Se in trasferta “siamo fatti male” soltanto Ranieri può salvarci

[…] Le parole di Ranieri: «siamo fatti male», sono una sentenza sul passato, ovvero sulla costruzione complessiva della squadra, sul presente, cioè non illudiamoci che ci possa essere una sostanziale inversione di tendenza, e pure sul futuro visto che la Roma è questa e difficilmente, da qui alla conclusione di questo mercato di gennaio, sarà concretizzata quella rivoluzione che pure la società aveva fatto intendere dopo le ripetute brutte figure della squadra lontano dall’Olimpico. L’ennesima operazione di propaganda che è stata fatta, attraverso i trombettieri di regime, che rischia di rivelarsi un doloroso boomerang per un club mai così in basso nella simpatia ed empatia che suscita in una tifoseria che potrà pure avere mille difetti, ma non quello di avere l’orecchino al naso.  Noi, ovviamente, ci auguriamo che questa Roma da qui alla fine della stagione vinca tutte le partite che le restano da giocare, ma i fatti, fin qui, stanno certificando, che è una Roma fatta male, una realtà che è stata poi amplificata dal pessimo interregno di Juric. Se si pensa che Le Fée (ceduto al Sunderland), Soulé e Dovbyk sono costati, comprendendo 1 bonus, oltre novanta milioni, l’evidenza dice che è stato sbagliato quasi tutto. “Siamo fatti male”, ci ha detto Ranieri. È così. La speranza è che lo stesso Ranieri riesca, da qui alla fine della stagione, almeno a limitare le perdite.

(La Repubblica)

Il messaggio dell’Inter: Frattesi titolare

Di nuovo titolare, a distanza di poco più di un mese dall’ultima volta, vale a dire contro l’Udinese, in Coppa Italia, lo scorso 19 dicembre. Mentre sono addirittura trascorsi quasi novanta giorni dall’ultima partenza dall’inizio in campionato, ovvero in casa dell’Empoli (con annessa doppietta…), il 30 ottobre. Tutto lascia credere che domani a Lecce sarà la volta buona per Frattesi, che nello scorso torneo firmò una rete nel 4-0 nerazzurro in terra pugliese. […] Tuttavia, una maglia da titolare non può certo cambiare i suoi propositi. Del resto, poi ci saranno le sfide con Monaco e Milan ed è difficile immaginare che Inzaghi rinunci a Barella (o a Mkhitaryan). Nella testa di Frattesi, dunque, resta l’idea di andare alla Roma in modo da chiudere la stagione giocando da protagonista, abbandonando il ruolo di comprimario. Ma dovrà attendere ancora qualche giorno, nello specifico la chiusura della prima fase di Champions, perché la partita sul suo futuro entri nel vivo. A quel punto, infatti, il club giallorosso dovrà uscire allo scoperto, presentando la prima vera offerta ufficiale. Tutto da capire, però, se arriverà a soddisfare le richieste nerazzurre.

(Corsport)

Oltre il settore, esodo romanista

Dall’assurdità del divieto, all’incontenibile amore per la propria squadra pronto a manifestarsi domani, a Udine. La Roma al Bluenergy non sarà sola, come avrebbe voluto Casms e Prefetto, ma con la propria gente al suo fianco, pronta a viaggiare in massa verso il Friuli dalle prime ore dell’alba. Col desiderio sì di assistere a una vittoria esterna, che manca dall’aprile scorso (l’ultima proprio contro l’Udinese), ma senza il risultato come necessità. L’amore non solo incontenibile, ma anche incondizionato. Che se poi fosse condizionato, che amore sarebbe? […]  Oltre 1.300 tifosi della Roma riempiranno lo spicchio che divide la Curva Sud e la tribuna del Bluenergy Stadium, ma il giallo e il rosso nel freddo pomeriggio di domani non saranno confinati soltanto in quel distinto dati gli ottimi rapporti tra le due tifoserie. […]

(Il Romanista)

Graziani: “La squadra deve supportare Dovbyk e lui deve essere meno prevedibile”

GASPORT – Francesco Graziani ha detto sua sul rendimento di Artem Dovbyk con un’intervista al quotidiano. Ecco alcune delle sue dichiarazioni:

Graziani, da uno come lei che ha segnato 180 gol in carriera un bilancio di Dovbyk finora?
“Non è il tipo di attaccante che mi fa impazzire. Ma va detto che uno così ha bisogno del supporto della squadra, gli arriva un pallone ogni quarto d’ora, è faticoso per chiunque e alla fine rischi di deprimerti. Segnare tutti quei gol in Spagna significa che quel lavoro lo sa fare e che è pure bravo. Non può essere dipinto come un cretino. Ha diversi alibi, tra cui i tanti cambi di allenatore. Detto ciò, lui deve metterci del suo”.

Ecco, in cosa può migliorare anche l’ucraino?
“Deve essere meno prevedibile in area, calcia sempre col sinistro e i difensori lo sanno. Deve diventare più mobile e attivo come lo era Lukaku che prendeva a sportellate tutti. Ma ripeto, è anche un problema di dinamica di squadra, devono mettersi più al suo servizio per far sì che diventi protagonista in area dove i gol ha dimostrato di saperli fare anche in Italia”.

Rizzitelli: “Dovbyk è spaesato. Se non cambia atteggiamento nessuno lo salva”

GASPORT – Ruggiero Rizzitelli ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano soffermandosi sulla situazione di “blocco” del centravanti giallrosso Artem Dovbyk. Queste le sue parole:

Come valuta il centravanti ucraino?

“Le difficoltà nei primi mesi in un campionato le hanno tutti, ma dopo un po’ finisce la pazienza e Dovbyk mi sembra anche peggiorato rispetto all’inizio. Non solo non è cattivo, il che è tutto per un attaccante. Ma non lo vedo mai coinvolto, mi sembra spaesato e poco attento a quello che gli accade intorno”.

Non pensa che anche i compagni potrebbero aiutarlo?

“No, questa è una cavolata. Se io non vengo servito bene mi “incazzo” con tutti, se vedo che non mi arrivano i cross urlo e vado anche a litigare. Oppure vado a prendermi il pallone. Invece vedo Dovbyk sempre monopasso, anche nei passaggi. Non si aspetta mai l’errore dell’avversario, vuole sempre le palle pulite. Sono piccole cose che contano tanto. Io pure segnavo poco, ma i miei compagni prendevano d’ispirazione il mio atteggiamento. Un attaccante passa momenti di crisi ma lui deve almeno provarci. Anche quando fa il pressing passivo non è convinto e spreca solo energie. Se non cambia l’atteggiamento non c’è nessuno che può salvarlo”.

Roma, Raspadori il vice-Dovbyk? Piace Lucca

Per il vice-Dovbyk il mirino giallorosso è tornato così a posarsi di nuovo su Giacomo Raspadori, che la Roma vorrebbe avere in prestito con diritto di riscatto, mentre il Napoli punta a monetizzare e vorrebbe comunque la garanzia di incassare circa 20 milioni di euro. A inizio gennaio con il Napoli c’era un discorso aperto che riguardava anche Lorenzo Pellegrini, ora la Roma punta sulla voglia di giocare di Raspadori. Poi ci sono gli altri profili seguiti da tempo come quello di Beto (Everton), Kalimuendo (Rennes) e Laborde (Nizza), uno che Ghisolfi conosce bene. Nelle ultime ore, invece, è tornata a salire la candidatura di Lorenzo Lucca, che quest’anno sta facendo bene a Udine e che fa parte della scuderia-Riso, agente molto vicino alla Roma.

(gasport)

Bomber a metà: Dovbyk ha fatto 11 gol ma mai a una big. La Roma vuole di più

[…] Delle undici reti messe a segno in questi primi sei mesi con la maglia della Roma, solo una è stata decisiva per portare alla Roma i tre punti, quella segnata su rigore (1-0) contro la Dinamo Kiev, in Europa League. Le altre o hanno contribuito a dei pareggi o non sono state determinanti ai fini del risultato finale. Insomma, a conti fatti i gol di Dovbyk “pesano” poco, in tutto si può dire che hanno portato in dote appena 7 punti. Non il massimo per un centravanti, soprattutto poi se è stato pagato 30,5 milioni più 5,5 di bonus, con un 10% a favore del Girona sulla rivendita, per un minimo garantito di 38,5 milioni. Ranieri dice spesso che deve migliorare a livello di determinazione e cattiveria agonistica e il problema – probabilmente – è proprio qui. […]

(Gasport)

Roma senza “testa”. Ranieri lasciato solo

IL TEMPO (L. PES) – Houston, abbiamo un problema: si chiama Roma. Un nome importante dalla storia pesante, non ricca di trofei ma di passione e attaccamento. Valori che sembrano ormai sempre più lontani dalla squadra giallorossa che continua a navigare nel buio più totale senza una direzione precisa. Persino Ranieri, l’unico al quale davvero interessano le sorti della Roma, sta cominciando a dare segni di impazienza. Dalle prime critiche per gli errori commessi a Bologna fino alla serata amara di Alkmaar dove anche il saggio tecnico di San Saba (come suoi diversi predecessori) ha alzato le mani: «Siamo fatti cosi». Di certo non un bel segnale da chi è arrivato appena due mesi fa e deve aiutare i Friedkin nella scelta dell’allenatore per il futuro. A proposito, ma quale futuro? Si perché, quasi alla fine del mese dedicato al mercato, che era stato preannunciato come risolutivo ma che ad oggi ha portato due acquisti tutt’altro che di primo piano (seppure Rensch rappresenta un investimento interessante in prospettiva), i giallorossi si ritrovano noni in campionato e distanti dalla zona europa e ventunesimi (su 36) in coppa, con una media punti generale appena sopra l’uno a partita. Senza dimenticare i nove mesi senza mai tornare a casa con tre punti dai viaggi qua e là per Italia ed Europa. Reazioni? Nessuna. Tolta l’arrabbiatura di Ranieri per tutti gli altri sembra andare bene così. Che si vinca o che si perda, con qualche sorriso in più o qualche foto sui social, importa poco. Nessun dolore né moto d’orgoglio per provare a risollevare la stagione. Bene le vittorie casalinghe (unico big match il derby confezionato in maniera impeccabile da Sir Claudio) ma le trasferte da incubo restano inaccettabili. Eppure a Trigoria si vivacchia tra chi sa già che a fine stagione andrà via, chi tergiversa sulla scelta per il futuro e chi spera di elemosinare un altro contratto, perché tanto in fin dei conti a Roma si sta bene. Qualcuno eccetto l’allenatore fa pesare il rendimento mediocre? Certo che no. In attesa della nomina di Antonello a Trigoria manca completamente un assetto dirigenziale che abbia competenze o valori tali da poter richiamare all’ordine la squadra. Può fare poco Ranieri, che già ha sistemato le cose in classifica e si sta impegnando per l’alle-natore. Anzi, c’è da sperare  che non si stanchi e che gli accordi presi a Londra con i Friedkin siano rispettati. E Ghisolfi? Due cessioni (Le Fée in prestito condizionato e Ryan) e due arrivi in venticinque giorni, senza minimamente rivoluzionare l’organico. Ci sono ancora nove giorni e la partenza di Shomurodov (sempre più vicino al Ve-nezia) può sbloccare l’arrivo di un nuovo attaccante. Tempo ce n’è, ma a questa squadra servirebbe molto di più che degli acquisti di secondo piano. Certo, non è facile pensare di cedere calciatori con contratti che assomigliano a vitalizi, ma la sensazione è che a meno di un’invenzione di Beppe Riso il mercato si chiuderà con la sostituzione del centravanti uzbeko. Senza dimenticare che da settembre ad oggi nessuno dei rinnovi in programma è stato fatto. Anzi, neanche avviato. Intanto la Roma continua a vivere una stagione frustrante, chissà se importa davvero a qualcuno.

Roma forza nove: obiettivo Lucca

Ci sono immagini che valgono più di mille parole. E Hummels in versione centravanti dopo il gol di Parrott l’altra sera in Olanda, è una di queste. na scelta tattica dettata dal nulla o quasi in panchina. Dovbyk era uscito alla fine del primo tempo dopo aver toccato sì e no un paio di palloni. Shomurodov è in procinto di salutare, destinazione Venezia (più di Empoli). Ranieri, quindi, volente o meno, ha lanciato un allarme del quale tutti erano a conoscenza già a settembre: la Roma ha bisogno di un centravanti. […] Ghisolfi ha provato quindi con Brobbey dell’Ajax: ha incontrato l’agente Raiola ma i costi ad oggi sono troppo elevati (30 milioni). Così Sir Claudio ha indicato Lucca e quel “stiamo cercando” dell’altra sera era riferito proprio a lui. È chiaro che va trovata un’intesa economica con l’Udinese – la richiesta è di 25 milioni ma per quella sta lavorando a fari spenti l’agente Riso – da mitigare sia con la solita formula del prestito iniziale da tramutare poi in obbligo che con un calciatore in prestito. […]

(Il Messaggero)