Da Cama a Lulli: Guidi si ricarica con l’azzurro

A Trigoria lo aspettano a braccia aperte. Cristian Cama ha terminato l’avventura nel Mondiale Under 20 con l’Italia e dalla prossima giornata di campionato tornerà a spingere sulla corsia sinistra, con un bagaglio di esperienza in più per se stesso e per la Primavera di Guidi, attesa domenica dalla sfida casalinga contro il Cagliari. […]

In questi giorni sono impegnati con l’Italia Under 19 tre giocatori della Primavera: i soliti
Alessandro Di Nunzio e Federico Nardin, ma anche Emanuele Lulli, terzino destro che è alla prima convocazione in azzurro. […] Un premio meritato alla luce di questo avvio di stagione, condito da tre assist, tantissimi chilometri percorsi e prestazioni ampiamente
sopra la media.

(corsport)

La versione di Spalletti: “Mai litigato con Totti”

IL TEMPO (GAB. TUR.) – Tutto è bene quel che finisce bene. «Sono stato felicissimo di lavorare con lui». Ma il rapporto tra Spalletti e Totti ha vissuto momenti critici dopo l’anno in cui l’ex commissario tecnico dell’Italia si è ritrovato a gestire il ritiro dal calcio della leggenda giallorossa. «Il problema era che in quel contesto di amore spropositato, nessuno lo ha aiutato nella percezione delle cose» – ha affermato l’ex allenatore della Roma in occasione del Festival dello Sport a Trento – «Per me non abbiamo mai litigato».

Non è mancata, poi, una frecciata verso la vecchia società: «Quando sono tornato alla Roma ero stato chiaro nel dire che dovevo gestire la squadra, ma che la storia di Totti la dovevano gestire loro».

Da Artem a Retegui, da Pulisic a CR7: i dieci giorni maledetti per i rigoristi

Il doppio errore di Dovbyk dal dischetto in Europa League contro il Lille sembrava quasi un record imbattibile, forse perché il terzo subito dopo di lui lo aveva fallito Soulé, ma in realtà ci sono voluti pochissimi giorni per il riscatto dell’attaccante ucraino.

E ci ha pensato proprio Erling Haaland, il più forte cannoniere del momento con Mbappé, a emulare il romanista, messo in croce senza pietà dai suoi tifosi. Sabato ben due errori nella sfida della Norvegia contro Israele, in cui poi avrebbe segnato tre gol su azione, tanto per confermare che non c’è nessuno come lui. Rispetto a Dovbyk, dopo la prima parata di Peretz ritenuta irregolare, Haaland ha scelto di tirare dall’altra parte, soluzione intuita dal numero uno israeliano. […] L’ucraino della Roma, invece, si era intestardito contro Ozer: il secondo rigore lo ha calciato esattamente come il primo e il portiere del Lille aveva intuito la direzione giusta, come poi avrebbe fatto al terzo tentativo giallorosso, di Soulé.

Una serata folle, quella di Roma-Lille, eppure sabato è arrivata una giornata nera per quasi tutti i rigoristi impegnati nella qualificazioni mondiali: non solo Haaland, dunque, ma anche il mitico Ronaldo, più di 150 gol realizzati dal dischetto ma poco freddo e molto spocchioso contro l’irlandese Kelleher, abile ad allungare una gamba sul tiro centrale del portoghese. Un evento anomalo rispetto a quello di Retegui che contro l’Estonia si è fatto parare il rigore da Hein. […] A vuoto anche il tentativo di Ferran Torres con la Spagna nel match contro la Georgia. Per la cronaca, l’unico che nella serata mondiale è riuscito a trasformare un rigore è stato il lettone Gutkovskis per il momentaneo 2-1 contro Andorrа. […]

Ma se due giocatori della Roma, Dovbyk e Soulé, hanno “macchiato” quella partita di Europa League contro il Lille, andando indietro nel tempo bisogna ricordare che Francesco Totti è stato uno dei rigoristi più precisi di tutti i tempi, 71 gol su 88 tiri, insieme a Roberto Baggio, 68 gol su 83. E di recente, l’argentino Paredes ha fatto 8 su 8 in giallorosso prima di tornare a casa, mentre Dybala è addirittura a 17 su 17. […]

Numeri che dimostrano come abbia davvero ragione Totti: i rigori trasformati sono gol veri, tesi che ha sempre sostenuto anche prima di ribadirlo in un audio prodotto – ha scherzato lui stesso – con l’intelligenza artificiale.

L’ultima follia del disastroso Taylor

IL TEMPO (L.PES) – Sia chiaro: la violenza va condannata sempre, soprattutto contro
l’errore umano. Ma ciò non giustifica il racconto di menzogne o la mistificazione di una realtà abbastanza evidente.

Anthony Taylor ne ha combinata un’altra, stavolta fuori dal campo, tornando sulla finale di Europa League del 2023 a Budapest, che lo vide protagonista di un errore che costò la coppa alla Roma di Mourinho. Le ore successive al fischio finale ce le ricordiamo tutti. L’aggressione verbale dello Special One nella pancia della Puskas Arena e le urla dei tifosi all’aeroporto con annesse sedie volanti e l’arbitro con la sua famiglia costretto a nascondersi. Certamente ore traumatiche per il fischietto inglese che pochi giorni fa in un’intervista alla BBC ha coraggiosamente dichiarato di non aver commesso errori gravi quella sera. Fegato da vendere visto che il braccio di Fernando al minuto 82 di quella finale era largo eccome.

Tutto giusto e condivisibile il discorso sul clima ostile attorno agli arbitri e la poca cultura alla sportività. Ed è ingiusto ascoltare le sue parole colme di amarezza sul fatto che la sua famiglia non vada più alle partite. Ma arrivare a negare la realtà sembra davvero paradossale. Soprattutto perché dopo quella sera Taylor ha continuato a sbagliare e non poco tra Premier League e Champions.

Celebri le proteste del Chelsea nell’agosto 2024 per un fallo di mano evidentissimo di Kovacic in area di rigore o quelle dell’Arsenal per la barriera sulla punizione di Bruno Fernandes posizionata due metri più indietro. Per non parlare di quando riscrisse la storia del campionato inglese con un nuovo record di ammonizioni in una partita: ben 14 in un Bournemouth-Chelsea del 17 settembre 2024 che portò la Premier a sospenderlo.

Insomma, da chi è abituato a sbagliare così tanto l’errore non deve stupire e la storia non può essere cambiata dopo due anni e mezzo per quanto possa essere deprecabile tutto quello che è successo dopo. L’errore, appunto, è umano e come tale va accettato, ma negarlo non sarebbe giusto se non altro per tutti i tifosi che quella notte hanno visto i loro sogni infrangersi sul mancato fischio di un calcio di rigore a una manciata di minuti dalla fine che poteva cambiare la storia. Invece la storia, suo malgrado, l’ha fatta Taylor, che da quel momento non è più stato lo stesso.

Roma, torna Bailey. Il padre-agente: “Pronti allo show?”

Ultimo giorno di riposo. Da domani occhi già puntati alla super sfida di sabato sera contro l’Inter. Ranghi ridotti per Gasperini almeno fino a mercoledì quando torneranno tutti i nazionali a Trigoria e si potrà davvero pensare alla sfida contro gli uomini di Chivu.

Pienamente recuperato Dybala, tra i casi da monitorare c’è Wesley, rimasto a Roma per una contusione. Il brasiliano tornerà ad allenarsi già da domani. Grande attesa invece per Bailey, che ha terminato il percorso di recupero dall’infortunio muscolare di agosto ed è pronto a riaggregarsi al gruppo in questa settimana.

Il papà del giamaicano ha preparato il terreno nei giorni scorsi, con le solite dichiarazioni trionfalistiche: «Preparate le patatine, lo show sta per ricominciare». Ma da Trigoria predicano calma e prudenza e puntano a riaverlo al 100% alla fine del mese di ottobre. Ciò non toglie che, come accaduto per Pellegrini a Pisa, possa arrivare contro l’Inter una convocazione “premio” dopo i due mesi ai box. […]

(La Repubblica)

La prova del nove

Proviamo a metterci un attimo nei panni di Gasperini. Legge il risultato di Islanda-Ucraina
3-5 e il pensiero speranzoso va subito a Dovbyk. […] Scorre il tabellino e scopre che non solo Artem non ha segnato ma non è partito nemmeno titolare, racimolando appena una ventina di minuti nel finale. Poco male, dice tra sé e sé, c’è sempre Ferguson contro il Portogallo. In questo caso l’irlandese gioca 78 minuti ma oltre a non segnare – e può capitare contro una delle più forti nazionali europee – si contraddistingue per aver toccato in tutta la partita il pallone 13 volte e soprattutto aver vinto soltanto un duello su 16. A questo punto, preferiamo svestire i panni del tecnico…

Di certo, visto da un occhio esterno, al di là delle dichiarazioni inevitabilmente volte all’ottimismo che l’allenatore ha rilasciato negli ultimi tempi, Gasp non aveva tutti i torti in estate a chiedere un centravanti. I fatti, il rendimento e le prestazioni dei due, gli stanno dando tristemente ragione. Ma visto che fino a gennaio dovrà andare avanti con il materiale a disposizione, la scelta Gasp sembra averla fatta: avanti con Artem. Una decisione in controtendenza con quanto visto in estate ma che ha una sua logica ben precisa. Dovbyk, infatti, è un calciatore di proprietà e se c’è la possibilità a gennaio d’imbastire uno «scambio di figurine» (cit.) con lo Zirkzee di turno, questa passa dalla rivalutazione dell’ucraino. […]

Il problema del 9 resta primario. Perché se Ferguson non segna nei club da un anno e Artem quando lo fa si contraddistingue anche per la bella peculiarità di sbloccare il risultato (su 18 reti, ben 11 volte), entrambi lo fanno molto di rado. […] L’ucraino, almeno da quando è arrivato in Italia, in un anno e due mesi non ha mai segnato ad una big. Per ora ha colpito con Genoa (2), Udinese (2), Monza, Verona (2), Parma, Bologna, Como, Cagliari, Lecce e Fiorentina. […]

Chissà che i ritorni di Dybala e Bailey (atteso in gruppo in settimana) non possano aiutarlo a inquadrare la porta avversaria. Sinora sia lui che Ferguson lo hanno fatto molto poco: tre volte l’irlandese e due l’ucraino in 540 minuti. Un’altra anomalia per un centravanti allenato da Gasp. L’ennesima.

(Il Messaggero)

Wesley ok: domani con il gruppo

[…] Domani pomeriggio la squadra tornerà al Fulvio Bernardini per cominciare ufficialmente i lavori di preparazione al match di sabato prossimo contro l’Inter. Attesi in gruppo sia Wesley che Bailey, entrambi di rientro dai rispettivi problemi fisici e pronti a strappare una convocazione contro la squadra di Chivu. Se è scontata la presenza del brasiliano, l’attaccante giamaicano dovrà invece dimostrare di essere in una condizione accettabile per poter lavorare con i compagni ed essere ufficialmente a disposizione. […] Spera in una convocazione per domenica prossima, per poi cominciare a raccogliere minuti a partire dalla sfida di Europa League contro il Vitkoria Plzen. Atteso il rientro martedì anche di Angeliño, non ancora al suo meglio.

(corsport)

Gasp-Chivu: c’è persino del pregresso

È per distacco la partita che assomma più punti, i 15 della Roma e i 12 dell’Inter, totale
27, dunque è il big match della settima giornata. Rispetto alle previsioni estive, i ruoli si sono rovesciati. Ci si aspettava che l’Inter fosse capolista. Viceversa, l’Inter quarta insegue e la Roma troneggia al primo posto assieme al Napoli. Partita chiave per la classifica e per soppesare lo spessore delle sfidanti. […]

La Roma fin qui ha espresso una verità propria, importante: cinque vittorie in sei giornate, 15 punti. La Roma è molto avanti rispetto a quello che ci si aspettava. Gian Piero Gasperini
si è adattato in fretta, laddove l’inizio di Cristian Chivu all’Inter è stato più tortuoso. Chivu ha avuto Gasperini allenatore, nelle poche settimane di Gasp all’Inter nel 2011. L’allora difensore giocò a Novara, nel match che costò la panchina a Gasperini: sconfitta per 3-1 ed esonero. […]

La Roma per restare prima e fuggire un poi più in là; l’Inter per agganciarla a quota 15; la bella promessa Chivu per misurarsi con il venerato maestro Gasperini. Roma-Inter promette bene.

(gasport)

La Francia pazza di Koné: il PSG lo studia

Non di Rabiot, non di Mbappé e nemmeno di Dembélé: in Francia sono tutti pazzi di
Manu Koné. Sembra lo slogan di uno striscione o di un coro del settore più caldo del tifo romanista; in realtà è la mania che ha avvolto l’ambiente della nazionale attorno al centrocampista della Roma, che ha stregato tutti per qualità e leadership. […] È la stella inaspettata della nazionale e questo clamore inevitabilmente gli piace e lo esalta.

Del resto, c’è una Roma quando Manu è in campo e una quando invece manca. E si è visto nella sfida di Europa League contro il Lille. […] In mezzo al campo Koné è indispensabile per qualità e quantità, per il suo dinamismo e i suoi strappi, per la copertura della difesa e per i suoi movimenti nella costruzione del gioco. In questo senso c’è un Cristante quando gioca con Koné e ce n’è uno quando invece non c’è il francese. C’è una grande simbiosi tra i due, una coppia ben assortita che sta assimilando perfettamente le indicazioni di Gasperini. E che, naturalmente, adesso si troverà di fronte alla durissima prova dell’Inter.

Già, quella squadra che aveva fatto più di un pensierino in estate su Koné, salvo poi cambiare strategia una volta ricevuta la valutazione della Roma sul suo centrocampista: cinquanta milioni di euro, prendere o lasciare. Marotta e Massara non sono mai arrivati a una trattativa vera e propria, ma nei discorsi ufficiosi non avevano trovato un accordo che avrebbe soddisfatto le parti. Se ne riparlerà in futuro? Chissà, ma per ora Koné è della Roma e Gasperini se lo tiene ben stretto. […]

Attenzione però alla candidata numero uno per la prossima estate. Il Psg, secondo quanto riferito dai media francesi, sta studiando Koné attentamente e sta valutando l’idea di presentarsi ai cancelli di Trigoria con la cosiddetta “portafogliata”. Ergo: sessanta milioni di euro e non se ne parla più. Sia per convincere la Roma a lasciarlo andare, sia per battere sul nascere l’eventuale concorrenza di altri club sul ventiquattrenne. Una cifra che metterebbe inevitabilmente d’accordo anche Massara, specialmente se versata nelle casse del club entro il 30 giugno, quindi prima che si chiuda il bilancio e al momento giusto per iscrivere la plusvalenza e far felice – anzi, strafelice – anche l’Uefa. Insomma, il settlement agreement sarebbe praticamente archiviato soltanto con quella cessione.

C’è chi però potrebbe dire no. E lo farà se gli astri dovessero allinearsi e la Roma dovesse raggiungere la qualificazione alla Champions e, perché no, anche vincere trofei tra Europa League e Coppa Italia. Il discorso è semplice: più ricavi arrivano tra mercato, campo e sponsor, più possibilità ci sono di poter mantenere intatta la rosa, escludendo quindi cessioni illustri. […]

(corsport)

Il tour de force svela la vera Roma

IL TEMPO (F. BIAFORA) – Tra sabato 18 ottobre e domenica 9 novembre si capirà molto meglio che tipo di squadra è e che ambizioni può avere la Roma di Gasperini. In attesa della ripresa degli allenamenti di domani pomeriggio, il tecnico giallorosso ha studiato con grande attenzione il calendario dei prossimi impegni, con sette partite in programma nel ciclo che si concluderà con la sosta delle nazionali di novembre.

Il primo appuntamento in calendario e il big match di sabato: allo Stadio Olimpico arriva l’Inter, che in classifica ha tre punti di distacco dalla Roma. Quella contro i nerazzurri sarà un banco di prova fondamentale per Koné e compagni, capaci di vincere contro Bologna e Lazio nei due match più complicati fin qui disputati. Un risultato positivo darebbe alla formazione romanista la giusta carica per il ciclo di partite, regalando ulteriore consapevolezza ad un gruppo che sta vivendo un 2025 da sogno.

Nella classifica dell’anno solare i giallorossi sono infatti abbondantemente primi, avendo totalizzato ben otto punti in più del Napoli, laureatosi campione d’Italia nella passata stagione, undici più dell’Inter, quattordici più della Juve e staccando il Milan di ben quindici lunghezze. Un bottino arrivato con sole due sconfitte e appena tredici gol al passivo. Nessuna avversaria deve quindi fare paura, seppur con la consapevolezza di partire sfavoriti contro gli uomini di Chivu.

Giovedì 23 ci sarà invece il ritorno dell’Europa League, con la sfida, sempre casalinga, contro il Viktoria Plzen. Visto il sorteggio di coppa alquanto ostico, se si vuole puntare ad arrivare tra le prime otto nel maxi-girone, con i cechi è necessaria una vittoria dopo il successo con il Nizza e il ko con il Lille.

La terza partita della prossima settimana è invece la trasferta con il Sassuolo (domenica 26). Mercoledì 29 arriva quindi il primo turno infrasettimanale di campionato, con la Roma che ospita il Parma. Dopo il faccia a faccia con i ducali, davanti a Gasperini si presenta un altro importante banco di prova, con lo scontro diretto con il Milan (domenica 2 novembre), una delle avversarie per un posto nella Champions League 2026/27.

Il 6 novembre ecco l’altro test europeo, con la partita da disputare in casa dei Rangers.
Di ritorno dal match a Glasgow è in agenda la sfida con l’Udinese, che concluderà il tour de force per i giallorossi.

Al di là delle difficoltà nel gestire le energie e del livello delle avversarie, Gasperini cercherà di continuare il percorso di crescita intrapreso nel primo mese e mezzo di stagione. Potendo inoltre contare su due buone notizie in prospettiva. La prima è il recupero completo di Dybala, che a Firenze ha dimostrato quanto possa essere un’arma utile per il reparto offensivo. E sempre in quella zona del campo è atteso l’esordio di Bailey, nella fase finale del recupero dopo la lesione miotendinea. Da inizio campionato il rendimento dell’attacco è stato il tema di discussione principale nella Capitale e la presenza di due calciatori come l’argentino e il giamaicano può stravolgere in positivo l’efficienza dei giocatori d’attacco. Con possibili effetti benefici soprattutto per le due punte, Dovbyk e Ferguson, fin qui ferme ad un sol gol realizzato in due.