Scomparsi i gol e i centravanti

Se il centravanti di Vázquez Montalbán veniva assassinato verso sera, qui in serie A siamo più gentili e ne annotiamo, almeno per ora, solo la sparizione: dove sono finiti gli uomini gol e i loro prodotti? La crisi dei centravanti, mai così fiacchi e spenti, impoverisce ancor più il campionatino, il cui capocannoniere è l’ala Orsolini seguito dalle mezze punte Nico Paz (superbo) e Pulisic. La VII giornata ribadisce la mestizia tecnica generale, non certo solo colpa degli attaccanti e col sovrappiù di un’ecatombe di infortuni, con soli 9 gol segnati nelle prime 9 gare (il record negativo in una giornata completa è di 13). (…) Il clou della giornata, Roma-Inter, confermava due impressioni: l’intelligente Calhanoglu è sempre più centro di gravità nerazzurro, e la Roma è tra le più inguaiate nel parco attaccanti, ancora inefficace. E anche se tutti si stanno scapicollando sulle responsabilità di Gasperini per il suo rimescolare la difesa, conviene ricordare che la Roma prende il gol della sconfitta per un errore individuale, non tattico o strategico, e che gioca una partita convincente nel complesso, mettendo alle corde i migliori del torneo. E più che il dito (Dovbyk) sarebbe meglio guardare la luna, ovvero l’insostenibile leggerezza degli assi deputati Dybala e Pellegrini. Della Joya, in particolare, non si ricorda una prodezza contro una big dai tempi del mesolitico. (…)

(Il Messaggero)

Dovbyk e Ferguson non incidono ma Gasp ha la soluzione

Quindici tiri totali, di cui ben nove da dentro l’area di rigore. Sono questi i numeri che sabato sera non sono andati giù a Gian Piero Gasperini, convinto che con una maggiore precisione (e forse anche con più qualità) la partita con l’Inter la Roma l’avrebbe almeno potuta pareggiare. Ed invece è arrivata la terza sconfitta stagionale, un ko che – insieme a delle buone sensazioni legate a quanto fatto nella ripresa. (…) Insomma, è una Roma spuntata questa e lo dimostrano anche i numeri. In queste prime sette partite di campionato la Roma ha segnato la “miseria” di 7 reti, che equivalgono al decimo attacco del campionato, in coabitazione con la Cremonese (che però deve ancora giocare stasera, contro l’Udinese, e potrebbe anche spedire la Roma più giù, all’undicesimo posto). Ma, soprattutto, in tre che si sono alternati al centro dell’attacco finora hanno segnato solo una rete, firmata da Dovbyk (contro il Verona). Per l’ucraino, quindi, un solo centro in 7 tiri (3 in porta e 4 fuori), per Ferguson neanche quello (otto i suoi tiri, di cui solo tre in porta). Di conseguenza, è evidente come nella Roma ci sia un problema di precisione, ma anche di affidabilità. Aspettando il mercato di gennaio (dove il tecnico vuole una punta nuova: oltre a Zirkzee, si seguono sempre anche David dell’Union Saint Gilloise, Stassin del Saint Etienne e Moffi del Nizza), Gasperini spera che i suoi attaccanti aggiustino la mira. Anche perché, in caso contrario, è difficile poter sperare di competere fino in fondo con le migliori. Con il Viktoria Plzen, giovedì prossimo, toccherà ancora a Dovbyk dal via e con lui dovrebbe esserci spazio ancora per Dybala, che ha bisogno di mettere dentro minuti. Partirà invece ancora dalla panchina Ferguson, che si avvicina a vele spiegate al triste traguardo di un anno senza gol con squadre di club (l’ultimo è stato il 26 ottobre scorso, con il Brighton). Le cose però possono cambiare ora che Gasperini ha recuperato Leon Bailey. Il giamaicano è entrato nel finale con l’Inter e verrà sicuramente riutilizzato anche giovedì in Europa (ma non è detto che Gasp non decida di buttarlo dentro dal via). Bailey può regalare all’attacco giallorosso strappi ed imprevedibilità, due fattori che aiuteranno anche nella produzione offensiva. (…) Gasp deve inventarsi soluzioni diverse e potrebbe davvero affidarsi definitivamente a giocatori più tecnici, con Pellegrini come alternativa di lusso, lui che in porta sa comunque calciare. A meno che Dovbyk e Ferguson non cambino marcia. Ed allora i discorsi potrebbero anche cambiare.

(gasport)

Roma spuntata

IL TEMPO (L. PES) – Uomo avvisato, mezzo salvato. E Gasperini, in questo senso, era stato facile profeta già in estate quando aveva individuato nel reparto offensivo il vero punto debole della sua Roma, chiedendo a gran voce rinforzi e tentando fino all’ultimo di sostituire Dovbyk. Non dovrebbe sorprendere, di conseguenza, il rendimento deludente dell’attacco giallorosso, che Soulé a parte (che non può ovviamente segnare in tutte le partite) fa una fatica enorme a segnare. Soltanto Dovbyk è andato in gol tra coloro che si sono alternati nel ruolo di centravanti, ovvero Ferguson e Dybala. L’ucraino sembrava poter ripartire dopo la rete a Verona ma tra il doppio errore dal dischetto in Europa e il clamoroso colpo di testa fallito a porta vuota sabato con l’Inter sembra incappato nuovamente in un vortice negativo nonostante i progressi evidenziati anche dal tecnico sul piano atletico. Gasp in queste settimane ha provato ad affidarsi a lui con un Ferguson scivolato indietro nelle gerarchie e Dybala che da punta d’emergenza è diventata la soluzione che poco ha pagato nelle gare post pausa nazionali. L’argentino, d’altronde, non ha lo smalto dei primi anni di carriera e sembra muoversi meglio qualche metro più lontano dalla porta dove può giocare più libero e con la faccia rivolta verso la porta avversaria. Eppure la Roma continua a crescere, soprattutto nella produzione offensiva. Se nelle prime partite i giallorossi creavano poco e avevano vinto di misura con pochi tiri in porta, già da Firenze le occasioni sono aumentate e sabato all’Olimpico nel secondo tempo la squadra di Gasp avrebbe meritato il pari. Un lavoro, quello del tecnico piemontese, ancora lungo ma che lascia intravedere miglioramenti continui, al netto di un avvio di gara un po’ confusionario anche nelle posizioni in campo di alcuni interpreti. Ma l’intensità aumenta e la Roma attacca con un numero sempre maggiore di uomini, mancando però completamente nella fase di finalizzazione. La notizia positiva arriva dal rientro di Baldé, che avrà bisogno di tempo ma può portare velocità e imprevedibilità negli ultimi trenta metri. Caratteristiche che con il talento di Soulé e la classe di Dybala possono certamente dare una mano, ma non basta: a Gasp servono i gol dei centravanti. Ne ha sempre avuti di prolifici in carriera e ha reso bomber da doppia cifra, soprattutto a Bergamo, praticamente chiunque. L’unico che impiegò un po’ più di tempo a sbloccarsi è stato Zapata nel 2018, precedente che può far sperare l’ex tecnico della Dea che di sicuro ora è tra i meno sorpresi della situazione attacco. Ma forse anche lui si aspettava qualcosa in più, da tutti. Dal minuto successivo alla chiusura del mercato ha iniziato a lavorare per migliorare sia Dovbyk che Ferguson, ma le risposte ancora non ci sono. Prossimo appuntamento giovedì all’Olimpico col Viktoria Plzen per l’Europa League con i giallorossi che inizieranno oggi la preparazione del match a Trigoria dopo un giorno di pausa.

Investire ora per non piangere più avanti

IL TEMPO (T. CARMELLINI) – È arrivato il momento di tracciare una linea e iniziare a prendere decisioni che da qui alla fine della stagione potrebbero influire sul futuro giallorosso e cambiare tutto. Visto quanto fatto da Gasperini in questo breve avvio di campionato e con una finestra di mercato invernale che si avvicina a rapidi passi (apertura prevista per il 2 gennaio), c’è da decidere che stagione sarà quella giallorossa. Se l’obiettivo restasse al minimo, ossia centrare una qualificazione alla prossima Champions League, allora la squadra così com’è potrebbe anche andare: fatti salvi infortuni e drammi vari. Ma siccome l’appetito vien mangiando, forse questo è il momento di sedersi attorno a un tavolo e pianificare il futuro della Roma: onde evitare poi grandi rammarichi nel corso dell’anno. La squadra ha un grande potenziale, ma è evidente che per fare il salto di qualità serve investire, a breve giro, su qualcuno che trasformi la grossa mole di gioco prodotta. Insomma lì davanti c’è bisogno di un bomber che faccia gol, perché fa male vedere partite come quella contro l’Inter al netto delle scelte tecnico-tattiche dell’allenatore. È chiaro che Gasperini ha una sua visione del gioco, è stato capace di rimettere in piedi un gruppo e di trasformarlo in una squadra vera. Ma può bastare? Perché poi, se non fai gol, rischi giocare all’infinito la stessa partita. Abbiamo già detto la nostra sull’idea di Gasperini per far convivere Dybala e Soulé: scelta che al momento cozza chiaramente con la dinamica delle partite che questa Roma sta giocando. Ma è altrettanto evidente che con un «terminale» offensivo di altro tipo, probabilmente il tecnico non sarebbe costretto a «forzare» situazioni come questa. Dovbyk ha deluso e anche Ferguson non sembra in grado di garantire la qualità offensiva che serve a una squadra che vuole puntare in alto: due scelte che insieme non ne fanno una. Ovvio che trovare un bomber «vero» nel mercato di riparazione non sarà cosa semplice ma la Roma ci dovrà almeno provare per non lasciare nulla di intentato.

Gasp e il problema di far convivere Dybala e Soulé

Questione di feeling. Che non c’è. Perché Dybala e Soulé non sono compatibili. E davanti la Roma è a corto di complicità. Le stelle dell’attacco giallorosso parlano la stessa lingua, ma in campo non si capiscono. Non quando partono entrambi titolari, per lo me-o. L’aveva sperimentato già De Rossi nell’agosto del 2024: la Roma perse in casa 2-1 contro l’Empoli. Ci ha riprovato Gasperini un anno dopo: prima contro il Torino, poi con l’Inter. Cambiano gli avversari, non i risultati: altre due sconfitte. (…) Gasperini allora deve ingegnarsi, trovare soluzioni alternative. Da qui la voglia di sperimentare, che a volte s’impalla davanti ai dubbi. Soulé o Dybala? Ferguson o Dovbyk? Sui primi ha trovato una risposta: insieme dal primo minuto non possono giocare. (…)

(La Repubblica)

Da Ferguson fino a Dovbyk: il gol è sempre un miraggio

LEGGO (F. BALZANI) – La dura legge del gol, quella che cantava Max Pezzali e che sabato si è abbattuta inesorabile sulla voglia di fuga della Roma di Gasperini. Bella, combattiva ma decisamente poco cinica nel reparto in cui il tecnico (non a caso) aveva chiesto rinforzi precisi. Al termine della sfida con l’Inter sono stati 15 i tentativi verso la porta di Sommer, cinque come chiare occasioni da gol. La più evidente è capitata sulla testa di Dovbyk che ha sparato alto a porta spalancata. L’emblema del crollo della maglia numero 9 che ha visto negli anni alternarsi bomber implacabili come Pruzzo, Montella, Batistuta, Dzeko o Lukaku. Ancora peggio finora ha fatto Ferguson: zero gol e una flessione atletica evidente. Che ha portato Gasperini a declassarlo a terza scelta. E ora? Il tecnico vorrebbe provare a rilanciare Dovbyk anche in ottica mercato visto che, a differenza dell’irlandese, l’ucraino è di proprietà della Roma. Ma il ritorno di Bailey sta convincendo Gasp a varare anche in futuro un attacco leggero composto dal giamaicano, Dybala e Soulè. Un alto tasso tecnico che possa sopperire alla mancanza di un riferimento fisico in attacco. In attesa di gennaio quando Gasperini si aspetta un rinforzo pesante che potrebbe essere Zirkzee in prestito dal Manchester United (monitorato anche Promise David dell’Union Saint Gilloise). L’altro problema della Roma riguarda il ruolino di marcia all’Olimpico. I giallorossi finora in casa hanno rimediato tre sconfitte (Torino, Lilla e Inter) in 5 partite. Esattamente il contrario di quanto successo con Mourinho, De Rossi e Ranieri, quando l’Olimpico era il fortino giallorosso. Fin qui, vittorie solo con Bologna e Verona, assai sofferte tra l’altro. Ma questo a Gasp succedeva anche a Bergamo e lo stesso tecnico ha ammesso che in trasferta il suo gioco si sviluppa meglio visto l’atteggiamento diverso delle avversarie.

Serie A, Milan-Fiorentina 2-1: Gosens illude la Viola, una doppietta di Leao regala la vetta ad Allegri

Il Milan batte la Fiorentina 2-1 e sale al primo posto in classifica, superando in un sol colpo Roma, Napoli e Inter. I viola sono passati in vantaggio con Gosens, ma una doppietta di Rafael Leao, prima con un tiro dalla lunga distanza e poi realizzando un rigore che ha fatto arrabbiare molto Pioli e i suoi uomini, ha ribaltato il match e regalato tre punti pesanti a Max Allegri.

Roma Primavera, De Marzi: “Il nostro obiettivo era fare tre punti e una bella prestazione”

Giorgio De Marzi, portiere della Roma Primavera, ha parlato ai canali del club giallorosso al termine della vittoria sul Cagliari. Ecco le sue parole:

Il nostro obiettivo oggi era portare a casa i tre punti, ma soprattutto fare una bella prestazione come abbiamo fatto. Nella sosta, come aveva detto il mister ieri, abbiamo spinto parecchio, siamo andati bene. Quindi è una grande soddisfazione per noi portare a casa i tre punti e cercare di continuare su questo andazzo“.

Quasi 90 minuti da spettatore, ma due interventi decisivi. I grandi portieri sono questi?
Secondo me sì. La difesa è stata molto brava, sempre molto attenta. Siamo belli solidi dietro. È normale che in queste squadre molto solide tu possa avere meno occasioni per fare parate, però quando c’è l’occasione ti devi far trovare pronto“.

Il mister ti chiede molto di costruire dal basso. Quanto ti completa questo come portiere?
Tantissimo. Soprattutto adesso, in questo momento storico del calcio, è fondamentale saper giocare con i piedi, l’impostazione, essere amalgamati con tutta la squadra. Sono molto contento di far parte di questo gruppo e il mister ci ha aiutato molto, al gruppo di noi portieri, a lavorare su questo aspetto“.

(asroma.com)

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Roma Primavera, Guidi: “I ragazzi meritano tanti complimenti, ma è solo l’inizio”

Al termine della vittoria della Roma Primavera sul Cagliari, con il risultato di 3-0, mister Guidi ha parlato ai canali ufficiali del club. Ecco le sue parole:

La prestazione è molto buona, ottima per lunghi tratti della partita, e si sono evidenziati quei miglioramenti di cui ti parlavo nel pre-gara, perché hanno dato continuità a ciò che stanno facendo vedere negli allenamenti. Oggi hanno risposto sul campo e penso che il risultato potesse essere anche molto più ampio, perché abbiamo costruito con grande qualità e continuità. Siamo estremamente soddisfatti di quello che la squadra ha fatto: meritano tanti complimenti, ma è solo un inizio. Questa è la strada tracciata che dobbiamo continuare a percorrere alla massima velocità“.

C’è tutta la filosofia di Guidi in questa partita.
Sì, ma è la filosofia per far crescere i giovani, che devono avere una mentalità da protagonisti e la voglia di avere la palla. Più hanno la palla, più migliorano, e questo serve per prepararli al calcio dei grandi, soprattutto per palcoscenici straordinari come l’Olimpico. È chiaro che devono avere questo tipo di mentalità. I ragazzi lo stanno capendo e penso che abbiano ancora tanti margini di miglioramento, sia dal punto di vista tecnico, tattico che fisico. È veramente bello lavorare quotidianamente con loro, perché stanno facendo vedere notevoli progressi“.

(asroma.com)

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