EL AYNAOUI: “Al Lens stavo benissimo, ma giocare in un club come la Roma è il sogno di ogni bambino” (VIDEO)

CAPTÉ MEDIA – Neil El Aynaoui, nuovo acquisto della Roma, ha rilasciato un’intervista al portale francese e tra i vari temi trattati si è soffermato sul trasferimento dal Lens al club giallorosso. Ecco le sue parole

Il trasferimento alla Roma?
“Credo che sia stato mio fratello minore a comunicarmi l’ufficialità. Non ero impreparato a questa eventualità, non è stata una cosa così brusca. Questo trasferimento mi rende molto fiero. Sono felicissimo e impaziente di cominciare questa avventura.

Ti immaginavi di lasciare il Lens?
“No, sinceramente non mi aspettavo di andare via. Stavo benissimo al Lens e sarei rimasto con piacere. Sarei andato via solo se si fosse presentata un’opportunità, ma non ero intenzionato a lasciare il Lens. Ma in questo caso è arrivato un club come l’AS Roma ed era il mio sogno. Giocare in una società del genere è il sogno di ogni bambino. Avrei lasciato Lens solo per un grande progetto ed è arrivato. Sono contento”.

La reazione della tua famiglia?
“Ho la fortuna di avere avuto mio padre, mia madre e tutta la famiglia al mio fianco. Non mi hanno messo pressione, mi hanno solo detto di prendere la miglior decisione per la mia carriera”.

@capte_media 🎙️⚽️ Neil El Aynaoui, c’est seulement sur CAPTÉ ! 1er épisode : il raconte son transfert du RC Lens à l’AS Roma. 👉 Est-ce qu’il va réussir en Italie selon toi ? #neilelaynaoui #elaynaoui #rclens #lens #racingclubdelens #asroma #roma #mercato ♬ son original – CAPTÉ

Roma-UniPomezia, SVILAR: “Orgoglioso del rinnovo. Di Gasp mi colpisce il lavoro, puntiamo alla Champions” (FOTO e VIDEO)

La Roma vince il secondo test durante il ritiro estivo a Trigoria battendo l’UniPomezia 9-0, anche con quattro gol di Evan Ferguson. Al termine del match il portiere giallorosso, Mile Svilar, ha parlato ai microfoni dei cronisti presenti al Fulvio Bernardini:

Come stanno andando queste prime settimane con Gasperini?
“Toste e dure ma servono a tutti per migliorare. Abbiamo fatto due buoni test, quindi andiamo avanti”.

Contento del rinnovo?
“Contentissimo e molto orgoglioso”.

Gli obiettivi di questa stagione?
“Vogliamo andare in Champions, dobbiamo lavorare per questo. Roma è una piazza grande e bisogna puntare in alto. Puntiamo alla Champions”.

C’è stato un momento in cui siete stati distanti sul rinnovo?
“Sì, la trattativa è così. Non sono stato molto dentro la situazione, dall’inizio volevo restare alla Roma e questa è la cosa più importante per me”.

Tanto lavoro con Gasperini e tanta consapevolezza di proseguire quanto di buono fatto lo scorso anno.
“Sì, il mister ci ha detto questo quando è arrivato: prendere le cose buone e aggiungere quello che vuole da noi”.

Cosa ti ha colpito di Gasperini?
“Il lavoro preciso, fa tutto con un obiettivo molto chiaro”.

C’è differenza di come governi la difesa con Gasperini rispetto a Ranieri?
“Tutti noi sappiamo che il mister ha delle richieste diverse da altri allenatori che abbiamo avuto, dobbiamo adattarci il più velocemente possibile”.

L’arrivo di Gasperini è stato un incentivo per il rinnovo?
“Sì, come no. Il mister ha fatto un grande lavoro con l’Atalanta e speriamo di andare molto lontano”.

L’Europa League è un obiettivo?
“Come Roma dobbiamo sempre puntare in alto”.

FERGUSON: “Difficile rifiutare un grande club come la Roma. L’obiettivo? Tornare in Champions League” (VIDEO)

Questa mattina, la Roma ha ufficializzato l’arrivo di Evan Ferguson in prestito dal Brighton. L’attaccante irlandese ha da poco rilasciato la sua prima intervista da calciatore giallorossi sul canale Youtube del club. Ecco le sue parole.

Quali sono le tue aspettative per questa tua nuova avventura?
“La Roma è un grande club e vogliamo arrivare il più in alto possibile. Quando sono arrivato ho sentito parlare dell’obiettivo Champions e penso che l’aspettativa per questa stagione sia quella di tornare a conquistare un posto in questa competizione”.

Perché hai scelto la Roma? Com’è andata la trattativa?
“Penso che quando un club come la Roma, uno dei più importanti in Europa, si interessa a te sia difficile rifiutare, soprattutto se capisci che questa squadra ti vuole davvero e quanto questa esperienza potrebbe essere positiva per te per la tua carriera e per il club. Perciò penso che per me sua una buona opportunità e ringrazio la proprietà e tutti coloro che lavorano per questa squadra per avermi accolto qui”.

Quanto è stato importante per la tua scelta sapere che qui ci fosse Gasperini, un allenatore molto offensivo?
“Ovviamente prima di firmare per un club devi andare a guardare chi è l’allenatore e come gestisce la squadra e credo che in questa fase della mia carriera, Gasperini possa essere un’ottima persona per cui giocare e con cui lavorare visto che ha ottimi precedenti con gli attaccanti. Spero che vada così anche con me”.

Ti è piaciuta l’accoglienza dei tifosi della Roma?
“Si, quando sono atterrato ho capito subito la cultura locale e in particolare quanto è importante questo club. All’arrivo ho visto le grida dei tifosi e le telecamere per cui è un grande onore arrivare qui per giocare davanti a persone che sperano che io possa far bene”.

Sei il primo giocatore irlandese a vestire la maglia della Roma, è una responsabilità in più per te?
“Non so se sia una responsabilità e ovviamente non conoscevo questo dato prima che tu mi facessi la domanda ma spero di far bene e di fare da apripista in modo che anche altri irlandese possano giocare qui in futuro”.

Hai già affrontato la Roma, che impressioni hai avuto dallo stadio Olimpico?
“Penso che sia stata una bella esperienza, quel giorno ci ho giocato e non pensavo che quasi due anni dopo sarei arrivato qui per firmare. Credo che sia meglio giocare in questo stadio con i tifosi a proprio favore anziché averli contro”.

Conosci la Serie A? Che opinione hai a riguardo?
“Rispetto alla Premier League non è un campionato facile. Agli italiani piace curare la fase difensiva per cui sono sicuro che non sarà facile per me anche considerando il clima caldo a cui dovrò abituarmi”.

Come ti descriveresti come calciatore?
“Direi che ho caratteristiche diverse e posso fare tante cose differenti ma innanzitutto voglio arrivare qui e segnare molti gol, migliorarmi e rimettermi in gioco”.

C’è molta fiducia su di te, quali sono le tue ambizioni?
“Mi fa piacere che si parli di me, ma, non è importante perché io farò bene se la squadra farà bene. In quel caso si parlerà di me ma io voglio solo scendere in campo, giocare a calcio e segnare”.

Cosa pensi dei tuoi compagni?
“Ovviamente il club è ricco di buoni giocatori e Dovbyk è uno di loro, spero che fin dagli allenamenti potremo creare una bella coppia poi vedremo cosa accadrà e quale modulo sceglierà il mister”.

Un messaggio per i tifosi?
“Spero che disputeremo una buona stagione e di vivere dei bei momenti insieme. Forza Roma!”.

El Aynaoui si presenta: “Sono un centrocampista moderno e fisico, non vedo l’ora di lavorare con Gasperini” (VIDEO)

L’ufficialità di Neil El Aynaoui da nuovo giocatore della Roma è arrivata nella serata di ieri. Oggi il classe 2001 proveniente dal Lens ha parlato ai canali ufficiali del club, presentandosi da nuovo acquisto giallorosso. Il franco-marocchino ci ha tenuto a ringraziare il ds Massara e tutta la società capitolina, definendosi poi come un centrocampista moderno e fisico, in grado di rendere bene nelle due fasi di gioco. Di seguito il video.

GASPERINI: “Sono un po’ preoccupato, sul mercato siamo in ritardo e mi aspetto una bella accelerazione” (FOTO e VIDEO)

Dopo la prima sgambata stagionale al Fulvio Bernardini di Trigoria contro il Trastevere, terminata 14-0 per i giallorossi, Gian Piero Gasperini ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni dei cronisti presenti:

Il consuntivo della prima settimana di lavoro? Dybala subito in campo.
“Dybala è arrivato bene con una nuova base di allenamento, ancora non calcia al meglio ma oggi ha voluto fare una parte di partita, è un buon segnale. La prima settimana è stata molto positiva, con i ragazzi che ci sono c’è stato un bellissimo impatto. I ragazzi hanno mostrato grande disponibilità e tanta voglia di fare, questo è bello, sulla spinta del finale di stagione. Si vede che è un ottimo ambiente. Ci sono tanti ragazzi giovani, molto belli dal settore giovanile, che hanno voglia e attaccamento”.

Com’è stato l’impatto con la città?
“Vivo molto Trigoria in questo momento, da mattina a sera, ma la città è straordinaria. Ho passato quelle due mezze giornate di libertà a cercare casa, ho intenzione di abitare a Roma  anche se dovrò fare un po’ di traffico come tutti. La città è straordinaria ed è periodo di vacanza, quindi si gira anche bene”.

Cosa si aspetta dal modo di giocare di El Aynaoui e dal mercato della Roma?
“Purtroppo ci sono state vicissitudini tra varie cose e sicuramente siamo un po’ in ritardo perché abbiamo iniziato da 8 giorni e ci siamo presentati con una squadra, anche rispetto al finale di stagione, con tante defezioni: tanti sono andati via e qualcuno è infortunato. Abbiamo sicuramente fretta e voglia di recuperare perché dobbiamo partite bene ma in queste condizioni non è facile. Speriamo ci sia una spinta perché la società ha grande disponibilità e l’ha data a tutti, sappiamo quello che bisogna fare e i profili di giocatori che devono arrivare – tutti giovani, pimpanti e forti -, però sicuramente mi aspetto una bella accelerazione”.

Dybala centravanti per lei è una soluzione di emergenza? Come stanno Dovbyk e Pellegrini?
“Sì, di emergenza. No, Pellegrini ha ancora del tempo: è stato anche operato al naso, ha iniziato da un giorno o due, ha bisogno di parecchio tempo. Dovbyk ha avuto un affaticamento e martedì si allenerà con la squadra”.

Come ha trovato la squadra rispetto alle sue idee?
“La prima settimana è preponderante, ma cerchiamo di darci un’identità anche se sono le prime partitelle, anche facili, dove si può ricercare la posizione in campo. Rispetto a maggio in 6 sono andati via, oggi è arrivato Saud, Salah-Eddine non si è ancora allenato e lo stesso vale per Pellegrini, quindi sicuramente la società sta lavorando al meglio per cercare di colmare le partenze e di fare un organico col criterio che abbiamo detto. La cosa molto molto positiva è la grande disponibilità della società, poi ci sono le esigenze di mercato”.

Non è preoccupato?
“Un po’ sì (ride, ndr). Perché già sono 8 giorni che lavoriamo, siamo già al 20 luglio e tra un mese inizia il campionato ma sono sicuro che verrà fatto tutto di dovere che la società vuole fare e quello che Massara sta cercando di fare”.

PISILLI: “La Roma va meritata ogni anno. Gasperini? Fatichiamo molto ma dovremo farci trovare pronti” (VIDEO)

Niccolò Pisilli è stato ospite dell’AS Roma Podcast, video uscito sul canale Youtube dei giallorossi. Il centrocampista ha toccato molti temi durante l’intervista, tra cui l’emozioni dello scorso anno, la nuova stagione e l’impatto di Gian Piero Gasperini. Ecco le sue parole.

Possiamo dire che è il tuo primo ritiro con i grandi o il Niccolò dell’anno scorso si offende?
“No no, anzi, ancora grande non sono. Più grande dell’anno scorso sicuramente, ho messo un po’ di esperienza nel mio bagaglio quindi sì, è il primo ritiro dopo un anno giocato tra i grandi. Anche l’anno scorso ho partecipato insieme alla squadra ed è stato un ritiro a tutti gli effetti”.

La sensazione però era quella di un ragazzo che si sarebbe giocato le sue carte.
“Sì, poi va dimostrato tutti gli anni, la Roma va meritata ogni anno, però. Sicuramente quest’anno parto con una base migliore rispetto allo scorso che ero un ragazzo delle giovanili che sarebbe stato valutato in ritiro. Quest’anno, invece, il mister può conoscermi giù un pochino di più”.

L’anno scorso hai giocato più di 40 partite, ma è un dato che colpisce. Te l’aspettavi?
“All’inizio della stagione non me l’aspettavo, anzi quando è iniziato il ritiro non credevo neanche di rimanere, ci speravo con tutto me stesso e ho sempre dato tutto negli allenamenti per provare a rimanere alla Roma. Però, non mi aspettavo di giocare più di 40 partite in stagione”.

C’è una partita o più di una dopo la quale hai avuto la sensazione di poter stare a questo livello?
“Una partita in particolare non penso ci sia, era più una sensazione che è cresciuta partita per partita, mi sentivo bene e vedevo che riuscivo ad esprimere me stesso e questa cosa mi ha dato consapevolezza. Anche per me ad inizio stagione era una prova, pure io volevo avere un opportunità, sia per il sogno di giocare per la Roma e sia per me stesso. Volevo capire se realmente fossi in grado di stare in Serie A”.

In questa stagione è arrivato un rinnovo che ti lega alla Roma in maniera importante.
“Per me è stato un onore poter continuare a giocare per la Roma ed è stato un momento bello ed importante perché si staccava la parte di Niccolò giovanile e iniziava la parte di Niccolò con la prima squadra. Per questo ci tengo a ringraziare tutti gli allenatori che ho avuto e la società per la fiducia che mi ha dimostrato”.

C’è stata anche una bella parentesi in Nazionale.
“Ho raggiunto anche la convocazione nella Nazionale maggiore che è una cosa che se solo qualcuno me lo avesse accennato avrei risposto che era fuori di testa. Poi si è conclusa con l’Europeo Under 21 quest’estate che è stata una bellissima esperienza e quindi sono molto contento ogni volta che vado in Nazionale perché giocare per il proprio paese con tutti che ti tifano non ha prezzo”.

Te lo sei riguardato qualche volta il gol contro la Spagna?
“L’ho rivisto giusto la sera in cui l’ho fatto, poi sono andato e dormire e non l’ho più rivisto”.

Vi fa correre Gasperini?
“Stiamo correndo e stiamo lavorando come penso sia giusto, tutte le squadre staranno lavorando e noi dovremo essere bravi per farci trovare pronti e al meglio della condizione per quando servirà. Magari adesso è un po’ faticoso ma ci tornerà tutto dopo, quindi adesso dobbiamo soffrire”.

Com’è stato tornare qui e il primo impatto con il mister ed il suo staff?
“Sono cambiate tantissime cose all’interno dello staff e ci vuole un po’ di tempo per conoscerci e capire le richieste del mister, ma credo sia normale. Tornare qui è stato molto bello perché ritrovi molti compagni che durante l’anno vivi tutti giorni, poi ti ci stacchi un mese e mezzo e ti manca la quotidianità dello spogliatoio. Ci dobbiamo abituare il prima possibile alle richieste del mister e del suo staff”. 

Hai realizzato di essere già un esempio per qualcuno?
“Magari sì, però io non me la sento addosso perché so che posso migliorare ancora tanto e far vedere ancora tanto a queste persone. Non mi sento ancora una persona da vedere come un punto di arrivo, so quanto devo migliorare sotto vari punti di vista e quindi non mi sento un esempio. Se tanti ragazzi vedono in me un percorso da seguire io sono contento e farò di tutto per aiutarli e farli sentire a loro agio”.

Riesci a spiegare in che modo i “grandi” riescono ad aiutarvi a migliorare?
“Dipende dal giocatore. C’è il calciatore dalla quale rimani incantato quando tocca la palla o il giocatore dal quale puoi imparare la malizia nella giocata. Poi si tratta di osservare e cercare di rubare con gli occhi cercando di focalizzarti su ciò che fa per poi emularla”.

Ti è mai capitato di fare domande e chiedere come poter migliorare?
“Capita che in campo loro ti diano dei consigli e se hanno qualcosa da dirti in campo te la dicono”. 

Che tipo di centrocampista vorresti diventare?
“Di sicuro nel calcio di oggi devi saper fare un po’ tutto a centrocampo, la mia qualità principale è l’inserimento che non vorrei mai perdere. Per esempio in Primavera mi ha portato a fare tanti gol e mi sono divertito tanto a giocare così, però so che devo migliorare tantissime cose e il mio obiettivo è quello di diventare un giocatore totale”.

Ti guardi mai video dei giocatori del passato, non solo della Roma?
“Io sono uno che da sempre vede tantissime partite di calcio e ogni volta che ce n’è una la guardo. Magari non osservo un calciatore in particolare, ma guardo molte partite e cerco di vedere tutti i centrocampisti delle varie squadre e rubare qualcosa da loro”.

Quanto ti ha emozionato la vittoria di Sinner?
“È stato un momento incredibile perché lui è stato il primo italiano di sempre a vincere Wimbledon ed è una cosa che rimarrà nella storia per sempre”.

RANIERI: “Gasperini ha un compito importante. Il ‘no’ alla Nazionale? Non potevo fare due lavori”

Claudio Ranieri, Senior Advisor della Roma, ha partecipato nella giornata di sabato ai Mondiali Antirazzisti a Riace e ha incontrato il sindaco Mimmo Lucano, noto per il suo supporto ai migranti. Ecco le dichiarazioni dell’ex allenatore giallorosso: “Mi sembrava normale, dato che io sto a 30km da qui, venire a vedere tutto quello che ha fatto e che sta continuando a fare. Da una parte c’è la disperazione di madri e padri che mettono i loro bambini sui barconi per fare in modo che possano vivere, dall’altra parte c’è l’amore di Mimmo Lucano, che ha dato a tutti loro la cosa più importante: una speranza. Credo che quanto fatto da lui sia una cosa eccezionale. Abbiamo tanto da dare, abbiamo l’amore perché noi italiani sappiamo che siamo emigrati tanti anni fa in America, in Belgio nelle miniere, e i nostri nonni ne hanno sofferto. Ecco, quello che hanno sofferto loro adesso lo stanno soffrendo altri popoli. Oggi chi viene in Italia viene imbarcato per l’Albania, sarebbe bello invece offrire loro, soprattutto ai bambini, un campo di calcio. Proviamo ad allenare la speranza, perché pensiamo che nell’uomo ci sia il senso della redenzione”.

Poi prosegue: “Ogni squadra ha giocatori di diverse nazionalità e tra noi non c’è mai stata alcuna remora. Non c’è niente di ciò che si respira fuori. Lo sport, e soprattutto il calcio, può rappresentare un antidoto contro il razzismo. Il calcio è dentro un mondo che è cambiato e purtroppo è diventato violento. Servono anche le pene, ma le pene sui cervelli non agiscono. Ci vogliono cultura e rispetto della persona umana”.

Successivamente parla Lucano: “E’ bellissimo che una persona come lui, che ha questo profilo, venga qui. Il calcio non è solo competizione, è anche qualcos’altro”.

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Successivamente Claudio Ranieri ha rilasciato ulteriori dichiarazioni ai microfoni dell’emittente televisiva e si è soffermato soprattutto sulla Roma. Ecco le sue parole.

Questo è stato un anno importante e trionfale. Se lo aspettava?
“No, non me l’aspettavo. Sono arrivato in un momento particolare. Ma grazie all’aiuto e all’apporto di tutti quanti siamo riusciti a rimettere le cose a posto. È stato un fatto importante per la società, per i tifosi, soprattutto, e anche per i giocatori“.

C’è rimpianto nel non aver conquistato la Champions?
“No, non credo. Non voglio fare come la volpe che non arriva all’uva e dice che è acerba. Forse era meglio così. Affrontare tutte quelle potenze… ora non siamo pronti. Speriamo che fra pochi anni saremo all’altezza di quei club”.

Il no alla Nazionale quanto l’è costato?
“Io credo che dire no alla Nazionale sia costato a tutti, ma non potevo fare due lavori. Avendo un contratto con la Roma, mio malgrado, non ho potuto accettare quello che voleva la Federazione. La Nazionale ha bisogno di una persona libera di poter scegliere e di poter convocare chi vuole. Con me ci sarebbero stati troppi problemi ad ogni convocazione: se un giocatore avesse giocato 90 minuti e poi avesse affrontato la Roma… Insomma, era troppo. Lì ci deve essere un uomo libero. Gattuso, quello che ha fatto, ha cercato di farlo bene. È uno che la Nazionale l’ha conosciuta, l’ha lottata, l’ha sofferta. Per cui gli auguro ogni bene”.

Mai più in panchina?
“No, mai più, è finita. Contento? Sì, certo”.

La scelta di Gasperini è soprattutto sua?
“Sono il consigliere dei Friedkin e spero di far bene il mio lavoro. Gasperini ha un compito importante. Piano piano le cose si metteranno bene”.

(TG3)

SOULÈ: “A gennaio ero sul punto di andarmene, Ranieri mi ha convinto a restare. Il gol nel derby mi ha cambiato la vita” (VIDEO)

In attesa dell’inizio della nuova stagione, Matias Soulè ha rilasciato un’intervista per il canale youtube Los Edul, parlando di questa prima stagione in giallorosso e del futuro. Le sue parole:

Come stai, Mati? Tutto bene?
«Tutto bene, tutto bene. Ora sono a Roma, non più a Torino. Mi sto adattando bene, è davvero bella. Il clima è fantastico, molto più simile all’Argentina rispetto al nord Italia. Roma è meravigliosa, ha tanta storia».

E calcisticamente?
«Abbiamo iniziato male, ma con l’arrivo di Ranieri ci siamo ripresi. Ci ha tranquillizzati e abbiamo fatto più punti».

Avevi bisogno di giocare? Ti agitavi quando non venivi impiegato?
«Sì, ovviamente. So che sono giovane, ma tutti vogliono giocare. All’inizio giocavo poco, ero sul punto di andarmene. Poi ho parlato con il mister Ranieri e mi ha detto: “Resta, la tua occasione arriverà”. E ora sto giocando, che è ciò che volevo».

Hai avuto anche il supporto di due argentini importanti, Dybala e Paredes. Quanto ti hanno aiutato?
«Tantissimo. Due persone splendide. Li conoscevo già da prima. Già prima di venire li sentivo per sapere se sarebbero rimasti. Ovviamente speravo di sì. Avere argentini in squadra ti fa sentire subito più a casa».

Come hai cominciato con il calcio?
«Da piccolissimo, a Mar del Plata. Mio padre era fanatico. Già a 3 anni volevo andare in una scuola calcio. Mi portarono a 4 anni al Club Argentino del Sud. Poi passai al Kimberley, dove giocavo con mio padre che mi accompagnava. Cercavo i provini su internet, volevo andare a Buenos Aires. Mio padre lavorava tantissimo, era cartero e stava fuori 10-14 ore al giorno. Ma quando poteva, mi accompagnava. Se no, mi portava mia madre in autobus».

Com’è nata la possibilità di andare a Buenos Aires?
«Una coincidenza. In spiaggia mio padre incontrò un vecchio conoscente che lavorava al Kimberley. Poco dopo ci chiamò la famiglia Cubero per un provino a Buenos Aires. Avevo 9 o 10 anni. Andai, feci un paio di settimane, poi mi dissero di tornare. Mi tesserarono per la Liga e iniziai ad andare una volta al mese. A 11 anni entrai in convitto. Fu dura, ma era ciò che volevo».

Quando hai capito di avere una marcia in più?
«Non me ne rendevo conto, mi divertivo solo. I mister mi dicevano che avevo potenziale. Già solo passare da una squadra locale a una di AFA era un grande passo. Era il sogno di ogni ragazzo dell’interno dell’Argentina».

Come si arriva all’Italia?
«Avevo 15 anni. Dopo un torneo con la Sub 16 in Portogallo dove andai bene, iniziarono ad arrivare offerte. Non avevo un contratto e decidemmo di venire qui. Fu tutto molto veloce, ma non ho mai esitato».

Com’è stato lasciare il Vélez?
«In quel momento non volevo andarmene. Ma poi successe che, poco prima di una convocazione in Nazionale, il club mi impedì di allenarmi. Mi dissero che era per via del contratto, ma io non sapevo nulla. Avevo 15 anni, non capivo. Mi fecero passare come se volessi andarmene. La gente iniziò a parlarne, e mi riportarono a Mar del Plata. Non mi piacque per nulla come venne gestita la cosa».

C’è anche questo legame curioso con l’Independiente, una squadra in cui non hai mai giocato ma che ti sente suo.
«Sì, è nato tutto da una matera con il logo dell’Independiente che mi regalarono quando andai in Nazionale. Sono tifoso da sempre, come tutta la mia famiglia. Non ho mai giocato lì, ma i tifosi mi trattano come uno di loro. Un onore».

Pensi mai di giocare in Argentina in futuro?
«Adesso no, sono all’inizio della mia carriera. Ma un giorno mi piacerebbe, soprattutto perché non ho mai giocato in Primera. Sarebbe bello viverla dall’interno, magari proprio con l’Independiente».

Sei mai stato al Libertadores de América?
«Sì, una sola volta. Era la prima. Non potevo andare da piccolo perché mio padre lavorava troppo. L’ho vista con lui e mio fratello, meraviglioso».

Quali giocatori ti piacciono dell’Independiente?
«Cabral e Loyola. Hanno grande futuro. Seguo tutte le partite, quando riesco con il fuso orario. Anche Kevin Lopez lo conosco bene, ho passato del tempo con lui in Argentina».

Parliamone: Juventus. Il tuo arrivo in quello spogliatoio.
«Incredibile. Non ero ancora in prima squadra, ma cominciai ad allenarmi. C’erano Dybala e anche Cristiano Ronaldo. Una volta, CR7 venne a sedersi a pranzo con me un altro compagno. Parlammo per un’ora. Raccontava tutto, anche della sua vita a Madrid. Io ero sotto shock, ma facevo domande. Non ci potevo credere».

Poi l’esperienza al Frosinone.
«Avevo bisogno di giocare. Alla Juve non c’era spazio, quindi andai. Mi fece bene. Peccato per la retrocessione all’ultima giornata. Ma mi ha aiutato a crescere».

Ed è vero che ti ha contattato Spalletti per la Nazionale italiana?
«Sì. Il mio tecnico al Frosinone era in contatto con lui. Mi chiamò mentre ero a casa di Dybala. Mi disse che mi voleva, che avevo il passaporto e che c’erano gli Europei. Poi venne pure al centro sportivo. Ma io gli dissi che volevo aspettare l’Argentina. Mi rispose che capiva. Non fu facile dirglielo, ma seguii il mio cuore».

Ora sei ancora in attesa della chiamata dall’Argentina?
«Sì. So che c’è tanta concorrenza, ma continuo a lavorare. È il sogno di ogni bambino. Non smetterò di sperarci».

Ti ha cambiato il gol nel derby con la Lazio?
«Sì, tantissimo. Venivo da diverse partite da titolare. Segnare in un derby, con la famiglia sugli spalti, è stato incredibile. Non riuscivamo a trovare i posti, ma poi li ho visti. Una gioia enorme».

Dybala ti aveva detto che tiravi sempre dallo stesso lato?
«Sì! C’è anche un video dove fa il gesto prima della partita. Poi abbiamo scherzato nel gruppo: sembrava un allenatore. È uno alla moda, ma anche umile».

I tifosi della Roma ti ricordano quelli argentini?
«Sì, sono molto passionali. C’è tanta pressione, soprattutto quando le cose non vanno. Ma adesso abbiamo cambiato faccia».

Idolo?
«Messi. E anche Aguero, lo amavo».

Stadio più bello?
«Quello della Roma, San Siro, lo Juventus Stadium».

Parliamo di cose personali: cosa ti piacerebbe comprare?
«Una casa a Roma. È un obiettivo».

Serie consigliata?
«Contrattempo”, con Mario Casas».

Il tuo tatuaggio preferito?
«Quello che ho qui sul braccio, è un disegno mio».

Videogame preferito?
«Call of Duty, gioco con Dybala e Angeliño. Ultimamente ci sto ricascando».

Il miglior esterno al mondo nel tuo ruolo?
«Salah».

Un giocatore con cui vorresti giocare?
«Mbappé. Anche Paredes l’ha nominato come il migliore nel suo ruolo».

Chi ti trasmette più fiducia in campo?
«”Cumbia”. Quando ha la palla, sai che non la perde».

Fai qualcosa in casa?
«Cucino. L’asado mi viene bene. Mobili? Lascio fare a mio padre o chiamo qualcuno!».

Compratore online compulsivo?
«Sì, compro tutto online, da elettrodomestici a vestiti».

Mate a ogni ora?
«Sempre. Ho pure una yerba consigliata da Paredes che non ha caffeina per la sera».

Un consiglio ricevuto da Di María?
«Mi ha insegnato un modo di calciare in cui sembra che non metta forza, ma la palla va. Ancora non so come faccia».

Parola pescata: “Amore”.
«Ne ho tanto. Per la mia famiglia, la mia ragazza, i miei cani, il calcio. Sono cresciuto con amore».

Cosa significa tuo padre per te?
«Tantissimo. Da piccolo guardavamo le partite insieme, ascoltavamo la radio con l’Independiente. Mi ha trasmesso lui l’amore per il calcio. Ogni volta che parlo dell’Independiente, parlo anche di lui. Mia ragazza è del Racing, puoi crederci? Guardiamo i derby insieme. Sogna, un giorno, di vedermi giocare per l’Independiente. Se potessi dirgli qualcosa? Grazie, a lui, a mia madre, a mia nonna. Tutto quello che hanno fatto per me, i sacrifici, senza di loro non sarei qui. Li ringrazierò per sempre».

MASSARA: “Faremo cose sostenibili ma funzionali alla crescita. Friedkin determinati nel voler vincere, Gasperini darà un’identità chiara alla squadra” (VIDEO)

Frederic Massara torna a parlare da direttore sportivo della Roma. Il dirigente infatti, ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali del club giallorosso. Queste le sue parole:

Bentornato alla Roma. Qual è la prima sensazione?
“Tornare in questo Club è per me un motivo di grande orgoglio. Nella Roma ho vissuto dei momenti significativi della mia carriera, legandomi alla città e alla tradizione della società. Ma, al di là del sentimento che ho conservato in questi anni, adesso non vedo l’ora di abbracciare la nuova sfida sportiva che attende tutti noi”.

Che impressione hai avuto parlando con la Proprietà, la famiglia Friedkin?
“Ho trovato una famiglia molto determinata, molto passionale, nel voler regalare delle gioie al pubblico romanista, nel voler conquistare trofei, sono veramente molto determinati, dovremo lavorare sodo per non disattendere queste ambizioni”.

Ritrovi Claudio Ranieri, con cui avevi lavorato già da allenatore. Come ti aspetti di lavorare con lui oggi, che occupa un ruolo diverso?
“Intanto, è un grande piacere ritrovarlo anche se in una nuova veste. Sarà una veste anche per me importante, rappresenta un ponte verso un ritorno più immediato nella realtà romanista, è un grande piacere lavorare con lui nuovamente”.

E poi, Gasperini, l’allenatore della Roma. Qual è la tua visione del tecnico? È anche un allenatore molto esigente, bisognerà essere pronti.
“Questa è una cosa di cui abbiamo bisogno, dobbiamo essere tutti esigenti con noi stessi. Mister Gasperini veramente impersonerà questo spirito nella maniera migliore, i risultati che ha avuto in questi anni sono straordinari, siamo convinti che potrà dare una chiarissima identità alla nostra squadra e portare quello spirito che andiamo cercando tutti quanti”.

Qual è la tua valutazione attuale della rosa della Roma?
“È una rosa di valore, che lo ha dimostrato nella seconda parte della stagione con tantissimi risultati che hanno portato ad una grande rimonta. Ci sono già molti giocatori forti, siamo convinti di poter costruire una squadra ancora più forte”.

Una curiosità è senza dubbio immaginare cosa la Roma farà sul mercato. Difficile fare nomi o ipotizzare ruoli, quali sono gli step che si dovranno compiere?
“Beh, di questo si è parlato tanto, siamo tutti a conoscenza che ci sono dei paletti piuttosto stringenti da rispettare con il fair play finanziario, quindi lavoreremo nella direzione per fare delle cose che possano essere sostenibili, ma comunque funzionali alla crescita della squadra”.

A Massara, si sa, piacciono giocatori giovani e forti, ma anche esperti per fare un giusto mix come ha detto Gasperini. Sarà questa la ricerca della Roma?
“Sarà una ricerca per trovare giocatori utili, funzionali e forti. Il nostro obiettivo è quello di costruire una Roma forte e farla sempre più forte nel crescere di questi anni”.

Quali possono essere gli obiettivi di questa stagione? Gasperini è stato molto chiaro parlando di Champions League.
“Beh, sono molti anni che la Roma non gioca in Champions League e questo è veramente un peccato. Ma non è questo il momento di fare proclami, è il momento di lavorare, lavorare e lavorare”.

I tifosi nutrono stima nei tuoi confronti. Questa è una responsabilità? Cosa ti senti di dire?
“Io sento veramente una grande fiducia da parte dei tifosi della Roma, poi nella Roma, nella società, e questo ci spingerà a fare sempre meglio per riuscire a regalare delle soddisfazioni che tutti meritano”.

RENSCH: “È speciale far parte della Roma, felice che Ranieri rimanga nel club. Gasperini mi aiuterà”

VOETBAL INTERNATIONAL – Impegnato in questo momento con l’Olanda negli Europei Under 21, il terzino della Roma Devyne Rensch ha rilasciato alcune dichiarazioni al portale olandese sul suo recente approdo in giallorosso. Queste le sue parole.

Abbiamo parlato sei anni fa ed eri appena diventato campione europeo con l’Olanda U17. Com’è stato il tuo percorso di crescita?
“È stato veloce, sì. Sono ancora un ragazzo tranquillo e modesto, ma ovviamente con gli anni si cresce e si acquisisce più esperienza. Poi ci si rende conto anche di cosa serve a livelli così alti. Era già così all’Ajax, ovviamente, ma anche ora con il mio trasferimento alla Roma. Ogni giorno diventi più uomo. È così che cresci anche in questo, allenandoti di più ed essendo coinvolto nella squadra. È qualcosa di naturale nel corso degli anni. Se nel 2019 mi avessi chiesto: ‘Diventerai mai un leader?’ Allora avrei potuto dire: ‘Non credo proprio’. Ma con gli anni l’esperienza si acquisisce, succede ancora”.

Michael Reiziger ha detto di averti nominato capitano perché sei anche molto forte tatticamente. 
“Penso che sia una mia qualità, quella di capire le cose velocemente, di riconoscere subito gli spazi e le situazioni che potrebbero presentarsi in partita. Credo di essere un giocatore tatticamente molto avanzato per l’età e che sa cosa serve”.

C’è stato un allenatore che ti ha trasmesso questa qualità?
“Credo sia innata. Anche da giovane, quando ero centrale in difesa. Certo, ho sempre imparato dagli allenatori, soprattutto nella prima squadra dell’Ajax quando ho iniziato a lavorare con Erik ten Hag, Michael Reiziger, Winston Bogarde e tutto lo staff. Mi hanno anche lasciato giocare molto quando ero molto giovane in ruoli diversi. In questo modo ho acquisito molte conoscenze fin da giovane”.

Puoi fare un esempio di qualcosa che hai imparato in quel periodo?
“Il modo di fare pressione, riconoscere gli spazi per liberarsi, cose del genere. Perché con ten Hag giocavamo anche con i terzini interni. È così che ho imparato. Credo che si possa notare negli altri giocatori che hanno lavorato con ten Hag: sono tutti molto avanzati tatticamente”.

Anche Michael Reiziger è stato terzino destro.
“Sì. Non aiuta solo me, ma anche gli altri giocatori. Ma il fatto che abbia quell’esperienza è fantastico. Mi ha insegnato molto anche durante la mia esperienza all’Ajax, gli sono molto grato per questo”.

Alcuni di questo gruppo erano all’Europeo anche sei anni fa: Kenneth Taylor, Anass Salah-Eddine, Calvin Raatsie e Ian Maatsen. Com’è giocare con questi ragazzi per così tanto tempo?
“Sì, è davvero meraviglioso. Credo che siamo stati insieme fin dall’Under 16 e anche con molti ragazzi dell’Ajax. Anass ora è con me alla Roma. Il tempo passa così velocemente, per noi sembra passato un anno da quando eravamo insieme all’Under 16. Ma è anche molto bello essere di nuovo insieme, perché ci conosciamo dentro e fuori, anche questo è importante in una squadra”.

Si nota in campo?
“Sì. Ho un buon rapporto con tutti loro, sappiamo esattamente cosa aspettarci l’uno dall’altro. Questa è la cosa più importante. So cosa possono fare e come posso raggiungerli, questo è molto utile in campo”.

C’è qualche giocatore che ti ha sorpreso?
“Sì, ci sono anche alcuni ragazzi con cui mi ero allenato meno, ma posso dire che tutti danno un buon contributo e svolgono bene il loro compito in allenamento e in partita. In un torneo così importante ne abbiamo davvero bisogno, perché non si può fare tutto con solo l’undici titolare”.

Come sono stati i tuoi primi sei mesi a Roma?
“È stato davvero fantastico fare un trasferimento così importante. Sono stato accolto benissimo da tutti alla Roma, è stato un caloroso benvenuto. Ogni tanto ero fuori per qualche piccolo acciacco, ma sono comunque riuscito a giocare molte partite, anche in Europa. Ho potuto imparare molto in questi pochi mesi. È un’esperienza molto bella poter giocare lì. La Roma è un club davvero grande, quindi è speciale farne parte”.

Qual è stata la prima cosa che ti ha colpito quando sei arrivato lì, dopo così tanto tempo all’Ajax?
“Non voglio necessariamente parlare della voglia di vincere, ma se sei in ​​vantaggio per 1-0… All’Ajax si vuole sempre vincere con un margine maggiore, quindi l’1-0 spesso non basta. Ma nel calcio italiano si nota: dopo l’1-0 la partita è finita. Anche se tiri venti palloni fuori dallo stadio, si dice sempre: vittoria per 1-0, fantastico! Naturalmente discutiamo anche su cosa deve essere migliorato e cosa può essere migliorato. È anche molto tattico e soprattutto un piccolo errore di qualcuno viene punito immediatamente. In un momento in cui non sei attento l’avversario ne approfitta subito, è un po’ più veloce. Credo che queste siano le grandi differenze”.

Avevi bisogno di quel tipo di stimolo?
“Ho imparato molto all’Ajax, ma a un certo punto ero pronto per il passo successivo. Il calcio italiano mi aiuterà a migliorare le mie capacità calcistiche, ma sicuramente anche la mia difesa e a rendermi un giocatore migliore”.

Com’è stato lavorare con Claudio Ranieri a Roma?
“È un uomo davvero speciale, ovviamente sono stato il suo primo acquisto. Prima di fare quel trasferimento l’ho chiamato e ho subito percepito un’energia molto positiva, una bravissima persona che mi ha spinto ad andare alla Roma. È un uomo molto sincero e dolce. Sa anche essere severo, anche questo è necessario. Ma la cosa più importante è che dà davvero ai giocatori la sicurezza di essere al loro fianco, di essere al fianco della società, ci aiuta enormemente. Lo si vede anche dai risultati del suo arrivo. Ha un aspetto molto positivo e questo ci ha sicuramente aiutato. Gli sono davvero grato di essere il suo primo acquisto e che mi abbia voluto così tanto al club. Fortunatamente anche lui rimane al club, come una sorta di consigliere, una cosa molto bella. Speriamo di poter realizzare qualcosa di bello anche con il nuovo allenatore”.

Cosa ti ha detto Ranieri quando avete parlato?
“È stato molto positivo su come sono come giocatore. Certo, non vi racconterò le cose che mi ha detto personalmente per rispetto nei suoi confronti. Ma il punto è che aveva davvero bisogno di me in squadra, che pensava davvero che fossi un ottimo giocatore. Quella sensazione positiva si è percepita subito, quindi non ho dovuto pensarci a lungo”.

Gasperini?
“Ho già sentito dire che è un ottimo allenatore, un allenatore grintoso, ma anche un allenatore che può aiutarti molto nella tua crescita, soprattutto con i ragazzi più giovani. Penso che sia un’ottima cosa per me, perché sono molto giovane, che mi aiuterà ulteriormente a livello tattico, mentale e nel suo stile di gioco. Quindi sono contento che sia venuto. Spero che raggiungeremo grandi traguardi insieme”.

Come hai seguito l’ultima partita stagionale dell’Ajax a Roma?
“Ho seguito la partita il più possibile e l’ho guardata quando potevo, perché ovviamente dovevo giocare io stesso. Beh, sappiamo tutti cosa è successo. Posso solo dire che sono molto orgoglioso di loro e di quanto abbiano lavorato duramente per un anno. Ma quella partita a Groningen e quella successiva, quando non sono diventati campioni, fa male ovviamente. So meglio di chiunque altro quanto duramente abbiano lavorato tutti. Poi è davvero deludente finire senza aver vinto il campionato, ma il calcio è così”.

Abbiamo parlato della tua crescita, ma ci sono persone che ti aiutano?
“Sì, ho una squadra davvero forte intorno a me, che mi aiuta con il fisico, la mente, con l’alimentazione, quel genere di cose. A un livello così alto credo che sia necessario avere questo tipo di supporto perché a un certo punto tocca a me concentrarmi sul calcio, sulla mia crescita. E tutto ciò che mi circonda mi aiuta in questo, quindi è importante avere le persone giuste per questo”.

Quanto è numeroso il tuo team?
“Inizia tutto dalla mia famiglia e dal mio agente Mo Salem. Ho il mio fisioterapista e un altro componente per la parte mentale. Quando vivevo ancora nei Paesi Bassi avevo anche il mio cuoco. Qualche anno fa, per esempio, ho anche fatto yoga. È un gruppo numeroso e potrei anche non conoscere tutti perché Mo organizza molte cose e non me le dice così posso concentrarmi solo sul calcio. Per me è anche un modo per assumermi la responsabilità della mia crescita. È il tuo corpo, la tua carriera”.

A quali giocatori ti ispiri?
“Quando ero un difensore centrale nelle giovanili Virgil van Dijk era sempre il mio esempio. A livello difensivo è ancora lui e anche per leadership. Ma se guardo attentamente al mio ruolo allora il miglior terzino destro del mondo è ovviamente Achraf Hakimi, che è davvero eccezionale. Ha grandi qualità e gioca anche in modo molto offensivo al Paris Saint-Germain. È sicuramente un esempio per me”.

Cosa puoi imparare da Hakimi?
“Sono i dettagli. Come risolve le cose, sia in difesa che in attacco. Ma anche la frequenza con cui cambia posizione. Il calcio di oggi è anche tanta corsa, forza e resistenza. Non più solo tattica. Bisogna assecondarlo. Denzel Dumfries è ovviamente bravo anche in questo. Poteva farlo anche prima di andare in Italia, ma lì ha migliorato ancora di più. Spero che succeda anche a me”.

Prima di tutto vuoi fare la storia qui in Slovacchia.
“Sì, esattamente. Abbiamo avuto una falsa partenza, che ci ha fatto molto male, anche in termini di atmosfera nel gruppo. Ma abbiamo cambiato strategia il più velocemente possibile e la missione rimane la stessa”.

Com’è la quotidianità qui?
“Ho appena finito di giocare a ping-pong con Calvin Raatsie, non è stato un successo, certo che lui ha più sensibilità nelle mani! Io ho più sensibilità nei piedi (ride, ndr). Qui ci troviamo bene, un bell’hotel, con un tavolo da biliardo, un canestro da basket e cose del genere e giochiamo molto a Uno con i ragazzi in camera. Devo dire che le giornate passano velocemente. Ci alleniamo presto e quando torni spesso sei piuttosto stanco, quindi fai anche dei riposini continui. Le partite sono ravvicinate, ci stiamo divertendo molto qui”.

Sei anni fa fu Kenneth Taylor a sollevare il trofeo dell’Europeo da capitano. Questa volta potrebbe essere il tuo compito.
“Sarebbe qualcosa di straordinariamente bello, meraviglioso in realtà, non si dimentica mai. E anche rivivere quell’esperienza con tutti quei ragazzi. Lo spero. Ma un torneo può diventare folle, ormai abbiamo anche scoperto che dobbiamo rimanere uniti”.

 

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