Roma-Como, Fabregas: “Ci manca la fisicità dei giallorossi. Soulé? Godiamocelo, è fortissimo e ha fatto la differenza”

La Roma torna a vincere in campionato e batte 1-0 il Como grazie alla rete realizzata da Wesley al minuto 60. Successo fondamentale per i giallorossi, che blindano il quarto posto in classifica e si portano a -3 dalla vetta occupata dall’Inter. Al termine della partita Cesc Fabregas, allenatore dei lariani, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni dei cronisti.

POSTPARTITA

FABREGAS A SKY SPORT

Quando la Roma ti viene a pressare non è mai facile: cosa dovevate fare?
“La Roma ha una fisicità che non abbiamo, quando è così o metti la palla a terra o è difficile. Sono orgoglioso della squadra, ci sta prendere un gol. Complimenti alla Roma, buona partita e tanta fisicità. Hanno un giocatore fortissimo come Soulé, sarà un grande calciatore in futuro. Godiamocelo in Italia, è un giocatore di alto livello. Ha fatto la differenza”.

Dove deve migliorare Nico Paz?
“Ha avuto per tre giorni la febbre, lo abbiamo forzato a giocare. Sono partite dove devi andare subito in porta nell’uno contro uno, come è successo a noi qualche volta. Chi vince più duelli, vince queste partite e loro a centrocampo ne hanno vinti di più. In Serie A si gioca meno tempo perché ci sono tanti falli, oggi l’arbitro alcune volte ha lasciato andare. Penso che possiamo migliorare”.

Si aspettava che la Roma mettesse fuori la palla sul gol?
“No, Addai si è infortunato in quella giocata. Il giocatore deve avere un’onestà estrema. Il 99% dei calciatori non lo avrebbe fatto, giusto continuare. Oggi non si può aspettare niente con il Var, che ha cambiato il mondo del calcio”.

La telefonata con il ct del Senegal? Un allenatore che tipo di atteggiamento si aspetta da un ct? Come sta Diao?
“Si è fatto male sicuramente al flessore. Io provo a parlare qui, alcune volte non possiamo essere molto sinceri, se dico una cosa mi massacrano da una parte o dall’altra. Sono un fan delle nazionali, è la cosa più bella per un giocatore. Ho chiesto però di non portarlo, in 8 mesi ha fatto solo una partita intera. E’ andato in nazionale ed è stato un mese fuori. Oggi non deve giocare, domani va in nazionale ma noi gli paghiamo lo stipendio. Il ct mi ha detto che se non va in nazionale non andrà poi al Mondiale e questo mi dispiace. Gioca con la paura di un giocatore di 20 anni. Io dico sempre quello che penso in maniera corretta”.

FABREGAS A DAZN

Come stanno Diao e Addai?
“Si sono fatti male entrambi al flessore, non so come stanno. Peccato perché sono ragazzi giovani e utili alla squadra”.

Oggi avete fatto fatica con la palla per la prima volta. Cosa non ha funzionato?
“Non è la prima volta, in Italia ci sono tante squadre che ti pressano a uomo. È la tipica partita fisica con tanti duelli. O hai tanta fisicità o tanta qualità, se vincono i duelli puoi soffrire. Chi recupera palla può fare gol perché si apre il campo. Là conta la qualità. Noi continuiamo perché ci sono cose da migliorare, errori miei e della squadra. La squadra ha lottato fino alla fine, ha provato a fare gol e lo meritavamo. Loro hanno fatto una grande partita”.

Cosa vi siete detti con Mancini?
“Non è un problema. È stata una chiacchierata onesta. So che c’è la furbizia e l’esperienza, tutti vogliamo vincere. Gli ho detto che Ramon ha 20 anni e vuole imparare da lui, mi aspettavo qualcosa di più. È stata una chiacchierata di calcio”.

Cosa le lasciano queste due partite?
“Tante cose. La cosa positiva è che nessuno mi farà più domande sull’andare in Europa”.

Si aspetta qualcosa dal mercato di gennaio?
“Non lo so, si vedrà. Siamo chi siamo, dobbiamo crescere. Due anni fa non eravamo qui, è stato tutto veloce. Siamo una squadra che non molla, indipendentemente da chi gioca. Oggi c’era Baturina, che deve avere il suo spazio; ci sarà spazio per Kuhn, Paz può giocare punta. Questo è il calcio, niente di più”.


PREPARTITA

FABREGAS A DAZN

Chi gioca prima punta: Paz, Diao o Baturina?
«Baturina».

Come mai questa scelta?
«Mi sono svegliato così questa mattina e ho detto: ok, andiamo così».

Dopo Torino hai detto che non guardi la classifica ma la prestazione: è soprattutto in trasferta che questa squadra deve dare qualcosa in più, anche per costruire la mentalità?
«Sì, sì, si cresce tutti i giorni, ovviamente è un processo. Alcune volte è andata meglio, altre no, ma noi proviamo sempre a fare il nostro gioco e vediamo come va questa sera. È ancora un’altra volta una squadra giovane in campo, che deve dimostrare tanto e fare una grande partita se vogliamo prendere punti».

La sua prima vittoria in Serie A è arrivata proprio contro Gian Piero Gasperini. Che figura ritrova oggi Gasperini come allenatore della Roma?
«No, lui è una leggenda, no? Un allenatore che ovviamente ha trenta-quarant’anni di esperienza in più di me e questo mi ha fatto grandissimo piacere. Ha un’identità molto chiara di ciò che vuole fare, di come convince il giocatore a fare quello che ha in testa e, per me, questa è la cosa più determinante per un mister. Per questo ha il mio massimo rispetto. Mi aspetto una partita in cui loro verranno a pressarci, in cui giocheranno il loro calcio, un calcio propositivo con la palla, e poi starà a noi essere bravi a fare la nostra partita».

Cosa è cambiato per te rispetto a quella partita di un anno fa?
«È cambiato tanto. Un anno in più, sedici mesi dopo quella partita, quindici mesi. Io cresco tanto, perché quando sei all’inizio di una carriera nuova, con tanti stimoli nuovi tutte le settimane, cresci molto di più, molto velocemente, sicuramente più di lui che lo ha vissuto in tutti i colori. Per me e per tutti noi, per la società, è un grandissimo attestato venire qui oggi»