Nizza-Roma: rilasciati su cauzione sette dei tredici tifosi giallorossi arrestati

Novità sui disordini avvenuti nella notte della vigilia della partita tra Nizza e Roma, valida per la prima giornata della fase campionato di Europa League e disputata il 24 settembre. Come rivelato dall’avvocato Lorenzo Contucci su Facebook, sette dei tredici tifosi giallorossi arrestati sono stati rilasciati su cauzione: “In occasione dell’udienza di riesame svoltasi ieri, 16 ottobre, dinanzi alla Corte d’Appello di Aix-en-Provence, l’avvocatessa Luisella Ramoino del Foro di Nizza – incaricata della difesa di undici tifosi – ha comunicato che è in corso il rilascio su cauzione di sette dei tredici tifosi della Roma arrestati prima della partita Nizza–Roma del 24 settembre. La Corte d’Appello ha quindi parzialmente riformato la decisione del Tribunale di Nizza, che aveva disposto la carcerazione per tutti gli imputati in attesa dell’udienza di merito, fissata per il 26 novembre al Tribunale di Nizza, nella quale verrà discusso il processo a carico dei tredici tifosi”.

30 anni fa il primo gol di Totti in Europa contro l’Aalst: il ricordo della Roma (VIDEO)

Il 17 ottobre del 1995, esattamente 30 anni fa, Francesco Totti segnava contro l’Aalst il primo gol della sua carriera europea con la maglia giallorossa. Una rete celebre quella dell’ex capitano, uno slalom nell’area avversaria celebrato ancora oggi. E la Roma, sui suoi canali socia, ha voluto ricordare questa giornata.

Da Sancho a George: la “Roma sfumata” che non riesce a decollare

IL ROMANISTA (A. DI CARLO) – La Roma che poteva essere e non è stata. Obiettivi di mercato inseguiti a lungo e poi sfumati, nomi acc-stati che sembravano poter fare al caso del club giallorosso ma che, alla fine, non hanno pienamente convinto. Senza dubbio, quella chiusa il 1 settembre scorso, è stata una finestra di mercato che ha lasciato a molti tifosi parecchi rimpianti. Ad un certo punto dell’estate sembrava, ad esempio, impossibile immaginare la Roma di Gasperini in campo senza il talento di Jadon Sancho a far la differenza. (…) Passato negli ultimi giorni di mercato in prestito all’Aston Villa, di lui si continua a parlare più per motivi extra-campo che per il suo rendimento: in Premier League appena 8 minuti disputati contro il Sunderland, in Europa League poco più di una mezz’ora contro il Bologna mentre in EFL l’unica presenza da titolare (senza lasciar traccia) contro il Brentford. (…) Poco meno di 270 minuti per George del Chelsea (in gol in EFL contro il Lincoln City), solo 74 per Dominguez del Bologna, qualcosa in più per Echeverri al Bayer Leverkusen (49 minuti in Bundesliga e 33 in Champions): i tre erano stati valutati in alternativa a Sancho. (…)

Panucci: “La Roma è eccitante, l’Inter ha più numeri”

CORSERA – Primo italiano a vestire la maglia del Real Madrid, pupillo di Fabio Capello che lo ha portato con sé un po’ ovunque, difensore prolifico (34 gol in Serie A), ora ambassador per la Lega di A e soprattutto opinionista mai banale per Sport Mediaset. Christian Panucci è questo e altro: in una carriera sviluppatasi in quattro Paesi e culminata in due Coppe dei Campioni (con Milan e Real), per tacer del resto, Roma e Inter sono state due tappe cruciali della sua carriera.

Cosa hanno rappresentato per lei le due esperienze?

«Roma è stata l’avventura più lunga del percorso: ci ho giocato otto anni e quando torno da Dubai, dove vivo, lì ho casa. Come dico spesso, non è stata la donna più bella che ho avuto ma quella che ho amato di più».

All’Inter invece si era fermato una sola stagione. Aveva altre aspettative?

«Per vestire il nerazzurro lasciai Madrid, per dire. Si è parlato tanto della mia convivenza con Lippi ma non si può andare d’accordo con tutti».

Il legame con Capello, al contrario, era speciale?

«Fabio è super professionista, non regala niente. Mi ha voluto, ovunque ha allenato, come giocatore e, nella nazionale russa, come assistente. Abbiamo sempre avuto un rapporto vero, schietto».

Come vede il big match di domani?

«L’Inter arriva con un gruppo più rodato, che lavora insieme da anni e che già ha vinto. Attorno alla Roma c’è eccitazione, sta andando oltre le aspettative».

Le individualità che possono lasciare il segno?

«Fra i nerazzurri, orfani di Thuram, direi Lautaro. Tra i giallorossi ci si aspetta che Ferguson si sblocchi. Poi Dybala e Soulé possono garantire qualità e cambio di passo».

Si aspettava un’impronta così netta del Gasp sul gioco della Roma già a ottobre?

«Mi sembra presto per dire che ha già lasciato un segno. Di certo ha portato grande entusiasmo, una crescita a livello di mentalità e una buona gestione nell’uno contro uno».

Chi ha più da perdere domani?

«È un banco di prova in ottica scudetto per entrambe le squadre. Ma, non lo dico solo per scaramanzia da romanista, bisogna ammettere che i nerazzurri hanno più abitudine a vincere i campionati e il periodo di rodaggio sembra essere alle spalle. Se Chivu riuscirà a ripulire la testa dei giocatori dalle scorie di Monaco, sono in pole per lo scudetto. Discorso diverso è per la Roma che, al di là del primato attuale, se a fine anno arriverà in Champions Gasperini avrà fatto un ottimo lavoro».

(…)

Toni: “Quel gol un boato mai sentito”

CORSPORT – Il 27 marzo del 2010 la Roma di Ranieri e l’Inter di Mourinho si contendevano uno scudetto tiratissimo. Nello scontro diretto fu un gol di Luca Toni a consegnare la vittoria ai giallorossi, che sembravano avviati verso il tricolore. La storia poi disse altro, ma il boato di quel gol è considerato, ancora oggi, uno dei più potenti all’Olimpico dell’era moderna. Uno studio lo paragonò a un boato sismico: «Mi ricordo tutto perfettamente. Nonostante io abbia giocato così poco a Roma, tanti tifosi ancora oggi mi fanno i complimenti. Ricordano con affetto quel gol, mi dicono che un boato così non l’avevano mai sentito prima. Mi capita di rivedere le immagini, con la telecronaca di Carlo Zampa in sottofondo. Mamma mia quanto urlava…». (…)

Dovbyk e Ferguson non sono così prolifici: la Roma rischia di pagarlo?

«Magari, in partenza, non sono perfetti per il gioco di Gasperini, penso comunque che siano due ottimi giocatori. Hanno bisogno di conoscere sempre meglio Gasp e i suoi metodi, come l’allenatore ha bisogno di conoscere sempre meglio loro due».

Chi vince lo scudetto?

«L’Inter».

E la Champions?

«Barcellona».

Modric e De Bruyne in Serie A?

«Due campioni e leggende assolute. Luka è più avvantaggiato nel recupero, giocando solo una volta a settimana. Ma anche De Bruyne ha avuto un impatto importante. Nessuno dei due si può e si deve discutere».

(…)

A novembre sarà protagonista delle Finali del World Legends Tour: il padel ha sostituito il calcio?

«In questo circuito ho trovato tante cose: amicizia, competitività, divertimento, il livello di tutti i partecipanti è davvero altissimo. A Miami si va per vincere, in coppia con Ceccarelli».

Ausilio: “C’è stato un contatto per Konè ma la Roma ha detto no. Mi sarebbe piaciuto lavorare con Gasperini”

CORSPORT – Il direttore sportivo dell’Inter, Piero Ausilio, ha rilasciato un’intervista al quotidiano romano, parlando anche di Gasperini e dell’interesse nerazzurro per Konè. Questo uno stralcio delle sue parole:

Mollato Lookman, siete andati su Koné.

«Te l’ho appena detto, siamo tornati a puntare sul 3-5-2. C’è stato un contatto».

Uno solo?

«Uno, più, che importa? A un certo punto la Roma ci ha fatto sapere che non se ne faceva nulla. E ci siamo mossi per Diouf».

Un no della Roma di Gasperini

«Da noi è stato pochino. Mi credi se ti dico che mi sarebbe piaciuto lavorare con lui, visto quello che ha fatto in seguito? È un top».

(…)

I migliori allenatori sul campo?

«Spalletti e Conte».

 

E Mou?

«Sopra tutto e tutti per quello che rappresenta nella storia dell’Inter»

(…)

La Roma ti cercò?

«In passato ci fu un abboccamento».

Pallotta? Friedkin?

«Lascia stare. Sono rimasto all’inter dove nei primi anni avevo avuto la fortuna di vedere gente come Milito, Zanetti, Eto’o, Ronaldo il fenomeno. Non c’entrano niente con quelli di oggi».

(…)

Angelino out. A sinistra più Rensch di Tsimikas

Devyne Rensch potrebbe partire titolare domani sera all’Olimpico contro l’Inter. L’olandese, rimasto a Trigoria durante la sosta, è in vantaggio su Tsimikas per occupare la corsia sinistra, vista l’assenza di Angelino. Una scelta dettata anche da ragioni tattiche: sulla sua fascia agirà Dumfries, giocatore dal grande impatto fisico e offensivo, e Rensch, per caratteristiche, sembra più adatto a contenerlo senza rinunciare alla spinta. (…) L’ex Ajax ha le caratteristiche dell’esterno di Gasperini: rapido, disciplinato, capace di leggere le situazioni e di dare copertura in fase di non possesso. (…)

(corsera)

Dybala cerca una maglia e il gol perduto

Duecentoquaranta giorni domani. E non c’è uno, dentro Trigoria, che vorrebbe fare 241. ka Roma ha voglia e fretta di Paulo Dybala, Paulo Dybala ha voglia e fretta di mettere la firma su una squadra prima in classifica. Se le due cose coincideranno, lo si capirà domani sera più o meno intorno alle 22.30. Per ora è bene fermarsi qualche passo prima. Alla vigilia di un match che per la Joya è sempre stato particolare. Ha sempre avuto qualcosa in più da dimostrare, contro l’Inter. E questo lo sa anche Gian Piero Gasperini, che ha visto l’argentino allenarsi ad alti ritmi e con costanza in queste due settimane di sosta. (…) La decisione non è ancora presa, ma Dybala spinge forte alle spalle almeno di due “rivali”: Pellegrini e Dovbyk, data per certa la presenza di Soulé. Ed è chiaro che la scelta compor-terebbe anche dei ragionamenti tattici e strategici da fare, con Paulo in campo. La giornata di oggi sarà decisiva per la scelta di Gasperini. Il aspetta una grande notte di Dybala. La Roma tutta l’aspetta. Paulo non segna dal 20 febbraio, quando con una doppietta trascinò i suoi contro il Porto. (…) Gasperini vorrebbe andare oltre. Vorrebbe gestire lui il minutaggio dell’argentino senza che siano gli infortuni a stabilire l’agenda del campione. Impresa enorme, impresa nella quale Dybala è chiamato a fare la sua parte. (…)

(corsera)

Julio Sergio: «Quel boato al gol di Toni fu da brividi. Nel 2010 meritavamo lo scudetto»

IL MESSAGGERO – Sette anni in Italia di cui sei passati a Trigoria. Julio Sergio – «il miglior terzo portiere al mondo» secondo Spalletti – ha vinto con la Roma due Coppa Italia e una Supercoppa e nel 2010 ha sfiorato lo scudetto. Adesso vive in Brasile ed è un procuratore sportivo. E in un’altra parte del mondo si sta rialzando dopo la drammatica scomparsa del figlio Enzo, morto due mesi fa a causa di un tumore cerebrale diagnosticato nel 2020.

Julio come sta?

«Stiamo imparando a vivere in maniera diversa. Andiamo avanti e cerchiamo di fare quello che dovevamo fare insieme ad Enzo. Sono sicuro che quello è quello che lui vuole».

Tifosi e club le sono stati vicino.

«Lui è nato a Roma e aveva un le-game forte con la squadra. Quando avevamo del tempo libero guardavamo le partite. Il sostegno della città e dei tifosi mi ha fatto molto piacere. Sono rimasto colpito».

(…)

Se le dico Roma-Inter a che cosa pensa?

«Penso che nel calcio ci sono delle cose inspiegabili, abbiamo fatto una rimonta incredibile ma combattevamo contro una squadra fortissima che aveva un grande, allenatore come Mourinho. Abbiamo dato tutto e per 20 minuti siamo stati campioni d’Italia. Noi vincevamo col Chievo, loro pareggiavano a Siena. Purtroppo, Milito ha poi segnato e ci ha gelato».

L’apoteosi arrivò con il gol di Toni che vi portò a -1 dai nerazzurri

«Eh sì, quella partita con l’Inter fu fantastica. Ricordo il boato dell’Olimpico al gol di Toni. Una cosa incredibile, da brividi. Nel finale Milito colpì il palo, ma riuscimmo a vincere grazie a Taddei, Toni, De Rossi e Totti. Tutti insieme. È stata una delle partite più belle della mia carriera».

Ha rimpianti?

«No, ma volevamo finisse in maniera diversa. E forse lo meritava-mo».

(…)

Nella Roma c’è un portiere fortissimo.

«Svilar ha una grande qualità riesce sempre a migliorarsi. Non conosciamo ancora i suoi limiti. Ha una testa importante che lo aiuta a reggere la pressione e a crescere. Può diventare il più forte in Europa»

C’è Roma-Inter. Torna il gran gala

Ok, quella di domani non sarà una «notte di pizze fredde e di calzoni, di sogni, di coppe e di campioni», ma sarà comunque una bella notte. Per quello che rappresenta, per come ci si avvicina all’evento, per la Roma capolista che affronta una delle favorite allo scudetto, rinverdendo quello che una quindicina di anni fa – per qualche stagione – è stato il pane quotidiano della Serie A. Chissà se a Ranieri, presente in tribuna, tornerà in mente quel Roma-Inter del 27 marzo 2010 quando un gol di Toni, oggi perlopiù impegnato tra podcast e social, gli fece sfiorare il cielo con un dito. (…) La Roma di Gasp invece c’è, è tangibile e credibile. Forse, come dice il suo tecnico, furbo e bravo come pochi altri, è lì sopra quasi per caso. Ma sopra si sta bene e ci vuole rimanere. Sarà una sfida particolare, che avrà di tutto un po’. A partire da quel tocco di sudamericano con Lautaro che incrocerà i connazionali Soulé e Dybala pronti a sgomitare per ritagliarsi un posto vicino a lui al prossimo mondiale. Ma sarà anche il confronto tra il miglior attacco (17), quello nerazzurro, e la miglior difesa (2), quella giallorossa, tra il centravanti del futuro (Pio Esposito) e il miglior portiere del torneo (Svilar), tra il tecnico meno giovane (Gasp, classe ’58) e uno tra i più sbarbatelli (Chivu, 44 anni) che a Roma non ha lasciato un bel ricordo. (…) Roma-Inter è anche questo. I cinquantenni di oggi ricorderanno certamente il gol di Falcao sul quale il Divino è tornato ieri ai microfoni di Radio Romanista: «Faccio finta di crossare sul secondo palo. Ma quando Bordon si muove a sinistra, calcio e segno». Apoteosi. I papà dei cinquantenni anche il gol di Prati su assist di Rocca nel ’75 con tanto di esultanza a braccia alzate di Pierino che oggi fa tanto vintage, tra linguacce, emulazioni di boxeur, telefonate, statue e palloncini. Di tutto di più. Domani tocca a Gasp regalare un’altra pagina di storia. Possibilmente da ricordare.

(Il Messaggero)