Zaniolo: “Essere sulla bocca di tutti a 18 anni mi ha fatto alzare la cresta. Ho sofferto a lasciare la Roma, il gol a Tirana uno dei momenti più emozionanti della mia vita”

LA REPUBBLICA – A sentire Nicolò Zaniolo, questa è la volta buona. Si sente bene all’Udinese e sa di aver commesso tanti errori, ma adesso vuole riscattarsi. L’ex Roma si apre e torna anche sul suo addio ai giallorossi e alla magica notte a Tirana.

Dalle bravate con Kean nell’Under 21 alla lite al Viola Park coi primavera della Roma, c’è qualcosa che non rifarebbe?
“Certo, tutti hanno rimorsi. Da un lato penso che, se sono arrivato a questo punto, è perché doveva andare così. Dall’altro, so che nella mia carriera ho fatto tanti sbagli, dovuti anche alla troppa esposizione mediatica che mi è stata data fin dall’inizio e alle pressioni che ho dovuto sopportare. Essere sulla bocca di tutti a 18 anni, in una città come Roma, non è facile. Sfiderei chiunque a non alzare un po’ la cresta. Ho sbagliato a sentirmi un po’ troppo. Tanti errori sono dovuti a quello. Adesso li riconosco, se tornassi indietro non li rifarei”.

Quando Mourinho sollevò contro di lei le critiche feroci del tifo romanista, come fece a sopportare la pressione?
“Forse all’esterno non si è percepito quanto io abbia sofferto nel dovere lasciare la Roma. Era e resta un club che amo. Ci sono stato benissimo ed è stata dura lasciarmi con la piazza, con la società, con le persone. Forse non l’ho fatto percepire, perché preferisco tenermi le cose dentro”.

Il momento più bello della sua carriera finora?
“Il gol a Tirana in finale di Conference League una delle più grandi emozioni della mia vita. Poi gli esordi: al Bernabeu in Champions, ancor prima di avere giocato in Serie A e con la Nazionale”. 

IL PUNTO DEL VENERDÌ – ZAZZARONI: “Una barzelletta che non fa ridere” – LICARI: “Di gasperiniano s’è visto poco o niente”

Brutto passo falso della Roma in Europa League. I giallorossi di Gasperini cadono sotto i colpi del Lille allenato da Genesio. “Di gasperiniano, inteso come aggressione continua e collettiva, ritmo insostenibile, atteggiamento sfacciato, s’è visto poco o niente“, scrive Fabio Licari sulla Gazzetta dello Sport. Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport scrive: “Non fa ridere la barzelletta finita dentro Roma-Lilla e preoccupa la prestazione della squadra di Gasperini che stavolta non ne ha infilata una“. Tiziano Carmellini su Il Tempo: “Conoscendo la meticolosità di Gasperini c’è da scommetterci che nelle prossime giornate di allenamento qualcosa sul tema «rigori» verrà fatto. Perché sbagliare è umano, ma perseverare… è letale, altro che diabolico“.


Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola. 


T. CARMELLINI – IL TEMPO

Fin qui Gasperini non aveva sbagliato praticamente nulla. Aveva ripreso il suo
lavoro nella Capitale così come lo aveva lasciato nella lontana Bergamo dove però era già tutto oliato e ogni cosa filava via liscia. Roma invece è un’altra cosa e ogni errore poi diventa un caso, ha uno strascico e rischia di trasformarsi in un dramma. Anche se stavolta non è il caso di farne, perché questa sconfitta, alla fine quasi indolore, servirà alla Roma per crescere e capire le cose che non deve fare. Comunque di fatto, per la prima volta in questa stagione, Gasperini sbaglia qualcosa: anzi gli errore a conti fatti potrebbero essere stati addirittura due. Prima manda in campo una formazione rimaneggiata priva di alcune pedine cardine (Koné su tutti: la Roma senza di lui è un’altra squadra), poi permette a Dovbyk di tirare un secondo rigore (il primo gli spettava di diritto in quanto rigorista n°2) dopo il primo errore dal dischetto con l’arbitro che ha fatto giustamente ripetere per l’ingresso in campo dei difensori francesi. In quel momento con Pellegrini da poco sostituito
c’erano ancora Koné e ElSha oltre a Soulé che si è fatto poi travolgere dal karma negativo del momento. Insomma quel «bis» concesso al piede dell’ucraino, che già di suo non sta attraversando un gran momento di forma nonostante il gol in campionato, è stata una piccola follia, che però potrà essere anch’essa utile per il futuro. Serve anche sbagliare per crescere, ma forse qualche allenamento in più sui tiri dal dischetto ai giallorossi non farebbe male. Conoscendo la meticolosità di Gasperini c’è da scommetterci che nelle prossime giornate di allenamento qualcosa sul tema «rigori» verrà fatto. Perché sbagliare è umano, ma perseverare… è letale, altro che diabolico.


F. LICARI – LA GAZZETTA DELLO SPORT

Tre rigori sbagliati nella stessa partita, per la precisione nella stessa azione. Uno spettacolo grottesco che forse passerà alla storia ma di sicuro complica la strada verso gli ottavi. Quelli del Lilla si sono divertiti allo show inatteso, la  Roma no. Due volte parato Dovbyk perché il portiere è sempre uscito in anticipo: ma i tiri non sembravano memorabili. Quindi Soulé evita al compagno un terzo imbarazzante tiro dal dischetto ma fa anche peggio, perché l’ultima uscita dai pali è regolare. Meglio non pensare cosa sarebbe successo in caso di quarto tentativo. Il pari comunque sarebbe stato ingiusto: i francesi hanno affondato i colpi nei punti deboli della Roma, rubato palloni pericolosi, approfittato degli sbandamenti, sono stati superiori per gioco, gestione, strategia. Se non fosse stato per Svilar, non ci sono più aggettivi per lui, sarebbe finita ancora peggio. Il Lilla senza più David, Zhegrova e Chevalier, i top dell’anno scorso, e con Giroud vecchio anche per una Serie A che non si iscrive allo Zecchino d’oro, vince all’Olimpico e lascia così i giallorossi a metà classifica: tre punti e. al momento, un posticino ai playoff da ultima testa di serie. Da qui all’ultima giornata la strada è lunga e suscettibile di ribaltoni, ma questo 0-1 cancella anche psicologicamente il bel successo a Nizza nella prima partita. Si ricomincia da tre. Di gasperiniano, inteso come aggressione continua e collettiva, ritmo insostenibile, atteggiamento sfacciato, s’è visto poco o niente. Sicuramente il tecnico ha bisogno di tempo per trapiantare le sue idee, e l’Atalanta delle meraviglie non è nata in un giorno, ma serviranno dosi massicce della “cura Gasp” per trasformare elementi che di gasperiniano offrono poco. Anche contro il Verona la porta aveva tremato oltre il lecito. Gli interessati farebbero bene a ricordare che il tecnico può trasformare un giocatore normale in un pezzo di mercato (da Gagliardini a Koopmeiners), ma anche mettere all’angolino chi non lo segue.


I. ZAZZARONI – IL CORRIERE DELLO SPORT

[…] Non fa ridere la barzelletta finita dentro Roma-Lilla e preoccupa la prestazione della squadra di Gasperini che stavolta non ne ha infilata una: male nel primo tempo e male nel secondo, un filo meglio – ma niente di rilevante – quando sono entrati Mancini e Koné, mentre El Shaarawy ha fatto lo stesso poco di Pellegrini. Riesco facilmente a salvare Svilar, non è una novità, e in parte Soulé che ha prodotto qualche accensioncina. Il resto è stato un pianto, specialmente sul piano della precisione: la Roma ha perso un sacco di palloni per errori di battuta, anche nei passaggi più elementari, e consentito a un Lilla resistibile di prendere fiducia, campo e creare sei, sette opportunità. […] Ferguson non è praticamente esistito per oltre un’ora, mentre Dovbyk è entrato meglio del collega – sai che sforzo – ma ha sulla coscienza due penose esecuzioni dal dischetto. Naturalmente la crescita dei due centravanti giustamente – e disperatamente – invocata da Gasperini non c’è stata: direi piuttosto che si sono notate altre involuzioni nelle prestazioni dei singoli. N’Dicka, ad esempio, non ha funzionato nel ruolo di centrale dei tre e Hermoso è andato più volte in difficoltà nella copertura. Per non parlare di Tsimikas. […]


G. D’UBALDO – IL CORRIERE DELLO SPORT 

La Roma ha perso la seconda partita all’Olimpico e per la prima volta in questa stagione ha subito un gol nel primo tempo. […] La maledizione dal dischetto, di cui è piena la storia giallorossa, non è il modo per spiegare la sconfitta contro i francesi. La squadra di Gasperini ha fatto un passo indietro sul piano del gioco. La Roma è stata una squadra slegata. E’ mancata l’aggressività, soprattutto nel primo tempo. Sono state create pochissime palle gol, forse un paio. Sono mancati i movimenti per liberare il centravanti. […] La Roma ha consentito al Lille di giocare di rimessa, ha inseguito il risultato fino alla fine, ha spinto tanto nella ripresa, anche rischiando qualcosa. Ma senza un’idea di gioco precisa. Le difficoltà in attacco sono note dall’inizio di stagione e rischiano di condizionare il rendimento della squadra. I due centravanti sono rimasti isolati, la Roma non riempie l’area di rigore, nel primo tempo Pellegrini ha giocato troppo esterno, non si sono mai viste le incursioni dei centrocampisti. […]  Il problema del centravanti esiste e Gasperini lo sa dall’inizio della stagione. Prima dell’infortunio di Dybala il tecnico aveva provato l’argentino da falso nueve, nella partita contro il Torino. La società non è riuscita a migliorare il reparto e bisognerà gestire questa situazione almeno fino a gennaio. Se per la seconda partita consecutiva Celik risulta tra i migliori in campo significa che c’è qualcosa da rivedere.


I VOTI DEGLI ALTRI – Dovbyk “Tira due calci di rigore ridicoli”, El Aynaoui “Al fantacalcio prenderebbe un +1 per l’assist… agli avversari”, Svilar “Tiene a galla la Roma”

Serataccia per la Roma in casa, contro il Lille. I giallorossi perdono la seconda partita stagionale, la prima in Europa League, la seconda in casa, contro gli uomini di Genesio. Partita da dimenticare per Tsimikas (4,5), El Aynaoui, Ferguson e Dovbyk, fra gli altri. Il greco “Ha sulla coscienza grandi responsabilità per il gol subito, in cui perde palla in maniera banale” (Il Tempo). “Al fantacalcio prenderebbe un +1 per l’assist…solo che lo ha servito all’avversario. Ha due occasioni per riscattarsi, le spreca entrambe clamorosamente“, si legge sul Corriere dello Sport in riferimento a El Aynaoui (4,92).

Serata complicata anche per i due attaccanti. Sul giovane irlandese (4,64): “Non tiene un pallone e non va a caccia di spazi. Una sola girata di testa da angolo. Inutile” (La Gazzetta dello Sport). “Centrali, deboli e a mezz’altezza: tira due calci di rigore ridicoli. Non vengono convalidati, certo, ma è l’atteggiamento dell’ucraino ad essere totalmente inaccettabile” il commento del Corriere dello Sport sulla prestazione dell’ucraino (4,07).

LA MEDIA VOTI DELLE PAGELLE DEI QUOTIDIANI (La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport,  Il Messaggero, Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Tempo, Il Romanista)

Svilar 6,42
Celik 6,14
Ndicka 5,35
Hermoso 5
Wesley 5,5
Cristante 5,14
El Aynaoui 4,92
Tsimikas 4,5
Soulé 4,78
Pellegrini 5,42
Ferguson 4,64

Rensch 5,71
El Shaarawy 5,21
Mancini 5,71
Koné 5,78
Dovbyk 4,07

Gasperini 5,21


LA GAZZETTA DELLO SPORT

Svilar 6,5
Celik 5,5
Ndicka 5
Hermoso 5
Wesley 6
Cristante 5
El Aynaoui 4,5
Tsimikas 5
Soulé 5
Pellegrini 5
Ferguson 4

Rensch 5,5
El Shaarawy 5,5
Mancini 5,5
Koné 6
Dovbyk 4

Gasperini 5


IL CORRIERE DELLO SPORT

Svilar 6,5
Celik 6,5
Ndicka 6
Hermoso 5
Wesley 6
Cristante 5,5
El Aynaoui 4,5
Tsimikas 4,5
Soulé 4,5
Pellegrini 5,5
Ferguson 4,5

Rensch 5,5
El Shaarawy 5
Mancini 6
Koné 5,5
Dovbyk 3

Gasperini 5,5


IL MESSAGGERO

Svilar 6
Celik 6
Ndicka 5
Hermoso 5
Wesley 5
Cristante 5
El Aynaoui 5,5
Tsimikas 4
Soulé 4,5
Pellegrini 5,5
Ferguson 4,5

Rensch 6
El Shaarawy 5
Mancini 5,5
Koné 5,5
Dovbyk 4

Gasperini 5


IL CORRIERE DELLA SERA

Svilar 6,5
Celik 6,5
Ndicka 5,5
Hermoso 5
Wesley 5,5
Cristante 5
El Aynaoui 5
Tsimikas 4
Soulé 4,5
Pellegrini 5
Ferguson 5

Rensch 6
El Shaarawy 4,5
Mancini 5,5
Koné 6
Dovbyk 4

Gasperini 5,5


LA REPUBBLICA

Svilar 6,5
Celik 5,5
Ndicka 5
Hermoso 5
Wesley 5
Cristante 5
El Aynaoui 5
Tsimikas 5
Soulé 5
Pellegrini 5,5
Ferguson 5

Rensch 5,5
El Shaarawy 5,5
Mancini 5,5
Koné 5,5
Dovbyk 4

Gasperini 5


IL TEMPO

Svilar 6,5
Celik 6,5
Ndicka 5
Hermoso 5
Wesley 5,5
Cristante 5
El Aynaoui 4,5
Tsimikas 4,5
Soulé 5
Pellegrini 5,5
Ferguson 4,5

Rensch 5,5
El Shaarawy 5
Mancini 5,5
Koné 6
Dovbyk 4,5

Gasperini 5


IL ROMANISTA

Svilar 6,5
Celik 6,5
Ndicka 6
Hermoso 5
Wesley 5,5
Cristante 5,5
El Aynaoui 5,5
Tsimikas 4,5
Soulé 5
Pellegrini 6
Ferguson 5

Rensch 6
El Shaarawy 6
Mancini 6
Koné 6
Dovbyk 5

Gasperini 5,5

L’epopea del fallimento seriale. In quel buco nero un po’ di poesia

La celebre frase di Samuel Beckett che invita a sbagliare ancora, a sbagliare meglio, non è solo la perfetta didascalia di quasi ogni vita, ma definisce magnificamente la tragicomica del rigore fallito in serie. Quanto accaduto alla Roma contro il Lille è quasi la sublimazione di una lunga storia che vede, come eroi eponimi, giocatori di indubbia grandezza come Evaristo Beccalossi (un abbraccio grande, sempre), […]  I campioni che ho amato, scrisse Vittorio Gassman, sono i campioni tristi: e nessuno lo è più del rigorista reietto. A Beccalossi, capace di fotocopiare lo sbaglio dal dischetto in un antico Inter-Slovan Bratislava, l’attore Paolo Rossi dedicò uno spettacolo epocale. La sagra del dischetto maledetto resta Olanda-Italia all’Europeo 2000, con Frank De Boer protagonista vilipeso e il nostro portiere Toldo nel giorno che vale una vita: prese un solo gol su sei rigori contro. L’Olimpico aveva già visto qualcosa di simile in un Lazio-Napoli, un sabato di Pasqua del 1984. Errore di Giordano, gol su ribattuta e rigore da ripetere, nuovo errore di Giordano e nuova ripetizione, cambio di rigorista e D’Amico che tira fuori. In un Roma-Juve del ’93 Baggio e Vialli, non il ragionier Filini e il geometra Calboni, fallirono un penalty a testa e il magnifico Gianluca si fece male al piede sul dischetto. […] È possibile che qualcuno raccolga il cuore infranto e lo riattacchi con la colla dell’amore: accadde a Toninho Cerezo, giocatore superbo e persona stupenda, che in un giorno del remoto 1986 fallì due rigori contro l’Inter, all’Olimpico: palo e parata del portiere. Ma lo stadio cominciò a gridare il suo nome, un coro memorabile. Quella volta, Toninho avrà pensato che non c’è niente di più bello che sbagliare, e poi sbagliare meglio.

(M. Crosetti – la Repubblica)

Assemblea Eca a Roma, Friedkin atteso in città

IL TEMPO (G. TURCHETTI) – Dan Friedkin è atteso nella Capitale. Dal 7 al 9 ottobre è in programma a Roma la trentaduesima Assemblea generale dell’ECA (European Club Association) alla quale prenderanno parte i dirigenti senior dei club membri. Anche Dan Friedkin fa parte dell’Associazione europea per club. Nello specifico, il presidente della Roma ricopre il ruolo di membro del comitato esecutivo dal 2021 e ha sempre partecipato alle varie riunioni degli ultimi anni. Prima, però, la tappa in Scozia. Da ieri, infatti, è cominciato il prestigioso torneo di golf Alfred Dunhill Links Championship, al quale – come lo scorso anno – parteciperà Dan Friedkin insieme al figlio Ryan. La competizione si giocherà sugli iconici campi Old Course di St Andrews, Carnoustie e Kingsbarns e terminerà domenica.

Roma-Lille: la moviola dei quotidiani. Serata no per Lambrechts: non vede il rigore e si perde un cartellino rosso

Una direzione di gara insufficiente quella di Lambrechts in Roma-Lille. Il fischietto belga ha commesso tanti errori, dalla decisione su Verdonk alla mancata assegnazione del rigore (poi fatto calciare tre volte) senza l’ausilio del VAR.


LA GAZZETTA DELLO SPORT – VOTO 5

AI 9’p.t. il primo ammonito del match è Verdonk per un pestone su El Aynaoui. Nella ripresa, errore di cartellino: per un fallo su Soulé giallo Bouaddi e non Verdonk, che era già ammonito (ancata irregolare che sbilancia l’argentino). II Var in questo caso non può intervenire. Nella ripresa, netto fallo di mani di Mandi (34′): rigore ribattuto due volte, prima per ingresso di un difensore e poi per scorretta posizione del portiere. […] Errore grave del belga che non valuta il fallo decisivo su Soulé e ammonisce il giocatore sbagliato (sarebbe stato rosso).


CORRIERE DELLO SPORT – VOTO 4,5

[…] Perde il braccio largo di Mandi sul colpo di testa (pallone sfiorato] di Çelik: il VAR lo richiama all’OFR, anche abbastanza veloce: penalty chiaro. Poi succede qualcosa vicino al romanzo: tira una prima volta Dovbik, para Özer ma Perraud che spazza è entrato prima in area di rigore (encroachment); tira di nuovo Dovbyk, stavolta è lo stesso Özer ad avanzare un passo oltre la linea al momento del tiro [almeno un piede deve toccarla o essere sulla perpendicolare); il terzo invece è regolare. NO GOL: La GLT conferma: il tocco di El Aynaoui viene respinto da Mandi proprio sulla linea di porta.


IL TEMPO 

Sceso in campo già la scorsa settimana in Champions per Benfica-Qarabag, Lambrechts apre la propria stagione di Europa League dirigendo il big match tra Roma e Lille. Una partita tanto equilibrata quanto ricca di tensione, che l’arbitro belga ha gestito con difficoltà commettendo diversi errori. In un primo tempo privo di episodi particolarmente
eclatanti, il ritmo del gioco viene spezzettato dai tantissimi falli fischiati. Addirittura 18, di cui tredici contro i giallorossi che per due volte si lamentano per un mancato fischio, in entrambi i casi in occasione di un contrasto dopo il quale a rimanere a terra è Soule. Nonostante i tanti falli contro i padroni di casa, l’unico cartellino giallo viene però estratto ai danni di un calciatore dei francesi, vale a dire Verdonk. Poco dopo il gol del vantaggio della propria squadra, il difensore viene sanzionato per un brutto pestone su El Aynaoui, il quale rimane a terra dolorante per qualche secondo. Nel secondo tempo, due episodi clamorosi. Prima, l’arbitro commette un grave errore quando ammonisce Bouaddi e non Verdonk: è quest’ultimo – già ammonito – a commettere fallo per primo su Soulè. Ci sono quasi gli estremi per un intervento VAR per scambio di persona. Poi il rigore: concesso con OFR per un netto fallo di mano di Mandi (ammonito per proteste) su corner, viene battuto 3 volte. La prima ribattuta è dovuta a un encroachment – ingresso anticipato in area di rigore – di Perraud, che spazza dopo la parata. La seconda è dovuta al portiere Özer, che ha entrambi i piedi oltre la linea al momento del tiro. Curiosità: se in entrambi i casi fosse stato Özer a “provocare” la ribattuta, l’arbitro avrebbe dovuto sanzionarlo con un cartellino giallo. Nel finale, il portiere viene comunque ammonito per perdita di tempo.


IL ROMANISTA – VOTO 5,5

Partendo dalla fine, il belga Lambrechts passerà alla storia per aver fatto ripetere due volte un calcio di rigore poi sbagliato per tre volte dalla Roma, che centra una statistica quasi impossibile. Rigore che assegna senza aver visto (la massima punizione è infatti assegnata dal Var). Nasce tutto per un tocco di mano di Mandi (giallo per lui) su un colpo di testa ravvicinato di Celik. Dovbyk tira, sbaglia, ma l’arbitro – consultato anche il Var – fa ripetere perché il portiere ha un piede fuori la linea e un difensore entra presto in area. L’ucraino tira nello stesso modo, Ozer para ma è nettamente fuori dalla porta, quasi un metro. Niente da fare, si ribatte. […] E del finale del tutto discutibile il recupero: concede 6 minuti, esattamente 20 secondi di recupero, considerando che 5 minuti e 40 è il tempo che passa dal richiamo del Var all’ultimo rigore calciato dalla Roma. Passerà alla storia anche per questo: un secondo tempo senza recupero. Per il resto la sua prestazione appare piuttosto ondivaga e macchiata da un errore, la Roma protesta al 16’ del secondo tempo, quando Verdonk commette fallo su Soulé, ma frana su Bouaddi, che colpisce anche l’argentino, e Lambrechts fischia ma ammonisce inspiegabilmente quest’ultimo e non Verdonk (primo a commettere fallo), già ammonito nel primo tempo al 9’ per un pestone (il secondo, dopo quello su Soulé dopo 30 secondi per cui era stato graziato) a El Aynaoui. Un errore pesante: per la Roma è la terza partita su sette con un’espulsione mancata.

 

Harakiri Roma

IL TEMPO (L. PES) – Serata da incubo per la Roma all’Olimpico, come non capitava da tempo in campo europeo. I giallorossi cadono contro il Lille dopo la bella vittoria a Nizza e non muovono la classifica della fase campionato del torneo. Decide il gol di Haraldsson dopo sei minuti ma Gasperini può recriminare parecchio, al di là della prestazione, per i tre errori consecutivi dal dischetto di Dovbyk (due volte) e Soulé che condannano la Roma al primo ko in Europa dopo diciassette mesi: era il 2 maggio 2024 e il Bayer si aggiudicò l’andata della semifinale. Passo indietro importante a livello di gioco e intensità per i giallorossi che approcciano male al match e non riescono mai a tornare in partita, creando, di fatto, una sola vera opportunità per il pari, rigori a parte. Squadra lenta e prevedibile nella manovra e disordinata in difesa, centrocampo in enorme difficoltà e una coppia di centravanti che in novanta minuti non combina nulla. Gasp opta per quattro cambi rispetto all’undici schierato col Verona. Hermoso al posto di Mancini, con N’Dicka a fare il centrale, Tsimikas torna dall’inizio e Koné lascia spazio ad El Aynaoui. Davanti c’è Ferguson con la conferma del tandem Pellegrini-Soule. Roma subito in svantaggio dopo un grave errore di Tsimikas che regala il pallone a Felix Correia che premia l’inserimento di Haraldsson, bravo a freddare Svilar. Da lì in poi la gara si mette in discesa per il Lille, con la Roma incapace di aumentare i ritmi. N’Dicka in difficoltà, Hermoso non brilla ed El Aynaoui è un fantasma. Anche i quinti non sfondano salvo qualche tentativo di Wesley. Ma la fatica maggiore della squadra di Gasperini si conferma la creazione di occasioni da gol con Ferguson tra i peggiori in campo. Poco dopo la mezz’ora l’unica vera chance la sprecano Tsimikas prima ed El Aynaoui dopo. Nella ripresa la musica non cambia, Gasperini inserisce Rensch (stranamente schierato a sinistra) per un deludente Tsimikas, poi il doppio cambio con Mancini ed El Shaarawy per Hermoso e Pellegrini. A mezz’ora dalla fine c’è il grave errore del direttore di gara che anzichè ammonire Verdonk (che sarebbe stato espulso) mostra il giallo a Bouaddi sanzionando l’infrazione sbagliata. Tanti errori tecnici da parte dei giallorossi e il Lille che spreca in ripartenza, ma a dieci dalla fine l’episodio che potrebbe regalare il pari alla Roma: braccio largo di Mandi su sviluppo di corner, il Var richiama l’arbitro che assegna correttamente il rigore. Poi, però, il pasticcio. Dovbyk (entrato al posto di Ferguson) sbaglia il primo che viene ripetuto per invasione del portiere, che para anche il secondo all’ucraino sempre varcando la linea di porta. Si presenta Soulé la terza volta ma sbaglia anche l’argentino e Ozer diventa l’eroe di serata. Alla fine la Roma perde meritatamente una partita giocata male e buttata via con tre incredibili errori consecutivi dal dischetto (unico precedente in un Lazio-Napoli del 1984). Si riparte da Firenze prima della sosta: serve subito una reazione.

Lo stesso rigore sbagliato tre volte. Roma, un disastro

Un rigore sbagliato. Ritenta. Fallo ancora. Sbaglia di nuovo. Uno, due, tre. Una Roma inconcludente e inconsistente, insicura e infelice, riesce a fare quello che è difficile immaginare: fallire dove si è fallito. E non c’è niente di più surreale che perseverare negli sbagli. Tre tiri dal dischetto sprecati in una volta. […] Contro il Lille succede al minuto 81, la squadra di Gasperini sotto di un gol può rimediare con un penalty (tocco di mano di Mandi) sfuggito al belga Lambrechts ma non al Var. Va sul dischetto Dovbyk, calcia malissimo alla sinistra del portiere, che respinge. L’arbitro fa ripetere perché Ozer ha entrambi i piedi fuori dalla linea di porta. Dovbyk in fotocopia: stesso tiro, stessa parata. L’arbitro lo fa ripetere ancora. Di nuovo. Terzo rigore. Dai, riprova. No, meglio cambiare, Dovbyk non se la sente più. Va Soulé. Altro angolo, stesso epilogo. Sbaglia. Ozer para anche questo. […] Un episodio mai visto ma che dice tutto: la Roma è fragile, insicura e non sa fare gol. Mostra tutti i suoi limiti. Non ha cambi all’altezza, se Gasperini decide di risparmiare minuti a Kone e Mancini, poi è costretto a farli entrare. Se decide di far giocare Tsimikas, arriva l’errore, grave, del greco che perde palla e la consegna al Lille, diventa poi facile per Haraldsson colpire a freddo, dopo sei minuti. Se deve decidere tra due centravanti, Dovbyk e Ferguson, il risultato è lo stesso: tiri in porta, pericoli creati, pensieri al portiere avversario, questi sconosciuti. […] La Roma deve fare i conti con tutto il brutto che ha mostrato e dimostrato: ha molti confini e non sa difenderli. Un rigore sbagliato è un indizio. Tre fanno una prova.

(la Repubblica)

È una Roma spuntata

La Roma si ritrova ancora una volta a fare i conti con i suoi limiti offensivi. La sconfitta contro il Lille, la prima in questa Europa League, ha riportato a galla in maniera clamorosa le difficoltà della squadra giallorossa nel trovare la porta. […] Gasperini ha scelto di affidarsi a Ferguson, supportato da Pellegrini e da Soulé in un 3-4-1-2 che sulla carta avrebbe dovuto garantire più soluzioni e imprevedibilità. Ma il copione si è ripetuto: la Roma ha costruito poco, con l’irlandese mai realmente pericoloso e con un gioco offensivo che si è presto appiattito. Neppure i cambi hanno portato la scossa attesa.[…] A dieci minuti dalla fine, sullo 0-1, l’arbitro ha concesso un calcio di rigore per i giallorossi. Senza Dybala, fermo ai box, e con Pellegrini già sostituito, la responsabilità è ricaduta sull’ucraino. Dovbyk ha calciato e si è fatto respingere la conclusione. L’arbitro ha ordinato la ripetizione per un’irregolarità dei difensori del Lille, ma anche al secondo tentativo il centravanti si è fatto ipnotizzare dal portiere, stavolta colpevole di essersi mosso anzitempo. A quel punto, la scelta è ricaduta su Soulé, che dal dischetto ha avuto la chance di rimettere in equilibrio la sfida: anche per lui, però, l’esito è lo stesso. Terzo rigore fallito consecutivamente, tre opportunità gettate al vento, e partita virtualmente chiusa. […] Nell’analisi della gara, Gasperini cerca spunti positivi. «Al di là di qualche errore sul piano tecnico, abbiamo fatto una partita con voglia e ritmo, l’intensità è stata alta. Abbiamo concesso qualcosa, ma questo succede in Europa. Devo vedere anche quanto di buono è stato fatto dalla squadra. E’ una competizione lunga, non c’è l’ansia dell’eliminazione diretta, la squadra è stata brava fino alla fine».

(Corsera)

Roma choc: sbaglia tre volte lo stesso rigore e perde

E quando pensi di averle viste tutte, ecco qui un 2 ottobre che resterà a lungo nella memoria. […] La Roma ha sui piedi il pallone del pareggio, dopo che il Var ha convinto il modesto arbitro belga Lambrechts a concedere il rigore per un fallo di mano di Mandi su colpo di testa di Celik: palla a Dovbyk, parata di Ozer, ma l’arbitro fa ripetere perché almeno due difensori del Lille son entrati prima del fischio in area. Riecco Dovbyk dagli 11 metri, sinistro inguardabile e altra parata di Ozer. Ma non è finita: l’arbitro fa ripetere ancora, perché lo stesso portiere del Lille si è mosso in anticipo. La Roma allora cambia rigorista: ecco Soulé, altro mancino e terza parata di Ozer (anche se statisticamente ne va contata solo una), che stavolta è quella buona. […] «Una cosa simile non mi era mai capitata», ha commentato Gasperini. Che però ha di che preoccuparsi. Perché se con il Verona le parate di Svilar e gli errori di Orban avevano risolto i guai, ieri sera il Lille è passato con merito all’Olimpico.[…] Il guaio, per Gasp, è che la sua squadra non ha mai realmente dato la sensazione di essere pericolosa: l’unica vera chance, al netto del triplo rigore fallito, è arrivata al 36′ del primo tempo in mischia, coinvolti Tsimikas, Soulé ed El Aynaoui. Poco ha funzionato il turnover, stavolta. Neppure il cambio tattico, con Pellegrini prima centrale e poi esterno. E in generale la riconquista alta del pallone s’è vista poco.

(Corsera)