Prohaska: “Che sorpresa questa Roma. Mkhitaryan elegante come me”

GASPORT – Herbert Prohaska, doppio ex di Roma-Inter, ha rilasciato un’intervista al quotidiano sportivo, anticipando i temi del match e soffermandosi su alcuni giocatori.

«Ho la risposta pronta per tutti: per me Roma-Inter finisce pari. E, come dite voi, vissero felici e contenti…».

Diplomatico.
«No, direi più…emotivo. Parla il mio cuore: io sono un po’ milanese e un po’ romano. Non vorrei che nessuna delle due perdesse, anche se stavolta il pari serve solo al Napoli del mio amico Lele (Oriali, ndr). Per me l’Inter resta comunque la migliore della A, ma occhio alla Roma dopo questa partenza a razzo».

Si aspettava i giallorossi così poco…gasperiniani?
«Concedono poco, difendono bene: sembrano più una squadra di Ranieri! Ma l’ho imparato in Italia, comandano solo i risultati, quindi bene così: se poi trovano continuità davanti, possono diventare molto pericolosi, anche se lo scudetto è un po’ troppo».

Tra i giocatori in campo all’Olimpico c’è un Prohaska?
«Uno elegante come me? (ride, ndr). Spero solo che qualcuno ci faccia divertire e, nello stesso tempo, riesca ad aiutare la squadra. Se devo fare un nome, più che Soulé, dico Mkhitaryan che è cervello e piedi insieme».

Tra Roma e Inter si è parlato e si parlerà ancora di Koné: è il giocatore che avrebbe fatto svoltare i nerazzurri?
«Mi pare il classico giocatore moderno che varrà una montagna di soldi. Al momento, mi pare più adatto alla Roma, all’Inter tra Calhanoglu, Mkhitaryan e Barella dove lo metti? Ho la sensazione che, alla fine, sarebbero rimasti loro i titolari».

 

[…]

In Gasp e Chivu vede qualcosa dei suoi maestri in Serie A, Bersellini e Liedholm?
«Sono uomini di altri tempi quei due, uno più duro e l’altro più paterno: ho avuto fortuna a conoscerli. Posso solo augurare agli allenatori di oggi di essere grandi come loro…».

Nei suoi sabati con la “Pete Art & Band” che canzoni dedicherebbe a questi due tecnici?
«A Gasp un classico “Grazie Roma”, la canzone eterna con cui concludo i concerti. A Chivu un “Diamante” di Zucchero perché la sua squadra brilla».

 

Giocala

IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) – Oooh, grazie! Grazie Gasperini e non per il primato in classifica (provvisorio? parzialissimo? immeritato? fate voi), ma perché finalmente c’è un allenatore che non si eccita per il quarto posto. In una quarantina d’anni di stadio, io “Quarto posto sarà!” o “Vinceremo il quarto posto!” non l’ho sentito, né lo vorrei mai sentire. «È un obiettivo economico, non tecnico, io penso a quello» ha detto l’allenatore della Roma Associazione Sportiva (prima che economica, finanziaria, prima ancora che srl e/o spa) rispondendo alla domanda sulle possibilità Champions, su quali siano i traguardi, gli obiettivi, gli orizzonti di questa squadra. Gasperini è un indiano da questo punto di vista, non si preclude niente, né si dà per vinto pure davanti alla cavalleria tonante, per lui c’è prima di tutto la sua tribù, e solo l’orizzonte che ha davanti. […] Come deve giocare la Roma? Provarci? Sognare? Sbarazzina all’assalto come gli indiani nelle praterie perché tanto, per certi versi, non hai niente da perdere (meno dell’Inter sicuramente)? Oppure alla strenua resistenza della tenda, alla difesa di un punto che significherebbe comunque tanto, fatica e pane quotidiano per i romanisti. A come deve giocare la Roma ci pensa Gasperini, per il resto prendo in eterno prestito la frase calata dall’alto dello spirito Divino di Paulo Roberto Falcao, che questa partita l’ha siglata mille volte e per sempre (con quell’arcobaleno blu d’inverno nell’82): alla nostra radio ha detto una frase che cortocircuita schemi, attese, attitudini di pensiero (categorie stupide e noiose di risultatisti e giochisti) dicendo semplicemente «la Roma si deve far vedere, queste sono le partite in cui si può crescere e fare qualcosa». […] Così come Carmelo Bene riassunse in uno splendido “vivacchio” 500 anni di interpretazioni di Amleto, Falcao ci ha indicato la via: la Roma si deve far vedere. E noi ci andiamo apposta, per vederla. Perché è sempre e solo tanto, tanto, tanto bella.

(ilromanista.eu)

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Roma e Inter si giocano molto più dei tre ppunti

Roma-Inter è una partita verità e vale di più dei tre punti. Stasera Roma e Inter si giocano l’alta classifica. In caso di pareggio non riceveremo risposte chiare, ma se l’una prevarrà sull’altra, avremo idee più chiare sulla corsa scudetto, in attesa del Milan domani sera contro la Fiorentina. Se vincesse, la Roma non potrebbe più nascondersi, verrebbe iscritta d’ufficio alla corsa scudetto. […] Tra Roma e Inter le parti sembrano rovesciate, se si assumono gli allenatori come pietre di paragone. L’offensivista Gasperini arriva all’appuntamento forte della miglior difesa del campionato, appena due i gol subiti dalla Roma. […] Fin qui l’Inter è stata in media più “alta” della Roma, a quasi 56 metri (55,9 per la precisione) contro 52,3. Tre metri abbondanti di differenza. […] Chivu conosceva Appiano per averlo frequentato da giocatore e da tecnico della Primavera; Gasperini non era mai stato a Trigoria. Forse qui sta un punto di differenza, anche se ci sembra che Gasperini a Roma si sia ambientato in fretta e bene. Siamo curiosi di verificare che cosa accadrà stasera, chi attaccherà chi, con il rischio di esporsi al contropiede avversario. […] Roma-Inter capita dopo la sosta per le nazionali e questi giorni “altrove” portano con sé un cumulo di fatiche. La Roma ha avuto 11 giocatori impegnati per un totale di 1264 minuti giocati. L’Inter 12, per un minutaggio di 1527. Al di là del “quanto”, conta il “dove”. […] Lautaro è appena rientrato dagli Stati Uniti, in Florida, dove l’Argentina ha giocato contro Venezuela e Puerto Rico. Oltre al minutaggio, preoccupa il jet lag, lo sbattimento del viaggio, tra volo e fuso. Non è sicuro al 100 per 100 che Lautaro sia oggi tra i titolari. […] Al centro dell’attacco giallorosso dovrebbe partire Dovbyk, ma pare che Gasperini stia ragionando su Dybala falso nove. L’ultima volta che l’Inter si è trovata davanti un finto centravanti – il 31 maggio a Monaco di Baviera, contro il Psg – non è finita benissimo: 5-0 per i francesi e il falso nueve Dembelé incoronato Pallone d’oro 2025. […] Nella Serie A in corso, ne la Roma ne l’Inter hanno mai pareggiato. E nelle coppe lo stesso: per la Roma una vittoria e una sconfitta in Europa League; per l’Inter, due successi in Champions. Su un totale di 16 partite – otto a testa – non ci sono stati pareggi. La legge dei grandi numeri incombe sulla sfida dell’Olimpico, per la statistica il pari è un risultato probabile. […]

(Gasport)

 

Tempestilli: “Gasperini cambierà la Roma”

Tonino Tempestilli si è raccontato in una lunga intervista al quotidiano dedicato ai colori giallorossi. Ecco alcuni dei passaggi delle dichiarazioni rilasciate alla vigilia di Roma-Inter.

[…]

Come sei arrivato a Roma?
«A Como avevo fatto bene, cinque stagioni con una promozione e due salvezze tranquille in serie A. Mi seguivano in tanti, ad esempio Napoli e Juventus, ma quando si è fatta sotto la Roma non ci ho pensato un minuto.  Per coronare il mio sogno ho rinunciato ad ingaggi migliori senza nessun rimpianto: alla fine sono rimasto in giallorosso per 33 anni».

Il primo anno chiudeste terzi, poi non avete più fatto così bene in campionato.
«Sì, è vero, ma non eravamo una grande squadra. Sono stati anni un po’ strani, l’emozionante stagione del Flaminio con Radice aveva creato un’alchimia unica tra di noi, ma per vincere serviva qualcosa in più anche se avevamo dei campioni come Voeller, Bruno Conti e Giannini. Ma con Ottavio Bianchi ci siamo presi delle grandi soddisfazioni nelle Coppe».

Vinceste la Coppa Italia, ma immagino che quel successo non abbia cancellato il rimpianto per l’Uefa.
«Beh no, quella doppia finale con l’Inter la giocammo alla pari, anzi: all’Olimpico avremmo meritato di arrivare come minimo ai supplementari. Purtroppo, fu decisivo l’arbitraggio di Spirin a San Siro. L’anno dopo andammo a Mosca a giocare contro il CSKA in Coppa delle Coppe, eravamo nella hall dell’albergo quando a un certo punto arrivò Mascetti con un signore e un bambino: era lui, Spirin. No, non lo abbiamo insultato tanto non avrebbe capito niente e poi stava con il figlio. È finita con autografi e fotografie».

I tuoi allenatori a Roma sono stati Liedholm, Radice, Ottavio Bianchi e Boskov: sei andato d’accordo con tutti?
«Direi di sì. Il Barone era un fenomeno e mi aveva voluto a Roma; di Radice ti ho già detto, Bianchi lo avevo avuto anche a Como e non era burbero come sembrava. Boskov mi ha fatto giocare poco ma ho rispettato le sue decisioni. Ho sempre e solo pensato ad allenarmi bene e a dare tutto, che scendessi in campo o andassi in panchina. Poi si è ammalato mio figlio di tumore e per curarlo sono stato un anno a Parigi. Non avevo più la testa per fare il calciatore così, nonostante il presidente Sensi mi volesse rinnovare il contratto di un anno, chiesi di fare altro. Volevo stare sul campo ed è arrivata l’opportunità di allenare i Giovanissimi. La mattina ero in sede a studiare i regolamenti con il mio grande amico Aldo Bernabei che purtroppo non sta bene e saluto con immenso affetto, il pomeriggio allenavo i ragazzi. Abbiamo vinto il campionato ma la cosa più bella è il rapporto che si è creato tra noi: erano tutti figli miei ed è così ancora oggi, tanto che continuiamo a sentirci e vederci spesso».

Poi Sensi ti chiese di diventare dirigente.
«Sì, avevo molti dubbi, volevo continuare ad allenare i ragazzi. Ma il presidente mi disse che Fernando Fabbri cominciava ad avere bisogno di una mano e voleva che la cosa fosse affidata ad una persona di sua totale fiducia. Così prima l’ho affiancato, poi sostituito».

 

[…]

La Roma di Pallotta a tratti è stata fortissima: perché non ha vinto nulla?
«Domanda difficile alla quale rispondere, non credo ci sia un motivo unico o specifico. È vero, ci sono state stagioni in cui eravamo uno squadrone, ma c’è da dire che per lo scudetto abbiamo trovato sulla strada una Juventus eccezionale. Potevamo conquistare qualche trofeo di contorno ma credo ci sia mancata la mentalità giusta per entrare in campo con la stessa voglia di vincere che l’avversario fosse il Manchester in Champions o lo Spezia in Coppa Italia. Peccato».

Vuoi dire qualcosa in più sui motivi che ti hanno spinto ad andare via?
«Guarda, io alla Roma ho dato più che alla mia famiglia, 33 anni sono una vita intera. A un certo punto Guido Fienga mi comunicò che avrei dovuto fare da vice ad una persona che non aveva né la mia storia, né la mia esperienza. Non avendo addebiti di alcun tipo di cui dovermi giustificare, l’ho considerata una profonda ingiustizia e non l’ho accettata. Se mi chiedi se la ferita si è rimarginata ti rispondo di no: fa ancora male anche perché dentro Trigoria sono rimaste persone che non se lo meritano. Se ci fossi stato ancora io, ti assicuro che non sarebbe mai accaduto di sbagliare una lista Uefa o fare sei sostituzioni un una partita».

Però sei abbonato e vai addirittura in trasferta e non solo in Italia.
«Con gioia ed orgoglio, la Roma ce l’ho dentro e continua a far parte della mia vita anche se ora finalmente al primo posto c’è la famiglia. Sono stato a Nizza per l’esordio di Europa League, gran bella partita, la stagione è partita bene».

Gasperini cambierà la Roma o viceversa?
«Nessun dubbio: Gasperini cambierà la Roma. Sono anni che fa cose eccezionali, il suo calcio è un marchio di fabbrica e lo farà vedere anche qui, è solo questione di tempo. Intanto stanno arrivando i risultati e con i risultati si lavora molto meglio».

Dove può arrivare realisticamente?
«Sono in cinque per i quattro posti che valgono la Champions. Secondo me Inter a Napoli a parte, ma bisogna sempre far parlare il campo, con le altre se la può giocare».

Dovbyk o Ferguson?
«Serviranno e faranno bene entrambi. La prima stagione di Dovbyk non è stata male, molti dei gol che ha segnato sono stati importanti o decisivi e la concorrenza può aiutarlo a fare di più. Ferguson due anni fa era uno dei migliori prospetti europei, poi si è infortunato e ha giocato poco. Ma ha fisico e per quello che ho visto anche buona tecnica; gli attaccanti con Gasperini sono sempre migliorati e hanno fatto tanti gol, li faranno anche loro».

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(ilromanista.eu)

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ROMA-INTER: le probabili formazioni dei quotidiani. Ballottaggi Dybala-Dovbyk e Tsimikas-Rensch

Tutto deciso o quasi per Gian Piero Gasperini, a poche ore dal fischio di inizio di Roma-Inter. Questa sera i giallorossi ospiteranno i nerazzurri di Chivu e la mossa a sorpresa del tecnico della Roma potrebbe essere Paulo Dybala. L’argentino potrebbe agire da “falso 9”, con alle spalle il duo Soulé-Pellegrini. Quasi tutto confermato per il resto della formazione: Svilar tra i pali, Celik, Mancini e Ndicka in difesa, a centrocampo il solito duo Cristante-Koné. A destra c’è Wesley, a sinistra invece ballottaggio Tsimikas-Resnch.

LE PROBABILI FORMAZIONI DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI

LA GAZZETTA DELLO SPORT (3-4-2-1): Svilar; Celik, Mancini, Ndicka; Wesley, Cristante, Koné, Tsimikas; Soulé, Pellegrini; Dovbyk.
CORRIERE DELLO SPORT (3-4-2-1): Svilar; Celik, Mancini, Ndicka; Wesley, Cristante, Koné, Tsimikas; Soulé, Pellegrini; Dovbyk.
IL MESSAGGERO (3-4-2-1): Svilar; Celik, Mancini, Ndicka; Wesley, Cristante, Koné, Rensch; Soulé, Pellegrini; Dovbyk.
CORRIERE DELLA SERA (3-4-1-2): Svilar; Celik, Mancini, Ndicka; Wesley, Cristante, Koné, Rensch; Soulé, Pellegrini; Dybala.
IL TEMPO (3-4-2-1): Svilar; Celik, Mancini, Ndicka; Wesley, Cristante, Koné, Tsimikas; Soulé, Pellegrini; Dybala.
IL ROMANISTA (3-4-2-1):Svilar; Celik, Mancini, Ndicka; Wesley, Cristante, Koné, Rensch; Soulé, Pellegrini; Dybala.

È Dybala l’anti-Inter

[…] Gian Piero Gasperini è assolutamente incuriosito dalle risposte che il campo potrà dare questa sera, quando i suoi uomini affronteranno l’Inter di Chivu. […] Il tecnico ha lavorato tanto durante la sosta a Trigoria per trovare la chiave giusta per mettere in difficoltà i nerazzurri, ma ha cercato anche di allentare la tensione sulla squadra: ha infatti concesso ai giocatori di dormire a casa, nessun ritiro a Trigoria. Davanti a Svilar ci sarà la conferma del consueto pacchetto arretrato titolare, con Celik, Mancini e Ndicka: l’ivoriano però è rientrato tardi dalla Costa d’Avorio, pronti in caso di forfait Hermoso e Ziòlkowski. In mediana a destra ci sarà Wesley, a sinistra Rensch è in vantaggio su Tsimikas per contrastare Dumfries, in mezzo la coppia Koné-Cristante. Davanti, probabilmente a sorpresa, si fa strada l’ipotesi che possa essere Dybala a guidare l’attacco, con Dovbyk e Ferguson inizialmente in panchina. Insieme alla Joya, dal 1’ spazio per Soulé e Pellegrini.

(Il Romanista)

C’è Dybala. Ballottaggio tra Dovbyk e Pellegrini

IL TEMPO (G. TURCHETTI) – È tempo di Joya. Le risposte positive delle ultime settimane hanno convinto Gian Piero Gasperini a puntare su Paulo Dybala nella sfida contro l’Inter. L’argentino ha lavorato bene durante la sosta ed è pronto per tornare in campo dal primo minuto. Il principale dubbio di formazione, quindi, riguarda chi andrà a completare il tridente offensivo con la Joya e Soulé. E aperto il ballottaggio tra Pellegrini e Dovbyk, mentre Ferguson resta più defilato. Il numero sette giallorosso prenderebbe in consegna Çalhanoglu, motore del centrocampo di Chivu. L’impiego dell’ex capitano della Roma anziché dell’ucraino consentirebbe a Gasperini di non offrire punti di riferimento alla difesa nerazzurra. Il tecnico di Grugliasco si porta in panchina anche Leon Bailey, per la prima volta nella lista dei convocati da quando è sbarcato nella Capitale. Assente, invece, Angeliño che non ha recuperato dalla bronchite asmatica. Il posto dello spagnolo dovrebbe essere occupato da Tsimikas, avanti nel ballottaggio con Rensch.

Notte da grande

IL TEMPO (L. PES) – Diventare grandi sfidando i più grandi. La Roma torna all’Olimpico dopo la sosta per le nazionali e ospita l’Inter (fischio d’inizio ore 20.45, diretta Sky e Dazn) che nella Capitale non perde da nove anni e insegue proprio i giallorossi che guidano la classifica insieme al Napoli. Il primo vero esame della stagione dopo la vittoria nel derby e il successo a Firenze contro il tabù viola. Ora Gasperini cerca di domare un’altra bestia nera, quell’Inter che lo ha mandato via dopo sole cinque partite nel 2011 e lo ha battuto venti volte in carriera di cui otto consecutive nelle ultime gare. Il tecnico la presenta come un’occasione per misurarsi contro una squadra costruita per vincere, una serata da affrontare senza paura. «Incontriamo una squadra che ha grande valore, ma questa è
una bella sfida anche per noi: è un modo per misurarci. E la misura migliore la fai contro le squadre forti, contro i migliori: capisci, ti misuri e vedi quanto puoi essere competitivo con loro, oppure quanto puoi esserlo anche solo per la singola partita. Per fortuna nel calcio a volte si può vincere o fare risultato anche quando magari la prestazione non è il massimo. La cosa più importante per noi è riuscire a fare una partita di livello, una partita coraggiosa, una partita competitiva contro una squadra che, come ho detto, è sicuramente una delle migliori in Europa, non solo in Italia. Se ci riusciamo, saremo sicuramente apprezzati anche dal pubblico». Tra i convocati torna anche Bailey che però per il tecnico ha bisogno ancora di un po’ di tempo. «È chiaro che poi è un giocatore che arriva da una lunga inattività, e quindi andrà inserito. Non penso che entrerà e sarà subito tutto rose e fiori: bisognerà inserirlo. Però dobbiamo incominciare a guardare avanti. Sicuramente credo che sia un giocatore che ci darà un bell’aiuto. Ha delle caratteristiche un po’ diverse da quelli che abbiamo in rosa, quindi è un giocatore che su cui contiamo tutti. Mi pare che sia una questione di una o due settimane al massimo e poi potrà essere disponibile». Soddisfatto, invece, del lavoro di Dybala durante la sosta con l’argentino che viaggia verso una maglia da titolare. «Devo dire che sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto in questi giorni. Poi, è chiaro che di quelli che sono rimasti hai il polso della loro condizione, di come stanno. Per quanto riguarda quelli che sono stati via in nazionale».

Una serata che non potrà dire tutto ma di certo qualcosa sul futuro dei giallorossi che sognano di difendere il primato in classifica ma prima di tutto vogliono tenere testa all’Inter per restare in quota e attendere i miglioramenti. Gasp ha lavorato tanto anche sulla parte atletica durante la pausa. Perché ora c’è da continuare a correre, ma bisogna farlo accelerando.

Dybala guida la Roma nel match contro l’Inter. Bailey resta ancora fuori

Realismo gasperiniano. «Tutti vogliono entrare in Champions League. Sembra quasi che non interessi vincere lo scudetto e che sia più importante arrivare quarti». Le parole del tecnico giallorosso verso l’Inter (alle 20.45 all’Olimpico) riflettono, ancora una volta, il bivio della Roma: da una parte le idee dell’allenatore – ormeggiate al campo da gioco – dall’altra quelle della società, vincolate al bilancio. […] Il riferimento è alle restrizioni sul mercato, lucchettato dai paletti dell’accordo con l’Uefa, che pero ha concesso alla Roma un anno in più (fino al 2027) per ordinare i conti e alleggerire il bilancio. Limitazioni che si riflettono sul campo e sulla qualità della rosa, gli aspetti che più interessano al tecnico. […] Parlando di organici, «ce ne sono di superiori, come quello dei nerazzurri. Lavoriamo per avvicinarci», ammette. I numeri danno ragione ai giallorossi (15 punti), a più tre sull’Inter dell’ex romanista Chivu, allenato da Gasperini nella sua breve parentesi milanese. […]
La Roma vuole confermarsi e per farlo ha bisogno dei suoi giocatori migliori. Quelli del «nucleo portante», che sarà riconfermato nonostante la sosta delle nazionali e gli infortuni. […] In ogni caso, «l’obiettivo è coinvolgere tutti gradualmente». Rinforzi compresi, Leon Bailey in particolare. «Non mi aspettavo uno stop lungo due mesi», sottolinea con un pizzico di amarezza Gasperini, che sperava di testare l’attaccante giamaicano durante i giorni della pausa delle nazionali. […] Contro l’Inter bisogna confermare la solidità difensiva senza trascurare i gol. Gasperini pretende un approccio sia «tattico» che «di personalità». Quella che ogni tanto è mancata in attacco, dove la Roma fatica. Insomma, «serve una partita coraggiosa». Dal mazzo del suo reparto preferito, il tecnico allora prepara il jolly Dybala: «Ha lavorato bene in queste due settimane». Pesca le carte migliori per affrontare il suo passato, Gasperini. Così il tecnico «misurerà» la sua Roma, capirà dove può spingersi ancora. E se quel realismo possa essere contaminato dai sogni.

(la Repubblica)

In arrivo più di 3mila ultrà nerazzurri. Faro su 230 a rischio

Controlli ai caselli autostradali, aree di parcheggio dedicate nella zona di Tor di Quinto, Ponte Milvio e Villaggio Olimpico. […] Scatterà già questa mattina il piano di sicurezza della Questura in vista di Roma-Inter, in programma alle 20.45. Saranno impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine con verifiche all’ingresso nella Capitale, da tutti i varchi delle autostrade, con deviazioni nelle aree di sosta per ispezionare auto, minivan e pullman. […] L’incontro è considerato a rischio soprattutto per il gemellaggio storico fra le tifoserie interista e laziale, ma essendo la prima legata anche a quella del Nizza, coinvolta negli scontri in Francia con gli ultrà romanisti (proprio ieri 7 dei 13 arrestati sono tornati in libertà dietro cauzione), lo scenario non viene sottovalutato. A ieri i supporter nerazzurri avevano acquistato 3.527 biglietti secondo i dati della Questura, ma potrebbero essere molti di più. Fra di loro 230 ultrà interisti particolarmente sotto osservazione saranno a bordo di due-tre pullman in partenza da Milano nella mattinata di oggi e verranno accompagnati dagli agenti direttamente allo stadio. […]

(Corsera)