suoi. (…)

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Dybala vuole sfatare il tabù dell’Olimpico. E cerca il gol numero 200

Ancora più Dybala, a caccia di un gol che coroni la prestazione. L’obiettivo della Joya stasera sarà quindi doppio: tornare ad incidere e ad essere decisivo come ai bei tempi, cancellando un digiuno che in Serie A dura ormai da quasi 9 mesi, da quel 9 febbraio scorso, quando su calcio di rigore l’argentino regalò alla Roma il successo di Venezia. (…) E in realtà Dybala ha segnato anche una meravigliosa doppietta anche dieci giorni dopo Venezia, il 20 febbraio, ma in Europa League, nella sfida casalinga contro il Porto, andata del playoff della scorsa stagione. Ma poi cambia poco la sostanza, in campionato il digiuno è lunghissimo. E Paulo lo vuole appunto interrompere stasera, andando a caccia anche del gol numero 200 della sua carriera. (…) Dybala, tra l’altro, vuole tornare a brillare anche per prendere per mano la Roma e portarla là dove merita di stare. L’argentino ha il contratto in scadenza, le trattative per il rinnovo non sono ancora iniziate e non si sa neanche quando inizieranno. Perché la Roma, in caso, prima di mettersi al tavolino vuole avere la certezza che la Joya abbia recuperato una certa affidabilità fisica ed atletica. E riprendere a segnare sarebbe già un bel passo avanti… Tra l’altro, vincere oggi non sarebbe importante solo per Dybala, ma per la Roma in assoluto. Per svariati motivi, ad iniziare dal fatto che la sconfitta con il Lille ha messo Gasperini nella condizione di non poter sbagliare nulla stasera. (…)

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Celik tuttofare: ha conquistato Gasp

IL TEMPO (GAB. TUR.) – L’uomo che non ti aspetti. Era difficile prevedere che Celik potesse essere uno dei giallorossi più positivi del 2025. Prima con Ranieri e adesso con Gasperini, l’ex Lille si sta rivelando più che affidabile in quel ruolo di centrale di destra che Sir Claudio gli ha cucito addosso. «Posso giocare sia nei tre di difesa sia come quinto, per me non è un problema» – ha affermato il turco ieri in conferenza stampa – «So di non essere un giocatore popolare, ma lavoro forte ogni giorno». Un impegno che in passato avevano già sottolineato De Rossi e Ranieri. L’endorsement è arrivato anche dallo stesso Gasperini. Dopo la gara con la Fiorentina – «è uno dei nostri punti di forza» – e ieri in un siparietto al termine della conferenza stampa, in cui ha voluto evidenziare come il rendimento del turco rimanga di alto livello a prescindere dal ruolo che occupa. Celik è in scadenza a giugno, ma al momento non pensa al rinnovo del contratto: «Sono concentrato sul campo. A Roma sono contento, vediamo cosa succede».

C’è Hermoso. Dubbio esterni. Torna Dovbyk

IL TEMPO (GAB. TUR.) – Due titolari a riposo. Ad annunciarlo è stato Gasperini, che lascerà N’Dicka e Cristante in panchina nella sfida di oggi con il Vikoria Plzen. Hermoso prenderà il posto dell’ivoriano, mentre in mezzo al campo – al fianco di Koné – El Aynaoui viaggia verso la terza titolarità consecutiva in Europa League. A completare il terzetto difensivo Mancini e Celik, ma non è da escludere l’esordio dall’inizio di Ziolkowski. In questo caso, il tecnico della Roma potrebbe avanzare il turco sulla corsia di destra. Altrimenti, Rensch è favorito su Wesley in quella zona di campo, mentre Tsimikas dovrebbe occupare la fascia opposta. L’olandese, però, potrebbe anche essere impiegato a sinistra. Torna il centravanti di ruolo dopo l’esperimento del tridente leggero visto con l’Inter. Dovbyk è avanti nel ballottaggio con Ferguson. Alle spalle dell’ucraino, Dybala può partire nuovamente dall’inizio insieme ad uno tra Soulé – in vantaggio – ed El Sharaawy, mentre Bailey, reduce dai primi minuti in giallorosso, è pronto ad entrare a gara in corso.

Gasperini: «Roma, ora mi piaci

IL TEMPO (L. PES) – L’Europa non aspetta. Dopo la sconfitta contro il Lille di inizio ottobre la Roma torna in campo, sempre all’Olimpico, contro i cechi del Viktoria Plzen (fischio d’inizio ore 21, diretta Sky Sport). I giallorossi sono reduci dalla sconfitta in campionato con l’Inter, gara che nonostante il risultato ha dato nuove certezze a Gasperini. «Globalmente la Roma ha fatto un passo in avanti come prestazione. Sto tornando nella mia comfort zone. I principi sono gli stessi, bisogna rispettare le caratteristiche dei giocatori, quello sì. Non ci trovo molto di diverso nel mio modo di allenare, di lavorare e di interpretare le partite. Sono anche molto soddisfatto delle partite come quella dell’altra sera con l’Inter, dove sono più utili certe sconfitte piuttosto che alcune vittorie che non ti lasciano soddisfazione. Su questo sappiamo benissimo che dobbiamo essere più concreti, precisi, altrimenti il risultato della partita sarebbe stato diverso. Cerco di lavorare al di fuori del risultato, ma sulle prestazioni dei giocatori». Una crescita che deve necessariamente passare anche dal ritorno alla vittoria all’Olimpico che manca da quasi un mese. «È una partita importante, abbiamo bisogno di vincere per andare avanti in classifica. Questo è un girone sicuramente non dei più facili, rispetto a quella che è la competizione. Dobbiamo andare a cercare i punti partita per partita. Come ho visto l’anno scorso, con questa novità, è una classifica sempre molto corta, i punti di differenza sono pochi. Per noi è importante questo aspetto e anche tornare a vincere dopo la sconfitta con il Lille». C’è spazio anche per una riflessione sul calcio italiano. «Attenti, giochiamo contro squadre che è vero che conosciamo poco, ma il calcio italiano ha grandi difficoltà. Abbiamo grandissime difficoltà. E anche un pizzico di presunzione quando affrontiamo queste squadre. Noi che le guardiamo un po’ di più dobbiamo stare attenti a giocare ogni partita perché ogni partita ha le sue complicazioni. E dall’altra parte c’è sempre gente che viaggia. Sul piano tecnico inoltre non sono così indietro. Anzi, può essere anche l’occasione per vedere dei giocatori un po’ meno conosciuti, che però ci stanno veramente bene. Ogni partita va presa con le pinze». Un monito che ben rappresenta lo stato attuale del calcio nostrano che ormai troppo spesso incappa in serate horror sui campi europei più disparati dove basta che gli avversari mettano più intensità per mandare all’aria ogni tipo di vantaggio tecnico. Ma stasera la Roma deve solo pensare a vincere continuando a seguire le indicazioni di Gasp.

Roma, oggi c’è il Viktoria. Ma è ansia per Angelino

Tutti in campo, tranne Angelino. La Roma stasera all’Olimpico (ore 21, diretta Sky) è a caccia di tre punti fondamentali nel girone di Europa League e dovrà vedersela col Viktoria Plzen del bomber Durosinmi. «Abbiamo necessità di vincere, ma non abbassiamo la guardia. Il calcio italiano è diventato presuntuoso e non conosce i valori di certe squadre e certi giocatori», ha ammonito Gasp. Che ha apprezzato i progressi di squadra visti con l’Inter: «Bisogna guardare oltre al risultato, se avessimo pareggiato oggi fareste altre valutazioni. Abbiamo tirato in porta 10 volte, stiamo crescendo. Dobbiamo essere più precisi». Gasperini potrà contare su tutta la rosa a disposizione ma è in ansia per le condizioni di Angelino per il quale non può essere stabilita una data di rientro. «Ci affidiamo ai medici, non posso mettere bocca su questa situazione. Sta svolgendo degli accertamenti e incrociamo le dita affinché torni presto», ha detto ieri Gasp alimentando la preoccupazione. Lo spagnolo, infatti, è ai box da inizio ottobre a causa di una forte bronchite asmatica che gli ha fatto perdere parecchio peso e che lo ha debilitato oltre le aspettative. In questi giorni effettuerà altri esami per capire la causa del crollo fisico. Al suo posto Gasp alternerà Tsimikas e Wesley, in attesa di buone notizie. Che nel frattempo arrivano da Bailey anche se il tecnico precisa: «Può essere titolare perché per me nel calcio moderno anche chi entra dalla panchina lo è». Chance per El Aynaoui e uno tra Hermoso e Ziolkowski. Ad arbitrare sarà il turco Meler che l’anno scorso concesse un rigore inesistente al Bruges eliminando l’Atalanta e scatenando la furia di Gasp. «Arbitra lui? Non lo sapevo. Ma io quando mi arrabbio poi metto tutto alle spalle», ha sorriso il tecnico. Probabile formazione: Svilar; Celik, Mancini, Hermoso; Rensch, Koné, El Aynaoui, Tsimikas; Soulè, Dybala; Dovbyk.

De Sisti in visita a Trigoria: lo scatto con mister Ranieri (FOTO)

Una piacevole visita oggi a Trigoria. Giancarlo “Picchio” De Sisti, infati, ha visitato il centro sportivo giallorosso e incontrato il tecnico Claudio Ranieri, come dimostrano gli scatti pubblicati dal club sui social. “Una visita speciale oggi a Trigoria”, ha scritto l’account giallorosso. Per De Sisti 229 presenze e 29 gol con la maglia della Roma nelle due esperienze tra il 1960 e il 1965, e poi tra il ’74 e il ’79. E domenica ci sarà proprio la sfida contro la Fiorentina, altro club di De Sisti.

Gravina: “Recuperi? Sarà predisposto un protocollo comune”

“Caos recuperi? Ne abbiamo parlato oggi e abbiamo stabilito che sarà predisposto, di comune accordo con le componenti, un protocollo che si dovrà seguire per tutti gli eventi che possono accadere”. Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, sul caos recuperi nelle ultime giornate dei campionati dopo la scomparsa di Papa Francesco e del fisioterapista del Lecce, Fiorita. “Quando avviene un caso drammatico come quello di Fiorita ci facciamo prendere da momenti di smarrimento, diventa una reazione piuttosto umorale. Dobbiamo avere la capacità di fissare un protocollo, non possiamo di volta in volta confrontarci e decidere se fare o adottare un determinato provvedimento, per questo serve un protocollo che preveda tutto quello che deve essere fatto in questi momenti”.

(adnkronos)

Borja Mayoral: “Alla Roma Mourinho scelse altri giocatori, non ho avuto l’opportunità di dimostrargli niente”

L’ex calciatore della Roma Borja Mayoral, ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio. L’attaccante spagnolo ha ripercorso i suoi anni in giallorosso e parlato del diabete, patologia di cui soffre fin da bambino. Le sue parole: «La Roma? Venivo da due anni al Levante dove avevo fatto molto bene. Il Real Madrid voleva che rimanessi, ma quando il mercato stava per chiudere, il mio agente mi fa: ‘Hai un’offerta dalla Roma. Però, vedi tu… è una piazza difficile’. Non ho avuto dubbi: ‘Mi piacciono le sfide. Sono stato al Real, voglio giocarmela anche lì’. Mi sentivo pronto e poi desideravo con tutto me stesso una chance per scendere in campo con continuità».

Ad incidere sulla scelta è stata anche una telefonata con Fonseca«Dalla prima chiamata mi ha convinto. Lui stava facendo bene, aveva bisogno di un attaccante con caratteristiche un po’ diverse da quelle di Dzeko. È stata un’esperienza unica, indimenticabile». L’ambientamento è stato semplice: «In quella Roma c’erano tanti spagnoli: Pedro, Perez, Villar. Ci ritrovavamo spesso insieme per guardare le partite, mangiare o conoscere la città. E poi c’era gente come Dzeko, Mkhitaryan, El Shaarawy, Pellegrini: tutti ragazzi splendidi. Anche con Edin avevo un bel rapporto: parlavamo molto. Nella mia prima stagione ho fatto molto bene: giocavo pochi minuti, ma riuscivo sempre a segnare. È stato un peccato non aver vinto nulla, nonostante la semifinale di Europa League con il Man United. Poi tra infortuni e l’addio di Fonseca la mia esperienza è cambiata totalmente».

Con l’arrivo di Mourinho, Borja finisce ai margini della squadra: «La Roma voleva che rimanessi anche perché dopo i 17 gol del primo anno volevano usare la recompra. Ma Mourinho ha preferito prendere altri rinforzi, scegliere i giocatori per la sua rosa: non ho avuto la possibilità di dimostrargli niente. Credo di aver giocato 3 partite. Io e Villar, anche lui in prestito, siamo andati al Getafe: avevo troppa voglia di giocare e dimostrare quello che potevo fare».

Poi il passaggio sul diabete: «La mia vittoria più grande è non aver permesso alla malattia di spegnere i miei sogni. Credo che il diabete abbia cambiato più la vita ai miei genitori che a me. Io ero piccolo, non mi rendevo conto di nulla. Loro si sono dovuti abituare a controllarmi, a medicarmi, a regolare lo zucchero. Immagino sia stato brutto all’inizio, ma penso che abbiano fatto tutto nel migliore dei modi. Anche nei primi anni in cui giocavo a calcio io andavo periodicamente in ospedale, ma erano i miei genitori o lo staff del Real Madrid a fare tutto. Col tempo ho imparato a farmi da solo le punture, a controllare i miei dati glicemici e l’alimentazione. È una malattia che ti insegna a rispettarti sotto tutti i punti di vista. E oggi so di essere un punto di riferimento per molti: famiglie e bambini mi scrivono spesso. In futuro vorrei creare un’associazione per tutte quelle persone che faticano a reperire informazioni corrette o a curarsi. Ho già aiutato molta gente in Spagna e in Italia, è una cosa che faccio con piacere».

(cronachedispogliatoio.it)

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