Ostiamare, Ass. Onorato: “De Rossi è il nuovo proprietario”

“Daniele De Rossi è il nuovo proprietario dell’Ostiamare calcio”. Ad annunciarlo è Alessandro Onorato, Assessore allo Sport, Turismo, Moda e Grandi Eventi di Roma Capitale. “Abbiamo ricevuto la comunicazione ufficiale -continua Onorato – dell’avvenuto acquisto da parte della società controllata da Daniele De Rossi. Abbiamo lavorato molto a questa soluzione e siamo orgogliosi di essere arrivati a questa svolta. Oggi scriviamo una nuova pagina per l’Ostiamare e tutto il territorio del X Municipio, dove l’impianto Anco Marzio e il club rappresentano un punto di riferimento a livello sportivo e sociale per migliaia di famiglie”.

“Con De Rossi abbiamo condiviso lo stesso approccio: non esistono scorciatoie alla legalità. Daremo a lui e al suo staff tutto il supporto amministrativo del caso, come facciamo con tutti i concessionari degli impianti comunali, per superare le criticità del centro sportivo. Ringrazio Daniele che, con nuovi ingenti investimenti, garantirà all’Ostiamare un importante ammodernamento dell’impianto sportivo, un futuro roseo per la prima squadra e per la formazione dei ragazzi”, conclude Onorato.

FOTO – Le prime immagini in giallorosso di Rensch

Arrivato ieri nella Capitale, da oggi Devyne Rensch è ufficialmente un nuovo giocatore della Roma. Il terzino classe 2003 arriva dall’Ajax a titolo definitivo per rinforzare la rosa a disposizione di Ranieri e ha già fatto la conoscenza del centro sportivo Fulvio Bernardini. Le prime immagini in maglia giallorossa:

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Con Laroma24.it vivi l’esperienza live della Virtus Gvm Roma 1960! Continua la corsa verso i play off per la Virtus Gvm Roma 1960. Dopo l’importante vittoria a Caserta nella sfida infrasettimanale dello scorso mercoledì, la formazione capitolina cerca continuità sabato al Palazzetto dello Sport contro la Fabo Herons Montecatini.

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Milan: lesione al polpaccio per Emerson Royal. Out 2-3 mesi, fuori con la Roma

Sergio Conceição perde Emerson Royal. Il terzino del Milan, costretto ad uscire ieri nella sfida contro il Girona in Champions League, ha riportato una lesione distrattiva di alto grado del polpaccio destro che lo terrà fuori fra i due e i tre mesi. Royal, dunque, salterà la gara di Coppa Italia contro la Roma prevista per il 5 febbraio.

(sport.sky.it)

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Perotti: “Totti era incredibile, sai che il suo piede non ce lo avrai mai. Il rigore al derby? L’ho battuto così perché mi stavo ca****o sotto. L’esonero di De Rossi? Andava gestito in un altro modo”

Tra i tanti giocatori di talento passati per Roma, c’è stato anche Diego Perotti. L’esterno argentino, arrivato nel 2016 dal Genoa, ha fatto anche parte della squadra capace di rimontare ed eliminare il Barcellona. Inoltre ha lasciato un bellissimo ricordo per le sue giocate e per il suo celebre modo di battere i calci di rigore. L’ex Siviglia ha rilasciato una lunga intervista in cui si è soffermato anche sul suo periodo in giallorosso. Ecco le sue parole.

Prima di andare alla Roma, si vociferava che fossi stato vicino ad Inter e Milan, puoi confermare?
“Posso confermarti che mi chiamò Roberto Mancini che all’epoca era l’allenatore dell’Inter e mi disse che mi voleva come seconda punta, che ero ideale per il suo modulo. Io gli risposi che ero interessato ma alla fine presero Eder. Quindi sono rimasto altri 6 mesi al Genoa finché non è arrivata la Roma”

Come mai hai deciso di lasciare il Genoa a metà stagione?
Io stavo bene al Genoa ma quando ti arriva la possibilità di fare il salto in una grande squadra non puoi rifiutare. Già nei primi anni al Siviglia ero stato accostato alla Juventus e al Real Madrid, poi gli infortuni avevano fatto sfumare tutto. Resterò sempre grato al Genoa che ha creduto in me in un periodo negativo della mia carriera. Comunque il club ha preso 10 volte quello che aveva speso e io sono andato via l’ultimo giorno di mercato, nonostante la trattativa fosse in piedi da un mese. Gasperini mi chiamò in ufficio per chiedermi se volevo continuare a giocare rischiandomela, perché mi sarei potuto infortunare e far saltare la trattativa. Io gli diedi la mia disponibilità totale, ho dato tutto al Genoa fino all’ultimo giorno. Ho sempre portato rispetto al mister, alla società e ai tifosi. Capisco che i tifosi ci siano rimasti male, ma io ho sempre dimostrato di tenerci tanto al Genoa che rimane nel mio cuore”.

A Roma sei stato allenato sia da Ranieri che da Spalletti, che allenatori erano?
Sono molto diversi caratterialmente: Spalletti è paragonabile a Gasperini come cattiveria agonistica. Ti spinge sempre a dare il massimo, a stare sul pezzo, a non mollare, ad allenarti forte perché se no non ti fa giocare. È uno che si incazza spesso al contrario di Ranieri che è più tranquillo, che trova sempre la parola giusta ed è molto vicino al giocatore. Sono diversi anche tatticamente: Spalletti fa un gioco più offensivo, mentre Ranieri gioca di ripartenze. Mi sono trovato bene con entrambi e ho un bellissimo ricordo.
Ho un aneddoto curioso su Spalletti: faceva molto caldo, dovevamo giocare contro il Cagliari in trasferta ma io il giorno prima non mi ero allenato perché avevo le vesciche sotto al piede. Avevo fatto le infiltrazioni ma sentivo ancora dolore. Il giorno della partita, dopo colazione, il mister chiama me e il medico sociale al suo tavolo, fa partire una canzone al cellulare e non dice niente. Quando finisce la musica mi chiede ‘allora giochi o no?’ e io gli rispondo di sì, quindi lui si alza e va via. Quella partita contro il Cagliari dovetti giocarla con lo scarpino di Dzeko per quanto il piede fosse gonfio, ma segnai su rigore dopo 5′. Era uno molto pratico, però aveva questi modi che facevano sorridere. È particolare ma è un grandissimo allenatore. Mentre Ranieri era come un papà, dava tranquillità allo spogliatoio. Mi ricordo che all’ultima giornata contro il Parma disse ‘mi voglio divertire’ e mise una squadra molto offensiva con me, Dzeko, Pellegrini, El Shaarawy… praticamente non difendeva nessuno”.

Com’è stato giocare con Totti?
Io ho giocato 3-4 partite anche con Messi, ma è diverso vivere un campione nella quotidianità. Da un lato è stato bellissimo, dall’altro sapevo che non avrei mai raggiunto il suo livello. Ho conosciuto Francesco nell’ultima parte della sua carriera ma era comunque un giocatore decisivo. Aveva qualcosa di diverso, che tu non raggiungerai mai. Anche allenandoti al massimo delle tue forze, sai che il suo piede non ce l’avrai mai. Vederlo calciare in porta era fantastico: tirava 10 volte e 10 volte la metteva all’incrocio.
Aveva una visione di gioco pazzesca, di spalle vedeva l’attaccante in area e tu non capivi come facesse. Il talento o ce l’hai o non ce l’hai, non si può allenare. Vi racconto questa: io venivo dal Siviglia dove ero il rigorista mentre a Roma non ne avevo ancora calciato uno. Giocavamo contro il Torino, mi procuro il rigore, lui tira e segna. Poi nello spogliatoio mi avvicino e gli dico ‘guarda che è l’ultima volta che ti faccio calciare il rigore’, lui mi butta un’occhiataccia, ma io gli dico subito che stavo scherzando. Era un leader che si faceva sentire col pallone tra i piedi. Sapevi che poteva cambiare la partita da un momento all’altro”.

Hai vissuto dall’interno anche la questione Totti-Spalletti, poteva essere gestita meglio?
Sì, poteva essere gestito in maniera diversa. Io ero arrivato da poco a Roma, ma per quello che rappresentava Francesco, poteva esserci un epilogo diverso. Però capisco pure che non è facile per un allenatore gestire una bandiera come lui”.

Hai condiviso lo spogliatoio con Iturbe, cosa gli è successo a tuo parere?
Ne abbiamo parlato a lungo con lui e con gli altri compagni: aveva tutte le qualità per fare bene perché era molto veloce e calciava bene con entrambi i piedi. La gente non lo sa, ma lui si allenava sempre al massimo, ci teneva alla squadra e ai tifosi perché sapeva che il club aveva speso tanti soldi per acquistarlo. Roma è una piazza particolare, dove devi giocare bene fin da subito e dimostrare di meritarti quella maglia. Devi stare sul pezzo sempre. Il nervosismo, la mancanza di fiducia, la sfortuna possono condizionarti la stagione. È un gran peccato perché aveva tutte le qualità per fare bene e lasciare un buon ricordo ai tifosi”.

Cos’è successo la sera della remuntada al Barcellona? Cosa è scattato nella testa dei giocatori?
Non avevamo più nulla da perdere e abbiamo giocato con la mente libera. Se avessimo perso a Barcellona 1 a 0, sarebbe stato diverso. Giocare senza pensieri ha fatto la differenza quella sera. Se pensavamo di poterla vincere quella Champions? Nì, perché c’erano grandi squadre come Liverpool e Real Madrid”.

Chi era il più forte in quella Roma?
Tanti diranno Salah o Dzeko, ma io dico Radja Nainggolan. Era un tuttofare, sapeva fare tutti i ruoli. Giocatore devastante che avrebbe potuto giocare 20 anni in una big se avesse condotto un altro stile di vita. Questa però è una mia idea, magari se fosse stato diverso, avrebbe fatto una carriera peggiore. Chi può dirlo?”.

Hai avuto modo di conoscere anche un giovanissimo Lorenzo Pellegrini, ti aspettavi che un giorno sarebbe diventato il capitano della Roma?
Sì lo immaginavo, le qualità tecniche già si vedevano, sapevo sarebbe diventato un giocatore di altissimo livello. Sono contento del gol nel derby dopo il periodo che ha vissuto. Al di là del bellissimo gol, ha fatto una grande prestazione, di mentalità e personalità. Sono contento per lui perché è un bravissimo ragazzo e un grande giocatore”.

Che ne pensi dell’esonero di De Rossi?
Andava gestito in un altro modo perché non parliamo di un allenatore qualunque, ma di una bandiera che ha fatto un’intera carriera alla Roma. Inoltre stava facendo bene come allenatore, non era semplice sostituire Mourinho”.

Che emozione si prova a segnare in un derby di Roma?
“Il primo gol l’ho vissuto un po’ meno perché lo stadio non era molto pieno: la partita era alle 15.00 e la Lazio giocava in casa. Il secondo derby era di sera e lo stadio era pieno. Segnai su rigore calciandolo camminando perché mi stavo ca*** sotto. Il derby della Capitale è bellissimo, ti cambia una stagione e sono convinto che ora la Roma farà benissimo. Per me è stato un onore giocarlo e segnare”.

(chiamarsibomber.com)

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As Roma: il club giallorosso è quinto in Italia per fatturato

La Deloitte Sports Business Group ha stilato una classifica in base ai fatturati dei club europei. A comandare questa graduatoria c’è il Real Madrid, con un fatturato che supera il miliardo di euro. Seguono Manchester City (838 milioni di euro), Paris Saint-Germain (806 milioni), Manchester United (771 milioni) e Bayern Monaco (765 milioni). Guardando in Italia, il Milan è la prima squadra per fatturato (397,6 milioni di euro), occupando la 13° posizione. Seguono Inter, Juventus, Napoli e Roma. I giallorossi si attestano in 23a posizione con un fatturato di 249 milioni di euro.

(deloitte.com)

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Lazio-Real Sociedad: scontri tra gli ultras biancocelesti e i supporters baschi. Feriti 9 tifosi spagnoli (VIDEO)

Notte di scontri a Roma alla vigilia della sfida di Europa League tra Lazio e Real SociedadUn gruppo di ultras biancocelesti, infatti, ha teso un agguato ai supporters baschi: come riferisce la Questura, sono rimasti feriti tre spagnoli nell’aggressione perpetrata con oggetti contundenti e armi da taglio.


Un nuovo bilancio riferisce invece di nove persone ferite. Dei tre inizialmente indicati, uno è stato dimesso con 12 giorni di prognosi per ferite da arma da taglio; uno è grave e in prognosi riservata, anche se non dovrebbe comunque trovarsi in pericolo di vita, e un altro ancora resta ricoverato con prognosi di 30 giorni.

Ajax, Farioli: “Ricevo un sacco di telefonate. Ma c’è poco da dire, sono voci”

Alla vigilia del match di Europa League tra Rigas FS e Ajax Francesco Farioli ha commentato le voci sul suo futuro all’emittente televisiva olandese. Il tecnico è stato accostato anche alla panchina della Roma e oggi Claudio Ranieri ne ha parlato in conferenza stampa (“È un giovane allenatore, sta facendo bene all’Ajax. E aspetterà”). “Di solito ricevo un sacco di telefonate. Parlare con i colleghi, come con altri allenatori e direttori, fa parte del mio lavoro. È così che funziona – ha detto Farioli -. Parliamo dei prossimi avversari, dei giocatori. È abbastanza normale, ecco. State iniziando a conoscermi bene. Conoscete la mia dedizione al club. C’è poco da dire, pettegolezzi o voci”.

(Ziggo Sport)

In conferenza stampa Farioli ha dribblato le domande dei cronisti chiedendo di parlare della partita: “La realtà è che non c’è niente di più grande dell’Ajax, penso di aver dimostrato abbastanza in questa stagione la mia lealtà al club. Parliamo della partita. Rensch? Ci mancherà. Mi sarebbe piaciuto tenerlo con noi fino alla fine della stagione. Dobbiamo ancora trovare un buon sostituto in questa fase di mercato e sono fiducioso che ci riusciremo – ha aggiunto commentando l’addio di Rensch, arrivato proprio oggi nella Capitale per unirsi alla Roma -. Il club ha ricevuto un’offerta che non potevamo rifiutare. Abbiamo già detto addio a Devyne ed è stato un momento emozionante”.

VIDEO – Pisilli: “Rinnovo? Sto benissimo qui, nessun problema con la società”

Capitolo Niccolò Pisilli: da tempo si parla del rinnovo contrattuale del centrocampista classe 2004, cresciuto nelle giovanili della Roma. E oggi, alla vigilia della sfida di Europa League con l’AZ Alkmaar, Pisilli ha parlato del suo futuro in conferenza stampa“Posso dire che sto benissimo a Roma, non c’è nessun problema con la società e del rinnovo ne parla la società con il mio procuratore. Penso solo a dare il 100% in ogni partita”.

“Nasco come una mezz’ala, ma posso giocare anche nei due mediani e un po’ più avanti, non ho problemi e cerco di fare quello che mi chiede il mister”, ha aggiunto sul suo ruolo in campo.