Instagram, gli auguri della Roma per i 74 anni di Ranieri: “Buon compleanno!” (FOTO)

Giornata speciale per Claudio Ranieri. L’ex allenatore della Roma e attuale Senior Advisor della società giallorossa compie oggi 74 anni e il club ha celebrato Sir Claudio con un post pubblicato su Instagram: “Buon compleanno, Claudio Ranieri!”, la didascalia che accompagna le foto. Ex giocatore del settore giovanile della Roma, Ranieri ha ricoperto il ruolo di allenatore dei capitolini in tre occasioni e in totale ha collezionato 132 panchine.

 

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Manco dar fornaro

LAROMA24.IT (AUGUSTO CIARDI) – Esistesse un manuale illustrato dei modi di dire, sotto la definizione “non segna manco con le mani” ci sarebbe la foto degli attaccanti della Roma. Due numeri nove, soltanto un gol complessivo. E meno male che tre volte è andato a segno Soulé e che il derby è stato vinto grazie alla rete di Pellegrini.

A Gasperini imputano le scelte iniziali di sabato sera. Avrà pure sbagliato alcune mosse, ma c’è già una massa informe di critici che sta comprando chiodi in ferramenta per metterlo in croce. Quando si capirà che le cause di una sterilità imbarazzante sono riconducibili al mercato estivo degli ultimi due anni sarà sempre troppo tardi. Nel mentre, tanto per rinverdire la modalità “ricordati che devi morire”, il direttore sportivo prima della sfida all’Inter carica di entusiasmo l’ambiente ribadendo che a gennaio il mercato sarà condizionato dagli accordi di Nyon. Grazie, di nuovo, ma lo abbiamo capito. Tanti e tanti anni fa. Dai tempi di Pallotta se chiedete l’ora ai dirigente della Roma vi risponderanno indicando Nyon sul mappamondo e vi ricorderanno che bisogna fare i conti coi paletti Uefa.

Ogni tanto, si potrebbe anche sorvolare sul tema. Acquisti sbagliati, un anno fa, acquisti mancati, quest’anno. La Roma è vittima anche degli errori dirigenziali. Basterebbe prenderne atto e voltare pagina, pensando a come migliorare una squadra che se continua a stare lassù è grazie a un tecnico che, lo disse chiaramente, per sfamare le ambizioni stagionali è costretto a nutrire la squadra mangiando la carne fino a spolpare l’osso di una rosa colpevolmente monca, dovendo persino fare esperimenti durante i match, anche a costo di esporsi a possibili figuracce. “Gasperini sta a fa’ er fenomeno”. Certo, come no. Se ci si vuole fidare è bene, altrimenti avanti il prossimo, e ricominciamo l’ennesimo giro, tanto da qualche anno è sempre colpa dell’allenatore, no? Fidiamoci. Ne vale la pena.

Gli attaccanti della Roma sono i primi difensori degli avversari. Gli altri non stanno meglio, numeri alla mano. Non cerchiamo il mezzo gaudio evidenziando il mal comune, ma a tempo perso leggete la classifica marcatori dopo sette giornate di campionato. In testa troverete un ex promessa che di mestiere fa l’esterno, Orsolini, che in età matura ha trovato finalmente continuità. Cinque gol, niente di che. Ma per la Roma attuale, in questo momento, sarebbe il nuovo Batistuta. A quota quattro il talentuoso Paz e l’atipico Pulisic. Manco l’ombra di un centravanti. Quindi, a tre, Lautaro, Bonny, Thuram, Soulé, Cancellieri, De Bruyne e Simeone. Fra i primi dieci marcatori della Serie A, ci sono soltanto quattro attaccanti centrali: Lautaro, Thuram, Bonny e Simeone. Dodici gol in quattro, appartenenti a due squadre, Inter e Torino. Due squadre su venti. Una miseria.

Dicono che siamo la nuova Turchia perché ingaggiamo quarantenni sperando che l’esperienza accenda la luce. Se prendiamo in considerazione l’apporto delle punte in fase realizzativa, somigliamo molto di più al campionato cipriota. Continuiamo a sfogliare il manuale illustrato dei modi di dire…“non segna manco dar fornaro”. Anvedi! Le foto di Dovbyk e Ferguson. Ma anche di Vlahovic, David, Gimenez, Kean, Castellanos, Dia. Spoiler: è colpa della pirateria. E di Nyon. Mai di chi gestisce il governo del calcio e i club. Loro godono dell’immunità mediatica.

In the box – @augustociardi75

Manchester United, Amorim: “Zirkzee e Mainoo vogliono giocare. Ci sono sempre rumors, ma abbiamo bisogno di tutti per fare una buona stagione”

Ruben Amorim, allenatore del Manchester United, è intervenuto in conferenza stampa e tra i vari temi trattati si è soffermato sullo scarso minutaggio concesso a Joshua Zirkzee e Kobbie Mainoo. L’attaccante è un obiettivo della Roma in vista di gennaio e anche il centrocampista, seguito in estate, è stato accostato al club giallorosso. Ecco le dichiarazioni del tecnico dei Red Devils: “Zirkzee e Mainoo sono nostri giocatori, abbiamo bisogno di tutti per fare una buona stagione. Alcuni non stanno giocando, ci sono sempre rumors e notizie sul nostro club… I giocatori vogliono giocare, soprattutto in vista del Mondiale, e gli agenti parlano in continuazione con loro. Io sono concentrato sul presente e sul futuro del Manchester United, non su dichiarazioni esterne”.

Mainoo?
“Come molti altri calciatori, vuole giocare di più. Non ho parlato con lui prima della chiusura della finestra estiva di calciomercato, ma l’ho fatto questa settimana. Non voglio che Mainoo pensi che io abbia parlato con lui solo per trattenerlo. Credo molto in lui, ma alcuni di voi pensano che non giocherà più. Credo che possa fare molto meglio, può migliorare molto e voglio aiutarlo. Avrà delle opportunità come gli altri ragazzi”.

La condanna alle invenzioni

La Roma non conosce mezze misure, e così non si campa bene. Non è questa, però, la nota più stramba dell’intera faccenda. Andiamo con ordine. La Roma o vince oppure perde, non pareggia mai. Nove partite ufficiali in stagione: sei vittorie e tre sconfitte. Con un andamento singolare: quattro trasferte e altrettante vittorie; i tre ko tutti allo stadio Olimpico (e per zero a uno; due su due in campionato al ritorno dalla sosta: c’è un nesso logico?). Roma squadra da trasferta, perciò? Roma, in realtà, squadra tutta da decifrare, ancora da definire, priva di un rendimento equilibrato e, soprattutto, con un enorme problema: il gol. Più in casa che lontano dalla Capitale, a livello numerico, visto che le tre partite che ha chiuso senza segnare le ha giocate davanti al pubblico amico. Ce n’è per tutti i gusti, in sede di analisi. Le sette reti all’attivo in sette gare di campionato sono un’autentica miseria. E questo aiuta a spiegare come mai Gian Piero Gasperini stia ripetutamente cercando (talvolta esagerando, ma perché obbligato…) di trovare soluzioni offensive che possano consentire alla squadra di ovviare ai limiti confezionati da punte spuntate e/o da due attaccanti centrali che non ne fanno mezzo. (…) Allargando il discorso, emerge in maniera chiara che la Roma di Gasperini non potrà mai giocare come l’Atalanta di Gasperini. Almeno fino alla prossima sessione di mercato e dintorni, a essere ottimisti. Per un paio di motivi molto semplici: primo, perché quella Atalanta ci ha messo anni prima di giocare come voleva Gasp; secondo, perché Gasp a Roma non ha gli uomini che aveva a Bergamo. (…) Da qui le continue “invenzioni”. Si lamenta senza lamentarsi platealmente, insomma. Per ora. Lo fa con i fatti, con le scelte non con le parole. Ha chiesto per mesi giocatori (in attacco, soprattutto) con determinate caratteristiche ma il suo appello è rimasto inascoltato. Avrebbe voluto salutare prima dell’inizio del raduno un sacco di gente che invece sta ancora a Trigoria e da lui si pretende il “miracolo”? 15 punti in 7 partite di campionato, considerando la qualità complessiva e la prolificità praticamente nulla degli attaccanti, rappresentano già per conto loro un (mezzo) miracolo. (…)

(corsport)

Vecchia Roma

Vecchia Roma è una canzone. Vecchia Roma è il centro della città, quello che fa battere il cuore. Vecchia Roma è pure questa Roma però, che col «modernismo» — giusto per citare l’arte di Claudio Villa — proprio non riesce ancora ad andar d’accordo. Il tabellino del match contro l’Inter è lì, impietoso: solo Wesley titolare tra i nuovi acquisti. Ma è un ritornello che va avanti dall’inizio: in campionato Gasperini ha impiegato dal primo al massimo due giocatori arrivati in estate (Bologna, Pisa, Torino e Fiorentina), limitandosi invece a un solo “nuovo impiegato” pure nel derby e col Verona. In soldoni: il processo di rinnovamento della squadra per il momento è quasi esclusivamente nell’atteggiamento dettato dal cambio in panchina, dunque dall’aggressività, dal recupero palla alto, dall’uomo contro uomo portato all’esasperazione e da tutto quel che di pratico e filosofico ha regalato l’arrivo di Gasp. La Roma ha cambiato faccia, sì, ma non le facce. E non tutto si può giustificare con quanto spiegato dall’allenatore, ovvero dalla voglia di affidarsi inizialmente al blocco storico della squadra. (…) Ferguson aveva illuso tra Bologna e Pisa e adesso è dentro una fase di involuzione che può essere sintetizzata così: se Gasperini arriva a preferirgli questo Dovbyk, non è certo solo perché l’ucraino è un giocatore di proprietà e l’irlandese un prestito, dunque non valorizzabile (a meno di non mettere in conto di spendere 38 milioni di riscatto: difficile). L’altro rebus è El Aynaoui: una sola gara da titolare in campionato (con sostituzione dopo 45′) e una sensazione diffusa di non aver ancora messo in moto il suo potenziale. O meglio, di non aver capito come metterlo in moto. Nel conto andrebbero messi poi anche Tsimikas e Ghilardi (zero minuti), certo.

(corsera)

La grande anemia: la Serie A ha già perso 40 gol

Nelle prime sette giornate la serie A ha smarrito 40 gol rispetto all’anno scorso. E un’enormità che balza all’occhio in un weekend esageratamente povero — nove reti nelle nove partite giocate fin qui — ma è da agosto che si procede in questa nevrotica siccità. Nessuno sembra più in grado di attaccare una difesa schierata: o la si coglie spettinata, come ha fatto l’Inter con la Roma nell’occasione verticale in cui Bonny ha risolto il match più importante della giornata, o si assiste a lunghi assedi in stile Far West, con le difese disposte in semicerchio e gli attacchi che girano loro attorno in orizzontale cercando uno spiraglio. E quando infine lo trovano, come ha fatto l’Atalanta nella ripresa di ieri con la Lazio, mancano le energie per restare freddi davanti alla porta. La qualità, o meglio la sua assenza, è un elemento chiave del discorso: in questo settimo turno le squadre della metà bassa della classifica hanno segnato due soli gol, Simeone e Gosens. (…) La grande ammucchiata in testa alla classifica è un’ovvia conseguenza della siccità, perché delle otto squadre ammassate in cinque punti soltanto l’Inter (+2) e il Bologna (+4) hanno segnato più dell’anno scorso. Le altre sono tutte in perdita, persino la Roma, (-1) che pure ha cinque punti in più, persino il Como (-1) che da una stagione all’altra è cresciuto di quattro punti, addirittura il Milan che ha raggiunto il primato solitario pur avendo segnato quattro reti in meno rispetto alla pallida partenza del 2024. (…) Qualche appunto dall’ingorgo dell’alta classifica. L’Inter viaggia forte grazie alle punte di scorta, il semireparto che l’anno scorso le costò il crollo finale. Se Lukaku sembrava insostituibile, Hojlund lo è con certezza. Tudor è ufficialmente entrato in zona pericolo. I migliori giocatori del torneo hanno età opposte: Luka Modric e Nico Paz. Chissà quanto è casuale che a Perth, nella discussa trasferta promozionale, vadano loro due.

(corsera)

Puntare la porta e riempire l’area: la ricetta di Gasp

A volte basta davvero poco. Qualche tiro verso la porta, più di un’occasione da gol. La Roma non ci aveva abituato a perdere, è accaduto in campionato – prima dell’Inter – solo contro il Torino, ma era stata capace, spesso, di non subire troppo gli avversari e allo stesso tempo di vincere con il minimo sforzo. E per minimo sforzo si intende, sfruttando al massimo le poche, spesso unica occasione da gol. Un tiro in porta, due al massimo, e l’uno a zero era garantito. (…) Ma con l’Inter è accaduto un qualcosa di inedito, che ci fa capire come la Roma abbia bisogno di un terminale offensivo di livello, ovvero che finalmente è riuscita a creare numerose opportunità da gol. Numerose, almeno, rispetto alle precedenti partite. Nel secondo tempo si è vista una squadra che, a detta di Gasperini, fa ben sperare per il futuro. La Roma, infatti, ha tirato in porta più dell’Inter (5 contro 3), ha avuto più occasioni nitide dei nerazzurri (3 contro 2). Migliore pure nei tiri verso la porta (15 contro 12, di cui 11 da dentro l’area di rigo-re, e questo è un dato confortante, e quattro da fuori), per non parlare poi del possesso palla alla fine dei 90′ (57% contro 43%). (…) La prima Roma gasperiniana l’abbiamo vista proprio in una sconfitta, che forse non meritava proprio alla luce di come ha interpretato la ripresa. Creare significa portare dentro l’area più calciatori: il gol di Pisa, ad esempio, è il paradigma dei dettami di Gasperini, con tre calciatori in area a scambiarsi il pallone. Questa è la vera comfort zone dell’allenatore della Roma. E abbiamo capito, con quel secondo tempo contro l’Inter, che vuole rientrarci quanto prima.

(Il Messaggero)

Rieti: assalto al pullman dei tifosi del Pistoia basket. Morto l’autista

Tragedia al termine della partita di basket tra la RSR Sebastiani Rieti e l’Estra Pistoia. Al momento della partenza dal PalaSojourner dei tifosi biancorossi, il pullman che li trasportava è stato assaltato dal lancio di pietre e altri oggetti contundenti. Uno di questi, un mattone, ha centrato in pieno l’autista di scorta del mezzo. La situazione clinica dell’uomo è stata fin da subito giudicata come grave e, una volta arrivati i soccorsi, si è tentato per più di un’ora di rianimare l’uomo. Tentativi che alla fine sono risultati vani, con l’uomo che è stato dichiarato deceduto.

(pistoiasport.com)

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Torna l’Europa League: arriva il Plzen. Bailey si scalda per la prima da titolare

Buona la prima per Bailey che si è finalmente messo alle spalle un calvario durato quasi due mesi e ha esordito con la maglia giallorossa. Il risultato lascia l’amaro in bocca ma lo spezzone contro l’Inter fa ben sperare per il futuro. L’Olimpico lo aveva assaporato solamente sulle tribune mentre sabato ha dato un primo assaggio delle sue qualità. Una su tutte il dribbling e lo slalom per superare due avversari a pochi minuti dal suo ingresso ha strappato applausi. Eleganza ed esplosività, Gasp ha bisogno di un giocatore del genere per rinforzare un pacchetto offensivo che fino a questo momento sta deludendo. Sette gol in altrettante partite di Serie A sono un bottino misero e il giamaicano è una nuova freccia da inserire nell’arco. (…) I pop corn di cui aveva parlato il padre-agente (pronto a vederlo dal vivo giovedì) sono pronti per essere serviti e Bailey ha voglia di ritagliarsi un ruolo importante in un porzione di campo che ancora non ha un padrone. Sulla trequarti di destra si sono alternati El Shaarawy, Pellegrini, Dybala e Baldanzi. Ora è il turno di Leon che è pronto a ruggire.

(Il Messaggero)

Da Dovbyk a Dybala nessuno segna più. Cercasi centravanti

Gasperini continua giustamente a sforzarsi nel vedere il bicchiere mezzo pieno. Il problema è che anche dandogli il credito che merita, resta sempre l’altra metà, ricca di calciatori in difficoltà, di tentativi di riparare ad un mercato che per ora non sta dando nulla alla causa e di qualche errore di reparto che inizia a ripetersi in modo sinistro. Inutile provare ad edulcorare la pillola: se la Roma vuole ambire a restare in zona Champions, deve iniziare a segnare di più. Quale sia la formula: falso nove, con il centra-vanti, con la doppia torre, fate vobis. Perché 7 gol in 7 partite, conoscendo i trascorsi del tecnico, sono a dir poco una miseria. Gasp le sta tentando tutte. Dovbyk e Ferguson non lo convincono, lo abbiamo capito, e per questo motivo sta cercando di puntare sulla qualità, ricevendo delle risposte a metà. (…) Sabato con l’Inter ha invece arretrato Pellegrini, lasciando Soulé largo a destra e alzando Paulo: zero, almeno per un tempo. Perché la squadra è migliorata con l’ingresso di Dovbyk che paradossalmente ha confermato come al netto delle difficoltà di Artem e Ferguson, giochi meglio con un punto di riferimento offensivo. Per questo il club deve venire in soccorso dell’allenatore: a gennaio, più che il famoso esterno di piede destro a sinistra, va preso un 9 con le caratteristiche che chiede Gasp. Che intanto deve provare a correggere degli errori che iniziano a ripetersi un po’ troppo frequentemente. Perché la dinamica del gol di Bonny, è uguale a quella dell’errore di Dia nel derby, del tiro strozzato di Meister a Pisa, in parte del gol subito da Simeone col Torino (…)

(Il Messaggero)