Taylor: “Finale Europa League? Nessun grave errore” (VIDEO)

In un’intervista alla BBC Sport, Anthony Taylor parla pubblicamente per la prima volta di essere stato preso di mira dai tifosi della Roma mentre camminava in aeroporto con la sua famiglia, esterno dopo la finale di Europa League del 2023.

Il 46enne ha affermato di essere così preoccupato per l’atteggiamento nei confronti degli arbitri che a volte pensa: “Ne vale la pena?“.

Nonostante ciò, sostiene anche che essere un arbitro di alto livello sia uno dei lavori più belli del mondo. Taylor, arbitro di Premier League da quasi 15 anni, ha diretto partite al Mondiale in Qatar nel 2022 e all’Europeo del 2020, oltre che le finali della Supercoppa Europea e della Nations League.

Taylor ritiene che l’approccio del calcio basato sulla vittoria a tutti i costi stia avendo un effetto negativo sulla salute mentale e sulle prestazioni degli arbitri attuali e futuri.

È la situazione peggiore che abbia mai dovuto affrontare“, ha raccontato Taylor, affrontato dal tecnico della Roma José Mourinho dopo che la sua squadra aveva perso la finale di Europa League del 2023 ai rigori contro il Siviglia.

L’arbitro inglese ha mostrato i cartellini gialli a 13 giocatori durante la partita e sono stati giocati 25 minuti di recupero, compresi i tempi supplementari.

Mourinho ha definito Taylor una “vergogna” due volte in una conferenza stampa post-partita prima di affrontarlo in un parcheggio, un episodio per il quale il portoghese è stato squalificato per quattro partite.

Taylor è stato poi insultato dai tifosi inferociti mentre attraversava l’aeroporto di Budapest con la sua famiglia. “Non solo perché in quel momento viaggiavo con i miei familiari, ma anche perché mette in luce l’impatto del comportamento delle persone sugli altri. Anche in una partita come quella, in cui non ci sono stati errori gravi

Dopo la partita, Taylor ha avuto la sensazione che ci fosse un tentativo di “spostare l’attenzione su qualcuno da incolpare“. Ha aggiunto: “Per me, questa è una grande fonte di delusione, frustrazione e rabbia. Non so perché ciò sia accettabile, perché sono sicuro che a quegli individui non piacerebbe che qualcuno si voltasse e dicesse una cosa del genere a loro o ai loro figli.

Ti fa riflettere se hai commesso un errore a viaggiare con la tua famiglia fin dall’inizio. Da allora non sono più venuti a vedere una mia partita

Alla domanda se pensasse che il comportamento di Mourinho abbia potuto influenzare i tifosi che lo hanno insultato, ha risposto: “Sì, ad essere onesti, penso di sì”.

L’endorsment a sorpresa di Totti: “Tifo Campobasso” (VIDEO)

Simpatico siparietto tra Francesco Totti e i due comici Corrado Nuzzo e Maria Di Biase.

A margine di un evento organizzato da Amazon Prime Video, Maria Di Biase ha scherzato con l’ex Capitano giallorosso parlando della sua fede calcistica: “Non ti temo, io tifo Campobasso“. Pronta la risposta di Totti: “Anche io tifo Campobasso. Ho un mio amico che lì fa l’allenatore, Zauri“.

Il riferimento è a Luciano Zauri, ex difensore tra le altre di Lazio e Atalanta e oggi allenatore del Campobasso.

Endorsment a sorpresa di Totti, anche se la sua fede giallorossa non è sicuramente in discussione.

 

 

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Totti: “Nico Paz mi intriga tantissimo. In bocca al lupo a Gattuso da tutti gli italiani” (VIDEO)

L’ex capitano giallorosso, a margine della registrazione di un contenuto social con Betsson.Sport, ha elogiato l’inizio di campionato del fantasista del Como e ha fatto un augurio speciale a Rino alla vigilia del match contro l’Estonia.

Interrogato sui giovani più promettenti, l’ex capitano della Roma ha sorpreso tutti, indicando un nome che non proviene dal vivaio italiano. “Diciamo che al momento non ci sono tanti talenti italiani”, ha esordito Totti. “Io l’unico che sto guardando in questo momento, che non è italiano, è Nico Paz. Lui mi intriga tantissimo“. Una vera e propria incoronazione per il giovane talento argentino.

Infine, non è mancato un pensiero speciale per la Nazionale italiana e per il suo Commissario Tecnico, Gennaro Gattuso, alla vigilia del match contro l’Estonia, valido per le qualificazioni mondiali: “Penso sia doveroso un augurio a Rino, ma soprattutto a tutta la nazionale, sperando che dopo tantissimi anni ci riportino al mondiale. Non solo da parte di Francesco, ma da parte di tutti gli italiani“.

Julio Sergio: “Enzo era un ragazzo incredibile, impossibile spiegare la sua forza. È venuto per portare un messaggio: la vita non va sprecata, ma va vissuta”

Toccanti parole da parte di Julio Sergio, che al sito di Gianluca Di Marzio ha scritto una lunga lettera parlando della malattia del figlio Enzo, scomparso lo scorso 27 luglio. “Quando ho sentito quelle parole mi è crollato il mondo addosso. Ero suo padre. Era mio figlio. Ma in quel momento ti rendi conto di cosa significhi amore incondizionato. Da papà avrei voluto che restasse ancora con noi, ma lasciarlo andare era la cosa migliore per lui, era la sua volontà. Enzo manca tutti i giorni. Il suo ricordo vive in ogni cosa che facciamo. Il ricordo di lui, di ciò che abbiamo fatto assieme, di ciò che eravamo. È stata una battaglia lunga cinque anni. Era il 2020. Enzo aveva forti mal di testa. Poi si sono aggiunti anche dei problemi di equilibrio. Sono iniziate le visite, tante visite. Tutte senza risposta. Un consulto con una pediatra ha cambiato tutto. “Questa situazione non è normale, deve fare una tomografia”. Lo ricordo bene quel giorno. L’esame era iniziato alle 5 di pomeriggio. Alle 8 di mattina del giorno successivo era già in sala operatoria per il suo primo intervento alla testa. Da quel momento abbiamo combattuto. Abbiamo combattuto tutti i giorni, ogni giorno. Il 27 luglio scorso Enzo se n’è andato per un’infiammazione ai polmoni durante l’ultima radioterapia. Il sistema immunitario non rispondeva più. Nell’ultimo periodo la malattia si era aggravata. Era provato. Il venerdì era stato indotto in coma farmacologico. Sapevamo che non si sarebbe più risvegliato. Eravamo lì con lui, al suo fianco come sempre. Aveva ancora battito, ma non sarebbe tornato da noi. La domenica ci ha lasciati.” (…)

Julio Sergio ha poi raccontato il coraggio incredibile di Enzo: “Era un ragazzo incredibile. Non ha mai pianto, nonostante da anni non avesse una vita normale. Aveva smesso di svilupparsi fisicamente, non aveva più i capelli dietro alla testa. Non posso immaginare cosa abbia significato tutto questo per lui. È stato capace di crearsi il suo mondo, di trovare una sua forza interiore. Mi torna in mente una nostra chiacchierata. “Enzo, dovrei avere io la tua malattia. Non è giusto”. “No papà, tu devi pensare a mamma e a mia sorella”. Questo era Enzo. Coraggio, amore, positività. Forse è per questo che questi anni, nonostante spesso gli sviluppi fossero negativi, sono stati miracolosi. Penso sia stato l’unica persona in grado di reggere sei trapianti e non sentiva i dolori comuni che un medulloblastoma comporta.” (…)

I momenti dopo la diagnosi: “I pensieri nella testa erano tanti. Continuavano a passare, incessanti e pesanti. Mi chiedevo se potessi avere qualche responsabilità per quanto era successo, il perché proprio a noi. Mi domandavo per esempio se la separazione tra me e sua mamma potesse aver influito. Con il tempo ho capito che ci sono variabili che non puoi controllare, come la malattia. Arrivano e basta. L’unica cosa che puoi fare è accettarlo e combattere. Stavo male, la mia vita era cambiata per sempre, ma non farcela non era un’opzione. Non lo era per Enzo, per mia figlia, per la mia famiglia. Se avessi mollato, tutto sarebbe crollato. È una consapevolezza che ti fa scoprire una forza interiore che prima non avresti mai immaginato di avere. E quella forza ti aiuta a rimanere in piedi anche dopo la sua morte.Ho pianto. Ho pianto tanto in questi anni. Mi aiutava a sfogarmi. Con lui poche volte, non me lo potevo permettere. Quando vivi esperienze di questo tipo, ci sono dei momenti in cui fai fatica ad andare avanti e crolli. Ho da tempo uno psicologo e da poco anche uno psichiatra. Senza il loro aiuto è dura reggere. E anche la fede mi ha aiutato tanto a capire che non esiste una spiegazione per tutto e alcuni fattori sono fuori dal nostro controllo. Questa presa di coscienza mi donato un po’ di pace.” (…)

Il ricordo di Enzo: “Enzo è stato un grande. Non si possono spiegare a parole la sua forza e la sua bellezza. Mi ha trasmesso tanto. Mi ha insegnato il valore delle cose, il senso della vita. Nella frenesia della nostra quotidianità ci dimentichiamo di ciò che conta: l’amore, le persone al nostro fianco, fare del bene agli altri. Enzo mi ha aiutato a capire questo. È venuto per portare un messaggio: la vita non va sprecata, ma va vissuta. Senza l’oggi non c’è il domani. Bisogna vivere il presente.Porto con me il suo sorriso e la sua incondizionata voglia di vivere. È sempre con me. Lo vedo e lo sento in ogni attimo. È nelle mie giornate e nelle mie preghiere. E ogni tanto ci parlo. Quando ho momenti difficili gli chiedo una mano, so che mi può aiutare. Il dolore non se ne andrà mai. Enzo non c’è e non ci sarà più. So che ci rivedremo tra qualche anno.

(gianlcucadimarzio.com)

LEGGI L’INTERVISTA INTEGRALE

Stadio Roma, ultima tappa «Il progetto entro l’anno»

Ottimismo. Molto ottimismo. Dan Friedkin aspetta al di fuori del Rome Cavalieri Waldorf Astoria Hotel dove si stanno svolgendo i lavori dell’assemblea dell’Eca, l’associazione dei Club Calcistici Europei. Grandi sorrisi, vestiti quasi indistinguibili, il patron giallorosso e il sindaco entrano nella sala chiacchierando e sorridendo. All’uscita, poi, Gualtieri si ferma a parlare con i giornalisti: «Siamo all’ultima tappa per lo stadio della Roma e vi posso assicurare che sarà uno degli stadi più belli del mondo. Non sarà solo un impianto sportivo, porterà con sé un’intera rigenerazione urbanistica con spazi verdi e spazi aperti per la cittadinanza. Vogliamo rigenerare spazi urbani e migliorare gli impianti per migliorare la città e con Roma e Lazio lavoriamo in questa direzione». Poi, l’annuncio che i tifosi stanno aspettando da tanto, troppo tempo: «Sicuramente entro il 2025 ci sarà la presentazione del progetto definitivo. Siamo all’ultimo miglio, anche gli ultimi incontri sono andati bene. La società a breve sarà nelle condizioni di presentare il progetto, ma sarà il club a dire la data. Siamo fiduciosi e nei tempi per la conclusione del processo autorizzativo di giugno per usare lo stadio per gli europei di calcio del 2032. Tutti i passaggi sono positivi e siamo molto fiduciosi che questo pro¬getto ci possa far fare tutti i pas¬saggi formali per l’avvio dei lavori». Le parole di Gualtieri riportano al centro del palcoscenico la decisione presa dalla Federcalcio di inserire anche Pietralata nell’elenco dei 13 impianti che saranno sotto commissario straordinario. Un’idea che era stata avanzata mesi fa, per primo, da Andrea Magnanelli, uno degli avvocati di punta del Campidoglio che, per confa di Palazzo Senatorio, si sta occupando, con succes¬so, insieme alla squadra dell’A-vocatura capitolina proprio di Pietralata e dei numerosi ricorsi presentati dai No Stadio. (…) La versione basic del commissariamento avrà una data di scadenza: settembre 2026. Il prossmo anno, entro fine settembre, la Federcalcio dovrà scremare la lista degli impianti che passeranno da 13 a 5. I cinque selezionati godranno del commissariamento fino alla conclusione dei lavori. Altrimenti, se rimarranno fuori dalla lista finale, il commiss-riamento dovrebbe intèrrompersi in quel mese. (…)

(Il Messaggero)

All’ultimo Stadio

IL TEMPO (L. PES) –  Stadio, ci siamo. Giornata importante per il futuro del nuovo impianto che dovrebbe sorgere a Pietralata e sul quale la famiglia Friedkin è pronta a investire circa un miliardo. Ieri il presidente giallorosso ha incontrato il sindaco di Roma Gualtieri in occasione della 32a assemblea generale dell’EFC che proprio ieri si è chiusa nella Capitale. I due hanno avuto un colloquio di pochi minuti a margine dell’evento durante il quale il primo cittadino ha speso parole molto ottimiste sullo stadio. «Siamo all’ultima tappa del nuovo stadio della Roma, porterà con se un’intera riqualificazione urbanistica creando delle zone verdi per i cittadini e impianti sportivi. Roma è una città che parla al mondo, mi auguro che questo incontro possa creare un nuovo inizio per il calcio europeo». Parole che lasciano ben sperare, in attesa della presen-tazione del progetto definitivo che il club dovrà presen-tare in Campidoglio con tempi che però non preoccupano Gualtieri. «Consegna entro fine 2025? Certo, ma la data la annuncerà La Roma, posso confermare che sarà entro la fine dell’anno. L’incontro è andato mol-to bene ma non posso esprimermi sulle tempistiche , spetta a loro dirlo. Progetto portivo e progetto stadio vanno di pari passo – ha commentato con i cronisti presenti – Siamo all’ultima tappa del nuovo stadio della Roma, sarà uno dei più belli del mondo portando con se un’intera riqualificazione urbanistica creando delle zone verdi per i cittadini e impianti sportivi. Roma è una città che parla al mondo, mi auguro che questo incontro possa creare un nuovo inizio per il calcio europeo». Non solo stadio, però, per il numero uno giallorosso che è stato tra i protagonisti assoluti dell’assemblea che ha fatto tappa nella Capitale. Tra i più entusiasti il presidente dell’EFC, nonché proprietario del Psg Nasser Al-Khelaifi. «Devo fare un particolare ringraziamento a Dan. Questa assemblea generale è stata la migliore a cui ho presenziato. Senza di te non sarebbe stato possibile tutto ciò. Sei una delle persone migliori ed eleganti che abbia incontrato in questi anni nel calcio». Poi aggiunge: «Il rapporto con Dan? E diverso da tutti gli altri e penso che questa cosa lo contraddistingua. È un gentiluomo, un uomo di classe e apprezzo la sua visione del calcio e il suo tentativo di investire. A volte non è facile e lo sappiamo nel mondo del calcio ma lui è una persona di classe, una delle migliori che abbia mai incontrato. Vogliamo fare il massimo per questo sport e per farlo crescere». Parole di stima profonda che testimoniano il forte legame tra i due, ormai consolidato da anni. Ma la mattinata «istituzionale» di Friedkin è stata anche l’occasione per incontri più legati al «territorio». In un colloquio tra i due, infatti, il presidente della Lega Serie A Simonelli ha invitato il texano alla prossima riunione di Lega, ricevendo un sì di risposta del patron giallorosso col quale ha parlato anche della possibilità di far crescere l’interesse per il calcio italiano negli Stati Uniti. Dan ha ribadito il proprio supporto e potrebbe essere presente anche alla NIAF, la più importante lobby italo-americana, in programma il prossimo 18 ottobre, dove verranno ospitate tutte le proprietà americane in Italia. Forse per la prima volta, almeno a livello mediatico, il patron romanista è stato al centro della scena, a dimostrazione di quanto sia forte la volontà di continuare a portare in alto la Roma, imparando dagli errori.

Il club corre, Gualtieri conferma: “Sarà lo stadio più bello al mondo”

vicini, uno fianco all’altro. Anche per ribadire una comunanza d’intenti e una vicinanza mai così forte come oggi. Ieri mattina il presidente della Roma Dan Friedkin e il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri sono entrati così, uno accanto all’altro all’assemblea generale della Efc. Parlottando fitto tra di loro, un po’ di stadio e un po’ di altro. Anche se poi il cuore della questione era proprio il futuro impianto di Pietralata, quasi l’ombelico del domani tinto di giallorosso. Del resto, sia Friedkin sia Gualtieri hanno un interesse convergente a vedere il progetto partire e anche concludersi. Il presidente della Roma ovviamente per patrimonializzare il club e creare nuove fonti di ricavo, il sindaco di Roma perché la campagna elettorale si avvicina (si voterà nel 2027) e Gualtieri sa bene che lo stadio può essere un ottimo catalizzatore di voti.  E ieri mattina proprio Gualtieri, a margine dell’assemblea della Efc, ha fatto chiarezza sulla situazione dell’impianto e sulla presentazione del progetto definitivo, che la Roma si auspica di presentare entro la fine del 2025. “Siamo nello stadio fmale, gli ultimi incontri sono andati molto bene, il lavoro sta procedendo – ha detto il numero uno della Capitale -. La società a breve sarà nelle condizioni di presentare il progetto. E questo ci permetterà di rispettare la deadline europea per giu-gno, in modo da poter formaliz-zare anche l’utilizzo dello stadio per gli Europei 2032. Siamo fiduciosi, ci siamo e siamo contenti perché il progetto è bellissimo e di qualità. Per noi ha una duplice valenza positiva: sarà uno degli stadi più belli, se non il più bello al mondo, sia a livello architettonico che sportivo”. (…) Ed allora non resta che correre verso il prossimo passo, quello della presentazione del progetto. Mercoledì in Comune c’è stata una importante riunione operativa e un’altra andrà in scena la prossima settimana, per fare il punto, con la partecipazione di tutte le componenti interessate. Qualche “frizione” tra Comune e club c’era stata nei giorni scorsi per le tempistiche, tra la partenza degli scavi archeologici e l’attesa perizia agronomica di Mauro Uniformi, presidente nazionale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali. Perizia la cui parte finale è attesa nei prossimi giorni. (…)

(gasport)

Friedkin spinge la Roma. Gasperini avrà nuovi gol

Dan Friedkin non è mai stato così visibile. Più che visibile, verrebbe da dire tangibile. All’assemblea Efc si è mosso da padrone di casa, ha accolto il sindaco Roberto Gualtieri (di cui si legge nel pezzo a fianco), ha dialogato con il presidente di Lega Ezio Simonelli — pro-mettendo un sua prossima presenza a Milano a un’assemblea di Lega con tema lo sviluppo della Serie A negli Stati Uniti— e ha pure incassato i complimenti pubblici di Nasser Al Khelaifi: (…) Poi, all’ora di pranzo, Friedkin si è infilato dentro un’auto e si è diretto verso Trigoria. Stavolta, non per salutare la squadra, che si è era al-lenata in mattinata. Ma l’obiettivo del presidente era incontrare tutta l’area sportiva: il tecnico Gian Piero Gasperini, il direttore sportivo Ricky Massara e il senior advi-sor Claudio Ranieri. Gli incontri sono durati a lungo. E Friedkin ha tenuto a sottolineare la sua soddisfazione per il lavoro svolto fin qui, non solo per quel che riguarda la posizione in classifica, una serenità figlia della consapevolezza per aver (forse) imboccato la strada giusta. Ma è chiaro che, durante i meeting, siano stati toccati anche temi legati al prossimo futuro. Dunque, uno sguardo già a quel che potrà essere fatto in termini di rinforzi sul mercato di gennaio. Benintesi: non si è parlato di nomi. Non siamo neppure a metà ottobre, non è logico pensare che una sessione come quella invernale, che quasi sempre vive sulle opportunità da cogliere, magari legate alle problematiche altrui, possa essere programmata con largo anticipo. Però certamente tutte le parti sono concordi sul fatto che tra due mesi sarà fatto quel che non è riuscito a fine agosto. (…) A gennaio non sono previste cessioni, neppure di Pellegrini. Capitolo rinnovi: al momento sono tutti congelati, se ne parlerà nel 2026. E il più certo di allungare il contratto, tra quelli in scadenza, è Celik. Questo è lo scenario. Che nel calcio cambia in fretta ed è orientato dai risultati. Sbagliato, ma lo sa bene pure Friedkin.

(corsera)

Cristante: «Vogliamo i Mondiali»

IL TEMPO (S. PIERETTI) – Si è preso la Roma, si è ripreso la Nazionale. Bryan Cristante torna a Covercia-no dopo oltre quindici mesi, ma lo fa con lo stesso entusiasmo della prima volta quando – nell’ottobre del 2017 – arrivò la chiamata dell’allora ct Ventura. Da allora sono passati otto anni, 43 presenze in Azzurro e un trionfo agli Europei. «La Nazionale è sempre un obiettivo – ha sottolineato il centrocampista azzurro – è sempre un onore ed è bello venire qui. L’ultima volta era finita male, con una brutta esperienza, ora sono contentissimo di essere tornato: speriamo di scrivere storie più belle rispetto all’ultima pagina». È tornato in Nazionale quasi a fari spenti, così come a fari spenti ogni stagione ottiene il posto da titolare nella squadra di club; passano gli allenatori, ma Cristante resta uno dei punti fermi. «Ho visto il et entusiasta – ammette il centrocampista della Roma – ho trovato un ambiente carico, tutti i ragazzi sono belli vogliosi e il mister ci mette la medesima determinazione che ci ha sempre messo e che lo ha sempre contraddistinto». Cristante si volta per un istante indietro, per cercare di dare una spiegazione alla sue ultime esperienze azzurre. «Non so dire cosa non sia andato, alcune volte c’è stata anche un po’ di sfortuna soprattutto per la mancata qualificazione al mondiale in Qatar: poco prima avevamo fatto un bellissimo percorso, in quel caso non fummo fortunati». Nei prossimi due appuntamenti – oltre alla fortuna – serviranno esperienza e sangue freddo: la posta in palio è alta, a partire dalla trasferta contro l’Estonia. «A Tallinn l’atmosfera sarà tosta – ammette Cristante – così come in tutte le partite europee, ancor più quando si gioca in Nazionale dove ti vai a confrontare con i migliori calciatori delle altre nazioni. In campo internazionale non esistono mai partite facili, in ogni gara l’insidia è dietro l’angolo, però noi siamo pronti, sappiamo che dobbiamo vincere, andiamo là con l’obiettivo di portare a casa un unico risultato. Vogliamo andare ai Mondiali con tutte le nostre forze – continua il centrocampista – in questo momento dobbiamo pensare solo all’Estonia perché ritengo fondamentale pensare a una partita alla volta. Dovremo cercare di vincerle tutte, poi si vedremo se saremo passare per i play-off. Ma a tutti questo penseremo più in là, adesso tutta la squadra ha in testa solo la partita contro l’Estonia. Stiamo lavorando nel modo giusto, c’è la possibilità di fare un bellissimo percorso. Rispetto a quello degli ultimi Europei, il gruppo è cresciuto: ci sono tanti giovani che hanno già tanta espe-rienza a livello europeo con diverse partite importanti alle spalle. Bisogna essere ottimisti perché abbiamo un gruppo forte – conclude Cristante – c’è un grande senso di attaccamento alla maglia, il et Gattuso c’ha trasmesso questa sua grande voglia di far bene per la Nazionale».

Dovbyk: «Ho sbagliato a non tirare il terzo rigore»

L’Inter è ancora lontana e anche ieri Gasperini ha lavorato con il gruppo dimezzato tra giocatori impegnati con le proprie nazionali e altri indisponibili. Bailey ha svolto nuovamente una sessione di allenamento differenziato. Ha effettuato nuovi esami che hanno confermato l’assorbimento della lesione muscolare e potrà tornare gradualmente in gruppo la prossima settimana. La volontà è quella di non accelerare i tempi, per questo la sua presenza tra i convocati per l’Inter non è ancora certa. (…) Artem Dovbyk è tornato a parlare del rigore sbagliato contro il Lille: «È stato un momento difficile. Un terzo tentativo? Non so se l’avrei fatto ma il rimpianto è quello di non essere tornato sul dischetto».

(Il Messaggero)