Orgoglio Capitale

La Roma tra le grandi, chi lo avrebbe mai pensato? Così, al primo anno di Gasp, dopo un’annata sull’altalena, tra bassi (tantissimi) e alti ranieriani (quasi a sfiorare la Champions). Doveva essere il periodo della ricostruzione, ma qui si sta molto avanti. La Roma è tra le grandi, da subito, e ha due partite per portare questo trend a fine anno. La squadra vive in un sogno continuo, cominciato in estate, con Gasp al comando, rabbioso per un mercato che non decollava e ora alle prese con il faidate ma voglioso di dimostrare che anche da queste latitudini si pensa in grande. La Roma è a tre punti dall’Inter, prima in classifica, a due dal Milan e uno solo dal Napoli, partita come la schiacciasassi del campionato. Che altro chiedere? Ma se vogliamo stare sull’obiettivo minimo, ovvero il quarto posto, la Roma dista quattro lunghezze dalla Juve, prossima avversaria dei giallorossi. (…) La Roma ha una caratteristica scudetto: la difesa. È la migliore in Europa, con soli otto gol subiti, 0,53 a partita. La splendida Arsenal ne ha incassati dieci, e sta dominando in Premier League, oltreché in Champions. Otto reti in quindici partite, subendo sempre pochi tiri in porta, in area di rigore della Roma, ma gli avversari entrano per il 20,1 per cento, il sesto dato europeo. La mentalità offensiva che Gasp ha portato espone la squadra a rischio ripartenze: sono due le grandi occasioni che vengono concesse di media a partita, in Europa per questo dato è ventisettesima su ventasei. Il problema è che quando subisce un gol, fatica a recuperare per le note questioni legate alla sterilità dell’attacco. (…) È una squadra che, per quel che riguarda l’efficacia offensiva, ha poco di gasperiniano, sembra più un seguito della truppa di anni della passata stagione. La Roma, non avendo attaccanti da doppia cifra, si adatta a un altro tipo di calcio fatto di pressing, di lotta, di agonismo. E contando su un portiere straordinario come Svilar, capace di sventare circa sei gol in questo campionato (il 5,7 per cento di gol prevenuti, secondo in serie A dopo Provedel e prima di Maignan), mantenendo la porta inviolata in sette occasioni, si permette di vincere in quindici gare, nessun pareggio fino a ora – segnando poco più di una rete a partita. (…)

(Il Messaggero)