Stadio Roma, Gravina: “Siamo a buon punto, sono molto fiducioso. Massima disponibilità di Gualtieri ed enorme volontà dei Friedkin”

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è intervenuto in conferenza stampa a margine del Consiglio Federale andato in scena oggi e tra i vari temi trattati si è soffermato anche sul progetto del nuovo stadio della Roma a Pietralata. Ecco le sue parole.

C’è la possibilità dello spostamento della 30esima giornata di Serie A per favorire la nazionale in chiave playoff?
«È già in atto un dialogo, ma come detto in consiglio federale abbiamo ancora due partite da disputare. Abbiamo raggiunto il primo obiettivo minimo, il calcio ci insegna che ci sono delle leggi spietate. Aspetteremo le due partite, dopo il sorteggio del 21 novembre valuteremo questo. Ritengo piuttosto fantasioso lo slittamento di una partita di campionato, basti vedere la struttura del calendario. Quella è un’opzione particolarmente remota, ci appelliamo al buonsenso della Lega Serie A e ipotizziamo un paio di stage, uno in particolare il 9-10 febbraio quantomeno per dimezzare i temi di distacco dal 16 novembre al 26 di marzo. Sono mesi lunghi dove il mister non avrebbe la possibilità di vedere i giocatori tutti insieme. C’è disponibilità e apertura a parlarne, poi bisognerà vedere gli impegni a livello nazionale e internazionale dei club».

Che novità ci sono per San Siro in chiave Euro 2032 e la disponibilità del nuovo stadio della Roma?
«Esiste una valutazione in atto che richiede il rispetto di alcuni standard della Uefa, non può esserci alcun documento. La decisione spetta poi alla Figc, ho sentito tante attività a riguardo ma spetta solo a noi. Abbiamo strutturato un gruppo tecnico con all’interno un rappresentante Uefa come Michele Uva che conosciamo bene. Oggi lo diciamo noi che San Siro non rientra negli standard. Abbiamo fatto un incontro per il nuovo stadio della Roma, c’è massima disponibilità del sindaco ed enorme volontà della proprietà della Roma. Mi sembra che siano a buon punto, ho buone speranze e sono molto fiducioso del fatto che la città di Roma potrà avere il secondo stadio».

Totti: “Lo Scudetto un gradino sopra il Mondiale. L’addio? Davo fastidio, mi ha deluso più la società che Spalletti” (VIDEO)

PRIME VIDEO – Francesco Totti si racconta e lo fa in una lunga chiacchierata con Luca Toni all’interno del format ‘Fenomeni’. Il Capitano ha ripercorso alcune tappe della sua carriera, soffermandosi anche sulla vittoria dello scudetto e sull’addio al calcio giocato. Ecco le sue dichiarazioni.

Il ‘no’ al Milan a 12 anni?
“Quando avevo 12 anni venne Braida a casa della mia famiglia e offrì 160 milioni di Lire per portarmi al Milan. Mia mamma mi voleva proteggere e voleva che restassi a Roma, per cui non si fece nulla. Nel 2004 invece fui vicinissimo al Real Madrid. È mancata solo la firma, ma sono stato io a non metterla: è prevalso il cuore e l’amore per la gente di Roma. Più avanti potevo andare in MLS negli Stati Uniti, mi chiamò anche Mihajlović per andare al Torino. Ma non avrei mai potuto accettare e non mi sono pentito. La mia scelta è sempre stata Roma o Roma, da subito ho pensato: qua sono nato e qua muoio. I miei record con la Roma? Qualcuno potrà battere quelli in campo, ma superare il mio affetto e il legame con la gente è impossibile. Non sono mai stato più grande della Roma: ci siamo portati in alto a vicenda”.

La vittoria dello Scudetto?
“Non ho vinto uno Scudetto, ho vinto lo Scudetto con la mia maglia, perché la maglia della Roma è disegnata su di me. Viverlo da capitano, simbolo della Roma e romanista, è stato indescrivibile. Vincere Mondiale e Scudetto sono due sogni che ogni giocatore vuole realizzare: per me il primo era lo Scudetto con la Roma. Qualcuno dirà che sono pazzo, ma lo metto un gradino sopra”.

Lo sputo a Poulsen e il calcio a Balotelli?
“Ancora oggi non mi rendo conto di aver sputato contro Poulsen. Me ne vergogno, è un gesto brutto che da calciatore non avrei accettato di subire, perché è indegno. Il calcio a Balotelli? Era una cosa che covavo da tempo. Era giovane ed era un fenomeno, ma era anche arrogante e presuntuoso. Il mio obiettivo quel giorno non era pareggiare la partita, pensavo solo che se mi fosse capitato avrei colto l’occasione per mandarlo in curva. Poi l’ho sentito e gli ho chiesto scusa e l’abbiamo buttata sul ridere. Il pugno a Colonnese? Mi disse che Cristian non era mio figlio e non ci ho più visto”.

Il rapporto con Spalletti?
“Spalletti secondo me nel 2016 arrivò alla Roma per farmi smettere, assecondato dalla società. Con lui ogni volta c’erano problemi, nei miei confronti era uno Spalletti opposto rispetto a quello del 2005. Lui forse è convinto che io lo abbia fatto allontanare prendendo al suo posto Ranieri, ma non è vero: la dirigenza convocò me e altri giocatori per chiederci chi volessimo tra Mancini, Ranieri e altri. Sul mio addio, fu la società a dirmi che dovevo smettere: un giorno vennero a casa a dirmi che avrei giocato l’ultimo derby. Io non sono stupido, sapevo che prima o poi avrei dovuto smettere ma mi sentivo ancora bene di gambe e di testa. Forse in quell’occasione mi ha deluso più la Roma rispetto a Spalletti, secondo me davo fastidio. Avevo detto che avrei giocato pure gratis, per la Roma avrei dato tutto”.

Il sofferto e difficile addio al calcio?
“Quando ho smesso di giocare mi sentivo senza terra sotto i piedi. Noi siamo schematici, facciamo per tanti anni sempre le stesse cose, tutti i giorni. E io mi sono trovato in difficoltà, spaesato. Non sapevo cosa fare, cosa pensare, come organizzarmi, cosa aspettarmi. Per tre settimane ho pianto tutti i giorni. Ero spaventato, sentivo un’atmosfera paurosa, ero freddo con tutti. Rileggevo in bagno la lettera di addio e piangevo, pensavo a come erano volati quei 25 anni. Ero convinto che avrei fatto una partita di addio, ma dopo le emozioni di quel giorno all’Olimpico ho capito che non ci sarebbe potuto essere un altro addio al calcio e alla Roma. Quel giorno per me è stato come un distaccamento tra madre e figlio”.

 

Settore giovanile, cade l’imbattibilità della Roma Under 17: il Palermo vince 1-0, ma i giallorossi restano in vetta

La Roma Under 17 dice addio all’imbattibilità e interrompe la striscia di cinque vittorie consecutive in campionato. Dopo aver trionfato per 0-3 contro l’Avellino, 3-1 contro il Frosinone, 0-2 contro la Juve Stabia, 5-3 contro l’Empoli e 4-1 contro il Bari domenica scorsa, i ragazzi di Alessandro Toti cadono nel recupero della quinta giornata del Girone C e perdono 1-0 in casa del Palermo. La gara fu spostata poiché la Roma aveva quattro calciatori impegnati con la Nazionale (Giampaolo Bonifazi, Cristian Cioffi, Gioele Giammattei e Mattia Guaglianone) in Estonia nel primo turno delle qualificazioni all’Europeo Under 17 e si è giocata questa mattina alle ore 10:30. A decidere la partita odierna è l’attaccante classe 2009 Enea Platania, il quale regala la vittoria ai rosanero con un gol in avvio di secondo tempo. La sconfitta interrompe il percorso netto della Roma, ma la classifica resta invariata: i giallorossi si confermano in vetta con 15 punti in 6 giornate, mentre il Palermo sale al secondo posto e si porta a -4 (con una partita in meno) dai capitolini.

European Golden Girl 2025: la giallorossa Galli tra le 10 finaliste. I complimenti della Roma: “Brava!” (FOTO)

Momento speciale per Giulia Galli. La calciatrice della Roma è stata inserita tra le dieci finaliste per l’European Golden Girl 2025 e nel corso dell’evento svoltosi alla Badia di San’Andrea (Genova) è stata svelata la lista definitiva. L’attaccante giallorossa è l’unica italiana presente e anche la società capitolina si è complimentata con la propria tesserata: “Giulia Galli è tra le dieci finaliste per l’European Golden Girl 2025 Brava, Giulia!”.

La lista delle dieci finaliste

MICHELLE AGYEMANG – Brighton
IMAN BENEY – Manchester City
GIULIA GALLI – Roma
EVA SCHATZER – Juventus
SIGNE GAUPSET – Brann
SMILLA HOLMBERG – Hammarby
FELICIA SCHRÖDER – Hacken
WIEKE KAPTEIN – Chelsea
NINA MATEJIC – Zenit San Pietroburgo
LILY YOHANNES – Lione

(tuttosport.com)

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Trigoria, seduta sotto gli occhi di Ranieri: Bailey parzialmente in gruppo. Differenziato in palestra per Angelino (FOTO)

Continua la preparazione della Roma al ‘Fulvio Bernardini’ di Trigoria in vista del big match contro l’Inter, valido per la settima giornata di Serie A e in programma sabato alle ore 20:45. Gian Piero Gasperini, che ha ritrovato i calciatori rientrati dalle rispettive nazionali, può sorridere anche per Leon Bailey: come accaduto ieri, questa mattina l’esterno giamaicano si è allenato parzialmente in gruppo per il secondo giorno consecutivo e il rientro in campo si avvicina. Angelino, invece, prosegue il lavoro differenziato in palestra a causa della bronchite asmatica che lo sta tenendo ai box. La seduta si è svolta sotto gli occhi attenti di Claudio Ranieri, Senior Advisor del club giallorosso.

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Zaniolo sceglie il suo giocatore preferito: vince Totti, battuti anche De Rossi e Dybala (VIDEO)

CORSPORT – Nicolò Zaniolo, ex attaccante della Roma e ora in forza all’Udinese, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna del quotidiano e al termine della lunga chiacchierata si è reso protagonista di alcuni giochi. Il classe ’99 ha scelto il suo giocatore preferito e la risposta è stata molto chiara: a vincere è stato Francesco Totti, il quale ha battuto tutti i rivali.

Totti o De Rossi?
“Totti”.

Totti o Pellegrini?
“Totti”.

Totti o Mancini? 
“Totti”.

Totti o Icardi?
“Totti”.

Totti o Morata?
“Totti”.

Totti od Osimhen?
“Totti”.

Totti o Dzeko?
“Totti”,

Totti o Scamacca?
“Totti”.

Totti o Kean?
“Totti”.

Totti o Dybala?
“Totti”.

Falcao compie 72 anni. Il messaggio della Roma: “Auguri, Divino” (FOTO)

Compie oggi gli anni una delle bandiere della storia giallorossa. Paulo Roberto Falcao, infatti, spegne oggi le 72 candeline. E la Roma, tramite i suoi account social, ha mandato un messaggio di auguri al brasiliano: “Paulo Roberto Falcao compie oggi 72 anni Auguri, Divino!”

Troppo Barça per le giallorosse: al Tre Fontane finisce 0-4

IL TEMPO (A. DI PASQUALE) – Poker blaugrana. La Roma perde 4-0 con il Barcellona la sfida valida per la seconda giornata di Women’s Cup. Alle spagnole bastano meno di 2′ per trovare il vantaggio: Bonmatì dalla destra serve perfettamente Brugts che calcia a porta praticamente vuota, nella ripresa Nazareth sigla il raddoppio con una conclusione dal limite, tris di Putellas che trasforma un rigore e nel finale Hansen chiude la gara. Nel mezzo un penalty sbagliato sempre dalla numero 11. Prestazione attenta da parte delle romaniste che hanno cercato di arginare la potenza delle vicecampionesse d’Europa. Primo tempo giocato principalmente nella metà campo giallorossa, con le capitoline brave a difendersi; grande poi l’occasione sbagliata da Viens a pochi istanti dall’intervallo: la canadese supera tutta la difesa avversaria ma a tu per tu Coll tira sul portiere. Ripresa simile ai primi 45′, giallorosse ordinate in cerca della ripartenza vincente e spagnole completamente all’attacco. Secondo ko in Europa per la Roma che arrivava al big match con diverse defezioni importanti: out capitan Giugliano che ha riportato una lesione di medio grado all’ileopsoas, Di Guglielmo che convive da un po’ con un’infiammazione della bandelletta ileotibiale e Babajide ancora ferma per lesione medio grado del bicipite femorale del flessore sinistro; nel frattempo il tecnico ha recuperato Lokasova per la panchina. Tre Fontane sold out per il match contro Bonmatì e compagne, sugli spalti anche gli ex giallorossi Delvecchio, Nela e Candela: un tifo caloroso a cui le ragazze di Rossettini hanno risposto con una prova ordinata, contro un avversario che da anni domina nel panorama europeo. Archiviata la notte Champions, da oggi si torna a pensare al campionato: dopo le prime due giornate di Serie A, le giallorosse sono in testa alla classifica insieme a Lazio e Napoli e proprio le partenopee saranno le prossime avversarie di Haavi e compagne. Domenica alle 12.30 il fischio d’inizio di Napoli-Roma, ultimo match prima della pausa per le nazionali. Una sosta che permetterà alle romaniste di rifiatare dopo queste settimane con il doppio impegno settimanale, con la speranza poi che si svuoti l’infermeria. Intanto il ct Soncin ha convocato Baldi, Bergamaschi, Dragoni, Greggi e Corelli per le amichevoli contro Giappone a Brasile.

Stadio, summit in Comune. Progetto entro l’anno

Incontro, ieri, a Palazzo Senatorio, fra i tecnici della Roma e i vertici del Comune per «fare il punto» sul progetto stadio della Roma a Pietralata. Un’ora e mezza di routine, o quasi, secondo la nota diffusa dal Campidoglio. (…) La nota del Comune è improntata alla prudenza: «L’incontro, durato un’ora e mezza, si è svolto in un clima molto positivo e ha confermato l’obiettivo condiviso di arrivare entro la fine dell’anno alla consegna del progetto definitivo dello stadio». Ma quello di ieri tutto è stato fuorché un incontro di routine: sì, di riunioni tecniche sul progetto stadio della Roma a Pietralata se ne fanno un paio a settimana, spesso anche plenarie come ieri. Ma il vertice di ieri arriva all’indomani di una considerevole accelerazione un po’ su tutti i fronti: i lavori ripresi nell’area dell’ex autoricambi ormai prossimi alla conclusione; l’incontro al vertice dei club europei fra il sindaco Gualtieri e il patron giallorosso, Friedkin; l’ok all’inserimento del progetto Pietralata nella lista degli impianti sotto commissariamento per Uefa Euro 2032. Alla riunione di ieri, oltre la Roma e i suoi tecnici, erano presenti gli assessori alla Mobilità, Eugenio Patanè, e ai Lavori Pubblici, Ornella Segnalini. Avrebbero dovuto partecipare anche il titolare dell’Urbanistica, Maurizio Veloccia, e del Patrimonio, Tobia Zevi, ma entrambi erano impegnati. (…) «L’iter amministrativo consentirà di rispettare le scadenze Uefa che fissano per la fine del mese di luglio 2026 il termine dei processi autorizzativi per la candidatura dell’impianto ad ospitare incontri degli Europei di calcio 2032». Questo, sostanzialmente, indica un cronoprogramma quanto meno ufficioso: se l’obiettivo è provare a candidare il futuro impianto giallorosso come sede per gli Europei (insieme all’Olimpico, facendo come la co-candidata Turchia con Istanbul che avrà due stadi per le partite), entro luglio prossimo tutto l’iter di autorizzazione deve essere completato. Fine anno per consegnare il progetto definitivo, quindi, non e solo un auspicio ma un obiettivo vero e proprio considerando i tempi tecnici di analisi delle carte, voto di conferma del pubblico interesse in consiglio comunale e, poi, la conferenza di servizi decisoria. L’accelerazione dell’iter, dopo i mesi scorsi di stasi, si concretizza anche con due passaggi fondamentali. Da quanto Il Messaggero apprende, il perito agronomo incaricato dal Campidoglio di analizzare l’intero quadrante di Pietralata, dopo aver depositato lo scorso 12 agosto, la prima parte della perizia – quella sulla parte dell’area su cui erano in corso gli scavi archeologici e che indicava la presenza di un’area boscata di nessun valore botanico – avrebbe consegnato l’analisi anche sul resto dell’area. Ora gli uffici capitolini lo stanno esaminando e, entro un paio di giorni, lo trasmetteranno alla Regione per le valutazioni del caso. Dalle prime analisi, pero, a Palazzo Senatorio trapela ottimismo. (…)

(Il Messaggero)

GASPERINI: “Dybala come la Freisa. I campioni sono importanti, ma oggi il fuoriclasse non è mai fine a se stesso”

GUSTO – Le cassate a Palermo, gli arrosticini e la frittura di paranza nei ristoranti del lungomare a Pescara, le verdure fresche, in particolare i pipi (peperoni) e patate a Crotone. E poi il polpettone a Genova i casonsèi de Berghem, la pasta tradizionale ripiena di Bergamo. E chissà quale piatto romano sceglierà Gian Piero Gasperini, ora che vive nella capitale e allena i giallorossi.  Sono alcuni dei piatti preferiti dal grande allenatore piemontese, nato a Grugliasco (Torino) 67 anni fa, sulla base delle esperienze e dell’attaccamento ai territori dove ha vissuto da calciatore prima e da mister dopo. (…)

Mister, qual è il suo piatto preferito?

“Gli agnolotti al ragù piemontese sono un piatto che mi porto dietro fin da bambino così come il ricordo di mio papà che tirava la pasta fatta in casa e mia mamma che preparava il ripieno d’arrosto e il condimento di ragù alla piemontese. I miei genitori avevano sempre l’abitudine di riunire tutta la famiglia attorno alla tavola e gli agnolotti sono sempre stati in casa nostra il piatto forte delle feste”.

E ai fornelli, ci si mette volentieri?

“La verità è che in cucina sono negato: il primo anno da calciatore professionista lontano da casa a Palermo, la bolletta del gas in un anno si era aggirata intorno alle duemila lire… in sostanza non lo avevo mai acceso!”.

Qual è la dieta ideale del campione?

“Partiamo dal presupposto che, mentre quando ero calciatore, negli anni ’80/’90 c’era molta meno attenzione e cura della parte fisica, nel calcio di oggi anche i calciatori dotati di grande talento non possono prescindere dal fatto di essere degli atleti attenti alla salute. Il calcio, a differenza di altri sport, permette a tutti di poter giocare anche ad alti livelli senza barriere, ad esempio, sull’altezza. Ma il grasso corporeo è un dato fondamentale che va misurato e tenuto molto sotto controllo per chi gioca da professionista. Oggi i club hanno internamente dei nutrizionisti e cercano di tenere sotto controllo la qualità dei pasti facendo fare, ad esempio, le colazioni e i pranzi presso il centro sportivo nei giorni di allenamento. E spesso gli stessi atleti hanno dei nutrizionisti o cuochi individuali che li seguono nei pasti effettuati al di fuori della squadra. Pensiamo ai giovani che magari non sanno mettere le mani in cucina e che, quando non mangiano assieme alla squadra, devono comunque mantenere uno stile alimentare corretto quindi han-no bisogno di supporto”.

(…)

Quando nasce il suo amore per la natura?

“Quello per la natura è un amore che ho sempre avuto, sin dall’infanzia. Era una cosa che con mio papà desideravo da sempre: trovare uno spazio, ma-gari lontano dalle città, dove farci coccolare dalla natura. Invece sono sempre stato impegnato col calcio. Mio padre, poi, a un certo punto, era piuttosto anziano e non siamo riusciti a realizzare quel sogno. Quando invece è arrivato il Covid, a differenza di altre volte, quell’idea è tornata, abbracciata da tutta la famiglia e dai miei figli. Soprattutto Davide, ma anche mia moglie Cristina hanno incominciato a prendere in considerazione la possibilità di avere uno spazio un po’ distante dalla città, dove poterci radunare non solo con la famiglia ma anche con gli amici. Abbiamo quindi iniziato a cercare. E alla fine, proprio durante il periodo della pandemia, abbiamo trovato questa cascina, attiva nella produzione di vini sin dagli anni ’80. E appena c’è stata la possibilità, abbiamo deciso di investire”.

(…)

Ha un vino preferito?

“I vini di Cascina Gilli, ovviamente, quindi la Freisa, ma anche i Nebbioli, la Barbera e la Malvasia di Schierano. Quest’ultimo è un vino straordinario, anche se più dolce. E la cosa interessante è che, come richiede il mercato, si incominciano ad avere anche degli ottimi bianchi. Ma quello che conta davvero è la consapevolezza del potenziale del territorio”.

In cantina, così come in campo, conta la squadra. Qual è il segreto di uno spogliatoio che funziona?

“Avere dei buoni ragazzi, validi sia sotto l’aspetto professionale, calcistico o enologico”.

In un gruppo ci vuole anche qualche fuoriclasse come la Freisa o come Dybala?

“Assolutamente sì. I campioni sono importanti, ma oggi il fuoriclasse non è mai fine a se stesso. È sempre un elemento che lavora per la squadra, che dà un valore aggiunto al gruppo”.

Come si fa a portare un vino in Champions?

“In questo come sempre è la gente che decide, in base al proprio apprezzamento. Non siamo noi che decidiamo dove andare o che direzione far prendere a un prodotto. Noi dobbiamo pensare a fare le cose al meglio, sempre migliorandoci, ogni volta di più. Ma dopo è la valutazione della gente la cosa più importante, che fa la differenza”.

(…)