Roma, l’Olimpico e la sua Boreale: Bove torna a casa

L’ultima volta che ha messo piede all’Olimpico era gennaio. Lazio-Fiorentina era finita da un pezzo, i tifosi avevano già svuotato gli spalti, i compagni stavano salendo sul pullman. Edoardo Bove invece no. Era tornato in campo da solo, con addosso ancora la tuta, e aveva fatto due passi sul prato. Lo stadio era silenzioso, lo stesso prato di sempre, diventato in questi mesi un ricordo lontano. Domenica ci tornerà ancora. Per la prima volta da avversario della Roma. Come capita da mesi, sarà al fianco dei suoi compagni viola, ma le emozioni di tornare nel giardino di casa (giallorossa) anche stavolta saranno tante.

Una prima volta diversa da quella vissuta lo scorso 27 ottobre, nella gara di andata al Franchi. Perché prima di tutto c’era stato il gol. Da ex. Fiorentina-Roma 5-1, fine ottobre, una delle partite peggiori della Roma in stagione. Il quarto lo aveva segnato proprio lui. […]

Quel 1° dicembre 2024 con il malore contro l’Inter e il successivo intervento per impiantare un defibrillatore sottocutaneo. I discorsi cambiano. Non è più una questione di calendario, di turni o di ballottaggi. È una questione di norme, di controlli, di autorizzazioni. In Italia, chi ha quel tipo di dispositivo non può tornare in campo. Il ritorno all’Olimpico contro i giallorossi chiude forse un cerchio. Perché in tutto questo, Roma non è mai stata lontana. […]

A giugno, poi, si aprirà un altro capitolo. Bove è in prestito dalla Roma e a fine stagione tornerà formalmente di proprietà del club giallorosso. Un altro passaggio sull’asse Firenze-Roma, un tavolo in cui tutti gli attori dovranno sedersi per capire insieme la strada migliore per il futuro.

(Il Messaggero)

Discusso, fischiato e sempre a un passo dall’addio. Ma poi a Cristante il posto non lo leva nessuno

La rinascita di Cristante è l’ennesimo capolavoro di Ranieri. Il centrocampista dopo l’esonero di Daniele De Rossi era finito nel mirino dei tifosi, ma ora ha trasformato i fischi in applausi. Titolare in 4 delle ultime 5 partite, ha fatto finire in panchina Paredes. È di nuovo un pilastro in mezzo al campo come già era successo con Fonseca, Mourinho, Juric e DDR. […] Al momento si trova a quota 314 presenze in maglia giallorossa e può superare
Agostino Di Bartolomei e raggiungere in questa speciale classifica Pruzzo e Panucci. A gennaio è stato vicino all’addio dopo un periodo complicato. Daniele Pradè – ds
viola – lo stima e ha provato a portarlo a Firenze nella scorsa sessione di mercato. Ma l’ingaggio troppo alto (2,7 milioni) ha frenato la trattativa. A giugno non è da escludere un ritorno di fiamma, ma al momento Cristante pensa solamente alla Roma. […]

Rischia di rimanere fuori ancora una volta Paredes che dopo aver dichiarato di «aver fatto di tutto per tornare in Argentina» è finito fuori dai radar. E il futuro è da riscrivere. Oltre al solito Boca Juniors c’è anche l’interesse del Santos e di alcuni club arabi. […]

Nella giornata di ieri a Trigoria sono arrivati Ana Dunkel – Chiéf Financial Officer del
Friedkin Group – ed Eric Williamson, vicepresidente del Business Development del TFG. […] Due i principali temi del summit: bilancio e stadio. […] La volontà dei presidenti USA è anche quella di inserire nuovi dirigenti nell’organigramma del club. Un direttore commerciale e il nuovo CFO dopo l’addio a marzo di Anna Rabuano che potrebbe essere sostituita proprio da Dunkel. […]

(Il Messaggero)

Friedkin Group: gli stati generali a Trigoria. Tra Farioli e Pioli avanza Fabregas

[…] Lo stato maggiore dei Friedkin ieri si è riunito a Trigoria alimentando l’attesa per la nomina del prossimo allenatore e per la presentazione del progetto stadio slittata proprio a causa della morte di Papa Francesco. Nel centro sportivo giallorosso si sono visti Ana Dunkel, chief financial officer del Friedkin Group, ed Eric Williamson, vicepresidente del business development del TFG. Si sarebbe trattato però di un summit relativo alla situazione finanziaria del club, legata anche alle prossime mosse di mercato e alla formazione dell’organigramma societario.

Qualcosa, sul tema allenatore, potrebbe smuoversi invece a metà maggio quando i Friedkin sono attesi a Roma per l’ultima gara casalinga, all’Olimpico, contro il Milan. Tra le piste più calde, oltre a Farioli e Pioli, c’è da tenere in considerazione Fabregas. […]

(gasport)

Ndicka l’insostituibile

[…] In campionato Evan Ndicka non ha saltato neanche un minuto, giocando dall’inizio alla fine tutte e 34 le partite dei giallorossi. In Serie A un impiego del genere in questa stagione lo hanno avuto solo lui e Baschirotto. Ma rispetto a Ndicka, il leccese poi non ha giocato altre partite, mentre l’ivoriano sì: altre 13 su 14 nelle coppe e 5 su 6 in nazionale. Ovviamente sempre dall’inizio alla fine, senza mai essere sostituito, quasi come se fosse vietato. Anche se poi la realtà è evidentemente un’altra: Evan è indispensabile e ha delle fibre muscolari che lo rendono anche immune da affaticamenti vari o infortuni.

De Rossi aveva iniziato schierandolo sul centro-sinistra. Poi è arrivato Juric che lo ha spostato invece in posizione centrale, tra i tre di difesa. Ranieri, invece, lo ha quindi rimesso sul centro sinistra, dove Evan ha anche più facilità a costruire il gioco, visto che può giostrare meglio (nelle uscite) con il suo piede di riferimento, il sinistro. […]

Ma perché Ndicka non esce mai? Prima di tutto perché è un giocatore forte, e questo è ciò che conta di più. E poi è affidabile dal punto di vista atletico e muscolare. […] Adesso è da capire cosa succederà la prossima stagione. Ndicka, insieme a Svilar e Koné, fa parte del terzetto di giovani su cui la Roma vuole costruire il suo futuro. Ma è anche vero che l’ivoriano è arrivato due anni fa a parametro zero dall’Eintracht Francoforte e una sua eventuale cessione farebbe piazzare alla Roma un ricca plusvalenza, con cui sistemare in parte i conti del bilancio. Oggi l’ivoriano vale una base di 30 milioni di euro, ma se si dovesse affacciare alla finestra un club inglese – notoriamente i più ricchi del pianeta – allora la Roma potrebbe alzare anche l’asticella. Sull’ivoriano, infatti, ha messo gli occhi l’Arsenal di Arteta, ma anche il Newcastle. E pure in Francia c’è chi parla di un interesse reale del Psg (a cui piace anche un altro romanista, Manu Koné). […]

(gasport)

Como, Fabregas: “Futuro? Deciderò a fine stagione, qualche club si è interessato ma restare qui è la priorità. Monchi mi voleva alla Roma da giocatore”

CORSPORT – Cesc Fabregas, allenatore del Como accostato alla Roma in vista della prossima stagione, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna del quotidiano e tra i vari temi trattati ha parlato anche del suo futuro. Ecco le sue dichiarazioni.

A Como godi di una libertà quasi unica, hai voce in capitolo su tutto. In un grande club non ti sarà facile ottenere la stessa autonomia.
«Non lo so, è presto per parlarne. Io ti posso raccontare solo la mia esperienza a Como dove siamo un gruppo. Il presidente, il direttore Charlie ed io. E poi c’è Osian Roberts, che è un po’ il responsabile del settore giovanile, una persona della quale mi fido ciecamente e che tante volte mi è d’aiuto sui temi più delicati. Sì, sono molto fortunato perché qui mi garantiscono tanta libertà».

Quando si conoscerà il futuro di Fabregas?
«Non lo so, niente è ancora deciso. Ho bisogno di una breve sosta a fine campionato, di un attimo di respiro prima di sedermi al tavolo con il Como… Mi ritengo molto fortunato perché qui la gestione del quotidiano è uguale tanto che si vinca quanto che si perda. Il confronto è costante. Pretendo molto, è vero, perché una cosa che Conte mi ha insegnato e ha ripetuto giorni fa è l’essenza del nostro lavoro. Il fondoschiena sempre a rischio è solo quello dell’allenatore, è una questione di aspettative interne e esterne».

Como la priorità?
«Devo capire dove vogliamo andare. E in che modo. Sì, la priorità e il Como».

E’ evidente che non hai preso impegni con altri. Del resto non me lo diresti.
«E’ normale che qualcuno si sia fatto vivo. Ci sono squadre che stanno cercando l’allenatore o il giocatore. Chiamano e ci sta. E’ così, non dobbiamo dire bugie alla gente. Capita ovunque. Pensi che Simeone in tutti questi anni non l’abbia chiamato nessuno? Eppure è ancora all’Atletico. Esiste un timing per tutte le cose».

La Roma ha cercato tanto te quanto Emery.
«Emery è bravissimo, all’Aston Villa ha un progetto molto interessante».

E poi al suo fianco c’è Monchi, che a Roma è stato. Potrei aggiungere purtroppo.
«Quando ero al Chelsea mi cercò per la Roma. Stavo attraversando un momento difficile. Conte, appena arrivato, impiegava Matic e Kanté in mezzo al campo nel 3-4-3. Sono situazioni che si verificano, ma non la stavo vivendo bene. Ho dovuto spingere tantissimo per farmi apprezzare da lui e trovare spazio. Bene, in quel periodo parlai con Monchi per la Roma e Gazidis per il Milan. Mi volevano entrambi».