Zaniolo: “L’esultanza contro la Roma? Chiedo scusa a chi si è sentito offeso. Con Mancini siamo grandi amici”

CORSPORT – In un’intervista rilasciata al quotidiano romano, Nicolò Zaniolo ha parlato dei suoi anni alla Roma. Queste le sue parole:

Via da Bergamo perché ha discusso con Gasperini?

“Falsissimo. Abbiamo avuto un rapporto normale e di stima, è uno dei più forti allenatori in circolazione. Sono andato via perché volevo più minutaggio”.

(…)

Alcune cose dette su di lei: lascia la casa di Totti, dove viveva in affitto, perché secondo lui portava sfortuna.

“Cazzata enorme. Totti è un idolo, una leggenda, il simbolo di Roma”.

Non parla più con Gianluca Mancini, suo vecchio amico.

“Altra bugia. Abbiamo un grande rapporto, magari c’è stata qualche scaramuccia in campo, ma siamo grandi amici”.

Zaniolo ha confidato agli amici di essersi pentito della sfrenata esultanza con l’Atalanta contro la Roma.

“È stata una reazione dovuta al momento che stavo attraversando: giocavo poco e quel gol per me era una liberazione. Tornando indietro non esulterei più così, chiedo scusa a chi si è sentito offeso”.

E con i ragazzi della Primavera si è scusato per quanto accaduto al Viola Park?

“Non è servito, è stato tutto ingigantito e le autorità hanno accertato quello che è successo”.

Sa chi è l’allenatore con cui ha giocato più partite?

“Mourinho”.

Esatto, 59.

“Abbiamo un rapporto bellissimo. Ogni tanto lo sento e mi dà dei consigli”.

(…)

Gasp e l’Inter: ostacolo e riscatto. La Roma vuole una grande notte

Se c’è una partita che Gian Piero Gasperini vorrebbe vincere, e quella di sabato. E non (solo) per la classifica. E non (solo) per dimostrare a tutti che il primo posto in campionato è tutt’altro che casuale. Ma perché c’è un avversario di fronte, l’Inter, che rappresenta la parentesi meno felice della sua carriera e che gli è valsa un’etichetta che ha faticato a staccarsi di dosso. E perché c’è una serie negativa aperta che fa spavento. Gasperini non batte l’Inter da 15 partite: io sconfitte (di cui le ultime 8 consecutive) e cinque pareggi è il curriculum recente del tecnico, certamente poco nobile. (…) Adesso, di fronte a una squadra che proprio come il Torino schiererà una difesa a tre, il tecnico non è orientato a ripercorrere la stessa strada. Perché nel frattempo sono cambiate almeno due situazioni: il recupero di Pellegrini e anche il rilancio in pianta stabile di Dovbyk, che allora era ancora un giocatore ai margini, uno di quelli che «non era nei miei piani farlo entrare in campo», parole dello stesso Gasp. Che stavolta è orientato verso un altro tridente, con Soulé e Pellegrini a supporto di Dovbyk e Dybala jolly da spendere a partita in corso. Jolly vincente, spera Gasperini. Che nel 2011 a Milano, sulla panchina nerazzurra, non ebbe neppure il tempo di far vedere il suo bagaglio: 73 giorni e solo cinque partite ufficiali prima dell’esonero. (…) La Roma, adesso, vale per il tecnico il completamento del suo percorso. E la grande piazza che Milano che gli ha tolto dopo due mesi e mezzo. E lo sfizio, anzi, l’obiettivo di dimostrare che i suoi principi di calcio vanno bene a qualsiasi latitudine. Sabato all’Olimpico ha una grande occasione per dimostrarlo.

(corsera)

Tornano i nazionali, si rivede Bailey. Angelino in dubbio, pronto Tsimikas

Archiviata la sosta per le nazionali, Trigoria si è ripopolata. A due giorni da Roma-Inter Gasperini può contare su quasi tutto il gruppo al completo. È ancora ai box il solo Angelino che rischia di alzare bandiera bianca. Lo spagnolo non si allena da ormai dieci giorni a causa di una bronchite asmatica e anche ieri ha svolto un lavoro specifico in palestra. Alla vigilia della gara contro il Lille i primi sintomi, poi è arrivata la manca convocazione contro la Fiorentina. La sua presenza sabato è in forte dubbio. Al suo posto si scalda Tsimikas tornato in parte galvanizzato dalla pausa. Ha trovato il gol con la maglia della Grecia contro la Scozia, ma ha dovuto dire addio al sogno Mondiale. Rensch lo insidia, ma al momento non è in vantaggio nel ballottaggio. Buone notizie per quanto riguarda il pacchetto offensivo. Leon Bailey è tornato a disposizione ed ha lavorato parzialmente in gruppo: ha effettuato un provino ed è arrivato il semaforo verde. (…) Alla spicciolata sono tornati tutti i giocatori impegnati con le rispettive nazionali. I primi ad aggregarsi col gruppo sono stati Ziolkowski e Tsimikas, ieri si sono rivisti Koné, Celik e Dovbyk. Hanno lavorato in palestra Ndicka, Mancini, Cristante, Pisilli, El Aynaoui e Ferguson. (…)

(Il Messaggero)

Soulé senza limiti: la Roma può sognare con le sue magie

Lo scorso anno fu proprio lui a marchiare la vittoria giallorossa, un gol (tra l’altro l’unico segnato finora in giallorosso di destro, che non è il suo piede preferito) che gelò San Siro e le ambizioni di scudetto dell’Inter di Simone Inzaghi. Un gol che consacrò definitivamente Matias Soulé, che con quella rete tenne in vita fino alla fine le aspettative di gloria (leggi Champions) della Roma. Poi la storia ha detto altro, con la squadra allenata da Ranieri che ha sfiorato l’impresa, ad un solo punto dal quarto posto della Juventus. Ecco, allora quell’impresa li Soulé vuole ripeterla adesso, in questa stagione, riprendendosi quella Champions che ha solo assaporato da lontano nella scorsa stagione. Per riuscirci, è chiaro, un risultato positivo sabato contro l’Inter sarebbe assai importante. (…) Ma è anche chiaro che Matias sa bene che sfide come quella di sabato sono quelle che poi ti possono lanciare o tenere ancora nel limbo. Insomma, dovesse riuscire a essere decisivo e magari anche a regalare un’altra vittoria ai giallorossi, allora il suo percorso sarebbe sempre più proiettato verso l’alto. Del resto, anche i numeri in tal senso parlano chiaro. Come rating (rendimento generale di un giocatore considerando gol, assist, percentuale di passaggi indovinati e duelli) Matias è il quinto miglior giocatore del campionato con 7,51, alle spalle di Nico Paz (8,02), Dimarco (7,77), Cancellieri (7,57) e Pulisic (7,54). In più dallo scorso febbraio solo lo stesso Pulisic in Serie A ha preso parte a più gol di Soulé: 16, contro i 13 dell’argentino. (…) Soulé è probabilmente l’unico vero punto fermo del tecnico piemontese. Perché a lui non ha mai voluto rinunciare e perché Matias non ha mai tradito le attese. (…)

(gasport)

Totti: “Nessuno si aspettava la Roma in vetta, ora il difficile è restare lì”

GASPORT – Torna a parlare Francesco Totti e lo fa attraverso un’intervista alla Rosea. Tanti i temi trattati: dalla prossima sfida tra Roma e Inter alla Nazionale, fino ai ricordi della sua carriera. Le sue parole:

I ricordi nelle gare con Inter.
“Di sfide importanti con l’Inter ne ho giocate tantissime. So bene cosa vuol dire questa partita, soprattutto in un momento come questo, con la Roma prima in campionato”.

Per l’occasione sabato sera la Roma dovrà mettersi il suo abito più bello…
“Questa è una di quelle partite dove non servono giacca e cravatta, ma piuttosto sarà fondamentale mettersi l’elmetto. L’Inter probabilmente è la squadra più elegante del campionato, all’Olimpico ci sarà da lottare parecchio”.

Chi sono i giocatori da una parte e dall’altra che possono decidere?
“Sarò anche banale, ma Lautaro e Dybala sono sicuramente i due calciatori in grado di cambiare la partita”.

(…)

Ma lei si aspettava una Roma così in alto?
“Penso che in realtà non se lo aspettasse nessuno, forse neanche Gasperini. Il fatto di stare in vetta aiuta a sognare, ma il difficile è sempre restare in vetta”.

Già, lo scudetto, forse la gioia più grande della sua carriera…
“L’ho vinto con la mia maglia, da capitano e da simbolo della Roma. Per me vale anche più del Mondiale vinto nel 2006”.

Secondo lei stavolta gli azzurri ce la faranno a centrare l’obiettivo?
“Speriamo di sì, che ce la possano fare davvero. Credo che la vera forza di questa Italia allenata da Gattuso sia il collettivo”.

(…)

Bailey torna in gruppo. Angelino verso il forfait

IL TEMPO (GAB. TUR.) – Finalmente Bailey. Dopo un paio di settimane di lavoro individuale, ieri l’attaccante in prestito dall’Aston Villa è tornato ad allenarsi con il resto del gruppo. Il giamaicano è guarito dalla lesione miotendinea al retto femorale della gamba destra che lo aveva fermato nel giorno – il 20 agosto – del suo primo allenamento con Roma. Il numero trentuno giallorosso sarà convocato, per la prima volta, per la sfida contro l’Inter in programma sabato sera all’Olimpico. Da capire, poi, se Gasperini vorrà concedergli fin da subito qualche minuto oppure rimandare l’esordio in giallorosso alla sfida di Europa League di giovedì prossimo contro il Viktoria Plzen. Ancora lavoro individuale, invece, per Angelino, alle prese con una bronchite asmatica. L’influenza aveva costretto lo spagnolo a seguire dalla panchina la sfida con il Lille e a saltare la trasferta di Firenze. L’ex Lipsia difficilmente sarà a disposizione del tecnico di Grugliasco. Sul lato sinistro, dunque, Tsimikas viaggia verso una maglia da titolare.

Totti: «Con l’Inter serve l’elmetto. Scommetto su Cristante»

IL TEMPO (GAB. TUR.) – Elegante in campo e fuori. In occasione dell’evento MooRER andato in scena ieri a Roma, Francesco Totti ha rivelato le proprie sensazioni in vista del big match di sabato all’Olimpico, dove la squadra di Gasperini ospiterà l‘Inter. «È una sfida in cui servirà l’elmetto» – ha affermato ai cronisti presenti – «Se dovessi scegliere un giocatore elegante per squadra, direi Dybala per la Roma e Lautaro Martinez per l’Inter. Vediamo se giocheranno entrambi». In una partita in cui ci sarà da lottare in mezzo al campo, Totti si affida a Cristante: «È quel giocatore che ti dà qualcosa in più, non tira mai indietro il piede. Ce ne fossero di calciatori come lui, lo disse anche De Rossi in conferenza». Dopo sei giornate di campionato, la Roma è in testa alla classifica – insieme al Napoli – ma ad oggi l’ex numero dieci giallorosso non vuole parlare di scudetto: «Speriamo possa continuare cosi a lungo, ma l’obiettivo principale è la Champions. La cosa più elegante che abbia mai fatto nella mia carriera? Restare venticinque anni con un’unica squadra».

Magliette, profili social e bonus: così la Roma blinda i suoi acquisti

I calciatori della Roma hanno a disposizione tre magliette a partita, ma nei loro contratti c’è scritto che “in occasione di ogni gara ufficiale il calciatore si impegna a restituire alla società almeno un kit gara indossato”. È la clausola più curiosa di tutte: la maglia non è più un ricordo, è un bene aziendale. Rientra in sede come materiale contabile, pronta per essere rivenduta, fotografata o usata per iniziative benefiche. E questa è solo una delle decine di prescrizioni che definiscono la nuova frontiera contrattuale dei club professionistici. Dietro le firme di Ferguson, Bailey e Wesley c’è infatti un modello unico, standardizzato, costruito su cifre tonde, condizioni ripetute e bonus. Linguaggio ovviamente iperburocratico. Dettagli visti e rivisti e poi messi nero su bianco. Come quelli che definiscono il minutaggio per centrare i premi: 30% delle presenze totali per Wesley, 50% per Ferguson, 60% per Bailey. Per tutti vale la regola di “almeno 45 minuti giocati”. (…) Ma entriamo nei dettagli dei bonus. Il giamaicano per ogni stagione incassa 93mila euro in più se chiude l’anno con almeno 12 tra gole assist, altri 142.500 se raggiunge quota 20, 191mila in caso di qualificazione alla Champions League, 283mila per la vittoria dello Scudetto, 191mila per la vittoria dell’Europa League e 93mila per la Coppa Italia. Per Wesley sono previsti 91 mila euro dopo 30 presenze, 191mila dopo 40, e premi identici per qualificazione Champions, Scudetto o Coppa Italia. Wesley è l’unico premiato per la vittoria della Champions League: 288mila euro. Per Ferguson il sistema è identico: 91mila euro se raggiunge 10 o 20 tra gole assist, 191mila per qualificazione Champions, Scudetto o Europa League. In più dalla stagione 2026/27 entrano in vigore anche i bonus presenza: 91mila euro a 15, 30, 45 e 60 gare da titolare, tutti cumulabili. Altra curiosità: in caso di retrocessione in serie B o Lega Pro, lo stipendio non cambia. (…) Nelle “altre scritture” di Ferguson si legge che il calciatore deve “comunicare alla società i propri account ufficiali sulle piattaforme digitali”, “rendersi disponibile a rilasciare interviste su richiesta della società e non rilasciare nessun
tipo di intervista senza autorizzazione”, e che “le prestazioni mediche poste in essere da professionisti non incaricati dalla società saranno a carico del calciatore”. Il controllo si sposta anche fuori dal campo. Ogni giocatore deve “comunicare alla società gli sponsor personali e tutte le eventuali proposte di sponsorizzazione”. (…) E poi c’è la clausola che chiude il cerchio: “Il compenso fisso comprende la partecipazione del calciatore alle eventuali iniziative promozionali della società, senza che sia dovuto ulteriore compenso”. Tradotto: il club compra tutto. Prestazioni sportive, disponibilità agli eventi, interviste, presenza negli spot. (…)

(La Repubblica)

Il premio per la Champions che non c’è

Chissà se Wesley, quando ha firmato per la Roma, ha creduto di poter esordire subito in Champions League. Nel contratto del brasiliano c’è infatti un premio ad hoc: 288mila euro lordi “in caso di vittoria” della coppa più ambita. Peccato che la Roma non disputi una partita di Champions da 2416 giorni, da Porto-Roma del 6 marzo 2019. Analizzando il contratto del brasiliano, viene il dubbio che a Trigoria non abbiano le traveggole. Ma che l’errore sia invece frutto di un copia e incolla frettoloso: Gasperini che preme per avere il giocatore, l’esterno che spinge per arrivare subito, il funzionario di turno nel vortice del mercato che sbaglia casella e lascia la voce “Champions” tra i premi validi in questa stagione sportiva. Insomma, oggi la postilla fa sorridere. È una clausola fuori tempo. Ma già dal prossimo anno, se la Roma dovesse tornare nell’élite europea, potrà diventare un premio reale. (…) Ma vige un principio: ogni scenario futuro va previsto, anche quello più ambizioso. Così la voce “Champions League” diventa un promemoria, un segnaposto del club – e di Wesley – su sé stesso. (…)

(La Repubblica)

Muro Mancini

IL TEMPO (L. PES) – Oltre la leadership. Gianluca Mancini guida e simbolo della solida difesa giallorossa di questo inizio di stagione. Fedelissimo di Gasp, che conosceva dai tempi dell’Atalanta, è tra i protagonisti che meglio stanno riuscendo a interpretare il caldo del tecnico piemontese. Aggressione alta, duelli a tutto campo ma, soprattutto quel coraggio nelle uscite dalla linea che lo portano a segnare anche qualche gol. Un inizio che gli ha consentito di tornare in Nazionale dove ha anche trovato la sua prima rete con la maglia azzurra. L’esuberanza delle prime stagioni ha lasciato spazio a un rendimento costante e di livello alto. Ormai da oltre due stagioni l’ex centrale della Dea (ieri sera al concerto di Olly) è tra i migliori del campionato. Se ne è accorto anche Gattuso, lo sapeva Gasperini che lo ha confermato al centro della difesa che oggi è la meno battuta d’Europa nel 2025. Soltanto due gol concessi finora in campionato e tredici in tutto l’anno solare per un reparto che oltre a un super Svilar può contare su un terzetto rodato con al centro proprio il ventinovenne toscano. Una crescita costante la sua, che nel tempo lo ha portato a essere una vera e propria guida anche per i compagni, indossando anche la fascia di capitano in più di un’occasione. Arrivato nell’estate del 2019 nella Capitale Mancini ha totalizzato 282 presenze in giallorosso condite da ben 19 gol. Due di questi segnati proprio contro l’Inter che sabato sarà avversaria della Roma all’Olimpico. Il primo regalò ai giallorossi allora allenati da Fonseca il pari nel match del 10 gennaio 2021. Il secondo, invece, valse il momentaneo pareggio nella sconfitta del 10 febbraio 2024 quando l’Inter di Inzaghi passò 4-2 in casa di De Rossi. Si ritroverà di fronte quel Lautaro Martinez che tante volte ha dovuto sfidare in queste ultime stagioni e la mina vagante Bonny che può creare grattacapi alla difesa romanista. Poche le occasioni concesse in queste prime sei giornate di campionato dalla squadra di Gasperini che tra due giorni sarà di fronte al primo vero esame della stagione contro una squadra attrezzata per la vittoria finale che oggi è indietro tre punti rispetto alla Roma ma che parte con ambizioni diverse nonostante il cambio in panchina. Il tecnico di Grugliasco, peraltro, ritrova una delle bestie nere peggiori: solo cinque vittorie nei 34 precedenti in carriera con ben venti sconfitte e nove pareggi.