Manganiello e il bilancio positivo con la Roma: 11 vittorie e 2 sconfitte, l’ultimo ko costò la panchina a Juric. Il Sassuolo non vince da 6 partite

Sarà Gianluca Manganiello l’arbitro di Sassuolo-Roma, partita valida per l’ottava giornata di Serie A e in programma domenica alle ore 15. Per il fischietto classe ’81 della sezione di Pinerolo sarà il 14esimo incontro con i giallorossi e il bilancio nei 13 precedenti è davvero positivo: 11 vittorie e soltanto 2 sconfitte (7-1 contro la Fiorentina ai quarti di Coppa Italia nell’annata 2018/19 e 2-3 contro il Bologna nella passata stagione, che ha rappresentato l’ultima partita di Ivan Juric sulla panchina dei capitolini prima dell’esonero). L’incrocio più recente è datato 29 marzo 2025 e la Roma vinse 0-1 in casa del Lecce grazie alla rete di Artem Dovbyk.

Sono 15, invece, i precedenti con il Sassuolo: 3 successi, 6 pareggi e 6 ko. I neroverdi non vincono con Manganiello da sei partite (ultimo trionfo il 28 novembre 2021 in Milan-Sassuolo 1-3) e in questa striscia negativa c’è anche la sconfitta allo Stadio Olimpico per 1-0 proprio contro la Roma con gol di Lorenzo Pellegrini.

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Gasperini ritrova l’incubo Meler: la folle aggressione in Turchia, il “peggior rigore nella storia del calcio” in Bruges-Atalanta e le polemiche in Arabia (VIDEO)

Sarà Halil Umut Meler l’arbitro di Roma-Viktoria Plzen, match valido per la terza giornata della fase campionato di Europa League e in programma giovedì alle ore 21 allo Stadio Olimpico. Fischietto classe ’86 della sezione di Izmir, dirigerà per la prima volta entrambi i club. Nella sua carriera ha però incontrato in numerose occasioni squadre italiane: due volte Lazio (una vittoria e una sconfitta) e Atalanta (una vittoria e una sconfitta) e una volta Milan (una vittoria), Fiorentina (un pareggio), Juventus (una vittoria) e Napoli (una vittoria).

La storia di Meler è caratterizzata da numerosi episodi controversi e l’ultimo è stato vissuto in prima persona proprio da Gian Piero Gasperini. Durante Club Brugge-Atalanta, andata del playoff della passata edizione della Champions League, l’arbitro assegnò un rigore inesistente in favore dei padroni di casa per un leggerissimo tocco di Isak Hien con il braccio destro sul volto di Gustaf Nilsson: Il peggior rigore nella storia del calcio?”, titolò il The Athletic. Furioso anche l’ex tecnico della Dea: “L’arbitro ci ha spiegato la decisione? La deve spiegare a tutto il calcio, mica a noi. Prima in Europa non si fischiavano questi contatti? Dall’Italia stiamo contagiando tutto il calcio, che va in una direzione diversa da quello che è. Tutti i protagonisti hanno un’idea completamente diversa sui falli di mano, ma soprattutto sui contatti, che sono diventati il vero dramma. Ormai i calciatori simulano di continuo, si buttano, urlano subito e amplificano con la speranza di rubacchiare un giallo o un rigore. Siamo lontani dallo spirito dal calcio, che va in una direzione guidata da pochi ma non so da chi. Di sicuro non mi piace quello che sta diventando, non conosco più le regole di questo sport. Si sta eliminando il contatto o non lo si distingue, ora toccherà correre e saltare come i pinguini. Regolamento e arbitraggi sono oggi distanti da quello che sostengono i calciatori, ormai è uno sport diverso da quello che è stato per secoli”.

L’arbitro è però conosciuto in tutto il mondo per una bruttissima aggressione subita l’11 dicembre 2023 al termine della partita tra Ankaragucu e Caykur Rizesport. Il direttore di gara fu aggredito con un pugno al volto dal presidente dei padroni di casa, Faruk Koca, e ricevette anche alcuni calci dai suoi collaboratori dopo aver assegnato un rigore (poi realizzato) al minuto 97 agli ospiti. Colpi violentissimi, tanto che Meler fu ricoverato in ospedale con un trauma cranico e fratture al costato: “Sono crollato e sono caduto a terra. I calci quando ero a terra non li dimenticherò mai – le sue parole -. Non perdonerò mai chi mi ha aggredito”. Il campionato turco fu temporaneamente sospeso e riprese il 19 dicembre.

Meler fu criticato anche in Arabia Saudita, quando arbitrò Al Shabaab-Al Hilal: i padroni di casa presentarono un reclamo ufficiale al comitato arbitrale e la Federcalcio Saudita diede ragione al club, ammettendo che l’arbitro “ha influenzato il risultato con le sue decisioni sbagliate”. Un altro episodio negativo risale a Oman-Arabia Saudita (semifinale di Coppa del Golfo): il commissario tecnico degli ospiti, Hervé Renard, non accettò alcune decisioni del direttore di gara e lo affrontò quasi faccia a faccia prima di essere bloccato dai suoi assistenti.

 

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Da Wind all’addio di Riyadh Season: la cronistoria degli sponsor della Roma americana

LAROMA24.IT – Da quando la proprietà della Roma si è fatta americana, molte delle fantasie su decollo del brand, cascate di sponsor, si sono scontrate con la realtà. All’arrivo del primo consorzio Usa, nel 2011, il club giallorosso aveva ancora in essere il contratto con la Wind, che per 6 anni campeggerà sulla divisa romanista, fino al 2013.

Con la parentesi di Roma Cares, costola benefica del club, bisognerà arrivare alla primavera del 2018, e ad una storica semifinale di Champions League, per siglare un nuovo accordo. Qatar Airways divenne così il 7° main sponsor della storia della Roma, garantendo nelle casse giallorosse un introito di 10 milioni di euro l’anno fino al 2021. L’estate precedente, in pieno periodo Covid, la Roma era passata alla famiglia Friedkin. Che erediterà anche Hyundai come back sponsor, l’etichetta che viene appiccicata sotto il numero nel retro della maglia.

Sarà Digitalbits, dalla stagione 2021/22, a riempire il vuoto lasciato da Qatar Airways ma le cose non andranno come previsto. Alla presentazione di Mourinho, nel luglio del 2021, fa da sfondo il tipico cartellone con gli sponsor in vista. C’è il marchio New Balance, sponsor tecnico della Roma in quel momento, Hyundai, e appunto Digitalbits, società che si occupa di criptovalute e blockchain. Sarà il nuovo sponsor della Roma con un accordo triennale, con cifre a salire: 5 milioni per il primo anno, 10 nel secondo e addirittura 25 nel terzo. Non si arriverà mai al terzo, con la Roma, come l’Inter che nel frattempo gli aveva concesso lo stesso ruolo, che toglieranno dalle maglie il logo dello sponsor già prima delle finali di Europa League e Champions League per inadempienze. In sostanza, non pagavano. Contro il Siviglia, infatti, la maglia della Roma riporterà la scritta SPQR come già avveniva da settimane.

La nuova maglia della Roma per la stagione 2023/24 verrà dunque presentata immacolata, per la gioia dei puristi e meno dei responsabili che continuano a inserire nuove figure nel settore marketing e commerciale. Nell’ottobre del 2023, poi, ecco Riyadh Season, nei giorni in cui si decide se assegnare l’Expo 2030 alla città saudita o a Roma. Nonostante il forte vantaggio di Riad nella corsa, la mossa non viene accolta con grande piacere nelle stanze dei bottoni della capitale. L’accordo, biennale e che ha nei rapporti del Ceo Souloukou una chiave decisiva, prevedeva un corrispettivo totale di 25 milioni di euro.

Esaurito lo scorso da 30 giugno, da quest’anno la maglia della Roma è tornata in campo senza loghi di aziende, eccezion fatta per quello tecnico. 20 milioni di euro all’anno, stando alle indiscrezioni più recenti, la richiesta della Roma, con l’aumento della valutazione dovuto all’imminenza del centenario, che cadrà nel 2027.

Un tentativo di rinegoziazione con Riyadh pare essere già sfumato, Turkish Airlines è un nome che è tornato di moda dopo che già nel 2018, prima di Qatar Airways, era circolato come possibile nuovo main sponsor. La questione, ora, è nelle mani di Michael Gandler, da settembre nominato nuovo Chief Revenues Officer della società. A lui il compito di dare forme concrete a fantasie e speranze passate.

TUTTI GLI SPONSOR DELL’AS ROMA DALL’ARRIVO DELLE PROPRIETÀ USA IN POI:

  • 2011-2013: Wind (accordo rinnovato dal 2010 fino al 2013), compenso a salire da 5 milioni del primo anno fino ai 6 della stagione 2012/13
  • 2018-2021: Qatar Airways, 39 milioni di euro complessivi.
  • 2021-23: Digitalbits, accordo triennale poi interrotto per inadempimenti economici sul finire della seconda stagione. Le cifre stipulate: 5 milioni il primo anno, 10 il secondo e 25 il terzo in cui l’accordo non avrà poi seguito.
  • 2023-25: Riyadh Season, accordo biennale da 25 milioni di euro complessivi.

Torna Massa dopo quasi un anno: la Roma non vince da 7 partite. Ma l’ultimo ko dell’Inter con l’arbitro fu proprio contro i giallorossi

Sarà Davide Massa l’arbitro dell’attesissimo big match tra Roma e Inter, valido per la settima giornata di Serie A. Il direttore di gara incontrerà i giallorossi per la 32esima volta in carriera e la squadra capitolina rappresenta la seconda più arbitrata alle spalle della Lazio (33 precedenti).

Nonostante i tantissimi incroci, il fischietto della sezione di Imperia non dirige la Roma da quasi un anno e l’ultima incontro risale al 24 novembre 2024 in occasione di un Napoli-Roma terminato 1-0 per i padroni di casa. Il bilancio per i giallorossi non è molto positivo, dato che l’ultima vittoria con Massa risale al 1° ottobre 2022 (Inter-Roma 1-2) e nelle successive sette gare sono arrivate 4 sconfitte e 3 pareggi. Il conteggio totale recita 10 vittorie, 12 pareggi e 9 sconfitte e fu proprio lui ad arbitrare Roma-Inter della passata stagione (0-1 per i nerazzurri con gol di Lautaro Martinez).

30 i precedenti tra l’arbitro classe ’81 e la Beneamata e il bilancio parla chiaro: 20 successi, 5 pareggi e 5 ko. L’ultima sconfitta dell’Inter con Massa risale però proprio a una sfida contro la Roma e coincide anche con l’ultima vittoria dei capitolini: in quell’occasione i giallorossi vinsero 1-2 in casa della squadra lombarda grazie alla rimonta firmata da Paulo Dybala e Chris Smalling.

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10 anni dopo, la Roma di nuovo prima in classifica: l’ultima volta era ad ottobre 2015. Ma poi arrivò l’Inter…

LAROMA24.IT – Da 10 anni la Roma non era prima in classifica superata la prima curva che, indicativamente, può essere considerata nelle prime 5 giornate di campionato. Perché già nel 2022/23, Gasperini fece come Mourinho: 10 punti nelle prime 4 partite, per un totale di 10 punti che metteva Atalanta e Roma davanti a tutte. Già alla 5a, dopo un pesante 4-0 in casa dell’Udinese, i giallorossi erano scesi indietro al 6° posto, la posizione che poi occuperanno a fine stagione.

Stavolta, invece, la Roma, con Gasperini, ha superato il guado della 6a giornata: 15 punti come il Napoli che significano primo posto in classifica. Poco, per carità, quando è stato consumato appena il 15% del campionato. Ma è già qualcosa. Qualcosa che non succedeva da 10 anni, tanto per rendere l’idea. L’ultima volta che la Roma è andata a dormire sullo scalino più alto del campionato era il 28 ottobre del 2015: 10a giornata, infrasettimanale, della stagione 2015/16. Era appena andata in archivio Roma-Udinese, 3-1 con Pjanic e Maicon che inclinavano il piano della sfida già dopo 9 minuti, prima del tris di Gervinho nella ripresa. Quel mercoledì sera, la classifica dichiarava: Roma prima a 23 punti, seguita da Napoli, Fiorentina e Inter a 21. Cadrà nel weekend successivo, perdendo così la vetta. E la premessa, prima di proseguire, è che è possibile fermare la lettura al momento oppure anticipare le righe che seguono dalla gestualità propiziatoria preferita.

Infatti, nel weekend successivo, all’11a giornata di Serie A, era in cartello Inter-Roma. Finirà 1-0, con rete decisiva di Medel, per quello che sarà il suo unico gol segnato nel campionato italiano. Da lì, la squadra di Garcia, poi esonerato a gennaio e sostituito da Spalletti, finirà terza in classifica, con 80 punti, dietro a Napoli e Juventus. Sempre con Rudi Garcia, due anni prima, è l’altro episodio di Roma prima in classifica oltre la 5a giornata. Con lo straordinario inizio che portò i giallorossi a divorare interamente i primi 30 punti nelle 10 gare iniziali. Il primato durerà fino alla 12a, con i 3 pareggi consecutivi che costarono il sorpasso della Juventus.

Soulé si prende la Roma: 5 reti e 6 assist nelle ultime 13 gare di Serie A su 17 gol dei giallorossi

LAROMA24.IT (Emanuele Polzella) – Arrivato nella Capitale nell’estate del 2024, Matias Soulé ha avuto bisogno di tempo per assorbire il salto dal Frosinone alla Roma ma con il passare dei mesi si è ritagliato sempre maggiore spazio. A poco più di un anno di distanza dal suo acquisto, l’argentino è diventato uno dei protagonisti assoluti della squadra ed è il calciatore più decisivo.

Sotto il punto di vista dei numeri, la svolta è arrivata il 13 aprile 2025 con la rete nel Derby della Capitale: il numero 18 mise a segno il gol del definitivo 1-1 con una splendida conclusione di mancino che prima baciò la traversa e successivamente varcò la linea della porta difesa da Christos Mandas. Prima di quella sfida l’argentino aveva messo a referto soltanto 3 reti (Hellas Verona, Parma ed Empoli) e un assist (Monza) in 32 presenze con la maglia giallorossa. La gara contro la Lazio ha segnato l’inizio dell’era Soulé e da quella partita Matias non si è più fermato. Inoltre con il passaggio in panchina da Claudio Ranieri a Gian Piero Gasperini l’attaccante si è avvicinato alla porta avversaria ed è ancora più incisivo in fase offensiva.

Partendo dall’ultima stracittadina della passata stagione, il classe 2003 ha realizzato 5 gol e 6 assist nelle ultime 13 gare di Serie A: sotto la guida di Sir Claudio ha toccato quota 2 reti e 4 passaggi vincenti, mentre con Gasp è a 3 gol e 2 assist in appena 6 partite. Per sottolineare l’importanza di Soulé all’interno della Roma basta analizzare i numeri generali della squadra: nelle 13 sfide prese in esame la formazione giallorossa ha siglato 17 reti e il ventiduenne di Mar del Plata ha messo lo zampino in 11 di esse. Nella maggior parte dei match è risultato decisivo e ha portato 16 punti grazie alle sue partecipazioni, oltre ad aver contribuito alle vittorie più ‘larghe’ come il 3-1 contro il Milan (assist per l’1-0), lo 0-2 contro il Torino (assist per il raddoppio) e il 2-0 contro l’Hellas Verona (gol del raddoppio).

La manovra offensiva della Roma sembra quindi aver cambiato proprietario, trasferendosi da Paulo Dybala a Soulé. Per completare definitivamente il passaggio di testimone Matias dovrà farsi notare anche in Europa, dove al momento è ancora a secco di gol e assist nonostante le 13 presenze in Europa League tra l’anno scorso e le prime due giornate della fase campionato di questa stagione.

Tutti i gol e gli assist di Matias Soulé dal Derby della Capitale a oggi

  • Serie A 2024/25, 32esima giornata: Lazio-Roma 1-1 (gol Soulé)
  • Serie A 2024/25, 33esima giornata: Roma-Hellas Verona 1-0 (assist Soulé)
  • Serie A 2024/25, 34esima giornata: Inter-Roma 0-1 (gol Soulé)
  • Serie A 2024/25, 35esima giornata: Roma-Fiorentina 1-0 (nessuna partecipazione al gol)
  • Serie A 2024/25, 36esima giornata: Atalanta-Roma 2-1 (assist Soulé)
  • Serie A 2024/25, 37esima giornata: Roma-Milan 3-1 (assist Soulé)
  • Serie A 2024/25, 38esima giornata: Torino-Roma 0-2 (assist Soulé)
  • Serie A 2025/26, 1a giornata: Roma-Bologna 1-0 (nessuna partecipazione al gol)
  • Serie A 2025/26, 2a giornata: Pisa-Roma 0-1 (gol Soulé)
  • Serie A 2025/26, 3a giornata: Roma-Torino 0-1 (nessuna partecipazione al gol)
  • Serie A 2025/26, 4a giornata: Lazio-Roma 0-1 (assist Soulé)
  • Serie A 2025/26, 5a giornata: Roma-Hellas Verona 2-0 (gol Soulé)
  • Serie A 2025/26, 6a giornata: Fiorentina-Roma 1-2 (gol e assist Soulé)

 

Torna Colombo dopo Roma-Juventus: giallorossi imbattuti in 6 precedenti. Zero vittorie per la Fiorentina

Sarà Andrea Colombo l’arbitro di Fiorentina-Roma, partita valida per la sesta giornata di Serie A e in programma domenica alle ore 15 allo Stadio Artemio Franchi. Il fischietto della sezione di Como incontrerà i giallorossi per la settima volta e in sei precedenti la formazione capitolina non ha mai perso, ottenendo tre vittorie (0-1 contro il Torino, 2-1 contro il Lecce e 2-0 contro il Napoli) e tre pareggi (2-2 contro la Salernitana e doppio 1-1 contro la Juventus). L’ultima partita risale al 6 aprile, quando la Roma pareggiò allo Stadio Olimpico contro la Vecchia Signora.

Negativo, invece, il bilancio della Fiorentina con l’arbitro classe ’90: nei tre precedenti la Viola non ha mai vinto, collezionando due pareggi (1-1 contro la Lazio e 2-2 contro il Monza) e una sconfitta (2-1 contro il Napoli).

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Lille: dal ridimensionamento sul mercato fino all’immortale Giroud. E quell’intreccio con Fonseca

LAROMA24.IT (Matteo Morale) – Appena una settimana dopo il vittorioso esordio in Europa League contro il Nizza, giovedì alle 18:45, la Roma debutterà all’Olimpico contro un’altra squadra francese: il Lille di Bruno Génésio. Così come la formazione di Gian Piero Gasperini, anche i Lillois hanno iniziato il torneo nel migliore dei modi, vincendo per 2-1 contro il Brann. Invece, gli ultimi sei appuntamenti vedranno i giallorossi sfidare Viktoria Plzen, Rangers, Midtjylland, Celtic, Stoccarda e Panathinaikos.

L’ultimo precedente tra le due compagini risale ad un amichevole dell’agosto del 2019 e terminata 3-2 in favore della Roma, all’epoca allenata da Paulo Fonseca. Per i giallorossi andarono a segno Cengiz Under, Nicolò Zaniolo e Bryan Cristante, mentre i marcatori della formazione di Christophe Galtier (attuale tecnico del NEOM, club saudita affrontato quest’estate) furono l’ex juventino e figlio d’arte Timothy Weah e Luiz Araujo.

Conosciuto soprattutto per la grande quantità di talenti lanciati nelle ultime stagioni, il Lille è una società storica in Francia e vanta la vittoria di ben 4 campionati, 6 coppe di Francia ed una supercoppa. Prima che Galtier riportasse i Lillois alla conquista del titolo nella stagione 2020/21, l’ultimo allenatore capace di regalare al club uno scudetto fu Rudi Garcia. Era la stagione 2010/11 e quello che sarebbe poi diventato l’allenatore della Roma (2013-2016), dominò la Ligue 1 con 76 punti a +8 dal Marsiglia secondo, grazie ad una rosa piena di talento: su tutti l’ex stella del Chelsea Eden Hazard e Gervinho.

La stagione del Lille: un inizio altalenante e il rischio crollo

Lo scorso anno il Lille ha terminato il campionato, forse, nel peggior modo possibile: al quinto posto a pari punti con il Nizza, che ha strappato una posizione superiore grazie alla differenza reti (25 a 16) e nonostante la formazione di Génésio avesse addirittura gli scontri diretti a favore. Almeno, però, in Ligue 1 il quinto posto garantisce l’accesso diretto all’Europa League e toglie la pressione di doversi giocare il turno playoff. Dopo le prime 6 partite di campionato, l’inizio di stagione dei francesi appare altalenante, con i Lillois che si ritrovano al sesto posto con 10 punti. Se nelle prime giornate i segnali erano stati incoraggianti, gli ultimi due match hanno fatto notare una piccola flessione negativa.

Tralasciando il rocambolesco 3-3 registrato all’esordio contro il Brest, il club allenato da Génésio ha poi battuto per 1-0 il Monaco, 1-7 il Lorient e 2-1 il Tolosa. Bruciano, invece, le due sconfitte arrivate per 3-0 contro il Lens e 1-0 contro il Lione. La situazione non sarebbe preoccupante, se solo non fosse che prima della sosta, il Lille dovrà affrontare due impegni non semplici: Roma e PSG. In più, i francesi si approcceranno a queste sfide con 4 infortunati. Senz’altro l’assenza più grave è quella del difensore centrale Alexsandro, che ne avrà ancora per qualche settimana. In più, Génésio dovrà fare a meno anche di Thomas Meunier, Ousmane Touré e del portiere Caillard.

Il calciomercato estivo del Lille: i tanti addii e il “redivivo” Giroud

Il calciomercato del Lille potrebbe riassumersi con una parola sola: ridimensionamento. Il club francese, infatti, in estate è rimasto orfano di alcuni dei loro migliori giocatori a partire dal bomber Jonathan David. Il canadese ha lasciato i Dogues a parametro zero dopo 5 stagioni, ed ha firmato per la Juventus. Anche Angel Gomes, trequartista talentuosissimo che in Francia si è ritrovato, non ha voluto rinnovare il proprio contratto (l’inglese classe 2000 è stata un’idea anche del calciomercato della Roma) ed ha scelto il Marsiglia di Roberto De Zerbi. Ma non è finita qui. Il Lille ha ceduto anche il portiere Lucas Chevalier al PSG per 40 milioni di euro, Bafodé Diakite al Bournemouth di Tiago Pinto per 35 milioni, ed Edon Zhegrova, finito anche lui alla Juventus dove ritroverà l’amico David. Infine, hanno lasciato il club anche Gudmundsson, direzione Leeds, Ilic ed il giovanissimo Virginius, rispettivamente accasati ad Union Berlino e Young Boys.

Nonostante le tante cessioni, però, la società francese ha scelto di reinvestire solamente una parte dei circa 190 milioni di euro incassati e i nuovi arrivi non sono stati certo nomi in grado di infuocare la piazza, almeno sulla carta. L’acquisto più oneroso è stato Hamza Igamane, punta arrivata dai Rangers per circa 12 milioni di euro e già autore di 3 reti in 8 partite. Sono poi stati ufficializzati Felix Correia dal Gil Vicente, Marius Broholm dal Rosenborg, Romain Perraud dal Betis, il centrale Nathan Ngoy dallo Standard Liegi e i portieri Ozer, dall’Eyupspor, e Bodart dal Metz. A parametro zero è arrivato anche l’esperto Chancel Mbemba, svincolatosi dal Marsiglia, mentre ha del romantico l’ingaggio di Olivier Giroud. Finito al LAFC in MLS dopo l’esperienza al Milan, sembrava che l’ex Arsenal non potesse più dire la sua in Europa, ma invece, il suo impatto è stato incredibile. Il 39enne tornato in Francia dopo 13 anni si è già dimostrato decisivo, mettendo a segno 3 reti (pesantissime tra l’altro) in 6 presenze.

La qualità della rosa del Lille rimane comunque alta, soprattutto dal centrocampo in su. Dando per scontata l’assenza di Alexsandro, la difesa viene completata dal terzino destro Tiago Santos, giocatore che sia Roma che Milan hanno visionato a lungo prima di rinunciare viste le alte richieste del club. In mezzo al campo spicca ovviamente il nome di Ayyoub Bouaddi, classe 2007 che ha già impressionato alla sua prima stagione tra i professionisti. Completano la mediana il capitano Benjamin André e l’ex Barcellona André Gomes. Inoltre, in rosa c’è anche Ethan Mbappé, fratellino del ben più noto Kylian. La zona di campo su cui il Lille eccelle è però il reparto offensivo. Oltre al “redivivo” Giroud, Génésio può contare sul talento di Haraldsson e Matias Fernandez-Pardo (entrambi nomi rimbalzati più volte in ottica Roma la scorsa estate).

La stagione 24/25 del Lille: la beffa della differenza reti, l’eliminazione agli ottavi di Champions League e il tonfo con il Dunkerque

La scorsa stagione il Lille l’ha aperta con un cambio in panchina. Paulo Fonseca, ennesimo ex Roma, ha lasciato il club per buttarsi nell’esperienza (non finita bene) con il Milan. Al posto del portoghese è dunque arrivato l’attuale tecnico, Bruno Génésio, che in carriera ha guidato Lione, Rennes e Beijing Guoan. L’annata per i Lillois è iniziata il 6 agosto con il doppio turno di playoff in Champions League, in cui i francesi sono riusciti a strappare l’accesso alla fase campionato battendo il Fenerbahce di José Mourinho e lo Slavia Praga (entrambe le doppie sfide concluse con il totale di 3-2). Per quanto riguarda la Ligue 1, il Lille durante la stagione si è dimostrato un club imprevedibile e dall’andamento incostante. Il club di Génésio è stato in grado di battere squadre del calibro di Lione e Monaco, per poi crollare contro realtà più modeste come il Le Havre o il Nantes. Il risultato è che per tutta la stagione i Lillois si lottano il terzo posto con Monaco e Nizza, finendo beffati dalla differenza reti.

I rossoblù concludono il campionato a 60 punti a -1 dal Monaco terzo, ma a parimerito con il Nizza. Nonostante gli scontri diretti a favore, però, a contare è la differenza reti e i troppi pochi gol segnati favoriscono il club della Costa Azzurra, che chiude quarto. La delusione cocente della Ligue 1 si aggiunge al percorso in Coppa di Francia. Anche qua, il Lille è in grado di eliminare il Marsiglia ai sedicesimi, salvo poi perdere ai calci di rigore contro il Dunkerque, club di Ligue 2. Dagli 11 metri a tradire è proprio il capitano André che contribuisce ad animare la favola dei biancoazzurri che arriveranno fino alle semifinali. Va decisamente meglio, invece, l’esperienza in Champions League. Il Lille chiude, inaspettatamente, la fase campionato al settimo posto con 16 punti (le uniche sconfitte arrivano contro Sporting Lisbona e Liverpool. La formazione di Génésio pareggia con la Juventus e vince contro Real Madrid, Atletico Madrid, Bologna, Sturm Graz e Feyenoord), risultato che permette ai francesi di passare il turno senza l’incombenza dei playoff. Agli ottavi i rossoblù incontrano il Borussia Dortmund di Niko Kovac e sfiorano l’impresa. All’andata al Westfalenstadion di Dortmund il Lille riesce a stoppare i tedeschi sull’1-1 grazie ad Haraldsson. Al ritorno, i Lillois trovano la rete del vantaggio con David, salvo poi farsi rimontare da Emre Can e Beier che interrompono i sogni di gloria della formazione francese.

Bruno Génésio: la carriera in Francia, il premio di miglior allenatore dell’anno e l’importanza del numero 10

Alla guida del Lille dalla stagione passata, c’è Bruno Génésio. Nato a Lione nel 1966, ha terminato la sua carriera da giocatore nel 1996 ed ha subito iniziato ad allenare. Il 59enne dopo tanti anni di gavetta, nel 2015 assume il comando del Lione dopo l’esonero di Hubert Fournier. Nel club della sua città natale resta per 4 stagioni, senza però riuscire a vincere nulla. Dopo una breve parentesi al Beijing Guoan, nel 2021 torna in Francia al Rennes e pur non alzando nessun trofeo, nel 2022 vince il premio come miglior allenatore della Ligue 1. Nel 2023 decide di dimettersi e nel 2024 viene contattato dal Lille che lo sceglie per sostituire Paulo Fonseca. Alla prima stagione raggiunge un quinto posto in campionato e gli ottavi di Champions League.

Da sempre fedele al suo 4-2-3-1, Génésio ha scelto di adottare questo modulo anche con il Lille. Grazie all’abbondanza di giocatori offensivi, il tecnico francese cambia spesso gli interpreti (fatta eccezione per il numero 10, fondamentale nei suoi schemi) là davanti sebbene i concetti rimangono gli stessi. Non è inusuale vedere Fernandez-Pardo, giocatore che nasce come esterno, giocare da punta o Bouaddi come trequartista dietro al numero 9. Di norma, nei due in mediana giocano un centrocampista di rottura e di impostazione (uno tra Bentaleb e André) e una mezz’ala d’inserimento (Bouaddi o Mukau). Sugli esterni, invece, le scelte sono tante anche se per il momento i titolari sono Felix Correia e Fernandez-Pardo, con Haraldsson che agisce da trequartista. L’azione non si sviluppa quasi mai in profondità e il gioco passa soprattutto per vie centrali grazie ai continui triangoli e agli scambi tra i giocatori in campo. Génésio predilige per lo più calciatori molto tecnici anche per sfruttare gli 1 contro 1 con gli avversari per cercare di conquistare la superiorità sul terreno di gioco. In fase difensiva, l’obiettivo principale è la riaggressione immediata del pallone, anche se più volte le sue squadre lasciano ampi spazi che la Roma è in grado di attaccare. Non è ancora chiaro se il tecnico intenderà affrontare i giallorossi con la presenza del numero 9, ma, nel gioco del suo Lille sono importanti anche i cross in area per cercare il colpo di testa della punta, fondamentale in cui Giroud ha dimostrato, anche in Serie A, di essere uno dei migliori.