MIRRA: “Il ritiro fa gran parte della stagione. Quest’anno arriveremo primi” (VIDEO)

Jacopo Mirra, calciatore della Roma Primavera, ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali del club direttamente dal ritiro a Pinzolo e si è soffermato sia sul lavoro svolto nel corso della preparazione sia sugli obiettivi stagionali. Ecco le sue dichiarazioni.

Non ti rubo troppo tempo perché questo è il momento del riposo e ce n’è bisogno…
“Non sbagli. Il mister ci sta facendo spingere tanto, stiamo facendo praticamente tutti i giorni doppia seduta. La mattina torniamo a secco, il pomeriggio tutto in situazione. Stiamo raggiungendo belle velocità”.

State mettendo le basi dal punto di vista atletico. Quanto devono essere solide per fare una grande stagione?
“Il ritiro fa gran parte della stagione sia per mettere benzina nelle gambe in vista della stagione che sarà sia per far capire ai ragazzi nuovi il comportamento che bisogna avere in una squadra Primavera”.

Tu sei 2006, ma in squadra ci sono anche 2008: come si lega quando ci sono anche due anni di differenza? Quanto aiuta un ritiro del genere per poter diventare ancora più squadra?
“Aiuta tantissimo. Parlando di esperienze personali, perché due anni fa sono salito con il mister quando c’erano Cherubini, Pagano e Pisilli, noi stiamo facendo la loro parte con i ragazzi più piccoli”.

2006 significa essere il più grande: è una responsabilità? Quanto pesa?
“Non è un peso bensì una responsabilità perché hai il dovere di far capire i comportamenti e i modi che si devono avere qui”.

Ti piacerebbe vestire la fascia da capitano?
“Sì, sarebbe un onore enorme essendo la squadra in cui sono cresciuto e la squadra che tifo. Sicuramente non la pretendo, ma sarebbe un grande onore”.

Si può essere leader anche senza fascia…
“Sì, sicuramente”.

Difesa a 3 o a 4: hai preferenze?
“No. Il mister ci sta facendo capire i movimenti con la linea più che con l’uomo. Non ci cambia molto”.

Questa è la stagione della consacrazione?
“L’anno scorso c’è stata un po’ di sfortuna. Il brutto infortunio al flessore e la conseguente ricaduta mi hanno portato a stare fuori nella seconda parte di stagione, ma ora è tutto alle spalle. Mi è servito da esperienza e ora curo maggiormente il corpo con riposo e prevenzione”.

Quanto hai sofferto a stare fuori?
“Tanto. Avevo trovato spazio, ho sofferto ma sono stato vicino alla squadra”.

Quanta voglia avete di riprendervi ciò che avete lasciato sul campo?
“Tanta. Anche perché avevamo fatto una regular season strepitosa, arrivando primi con grande distacco dalla seconda. Quest’anno vogliamo prenderci ciò che ci spetta”.

Che tipo di difensore sei?
“Moderno”.

Significa palla al piede?
“Sì. Impostazione, veloce e di lettura”.

Dove si arriva quest’anno?
“Primi”.

PISILLI: “Il rinnovo non influenza le mie prestazioni, darò sempre il 100%. Gasperini bravissimo, ringrazio Ranieri” (VIDEO)

TELE RADIO STEREO – Torna a parlare Niccolò Pisilli e lo fa direttamente dal ritiro in Inghilterra al St. George’s Park, dove la Roma sta svolgendo la seconda parte della preparazione estiva. Il centrocampista ha rilasciato un’intervista all’emittente radiofonica e ha parlato della sua avventura in giallorosso a 360 gradi. Ecco le sue dichiarazioni.

Ciao Niccolò, buongiorno. Allora, innanzitutto come stai? Come stai vivendo questo ritiro?
“Bene, grazie. Stiamo bene, ci stiamo allenando e ci stiamo preparando per la stagione. Stiamo preparando tutte le cose”.

Gasp ti sta provando sia da mediano che da trequartista. Quale ruolo prediligi?
“Non ho un ruolo che prediligo. Sono due ruoli di centrocampo, uno è un po’ più avanzato, uno è un po’ più dietro, però io cerco sempre di fare quello che mi chiede il mister. Mi posso adattare tranquillamente a tutti e due i ruoli”.

C’è un aspetto del tuo gioco che vorresti migliorare in questa stagione?
“Come dico sempre, sono un giovane che ha fatto solo un anno tra i grandi, quindi sicuramente ho tante cose da migliorare. Forse se ne devo dire uno è mantenere magari la lucidità delle scelte con la palla o diciamo maturare come giocatore, però penso faccia parte del processo della carriera di un giocatore, dato che io sto ancora al primo anno tra i grandi”.

E c’è qualche compagno di squadra che ti sta aiutando magari a perfezionare quelle che sono le tue tecniche?
“Sì, tutti i compagni sono molto disponibili e ci aiutiamo l’un l’altro. Devo dire sin dal primo giorno che sono entrato in questo gruppo tutti mi hanno dato consigli, mi hanno aiutato e ogni volta che qualcuno può mi aiuta”.

C’è un centrocampista magari italiano, straniero, al quale ti ispiri più degli altri?
“No, come ho sempre detto, non ho un giocatore particolarmente a cui mi ispiro. Mi piace vedere il calcio, vedere tante partite e vedere più giocatori possibili. Ogni calciatore è molto bravo in una cosa, magari c’è chi è più bravo con la palla, chi è più bravo senza palla, quindi da tutti cerchi di imparare le loro cose migliori”.

Tu hai un fratello maggiore, Mattia, giusto? Che ti fa la Roma come te. Però dentro casa c’è qualcuno che ti fa un’altra squadra, una strisciata, ed è tuo padre Francesco. Hai mai provato a farlo diventare romanista?
“Ma ormai si è quasi convertito perché quando c’è Roma-Juve tifa per la Roma e di questo sono molto contento. Non ho mai capito perché tifa Juventus e non Roma, quindi diciamo che si è quasi ufficialmente convertito. Poi, certo, se gioca la Juve contro un’altra squadra tifa la Juve. Ma se c’è Roma-Juve adesso tifa la Roma”.

Tuo fratello Mattia invece gioca in Polisportiva a Casal Palocco e quando vai a vederlo le persone che sono lì come reagiscono quando ci sei tu? Ti vedono come il fratello di Mattia o ti vedono come Niccolò Pisilli?
“No, mi vedono come Niccolò e basta, come un ragazzo normalissimo di Palocco, perché sono cresciuto lì. E’ un ambiente per me molto familiare, ho tutti gli amici lì, la famiglia lì e quindi non mi sento osservato o non penso che possa essere visto in modo diverso. Sono un ragazzo come tanti altri che vivono a Palocco e di questo sono molto contento”.

Tu hai sempre detto di essere una persona solare, ma allo stesso tempo sei molto riservato. Come gestisci la pressione sotto i riflettori, soprattutto dopo momenti come il tuo esordio con la nazionale o il gol contro il Venezia?
“In modo molto naturale. Cerco di rimanere il Niccolò che sono sempre stato e cerco di non farmi condizionare da queste cose, perché alla fine non sono queste cose che ti definiscono come persona, ma è tanto altro. Sono molto contento se riesco a raggiungere un traguardo importante o un obiettivo importante, però non cambia quello che è Niccolò fuori dal campo”.

Come ti stai trovando in questo momento con Gasperini? Ti stai adattando al suo stile di gioco o stai faticando?
“No, mi sto trovando bene. Il mister è bravissimo, non devo di certo dirlo io. Ora è tutto un po’ nuovo, quindi la squadra deve essere brava a captare il prima possibile le informazioni e i principi che lui ci vuole trasmettere. Ci stiamo trovando bene, giorno dopo giorno miglioriamo sempre di più”.

C’è qualcuno dei nuovi arrivati con il quale stai legando di più? Non dire Ghilardi perché se dici lui la risposta è facile…
“Ora è arrivato Ghilardi (ride, ndr) e lo conosco dalla Nazionale, però devo dire che siamo un gruppo molto unito. Stiamo tutti insieme, poi è ovvio che magari si creano un po’ dei gruppetti, ma siamo molto uniti. Penso che pure i nuovi non facciano fatica a integrarsi”.

Qualcuno dice che il prolungamento del contratto ti ha portato ad abbassare le tue qualità: cosa rispondi a queste persone?
“Non è così. Le prestazioni in campo non dipendono dal contratto. Qualsiasi giocatore può subire un calo durante una stagione, è impensabile andare allo stesso modo durante un’annata. Ci sono periodi positivi e negativi, ma io darò sempre il 100% per questa maglia. Ci sono delle partite che andranno meglio e altre peggio, ma quello che non mancherà mai da parte mia è l’impegno e il sudore per questa maglia”.

Qual è l’obiettivo che secondo te la Roma può raggiungere quest’anno?
“Secondo me dobbiamo guardare partita dopo partita senza prefissarsi troppi obiettivi. Poi certo l’obiettivo magari può essere quello di tornare in Champions League, però abbiamo visto l’anno scorso come alla fine in una stagione ci sono vari momenti e varie fasi. A inizio anno sembravamo spacciati, mentre poi abbiamo chiuso a -1 dalla Champions. Quindi adesso, secondo me, non è importante mettersi un obiettivo fisso, ma cercare di raccogliere il più possibile ogni giorno”.

C’è un consiglio particolare che ti ha dato Claudio Ranieri prima di lasciare la Roma sotto il ruolo d’allenatore?
“Il mister ci ha dato tantissimi consigli, ci ha dato una grandissima mano l’anno scorso e a me in particolare. L’ho sempre detto, lo ringrazierò per sempre per tutte le volte che si è fermato a darmi consigli per migliorarmi come giocatore e come uomo. Mi porterò per sempre tutti i suoi insegnamenti sia dentro che fuori dal campo”.

Se tu potessi scambiare ruolo con un tuo compagno di squadra per una partita, chi sceglieresti e perché?
“A me piace il ruolo che faccio io, quindi ti dico un centrocampista che può stare vicino a me che è Manu (Koné, ndr)”.

E’ il centrocampista con il quale ti trovi meglio in campo?
“Mi trovo bene con tutti. Tutti hanno delle qualità diverse e penso che il mister abbia diverse opzioni e questa è una cosa buona. Non ce n’è uno con cui mi trovo meglio, ma penso che il segreto sia proprio questo, riuscire a giocare con tutti nella squadra”.

Il derby per te sicuramente da romano e romanista deve essere qualcosa di molto importante. Come ti prepari ad una partita del genere?
“Ne ho fatti due, non è che ne ho fatti chissà quanti. In realtà penso che il segreto sia viverlo come una partita normale, ma che alla fine ovviamente essendo romano e romanista un pochino senti di più. Devi essere pure bravo a non farti trasportare troppo da quelle emozioni perché sennò rischi che in campo ci vai un po’ troppo emozionato, un po’ con troppa foga e magari è cattiva consigliera”.

Allora questa cosa di essere romano e romanista ti ha mai messo sotto pressione? Ti lascia un’eredità particolare?
“No, questo no. Penso solo che sia una cosa bella perché quando scendo in campo gioco per la squadra per la quale ho sempre voluto giocare. Ma non sento alcun peso o eredità, perché sono discorsi totalmente fuori da me in questo momento”.

Hai dedicato un gol a Edoardo Bove, definendolo una persona speciale. Quanto è importante per te avere un legame particolare con i tuoi compagni di squadra?
“È importante perché il gruppo nel calcio conta veramente tanto. Se stai bene fuori poi è molto più facile che riesci a rendere dentro al campo e penso che i segreti delle grandi squadre siano questi. A noi l’anno scorso ha aiutato a risollevarci da un periodo molto brutto”.

Quindi possiamo dire che la forza del lupo è il branco?
“Sì, possiamo dire che la forza del lupo è il branco”.

VIDEO – Gasperini, la regola sul capitano: “Un problema che non esiste. La gerarchia è sul numero di presenze”

In un’intervista rilasciata dal ritiro di St. George’s Park, il tecnico della Roma, Gian Piero Gasperini, mette un punto fermo sulla questione della fascia da capitano, spiegando con chiarezza il suo metodo: “Non c’è un problema sulla fascia, questo è un problema che proprio non esiste. Io ho sempre adottato uno schema che ha sempre funzionato benissimo: ho sempre dato la fascia al giocatore con più presenze. Ho già detto altre volte che i capitani sono 7-8 e spero diventino 15-20. I capitani sono quelli che giocano per la squadra e hanno un grande attaccamento”. Infine, ha ribadito il suo unico criterio: “La gerarchia è sul numero di presenze. Non ci sono altre gerarchie”.

Ritiro Inghilterra, GASPERINI: “Cosa manca? Un giocatore forte in attacco. Capitano? Chi ha più presenze” (VIDEO)

Dal ritiro di St. George’s Park, il tecnico della Roma Gian Piero Gasperini fa il punto della situazione in questa fase della preparazione estiva con i cronisti presenti.

Mister, qual è il suo primo bilancio del ritiro?
“Buono. Siamo ormai nella fase finale della preparazione. Questo è un posto ideale per il clima e poi abbiamo queste partite già impegnative che sono dei bei test”.

Come sta Dybala?
“È qui con noi e sta seguendo un programma differenziato per recuperare dal suo intervento. Sappiamo che è una situazione da controllare, ma speriamo che dalla prossima settimana, una volta tornati a Roma, possa riunirsi al gruppo”.

Facendo la conta ora, quanti giocatori mancano?
“Non è quello il punto. Il punto è che c’è qualche ruolo che va completato, poi tutto dipenderà da quanto riusciremo a essere forti davanti e lì determineremo la forza della squadra, che sta prendendo una sua fisionomia. Poi qualcuno dovrà completare e rinforzare.”

Cosa serve per essere forti davanti?
“Non è una cosa nostra, ma di tutte le squadre. Spendono tutti grandi cifre per gli attaccanti. Il reparto offensivo è quello più cercato e più costoso. Le squadre con i giocatori forti in attacco sono più competitive.”

Che lavoro state facendo con Dovbyk?
“È stato pagato una bella cifra. Ha dimostrato di essere un centravanti di valore, ha fatto i suoi gol. Stiamo lavorando per migliorare alcune sue lacune, come la capacità di essere in gioco. Non deve essere troppo in anticipo o troppo in ritardo, è come nella musica: se sei fuori tempo, è un problema”.

Cosa manca alla sua Roma?
“Sono contento di tutti i ragazzi, che sono stati encomiabili. È una squadra che lavora, che ha spirito di gruppo, che ha senso di appartenenza. Si potranno dire tante cose ma non che non c’è l’impegno e l’attaccamento alla Roma”

E Wesley?
“È un giocatore che era nella ricerca della Roma. Io lo conoscevo bene perché con l’Atalanta avevamo praticamente chiuso l’operazione, poi è saltata all’ultimo. Non è una mia richiesta specifica, ma un profilo che la società seguiva per quel ruolo. Parliamo di un 2003 che gioca nella nazionale brasiliana e ha grandi margini di miglioramento. Giocare nel Flamengo a quell’età significa avere già un bel bagaglio. Se fosse un giocatore già completo, sarebbe costato un’altra cifra”

Si parla molto di Echeverri.
“Non parlo mai di singoli giocatori che non sono nostri, non ho mai fatto nomi. Ho grande rispetto per l’area scouting della Roma, che è di livello. Io a volte posso dare dei suggerimenti, ma la linea è chiara: a me piacciono i giocatori bravi”.

Che caratteristiche cerca per il trequartista?
“Abbiamo già una squadra quasi formata, anche se in alcuni ruoli siamo un po’ contati. Abbiamo l’esigenza di inserire un paio di giocatori in più, perché non tutti potranno fare cinquanta partite. Questo per quanto riguarda il completamento. Invece il rafforzamento la società è alla ricerca di profili che possano darci quel qualcosa in più”.

Ha già deciso per la fascia da capitano?
“Non c’è un problema sulla fascia, questo è un problema che proprio non esiste. Io ho sempre adottato uno schema che ha sempre funzionato benissimo: ho sempre dato la fascia al giocatore con più presenze. Ho già detto altre volte che i capitani sono 7-8 e spero diventino 15-20. I capitani sono quelli che giocano per la squadra e hanno un grande attaccamento. La gerarchia è sul numero di presenze. Non ci sono altre gerarchie”

Come sta Pellegrini?
“È ancora fermo, ma ha ricominciato ad allenarsi. È rimasto a Roma proprio per iniziare la sua preparazione”.

Ghilardi?
“Sì, rientra nei profili di quello che sta cercando la Roma e del motivo per cui sono stato chiamato. C’è questa esigenza da parte della proprietà di lavorare e costruire anche in funzione futura con ragazzi giovani, con la prospettiva di creare una rosa che possa, nel tempo, diventare sempre più forte”.

Ha visto sorridere i giocatori in questi giorni?
“Spero di sì. Ho trovato un ottimo gruppo, ragazzi che hanno voglia di fare una grande stagione”.

 

BALDANZI: “Voglio restare alla Roma, ma non decido solo io. Posso fare più gol e assist” (VIDEO)

Dopo l’amichevole vinta dalla Roma contro il Lens, Tommaso Baldanzi ha parlato di questo inizio di preseason, del suo momento personale e delle aspettative future. Queste le dichiarazioni raccolte da LAROMA24.IT:

Quinta amichevole, quinta vittoria. Lascia il tempo che trova, ma è una buona partenza.
“Sì, abbiamo fatto una buona partita. Stiamo mettendo minuti nelle gambe, i carichi di lavoro sono tanti, però è giusto così. Stiamo spingendo, ci stiamo preparando e vogliamo fare una grande annata, quindi passa tutto da qui.”

Si parla tanto di un nuovo esterno sinistro che la Roma cerca sul mercato. Tu, intanto, zitto zitto, ti stai ritagliando il tuo spazio?
“Io mi metto a disposizione del mister per qualsiasi ruolo mi chieda di ricoprire. Sono contento di essere a disposizione della squadra, sto bene, mi sento bene e mi trovo bene con i compagni, quindi spero di fare bene.”

Senti che ti manchi qualche gol per fare un ulteriore step di crescita? Stai migliorando molto nei movimenti, è quello l’ultimo step per te?
“Sicuramente sì. Posso fare più gol e più assist, l’avevo detto anche alla fine dello scorso anno. Per me è stata una buona annata, ma potevo fare più gol e più assist. Riparto da quella convinzione. Penso di aver fatto una buona gara, come tutta la squadra, ma sì, devo migliorare sotto questo aspetto.”

C’è la certezza che tu rimanga alla Roma?
“Spero di sì, non decido solo io.”

Quindi la tua volontà è quella di rimanere. Ne hai parlato con l’allenatore?
“Spero di sì. Io sono pronto per rimanere, sì.”

Che impressione ti sta facendo questa squadra? Può ambire a tornare in Champions League, che è l’obiettivo dichiarato dalla società?
“Sicuramente è il nostro obiettivo. Come ho detto, ci stiamo preparando e stiamo spingendo forte per quello. Abbiamo grandi obiettivi, il mister ha grandi obiettivi, la squadra ha grandi obiettivi. Ci teniamo tanto a far bene, a partire forte e a disputare una grande annata.”

L’anno scorso Ranieri, parlando di Soulé, diceva che doveva prendere esempio da te per la maturazione avuta in sei mesi. Ti senti ancora più maturo oggi?
“Sì, mi sento maturo, mi sento bene e mi trovo bene con i compagni. Sono pronto a dare tutto per la squadra, per la Roma, per raggiungere il nostro obiettivo.”

È stata una preparazione dura, come ha raccontato anche il mister. Che tipo di benzina avete messo nelle gambe?
“Certo, è importantissimo. Abbiamo corso tanto, abbiamo lavorato tanto in palestra e stiamo continuando. È giusto così perché la stagione sarà lunga, le partite saranno tante. Speriamo di andare più forte degli altri.”

Come valutate queste amichevoli alla luce dei carichi di lavoro?
“Stiamo spingendo tanto in generale, anche nei giorni prima della partita. Queste amichevoli, più che per il risultato, servono per farci trovare pronti quando arriveranno le partite che contano. Poi è ovvio che vincere fa sempre piacere, quindi siamo felici per oggi.”

Per la Champions, quali sono le avversarie con cui la Roma dovrà fare la corsa secondo te?
“Ci sono tantissime grandi squadre, e ogni anno se ne aggiungono altre. Sarà un campionato lungo e difficile. Dobbiamo partire bene, continuare bene e finire bene, perché non possiamo lasciare nulla per strada per arrivare al nostro obiettivo.”

Quindi l’obiettivo è vincere subito a Bologna?
“Certo, certo.”

Dal campo, ci racconti cosa cambia giocare con Dovbyk o con Ferguson, a livello di caratteristiche?
“Ognuno ha le sue caratteristiche, sono due grandissimi attaccanti. Uno è arrivato da poco, l’altro ormai lo conosciamo bene. Secondo me possono darci entrambi una grandissima mano, perché le partite saranno tantissime.”

In cosa sono diversi tra loro?
“Sono due punte centrali, sono abbastanza simili. Spero possano fare entrambi una grande stagione.”


CORSPORT – Tommaso Baldanzi ha rilasciato alcune dichiarazioni anche al quotidiano sportivo romano. Queste le sue parole:

Baldanzi, dicono non abbiate mai lavorato così tanto in vita vostra: è davvero così?
“Io no di certo. I carichi sono importanti, credetemi”.

Per arrivare dove?
“Per correre più degli altri, prima di tutto. Per sovrastarli fisicamente. In campo vogliamo volare, almeno è questa la speranza”.

A Lens si è mosso da esterno sinistro, proprio nella posizione in cui la Roma sta cercando un titolare.
“Gasperini lo sa: io sono a disposizione della squadra e delle necessità tecnico-tattiche”.

C’è chi la “accusa” di essere poco lucido sotto porta.
“Lo so, è vero che mi manca qualche gol e anche qualche assist. Ma posso fare meglio di così”.

Resterà?
“Lo spero con tutto me stesso ma non decido soltanto io”.

Ha già avuto modo di parlarne con il DS Massara?
“Anche lui lo sa, come lo sa il mister: sono pronto a rimanere. Qui sto bene e sta nascendo una grande squadra, giovane e ambiziosa”.

La qualificazione alla Champions può essere un obiettivo alla portata?
“Questo è il nostro obiettivo”.

C’è una squadra più attrezzata per la lotta al quarto posto?
“Non voglio fare nomi ma le prime nove della scorsa stagione possono dire tutte la loro e giocarsela. La Roma non può permettersi passi falsi”.
Cosa cambia per voi trequartisti giocare con Dovbyk o Ferguson?
“Sono due grandissimi attaccanti e sono simili, possono darci una grossa mano”.

Roma Primavera, Nardin: “Il ritiro a Pinzolo è molto importante, ci aiuterà a crescere” (VIDEO)

La Roma Primavera sta svolgendo il proprio ritiro estivo a Pinzolo, e proprio dal Trentino il difensore classe 2007 Federico Nardin ha parlato ai microfoni ufficiali del club. Ecco di seguito la sua intervista.

Siamo nel mezzo del ritiro a Pinzolo, dicevi che sei stato grande frequentatore di questi posti, ma in vacanza e cambia un bel po’…
“Sì, diciamo che qui con la squadra fatichiamo di più. Sono venuto per nove anni di fila in estate con la famiglia e mi sono sempre trovato bene. Ma c’era tutta un’altra atmosfera”.

Quanto permette di fare gruppo un ritiro del genere?
“Questo è il mio primo ritiro con la squadra. Non me lo aspettavo così: si lega con i compagni in modo eccezionale e diverso rispetto a quando siamo a Trigoria. Stiamo bene, viviamo nuove esperienze e respiriamo un’aria diversa”.

Tu hai già preso parte a un ritiro con la prima squadra. Quanto aiuta i più piccoli un ritiro così in Primavera ad avvicinarsi al professionismo?
“L’anno scorso mi sono trovato bene in prima squadra. Quest’anno capisco quanto possa aiutare nel far avvicinare i più piccoli all’ambito prima squadra. Questo ritiro soprattutto sembra proprio quello di una prima squadra”.

Le strutture, i campi, le doppie sedute: che cosa terresti e che cosa invece cambieresti?
“Terrei tutto. Tutto aiuta a crescere, anche le cose che non immagini. Quest’ambiente, l’essere soli perché c’è poca gente: tutto questo ci aiuta a concentrarci sugli obiettivi”.

Quali sono gli obiettivi di squadra e personali, per questa stagione?
“Quelli del gruppo sono quelli che ci aiutano a raggiungere gli obiettivi personali. Vogliamo arrivare in fondo, crescere il più possibile e soprattutto creare un gruppo. Se c’è un gruppo, automaticamente si arriva fino in fondo”.

Ti dispiace andartene da questo ritiro per raggiungere la Nazionale?
“Sì, mi dispiace perché vorrei viverlo fino in fondo. Ma quando chiama la Nazionale è un onore e si risponde sempre di sì”.

C’è un blocco importante di romanisti in Nazionale che ha vinto. Quanto è bello rappresentare la Roma lì?
“Per me è un onore grandissimo e speciale. Andare in Nazionale e farlo venendo da un club così importante, con dei ragazzi che alla fine diventano degli amici, così forti e così legati fra noi, è una cosa unica”.

Parlate della semifinale Scudetto della passata stagione come stimolo?
“Ne parliamo poco, perché fa male. Ma lo stimolo dentro di noi c’è e ci sarà sempre. È stata una sconfitta che ha fatto molto male, ci ho pensato tutta l’estate. Ma sono quelle sconfitte che ti aiutano a crescere e ripartire più forti di prima”.

L’anno scorso qualche rallentamento dal punto di vista fisico. Speri in più continuità?
“Vorrei avere molta più continuità rispetto all’inizio dell’anno scorso, purtroppo ci sono stati gli infortuni. Ma quest’anno sono molto concentrato, focalizzato e voglio dare il massimo, senza distrazioni, e aiutare il gruppo il più possibile”.

Hai fatto uno scatto mentale? Ti senti più maturo e più pronto per aiutare il gruppo?
“Esatto. Dopo un anno complicato, tra alti e bassi, mi sento molto più maturo anche a livello personale. Penso di poter dare qualcosa in più anche ai più piccoli, aiutandoli con la mia poca esperienza e facendogli capire quanto possa essere importante anche un singolo allenamento o un ritiro come questo, che può veramente aiutarci”.

Pensi che sia l’anno dell’ultimo step prima del sogno?
“Penso che lo dimostrerò”.

GHILARDI: “Qui si lotta per vincere. L’Olimpico da avversario mi gasava, non vedo l’ora di giocarci” (FOTO e VIDEO)

Prime parole da giocatore della Roma per Daniele Ghilardi. Il nuovo difensore giallorosso, arrivato dal Verona, si è presentato ai canali ufficiali del club nella sua prima intervista. Il centrale classe 2003 ha parlato dell’emozione di indossare questa maglia, della responsabilità di giocare per un club con grandi ambizioni e del suo desiderio di imparare dai nuovi compagni più esperti. Di seguito, l’intervista completa.

Benvenuto alla Roma. Che effetto ti fa indossare questa maglia?
“Intanto grazie. È un effetto bellissimo, è una maglia storica e molto importante. Farò di tutto per onorarla”.

A 22 anni arrivare in una grande squadra è un obiettivo raggiunto, ma anche una grande responsabilità. Come la vivi?
“Certo, è una responsabilità molto grande perché è una società con tifosi che pretendono, ed è giusto che sia così. È una cosa molto bella, io darò il massimo per fare il meglio”.

Come hai vissuto gli ultimi giorni di attesa prima del trasferimento?
“Negli ultimi giorni c’è stata un po’ di attesa e io l’ho vissuta con un pochino d’ansia. Non vedevo l’ora di arrivare, per me è un’opportunità grandissima e non vedo l’ora di poter scendere in campo con questa maglia. Ovviamente ringrazio la società, il Presidente, lo staff e tutti quelli che mi hanno voluto qui”.

Hai già conosciuto bene la Serie A. Quanto cambia giocare per la salvezza rispetto a giocare per obiettivi importanti?
“Sicuramente cambia molto, non solo nelle ambizioni di squadra, ma anche nelle pressioni. Qui non possiamo sbagliare niente. A Verona dovevamo lottare per la salvezza, qua invece dobbiamo lottare per vincere”.

Descriviti come giocatore. Quali sono le tue caratteristiche?
“Mi trovo bene sia in una difesa a tre che a quattro. Destra o sinistra, non ho molte preferenze, penso di sapermi adattare”.

In quali aspetti pensi di dover migliorare?
“Partiamo dal fatto che devo migliorare in tutto, però probabilmente devo migliorare nel gioco aereo e lo farò certamente”.

Avrai compagni di reparto di grande esperienza. Quanto si può imparare da loro?
“Tutto. Da giocatori con così tanta esperienza si può imparare tantissimo. Non vedo l’ora di potermi allenare con loro e imparare”.

Conosci già qualcuno nello spogliatoio?
“Sì, conosco Baldanzi e Pisilli dalle esperienze con le nazionali giovanili e conosco anche Darboe, abbiamo giocato insieme un anno alla Sampdoria. Sicuramente all’inizio mi appoggerò un po’ a loro per integrarmi meglio nel gruppo”.

Conoscevi già Roma? Che sensazioni ti dà l’idea di viverci?
“Sì, ci sono stato in vacanza qualche anno fa e ovviamente ci è piaciuta moltissimo. La città di Roma non ha bisogno di presentazioni, è molto bella e cercherò di viverla al meglio”.

E l’Olimpico che effetto ti ha fatto da avversario?
“L’anno scorso, quando ci ho giocato contro, è stata un’emozione grandissima. Lo stadio pieno, tutti i tifosi che cantavano… anche se erano contro, devo dire che mi gasavano. È una cosa molto bella”.

Un primo messaggio per i tuoi nuovi tifosi?
“Daje Roma”.

Roma Primavera, Coletta: “Vogliamo lo Scudetto. La 10 è un sogno. Spero di esordire con la Roma” (VIDEO)

Federico Coletta, classe 2007 della Roma Primavera, ha parlato dal ritiro di Pinzolo. Il giovane centrocampista, reduce da una stagione straordinaria, ha toccato vari temi: dalla dura preparazione fisica in vista del campionato all’emozione per la maglia numero 10 che indosserà, fino agli obiettivi per la nuova stagione e il sogno di esordire in prima squadra. Di seguito, le sue parole.

Solo ieri hai corso 20 km. Ti era mai capitato prima?
“No, in allenamento non mi era mai capitato. Ieri abbiamo fatto una doppia seduta e cerchiamo di dare il 100% ogni giorno, così ho toccato i 20 km. D’altronde con i dati numerici non si scappa: se corri troppo sei stanco, se corri poco ti dicono di correre. Abbiamo anche il GPS con cui il prof e lo staff tecnico controllano tutto, quindi abbiamo tutti i dati sott’occhio”.

Prima Trigoria, adesso Pinzolo. Un ritiro lungo con strutture a vostra completa disposizione. Quanto un’esperienza del genere vi aiuta a pensare al professionismo?
“Certamente ci avvicina molto al professionismo. Fortunatamente abbiamo a disposizione campi molto belli e un hotel di alto livello. Ci viene messo a disposizione tutto e noi cerchiamo di dare il massimo”.

Qualche anno fa qui c’è stata anche la prima squadra. Avete cercato per curiosità qualche foto dell’epoca?
“No, ancora nessuno è andato a cercare le foto della Roma che faceva il ritiro qui. Sappiamo però che la Roma è stata qui anche negli anni passati e siamo molto contenti di poter lavorare sui campi dove c’è stata la prima squadra”.

Non manca tanto all’esordio in campionato. A che punto siete con la preparazione fisica?
“Siamo a buon punto. Abbiamo iniziato prima a Trigoria, dove abbiamo lavorato molto sul fiato appena rientrati dalle vacanze. Adesso stiamo spingendo un po’ di più e questo ci aiuterà ad arrivare il più pronti possibile alla prima giornata di campionato”.

La stagione passata è stata sorprendente per te, con numeri importanti e gol in doppia cifra. Da 2007, ti aspettavi un impatto del genere sul campionato Primavera?
“Non so se me l’aspettavo. Io ho sempre dato il massimo, aiutato certamente dai compagni più grandi, visto che era il mio primo anno in Primavera. Aiutato da loro e dallo staff, fortunatamente è venuta fuori una bella stagione, anche se purtroppo ci siamo fermati in semifinale”.

L’anno che sta per iniziare che anno sarà per te e per la squadra?
“Spero sia un anno in cui ci riprendiamo quello che abbiamo lasciato la scorsa stagione, cercando di arrivare fino in fondo e di vincere questo Scudetto che non siamo riusciti a portare a casa”.

E dal punto di vista personale?
“Spero di giocare il più possibile, di replicare o fare meglio della scorsa stagione e di divertirmi il più possibile con i miei compagni”.

La sensazione è che più stai vicino alla porta e più ti diverti. È così?
“Sì, diciamo di sì. In questi anni ho segnato tanto pur essendo centrocampista. Però, per qualsiasi necessità, se c’è bisogno di spostarsi un po’ più indietro per aiutare la squadra, lo faccio senza problemi”.

Il prossimo anno giocherai con il numero 10. Che effetto ti fa e se è una cosa che sognavi?
“Sicuramente è un sogno che hai fin da bambino, per un ragazzo che cresce a Roma e che è romanista, quindi è un sogno. Ovviamente sono ancora il ragazzo della Primavera che sta inseguendo il suo percorso, non c’entra niente con i campioni che l’hanno indossata. Faccio il mio percorso e spero di onorarla nel miglior modo possibile”.

Quanto può aiutarti aver già giocato un anno in Primavera?
“Tanto, tanto. Cerco di aiutare anche i ragazzi che non l’hanno ancora fatto, insieme ai compagni più grandi del 2006. Cerchiamo di restare il più uniti possibile e di aiutarci a vicenda”.

Tra qualche giorno lascerai il ritiro per la convocazione in Nazionale. Pesa di più lasciare la Roma o sei più contento di rivivere quelle emozioni in azzurro?
“La chiamata della Nazionale è una cosa stupenda. Ogni volta che vieni selezionato, che sia per un raduno, un’amichevole o una competizione europea, è un’emozione stupenda. Rispondiamo sempre felicemente alle chiamate e anche lì ci vado con i miei compagni che oggi sono qui in ritiro, cercando di passare quattro giorni stupendi tutti insieme”.

Crescendo nel settore giovanile della Roma, pensi al tuo futuro e senti le voci sul tuo talento? Come cerchi di isolarti?
“Sicuramente. Ho 18 anni, è il momento in cui manca l’ultimo scalino per poter coronare il sogno di giocare in Serie A. Cerco di isolarmi il più possibile rimanendo con i piedi per terra. Stando in campo con i compagni la vivo in serenità, senza troppe pressioni, e così cerco di completare il mio percorso”.

Un percorso che speri ti porti dove? Con la maglia della Roma?
“Spero che mi possa portare all’esordio all’Olimpico, che è il mio sogno. La speranza è quella di calcare i campi della Serie A. Sì, speriamo con la maglia della Roma”.

VASQUEZ: “Massara mi ha voluto qui, lo ringrazio. Devo dare tutto. Felice di lavorare con Gasperini. Svilar? Può aiutare anche me” (FOTO e VIDEO)

La Roma ufficializza un altro acquisto: si tratta di Devis Vasquez, portiere colombiano arrivato a parametro zero in seguito alla risoluzione consensuale del contratto con il Milan. L’estremo difensore sarà il vice Mile Svilar e dopo la firma sul contratto ha rilasciato la prima intervista ai canali ufficiali del club giallorosso. Ecco le sue dichiarazioni.

Devis Vasquez, benvenuto alla Roma. Quali sono le tue prime impressioni da calciatore giallorosso?
“Grazie mille per gli auguri. Penso che sia una squadra grande a livello mondiale. Penso che ogni giocatore a cui chiedono di venire qua deve essere felice, anche io in questo momento. Penso che devo dare tutto, dimostrare tutto, ogni allenamento e magari prendere un’opportunità di giocare una partita, anche di più.”

È stata una trattativa molto rapida, molto veloce. Ce la racconti e cosa hai pensato quando ti hanno detto della Roma?
“Sì, veramente come dici te è stato velocissimo. Da tre giorni che sono andato via del Milan, ero felice quando ho sentito che chiedevano di me alla Roma.”

Quanto è stato importante il direttore sportivo Massara in questa trattativa, visto che proprio lui ti aveva portato al Milan?
“Sì, lui mi aveva portato al Milan insieme a Maldini. Sentire che lui chiedeva di me, che c’era questa opportunità di venire qua alla Roma, penso che è stata una grande notizia. Grazie al presidente e ai dirigenti che mi hanno dato questa opportunità. Penso a dimostrare ogni giorno le mie capacità.”

Quali sono le tue aspettative per questo nuovo capitolo della tua carriera?
“Sono arrivato in un club grande, in un club di campioni. Penso ad aiutare al massimo la squadra e fare quello che posso.”

Guardando lo scorso anno invece, oltre 30 presenze con l’Empoli, che tipo di esperienza è stata quella?
“È stata una bella esperienza. Alla fine la stagione non è andata benissimo, ma da queste esperienze si impara. Si cerca sempre di fare un passo avanti, di migliorare sotto tutti gli aspetti. Penso di essere arrivato in una squadra che mi può aiutare a farlo.”

Per quanto riguarda le tue caratteristiche, dal punto di vista fisico è evidente, sei un portiere molto fisico. Le altre tue caratteristiche, come ti descriveresti?
“Sono alto, e credo che questo mi aiuti tanto a prendere i cross e a uscire sui corner e sulle palle inattive. Penso che tra le mie doti ci siano anche la reattività e il gioco con i piedi.”

Ti affascina lavorare con Gasperini?
“Sì, certo. Sono tanti anni che sta facendo bene, penso anche al periodo all’Atalanta in cui ha fatto benissimo. Sono felice di arrivare in una squadra con uno staff che aiuta i giocatori a esprimere tutto il loro potenziale.”

Giocherai al fianco di Svilar, che lo scorso anno è stato eletto il miglior portiere della Serie A. Vederlo da collega, da fuori, che impressione ti ha fatto e cosa rappresenta per te poter lavorare con lui?
“Sì, conosco Svilar. Lo seguo da tempo, da quando era al Benfica. Penso che da quando è arrivato qui sia migliorato tanto con i preparatori, come Farelli. Credo che questo possa aiutare anche me a migliorare in tanti aspetti su cui devo lavorare. Anche per questo sono molto felice.”

Vieni da un paese molto passionale, la gente romanista lo è. Che impressione hai dell’Olimpico e come immagini giocare nell’Olimpico romanista?
“La mia prima impressione quando sono entrato in campo è stata incredibile, impressionante. Mi ha emozionato molto. Penso di essere arrivato in una squadra molto forte. Questa passione dei tifosi, della gente, si trasmette tanto anche quando giochi da avversario.”

A proposito dei tifosi, cosa vuoi dire loro?
“Le prime cose da imparare qui sono ‘Forza Roma’ e ‘Daje Roma’.”

WESLEY: “Voglio vincere l’Europa League. Dybala mi ha chiamato prima di arrivare, Maicon e Cafù fonte di ispirazione. Felice per l’accoglienza ricevuta” (FOTO e VIDEO)

Dopo l’ufficialità arrivata nella giornata di ieri, Wesley Franca ha rilasciato la prima intervista da giocatore della Roma. Queste le parole del laterale brasiliano:

Le tue prime impressioni?

“Sono molto felice per l’accoglienza che ho ricevuto in aeroporto. Mi hanno dimostrato tanto affetto. Alle 6 di mattina c’erano 100 persone ad aspettarmi, sono felice di questo. Il centro sportivo è meraviglioso, non vedo l’ora di conoscere lo stadio Olimpico”.

Con quali sogni arrivi?

“Spero di vincere l’Europa League e conquistare la Champions, che è un sogno”.

Quanto è stato difficile lasciare il Brasile?

“Molto difficile, ma venire in Europa è sempre stato il mio sogno. Ora sono in un grande club come la Roma e sono felice. Sento la responsabilità. Lo sto facendo per la mia famiglia. Sono felice, sceglierei ancora di lasciare il Brasile”.

Sei curioso di conoscere Gasperini?

“Gasperini è un allenatore eccellente, non vedo l’ora di conoscerlo e parlare con lui. Lui sa qual è il mio modo di giocare, molto offensivo, mi piace tenere la palla. Devo migliorare sotto molti aspetti. Posso giocare sia largo in una linea a 4, che in un 3-4-3. Facendo bene la fase offensiva, posso fare bene anche quella difensiva. Spero di dare un buon contributo alla squadra”.

Come nasce Wesley?

“Ho iniziato a giocare a calcio tardi, nel 2017. Gioco da quando avevo 8 anni, ma ho pensato di diventare un professionista nel 2017-18. In quel periodo ho iniziato a fare provini, per 4-5 volte non li ho superati, al Fuguerense e al Tubarao. Alla fine ho superato il provino con il Figuerense, ma il club non era in buone condizioni dal punto di vista economico, per cui venni informato che se avessi trovato una sistemazione migliore avrei dovuto avvisarli. In quel momento c’era il Tubarao che stava crescendo per cui parlai con i miei procuratori e passai al Tubarao nel 2019. Ma poco dopo arrivò il Covid. In quel momento pensai di smettere e cominciare a lavorare con la mia famiglia al ristorante. Io lavoravo come parcheggiatore. Nel momento in cui avevo provato a diventare professionista, tutto era andato storto a causa del Covid, ho pensato che il calcio non fosse il mio destino. Mia sorella continuò a mandarmi messaggi motivazionali, voleva spingermi a riprendere con il calcio. Alla fine del 2020 decisi di tornare a giocare dopo un anno di stop. Nel 2021 il Tubarao mi contattò chiedendomi se fossi disposto a giocare per 5 partite con loro. Io accettai, visto che non stavo facendo nulla. DI queste 5 partite, ne disputai 3. Registrai un video e il mio agente lo inviò a tutti i suoi amici. Da quel momento cominciarono a contattarmi per fare provini, poi arrivò il Flamengo nel 2021”.

Perchè il numero 43?

“Il 43 lo indossava Dejan Petkovic, ma quando arrivi in prima squadra non scegli il numero, è il Flamengo che estrae a sorte, e il primo numero estratto fu il 46. L’anno successivo sono passato al 43. Dopo aver preso il 43 ho iniziato a crescere in modo costante per cui ho deciso di continuare ad usarlo. Me lo sono anche tatuato sul collo, insieme ad un simbolo fortunato. Per me è un numero portafortuna”.

Hai già sentito qualcuno della squadra?

“Paulo mi ha mandato un messaggio, mi ha chiesto come stavo, mi ha detto che mi aspettava qui e di inviargli un messaggio se avessi avuto bisogno di qualcosa. Quando l’ho letto ho fatto un salto e ho iniziato a gridare in giro per casa, a mia moglie: “Dybala mi ha mandato un messaggio!”. Lui è un campione, sono un suo grande fan. Ho parlato con lui, mi ha detto di scrivergli in caso di bisogno al mio arrivo. L’ho ringraziato”.

Che impressione ti hanno fatto i tifosi della Roma?

“In Brasile si usa molto il termine “pazzi appassionati”, la tifoseria della Roma mi ricorda molto quella del Flamengo. I tifosi hanno una grandissima passione e oggi l’ho visto in aeroporto, ripeto, alle 6 e 10 di domenica mattina. C’era così tanta gente, gente che ama tanto questo club e che vuole il meglio per questo club. Per questo il messaggio che posso mandare ai tifosi della Roma è che darò sempre il massimo. Quando non ci arriverò con la qualità, ci metterò la voglia e la corsa, è questo che ho imparato. Forza Roma!”.

Cosa significa per te vestire la maglia giallorossa, ereditando una tradizione brasiliana?

“È un onore indossare la maglia che hanno indossato questi giocatori. Gente come Cafu e Maicon è fonte di ispirazione per me, per cui sono molto felice di vestire questa maglia e spero che un giorno qualcuno possa ispirarsi anche a me”.

A chi vuoi dedicare questo traguardo?

“Prima di tutto ringrazio Dio, per l’opportunità che mi sta dando di realizzare un sogno. Ringrazio anche la mia famiglia, mia moglie, mia figlia, tutti i miei amici, i miei compagni, mia madre, anche lei è molto importante. Ringrazio inoltre la Roma, che sta facendo tutto questo per me. Sto realizzando un sogno che avevo fin da bambino e che ha ogni calciatore, quello di giocare in Europa. Per cui ringrazio tutti dal profondo del cuore, a partire dal presidente, che ha lottato per acquistarmi. Oggi sono qui e sono molto felice. Daje Roma!”.