Uefa, un anno in più alla Roma per il risanamento dei bilanci

Una buona notizia alla vigilia del primo big match casalingo contro l’Inter. La Roma avrà un anno in più per chiudere il piano di risanamento con la Uefa. Il settlement agreement firmato nel 2022, inizialmente legato al 30 giugno 2026, prevede infatti un quinto anno opzionale di monitoraggio che porterebbe l’orizzonte giallorosso al 30 giugno 2027. È una clausola di flessibilità riservata a chi ha seguito il percorso, ha rispettato gli obblighi e sta consolidando i miglioramenti. (…) La Roma deve presentare un disavanzo non superiore a 60 milioni di euro, nel periodo che si chiude al 30 giugno 2026. Se per quella scadenza il club non sarà in grado di farlo, potrà usufruire dell’anno aggiuntivo per completare il rientro nell’anno del centenario. La Roma è in regola con il settlement per il 2023, ha ricevuto una multa da 3 milioni per piccoli scostamenti nei target del 2024 e si aspetta la stessa sanzione per il bilancio presentato a giugno 2025. E allora perché questo bonus? I giallorossi per la Uefa hanno mantenuto una linea di gestione coerente con gli obiettivi di rientro ed è proprio questa condotta virtuosa a consentire l’accesso all’anno aggiuntivo. (…) Con un orizzonte di rientro posticipabile al 2027, il mercato di gennaio può regalare colpi in entrata. Per la felicità del Gasp.

(La Repubblica)

Tsimikas antidoto per Dumfries. Dovbyk su di giri

L’antidoto per Dumfries? Gian Piero Gasperini è al lavoro da giorni e non sono esclusi colpi di scena e mosse dell’ultimo momento. Lungo la fascia sinistra giallorosso in cui l’esterno dell’Inter può diventare un problema con le sue ripartenze che creano superiorità numerica, il tecnico giallorosso ha due opzioni possibili davanti a sé: rigenerare in poche ore l’affaticato Tsimikas, reduce da due match intensi con la Grecia (contro Scozia e Danimarca per le qualificazioni mondiali), oppure schierare a sinistra l’esterno destro olandese Rensch che almeno si è allenato per tutto il periodo della sosta del campionato a Trigoria. Out Angelino – non al cento per cento dopo l’influenza dei giorni scorsi -, Gasp valuterà il da farsi durante la rifinitura di domani. (…) Davanti Dovbyk è nettamente favorito su Ferguson per guidare l’attacco giallorosso all’Olimpico: si è allenato bene e ha una voglia matta di riprendersi la scena dopo il gol segnato contro il Verona 1128 settembre. Il centravanti, peraltro, vorrebbe tornare ad esultare contro le big come faceva in Spagna, dove è stato capocannoniere nella stagione 2023-24 con 24 reti. Nella Liga aveva fatto aveva fatto male a quasi tutte le grandi (dal Barcellona all’Atletico Madrid, dall’Athletic Bilbao al Siviglia). In Serie A, invece, è ancora a secco nei big match, non ha mai segnato a Inter, Milan, Napoli, Juventus o Lazio (le sue vittime più alte in graduatoria sono per ora Fiorentina e Bologna). Ecco perché la sfida di domani può essere la sua partita: il gigante ucraino vuole stupire a tutti i costi e il duello con Acerbi sarà una delle attrazioni principali della super sfida. (…)

(gasport)

MANCINI: “Resterei volentieri a vita. L’Inter ci dirà se siamo da Champions. Ranieri e De Rossi mi hanno aiutato molto”

GASPORT – Momento d’oro per Gianluca Mancini, reduce dal primo gol in Nazionale e sempre più leader della difesa della Roma. Il difensore giallorosso si è raccontato attraverso una lunga intervista al quotidiano sportivo. Le sue parole:

Che emozione è stata il primo gol in Nazionale?

«Bella. Ogni volta che canto l’inno con i compagni ripenso alle estati al bar in cui lo cantavo abbracciato agli amici, vedendo la nazionale. Quando indosso questa maglia ho ripensato a quando giocavo con loro o a casa, indossando la maglia azzurra. È il sogno di ogni bambino, anche se poi contava solo vincere».

Da una prima volta ad un primo posto. È sorpreso di questo primato della Roma?

«No. Le vittorie ce le siamo sudate, conquistate. E poi conosco il mister, le sue qualità e doti caratteriali. Rispetto all’Atalanta è cresciuto come esperienza internazionale, ma la passione è sempre altissima. In alcune gare forse abbiamo avuto un po’ di fortuna, ma non abbiamo rubato niente a nessuno. C’è sempre un motivo se le cose vanno bene o male».

Gasperini, però, ha gettato acqua sul fuoco, dicendo che non siete ancora da Champions.

«Penso lo abbia detto perché siamo una squadra nuova, che ha cambiato tanto, compreso un allenatore con metodologie diverse. Dobbiamo migliorare in molte cose, è un percorso il nostro. In due mesi non costruisci una grande squadra, non fai grandi campionati. Ma le sensazioni sono positive. Ci saranno momenti difficili, ma questo è un gruppo solido, unito, che saprà tenere duro».

Le manca non aver giocato mai la Champions?

«Arrivarci è il nostro obiettivo. Una società come la Roma, con questo tifo, deve fare la Champions. Negli ultimi due anni ci siamo andati vicini, in Europa League abbiamo fatto una finale e una semifinale, siamo navigati. Mi manca, ma la vivo in maniera tranquilla, concentrato sul presente».

(…)

Anche lei è maturato tanto, non solo in campo ma anche negli atteggiamenti…

«Prima pensavo a tante cose che mi toglievano energie. È stato fondamentale Ranieri che mi ha fatto riflettere, mi disse che da avversario mi odiava. Ma anche De Rossi mi aveva fatto capire che così perdevo lucidità. Loro mi hanno aiutato, io ci ho pensato su e mi è entrato in testa. Poi sono sempre rompiscatole, competitivo, ma ora gestisco meglio le cose che mi possono portar via energie».

Roma-Inter domani sera che gara sarà?

«Sfida tosta, anche se nel calcio di oggi non esistono più partite facili. L’Inter è la squadra più forte del campionato insieme al Napoli, anche se forse i nerazzurri sono leggermente superiori, anche per quello che hanno fatto in Europa negli ultimi anni. Ma ci faremo trovare pronti, è una partita che ci farà capire di che pasta siamo fatti».

(…)

La partita la può risolvere Dovbyk?

«Magari, ce lo auguriamo tutti. Di Artem si dice sia timido, ma non è così, l’abito non fa il monaco. È uno tosto, che dà sempre tutto, una risorsa. In generale se vedo un compagno triste o un po’ abbattuto cerco di caricarlo. Con lui è successo a Lecce, quando gli dissi: “O prendi un giallo per una spallata o fai gol”. E andò proprio così: gol decisivo, dopo aver spostato un armadio come Baschirotto».

Lei è un idolo della gente. Le mette pressione?

«No, mi dà una carica pazzesca. Il nostro pubblico è spettacolare, io giocherei sempre all’Olimpico. Ma so che se c’è qualcosa che non va devo prendermi le mie responsabilità, metterci la faccia. È una cosa positiva, giusta. Dietro di noi c’è una città che ci tiene tanto. E dobbiamo farlo anche noi».

Tra le tante voci resiste quella secondo la quale lei, Cristante e Pellegrini gestiate lo spogliatoio.

«Non ho mai sentito nulla sui senatori del Milan, della Juve o dell’Inter… Questa cosa fa un po’ male, perché non è la verità. Lo spogliatoio lo gestisce il mister, il ds e il presidente, noi facciamo i calciatori. Al massimo quando arriva qualcuno nuovo possiamo fargli capire cosa è la Roma, dove è arrivato. Ma questo non vuol dire comandare uno spogliatoio».

La gioia e il rammarico più grande?

«Gioia sicuramente la vittoria della Conference: screditata da tutti, noi sappiamo quanto è stato difficile vincerla. Ripenso ai festeggiamenti, a tutta quella gente. Il dolore è invece Budapest, dove mi capitò di tutto: l’assist per il gol di Dybala, l’autogol che mi rotola sempre in testa e il rigore sbagliato, il primo calciato in vita mia. Spesso dopo mi svegliavo sognando di ribattere il rigore, quella finale resta una pugnalata».

(…)

È pronto invece a restare a Roma a vita?

«Io qui sto bene, in città c’ è un amore reciproco con i tifosi. Resterei molto volentieri, ma non voglio pormi ora il problema. Penso al presente, a migliorarmi. E a non smettere mai di imparare».

Mancini: «Io perfetto nel gioco di Gasperini»

IL TEMPO (GAB. TUR) –  «Roma-Inter è sempre stata bella da giocare e da vedere». Parola di Amantino Mancini, che in carriera ha indos-sato le maglie di entrambe le squadre. Il brasiliano ha rac-contato a Il Tempo le sue sensazioni in vista della gara di domani sera all’Olimpico.

Si aspettava una Roma prima in classifica dopo sei giornate?

«Capolista no, ma che giocas-se bene e avesse una struttura tattica interessante sì. Gasperini è un tecnico che ha fatto benissimo con l’Atalanta e non aveva un gruppo con tanta qualità come la Roma».

Domani arriva l’Inter all’Olimpico. Che partita si aspetta?

«La Roma ha un piccolo vantaggio perché gioca davanti alla sua gente, all’Olimpico, ma non è la favorita. Sarà dura perché affronterà una squadra forte, che ha giocatori con grande esperienza. Spero sia una bellissima partita».

Immaginava che Chivu sarebbe diventato allenatore?

«Era un leader già da giocato-re. Abbiamo fatto un corso Uefa insieme, ha un’idea di calcio verticale e credo che avrà una grande carriera».

La Roma segna poco. Come si risolve il problema?

«Facendo gol (ride, ndr). È vero che segna poco, ma la Roma è una squadra molto compatta dal punto di vista difensivo. In attacco serve più concentrazione e bisogna essere un po’ più cattivi, ma la qualità non manca».

Lei si sarebbe trovato bene con Gasperini?

«A tante squadre europee manca un esterno con le mie caratteristiche, che cerca sempre l’uno contro uno. Sarei stato perfetto per Gasperini perché avevo forza, poten-za, velocità, dribbling e face-o bene anche la fase difensiva».

Alla Roma è tornato un brasiliano. In cosa può migliorare Wesley?

«Mi sta piacendo, ma deve adattarsi al calcio italiano e, soprattutto alla tattica. È un problema di tutti i brasiliani, l’ho avuto anch’io. È bravo ad attaccare, ma deve migliorare la fase difensiva. Con il tempo riuscirà ad aumentare il livello delle sue prestazioni».

Quale deve essere l’obiettivo della Roma?

«Arrivare in Champions League, perché in questo momento non è da scudetto. Con il passare del tempo può diventare una squadra che ambisce al titolo».

Dybala pronto dall’inizio, Bailey c’è

IL TEMPO (GAB. TUR.) –  La Roma si affida alla sua stella. Paulo Dybala sta bene, si è messo alle spalle la lesione di basso grado alla coscia sinistra e punta alla titolarità contro l’Inter. Un’occasione per trovare il tanto desiderato duecentesimo gol in carriera. La Joya è avanti nel ballottaggio con Pellegrini per completare una trequarti tutta argentina insieme a Soulé. L’altro dubbio di formazione è sulla corsia di sinistra, dove Angelino va verso il forfait. L’esterno spagnolo è ancora affetto da bronchite asmati-ca e anche ieri ha lavorato in palestra. La novità potrebbe essere rappresentata da Rensch, che rispetto a Tsimikas è rimasto ad allenarsi a Trigoria durante l’intera sosta per le nazionali. Una mossa per limitare l’esuberanza fisica del connaziona-le Dumfries. Secondo giorno consecutivo con il gruppo per Bailey, che contro l’Inter sarà probabilmente in panchina per la prima volta da quando è arrivato nella Capitale. L’attaccante, arrivato in prestito dall’Aston Villa, spera di collezionare i primi minuti in giallorosso.

Il jolly per Friedkin

IL TEMPO (F. BIAFORA) – Gasperini, Massara e Ranieri lo hanno detto e ribadito in più occasioni: la Roma deve rispettare i paletti del Fair Play Finanziario e tenere i conti in ordine in vista della chiusura del bilancio del 30 giugno 2026, data in cui è destinato a concludersi il Settlement Agreement con l’Uefa. Ma quella scadenza potrebbe anche slittare di dodici mesi. Nell’accordo siglato nel 2022 con a Nyon è infatti presente una clausola che eventualmente permette di usufruire di un anno aggiuntivo per rientrare nei parametri stabiliti dalla «football earning rule». Questo paletto impone una perdita massima di 60 milioni di euro sommando i bilanci 2023/24, 2024/25 e 2025/26. E la Roma, secondo quanto appreso da IlTempo, può appunto sfruttare l’opzione di «spalmare» la perdita su un anno di più. Alla fine del bilancio 2026/27 però diventerebbe obbligatorio rispettare in maniera rigida le regole dell’Uefa, pena un cartellino rosso diretto (in passato è già arrivata una multa da 2 milioni e nei conti della Roma è già prevista a bilancio un’altra da 3).La società dei Friedkin è ovviamente consapevole da tempo di questa «scappatoia» e il segnale che emerge dalla dirigenza, guidata da Morrow sulle questioni dei conti, è chiaro: l’obiettivo è quello di rispettare la scadenza del prossimo giugno, per liberarsi definitivamente dai vincoli del Settlement. Il piano è quindi di ottemperare alle prescrizioni e dire addio al patteggiamento con l’Uefa, che aveva concesso salvagenti simili a Galatasaray e Besiktas. Va specificato che, per ora, non c’è alcuna decisione da prendere: la Roma valuterà il da farsi a ridosso della chiusura del bilancio. Al momento, dei tre esercizi presi in considerazione per arrivare al rosso massimo di 60 milioni, è noto soltanto il risultato del primo, quello dell’annata 2023/24. Quella stagione si è chiusa in negativo per 81,3 milioni, che al netto delle tasse (escluse dal conteggio Uefa) risulta in perdita di 75,6 milioni. A questa cifra va però scalata un’ulteriore quota di circa 20-25 milioni annui: a Nyon deducono infatti le spese considerate virtuose, come quelle destinate alle giovanili, alle infrastrutture e alla squadra femminile. La perdita nel singolo anno è quindi di circa 50-55 milioni, già molto vicina al limite. Nell’attesa del bilancio 2024/25 (i dati arriveranno nelle prossime settimane sulle scrivanie dell’Uefa), è quindi abbastanza chiaro perché la Roma abbia dovuto operare sul calciomercato della scorsa estate senza eccessi. Anzi, entro giugno sarà necessario reperire circa un’ottantina di milioni rispetto alle previsioni di bilancio. Entrate che possono arrivare da sponsor (mancano quello principale e quello sulla manica della maglia) e da plusvalenze, con l’ammontare che può essere inoltre abbattuto grazie a un percorso di alto livello in Europa League (bonus per le qualificazioni e ricavi dai biglietti) o da eventuali risultati economici superiori alle attese (come un incremento nelle vendite delle magliette, ad esempio). Non va invece conteggiata un’eventuale qualificazione alla Champions League, i cui grandi benefici sui conti andrebbero nella prossima stagione. La strada verso il 30 giugno è ancora molto lunga e diversi parametri potrebbero cambiare la situazione. Ma almeno nella manica dei Friedkin è presente un jolly d’emergenza per guardare al futuro con maggiore serenità.

Sonnet 4.5

Gasp sfida il tabù Inter per continuare a volare

LEGGO (F. BALZANI) – Spinoza diceva che «la grande occasione arriva solo a colui che è ben preparato». E la Roma domani contro l’Inter ha la chance non solo di consolidare il primo posto e staccare ulteriormente i nerazzurri. Ma di dimostrare di poter far paura davvero anche alle big e di non essere un fuoco di paglia di inizio stagione. E la squadra di Gasp all’appuntamento dell’Olimpico arriva con parecchie buone notizie: il recupero al 100% di Dybala e Pellegrini, il ritorno di Bailey (seppur in panchina) e le buone prestazioni dei molti nazionali. Gasperini in questi giorni ha ricevuto quindi più di un segnale positivo anche da chi è rimasto a Trigoria. Il tecnico avrà tutti a disposizione a parte Angelino alle prese ancora con una bronchite asmatica. Al posto dello spagnolo è ballottaggio tra Rensch (favorito) e Tsimikas mentre a destra è ormai recuperato pienamente Wesley che se la vedrà con Dimarco. Sulla trequarti, invece, Pellegrini è pronto a partire titolare per poi fare spazio a Dybala in un reparto completato da Soulè e Dovbyk. Ovviamente le buone intenzioni non bastano contro l’attacco più forte del campionato. Quello di domani sera è anche lo scontro tra due filosofie di calcio e due generazioni di allenatori che conoscono già gli avversari. Da una parte Gasperini che nel 2011 fallì la grande chance nel post Mourinho. Il tecnico fu esonerato dopo tre giornate, al suo posto arrivò proprio Ranieri esonerato a sua volta sul finire della stagione. Dall’altra parte c’è Chivu che a Roma ha giocato quattro stagioni prima di lasciarsi (male) con una tifoseria che non dimentica il gestaccio del 2011, quando il romeno era ormai dell’Inter. Due epoche diverse e due destini incrociati, due filosofie di calcio che si sfidano in un duello che vale il primato e che farà registrare l’ennesimo sold out.

Verso Roma-Inter: in gruppo Bailey, differenziato per Angelino. Soulé: “Roma a vita, voglio l’Argentina”. Anche Gravina spinge per lo stadio

La Roma si avvicina al big match contro l’Inter e una notizia importante arriva da Milano: Thuram è a forte rischio forfait. A Trigoria, intanto, la squadra lavora sotto gli occhi attenti di Claudio Ranieri, con buone notizie che arrivano da Leon Bailey, tornato parzialmente in gruppo, mentre Angeliño ha svolto un lavoro differenziato. Nella giornata anche le parole di Matías Soulé, che giura amore al club (“Mi immagino alla Roma a vita”) e chiude le porte all’Italia, scegliendo la nazionale argentina. A suonare la carica in vista di sabato sono le leggende come Falcao e i protagonisti di oggi come El Aynaoui.

I LINK ALLE NEWS PIÙ IMPORTANTI DELLA GIORNATA

IL MESSAGGERO – SOULÉ: “MI IMMAGINO ALLA ROMA A VITA, NON SIAMO ANCORA DA CHAMPIONS. ITALIA? VOGLIO GIOCARE CON LA SELECCION”

GUSTO – GASPERINI: “DYBALA COME LA FREISA. I CAMPIONI SONO IMPORTANTI, MA OGGI IL FUORICLASSE NON È MAI FINE A SE STESSO”

TRIGORIA, SEDUTA SOTTO GLI OCCHI DI RANIERI: BAILEY PARZIALMENTE IN GRUPPO. DIFFERENZIATO IN PALESTRA PER ANGELINO (FOTO)

STADIO ROMA, GRAVINA: “SIAMO A BUON PUNTO, SONO MOLTO FIDUCIOSO. MASSIMA DISPONIBILITÀ DI GUALTIERI ED ENORME VOLONTÀ DEI FRIEDKIN”

PRIME VIDEO – TOTTI: “LO SCUDETTO UN GRADINO SOPRA IL MONDIALE. L’ADDIO? DAVO FASTIDIO, MI HA DELUSO PIÙ LA SOCIETÀ CHE SPALLETTI” (VIDEO)

INTER: THURAM LAVORA A PARTE, VERSO IL FORFAIT CON LA ROMA

EL AYNAOUI: “GASPERINI È ESIGENTE, CON L’INTER POSSIAMO DIRE LA NOSTRA. INIESTA IL MIO IDOLO” (VIDEO)

RADIO ROMANISTA – FALCAO: “ROMA MI È RIMASTA DENTRO. LA CURVA È UNO SPETTACOLO. INTER? SONO GARE IN CUI SI DIMOSTRA DOVE SI VUOLE ARRIVARE”

TRIGORIA: DOMANI ALLE 13.45 LA CONFERENZA STAMPA DI GASPERINI

CALCIOMERCATO ROMA, SI MONITORA ZIRKZEE: CONCORRENZA FORTE IN PREMIER, WEST HAM IN POLE

MASSIMO ASCOLTO: VOCI E UMORI DELL’ETERE ROMANO

LR24

Juric: “Prendere la squadra di Gasperini? Devi essere bravo a cambiare alcune cose. Carnesecchi? Svilar è superiore, ma può superarlo” (VIDEO)

Ivan Jurić, tecnico dell’Atalanta ed ex allenatore della Roma, è intervenuto ai microfoni di Sportmediaset. L’allenatore ha analizzato il suo arrivo a Bergamo, parlando dell’eredità lasciata da Gian Piero Gasperini, e si è soffermato su un paragone tra i due portieri che ha allenato di recente, Svilar e Carnesecchi.

Prendere per mano una squadra plasmata da Gasperini è stato un vantaggio? Si è ritrovato un gruppo con una grande cultura del lavoro?
“Assolutamente. Non solo cultura del lavoro, anche altre cose. Poi è chiaro che devi essere molto bravo a cercare di cambiare le cose che vuoi cambiare, trovando il giusto equilibrio. Riuscire a farlo non è facile, ma fino ad adesso sta andando bene, perché secondo me è un gruppo estremamente intelligente che vuole lavorare bene”.

Lei ha avuto forse i due portieri più forti del campionato, Svilar e Carnesecchi. C’è una differenza? Chi ha più margini?
“Sono due grandi portieri. Penso che Svilar sia avanti rispetto a Carnesecchi per il lavoro svolto che ha fatto con il preparatore negli ultimi 3-4 anni, proprio nelle cose tecniche di portiere. Noi quest’anno abbiamo preso un ragazzo con grandissimo talento e secondo me Carnesecchi ha margini di miglioramento ancora enormi. Io mi auguro che lui superi Svilar, perché secondo me ce la può fare. Svilar, secondo me, su certe cose in questo momento è superiore perché ha un lavoro dietro del preparatore della Roma già da anni e certe cose le fa veramente bene”.

(sportmediaset.mediaset.it)

VAI AL VIDEO

Da Trigoria all’Under 21 insieme, Pisilli e Cherubini: “Ci conosciamo da quando avevamo 8 anni, è passata un’eternità” (VIDEO)

Un’amicizia nata a Trigoria quando erano bambini e che ora si ritrova con la maglia azzurra della Nazionale Under 21. È la storia di Niccolò Pisilli e Luigi Cherubini (quest’ultimo in prestito alla Sampdoria), cresciuti insieme nel settore giovanile della Roma e oggi compagni di squadra nel ritiro degli Azzurrini, come raccontato in un video pubblicato da Cronache di Spogliatoio.

A svelare il legame profondo tra i due è lo stesso Pisilli: “Ieri vedevamo una foto di quando eravamo piccoli alla Roma, e una foto della partita dell’altro giorno. Sono passati 15 anni, fa senso”. “Un’eternità”, sottolinea Cherubini. Un’amicizia che è un simbolo della forza del gruppo Under 21, composto da ragazzi che si conoscono e si affrontano da una vita. “Bene o male abbiamo giocato quasi tutti contro”, spiega Cherubini.

Una familiarità che, secondo Pisilli, è il punto di forza della squadra: “Quando veniamo qua secondo me stiamo molto bene perché siamo un gruppo di ragazzi giovani, parliamo tutti la stessa lingua e nel calcio di oggi non è una cosa scontata. (…) Ci si ritrova, si gioca a carte, c’è un po’ la cultura uguale per tutti”. Un legame che non cancella le sane rivalità, come ammette Cherubini scherzando: “Io tra due settimane gioco contro Palmisani, già gliel’ho detto”.